More stories

  • in

    Finals 2025: Jannik Sinner o Carlos Alcaraz? Sensazioni e… silenzio

    Jannik Sinner a Torino

    Silenzio. Domina il silenzio sul Centre court dell’Inalpi Arena in questa grigia e uggiosa domenica mattina di novembre. È un privilegio poterlo assaporare in beata solitudine, seduto nel settore 204. Solo io e l’enorme spazio intorno, il colore delle luci a contrastare con quello del campo. Vuoto. Si avverte un leggero brusio delle macchine pulitrici in lontananza, attive nella grande Hall dove è stato allestito il campo Sebastopoli, proscenio ideale nella settimana per scrutare da due passi gli allenamenti dei campioni e carpirne movimenti e tecnica. Sei così vicino al loro sforzo che quasi ne assapori la fatica. Quell’energia che fende l’aria e l’adrenalina prodotta da gesti di armonica bellezza la potevi afferrare e fare tua. Un contrasto totale con la sospensione dell’attesa a poche ore dalla finale Sinner vs. Alcaraz che decreterà il campione delle Nitto ATP Finals 2025 e, a questo punto, il più forte del 2025. La finale diventa una sorta di spareggio, il ranking con quel che ha passato Jannik non è realistico.
    In questo momento di beata solitudine dominano i contrasti di una settimana “potente”, vissuta a mille all’ora come la palla colpita con rara potenza su quel campo in resina davanti ai miei occhi. Mi assale un senso di vuoto, e non perché sono qua solo soletto. Manca solo una partita a concludere un torneo di eccellente qualità, con tante partite spettacolari che hanno raccontato storie importanti e confermato quanto i due finalisti in questo momento storico siano su un altro pianeta. L’effetto palla di neve, l’ha chiamato Alex De Minaur, uno assai sveglio dietro quello sguardo talvolta un po’ smarrito. Se Jannik entra in ritmo fin dal primo game e ti travolge strappando un break, la partita scivola via come una palla che rotola sulla neve e diventa sempre più grande. In quel momento nella tua testa scatta solo un segnale di emergenza, devo attivare ogni risorsa per non subire l’onta di un “Bagel”. Non che contro Alcaraz la situazione sia diversa, anzi… Magari Charlie ha qualche momento di pausa, ma se gioca al suo meglio la palla non la vedi proprio, flirta con ogni riga del campo e puoi solo inchinarti a cotanta prepotenza tecnica e classe.
    Il senso di vuoto arriva perché con la finale delle Finals termina una settimana che attendi tutto l’anno e che qua si vive intensamente. Attraversi gli spazi comuni ed è bellissimo ammirare l’emozione degli appassionati, scorgere nei loro occhi la gioia dell’essere finalmente non davanti alla tv o allo schermo del computer ma con i propri occhi di fronte al fisico imponente di Ben Shelton che tira “missili” di servizio, sotto lo sguardo sorridente e rilassato di papà Bryan, o la potenza del gesto di Alcaraz, forte di gamba e di braccio a colpire la palla con rara intensità e precisione. “C’è mai stato un tennista così forte?” chiedeva una ragazzina al nonno l’altro ieri alla rete del Sebastopoli; l’arguto signore, con spiccato accento ligure, sospira e risponde “Ci sono stati tanti giocatori di talento, ma questo è uno dei più forti….“. “Ma allora vincerà lui il torneo?” incalza la biondina, e il nonno, dopo un sospiro ancor più forte, “…forse”. A poche ore della finale più attesa, Jannik contro Carlos, il n.1 contro il n.2, dopo tre finali Slam consecutive, chi vincerà questa super partita? Dare una risposta è impossibile, è necessario mediare tra le sensazioni ricavate nella settimana e la razionalità dei numeri e del contesto, che giocherà probabilmente un ruolo importante.
    Il bilancio degli head to head dice 10-5 Alcaraz, ma è corretto togliere la finale di Cincinnati 2025, quando Sinner scese in campo non in grado di giocare, solo per soddisfare la richiesta degli organizzatori che avevano uno stadio pieno, con biglietti a dir poco salati e spettatori che se ne stavano in attesa da oltre un’ora sotto un sole mortale. Sarà la sesta sfida nell’anno, 4-1 per lo spagnolo (o 3-1 se vogliamo…), mai si è giocato al coperto. L’ultima partita indoor a livello ATP è stata primissima, Parigi Bercy 2021, con due set tiratissimi vinti da Carlos. Da allora ne è passata di acqua sotto ai ponti, e il tennis di Sinner è cresciuto in modo esponenziale, si può dire molto di più rispetto a quello di Alcaraz, bravo ad aggiungere e migliorare aspetti (servizio, rovescio in attacco) ma partiva da una ricchezza e profondità di colpi superiori a quella dell’italiano. Ci sono altri due precedenti al coperto, le esibizioni del Six Kings Slam, anno 2024 e 2025, vinte entrambe da Sinner, ma essendo esibizioni vanno prese per quello che sono, anche se quando si affrontano due così, la parola sconfitta non è mai contemplata come una possibilità, semmai come una onta da evitare. Si potrebbero tirare fuori tanti numeri per cercare di dare un indirizzo a quel che potrebbe accadere dalle ore 18.15 circa, quando uno dei due alzerà la prima palla del match, ma forse si rischia di entrare in una complessità tendente ad un inutile coacervo di difficile uscita. Quando si affrontano Jannik e Carlos collidono i massimi sistemi. Il livello di gioco è sublime, ognuno con le proprie qualità. Diventa prioritario l’aspetto mentale, l’abilità, prontezza e forza per imporre sull’altro la massima velocità di palla, ritmo e capacità di rubare spazio e tempo sul campo. 
    Un dato ritengo sia importante: il rendimento del servizio. Questo sarà il passaggio decisivo, e guardando l’incontro dal lato di Sinner è confortante quanto la sua battuta stia performando. Non intendo il numero di Ace quanto la percentuale di prime palle in gioco abbinata ad una sapiente selezione di angoli e rotazioni. Contro un braccio fatato come quello di Carlos tirare sempre a tutta non è la tattica migliore, può funzionare di più uno slice al centro che non gli permette di andare con la risposta nell’angolo incontrando la palla alla massima potenza, o un effetto “kick” che fa saltare tantissimo la palla al rimbalzo sul rovescio. Sinner per vincere dovrà comandare tanto e per farlo è necessario servire come nelle ultime prestazioni e rispondere come a Wimbledon, con una palla centrale e profondissima che allontana lo spagnolo dalla riga di fondo. Personalmente non rischierei più di tanto smorzate e attacchi a rete spericolati, il passante dell’iberico è strepitoso visto il suo controllo di palla e del corpo con poco equilibrio, e sulla corsa in avanti è dietro solo a De Minaur (forse). Alternare e soprattutto giocare benissimo i due affondi col lungo linea, uno col diritto e quindi col rovescio, questa può essere una scelta corretta per non lasciare a Carlos il comando. Se Alcaraz guadagna il centro del campo e lascia correre il diritto, lo scenario sarà la prepotenza di US Open, e ci ricordiamo benissimo come è finita…
    Si potrebbero analizzare mille altri aspetti, ma preferisco perdermi di nuovo nel silenzio dell’Inalpi Arena, e ripensare alle partite giocate da Jannik e Carlos nel corso del torneo. Hanno dominato, come del resto tutta la stagione. Hanno entrambi giocato bene, molto bene. Alcaraz con qualche piccolo momento di down, prontamente tamponato; Sinner forse si è anche un filo nascosto, non ha tirato a tutta se non in brevi momenti, quando sentiva di averne bisogno o ha scelto di testare il suo massimo livello. Senza esagerare, entrando in modalità gestione e controllo. La mia personale sensazione è che Alcaraz abbia toccato, nelle fasi di alcune partite, un livello superiore a quello mostrato da Sinner. Ma questo non significa che Jannik non possa andare sopra al rivale. Come si vince una partita così? Ripenso alle partite viste e vissute nella settimana torinese, a diritti e rovesci bellissimi, all’intensità prodotta da questi due grandi campioni e splendidi ragazzi qua in molte altre sfide, e non trovo una risposta. Dominano tante sensazioni contrastanti, in un vortice di silenzio.
    Da Torino, Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    ATP Finals: “Jannik, eccomi”. Carlos Alcaraz raggiunge Sinner in finale, battuto un buon Auger-Aliassime

    Carlos Alcaraz a Torino (foto Brigitte Grassotti)

    “Vincere a tennis è facile, basta tirare forte sulle righe…”. Un vecchio adagio tennistico elevato ad arte da Carlos Alcaraz nella seconda semifinale delle ATP Finals 2025. Incredibile la potenza di fuoco ed accelerazioni tirate letteralmente sulle righe dal n.1 spagnolo contro Felix Auger-Aliassime, per il 6-2 6-4 che porta il n.1 del mondo a sfidare Jannik Sinner per il titolo del “masters”. Talento epocale quello di Carlos, un concentrato potenza e infinite soluzioni tecniche, ma anche più tenuta mentale nelle fasi decisive rispetto al canadese. Infatti dopo un primo set dominato da un Alcaraz irresistibile, nel secondo parziale Felix è stato bravo a crederci, rischiare tanto e migliorare la tattica, così da alzare il suo livello di gioco e riuscire a reggere – anche fisicamente – in scambio la potenza dello spagnolo. Ma sul 5-4, sotto massima pressione, il suo braccio si è inceppato, per il break che ha consegnato il match ad Alcaraz. Uno sforzo immane e, purtroppo per lui, vanificato sul più bello.
    “Avrò tre spettatori che tiferanno per me domani” scherza Carlos al microfono di Nargiso in campo a caldo, dicendosi molto soddisfatto della sua prestazione e affermando che in finale cercherà di essere il più possibile focalizzato sul suo tennis, senza pensare al contesto intorno, tutto a favore dell’avversario. Sarà banalmente la partita che tutti aspettavano, a livello globale, e sesta sfida del 2025, con un bilancio di 4-1 a favore di Charlie, ma quella di Cincy è praticamente da non considerare e forse quella più “bella” se l’ha presa Jannik, sui sacri courts londinesi. In condizioni indoor e con il pubblico a favore, chissà… Avremo tempo domani per parlarne diffusamente.
    Tornando alla seconda “semi” di Torino, il commento del match è relativamente facile: Alcaraz è più forte e completo di Auger-Aliassime e ha meritato il successo, senza macchia, concedendo e annullando una sola palla break. Ma i numeri in un match del genere servono a poco. La partita l’ha decisa la spinta furibonda col diritto di Alcaraz, nel primo set totalmente incontenibile anche per un tipo tosto fisicamente e cresciuto in modo esponenziale nella lotta come Auger-Aliassime, del tutto annullato da una serie di pallate del n.1 che finivano sulla riga o quasi. E ha servito pure tre prime palle su quattro in gioco il pupillo di JC Ferrero, deprimendo la qualità del canadese in risposta. Se non bastasse, alla “furia” tecnica Carlos aggiunge una fisicità, una copertura del campo e una reattività che lo rende fortissimo anche in difesa. Mai lo spagnolo, nella sua giovane carriera, era arrivato così bene a fine stagione. Il responso del campo è chiaro: Alcaraz è dominante, anche i suoi momenti di down stanno svanendo come neve al sole. È una pessima notizia per tutti, Sinner incluso…
    Meglio Felix nel secondo set, quando ha tarato meglio i suoi colpi, ha servito con più costanza e soprattutto ha accettato di scambiare un po’ di più, con un filo di rischio in meno, e l’ha fatto andando soprattutto al centro, per allontanare l’avversario dalla riga di fondo e così aprirsi il campo. Questo l’ha portato a concedere meno errori e ha dato un po’ più di pressione allo spagnolo, che tuttavia non è mai andato in difficoltà, avvantaggiato anche dall’aver iniziato alla battuta il secondo parziale. C’è stato del buon tennis, Auger-Aliassime ha regalato alcuni bei punti, tenendo il livello del n.1 mondo fino al decimo game, dove ha sofferto la tensione ed è crollato da solo, con errori sostanzialmente gratuiti. Un fatto che fa riflettere questo: quando gli “altri” affrontano Jannik e Carlos, molto spesso collassano sotto la pressione del momento e del contesto, e non sempre per i colpi eccellenti dei due leader. Una sorta di sudditanza psicologica che non fa altro che aumentare il gap tra il dynamic duo di testa e tutti gli altri. La voragine in classica lo testimonia ulteriormente. Resta un gran finale per Felix, che chiude il 2025 da n.5 del mondo, di pochissimo davanti a un gruppo compatto formato da Fritz, De Minaur, Musetti e Shelton. Una vetrina che Auger-Aliassime ha ampiamente meritato.
    Da Torino, Marco Mazzoni

    La cronaca
    Qualità alta fin dal primo punto, una risposta vincente favolosa di Auger-Aliassime, poi entra in moto il servizio e potenza di Alcaraz, che chiude il game a 30. E che dire di Alcaraz in risposta… Inizia con passante di rovescio velocissimo, poi si sposta col diritto da sinistra e l’accelerazione di diritto è sulla riga. Con una risposta profonda Felix è già spalle al muro: 0-40. Splendida reazione del canadese, serve bene e spinge col diritto, cancella le tre palle break. Game durissimo, Auger-Aliassime se lo prende con un Ace sul punto decisivo. È costretto a giocare su ritmi altissimi, il margine è nulla, anzi, va oltre. Carlos invece prende righe a raffica come se niente fosse, col diritto è “caldo” anzichenò. Difficile per il canadese reggere la velocità dello spagnolo, anche nel secondo turno di battuta va sotto, la spinta del rivale è micidiale. Salva la prima palla break da 15-40 col servizio, ma sulla seconda comanda Alcaraz, lo chiama a rete e para la rimessa disperata. BREAK Alcaraz, 3-1. Felix fa punto o col servizio o se non si entra in scambio, e questo comporta un rischio totale. Improvvisamente Carlos regala qualcosa, due discese a rete non perfette, c’è una chance del contro break sul 30-40. Non se la gioca bene Auger-Aliassime, risponde con una deviazione del nastro e ha tempo per il colpo successivo, ma l’accelerazione muore sul nastro. Gioca bene ora Felix, ma sbaglia la chiusura, per due volte col rovescio dopo aver preso il comando. 4-1. Auger-Aliassime trova finalmente un turno di servizio super, 4-2, il problema è aprire un varco in risposta. Charlie ha altri programmi, non concede nulla e sul 5-2 in risposta tira bordate che pizzicano le righe, e sullo 0-30 quasi toglie di mano la racchetta al “povero” FAA tanta rotazione aveva la traiettoria del murciano. 0-40, tre set point. Basta il primo, Alcaraz risponde dai teloni, si avvicina palla dopo palla con Felix un po’ attendista e alla fine un diritto inside out è troppo preciso per la difesa del rivale. 6-2 Alcaraz. Set preso di forza.
    Alcaraz inizia filando via liscio nel secondo set al servizio, può fare corsa di testa. Anche Auger-Aliassime vince un buon game a 15. Tennis verticale, pochi scambi e presto in avanzamento verso la rete, la velocità resta notevole, da parte di entrambi. È molto deciso Felix, ha scelto di andare “all in” tirare quasi tutto a tutta, tanto non c’è altra strada per arginare la prepotenza tecnica dell’altro. Rischiando così tanto commette due errori gravi nel quarto game, ma partiva da 40-0, e il pubblico è tutto con lui, vuole più partita, spettacolo, lotta. Arriva purtroppo un doppio fallo per il canadese, vantaggio sprecato con le proprie mani. È bravo a non abbattersi, continua a spingere a tutto braccio, anche a venire a rete a sfidare il passante del rivale. Il diritto di Alcaraz è incontenibile, appena lo lascia partire genera angolo e velocità, pochi gli errori per brutale aggressività del colpo. Nel quinto game lo spagnolo concede qualcosa e si arriva ai vantaggi, per la seconda volta match, ma Carlos è attento e non concede chance di break (3-2). Urla tutta la sua grinta FAA dopo un diritto out del rivale che lo porta 3 pari, buon momento per il canadese, bello “centrato” nei colpi anche nella schermaglia di ritmo. Anche in risposta nel settimo game, regge di più rispetto al primo set. Sul 30 pari Carlos toglie le castagne dal fuoco con una bordata di rovescio lungo linea subito dopo il servizio, poi una bella prima palla, per il 4-3. Bel livello, Felix tira davvero forte, è in un ottimo momento e regala un numero al pubblico sul 40-15 con una volée alta di rovescio d’autore, con un controllo del corpo spettacolare. 4 pari. Il set avanza a velocità folle, tutto è fatto di corsa, e anche tecnicamente bene. Che dire del passante di diritto di Carlos sul 40-0, l’attacco era quasi perfetto ma il buon Felix viene trafitto da una pallata fuorilegge (5-4). Auger-Aliassime è spalle al muro. Inizia il decimo game con una stecca di rovescio. Tensione? Poi scarica lungo un diritto aggressivo, ma che non gli avrebbe portato il punto. 0-30, attenzione… allarme rosso. Il servizio lo aiuta, 15-30, poi invece c’è una seconda palla e un diritto colpito con braccio teso, tanto che la palla scivola via. 15-40, Due Match Point Alcaraz. Un servizio vincente cancella il primo; sul secondo un diritto d’attacco finisce in corridoio di una spanna. Finisce così, con Alcaraz, che raggiunge in finale Sinner. Sarà ancora la Grande Sfida.

    Carlos Alcaraz vs Felix Auger-Aliassime ATP Turin Carlos Alcaraz [1]66 Felix Auger-Aliassime [8]24 Vincitore: Alcaraz ServizioSvolgimentoSet 2F. Auger-Aliassime 0-15 0-30 15-30 15-40 30-405-4 → 6-4C. Alcaraz 15-0 30-0 ace 40-04-4 → 5-4F. Auger-Aliassime 15-0 30-0 40-0 40-154-3 → 4-4C. Alcaraz 15-0 15-15 df 30-15 30-30 40-303-3 → 4-3F. Auger-Aliassime 15-0 30-0 30-15 40-153-2 → 3-3C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 A-402-2 → 3-2F. Auger-Aliassime 15-0 30-0 ace 40-0 40-15 40-30 40-40 df A-40 40-40 A-402-1 → 2-2C. Alcaraz 15-0 ace 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1F. Auger-Aliassime 15-0 30-0 30-15 40-15 ace1-0 → 1-1C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 40-15 ace0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1F. Auger-Aliassime 0-15 0-30 0-405-2 → 6-2C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 ace4-2 → 5-2F. Auger-Aliassime 15-0 30-0 ace 40-0 ace4-1 → 4-2C. Alcaraz 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-403-1 → 4-1F. Auger-Aliassime 0-15 15-15 15-30 15-40 30-402-1 → 3-1C. Alcaraz 15-0 ace 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1F. Auger-Aliassime 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 ace1-0 → 1-1C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 40-15 40-300-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

  • in

    Jannik Sinner, un 2025 da record: come lui solo Federer e Djokovic (e altri primati alle Finals)

    Jannik Sinner a Torino (foto Brigitte Grassotti)

    Jannik Sinner è l’epigone della risolutezza. Nel suo incidere e mentalità si pensa alla giornata, al torneo, statistiche e record sono solo conseguenze delle prestazioni. Un’attitudine che l’ha portato a diventare Campione nella sua Straordinaria Normalità. Tuttavia tra il nostro campione di Sexten e i big title c’è una affinità elettiva: a suon di vittorie da molto tempo scrive pagine di storia tennistica e segna record assoluti. Uno l’ha segnato oggi, 15 novembre 2025, grazie all’accesso alla finale delle ATP Finals, ed è estremamente significativo e prestigioso. Sinner nella stagione in corso ha disputato la finale in tutti e cinque i massimi eventi dell’anno, i 4 Slam e le Finals ATP. Solo Roger Federer e Novak Djokovic sono riusciti a fare altrettanto: il svizzero per due anni di fila, 2006 e 2007, il serbo nel 2015 e 2023. E Jannik è il più giovane dei tre ad esserci riuscito. Un tris d’assi assoluto, e un record davvero impressionante per Jannik, il tutto in un anno – come ben sappiamo – difficilissimo per la nota questione che è riuscito a bypassare con una forza e tenuta mentale formidabili. Ma c’è dell’altro.
    Jannik è alla terza finale consecutiva al “Masters”, da quando è stato inaugurato nel 1970. È è settimo giocatore a riuscirci: prima di lui Ilie Nastase, John McEnroe, Ivan Lendl, Boris Becker, Roger Federer e Novak Djokovic. Si unisce a un vero parterre de rois, ma è anche solo il terzo under 25 a riuscirci, dopo Ivan e Roger. Applausi!
    Inoltre Sinner è in striscia vincente a livello di set alle Finals: 18 vinti di fila. Meglio di lui solo lo “zar” Ivan Lendl, con 24 negli anni ’80, e meglio di Federer e Djokovic, i giocatori che più hanno vinto il torneo, ma che si sono fermati a 16 set vinti.
    Sempre relativamente alle Finals, ecco un altro primato prestigioso e assoluto di Sinner: da quando il torneo è nato (1970), Jannik è l’unico giocatore capace di vincere il girone per due anni di fila senza perdere un set. Dominante.
    Ma il dominio arriva anche da un’altra statistica davvero notevole: la percentuale di vittorie alle Finals. Jannik in carriera ha un record di 14 vittorie e solo 2 sconfitte nel torneo, per una percentuale di successo del 87,5%. Nella storia del torneo, meglio di Sinner solo Nastase, con 22 partite vinte e 3 sconfitte, che vale al rumeno un record del 88%. Dietro, staccati, Lendl col 79,6, Federer con una percentuale del 77,6 e quindi Djokovic a 73,5% (considerando un minimo di 10 partite giocate). Incredibile Jannik!
    Da Torino, Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Jannik Sinner: “Sento di aver fatto un grande passo in avanti rispetto all’anno scorso, al servizio e in tutto il gioco”

    Jannik Sinner a Torino (foto Brigitte Grassotti)

    Vincere aiuta a vincere, andando un passo alla volta. Un vecchio adagio dello sport calza a pennello per le parole di Jannik Sinner rilasciate dopo l’ennesima splendida prestazione e bella vittoria contro Alex De Minaur in semifinale alle ATP Finals. Ha vinto 18 set di fila nel torneo, meglio di Sampras e Federer, ma Jannik pensa un match alla volta e ripete il suo mantra: scendere in campo dando il 100% di quello che nella giornata può dare. Queste le risposte di Sinner ai cronisti dell’Inalpi Arena.

    6-5 nel primo set, lì c’è stato un clic: “Ho avuto alcune palle break nel set, lui ha giocato un ottimo tennis. Lì ho trovato la forza per colpire ancor più forte e dal secondo set ho iniziato a giocare sempre meglio, tirando più forte e muovendo meglio la palla. Anche lui ha avuto chance di togliermi in game di servizio, sono felice della mia prestazione”.
    Fattore indoor: “Ogni match è differente, anche contro Carlos. Tra Roma e Parigi, sempre su terra, sono state partite diverse. È stato un anno bellissimo per me, sono felice di concluderlo qua. Vedremo domani che cosa succederà. Sento di aver un buon livello di gioco, c’è ancora una partita da giocare. Felix l’ho affrontato qua, è un bel giocatore indoor, difficile da battere. Mi sento molto a mio agio quando si gioca al coperto. Come mai? Tra Vienna, Parigi e qua sono tre tornei molti diversi, come condizioni, ma non c’è vento, sole, altre cose. Quando siamo al coperto mi sento bene, si adatta al mio gioco perché è abbastanza veloce, è buono per la pressione e il ritmo”.
    Un consiglio per De Minaur per migliorare ancora: “Ho giocato molte volte contro lui, e sento che ogni volta migliora. Il rovescio è stato ottimo, è sempre più consistente e gioca un ottimo livello. Arrivare in top 5? Ce la può fare, è fortissimo fisicamente, ha una ottima mentalità, contro Taylor ha vinto la partita restando molto forte a livello di concentrazione”.
    Chiedono a Jannik sulle serie vincenti contro molti avversari. “Anni fa ero in difficoltà a vincere contro Medvedev, ero sotto 6-0. Quando trovi una chiave contro alcuni giocatori, può funzionare per una partita, magari per due o chi lo sa. Bisogna sempre stare attenti, la testa resta fondamentale, soprattutto nei momenti chiave del match, come quando si è 5 pari. Scendo in campo pensando al mio meglio per quella giornata. Tendo a dare il 100%, ma se un giorno sono all’80%, darò il meglio di quell’80. Ogni partita è importante, e ancor più a fine anno. Ti aiuta anche ad arrivare motivato nella preparazione”.
    “Scelta alla monetina? Non scelgo sempre di servire o ricevere, dipende anche dalla giornata, da come mi sento. A volte decido di servire così magari sono davanti nel punteggio, ma dipende anche da chi affronti”.
    “Non so cosa poteva accadere nei tre mesi di stop. Non ci penso più ormai. Ho giocato molto bene nei tornei, non tanti, che ho giocato. È stato un 2025 incredibile. Le cose succedono perché c’è un motivo. È andata così. Parigi… l’ho persa come l’ho persa, ma poi forse anche per quello ho vinto Wimbledon. Sono contento di essere in questa posizione. Finire la stagione con un’altra finale, e qua a Torino, sono davvero contento”.
    “Sto bene, a volte mi copro il volto con l’asciugamano per trovare la massima concentrazione. In campo c’è sempre un po’ di confusione. No no, non mi sono soffiato il naso, sto bene!”
    “Terza finale… c’era qua mio fratello. Papà e mamma non credo verranno, hanno fare cose a casa, probabilmente più importanti (sorride). Se mi sento diverso da tre anni fa? Giochiamo tutto l’anno, è difficile pensare a come giocherò una finale. Ho fatto un grande passo in avanti rispetto all’anno scorso, servo meglio e gioco meglio in tutto. Mi auguro che domani sia una bellissima finale, con un livello molto alto. Servono due giocatori in forma. Speriamo domani sia così, e che vinca il migliore”.

    Da Torino, Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Jannik Sinner impone la sua legge, De Minaur regge solo un set. L’italiano è in finale alle ATP Finals 2025

    Jannik Sinner a Torino (foto Brigitte Grassotti)

    Jannik Sinner è potenza e controllo, pochi come lui riescono a gestire questi due impostori alla massima velocità e senza compromessi. E quando Jan serve così bene, per gli altri è Sipario. Anche per un irriducibile Alex De Minaur nella prima semifinale delle ATP Finals 2025, bravissimo a giocare un primo set stellare per aggressività, rincorse e tenuta, tatticamente ineccepibile, ma la “morsa” sportivamente terrificante dell’azzurro ha prevalso, con la sua atea mistica meccanica, in permanente rivoluzione. Finisce 7-5 6-2 per Sinner, nono successo consecutivo nel torneo che gli vale la terza finale di finale a Torino, dove attende Carlos Alcaraz o Felix Auger-Aliassime. È il 13esimo successo in altrettante partite per il pusterese contro l’australiano, oggettivamente non c’è mai stata la sensazione che Jannik potesse perderla, ma nel primo set ha dovuto lavorare non poco, c’è stato equilibrio e anche spettacolo, tutto grazie a un De Minaur rinvigorito dall’inattesa qualificazione e sceso in campo in modalità “Demon”, velocissimo a coprire il campo, super offensivo e pronto a prendersi rischi indicibili anche negli scambi di ritmo a grande velocità, la “palude” dell’avversario, che ha affrontato con coraggio leonino e vincendo molti punti con una caparbietà da campione.
    Sinner non è riuscito a prendersi il break in apertura, quindi è crollato sotto 0-40 e lì è salito in cattedra il servizio, colpo che ha sostenuto alla perfezione la sua prestazione (ha chiuso con il 75% di prime in gioco, vincendo il 82% dei punti). Quindi ha iniziato a pressare dalla risposta ed è arrivato a palla break nel settimo e nono game, senza riuscire a strapparlo ‘sto break, tra qualche risposta non ottimale e un irriducibile De Minaur. Ha archiviato benissimo le delusioni per le chance non sfruttate Jannik, granitico nei suoi game, allungando finalmente sul 5 pari all’ottava palla break, questa finalmente presa di forza. È stata una liberazione, da lì in avanti è andata in scena un’altra partita. Libero di testa e braccio con il vantaggio in cascina, Sinner ha giocato 20 minuti clamorosi, nei quali ha messo in mostra un campionario di tennis esaustivo per spinta, precisione, intensità. Una furia. Voleva staccare Alex e l’ha fatto in modo brutale, mostrando davvero i muscoli, la sua qualità all’impatto magistrale e anche il piglio del campione.
    Nel primo set invece qualche errore di troppo, in particolare col rovescio arrivando in corsa – un leggero ritardo negli impatti, o un minimo di tensione per il non riuscire a scrollarsi di dosso un avversario al suo massimo. In quei passaggi, fatti di un tennis piuttosto fisico, forse Sinner è stato un filo meno brillante, ma l’ha ripetuto lui stesso dopo il netto successo vs. Shelton, non sono una macchina, non posso essere sempre al 100%. Passaggi, perché poi la sua intensità è cresciuta e le cose sono cambiate. Diciamo che, rispetto a tante nette vittorie su De Minaur, in questa di Torino ci sono state delle fasi nelle quali non è riuscito a sovrastare l’avversario sul piano della spinta, fisico. Anche per merito di Alex, che veramente ha dato tutto e di più. Se abbiamo avuto una bella partita, con scambi mozzafiato e tanto agonismo, soprattutto nel primo set, è stato merito di De Minaur, da applausi. Poi nel secondo è stato Sinner show. Come più volte ripeto, non dobbiamo mai commettere l’errore di pensare che tutto per Jannik sia facile… Il fatto che quasi sempre vinca e che abbia dei bilanci contro tanti avversari con un dominio schiacciante non significa che non possa arrivare una partita più tirata e con qualche difficoltà da gestire.
    Sicuramente il rendimento splendido del servizio è un fattore decisivo per Sinner. Oggi gli Ace sono stati “solo” 7, ma il servizio è funzionale a prendersi il punto, non deve necessariamente essere diretto; ancor più contro un vero incontrista come De Minaur: l’aussie infatti può prendersi in velocità se entra benissimo nella tua velocità e la sfrutta a suo favore. Per questo cercare con insistenza una prima palla di servizio con più effetto, che saltasse alto o che schizzasse via con un taglio slice è stata una scelta tatticamente corretta per non dare mai ritmo a “Demon”. Di una cosa possiamo stare certi: la lucidità di Jannik nella gestione delle scelte di gioco è ormai enciclopedica. Jannik non ha ancora subito un break in tutto il torneo, annullando le 12 chance concesse. Di Granito.
    Jannik parla dopo il successo su De Minaur (foto Brigitte Grassotti)

    “Ho sbagliato qualche risposta oggi, lui ha servito e giocato molto bene, poi nel secondo set sono riuscito ad alzare il livello. È l’ultimo torneo dell’anno, siamo un po’ stanchi. Ho la fortuna di avere tutti voi che mi date una spinta speciale. Domani sarà difficile, ma giocare qua in Italia è bellissimo, grazie!” queste le parole a caldo di Jannik a Diego Nargiso. In serata sapremo se sarà di nuovo sfida ad Alcaraz, o se ci sarà la rivincita del secondo incontro del girone Borg contro Auger-Aliassime. Intanto, una certezza: Jannik la domenica decisiva a Torino ci sarà. C’è sempre.
    Da Torino, Marco Mazzoni

    La cronaca
    De Minaur alza la prima palla del match. Bel servizio. Poi si scambia e… indovinate chi impone un bel ritmo e maggior profondità. La chiave per Alex sarà proprio non finire sotto la “morsa” di Jannik, uscirne per lui è complesso. Un secondo diritto out dell’aussie e siamo già 15-30. Terzo diritto sbagliato, e 15-40, due palle break. Con coraggio De Minuar rischia tutto, prima un vincente col diritto lungo linea, poi attacca la rete con la massima velocità del suo braccio e si salva. Tantissima fatica, ma con un volée sicura ADM muove lo score. Parte fortissimo in risposta l’australiano, gioca molto profondo e non sbaglia niente. Indovina un bel lob e poi col lungo linea sposta tanto e bene Jannik che si ritrova sotto 0-30. Attenzione: con un diritto d’attacco appena largo, 0-40, tre palle break per De Minaur. Servizio e poi un diritto consistente, le prime due PB volano via; ACE sulla terza, che concentrazione… 5 punti di fila, perfetto. E 1 pari. La componente di rischio nel tennis di Alex è massima, spinge tutto oltre il suo standard di controllo, è scontato che arrivino anche errori oltre a giocate importanti. Assai più easy il secondo turno di JS, arriva anche la prima accelerazione lungo linea di rovescio, colpo che non leggi e non rimetti tanto è precisa e veloce. La grande profondità delle traiettorie tiene a galla De Minaur, con Sinner un po’ “tranquillo”, o almeno incapace in questa fase in risposta di andare sopra alla velocità del rivale. Forse sta studiando le mosse,. Ha preso ritmo al servizio Jannik e i suoi game ora sono in controllo. Scocca la mezz’ora sul 3 pari. Siamo nel fatidico settimo game, e Sinner ingrana le marce alte. Due risposte più ficcanti e via col diritto, pesantissimo. 15-30. Comanda uno scambio magistrale Sinner, sballotta l’altro da tutte le parti, ma lo smash cadendo indietro non è facile e lo sbaglia di poco in corridoio. Jannik ha alzato appena la parabola, la palla gira di più e Alex sbaglia. 30-40. Bravo De Minaur a reggere sulla palla break, riesce a difendersi nell’angolo e Jannik trova solo rete col diritto quasi in contro balzo. C’è spettacolo, e intensità. Meraviglioso cambio in lungo linea col rovescio, nemmeno le gambe più veloci del west, quelle di ADM, possono far qualcosa. PB#2. Non passa la risposta di Sinner. Si salva ancora l’australiano, 4-3. JS impatta 4 pari con un turno di battuta che non dura nemmeno un minuto, e un impatto col diritto in contro balzo sul 40-0 allucinante per velocità dello swing e precisione della traiettoria. Il nono game si complica all’improvviso per l’australiano. Da un 40-15 “comodo”, arrivano due risposte molto profonde di Jannik, e ai vantaggi c’è la seconda palla… Sinner non fa pregare: risposta nei piedi, si mette a macinare un ritmo e profondità che provoca l’errore di De Minaur. Palla Break, la quinta. Regge Alex, attacca subito e si salva ancora. Quanto corre, quanto regge “Demon”, davvero indiavolato in difesa sullo scambio che gli vale il 5-4. Ormai ogni turno dell’australiano è difficile… Sul 5 pari Sinner sul 30 pari tira un passante di rovescio splendido, in allungo, l’approccio di ADM non era affatto male, ma il passante top. 30-40, ma nemmeno la sesta palla break è di Sinner, la difesa e il cuore dell’australiano reggono. Jannik martella, ossessivamente, senza soluzione di continuità e arriva la settima chance di break. Ace! Sinner entra di potenza, col diritto lungo linea si prende l’ottava palla break. Lo stadio inneggia al nostro campione. Eccola! Risposta, diritto potente e poi un rovescio in anticipo vincente. BREAK Sinner, 6-5 all’ottava chance. L’italiano fissa lo score sul 7-5 al secondo set point, con un servizio angolato. Applausi a De Minaur, grandissima resistenza e anche qualità in tanti momenti cruciali, ma la forza di Sinner ha prevalso, nonostante troppi errori (in particolare in risposta) per i suoi massimi standard, forte un rendimento del servizio eccellente: 78% di prime, perdendo solo 4 punti.
    Sinner inizia col punto esclamativo nel secondo set, passante in corsa di diritto che fulmina l’attacco ottimo di De Minaur. La faccia di Alex mentre torna indietro è tutta un programma… Sente il peso di un set giocato da favola ma ugualmente perso. L’altro è famelico: arriva sulla smorzata e rimette la palla sulla riga. 0-40, De Minaur è già spalle al muro. Meno prime palle per Alex, un peccato che non ti puoi permettere contro Sinner. Salva la prima chance l’australiano, con un errore di Jannik in scambio, diversi rovesci in rete oggi. Poi ne tira uno lungo linea in difesa talmente bello e preciso che De Minaur non ci crede nemmeno, frustata in spaccata, con un controllo della palla misterioso. BREAK Sinner, 1-0, può fare corsa di testa. Serve davvero bene Jan, siamo sempre sopra all’80% e varia anche molto gli angoli, non è per niente facile per l’australiano entrare ed essere pericoloso. 2-0 Sinner. Jannik sembra abbia voglia di chiuderla “presto”. Da 40-15 in risposta risale con una risposta vincente, un attacco e volée perfetta e un pressing col diritto mostruoso. C’è una palla break e Jannik si affida alle certezze ataviche: scambio a ritmo impossibile e via… BREAK Sinner, 3-0 “pesante”. Scatto micidiale, De Minaur annichilito. Ormai è quasi accademia, Jannik lascia correre in braccio e fa quel che vuole, assistiamo ad una serie di accelerazioni una meglio dell’altra, e 4-0. Si incita Alex dopo un bel servizio, cancella mentalmente l’ennesimo uppercut subito da Jannik, un vincente lungo linea di rovescio dei suoi. Ma ormai l’azzurro è totalmente decontratto, arriva sulla palla prima e la colpisce con un’abilità da Maestro. 30-40, ennesima palla break. Ace, si salva Alex, rifiuta di subire un “bagel” in un match così ben giocato. Annulla anche una seconda palla break De Minaur, stavolta regge la velocità in scambio dell’italiano. 4-1. Sinner si distrae forse nel sesto game. Risale da 0-30, si va ai vantaggi e sbaglia una volée non difficile, c’è una palla break per ADM. ACE! Ancora non ha subito un break l’azzurro in tutto il torneo… e quarta chance annullata oggi. Sinner chiude il game e quindi il match per 6-2 con l’ennesimo turno ottimo, con una perla di tocco da campione. Sarà di nuovo finale, la terza di fila a Torino. Applausi al nostro, immenso, Campione.

    Jannik Sinner vs Alex de Minaur ATP Turin Jannik Sinner [2]76 Alex de Minaur [7]52 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 40-305-2 → 6-2A. de Minaur 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 df 40-305-1 → 5-2J. Sinner 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 ace A-404-1 → 5-1A. de Minaur 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 ace 40-A 40-40 A-40 ace4-0 → 4-1J. Sinner 15-0 30-0 40-03-0 → 4-0A. de Minaur 0-15 15-15 30-15 40-15 ace 40-30 40-40 40-A2-0 → 3-0J. Sinner 0-15 15-15 30-15 ace 40-151-0 → 2-0A. de Minaur 0-15 0-30 0-40 15-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-0 40-156-5 → 7-5A. de Minaur 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 ace 40-A5-5 → 6-5J. Sinner 0-15 15-15 30-15 ace 40-154-5 → 5-5A. de Minaur 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-404-4 → 4-5J. Sinner 15-0 30-0 40-03-4 → 4-4A. de Minaur 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 ace3-3 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-152-3 → 3-3A. de Minaur 15-0 30-0 40-0 40-152-2 → 2-3J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-0 40-151-2 → 2-2A. de Minaur 15-0 15-15 30-15 ace 30-30 40-30 40-40 A-401-1 → 1-2J. Sinner 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 ace A-400-1 → 1-1A. de Minaur 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 df A-40 ace 40-40 A-400-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

  • in

    Henman critica aspramente Zverev: “Il suo tennis non sta andando nella giusta direzione. Ha bisogno di una nuova spinta”

    La frustrazione di Zverev a Torino (foto Brigitte Grassotti)

    Quando le cose non vanno come sperato serve il coraggio di voltare pagina. Questo pensa Tim Henman di Alexander Zverev dopo l’ennesima delusione sofferta alle ATP Finals con la sconfitta patita da Auger-Aliassime ed eliminazione nel girone. E pensare che lo scorso anno, proprio a Torino, Sasha passava ore ed ore in campo, addirittura ritornando subito ad allenarsi dopo l’incontro appena terminato, pensando al 2025, con la testa già agli Australian Open, torneo che voleva assolutamente vincere. C’era intensità nelle sue parole, un desiderio irrefrenabile di farcela e infrangere quella “barriera Slam” che per lui pareva proibita. C’è arrivato vicino Sasha, sbarcando in finale a Melbourne dopo un bel torneo, ma sul più bello Jannik Sinner l’ha riportato coi piedi per terra. Anzi, l’ha letteralmente sotterrato con la furia dei suoi colpi, assai più potenti, aggressivi e vincenti. Quella sconfitta è stata per Alexander una sorta di schiaffo in faccia, talmente doloroso da aver un effetto contrario. Non un pungolo a spingersi ancor più avanti, ma una sorta di presa di coscienza della propria inferiorità.
    Anche il tenore delle sue parole da lì in avanti è cambiato, e pure l’attitudine. In lui sembra essersi assopito quel desiderio fortissimo di vittoria, con i fantasmi di quella durissima sconfitta che l’hanno bloccato a tal punto da ricacciarlo molti passi indietro. Tanti. A peggiorare il tutto la chance di arrivare al n.1 nei mesi di stop di Jannik, se avesse giocato benissimo e vinto. Al contrario, quei mesi sono stati pessimi per Zverev, e da lì in avanti la sua stagione è stata complessivamente mediocre, chiusa ora mestamente alle Finals con l’eliminazione nei round robin. Chissà se la Davis a Bologna lo vedrà vincente, ma intanto gli osservatori sono perplessi dallo status quo di Zverev e le critiche si fanno sempre più pungenti. Tra queste, davvero dure le parole di Tim Henman, che commentando per Sky Sport UK le Finals ha espresso un parere tranciante sul tedesco.
    “Dispiace per Zverev. Credo abbia avuto 11 palle break nelle ultime due partite e non è mai riuscito a sfruttarne una,” afferma Henman a Sky, “la sua è stata una prestazione difficile da definire, dire molto strana. Ha creato alcune opportunità, ma non è mai riuscito a sfondare, ed è incredibile pensare che dodici mesi fa, guardando Zverev, fui proprio io a dire che secondo me avrebbe potuto vincere uno Slam nel 2025“.
    “In effetti è arrivato in finale agli Australian Open e ora vedo una prestazione come questa. Non ci siamo. Contro Auger-Aliassime sembrava smarrito. Non vedo un piano chiaro in campo. Il servizio è fenomenale e lo tiene agganciato alle partite, ma dal fondo il suo diritto è vulnerabile: è molto instabile, e arretra. Non funziona, tanto che lo sbaglia di metri, e per un giocatore così, davvero molto forte, guardo il suo tennis e mi sorprende vederlo giocare un match del genere. Ha esperienza, è nel circuito da tanto, e credo che abbia bisogno di fermarsi e reinventarsi“.
    “Deve analizzare profondamente il suo gioco, scomporlo, e imparare a utilizzare le sue armi in maniera più efficace” continua Henman. “Il servizio è ottimo, ma deve capire come farlo fruttare davvero. Il problema? Diversi, ma di sicuro sta troppo indietro, sperando che gli avversari sbaglino, e a questo livello non può funzionare. È un giocatore molto, molto forte, è numero 3 del mondo, ma non ho la sensazione che il suo tennis stia andando nella direzione giusta.”
    Dopo una critica così pungente, e che condividiamo in toto, Henman ha poi suggerito quella che potrebbe essere una via d’uscita: rinnovare il proprio team e inserire nuove voci nel suo box. “Non so quanto influiscano suo padre e suo fratello, ma c’è bisogno di una spinta nuova. È un modo triste per Zverev di chiudere la stagione. Ha finito da numero 3, è stato in una finale Slam, ma questo potrebbe essere il punto di svolta che lo porterà a dire: questo non è il tennis che voglio giocare, e cambiare rotta”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Wim Fissette (coach Swiatek): “Stiamo lavorando molto sul servizio. Wimbledon? L’impresa più bella e meno attesa”

    Iga Świątek a Wimbledon 2025

    Un 2025 di alti e bassi per Iga Swiatek, deludente nel suo “feudo”, ossia la terra battuta (male in particolare a Roma e Stoccarda), ma con l’incredibile e inaspettato successo a Wimbledon, inclusa una performance in finale che ha reso l’impresa della polacca assolutamente leggendaria. Secondo il coach Wim Fissette, intervistato dal collega polacco Dominik Senkowski, il prossimo step per Iga deve essere un miglioramento al servizio e l’inserimento di varietà al suo tennis, per renderla più completa e meno prevedibile. Sembra una veterana, ma volte ci dimentichiamo che stiamo parlando di una ragazza di 24 anni, già vincitrice di sei titoli dello Slam e con tanti record sulla terra battuta (e non solo). Questi punti salienti della intervista al coach di Swiatek.
    “Iga è già una leggenda, qualunque cosa accada” afferma Fissette. “Puoi anche vincere dieci titoli in un anno, ma per via del suo successo a Wimbledon — e anche per come lo ha conquistato — verrà ricordata per anni. Nessuno potrà mai portarle via ciò che ha fatto. Londra ha visto la performance più spettacolare di Iga, e allo stesso tempo la meno attesa da tutti.”
    In Polonia si è parlato molto delle sue prestazioni altalenanti alle WTA Finals, il 6-0 rimediato da Rybakina (in stato di grazia nel torneo) e anche della sua partita contro Anisimova. Così il coach: “È stata una partita tirata. Entrambe hanno servito in modo eccellente. Le condizioni a Riad sono rapide. Le ho percepite decisamente impegnative per Iga, e un po’ più favorevoli alle giocatrici che imprimono grande potenza, come Rybakina, Sabalenka e Anisimova.”
    Iga ha inflitto molti “bagel” alle rivale, ma quest’anno ne ha anche subiti… “Non mi è piaciuto ovviamente, e naturalmente non piace neanche a Iga. Non piace a nessuno subirli, ma può succedere. Per esempio, il torneo di Pechino è arrivato in un momento complicato, in cui non era facile superare tutte le difficoltà. Non ci soffermeremo su questo alla fine della stagione.”
    Interessanti le parole del coach su quale sarà la strada dei prossimi mesi, con un lavoro mirato ad alcune modifiche al gioco di Swiatek, continuando un percorso già avviato: “Ci siamo concentrati sul servizio e sulla risposta. Mi ha fatto piacere vedere velocità di servizio più alte e maggiore varietà nelle traiettorie. Questo ti rende meno leggibile. Abbiamo inserito un po’ più di varietà nel complesso del suo gioco, è importante non essere prevedibili. Sono stato contento di vedere Iga avvicinarsi alla rete più spesso. Non sarà una rivoluzione dall’oggi al domani, ma un percorso fatto di piccoli passi. Ovviamente mi piacerebbe vederla continuare con un tennis più proiettato la rete.”
    Il gap con alcune rivali (Sabalenka, Rybakina) nel servizio è ancora ampio, nonostante il numero di Ace di Iga si migliorato, ma Fissette è fiducioso di poterle avvicinare: “Abbiamo lavorato molto su precisione e velocità, e la velocità ormai c’è. Ora punteremo ancora di più sulla precisione, servendo più vicino alle righe per allontanare maggiormente la palla dall’avversaria, con più rotazione. Quanto alla statistica degli Ace, sì, è stata davvero sorprendente.”
    Il 2026 di Iga: meno tornei? “Iga è ancora giovane e per lei è fondamentale continuare a crescere, e per crescere servono tempo e spazio. Ne abbiamo parlato, ma al momento non sappiamo ancora come sarà il calendario. Dipenderà molto dal suo rendimento nei singoli tornei. Ho la sensazione che non abbiamo avuto abbastanza tempo per allenarci davvero e recuperare tra un torneo e l’altro, per essere sempre al 100% fisicamente e mentalmente. A volte anche saltare un torneo può fare una grande differenza. Non ci saranno cambiamenti drastici.”
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Jannik Sinner dopo la vittoria su Shelton: “Il fatto che non perda un set significa che faccio le scelte giuste nei momenti giusti”

    Jannik Sinner a Torino (foto Brigitte Grassotti)

    Otto vittorie di fila a Torino, dopo il successo dell’anno scorso, senza perdere nemmeno un set, e l’ennesima dimostrazione di forza contro Shelton, dominato per settima volta di fila. Numeri, certificano l’incredibile forza e qualità di Jannik che in condizioni indoor è davvero formidabile. Nonostante tutto Sinner tiene i piedi per terra, pensa un match alla volta e non considera alcuna vittoria né facile né scontata, nemmeno la semifinale vs. De Minaur che ha battuto 12 volte su 12 partite. Il fatto che vinco significa che sto facendo bene, questo il succo del suo pensiero. Queste le parole del n.2 del mondo.
    “Sono felice di essere in semifinale e spero di poter fare una bella partita”. C’è un record di 12-0 a favore di Jannik vs. De Minaur. “Quel che è accaduto in passato, è passato. Nei nostri incontri alcune volte è stato molto vicino a me, vedremo come andrà domani. Lui ha sofferto una dura sconfitta ma rapidamente si è ripreso e questo dimostra come il tennis è difficile e come le cose cambiano. Contro Taylor ha giocato uno dei migliori match della sua annata, quindi non vedo l’ora di tornare in campo di fronte al bel pubblico di Torino, farò del mio meglio”.
    “La Davis è uno degli argomenti più interessanti. Ogni giocatore ha la sua opinione, io penso che giocarla con questo tipo di calendario è difficile. Mi piacerebbe in futuro vederla ogni due anni. Quando ci sono due team che si affrontano entrambe all’estero non è la condizione ideale. Non ho mai giocato da vecchia Davis, andando in posti come Argentina, Brasile… penso che quella fosse la vera Davis Cup. A Malaga abbiamo avuto molto sostegno, non è lontano dall’Italia. Giocare in questo formato le finali non è lo stesso spirito di una volta. Penso che poterla disputare ogni due anni potrebbe essere una buona opzione”.
    Differenza tra giocare partite nei gruppi e semifinali: “Non ci sono feeling diversi, ogni match è importante. Non cambia poi tanto dai round robin alle semifinale”.
    “Ogni tennista nel girone mi ha affrontato con le sue qualità, è difficile giocare contro ognuno di loro. Tutti e tre servono molto bene, e quindi se subisci un break poi riprenderli è difficile. Non è prima volta che li ho affrontati e quindi sai che cosa può succedere. Ben oggi ha provato a cambiare qualcosa, mi sono fatto trovare pronto. A volte bastano pochi punti a decidere le partite. Sono sempre stato lucido a gestire i punti importanti”.
    “Alcaraz ha ricevuto il n.1, cosa ho provato? Stavo molto attento alla partita che dovevo giocare. Sono felice per lui, ma se dicessi che sono super felice ti direi una bugia, sono onesto. Ma lui ha giocato una stagione incredibile, otto tornei vinti, quindi se lo merita. Sta giocando a un livello altissimo, è competitivo su ogni superficie, sta giocando un tennis molto aggressivo, l’abbiamo visto nei sui match del girone. La pressione l’ha avuta anche lui e l’ha gestita molto bene. È un bravissimo ragazzo, ha un bel team intorno a se per arrivare a grandi traguardi. È una motivazione per me, faremo un grande lavoro l’anno prossimo”.
    “Non perdo un set dall’anno scorso? Significa che sto facendo le scelte giuste nei momenti giusti. Oggi nel tiebreak se fossi andato sotto di un mini-break magari perdevo, come contro Sasha se avessi servito male potevo perdere. Sono contento di rimettermi in gioco ma non sono una macchina, prima o poi perderò”.
    Come motivarsi senza sottovalutare De Minaur: “La motivazione c’è sempre, è una semifinale a Torino, ultimo torneo dell’anno. Basta già questo per provare a vincere domani. Non sottovaluto mai i miei avversari. Sto cercando di essere al 100% nella giornata. Domani vediamo come starò. Io ho molto da perdere, lui poco o niente quindi c’è sempre la pressione. Cerco di essere sempre attento a quello che faccio”.
    Da Torino, Marco Mazzoni LEGGI TUTTO