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    Che cuore (e classe) Djokovic, ma non basta. Alcaraz è troppo potente e veloce, vince in tre set e torna in finale a US Open

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    Mai sottovalutare il cuore di un campione. Una frase bella, toccante, racconta fiabe e imprese fantastiche di atleti straordinari che riescono ad andare oltre alla fatica, agli anni, alle difficoltà, realizzando l’impossibile. Leggende che danno tutto e di più, ma stavolta per il “vecchio” campione non c’è lieto fine. Un cuore immenso, abbinato ad una classe cristallina, non sono sufficienti a Novak Djokovic per arginare la prepotenza, classe e velocità brutali di Carlos Alcaraz nella prima semifinale di US Open. Regge con le unghie e determinazione leonina il serbo, ma il servizio lo tradisce in passaggi importanti (il tiebreak del secondo set in particolare) e lo spagnolo scappa via verso un meritato successo che lo riporta in finale a New York. Finisce 6-4 7-6(4) 6-2 per Alcaraz, che ora attende l’esito della seconda semifinale tra Jannik Sinner e Felix Auger-Aliassime. Qua Carlos vinse il suo primo Slam nel 2022, diventando il n.1 più giovane della storia da quando il ranking è calcolato al computer; potrebbe tornarlo scalzando Sinner se vincerà il torneo (o se Jannik perdesse stanotte la sua semifinale).
    È stata una partita notevole, con fiammate di qualità assoluta e un secondo parziale di grande equilibrio e spettacolo, con il pubblico tutto in piedi quando Djokovic è andato avanti di un break all’improvviso, e poi che reazione Alcaraz, di potenza e rabbia, con colpi eccellenti. A Djokovic è mancato l’aiuto del servizio, ma non solo: ha pagato con la risposta di diritto – e lì tanto e bene ha martellato Carlos – ma soprattutto è mancata la forza nelle gambe per reggere l’impatto di scambi mozzafiato e durissimi. Infatti i migliori punti il serbo se li è presi attaccando, prendendosi rischi, venendo a rete e tirando con precisione geometrica il rovescio lungo linea; ma quando si è andati allo scontro frontale, al braccio di ferro a massima velocità in scambi intensi, Alcaraz è stato nettamente più forte e costante. Un Alcaraz non brillantissimo e più pratico rispetto a tante sue partite dove ha abbagliato per colpi vincenti a mille all’ora e soluzioni da show-time. Contro Djokovic si è attenuto maggiormente a una tattica più semplice: concretezza. Nessuno oggi riesce ad accelerare quanto lui da ogni posizione, colpendo palle basse, “morte” o altissime generando una potenza inarrivabile; per questo ha condotto – giustamente – la partita senza cercare la riga o il vincente a tutti i costi ma giocando con potenza e profondità, in modo da forzare l’errore dell’avversario dopo tre o quattro pallate consistenti.
    A inizio partita Djokovic ha testato un po’ tutto il testabile, ma è stato respinto con perdite perché Carlos ha risposto molto bene, agevolato anche da una giornata grigia del serbo con la prima palla (60% di prime per “Nole”, ma in realtà nei momenti cruciali è stato ben sotto al 50% e l’ha pagato a caro prezzo). Ha capito ben presto Novak che provare a solleticare il diritto cross di Carlos per non lasciargli il centro del campo, un po’ come fa Sinner, non era assolutamente il caso perché Djokovic non ha più le gambe di Jannik e alla fine alzando troppo la velocità di scambio banalmente la palla ti torna così veloce che non fai in tempo a gestirla. Per questo Novak ha scelto, correttamente, di verticalizzare molto, andando più col lungo linea e attaccando spesso la rete (31 discese a rete, tante, vincendo solo 17 punti). Non c’è moltissimo che Djokovic potesse fare meglio: ha retto con la sua solita grinta e voglia, ha lottato, ha “sputato sangue” fino a morire dissanguato, ma non è bastato perché Alcaraz ha subito un solo piccolo passaggio a vuoto all’avvio del secondo set, prontamente tamponato, e poi ha servito bene (84% di punti con la prima palla). Questo è stato forse il vero handicap di “Nole”: visto che non poteva vincerla di corsa e di potenza contro uno troppo più rapido e potente, doveva assolutamente fare più differenza con i colpi d’inizio gioco. Non ha ricavato con la battuta quanto fatto per esempio contro Carlos in Australia; non ha nemmeno risposto così bene, in particolare col diritto sulle prime esterne da destra. Con un angolo esterno ben calibrato e gestito, Alcaraz non è quasi mai andato sotto nei suoi game, tanto da concedere una sola palla break, peraltro sfruttata da Djokovic nella prima fase del secondo set. Per battere Alcaraz devi rispondere di più e mettergli più pressione. In risposta troppo flebile Novak, e quando ha provato a restare nello scambio alla velocità dell’altro ha consumato tante di quelle energie che ha pagato da lì a breve.
    Che dire, è andata più o meno come ci si aspettava. Questo Alcaraz così ben preparato, in fiducia, forte con i colpi d’inizio gioco e continuo, è un avversario quasi imbattibile. Solo un Sinner al massimo può provare ad arrestarlo. Forse. C’ha provato a tutta Djokovic, e dobbiamo solo alzarci in piedi ad applaudire la sua voglia e coraggio a 38 anni. Ha chiuso il 2025 Slam con 4 semifinali, due perse da Sinner e una da Alcaraz, (la prima si è ritirato, infortunato). Chapeau “Nole”, ma che classe e potenza Carlitos… Un concentrato così supremo di anticipo, potenza, velocità in campo e destrezza è qualcosa di inarrivabile. È una benedizione per chi ama il tennis.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Djokovic alza la prima palla del match e va dritto sul diritto cross di Alcaraz, forzandone l’errore. Un solo punto, ma è già un tema del match: bloccare Carlos lì e non permettergli di comandare. Sul 15 pari prova il serve and volley, ma la volée non passa la rete, è un tentativo onesto, mischiare molto le carte in tavola. Il secondo errore di rovescio del game, sul 30 pari, costa al serbo una palla break. Si butta a rete Alcaraz, seguendo la sua spinta, ma la volée di rovescio è incerta e muore nel net. La palla di Carlos è velocissima, più di quella di Novak. Una risposta di diritto rapida gli vale la PB#2. Cerca profondità col diritto dal centro Djokovic, ma la palla gli esce di una spanna. BREAK Alcaraz, 1-0, 7 minuti e già lotta molto intensa e Alcaraz sembra aver una marcia in più e non soffrire così tanto gli schemi del rivale. A 30 Alcaraz vince il secondo game, Djokovic sembra non reggere la massima velocità imposta dal rivale col diritto, e rischia una spinta massima per non scambiare troppo. Sul 30-15 Carlos entra di puro timing nel servizio del serbo colpendo una risposta vincente da cineteca, da manuale. Quindi si prende il centro del campo e attacca. 30-40, palla del doppio break. Si salva con una prima palla al corpo. Con il servizio e poi un gran diritto lungo linea Djokovic muove lo score, 2-1. Dopo 23 minuti arriva il primo big-joint del match, un passante di rovescio in corsa lungo linea di “Nole” stellare. Soffia Carlos, sbalordito da cotanta esecuzione. 3-1 Alcaraz nonostante un doppio fallo e un paio di sbavature. La sensazione netta è che Carlos faccia tutto a velocità doppia di Novak, o forse pure un po’ rapidamente… Però il rovescio lungo linea del “Djoker” è ancora una bellezza e Carlito non lo legge. Il problema di Djokovic è proprio la velocità estrema di Alcaraz, entra nella palla con una combinazione di potenza, energia, profondità, che le gambe del serbo non ce la fanno. Lo dimostra il forcing sul 30-15 nel sesto game, quattro colpi uno più pesante e anticipato del precedente. 4-2 Alcaraz. Alla fine Djokovic riesce a fare buoni punti col servizio o entrando molto rapido nella palla, provare lo scambio non funziona perché l’altro va sopra e “spacca tutto”. È salito il rendimento della prima palla di “Nole”, resta aggrappato al rivale. Ma il problema, grosso problema… è che in risposta il serbo non riesce ad incidere. Sul 5-3 ha vinto solo 7 punti quando serve Carlos, con un game ai vantaggi… Alcaraz serve per il set sul 5-4, ma è Djokovic a prendersi la scena vincendo uno scambio spettacolare di tocco, tutti in piedi! Risponde di rovescio il serbo, 30 pari, primo picco di tensione per lo spagnolo che l’Ashe che urla “Nole Nole!”. Lo spagnolo tira forte sul diritto del rivale, la risposta non passa la rete. Set Point Alcaraz. Altro servizio sul diritto, stessa risposta. SET Alcaraz, 6-4 in 48 minuti. Encomiabile la resistenza di Novak, ma lo spagnolo è superiore. 57% di prime in gioco per Djokovic, non molte contro un rivale del genere.
    Djokovic riparte al servizio, ma perde i primi due punti, il secondo buttandosi (bene) a rete ma non chiudendo (male) lo smash. 0-30. Carlos arriva a un dito dallo 0-40, una bordata di diritto gli esce di poco e sarebbe stata winner. Poi è bravo Djokovic ad anticipare e attaccare con precisione. ECCEZIONALE il diritto di Novak, un lungo linea, alla velocità di Carlos che gli vale il game, 1-0. Ma che rischi deve prendersi… È il metro della forza del rivale. Attenzione: nel secondo game ecco due gratuiti di Alcaraz, primo calo di concentrazione. È un attimo, ma Djokovic è lì pronto e lo score è 30-40, palla break per il serbo. Che Scambio!!! Carlos attacca a tutta, ma Novak si difende, trova un bel taglio stretto e poi lob, alla fine è Alcaraz, ricacciato indietro, a sbagliare. 2-0 Djokovic, l’Ashe è tutto in piedi quando scatta l’ora di gioco. In un attimo il “Djoker” vola 3-0, parziale di sei punti a zero, con Carlos spettatore non pagante in risposta. Lo spagnolo ritrova un assetto ottimale nel quarto game, servizio e velocità col diritto, 3-1. Lo spettacolo ora è molto interessante: Alcaraz sale, sale, sale altissimo di livello, la risposta torna velocissima. Sul 30 pari Carlos trova un passante di tocco, senza aprire, con un controllo micidiale. Applaude anche Djokovic, c’è palla del contro break sul 30-40. Si scambia sul rovescio, a massima velocità, ed è Novak il primo a sbagliare. Contro BREAK, 3-2 e quindi 3 pari con un ottimo turno di servizio. La partita si è accesa, anche il pubblico partecipa molto, con un buonissimo livello di gioco. È notevole vedere la tattica e sapienza di Novak controbattere in questa fase ad armi pari con l’irruenza giovanile del rivale. Sul 4 pari il momento è topico. Djokovic non trova la prima palla, anzi inizia col doppio fallo. Poi propone una palla troppo centrale che il rovescio di Alcaraz aggredisce con perfetta geometria. 0-30, attenzione… Che scambio arriva! Pareva la Playstation, ritmo assurdo e palla che esplora tutto il campo, con Carlos che trova il nastro perdente. 27 colpi di bellezza. Sfortunato lo spagnolo sul 30 pari, con una smorzata tatticamente perfetta ma che sbatte sul nastro e non passa. Nerissimo Charly, era il momento, perché poi Djokovic serve bene e vola 5-4. Più lisci i turni di Carlos, è così in tutto il match eccetto quello dell’improvviso break concesso. 5 pari. La qualità di gioco è molto alta, anche il serbo vince un turno a zero, con un altro rovescio lungo linea perfetto, e Carlos lo segue a ruota. Tiebreak. Rischia il S&V Novak con buon angolo, ma che bella risposta bloccata di diritto, gli resta bassa e la volée è quasi impossibile. Scelta di Nole troppo ardita… Bellissimo punto di Novak!!!!! Che angolo stretto con la smorzata, e poi come tocca la palla in allungo. Tutti in piedi! 2-1. Sfonda con la sua potenza Alcaraz, 3-1, torna avanti, mentre Djokovic non mette una prima. Stavolta la smorzata è pessima per il serbo, la palla quasi non arriva alla rete. 4-1 con due mini break per Alcaraz. Regala col diritto Carlos, si gira sul 4-2. Assurdo come, di nuovo, Djokovic si prende il punto correndo avanti e rimettendo col polso una palla stretta, imprendibile. Che Campione! 4-3. Se la velocità di scambio sale, Carlos è più forte, e poi il serbo gioca senza prima palla, handicap impossibile. 5-3 e poi 5-4. Ora serve lo spagnolo. Con una prima palla potentissima arrivano due Set Point per Carlos, 6 a 4. Vola via la risposta di Djokovic, SET Alcaraz, 7 punti a 4. Grandissimo set, spettacolo, tensione agonistica, encomiabile il vecchio campione, che si fa massaggiare alla spalla destra al cambio di campo.
    Terzo set, Alcaraz riparte al servizio forte di due set di vantaggio. Gioca fluido e sereno, game rapido, può fare corsa di testa. Resiste Djokovic, ma risalire è più di un impresa (c’è riuscito 8 volte da due set sotto…). Nel quarto game Djokovic stecca un diritto per eccesso di rotazione del busto, gli costa un pericoloso 15-30. E la prima palla non lo aiuta di nuovo, pure doppio fallo. Il volto del serbo non cela la tensione, è 15-40, perdere un punto ora potrebbe significare Sipario per una prestazione importante, ma non sufficiente. Si butta a rete Novak, coraggio, e tocco esterno eccellente, con lo spagnolo che cerca addirittura il passante a una mano al di là del paletto, ma non va di poco. Niente sul 30-40 arriva il secondo doppio fallo per Djokovic, BREAK, un segnale di fatica, di resa, come puoi reggere il ritmo altissimo del rivale pure senza l’aiuto del servizio… Alcaraz è avanti 3-1, pronto a martellare sul diritto il rivale, prendendolo sistematicamente in contro piede. Quasi si piegano le ginocchia di “Nole” sul 30-15, all’ennesimo recupero. Con il sesto Ace lo score è 4-1 per Alcaraz. Vede già lo striscione del traguardo e la seconda finale in carriera a US Open. Djokovic ormai è sfinito, commette un altro doppio fallo sul 5-2, 15-30, ci sono due Match Point. Si butta avanti Novak, ma il tocco di volo è largo. Finisce così, un bel saluto tra i due, il giusto tributo del “vecchio” campione al giovane campione, tennista destinato a scrivere pagine di nuove leggenda. Due set di altissimo livello, era scontato che per Djokovic fosse fondamentale partire bene, non c’è riuscito. Applausi comunque alla sua tigna e classe, e altrettanti applausi ad Alcaraz per come è riuscito a giocare forte, fortissimo, intenso. È in finale senza aver preso un set, non gli è mai successo in uno Slam.

    N. Djokovic vs C. Alcaraz Slam Us Open N. Djokovic [7]462 C. Alcaraz [2]676 Vincitore: C. Alcaraz ServizioSvolgimentoSet 3N. Djokovic 0-15 15-15 15-30 15-402-5 → 2-6C. Alcaraz 15-0 30-0 40-02-4 → 2-5N. Djokovic 15-0 30-0 30-15 40-15 40-301-4 → 2-4C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 40-151-3 → 1-4N. Djokovic 15-0 15-15 15-30 15-40 30-401-2 → 1-3C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 30-30 40-301-1 → 1-2N. Djokovic 15-0 15-15 30-15 40-15 40-300-1 → 1-1C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0-1* 0-2* 1*-2 1*-3 1-4* 2-4* 3*-4 3*-5 4-5* 4-6*6-6 → 6-7C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-156-5 → 6-6N. Djokovic 15-0 30-0 40-05-5 → 6-5C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-155-4 → 5-5N. Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 40-304-4 → 5-4C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-15 40-304-3 → 4-4N. Djokovic 15-0 30-0 40-03-3 → 4-3C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 40-153-2 → 3-3N. Djokovic 0-15 15-15 15-30 30-30 30-403-1 → 3-2C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-153-0 → 3-1N. Djokovic 15-0 30-0 40-02-0 → 3-0C. Alcaraz 0-15 15-15 15-30 30-30 30-401-0 → 2-0N. Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 30-30 40-304-5 → 4-6N. Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-153-5 → 4-5C. Alcaraz 15-0 30-0 40-03-4 → 3-5N. Djokovic 15-0 30-0 30-15 30-30 40-302-4 → 3-4C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 40-152-3 → 2-4N. Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-3 → 2-3C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-401-2 → 1-3N. Djokovic 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-400-2 → 1-2C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-15 40-300-1 → 0-2N. Djokovic 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A0-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Anche agli Australian Open il doppio misto delle stelle? Tiley: “A US Open è stato fantastico, ma abbiamo già altre iniziative nella settimana pre-torneo. I fan vogliono anche entertainment”

    Craig Tiley

    Il doppio misto delle star a US Open ha suscitato molte reazioni tra gli appassionati e addetti ai lavori, tra chi ha apprezzato la novità e lo spettacolo in campo offerto dai giocatori e chi invece ha considerato quest’evento pre torneo un’esibizione inutile che finito per togliere ulteriore spazio agli specialisti del doppio. È possibile che questo format venga replicato anche negli altri Major nelle giornate precedenti all’avvio dei tabelloni principali? Non accadrà al prossimo Australian Open: l’ha affermato il direttore del torneo Craig Tiley in alcune dichiarazioni rilasciate al collega Sebastian Varela. Intervistato a New York, Tiley ha confermato che il doppio misto di US Open “ha funzionato”, ma che in Australia il calendario della settimana che apre la kermesse è già molto fitto di appuntamenti assai apprezzati dagli appassionati locali.
    “Penso che il nuovo doppio misto a US Open sia stato fantastico” afferma Tiley. “Non lo replicheremo in Australia perché abbiamo altre priorità ed eventi già stabiliti in quel periodo, ma quello che hanno realizzato è stato eccezionale. È proprio ciò di cui il tennis ha bisogno: più iniziative diverse, nuove. Il fatto che uomini e donne giochino insieme è un’opportunità straordinaria per mettere in mostra lo sport. Noi abbiamo la United Cup, dieci giorni di tennis misto tra uomini e donne, ed è il nostro evento di punta quando si tratta di far competere uomini e donne insieme”.
    Ormai gli Slam sono diventati eventi da tre settimane. In Australia la settimana delle qualificazioni è arricchita da moltissime iniziative che vedono coinvolti i big: da match di allenamento tra alcune star aperti al pubblico, eventi di beneficenza, concerti, serate a tema dedicate ad un campione, tutto per coinvolgere i fan prima dell’inizio degli incontri di singolare del tabellone principale. “I fan vogliono questo, vogliono intrattenimento” continua Tiley, “Si vede che funziona: la posta in palio è altissima, la competizione è enorme, i montepremi sono ricchi. Noi rispondiamo a ciò che i fan chiedono, ed è qualcosa che dobbiamo fare sempre di più. Questa è la strada da perseguire“.
    Il CEO di Tennis Australia è stato il promotore di una serie di incontri tra i maggiori attori nel tennis Pro, i tornei dello Slam e ATP, per cercare unità di intenti e lo sviluppo della disciplina, con il grosso interesse dai sauditi che, con le loro risorse sterminate, ha messo in discussione lo status quo.“Una maggiore unità tra di noi sta già accadendo. Ci sono più conversazioni in corso e ne vedremo ancora di più nei prossimi mesi e anni. Penso che la voce dei giocatori debba avere un peso maggiore nel futuro del tennis” afferma Tiley. “Unendosi di più e parlando di più saremo sempre più forti. Per i giocatori è complicato perché sono in costante competizione, ma quando c’è l’opportunità… Io ho sempre sostenuto i giocatori e credo che sia necessario dialogare, perché il nostro sport ne trarrebbe beneficio. Sarebbe un vantaggio per tutti noi” .
    Nessun doppio misto, ma ci saranno novità ai prossimi Australian Open? “Assolutamente! Voglio annunciare che il 50% dell’esperienza per il pubblico sarà del tutto rinnovata rispetto all’edizione 2025 del torneo. Questo è il nostro obiettivo, chi torna deve sentire aria di novità. Ma ci saranno anche molte cose nuove per i giocatori” conclude Tiley.
    La visione di uno degli uomini più potenti e influenti nella stagione tennistica è chiara: grande tennis ma anche focus sull’intrattenimento per gli appassionati che arrivano ai tornei, con iniziative collaterali sempre più importanti nella settimana delle qualificazioni. Gli Slam si avviano ad essere sempre più eventi da tre settimane, sempre più centrali nella stagione, sempre più “forti”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Wilander analizza la semifinale Alcaraz – Djokovic a US Open: “L’arma in più di Novak è la sua totale comprensione del gioco. Deve dare a Carlos delle finte aperture e farlo sbagliare”

    Mats Wilander

    Il mondo della racchetta aspetta con grandissima curiosità la prima semifinale maschile di US Open che vede in campo Carlos Alcaraz e Novak Djokovic. Il giovane spagnolo cercherà la rivincita sul super campione serbo dopo la loro sfida di quarti di finale agli Australian Open dello scorso gennaio, dove un Djokovic superbo dal punto di vista mentale e tattico riuscì a sconfiggere la velocità e potenza di Alcaraz. Il murciano ha impressionato in quest’edizione di US Open per costanza di rendimento: mai gli era accaduto in carriera di arrivare in semifinale in un Major senza aver ceduto un set. Gli alti e bassi che sempre l’hanno caratterizzato sembrano un ricordo, tanto che lo stesso JC Ferrero, coach di Carlos, si è detto piacevolmente sorpreso da quanto bene sia giocando il suo pupillo. Dall’altra parte della rete ci sarà ancora Mr. Record, quello che di Slam ne ha vinti più di tutti e punta a portarsi a casa il 25esimo, che lo isserebbe un gradino sopra a Margaret Court e diventare il più titolato di sempre nei Major. Sbarcato a New York senza uno straccio di partita dall’11 luglio, quando Sinner lo sconfisse in “semi” a Wimbledon, Novak si è confermato l’araba fenice della disciplina, capace di risorgere e ritrovare cammin facendo un tennis molto consistente. Basterà a battere la forza e velocità estrema di un ragazzo di 16 anni più giovane e dotato di così tante frecce nella sua faretra?
    Impresa difficilissima, ma non impossibile. Sarà necessario un grande sforzo da parte di “Nole” ma ancor più il suo totale acume tattico e visione per il gioco. Così la pensa anche Mats Wilander, ex campione nel torneo nel 1988 e oggi stimato analista. In un articolo pubblicato su L’Equipe, lo svedese fa le carte alla partita, guadandola soprattutto dalla parte di Djokovic. Ecco per Mats quelle che saranno le chiavi della prima semifinale di US Open 2025, quello che Novak dovrà fare per cercare di destabilizzare il talento del giovane avversario e segnare l’ennesima impresa nella sua leggendaria carriera.
    “La grande differenza tra le sfide Djokovic-Sinner e Djokovic-Alcaraz è che Novak pensa di poter battere Alcaraz” afferma Wilander. “Con lo spagnolo c’è talvolta un varco, la speranza che non sia in una giornata di grazia, che attraversi alti e bassi. In quel caso, Novak ha una chance. Ma se Alcaraz gioca come ha fatto dall’inizio del torneo… Carlos sembra più rigoroso di prima, commette meno errori. Quello che mi colpisce è che non ha più quei passaggi a vuoto di dieci minuti, come gli accadeva ancora di recente. Senza quei black-out è quasi impossibile restare attaccato a lui. Sembra davvero fortissimo, ma non è ancora stato messo alla prova nel torneo. E Novak sa come spezzare il suo ritmo, cosa che comunque è più semplice da fare rispetto a quando affronti Sinner”.
    “Novak sa bene di non avere più lo stesso serbatoio di energia di un tempo e che dovrà partire fortissimo. Il primo set per lui è il più importante. Se lo perde, il cammino diventa lunghissimo. Alcaraz può permettersi di cedere il primo parziale e rimontare, Novak molto meno” continua lo svedese. “Per lui è un bene avere questo imperativo in testa: lo obbligherà a essere ultra-concentrato sin dal primo punto. E forse potrà creare anche un po’ di tensione ad Alcaraz”.
    “Novak ha un’arma che gli altri non possiedono: la comprensione totale del gioco. Con essa dovrà capire se Alcaraz è in una giornata no, se deve assolutamente tenere la palla in campo o se invece dovrà rischiare di più. Al suo posto, inizierei la partita con la massima disciplina: non cercare subito i colpi vincenti, ma rifiutare ad ogni costo di sbagliare, senza però essere passivo. In sostanza, Novak deve lasciare ad Alcaraz la possibilità di sbagliare. Se gioca troppo veloce, Alcaraz sarà in difesa e non sbaglierà. Deve dargli delle finte aperture, lasciarlo tirare molto forte e commettere un errore, poi due. È una partita a poker, ma è la sua unica chance. Novak è un giocatore troppo grande per sentirsi obbligato a essere ultra-aggressivo fin dall’inizio. Il piano A è dire: ‘Ho 38 anni, ma sono ancora Novak Djokovic e oggi non sbaglierò una palla. Sarai tu a dovermi battere’. Alcaraz deve stare attento: se dai un’unghia a Novak, lui ti prende tutto il braccio” conclude Wilander.
    Un’analisi interessante e assolutamente condivisibile. Alcaraz di sicuro prenderà l’incontro di petto, per mettere in campo tutta la sua velocità e far correre tanto Djokovic in modo da stancarlo fisicamente. Ma Novak, come affermato da Wilander, è un tattico straordinario e farà l’impossibile per portare il rivale a giocare nei territori a lui più scomodi. L’attesa per questa partita è enorme. Potrebbe essere forse l’ultima grande chance per il serbo per alzare un altro Slam. Non ci dimentichiamo cose fu capace di fare nella finale Olimpica di Parigi 2024, dove su terra battuta giocò una partita eroica contro Alcaraz, andando oltre ogni fatica e sofferenza pur di arrivare all’Oro. Se c’è un aspetto nel quale Djokovic è davvero insuperabile è la determinazione. Ma a 38 anni suonati, basterà?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Intensità e velocità, un Sinner deluxe si aggiudica il derby contro Musetti. È semifinale a US Open (contro Auger-Aliassime)

    Jannik Sinner e Lorenzo Musetti a US Open (foto Getty Images)

    Ci sono delle notti che non puoi dimenticare, sono quelle che definiscono, marcano un prima e un dopo. La notte del 3 settembre 2025 a New York è tinta d’azzurro: sull’Arthur Ashe è solo tennis italiano, due top 10, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, tanto diversi quanto talentosi e affascinanti. È una festa, ma c’è “anche” una partita, importantissima, da giocare e c’è intensità e agonismo, tocchi di classe ed esecuzioni che fanno saltare in piedi il pubblico. Sotto le stelle della “grande mela” a brillare soprattutto Jannik Sinner, protagonista assoluto del derby italiano contro Lorenzo Musetti nei quarti di finale di US Open. Il n.1 del mondo parte fortissimo, impone fin dai primi colpi un peso di palla micidiale e ancor più una combinazione perfetta di velocità, intensità e pressione, un forcing impossibile da gestire anche per un buonissimo Lorenzo Musetti che dopo un set entra in partita e regala al pubblico grande tennis. Il secondo set è davvero intenso e ben giocato, con Sinner più bravo a imporre la sua spinta sul 4 pari e strappare il break decisivo. Non molla sino alla fine il toscano, ma l’altoatesino è più solido e respinge ogni tentativo del connazionale di allungare il match. Finisce 6-1 6-4 6-2 per Sinner in due ore di gioco, un successo che porta il n.1 del mondo in semifinale contro Felix Auger-Aliassime. Nel 2025 Jannik è arrivato in semifinale in tutti gli Slam disputati e contro il canadese andrà a caccia della quinta finale Major di fila.
    Per essere un derby, con mille implicazioni extra tecniche, è stata una partita tutto sommato discreta, godibile, arricchita da scambi divertenti dal secondo set, ma la superiorità di Jannik a questo livello, su questi campi, è stata evidente e il punteggio parla chiaro. Musetti ha faticato ad entrare nel match: dal secondo parziale è salito molto nel rendimento del servizio e anche in risposta ha trovato impatti più sicuri e una miglior posizione, riuscendo a variare e prendersi alcuni punti fantastici. È riuscito anche a mettere pressione a Jannik in alcuni turni di risposta ma Sinner ha respinto ogni assalto annullando tutte le sette palle break, giocate alla perfezione, quasi sempre con un servizio preciso a dargli un chiaro vantaggio nel controllo dello scambio. Quando il livello dei due si è avvicinato per il massimo sforzo di Lorenzo, Jannik ha mostrato per l’ennesima volta perché il n.1 del mondo, quanto sia bravo a reggere la pressione trovando con lucidità le scelte di gioco perfette; e stasera anche il servizio l’ha sostenuto a dovere (61% di prime palle in gioco, vincendo addirittura il 91% dei punti con la prima). Sinner sui campi in sintetico outdoor è complessivamente il più forte da molto tempo, solo una manciata di fiammate di Alcaraz sono riuscite a fermarlo; era un’impresa a dir poco ardua per Musetti, e nonostante una sconfitta netta rivedendo molti passaggi dell’incontro il toscano dovrà essere anche contento di come li ha gestiti. Con le sue variazioni, tagli e poi improvvisi strappi a grandissima velocità, Lorenzo in più passaggi ha messo alle corde Jannik; solo aggrappandosi alla formidabile bravura e alla velocità di copertura del campo mantenendo un equilibrio misterioso per i comuni mortali il n.1 ha retto in quei momenti “top” di Musetti, e si è preso punti favolosi. Il modo in cui Sinner si è avventato su cambi di ritmo bellissimi di Musetti, tirando accelerazioni vincenti – soprattutto col diritto stanotte – è qualcosa di superiore. Bellissimo. Molta della partita si è giocata lì: Sinner più bravo a giocare con una velocità, pressione e intensità tale da non permettere a Musetti di variare e mescolare le carte in tavola. Il gioco l’ha tenuto in mano Jannik, con servizio, con una pressione letale.
    Nella partita la lotta e tensione agonistica è arrivata solo in alcuni game, e lo spettacolo lì è stato davvero interessante per il netto contrasto di stile tra i due giocatori. Quando Musetti ha giocato al suo massimo, il livello complessivo ha toccato il cielo e abbiamo visto cose meravigliose, con i tagli e poi strappi a tutta del carrarino e la rapidità del pusterese nell’avventarsi sulla palla anticipando ogni mossa e mettendoci forza e precisione. Nelle fasi dominante da Sinner lo show è stato ammirare la spinta, pressione, costanza di rendimento e martellamento micidiale di Jannik.
    Sull’esito finale del match ha pesato tantissimo l’ingresso brutale di Jannik. Robe da n.1: far sentire immediatamente chi comanda, chi è più forte, chi detta i tempi di gioco. Servizio e soprattutto tantissimo diritto, Sinner ha impostato la partita cercando – e riuscendo – a giocare il più possibile col diritto, pesantissimo e molto profondo, contro il rovescio di Musetti e poi poi farlo correre sulla destra. Col rovescio Jannik ha badato soprattutto a tenere il ritmo molto alto ma senza esagerare nel bloccare Lorenzo a sinistra: una scelta corretta, perché Musetti col rovescio spezza di più il ritmo e all’improvviso può accelerare con tanta di quella precisione e profondità che anche per Sinner diventa difficile. Jannik l’ha detto a caldo dopo il successo: ho giocato solido. Questa è stata la scelta tattica pre partita, sapientemente applicata alla perfezione. Contro l’estro e potenziale esaltazione agonistica di Lorenzo è meglio andar dritto per dritto, massima spinta e intensità col diritto, colpo più pesante e che solletica la fase che meno piace a Musetti, giocare di ritmo costante e con poco tempo. Per applicare questo schema, fondamentale per Sinner rispondere tanto e bene, e così ha fatto. È entrato in tutte le seconde palle di Musetti come una furia, ma anche sulle prime è riuscito a generare impatti ben calibrati, al centro, per non dare mai il tempo a Lorenzo di girarsi sul diritto e comandare. Musetti è riuscito a gestire meglio i suoi turni dal secondo set, quando ha servito meglio e allora ha comandato più. Nel primo set non c’è riuscito quasi mai, troppo male con la prima palla e Sinner perfetto, un fulmine.
    Sono tantissimi gli aspetti nei quali Sinner ha brillato: uno dei più evidenti è stata la reattività, velocità dei piedi nell’arrivare prima sulla palla e così scaricare una potenza e precisione magistrali. Nel primo e nel terzo set in particolare è stato entusiasmante vederlo danzare sulle punte come un ballerino e avventarsi sulle traiettorie di Lorenzo con un peso di palla e controllo della spinta al limite della perfezione. Un ritmo, un’intensità e precisione micidiali, con un rendimento clamoroso in rapporto al rischio preso con quella spinta. Non si è numeri uno per caso, un numero uno così forte e completo. Musetti esce dal campo sconfitto, ma deve essere felice del suo torneo e anche di come ha tenuto botta ad un Sinner così efficace (28 vincenti e 17 errori) e potente, riuscendo a trovare un buonissimo tennis nel secondo set e buona parte del terzo. Non può permettersi di partire così male al servizio contro un Sinner. È tutta esperienza, affronterà meglio la prossima occasione. Sinner vola, la difesa del titolo 2o24 continua. Anzi, per dirla a modo suo, la caccia ad un nuovo titolo, continua.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Lo storico derby azzurro nei quarti a US Open scatta con Sinner alla battuta. I primi punti seguono il canovaccio ipotizzato alla vigilia: nessun compromesso, Jannik picchia la palla a grande velocità e intensità martellando il diritto di Lorenzo, imponendo un pressing irresistibile. Due Ace e game a 15. Sinner sembra Flash, impressiona quanto sia reattivo in risposta, come si avventa sulla palla e scarica un concentrato di potenza e profondità favolose, un ritmo che Musetti fa fatica a contenere. 15-30. Prova ad alzare la parabola per allentare la morsa Lorenzo, di nero vestito a mo’ di completo serale… e funziona, provoca l’errore di Jannik. Ma sul 30 pari il n.1 blocca il toscano sulla diagonale di rovescio e il back difensivo di “Muso” termina a metà rete. Palla break Sinner. Si gioca sulla seconda, c’è la “solita” risposta possente di Sinner, guadagna campo e il diritto in corsa di Musetti vola via. BREAK Sinner, che inizio… Sicuro, sciolto, gioca ad altissimo livello e dà la sensazione di controllo totale: del corpo, dei colpi, del ritmo di gioco, del campo. E poi serve pure bene, a zero il figlio di Sexten… Arriva un grandissimo passante di rovescio di Musetti, tutto il pubblico scatta in piedi, ma Sinner non si scompone e si porta 3-0. Nel quarto game Lorenzo prova la smorzata, non è malaccio ma Jannik ha i razzi nei piedi, arriva col Martini in mano e chiude di rovescio. Troppo aggressivo Sinner, e se si gioca sulle seconde palle è tutto troppo comodo per lui… Musetti litiga con la prima palla, anche sul 15-30… Sinner non si fa pregare, spinge con i piedi quasi sulla riga di fondo mentre Lorenzo è due metri dietro, o più. Da lì è quasi disarmato. 15-40. Ancora seconda palla, e così non c’è partita, entra in risposta, fa due passi avanti e scarica un diritto nell’angolo sinistro micidiale. BREAK Sinner, 4-0. Grandina su Musetti: servizio, diritto pesantissimo con i piedi un metro dentro al campo. Quattro prime palle, quattro bordate, quattro punti. 5-0 Sinner. 15 punti a 4. Finalmente Musetti trova qualche prima palla, un diritto incisivo e bel back d’attacco, evita il cappotto, ma in risposta è del tutto inefficace. Prova ancora la palla corta sul 30-0, e il tocco c’è, ma le gambe di Jannik di più… 40-0, Tre Set Point, basta il primo, è un Ace esterno di misura. 6-1 in 27 minuti. 60% di prime palle “in” e solo due errori, dato questo ridicolo vista la intensità di gioco e la vicinanza delle traiettorie alle righe. Ridicolo. Musetti travolto.
    Il secondo set riparte con un buon turno di servizio di Musetti, finalmente c’è la prima di servizio e questo riesce a tenere un minimo ferma l’esuberanza di Sinner, 1-0. Però poi arriva il primo punto del secondo game: incredibile la difesa di Lorenzo, quante gambe, quanto braccio… di taglio, di corsa, di “garra”, ma non basta mai perché Jannik ci arriva prima, tira fortissimo e non regala niente. Tutto è sostenuto dai piedi di Sinner, danza con un mix di potenza e leggerezza da pugile. Sul 30-0 per la prima volta Musetti riesce a cambiare ritmo nello scambio e con un bel back provoca l’errore di Sinner. Rarità in un martellamento ossessivo, asfissiante. 70% di prime palle per il n.1, così è inscalfibile (1-1). Un gran applauso sottolinea un game a zero di Musetti, più incisivo col servizio e anche il diritto ora viaggia più profondo. Proprio l’aiuto del servizio era del tutto mancato nel primo set. Terrificante lo smash a rimbalzo tirato sulla riga da Jannik nel quarto game, era sotto 0-15 (novità!) quindi non comodissima quest’esecuzione. Attenzione: arriva la seconda ottima risposta di Musetti nel game, Jannik stavolta è sorpreso. 15-30. Servizio e diritto vincente, non trema il n.1. Livello altissimo in questo game, con “Muso” ora presente. Incredibile: sul 30 pari Sinner sbaglia un diritto, è il suo vero primo gratuito del match, lo paga con la palla break! Jannik si affida ad una bordata di servizio, e la risposta del carrarino è lunga. 2 pari, il servizio traghetta Sinenr lontano dai guai (2 pari). Musetti inizia il game #5 con un errore di volo, poi trova un diritto vincente fantastico ma sul 30 pari lo scambio è duro, intenso, la palla corre impazzita e un back per spezzare quella morsa di Lorenzo è lungo. Palla break. Bene con la prima palla Musetti, la cancella. Stecca di Sinner col diritto, il back qualche effetto lo provoca. 3-2 Musetti, salito assai con la prima di servizio. John Turturro (notissimo attore) si diverte a bordo campo a riprendere il gioco con la telecamera di servizio, proprio in un pressing micidiale del n.1 col diritto in avanzamento. Risponde anche bene Musetti e copre il campo da campione, ma Jannik divora lo spazio avanzando e chiudendo di volo. Spettacolo in quest’intensità travolgente. 3 pari. Molto più attivo e presente Lorenzo, lo dimostra la splendida accelerazione di rovescio che apre il campo e gli vale l’attacco del 4-3. È salito molto il livello e spinta del toscano, e anche in risposta e questo gli crea un po’ di spazio per entrare. Proprio una gran risposta sul 15 pari dà a Lorenzo un bel vantaggio, ma sbaglia un diritto dal centro con i piedi in campo, errore grave perché poteva mettere pressione a Jannik in caso di vincente… Il vincente lo tira Sinner nel punto successivo, altra bordata col diritto. Qualche errore in più di Jannik nel set, quando Lorenzo risponde e trova profondità, qualcosa concede. Poco tuttavia, e con l’ennesimo forcing lo score è 4 pari. Implacabile la pressione di Sinner col rovescio, con Musetti altrettanto bravo in difesa, ma il punto di forza se lo prende il n.1. 0-15, e forse “Muso” paga le corse precedenti. La smorzata stavolta è pessima, Sinner vola e chiude. 15-30. Su 30 pari altra risposta profondissima di Jannik, Lorenzo va fuori posizione e forza un diritto inside out in rete, un po’ di fretta, ma è tutto il game che lo gioca un po’ frenetico e solo la battuta gli ha portato due punti. 30-40, palla break importantissima… e c’è ancora seconda palla… Doppio fallo. Il primo del match, commesso nel momento peggiore possibile, ma era evidente la tensione di Lorenzo dopo il primo punto perso, quel forcing a tutta. Sinner serve per il set sul 5-4. Inizia con un errore, poi è costretto a rifare il punto due volte e qua è Musetti a sbagliare un back di rovescio banale e grave, visto che era 0-15. Sbaglia poi a tirare la risposta tutta Lorenzo, era in pessimo equilibrio e infatti gli vola via. Jan ringrazia e tira l’Ace esterno, esternassimo… il sesto, 40-15 e Due Set Point. Basta il primo. 6-4. Buon set, Musetti molto salito di livello, ma sul 4 pari ha accusato la tensione vistosamente dopo aver perso un punto tiratissimo.
    Terzo set, Musetti to serve. Non una buona ripartenza… prova a variare col back, ma sbaglia e sul 30 pari affossa un diritto banale il rete. Sinner trasforma la palla BREAK entrando fortissimo col diritto in corsa su di un taglio di Lorenzo, buono ma un po’ lento, ha tempo Jannik di aprire, tirare fortissimo al centro e provocare l’errore del connazionale. 1-0, Sinner può fare corsa di testa, forte di due set di vantaggio dopo 81 minuti. Scatta tutto in piedi l’Ashe sull’uno – due di Musetti, due bordate una più pesanti dell’altra, che per una volta sfondano Sinner nello scambio. Vale anche un interessante 15-30, che si trasforma in 15-40 con il secondo punto di fila vinto da Lorenzo di corsa, con rabbia totale. Due palle del contro break per Musetti! Sinner martella con ritmo sulla prima, 30-40; servizio potentissimo al T sulla seconda, la risposta vola in tribuna. Un raro errore col diritto in spinta (di pochissimo) costa Sinner la terza PB del game, ma ancora il servizio lo salva. Il braccio di ferro continua, altra ottima risposta per Lorenzo e quarta chance. Freddezza assoluta di Sinner nello spingere col diritto nell’angolo e via smash nemmeno così facile. Bellissimo il punto successivo, giocano bene entrambi, è bravissimo Musetti a proporre un back corto, storto, scomodissimo, ma COME ci arriva bene Sinner e col polso chiude l’angolo e trova la riga. Chapeau Sinner, altro punto TOP e 2-0. Allarga le braccia Musetti, come a dirsi io meglio di così non posso fare… E ha ragione, davvero bravo, ma quanto è stato bravo l’altro. È alto il livello di gioco nel set, nonostante lo svantaggio pesi come tre macigni, Lorenzo non crolla, spinge e gioca bei punti, come quello in risposta sotto 2-1, una sbracciata di rovescio lungo linea dei suoi che gli vale un applauso enorme, esecuzione magistrale. Fiammata di qualità assoluta, ma Sinner non si scompone affatto, serve bene e si porta 3-1. Musetti è bravo a non cedere, anzi, rilanciare. Dopo un buon turno di servizio, Lorenzo esplode due schemi difensivi fantastici. Si porta 15-30 e trova la giocata del match, un passante stretto di rovescio che fulmina l’attacco – costretto – di Jannik. Urla, fa il pugno, Lorenzo non vuole andare in doccia, cerca di riaprire la partita. Sinner cancella la prima palla break col servizio; sulla seconda si scambia, ma è troppo dietro Musetti e il cross di rovescio in salto è davvero angolato e veloce, Lorenzo cede (troppo dietro in risposta…). Bel livello, la maggior consistenza di Jannik ancora lo sostiene, con il rovescio che non concede niente e un diritto stasera spaventoso per potenza. 4-2. Le chance non sfruttato forse pesano tanto ora sulle gambe del toscano, che totalmente fermo coi piedi affossa un brutto back di rovescio in rete. 0-30. No, vabbè…. Sul 30 pari Sinner trova due accelerazioni formidabili, con Musetti a rimettere fortissimo e Jannik pronto a scatenare l’ultimo diritto di cuna potenza e precisione mostruose. Mamma mia… è una mazzata che gli vale la palla break e il BREAK, con Lorenzo travolto da un altro diritto a mille all’ora. Sinner serve per chiudere sul 5-2. Arriva il decimo Ace, lo score è 40-0. Tre Match Point Sinner. Un diritto in rete di Musetti chiude l’incontro. Abbraccio sulla rete, cordiale ma niente di più. Più forte Sinner, partito a mille all’ora e bravo a tenere l’intensità altissima. È di nuovo in semifinale il n.1, trova Felix Auger-Aliassime. Esce sconfitto Musetti, ma dopo l’avvio shock ha trovato un bel livello e solo un enorme Jannik l’ha superato. Bravi ragazzi. Una nottata indimenticabile.

    J. Sinner vs L. Musetti Slam Us Open J. Sinner [1]666 L. Musetti [10]142 Vincitore: J. Sinner ServizioSvolgimentoSet 3J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-0 ace5-2 → 6-2L. Musetti 0-15 0-30 15-30 30-30 30-404-2 → 5-2J. Sinner 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-403-2 → 4-2L. Musetti 15-0 15-15 30-15 ace 40-153-1 → 3-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 ace ace2-1 → 3-1L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-152-0 → 2-1J. Sinner 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-401-0 → 2-0L. Musetti 15-0 15-15 30-15 30-30 30-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-15 ace5-4 → 6-4L. Musetti 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 df4-4 → 5-4J. Sinner 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-303-4 → 4-4L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-153-3 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3L. Musetti 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 ace2-2 → 2-3J. Sinner 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 ace1-2 → 2-2L. Musetti 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 1-1L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace5-1 → 6-1L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-155-0 → 5-1J. Sinner 15-0 30-0 40-04-0 → 5-0L. Musetti 15-0 15-15 15-30 15-403-0 → 4-0J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-152-0 → 3-0L. Musetti 15-0 15-15 15-30 30-30 30-401-0 → 2-0J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 ace ace0-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Da 185 euro di prize money a 237.000 dollari: Blanchet “cambia vita” grazie a US Open

    Ugo Blanchet

    Quando si dice “una settimana che ti cambia la vita”… È quel che sta accadendo a Ugo Blanchet, protagonista di una delle imprese nella giornata di mercoledì a US Open grazie al suo più importante successo in carriera, la vittoria al secondo turno contro il quotato ceco Jakub Mensik, numero 16 del mondo e vincitore quest’anno del Masters 1000 di Miami. Il francese oltre alla qualificazione al terzo turno di un torneo dello Slam, miglior risultato in carriera, si è garantito un prize money che darà una svolta importante alle sue finanze (e di conseguenza traiettoria sportiva): lascerà New York con un assegno di almeno 237.000 dollari (circa 203.000 euro). Un bottino incredibile per un ragazzo di 26 anni, con best ranking di n.139 (toccato il 30 settembre 2024) e solo 571.214 dollari di prize money raccolti finora in duri anni di tour ITF e Challenger.
    Intervistato da L’Equipe, Blanchet ha ricordato quando due anni fa era lontanissimo dalle qualificazioni di US Open, e ancor più lontano dal livello di gioco attuale, tanto che vincere due partite nel main draw di un Major era pura utopia. A fine agosto 2023 Ugo fu battuto per 7-6 6-3 nel primo match di “quali” al Challenger di Maiorca (presso la Academy Nadal) dal numero 630 al mondo Mark Whitehouse. Se ne tornò a casa con un magrissimo bottino di appena 185 euro. “Me lo ricordo bene quel match! Quello che mi dispiaceva non erano i 185 euro, ma arrivare fin lì e perdere così” racconta Blanchet. “Quel giorno, poi, non avevo nemmeno giocato malissimo. Mi ripetevo: ‘Cavolo, è incredibile, tutti tirano fortissimo contro di me’. La verità e che allora non riuscivo a fare il salto di qualità”. All’epoca il 24enne di Saint-julien-en-genevois bazzicava solo Challenger e qualche ITF, stazionando intorno alla trecentesima posizione in classifica. Proprio nell’ottobre del 2023 ecco un bel risultato: vince il Challenger di Malaga, battendo in finale Mattia Bellucci, e così arrivando ad un passo dai primi 200 nel ranking. Altri due discreti risultati sempre a livello Challenger gli hanno permesso di chiudere l’annata nei primi duecento. Il 2024 è stato un anno di assestamento, con il passaggio delle qualificazioni ad Amburgo e la vittoria al primo turno contro Popyrin, e l’ingresso – temporaneo – tra i primi 150. È riuscito a mantenere questo livello, con qualche up and down, grazie alla vittoria a Koblenz, fino a New York, torneo che davvero gli sta cambiando la vita. Entra nel mai draw superando Faria nel terzo e decisivo match del tabellone cadetto e quindi è bravo a superare al primo turno Marozsan, tennista di qualità ma che non gioca bene tutti i giorni. Fino all’impresa contro Mensik, 4 ore e 23 minuti di battaglia con la storica vittoria al super tiebreak del quinto set. Apoteosi, più 41 posizioni nel ranking Live che lo attesta al n.143, a un passo dal proprio best dell’anno scorso.
    E pensare che Ugo nel 2021 aveva avuto una importante discussione in famiglia, sull’opportunità o meno di continuare l’attività visto che solo grazie all’aiuto dei genitori riusciva a mantenersi. Vista la difficoltà a “sfondare” e diventare indipendente, si era chiesto se valeva la pena insistere o meno. Decisivo l’intervento del fratello, sempre a suo fianco. “Non ero autonomo finanziariamente e volevo liberare i miei genitori, in modo che potessero godersi i loro soldi, andare in vacanza, viaggiare e crearsi dei ricordi. Amavo ancora giocare, ma vedevo che non bastava. Mi hanno chiesto perché pensavo di smettere, ho dato loro le ragioni che vi ho appena spiegato. Loro mi hanno guardato e mi hanno risposto: ‘Se è solo per questo, non vogliamo che tu smetta, continua’. Mio fratello era presente e concordava sostenendomi. Per me era importante avere il suo assenso perché i miei genitori mi davano molti soldi e volevo che ci fosse una certa equità con lui. (…) Quella conversazione mi ha tolto un peso enorme dalle spalle e ho continuato”.
    I risultati non sono arrivati subito, e anche questo successo in realtà non rappresenta una svolta definitiva poiché se al terzo turno a US Open verrà eliminato da Machac (scenario probabile, vista la buona forma mostrata dal ceco vs. Fonseca, battuto in tre set), Ugo con un ranking intorno al 140 dovrà ancora frequentare principalmente Challenger e le qualificazioni degli ATP 250. Ma certamente Blanchet potrà organizzare meglio la sua carriera e dormire sonni più tranquilli. Uno spaccato di quanto sia dura la vita per i giocatori che non riescono a giocare gli Slam, e quanto poterli disputare sia davvero la svolta che ti cambia la vita.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Rune: “Tanto di cappello a Struff, ho avuto sfortuna”. Ma è davvero solo malasorte?

    Holger Rune (foto Getty Images)

    “La prestazione del mio avversario è stata incredibile. Mi tolgo il cappello davanti a lui. Ha corso rischi enormi, è stato migliore nei momenti chiave, e io sono stato sfortunato.” Così un Holger Rune a dir poco frustrato ha commentato alla stampa danese la bruciante sconfitta sofferta da Jan Struff nel secondo turno degli US Open 2025. Una battaglia di rara intensità terminata per 7-6 2-6 6-3 4-6 7-5 a favore del potente tedesco, che ha giocato un gran match scatenando la potenza del suo braccio senza mai tremare, andando a prendersi di forza punti importanti ed estromettendo così Rune dal torneo. Il metro di una partita di alto livello si misura anche dal rapporto vincenti – errori: Struff ha chiuso con un notevole 66-44, e pure Rune ha un saldo assai positivo (53-36) ma non è bastato a superare il rivale. L’appuntamento al grande risultato in uno Slam per danese è ancora rimandato. In carriera vanta i quarti di finale come miglior risultato, raggiunto tre volte (Roland Garros 2022 e 2023, Wimbledon 2023), mentre quest’anno si fermato agli ottavi in Australia (battuto da Sinner) e a Parigi (stoppato da Musetti) e a Wimbledon si è arreso all’esordio a Jarry. Tutte partite molto lottate, anche quella durissima contro Jannik a Melbourne, ma alla fine manca sempre qualcosa.
    Rune a caldo mastica amaro e parla di “sfortuna”. In realtà ancora una volta il danese esce sconfitto da una maratona punto su punto, e questo deve far riflettere non poco sul suo gioco e ancor più sulla sua gestione del gioco e della partita. Dopo una primavera più che discreta, impreziosita dal titolo al 500 di Barcellona (battendo Alcaraz in finale) e la finale a Indian Wells (stoppato da Draper), si intravedeva un Holger più lucido e razionale. Nel suo incedere un po’ altezzoso, a tratti al limite dello strafottente, sembrava esser riuscito a mettere da parte quelle fasi rissose e autodistruttive che troppe volte l’hanno portato ad uscire dal match per quei 10 minuti che mandavano l’avversario avanti, o che gli costavano una rimonta quando era in vantaggio. Il tennis di vertice si basa su equilibri instabili, “le cose possono cambiare molto velocemente…” ammonisce spesso Jannik Sinner quando parla delle difficoltà del nostro sport. Rune in questo è ancora chilometri dietro a Jannik e non solo. La straordinaria potenza fisica, veemenza in campo e aggressività di Holger diventano inutili ed effimere se continua a disperderle con fiammate troppo intense, spesso non nei momenti appropriati, finendo per consumare tutto e subito e così arrivare con le pile scariche e la testa in tilt nei momenti decisivi. Un film già visto più e più volte, e non si può invocare la malasorte quando ripetutamente perdi così, perché l’altro è più bravo a tirare la mazzata al momento giusto.
    Un tennista con le gambe, qualità tecniche e colpi “pesanti” di Rune deve esser in grado di gestire in altro modo la partita e le energie fisiche e mentali. È un tennista intenso, gioca di forza e ama imporre il suo tennis. Ha un potenziale sterminato e tecnicamente non gli manca quasi niente per eccellere; lo dimostra quanto gioca bene contro Jannik, Carlos, li ha pure battuti. Li ha battuti praticamene tutti fin dai primi anni del tour, ma… non c’è ordine, non c’è visione lucida. Soprattutto non c’è gestione del momento. Il tennis è uno sport di situazione: i punti non contano mai tutti uno come l’altro, e ci sono dei passaggi chiave che devi cogliere e farti trovare pronto per mettere in quel preciso istante la tua differenza, e così staccare l’avversario e vincere.
    Non ha senso spendersi in mezz’ora di gioco a mille all’ora e consumare tutto in quel momento per poi esser prosciugato in altri più importanti. Se l’avversario nella stretta finale tira una manciata di vincenti e si prende la vittoria, bravo lui; ma un giocatore forte come Rune deve: 1) esser altrettanto capace di tirare la zampata in quel momento, e gli capita di rado; 2) non deve arrivare così spesso alle strette finali, dove tutto può accadere, deve allungare prima e far valere la sua qualità. La sua evidente furia agonistica tende a prosciugarlo di energie mentali e non lo rende quasi mai abbastanza lucido per fare la scelta corretta. Rune è un classe 2003, molto giovane, ma a livello di gestione della partita è ancora assai indietro e di esperienza sul tour non ne ha poca. Gioca troppo d’istinto, sull’impeto del momento, e questo non è sufficiente in tante occasioni. Ormai anche gli avversari lo conoscono e sanno che se riescono a tenerlo lì a lungo, a portalo nella lotta gomito a gomito, qualcosa ti concede.
    Un peccato perché Rune è un fior di giocatore, è quello che potrebbe sedersi appena dietro il duo Jannik – Carlos e fare davvero da terzo incomodo, un ruolo che gli calza a pennello anche per carattere. Ne avrebbe tutto il potenziale. Invece continua a perdersi e perdere occasioni, restando in un limbo assai scomodo, situazione che lo blocca con memorie negative tutt’altro che facili da cancellare, accumulandone in quantità…
    Sempre alla stampa danese, dopo la sconfitta bruciante vs. Struff, Holger ha detto “È molto difficile inserirsi per vincere uno Slam in questo momento, si va verso un’altra finale Sinner – Alcaraz”. Possibile, ma per scardinare questo sublime duopolio al vertice servirebbe proprio… il sig. Rune, una sua versione assai più razionale, lucida e positiva. Sta solo a lui provarci, cambiando rotta una volta per tutte.
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    US Open: Raducanu vola, demolisce la sorpresa Tjen

    Emma Raducanu a US Open (foto WTA)

    C’era molta curiosità per assistere alla sfida tra l’ex campionessa a US Open Emma Raducanu e la sorpresa del primo turno, Janice Tjen. Purtroppo l’attesa per questo match di secondo turno a New York è andata delusa, visto che la britannica ha dominato la partita schiacciando l’avversaria con un netto 6-2 6-1. Il campo ha parlato chiaro: Emma ha mostrato altra qualità, completezza di gioco ed aggressività rispetto a Janice, in particolare con i colpi d’inizio gioco che hanno sostenuto a dovere la sua progressione e geometrie. Per Raducanu al terzo turno potrebbe arrivare una sfida difficile e affascinante: Elena Rybakina, se batterà la ceca Valentova.
    Tjen ha confermato quanto sia interessante il suo diritto, un colpo con il quale può tirare il vincente a chiudere o manovrare con parabole più alte e buon margine, ma sul rovescio è andata in netta crisi sulla diagonale, con Raducanu assai più incisiva e potente, e prontissima a girarsi col diritto da sinistra e comandare. Inoltre, visto che è andata subito in vantaggio, la britannica ha giocato libera di testa lasciando correre il braccio in risposta, con molti impatti spettacolari che hanno fulminato la rivale e messo ancor più pressione al servizio di Janice.
    Una Raducanu incisiva, aggressiva, molto veloce nella copertura del campo e poco fallosa in relazione ai rischi che prende con il suo pressing. È in totale fiducia: lo si vede quanto sia centrata e colpisce bene la palla, forte e pulita, con grande anticipo. Da diverse settimane Emma è in grande forma, l’abbiamo vista giocare due super partite contro Sabalenka tra Wimbledon e Cincinnati, e l’aria di New York, dove ha ottenuto il grande successo nel 2021, di sicuro le dà una spinta ulteriore a fare bene. Tjen ha probabilmente pagato la difficoltà mentale di confermare un grande risultato, mostrando vari aspetti del suo tennis da migliorare, dalla gestione della pressione al servizio, davvero poche prime palle per lei. E contro una super risposta come quella di Emma non te lo puoi permettere.

    Emma is trusting the process 🙌 pic.twitter.com/zImXgnnXFS
    — US Open Tennis (@usopen) August 27, 2025

    Raducanu si è presa subito il break nel primo turno di servizio di Tjen, quindi è stata brava a reggere alla reazione dell’avversaria, nonostante qualche errore di troppo, salvando ben tre palle break (da 15-40) nel terzo gioco, per il 3-0 che l’ha mandata saldamente al controllo. Il resto del set è avanzato sui turni di servizio, ma Emma ha tenuto saldamente in mano il tempo di gioco e l’iniziativa, con rari sprazzi dell’indonesiana che ha perso un altro turno di battuta sul 5-2, per il 6-2 che ha chiuso il primo parziale a favore della britannica. Pochissimi errori e tanta spinta, per Raducanu, forte di due piedi velocissimi. Un po’ di fretta invece per Tjen, investita dalla rivale e incapace di uscire dall’angolo sinistro o trovare una contro mossa per spezzarne il ritmo a tratti infernale.
    Raducanu ha più “punch”, la sua palla viaggia di più ed è in totale fiducia. Serve bene e risponde benissimo, e così va prendersi di forza un break nel secondo game del secondo set, grazie anche ad un doppio fallo di Tjen ai vantaggi, dopo aver rimontato da 15-40. Emma fila via dritta come un treno, si concede un brutto errore di volo sul 40-15 (mostrando una posizione rivedibile) ma chiude anche il terzo gioco con una bella difesa a tutto campo (3-0). Tjen non sa cosa fare, affretta la spinta – e non è il suo tennis – e sbaglia tanto. Raducanu risponde troppo bene, si prende un altro break che le vale il 4-0. L’incontro finisce poco dopo per 6-1, mesta uscita dal campo per l’indonesiana, ma che brava Emma! Un piacere rivederla a questo livello, e proprio in questo torneo…
    Marco Mazzoni

    E. Raducanu vs J. Tjen Slam Us Open E. Raducanu66 J. Tjen21 Vincitore: E. Raducanu ServizioSvolgimentoSet 2E. Raducanu 0-15 15-15 30-15 30-30 40-305-1 → 6-1J. Tjen 0-15 15-15 30-15 40-155-0 → 5-1E. Raducanu 15-0 30-0 ace 40-04-0 → 5-0J. Tjen 15-0 15-15 30-15 30-30 30-403-0 → 4-0E. Raducanu 15-0 ace 30-0 40-0 40-15 40-302-0 → 3-0J. Tjen 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A df1-0 → 2-0E. Raducanu 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 ace0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1J. Tjen 0-15 15-15 15-30 15-405-2 → 6-2E. Raducanu 15-0 30-0 40-0 ace ace4-2 → 5-2J. Tjen 15-0 30-0 40-0 40-15 df4-1 → 4-2E. Raducanu 15-0 30-0 ace 30-15 40-153-1 → 4-1J. Tjen 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 ace3-0 → 3-1E. Raducanu 0-15 15-15 ace 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 A-402-0 → 3-0J. Tjen 15-0 15-15 15-30 30-30 30-401-0 → 2-0E. Raducanu 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 40-300-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    US Open 2025: dieci hanno firmato la “prima volta”

    Alexandra Eala, formata all’Academy di Nadal

    Con le vittorie in notturna di Zverev e Paul i tabelloni di US Open, maschile e femminile, si sono allineati al secondo turno, dimezzando i partecipanti al quarto Slam stagionale. Molti gli incontri lottati, a conferma di quanto la competizione sia feroce, ancor più in un torneo così importante e ricco a livello di prize money; poche le sorprese importanti, come le eliminazioni di Medvedev e Michelsen nel maschile, Tauson e soprattutto Keys nel femminile. È curioso andare a scoprire quali siano stati i giocatori che passando il primo turno di US Open hanno registrato la propria prima vittoria a livello di torneo dello Slam. In quest’edizione del torneo della “Grande Mela” sono complessivamente 10, 7 nel maschile e 3 nel femminile. 
    Partiamo dalle ragazze: a compiere l’impresa del primo successo a livello Major sono state Alexandra Eala, Polina Kudermetova e Janice Tjen. Quest’ultima ha esaltato il pubblico nelle 2 ore e 12 di battaglia contro la quotata Veronika Kudermetova (n.25 WTA), sorpresa con un tennis fantastico e ricco di variazioni, tra parabole alte e basse, attacchi alla rete e cambi di ritmo, un gioco che a molti ha ricordato da vicino la manualità e attitudine dell’ex n.1 Ash Barty, rimpianta campionessa australiana che decise di ritirarsi giovanissima poco dopo aver vinto l’Australian Open 2022. Per Tjen è un successo doppiamente storico, visto che mai una indonesiana aveva segnato un risultato del genere. Al secondo turno Janice è attesa da una sfida difficile e affascinante contro Emma Raducanu, prima campionessa nella storia del torneo partendo dalle qualificazioni e in netta ripresa dopo stagioni difficili segnate da tanti infortuni.
    Di Alexandra Eala si è parlato tanto in primavera quando a Miami visse un torneo incredibile, battendo una dopo l’altra gente come Ostapenko, Keys (fresca campionessa Slam) e Swiatek, fermandosi in semifinale davanti a Pegula. Eala a New York ha compiuto una vera impresa battendo la Tauson, in grande forma, al termine di una battaglia durata oltre due ore e mezza, al tiebreak decisivo, diventando la prima tennista filippina a passare un turno in uno Slam. La 20enne formata all’Academy di Nadal è attesa da un secondo turno contro la spagnola Bucsa. Più fortunata Polina Kudermetova, in campo solo quattro game per il ritiro dell’avversaria, la spagnola Parrizas Dias; per la 22enne di Mosca ora un ostacolo forse insuperabile, Aryna Sabalenka.
    Sette invece i tennisti capaci di vincere il primo incontro a livello Slam in quest’edizione di US Open: Ugo Blanchet, Raphael Collignon, Martin Damm, Jerome Kym, Leandro Riedi, Eliot Spizzirri e Coleman Wong. Per Blanchet è il coronamento di una lunga rincorsa, visto che il 26enne francese è da tempo un discreto frequentatore di Challenger con sparuti risultati a livello di tour maggiore. Si è imposto in poco meno di tre ore sul magiaro Marozsan, uno di vero talento ma che non gioca bene tutti i giorni, bravo è stato Ugo ad approfittarne. Al secondo turno sarà dura contro la potenza di Mensik, discretamente impressionante per spinta nella prima partita del torneo. Bella soddisfazione anche per il 22enne belga Raphael Collignon, bravo a regolare con un periodico 6-4 il colombiano Galan. Forse i suoi colpi non saranno abbastanza continui per scardinare la regolarità di Casper Ruud al secondo turno, ma intanto ha infranto una barriera importante per ogni tennista. Prima volta anche per il figlio d’arte Martin Damm (il papà, ceco, ha vinto 40 titoli in doppio nella propria carriera). Per Damm un sorteggio discretamente fortunato, contro il giovanissimo e ancora acerbo Blanch. Vittoria in tre set e ora sfida tosta contro Tiafoe, uno che a NYC si esalta e può diventare pericoloso anche per i big.
    Prima vittoria Major anche per i due giovani svizzeri Kym e Riedi, discreti talenti con buone carriere giovanili ma ancora non esplosi a grande livello tra i Pro. Kym, 22enne di Rheinfelden, ha lottato quasi tre ore per aver la meglio sullo statunitense Quinn, tutto sommato un buon sorteggio e vittoria meritata. Sarà costretto a correre tantissimo nel secondo turno, contro lo specialista del “ritmo” e di questi campi come Brandon Nakashima. Per Riedi una bella soddisfazione, da poco rientrato dopo un lungo stop e crollo in classifica (è 435 al mondo, era stato 1117 l’anno scorso in agosto), battere un  avversario molto tosto nella lotta come Pedro Martinez, superato in tre set. Prima vittoria Slam e secondo turno con Cerundolo, autore della rimonta da due set sotto contro il nostro Arnaldi. Sarà partita difficilissima per lo svizzero, ma non ha niente da perdere.
    Primissima volta anche per lo statunitense Eliot Spizzirri, entrato nel tabellone con una wild card e piuttosto fortunato perché il sorteggio l’ha abbinato all’altra wild card locale Dostanic. Eliot ha vinto in tre set e stasera proverà a resistere alla potenza del nostro Luciano Darderi, apparso in grande spolvero all’esordio contro Hijikata, demolito a furia di bordate di diritto. Ultimo nuovo vincitore Slam è Coleman Wong, talento cresciuto all’Academy di Nadal come Eala e bravo a mettere la “bandierina” di Hong Kong nel tennis Pro. Aveva fatto parlare di se a Miami, quando sorprese Ben Shelton al secondo turno. Col suo tennis rapido ha battuto Kovacevic in tre set. Per lui un secondo turno giocabile contro l’australiano Walton, sognando un possibile terzo turno contro Rublev.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO