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    WTA 1000 Miami: Paolini avanza, Jabeur costretta al ritiro dopo solo sette game

    Jasmine Paolini (foto Getty Images)

    Dura solo sette game l’incontro tra Jasmine Paolini e Ons Jabeur. La tunisina, già entrata in campo con una vistosa fasciatura al polpaccio sinistro, è costretta a gettare la spugna sul 4-3 Paolini, dopo esser crollata a terra su di un contro piede, una palla out dell’azzurra che era costata a Jasmine il contro break. Conclusione amara di una partita che prometteva spettacolo, anche se nella parte di match disputata erano stati più gli errori dei colpi vincenti.
    Paolini era entrata bene nel match, annullando una palla break nel primo turno di servizio e quindi brava a scappare avanti 3-0. Sembrava molto attiva con le gambe e ben centrata col diritto, tornato piuttosto pesante e pressante, non lontano dal quello che nel 2024 l’aveva issata nell’Olimpo della disciplina, anche se ancora con qualche errore di troppo. Vivace con i piedi e pronta ad entrare nel campo, Jasmine aveva ben preparato la partita cercando di mettere grande pressione all’avversaria per non consentirle di scatenare la qualità della sua mano e varietà di colpi. Davvero un peccato per la tunisina, già molto penalizzata nel recente passato da vari problemi fisici. Un problema sofferto nel riscaldamento si è riacutizzato in campo, con quella scivolata (un contro piede) che deve aver tirato troppo il muscolo già sofferente.
    Paolini avanza quindi, ottenendo il miglior piazzamento in carriera a Miami. Al prossimo turno aspetta la vincitrice tra Osaka e Baptiste.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Paolini scatta alla battuta ma va sotto alla maggior aggressività di Jabeur, e sul 30 pari commette doppio fallo. Jasmine annulla la palla break con uno scatto in avanti clamoroso e tocco stretto altrettanto bello a rivolvere una smorzata ottima della tunisina. Solo una manciata di punti, ma la magia della mano di Jabeur fa scattare i primi applausi. Con servizi solidi, Paolini muove lo score (1-0). Trova sicurezza in spinta nel secondo game Jasmine, è brava ad arrivare a palla break e prendersela con una risposta profonda e affondo col diritto, BREAK e 2-0. Paolini si è sciolta: col diritto dal centro del campo comanda e avanza seguendo la sua spinta. Bella la chiusura acrobatica sul 15 pari, tanta sostanza e 3-0. Jabeur trova un bel turno di servizio e con un Ace vince il suo primo game, 3-1. Il diritto della toscana scoppia la palla, sembra tornato eficcante come nel 2024, ma ancora con qualche errore di troppo; come quello sul 30 pari che le costa palla break. Una prima solida la aiuta, Ons non risponde in campo. Servizio e diritto viaggiano, 4-1 Paolini. Ons è in difficoltà a contenere la spinta di Jasmine quando l’azzurra gioca centrale e profondo, tanto che la tunisina è costretta a prendersi il rischio per prima, pena finire nella pressione e quindi costretta a correre. Ottimo un rovescio lungo linea, Jabeur 4-2. Nel settimo game Paolini gioca male, poche prime in campo e si fa prendere dalla velocità della rivale, tanto che subisce il contro break, 4-3, ma proprio mentre Jasmine tira fuori il rovescio che le costa il game, Jabeur crolla a terra presa in contro piede. Forse si è riacutizzato un problema al polpaccio sinistro, già bello fasciato fin dall’avvio dell’incontro. Zoppica vistosamente Ons, pure Jas la aiuta a tornare sulla sedia e arriva uno scontato Medical time out. Il trainer stringe ancor più la fascia ma Ons sembra far fatica anche solo a camminare. Niente, si ritira. Finisce dopo solo 7 game, con Paolini che vince 4-3, ritiro.
    Davvero sfortunata la tunisina, si è aggravato un infortunio che proprio non ci voleva, visto il suo tentativo di recuperare posizioni dopo un periodo complicato per lei. Continua il torneo di Paolini, che al terzo turno aspetta la vincente di Osaka – Baptiste.

    Ons Jabeur vs Jasmine Paolini WTA Miami Ons Jabeur [31]03 Jasmine Paolini [6]• 04 Vincitore: Paolini ServizioSvolgimentoSet 1Jasmine PaoliniJasmine Paolini 0-15 15-15 15-30 15-402-4 → 3-4Ons Jabeur 15-0 30-0 30-15 30-30 40-301-4 → 2-4Jasmine Paolini 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-401-3 → 1-4Ons Jabeur 15-0 30-0 40-00-3 → 1-3Jasmine Paolini 0-15 15-15 30-15 40-150-2 → 0-3Ons Jabeur 15-0 15-15 30-15 30-30 30-400-1 → 0-2Jasmine Paolini 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-400-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    ATP e WTA avrebbero presentato agli Slam un nuovo piano di riforma del tennis Pro

    Gaudenzi premia Sinner e Fritz a Torino 2024 (foto Brigitte Grassotti)

    Dopo la clamorosa azione legale lanciata dalla PTPA contro il “Cartello” che governa il mondo del tennis professionistico, sono arrivate le parole del direttore esecutivo del sindacato Nassar e quindi di Novak Djokovic da Miami a rendere l’intera faccenda ancor più ingarbugliata. I due principali soggetti del sindacato infatti se non hanno compiuto una vera marcia indietro (Nassar assolutamente su Sinner) hanno perlomeno cercato di correggere il tiro e il tenore di parole messe nero su bianco che lo stesso “Nole” ha definito esagerate. La sensazione è che quel documento sia stata la classica sparata per muovere le acque ma che in realtà i veri obiettivi dell’azione legale promossa siano differenti, a caccia di più soldi per i giocatori e avviare un processo per migliorare alcune storture e difficoltà reali, problematiche note da sempre. Le 163 pagine dello “statement”, scritte in modo convulso, con un inglese a tratti zoppicante e con riferimenti presi addirittura da post social e tra loro contraddittori, hanno sollevato moltissime perplessità sia nei commentatori internazionali che in legali in ambito sportivo interpellati sul caso. Oltretutto, si fa notare che a questo punto ATP e WTA dovranno necessariamente difendersi da queste cause, effettivamente presentate; pertanto, essendo le due organizzazioni che gestiscono il tour maschile e femminile soggetti senza fine di lucro, per pagare le pesantissime parcelle di team leali sicuramente molto costosi ATP e WTA dovranno sottrarre ingenti risorse che sarebbero state destinati …ai tornei come Prize money o come bonus ai giocatori, quindi ottenendo l’esatto effetto contrario a quanto voluto dalla PTPA.
    Oltre a questa situazione assai ingarbugliata, arriva da New York una rivelazione interessante. Secondo quanto riporta il ben informato media The Athletic, da tempo ATP e WTA stanno lavorando ad un progetto di rinnovamento della stagione professionistica e avrebbero presentato pochi giorni fa un piano ai quattro tornei dello Slam, entità indipendenti e le più “pesanti” nella nostra disciplina. Il concetto che anima questo progetto di riforma si baserebbe sull’idea più volte comunicata da Andrea Gaudenzi (Presidente dell’ATP): la divisione non crea valore, anzi, è un punto di debolezza. Per far diventare il tennis ancor più forte e più ricco, per tutti, è necessaria la massima unità per aver una maggiore forza contrattuale e non disperdere risorse in inefficienze e cattiva gestione. Su questo quasi tutte le parti sembrano essere d’accordo: la struttura frammentata del tennis indebolisce la sua capacità di vendere diritti media e raccogliere il massimo dalle sponsorizzazioni; la stagione è troppo lunga e troppo eterogenea; l’infrastruttura dello sport non supporta finanziariamente giocatori in modo adeguato rispetto anche ad altre discipline Pro. Per questo il nuovo progetto si baserebbe sui seguenti capisaldi: una stagione con quattro tornei dello Slam; dieci eventi combined di alto livello, appena sotto agli Slam per valore; un’unione completa dei diritti media e ricavi da sponsorizzazioni per finanziare l’intera stagione e remunerare i giocatori in modo più adeguato. Il tutto da governare con un’unica struttura di comando, un nuovo consiglio che supervisionerebbe le questioni sportive ed economiche formato da rappresentanti per i Grandi Slam, i tornei e i giocatori ATP e WTA. Quest’ultimo punto sembra – per quanto riporta The Athletic – aver trovato una risposta fredda da parte di Tennis Australia, FFT, Wimbledon e USTA, ossia i 4 Major.

    La struttura “ideale” dell’annata tennistica
    Secondo le indiscrezioni del media newyorkese, in questo piano di rinnovamento – e non rivoluzione, è importante sottolinearlo – così sarebbe strutturata la nuova stagione tennistica, quasi del tutto uniformata tra uomini e donne. “Tutto inizia con i giocatori migliori che disputano gli eventi Premium, alimentando rivalità e innalzando il livello e lo spettacolo dei più grandi palcoscenici dello sport”, si legge nell’articolo. Il calendario prevederebbe:
    – Quattro Grandi Slam
    – 10 eventi ATP Masters 1.000 combinati con 10 eventi WTA 1.000; il nuovo, decimo evento ATP si terrebbe a febbraio, con sede quasi sicuramente in Arabia Saudita
    – 16 eventi ATP 500 e 17 eventi WTA 500, che si terranno in settimane concomitanti
    -Un piano per ridurre il numero di tornei ATP e WTA 250 di terzo livello attraverso un “buyback”: in pratica il tour avrebbe facoltà di riacquistare la licenza della maggior parte dei tornei ATP e WTA. Il rinnovato calendario porterebbe anche “un flusso regionale migliorato”, in modo concentrare gli eventi nella stessa area e così ridurre l’impatto di viaggi intercontinentali, e anche una off-season più lunga, non specificata tuttavia nella sua durata
    – A governare questa nuova realtà un consiglio che include Slam, tornei e giocatori, ma non l’ITF, che resterebbe esclusa dalla gestione.
    Una proposta che diventa una sorta di aggiustamento verso l’alto dell’annata attuale, senza grandi sconvolgimenti. Meno tornei di fascia bassa, un 1000 in più, una diversa governance. Secondo quanto riporta The Athletic, proprio quest’aspetto avrebbe lasciato freddi i 4 Slam. Così recita l’articolo, riportando anche le indiscrezioni di alcuni soggetti coinvolti nella vicenda ma dei quali viene tutelata l’identità.
    “Le organizzazioni che gestiscono i quattro major sono state contattate per un commento prima della pubblicazione di questo articolo. Nessuna di loro ha risposto. Gaudenzi e Simon, (WTA) e i tornei dello Slam sono frustrati e delusi dalla mancanza di progressi verso la riforma secondo quanto ci ha rivelato una persona coinvolta in una delle quattro organizzazioni che ha parlato a condizione di anonimato perché non era autorizzata a parlare pubblicamente. Questa persona ha affermato che la proposta di ATP e WTA era stata ricevuta ma che, a loro avviso, non era abbastanza. Le priorità di cambiamento degli Slam, hanno affermato, si concentrerebbero su un prodotto Premium con ancora meno tornei e una off season ancora più lunga. Un’altra persona che è stata in contatto con gli Slam, non autorizzata a rivelare discussioni riservate, ha affermato che l’idea che i quattro Grand Slam potessero ricevere solo tre seggi nel consiglio non è stata ben accolta”. Pertanto il nodo per arrivare ad una fumata bianca e riforma sarebbe soprattutto quello della rappresentanza, poiché gli Slam vorrebbero contare di più rispetto ad ATP e WTA.
    Vedremo se le rivelazioni di questo contributo – molto interessante – avranno un seguito. Al momento possiamo rilevare che nella politica tennistica c’è molto movimento e che a breve la stagione del nostro sport, tornei e compensi, potrebbero essere molto diversi da quelli attuali.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Cinà, testa e talento. Entra nel “club” degli under 18 vittoriosi in un Masters 1000

    Federico Cinà a Miami

    La vittoria di Federico Cinà al Masters 1000 di Miami è stata una bella e graditissima sorpresa, e allo stesso tempo la conferma di quanto talento e potenziale abbia il giovane siciliano. È piaciuto il suo gioco, come ha condotto la partita dal punto di vista tecnico ed agonistico, sempre lucido e pronto a fare la scelta giusta. Ha convinto ancor più per come, di fronte ad una importante difficoltà fisica al momento di chiudere il match (crampi) abbia trovato la forza per resistere, non farsi prendere dal panico sportivo e così gettare alle ortiche una partita che davvero non meritava di chiudere con una sconfitta. Si è issato al tiebreak aggrappato al match con le unghie e lì ha giocato da giocatore vero, scegliendo bene i colpi e andando così a regalarsi la più importante vittoria della sua nascente carriera.
    Il tennis azzurro in Federico ha trovato un bravissimo ragazzo, cresciuto a “pane e tennis” in una famiglia che la disciplina la conosce in profondità. Forte di questa esperienza fondamentale per scegliere bene cosa fare ed evitare cosa NON fare, Cinà è stato accompagnato con mano salda nei suoi passi verso il tour Pro, e così il suo talento è stato assecondato in modo impeccabile. Davvero bravi, tutti.
    Adesso andiamoci piano con i titoloni “Abbiamo il nuovo Sinner”, “Nemmeno Jannik come lui alla sua età” et similia, perché… sarebbe esagerato. Un ragazzo di talento che vuole arrivare in alto deve essere ambizioso, non deve aver paura di volare e deve esser capace di reggere la pressione perché al salire del livello solo con questa durezza di carattere si può nuotare in un oceano infestato da veri predatori… ma ogni giovane ha i suoi tempi e modi per crescere. Non facciamo l’errore di riversare su di lui aspettative esagerate e diamogli il tempo di diventare grande, sbagliare e imparare. Il potenziale è ottimo, l’attitudine è eccellente, di spazio per potenziare il fisico – indispensabile, a suo tempo – e i colpi ce n’è in abbondanza. Gli ingredienti per fare bene ci sono eccome.
    Grande soddisfazione e anche un piccolo record di precocità per “Pallino”: è il primo classe 2007 a vincere un match in un Masters 1000. Ma c’è anche un altro club assai intrigante nel quale Cinà è entrato: quello degli under 18 capaci di vincere una partita in un torneo di questa categoria (da quando è nato l’ATPtour nel 1990). Sono in quindici ad esserci riusciti, tra questi anche Jannik Sinner e moltissimi talenti precoci poi diventati campioni. Ecco la lista (stilata dall’ottimo Luca Brancher)
    Fabrice Santoro – Toronto 1990
    Marcos Ondruska – Cincinnati 1990
    David Witt – Miami 1991
    Dinu Pescariu – Monte Carlo 1991
    Andy Roddick – Miami 2000
    Richard Gasquet – Monte Carlo 2002 (il francese non aveva ancora compiuto 16 anni!)
    Rafael Nadal – Monte Carlo 2003 (lo spagnolo non aveva ancora compiuto 17 anni)
    Ryan Harrison – Indian Wells 2010
    Andrey Rublev – Miami 2015
    Alexander Zverev – Miami 2015
    Denis Shapovalov – Toronto 2016
    Felix Auger-Aliassime – Indian Wells 2018
    Jannik Sinner – Roma 2019
    Carlos Alcaraz – Madrid 2021
    Joao Fonseca – Madrid 2024
    Federico Cinà – Miami 2025

    Oltre a questo club esclusivo, Cinà è anche il secondo italiano più giovane e vincere una partita in un Masters 1000. Davanti a lui c’è Jannik Sinner: il nostro n.1 c’è riuscito a 17 anni e 8 mesi a Roma 2019. Federico Cinà lo segue con i suoi 17 anni e 11 mesi a Miami 2025. Il terzo più precoce è stato Lorenzo Musetti (18 anni e 6 mesi), quindi Luca Nardi (19 anni e 8 mesi) e poi Andrea Gaudenzi, attuale Presidente dell’ATP, a 19 anni e 9 mesi. Sotto i venti anni troviamo anche Stefano Pescosolido (19 anni e 11 mesi) fino ai 20 precisi di Renzo Furlan. “Pallino” è in ottima compagnia, Bravo!
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ITIA risponde alle accuse di PTPA: “Uno sport credibile richiede solidi programmi antidoping e anti-corruzione”

    L’azione legale promossa dalla PTPA di Djokovic e Pospisil ha provocato un terremoto di reazioni nel mondo del tennis, scosso da un documento enorme come quantità di pagine e accuse ad un sistema che, per il sindacato dei giocatori, non funziona. Anche la ITIA (International Tennis Integrity Agency) ha risposto attraverso uno stringato comunicato che ribadisce quanto l’azione anti doping e anti corruzione sia necessaria per uno sport forte e credibile a livello internazionale.
    “Prendiamo atto dell’azione proposta dal PTPA contro gli organi di governo del tennis, tra cui l’ITIA. Uno sport internazionale credibile richiede solidi programmi antidoping e anti-corruzione e siamo orgogliosi del nostro ruolo nel contribuire a uno sport pulito e leale”.

    ITIA statement:
    We note the PTPA’s proposed action against tennis’ governing bodies, including the ITIA.
    Credible international sport requires robust anti-doping and anti-corruption programmes, and we are proud of our role in contributing to a clean and fair sport.
    — International Tennis Integrity Agency (@itia_tennis) March 18, 2025

    Anche ITF ha risposto alle accuse con una nota: “Ci prenderemo il tempo necessario per valutare la nostra risposta. In quanto organizzazione no profit e guardiani globali del gioco, lo scopo dell’ITF è di garantire la crescita e la sostenibilità del tennis come sport. Reinvestiamo il 90% delle nostre entrate per lo sviluppo globale della disciplina attraverso le 213 Federazioni nazionali che fanno parte dell’ITF”.
    La questione sollevata da PTPA continuerà a far parlare anche nei prossimi giorni. Sarà interessante vedere le risposte dei giocatori impegnati al Masters e WTA 1000 di Miami, sicuramente interpellati sul tema.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP risponde all’azione legale: “PTPA ha costantemente scelto la via della divisione e della distrazione attraverso la disinformazione rispetto al progresso”

    PTPA attacca, ATP risponde. Nel giro di poche ore l’ATP ha pubblicato una ferma dichiarazione in risposta al durissimo attacco del sindacato giocatori promosso da Djokovic, Pospisil ed altri tennisti contro lo status quo che scontenta molti tennisti su più livelli. L’ATP richiama all’unità di intenti e sottolinea i tantissimi passi in avanti fatti per accontentare le richieste dei giocatori, affermando che PTPA ha solo scelto la via dello scontro sostenendo cose non vere. Ha anche dichiarato che si aspettava un’azione del genere. Questo il comunicato dell’ATP, pubblicato sul sito ufficiale.
    “Sin dall’inizio dell’ATP Tour nel 1990, l’ATP ha svolto un ruolo di primo piano nella crescita globale del tennis professionistico maschile. Per oltre tre decenni, la struttura di governance 50-50 dell’ATP ha garantito che giocatori e tornei avessero pari voce nel plasmare la direzione dello sport al massimo livello.
    Gli ultimi anni hanno portato cambiamenti e trasformazioni per i giocatori. L’introduzione di una formula di montepremi, prize money da record e nuovi Bonus Pool hanno contribuito a un notevole aumento della retribuzione dei giocatori (fino a 70 milioni di $ negli ultimi cinque anni). L’introduzione di audit annuali indipendenti ha dato ai giocatori piena trasparenza sulle finanze dei tornei negli eventi ATP. Il programma Baseline dell’ATP ha introdotto un reddito minimo garantito per i primi 250 giocatori nella classifica di singolare, fornendo una sicurezza finanziaria senza precedenti nel tennis professionistico.

    ATP statement on PTPA lawsuit. https://t.co/zPMMPVn1D6
    — ATP Tour (@atptour) March 18, 2025
     
    I contributi al fondo pensione dei giocatori sono aumentati, mentre i prize money agli eventi dell’ATP Challenger Tour sono più che raddoppiati, rafforzando l’impegno dell’ATP nel rafforzare il percorso dei giocatori. Questi progressi sono stati ottenuti attraverso la struttura di governance dell’ATP, con ogni decisione chiave presa con il contributo dei giocatori e dai loro rappresentanti eletti. Nel frattempo, i giocatori, in quanto professionisti indipendenti, hanno mantenuto un ampio controllo sui loro programmi, consentendo loro la flessibilità di competere, allenarsi e monetizzare le loro carriere come meglio credono.
    Mentre l’ATP è rimasta concentrata sulla realizzazione di riforme che avvantaggiano i giocatori a più livelli, la PTPA ha costantemente scelto la via della divisione e la distrazione attraverso la disinformazione rispetto al progresso. A cinque anni dalla sua nascita nel 2020, la PTPA ha lottato per stabilire un ruolo significativo nel tennis, rendendo la sua decisione di intraprendere un’azione legale in questo frangente non sorprendente.
    Rifiutiamo fermamente la premessa delle affermazioni della PTPA, riteniamo che il caso sia del tutto privo di fondamento e difenderemo vigorosamente la nostra posizione. L’ATP rimane impegnata a lavorare nel migliore interesse del gioco, verso una crescita continua, stabilità finanziaria e il miglior futuro possibile per i nostri giocatori, tornei e fan”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    PTPA all’attacco: lancia una serie di azioni legali contro gli organi di governo del tennis per “un sistema corrotto, illegale e abusivo”

    La infografica che lancia il comunicato di PTPA

    Per la prima volta dalla sua fondazione la Professional Tennis Players Association (PTPA) passa all’attacco, annunciando con un lungo e durissimo comunicato di aver attivato una serie di azioni legali negli USA, Regno Unito e Unione Europea contro tutti gli organi di governo del tennis, ATP, WTA, ITF e ITIA, per difendere gli interessi dei giocatori da un sistema che definisce senza mezzi termini “Corrotto, Illegale e Abusivo”. Sul sito ufficiale del nuovo sindacato dei tennisti, nato dall’unione di diversi giocatori e fortemente promosso da Djokovic e Pospisil, campeggia un lungo comunicato nel quale si spiegano i motivi che hanno portato a questa decisione senza precedenti.
    “Dopo anni di sforzi in buona fede per riformare il tennis professionistico, la Professional Tennis Players Association (PTPA) ha intrapreso un’azione legale” così inizia il lungo e articolato comunicato. “Oggi, la PTPA, insieme a oltre una dozzina di tennisti professionisti e per conto dell’intera popolazione dei giocatori, e il rinomato studio legale internazionale e storico difensore dei giocatori Weil, Gotshal & Manges LLP, hanno avviato una serie di azioni legali negli Stati Uniti, nel Regno Unito e nell’UE contro gli organi di governo dello sport: ATP), WTA, ITF e l’International Tennis Integrity Agency (ITIA). Le cause legali espongono abusi sistemici, pratiche anti-competitive e un palese disprezzo per il benessere dei giocatori che persistono da decenni”.
    “Tennis is broken”, ha affermato Ahmad Nassar, direttore esecutivo della PTPA. “Dietro la patina glamour che gli imputati promuovono, i giocatori sono intrappolati in un sistema ingiusto che sfrutta il loro talento, sopprime i loro guadagni e mette a repentaglio la loro salute e sicurezza. Abbiamo esaurito tutte le opzioni di riforma attraverso il dialogo e gli organi di governo non ci hanno lasciato altra scelta che cercare di ottenere responsabilità attraverso i tribunali. Risolvere questi fallimenti sistemici non significa sconvolgere il tennis, ma salvarlo per le generazioni di giocatori e tifosi a venire”.
    “L’ATP, la WTA, l’ITF e l’ITIA operano come un cartello implementando una serie di draconiane restrizioni anticoncorrenziali e pratiche abusive, tra cui:
    – Collusione per ridurre la concorrenza. Gli imputati hanno stipulato accordi e intese per sopprimere la concorrenza tra i tornei che, in un mercato competitivo, potrebbero offrire ai giocatori maggiori opportunità di guadagno. Queste restrizioni illegali consentono al cartello di pagare compensi artificialmente bassi ai tennisti professionisti, eliminare la concorrenza tra loro e impedire a qualsiasi potenziale concorrente di entrare nel mercato;
    – Fissare il montepremi e sopprimere i guadagni dei giocatori: Gli imputati colludono per limitare il montepremi che i tornei assegnano e limitare la capacità dei giocatori di guadagnare denaro fuori dal campo, piuttosto che consentire a un libero mercato di dettare gli importi che i giocatori guadagnano. Le azioni legali mostrano specificamente come gli imputati colludono e respingono le richieste dei proprietari dei tornei di aumentare il montepremi, assicurando che il sistema rimanga truccato a favore degli imputati. Più di due miliardi di persone in 200 paesi hanno guardato partite di tennis professionistiche l’anno scorso, dimostrando la passione e la domanda globali per lo sport e i suoi atleti professionisti. Tuttavia, i migliori giocatori di tennis guadagnano una frazione di ciò che guadagnano i migliori atleti in altri sport. Nel 2024, l’US Open ha guadagnato 12,8 milioni di dollari dalla vendita di un singolo cocktail speciale, che era più di quanto pagato a entrambi i campioni di singolare messi insieme. I giocatori di tennis vengono pagati solo il 17% dei ricavi rispetto ad altri sport come golf, basket e football americano, che variano tra il 35 e il 50%

    ’ .
    Today, the PTPA and over a dozen players, on behalf of the entire professional population, filed a sweeping series of legal actions against the ATP, WTA, ITF and ITIA to reform professional tennis. https://t.co/1r4LWQpopP
    — Professional Tennis Players Association (@ptpaplayers) March 18, 2025

    – Sistema di assegnazione dei punti per la classifica: Gli imputati impongono un sistema draconiano per il ranking e l’assegnazione dei punti, che stabilisce in quali tornei i giocatori possono competere, quanto compenso guadagnano e se ricevono determinate opportunità di sponsorizzazione. Il sistema allontana i giocatori da qualsiasi evento alternativo che potrebbe esistere in un libero mercato e li obbliga a competere solo nei tornei degli imputati se vogliono giocare a tennis a livello professionistico;
    – Forzano un programma insostenibile: La stagione del tennis professionistico dura 11 mesi all’anno, lasciando poco o nessun spazio ai giocatori per riposare e recuperare. Il programma, insostenibile, richiede ai giocatori di viaggiare a proprie spese e gestire la propria logistica per partecipare a decine di tornei in sei continenti. Trascorrere del tempo con la famiglia o riprendersi da infortuni richiede di rinunciare alle opportunità di guadagnarsi da vivere e guadagnare ambiti punti in classifica;
    – Disprezzo per i giocatori: Solo l’anno scorso, i giocatori sono stati costretti a competere in condizioni estreme, come indice di calore eccessivi, a sopportare partite che finivano alle 3 del mattino e a giocare con palle da tennis diverse e inducenti infortuni a seconda della settimana, il che ha portato a lesioni croniche a polsi, gomiti e spalle. A Miami, un giocatore è crollato in campo a causa del caldo estremo, è stato costretto a ritirarsi dalla partita e ha trascorso una notte in ospedale per riprendersi. Ai giocatori viene detto che questo è ciò che comporta il privilegio di essere un tennista professionista;
    – Sfruttamento finanziario dei giocatori: I giocatori sono costretti a cedere i loro diritti relativi al nome, immagine e somiglianza per un compenso pari a zero, consentendo agli organi di governo di trarre profitto dalle loro identità, impedendo loro di assicurarsi alcune sponsorizzazioni indipendenti e limitando senza fondamento il numero di sponsor che potrebbero avere. Individualmente e insieme, queste restrizioni riducono i guadagni dei giocatori e la loro capacità di negoziare migliori condizioni di lavoro, escludere i concorrenti e impedire la crescita dello sport.
    – Violazione dei diritti alla privacy: I giocatori sono sottoposti a perquisizioni invasive dei dispositivi personali, test antidoping casuali nel cuore della notte e interrogatori senza rappresentanza legale. L’ITIA ha sospeso giocatori senza un giusto processo sulla base di prove fragili o inventate. I telefoni dei giocatori vengono confiscati e perquisiti senza consenso, una grave invasione della privacy che viola la legge e dimostra ulteriormente la presa soffocante che gli imputati hanno sul mercato”.

    The professional tennis system is unfair, nontransparent, and rigged against the players.
    The PTPA and players’ legal challenges will hold the tennis establishment accountable to ensure real, long-lasting improvements are made.
    Details: https://t.co/DUXNqPOgLr pic.twitter.com/FzTVbMZneA
    — Professional Tennis Players Association (@ptpaplayers) March 18, 2025

    Una presa di posizione durissima, riportiamo due delle testimonianze che chiudono il lungo comunicato, Pospisil e Cirstea.
    “Un momento decisivo per il tennis. Non si tratta solo di soldi, ma di correttezza, sicurezza e dignità umana fondamentale”, ha affermato Vasek Pospisil, co-fondatore e membro del comitato esecutivo della PTPA. “Sono uno dei giocatori più fortunati e ho dovuto dormire in macchina quando andavo alle partite all’inizio della mia carriera: immagina un giocatore della NFL a cui viene detto di dover dormire in macchina durante una partita in trasferta. È assurdo e non accadrebbe mai, ovviamente. Nessun altro sport importante tratta i suoi atleti in questo modo. Gli organi di governo ci costringono a contratti ingiusti, impongono programmi disumani e ci puniscono per aver parlato. Le azioni legali intraprese oggi riguardano la correzione del sistema tennis per i giocatori di oggi e le generazioni future. È tempo di responsabilità, di una vera riforma e di un sistema che protegga e dia potere ai giocatori. Tutte le parti interessate meritano uno sport che operi con correttezza e integrità”.
    “Le giocatrici non possono permettersi il lusso di aspettare all’infinito un cambiamento significativo” afferma Sorana Cirstea. “Nonostante le ripetute preoccupazioni e le dichiarazioni, ci siamo scontrate con promesse vuote. Le condizioni attuali, ovvero programmi impegnativi, incertezza finanziaria e supporto inadeguato, non sono sostenibili. L’azione legale non è la prima scelta, ma in questa fase è necessario imporre la responsabilità e garantire miglioramenti attesi da tempo. Le giocatrici meritano di meglio e le generazioni future meritano di meglio. Non ci arrenderemo finché non si verificherà un vero cambiamento!”
    Vedremo gli sviluppi di quest’azione e quale sarà la risposta di ATP, WTA e ITF. Di sicuro il mondo del tennis continua ad attraversare acque agitate e la sensazione è che prima o poi assisteremo a cambiamenti significativi, probabilmente anche nel calendario e nella gestione dei tornei.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La mentalità di Fonseca: “La pressione è un privilegio”

    Joao Fonseca (foto ATPtour.com)

    “La pressione è un privilegio”. Questa storica frase pronunciata in passato dalla leggendaria Billie Jean King e quindi adottata anche da Jannik Sinner è diventata parte del lessico di Joao Fonseca. Il fortissimo teenager brasiliano sta facendo passi da gigante nel 2025: dopo aver trionfato alle NextGen Finals a fine 2024, Joao ha iniziato la nuova stagione a spron battuto con la vittoria al Challenger di Canberra e quindi eliminando Rublev agli Australian Open dopo aver superato le qualificazioni. Tornato in Sudamerica, ha trionfato a Buenos Aires, primo torneo vinto sul tour maggiore, e quindi ha alzato il trofeo di campione al qualificato Challenger di Phoenix lo scorso weekend, battendo avversari come Struff, Gaston e Bublik. Risultati che l’hanno issato al n.60 del ranking ATP, prontissimo a battagliare coi migliori nei grandi tornei. Al Miami Open il sorteggio l’ha abbinato a Learner Tien, altro teenager in grande ascesa, in quella che sarà una rivincita della finale di Jeddah e partita dai tanti significati.
    Parlando in Arizona lo scorso weekend, Fonseca ha rilasciato una dichiarazione molto interessante che racconta la sua mentalità, quella dei veri campioni: sentirsi sotto pressione è un privilegio poiché significa che stai facendo bene, che il percorso è quello giusto. Solo sapendo affrenare e domare la pressione si possono raggiungere grandi risultati.

    “C’è una frase che io e il mio allenatore diciamo spesso, è la pressione è un privilegio” afferma Joao. “Devo solo rimanere concentrato, stare con le persone che mi aiutano, questo è quello che sto facendo”.
    Vivere e cavalcare la pressione positiva della prestazione, del gioco e della competizione, ma stare un po’ alla larga da distrazioni e dall’universo dei social e del web, che può creare un ambiente ostile e, alla lunga, controproducente: “Preferisco stare con le persone che possono aiutarmi a restare un po’ fuori dai media perché i media ti mettono molta pressione e molte aspettative non sempre positive” continua Fonseca. “Preferisco rimanere concentrato sul mio mondo, su ciò che bisogna fare, sulla routine per raggiungere i miei obiettivi, ed è quello che sto cercando di fare.”
    Relativamente al suo tennis, questo il punto di Joao: “Il mio gioco deve essere aggressivo e mi piace giocare così, ho accettato che commetterò più errori rispetto ai vincenti, ma voglio essere più solido nei punti importanti e sto cercando di capire come giocare in questi momenti”.
    Nei pressi del net sente di aver ancora moltissimo margine: “L’anno scorso giocare sul cemento indoor mi ha aiutato a capire molte cose, in particolare col mio allenatore abbiamo studiato la transizione andando verso la rete. Mi alleno molto sulle volée perché se vuoi essere un grande giocatore sul cemento devi andare a rete, essere aggressivo e fare punti”.
    Parole davvero sagge per un diciottenne, totalmente focalizzato sulla propria carriera e prestazione. Il campo parla per lui: colpi fulminanti, un gioco in progressione ancora lontano dall’essere completo e definito ma assai efficace, a tratti irresistibile. Con questa mentalità abbinata al suo talento tecnico, la sua scalata è appena iniziata…
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    Draper vs. Rune, la “miglior finale possibile” a Indian Wells

    Holger Rune e Jack Draper

    Il titolo di questo commento potrebbe esser inteso come una provocazione, ma non lo è affatto. In assenza di Jannik Sinner, trovare nella prima finale Masters 1000 dell’anno due grandi talenti come Jack Draper e Holger Rune, assai diversi tra loro per gioco e personalità ma davvero forti e intriganti, è un’eccezionale novità e bellissima notizia per il tennis. Non saranno affatto felici i supporter di Alcaraz, delusi dai terribili alti e bassi del loro beniamino; e nemmeno quelli di Medvedev, apparso in discreta ripresa ma ancora lontano dai suoi fasti da n.1, ma il tennis di vertice ha assolutamente bisogno di qualità. Di personalità e personaggi. Di nuovi giocatori capaci di battere i migliori e proporsi come potenziali campioni in questa categoria di tornei, e anche degli Slam. Rune e Draper hanno tutte le carte in regola per farcela, per essere due top 5 forti e vincenti, pronti a battagliare con Jannik e Carlos. E poi diciamocelo francamente togliendoci qualche sassolino dalla scarpa… Se guardiamo al nostro “orticello italico”, con le disgrazie altrui il n.1 di Sinner è protetto in pratica fino al suo rientro, e questo diventa una magrissima consolazione per l’ingiusta pausa che sta affrontando con orgoglioso e lungimirante silenzio. Zverev inconsistente, addirittura peggiorato; Alcaraz vittima di se stesso, di quelle fiammate di qualità talmente alte che allo stesso tempo lo bruciano e consumano. Difficile per gli inseguitori raggiungere e sorpassare il nostro Campione, troppo più forte e consistente di loro. Per questo, ben vengano Draper e Rune, due nuovi contender, due grandi racchette.
    Su Rune abbiamo scritto tantissimo, esaltandone le straordinarie qualità e allo stesso tempo stigmatizzando le mancanze che dalla quarta posizione del ranking l’hanno trascinato nelle retrovie. Incredibile che un tennista così forte in tutto sia collassato su un carattere difficile da domare e contenere, con scelte sbagliate pagate a carissimo prezzo. Holger ha forza fisica, ha tutti i colpi, ha pure una discreta flessibilità di gioco e sulla lotta è uno dei migliori. “Il cattivo”, un ruolo che per molti può essere scomodo ma che per un carattere come il suo può invece rappresentare la benzina che ne alimenta competitività e voglia di vincere. Archiviate collaborazioni che non hanno portato nulla buono, è tornato simbolicamente “a casa” con il suo storico coach e forse una presenza materna meno invadente. Con meno confusione intorno e più focus sul gioco e prestazione, con meno parole da ascoltare, Holger sembra aver ritrovato quella retta via che lo portò alla prima finale M1000 a Bercy, e a vincerla concludendo un percorso da record con un filotto pazzesco di top10 battuti uno dopo l’altro. È presto forse per parlare di problemi del tutto superati, serviranno altre verifiche già da Miami, ma quando sei un talento del genere a volte basta una settimana giusta per sbloccarti e ritrovare d’incanto la massima competitività. E ripartire. Rune è diverso dagli altri: pochi portano in campo quella potenza e agonismo, e il migliore su piazza – Jannik – lo sa benissimo perché quando Holger era al suo massimo c’ha sempre sofferto affrontandolo.
    Draper è una rivelazione e per questo è una grandissima soddisfazione trovarlo in finale ad Indian Wells. Chi vi scrive l’ha sempre sostenuto ed esaltato, fin dal lontano 2019 quando fece le sue prime apparizioni tra i grandi. Il suo tennis si reggeva a malapena sui trampoli, a caccia di equilibri inesistenti per colpa di mille problemi, dal fisico incerto ad una gestione dei colpi a dir poco rivedibile. Ma… come ha sempre insegnato il mio Maestro, la prima cosa che devi vedere in un giocatore è come gli esce la palla dalle corde e come affronta i punti importanti. Beh, nel casino più totale, la racchetta di Jack da Sutton suonava come un pianoforte di Mozart e se c’era un punto importante se lo giocava nel modo corretto, magari sbagliando ma facendo istintivamente la cosa giusta. Per questo ritrovarlo tra i migliori dallo scorso anno, messi da parte – si spera per sempre – i problemi fisici e dopo aver lavorato benissimo sul gioco, è una grande notizia. Pochi come lui riescono a difendere ed attaccare con la stessa forza e qualità. Il servizio è diventato una certezza, e con la risposta punge conquistando spazio sul campo. Può farti il pungo in ogni modo e da ogni posizione, anche con tocchi precisi e attaccando la rete con l’audacia e forza degli Aussie doc. Draper sfrutta le rotazioni come pochi e batterlo è difficile per tutti perché lotta e ce la mette sempre tutta. Con lui lo spettacolo è assicurato e mi piace sottolineare che è pure una persona eccellente sul piano umano. È impegnato nel sociale, considera la vita qualcosa di più profondo del solo rincorrere una palla a caccia di trofei, tanto che Jannik Sinner l’ha capito subito e i due sono diventati amici ben presto, lontano dalle luci dei riflettori. Sostenendosi a vicenda in momenti non facili, quando Jack era k.o. nel fisico e Jannik impegnato nella sua importante decisione di lasciare le certezze della via aperta da Piatti per scrivere il proprio futuro da solo. Simpatia ed empatia, due teste profonde e pensanti che hanno legato spontaneamente, creando un legame bello e sincero. È un gran Ace per Jack, ce lo fa piacere ancor di più.
    Che finale sarà stasera? Intanto speriamo una bellissima partita a chiudere un torneo che ha vissuto tra diversi problemi, condizioni che hanno scontentato tutti o quasi, troppi alti e bassi per esser davvero quel “Tennis Paradise” che le trionfali campagne di marteking vogliono venderci… magari ci torneremo a bocce ferme. L’edizione 2025 di IW ci presenta comunque la primissima finale 1000 tra due giocatori nati nel nuovo millennio, e questo è già un dato rilevante. Rune ha vinto l’unico precedente, Cincinnati 2024, in due netti set. Stasera nel deserto della California Holger e Jack troveranno condizioni molto diverse e i due tennisti vivono momenti differenti rispetto all’estate scorsa. Non è facile fare le carte a questa partita. Rune ha battuto Medvedev in modo assai convincente, imponendo una fisicità e spinta che alla fine ha stroncato la resistenza del russo, ma… stroncare con quel tipo di match la resistenza di Draper sembra impresa non facile, servirà qualcosa di più. Draper ha trovato momenti di tennis fantastici contro Alcaraz, provocando dei veri black out nei gioco dello spagnolo, incappato in caterve di errori vista l’impossibilità di prendersi il punto come voleva. La finale potrebbe essere una vera partita a scacchi, magari molto tirata e dura fisicamente, tanto che la lucidità nella gestione delle fasi delicate potrebbe contare più di ogni vincente.
    Rune dovrà servire molto, molto bene per tenere a bada la qualità in risposta di Draper, ma a sua volta anche la risposta di Rune può esser assai pungente. Spesso Holger perde la pazienza quando è costretto a scambi prolungati sul rovescio, e qua potrebbe insistere Draper lavorando bene la palla col suo “gancio” mancino per poi accelerare all’improvviso col lungo linea, portando Holger a colpire in corsa col diritto, fase nella quale non sempre è preciso. Draper però reggerà fisicamente contro un duro lottatore come il danese? Ci sono tutti gli ingredienti per assistere ad una partita molto intrigante, magari capitolo di una nuova rivalità al vertice. Holger e Jack hanno tutto quel che serve per essere due campioni veri. Per questo la finale di Indian Wells 2025 è a mio giudizio la miglior finale possibile, assai più di un Alcaraz – Medvedev. Una graditissima sorpresa, tutta da gustare.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO