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    Calvelli (CEO dimissionario dell’ATP): “Se organizzeremo un Masters 1000 in Arabia Saudita sarà dal 2028. Nei prossimi cinque anni i guadagni raddoppieranno”

    Massimo Calvelli

    Massimo Calvelli, amministratore delegato uscente dell’ATP, si è recato in Arabia Saudita per lo Sport Investment Forum di Riyadh ed ha approfittato dell’occasione per discutere di vari aspetti della collaborazione con il ricchissimo fondo PIF, già molto attivo nel tennis Pro come sponsor del tour e in particolare del ranking mondiale. Calvelli si è detto estremamente soddisfatto dal lavoro svolto insieme alle autorità saudite, confermando che sul tavolo c’è anche la questione di un Masters 1000 che definisce come “opportunità incredibile” e che dovrebbe debuttare nel 2028.
    L’ATP ha portato il tennis di vertice in Arabia Saudita assegnando a Jeddah i diritti per le Next Gen Finals dal 2023 al 2027. Dopo questo primo passo, nel febbraio 2024 è stata annunciata una partnership strategica pluriennale tra ATP e PIF (il fondo sovrano saudita), diventato il naming partner ufficiale delle classifiche ATP e sponsor di alcuni dei più importanti eventi del tour, tra cui Indian Wells, Miami, Madrid, Pechino e le ATP Finals. Il tour femminile ha seguito l’esempio tre mesi dopo, annunciando un accordo con PIF, diventato naming partner della classifica WTA, e poi portando la sua kermesse di fine stagione tre le migliori otto dell’anno a Riyadh per tre anni (2024 – 2026). Tuttavia la voglia di tennis dei sauditi non è affatto soddisfatta: inizialmente si parlava delle Finals maschili in Arabia, ma visto che queste resteranno in Italia per altre cinque stagioni, è diventata sempre più concreta la opzione di un Masters 1000, cosa che sembra ormai quasi certa.
    Calvelli ha affermato che i colloqui tra l’ATP e il PIF, iniziati seriamente nell’estate del 2022, stanno procedendo con ottima sintonia. “La visione di portare il tennis qui a lungo termine è sempre più concreta, di rendere il nostro sport parte del più ampio ecosistema dell’Arabia Saudita dal punto di vista sociale, economico e di tutte le diverse dimensioni che ne conseguono” afferma Calvelli al quotidiano del golfo persico The National.
    “Dalla prima volta che ho visitato l’Arabia Saudita, diciamo due anni e mezzo fa, ad oggi, ci sono 50.000 bambini che giocano a tennis nelle scuole saudite, un fatto di cui siamo molto orgogliosi”, continua Calvelli. “La Federazione Tennis Saudita ha fatto un lavoro straordinario nel promuovere e facilitare questo fenomeno. Ovviamente, grazie al fatto che organizziamo tornei di tennis qui e abbiamo una partnership con la Federazione Tennis Saudita. Ma pensiamo che il terreno sia fertile e che ci sia una forte richiesta. Quindi siamo molto impegnati a cogliere questa opportunità e pensiamo che se organizzeremo un evento di alto livello, un Masters 1000, le prospettive sono potenzialmente dal 2028. Quando ci arriveremo, in termini di investimenti in infrastrutture e della domanda che avremo creato insieme, lavorando con i diversi stakeholder del paese, sicuramente sarà un’opportunità incredibile. Ancora di più se possiamo abbinare questo a coinvolgere anche il settore femminile. È l’altro lato dell’equazione.”
    Calvelli si è dimesso dal suo incarico di CEO e lascerà l’ATP a fine giugno per unirsi alla società di investimenti privati ​​americana RedBird Capital come partner operativo. Secondo un rapporto di Bloomberg, RedBird Capital, che ha acquistato il Milan calcio nel 2022 e detiene una quota di minoranza del Liverpool Football Club tramite il suo investimento nel Fenway Sports Group, sta acquisendo anche i diritti dei due Masters 1000 di Madrid e di Miami per una cifra di oltre 1 miliardo di dollari, il tutto nell’ambito di un consorzio guidato da Ari Emanuel, co-fondatore ed ex CEO di Endeavor. Quindi in realtà questo asset cambierebbe proprietà da un punto di vista legale, ma resterebbe nella galassia del gigante dell’entertainment americano. 
    A Riyadh, Calvelli ha parlato dell’attuale situazione finanziaria del tennis e di quanto sarà importante unire le divisioni commerciali dell’ATP e della WTA per acquistare maggior forza commerciale e contrattuale. “Direi che il tennis in questo momento è estremamente rilevante. Il tennis è in piena espansione. Se si considerano tutti i dati, tutto ciò che stiamo facendo è fantastico. C’è un seguito incredibile. Il valore commerciale in termini di sponsorizzazioni sta crescendo, quindi siamo in un’ottima posizione. Ma se si considera dove si trovano le opportunità per il futuro, è fondamentale la riduzione della frammentazione”. Le parole di Calvelli seguono quelle tracciate dal Presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi: unire le forze per raccogliere ancor più investimenti e portare nuove risorse per tutti, giocatori inclusi. “Il primo passo per ridurre questa frammentazione sarebbe quello di unire le due associazioni, quella maschile e quella femminile”, aggiunge Calvelli, che ha citato i due accordi in essere tra PIF, ATP e WTA come un esempio lampante di opportunità sprecata, visto che ciascun tour ha negoziato separatamente la propria partnership con il fondo saudita. “Si trattava di due processi separati, con complicazioni e sfide inutili. Alla fine ora sponsorizzano sia la classifica maschile che quella femminile, e questo dà la possibilità di raccontare storie incredibili in entrambe le dimensioni. Ma arrivarci è stato un processo un po’ lungo. È anche nell’interesse dei tifosi, la possibilità di raccontare storie congiunte tra uomini e donne. Questo è ciò che chiede il mondo, questo è ciò che chiedono i tifosi. Quindi è una grande opportunità per lo sport.”
    Calvelli ritiene che unire gli interessi commerciali dei due tour contribuirà a far crescere il business in modo esponenziale, arrivando a prevedere che i guadagni saranno più che raddoppiati entro il 2030. “Siamo un’organizzazione no-profit, ma non lo siamo nel senso che utilizziamo tutto ciò che guadagniamo – i profitti – per iniziative benefiche, lo siamo nel senso che dobbiamo restituirlo ai nostri membri. Quindi tutto ciò che guadagniamo viene distribuito“, continua Calvelli. “Se si guarda al 2025, prevediamo di distribuire 290 milioni di dollari tra i nostri membri in parti uguali. La WTA prevede di distribuirne circa 150 milioni. Quindi, nel 2025, si può dire che queste due entità insieme distribuiranno 440 milioni di dollari di profitti. Abbiamo dedicato molto tempo a lavorare insieme e a modellare come sarebbe stato un futuro combinato, un futuro comune. E la stima è che probabilmente raggiungeremo i 985 milioni di dollari da distribuire nel 2030. Quindi, in poco più di cinque anni, le dimensioni del business saranno più che raddoppiate“.
    Prospettive a dir poco rosee in un periodo di discreta “maretta” con i giocatori, vista la causa legale intentata dal sindacato PTPA a tutti gli organi che governano il tennis Pro, e poi la lettera spedita agli Slam dai migliori 20 tennisti al mondo, con la richiesta di introiti maggiori. Vedremo se queste prospettive, e maggiori guadagni, riusciranno a tenere unito il mondo della racchetta. E anche quali saranno nel medio termine le novità a livello di calendario, visto che il nuovo M1000 in Arabia dovrà trovare una collocazione… Febbraio dopo gli Australian Open magari insieme agli eventi di Doha e Dubai? Primo torneo dell’anno prima di volare “down under”? Oppure sarà sostituito un Masters attuale? Le questioni sul tavolo restano molte, e non di poco conto.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Intervista Esclusiva a Matteo Arnaldi: “Lavoro tanto su servizio ed essere più aggressivo. Il match della vita? Lo sogno sull’Ashe a US Open”

    Matteo Arnaldi

    Matteo Arnaldi è uno dei tennisti italiani della nuova generazione più intriganti da osservare e seguire. Con lui in campo non ci si annoia mai: si passa da difese estreme, con quelle “spaccate” clamorose al limite dell’impossibile, ad attacchi improvvisi con impatti in totale anticipo che gli valgono vincenti favolosi, il tutto sostenuto da una voglia di vincere e lottare che lo contraddistingue da sempre. “Eroe” della prima Davis Cup vinta a Malaga nel 2023 insieme a Sinner e compagni, da mesi è alle prese con un importante processo di evoluzione del proprio tennis per aggiungere soluzioni vincenti e diventare un giocatore più offensivo e completo. Non è un processo indolore: a ottime prestazioni e vittorie alterna qualche sconfitta anche inattesa, ma è parte del viaggio, l’importante è guardare lontano con obiettivi chiari e la forza, fisica e mentale, di perseverare nella costruzione di se stesso. Lui ne è consapevole e segue il processo, sapendo di non partire mai battuto anche contro i migliori perché il suo gioco è “scomodo” per tutti da affrontare. Quest’anno ha ottenuto due buoni risultati negli Stati Uniti a febbraio tra Dallas e Delray Beach, mentre a Indian Wells con una prestazione di livello ha superato Andrey Rublev (n.8 del mondo). Adesso la terra battuta, questa settimana al 500 di Barcellona. Matteo ci ha concesso un’intervista in esclusiva, nella quale si sofferma sul suo gioco, sulla voglia di migliorarsi e anche qualche curiosità. Ecco le risposte di Arnaldi alle nostre domande.

    Hai acquisito una certa esperienza sul tour, dimostrando di avere ottimi colpi e un livello di gioco molto vicino ai migliori, battendone alcuni. A tuo avviso cosa marca la differenza tra il tuo status attuale (n.35 ATP, vicino al tuo best di n.30) e chi staziona nella top15?
    La differenza principale è la costanza. Nella maggior parte dei tornei I top 15 hanno più costanza nell’ottenere risultati importanti. Io in questo momento ho ancora un andamento un poco altalenante, con tornei in cui faccio bene, tornei in cui gioco un pochettino peggio, e tornei in cui faccio qualche primo turno. Credo che questa sia la differenza principale ancora tra me e un top 15.
    Già dallo scorso anno, osservando (e commentando) molti tuoi incontri, ho avuto la sensazione che tu stia cercando una decisa evoluzione nel tuo gioco, spostandoti maggiormente da straordinario contrattaccante a tennista più offensivo, con una ricerca più rapida del colpo vincente. È un’osservazione corretta e, se sì, a che punto ti senti in questo passaggio? O dove vuoi spingere il tuo gioco per migliorare ulteriormente?
    Sì, sicuramente sto cercando di lavorare un po’ sul mio gioco, di adattarlo, di migliorarlo, quindi essere un pochino più offensivo e migliorare il suo servizio è una delle cose principali che stiamo facendo dall’anno scorso. Allo stesso tempo però non voglio snaturare del tutto il mio gioco, l’obbiettivo è quello di aggiungere armi e giocate in più a quello che ho già.
    Guardando le statistiche ATP nelle ultime 52 settimane, sei 13esimo per rendimento complessivo in risposta (e nono per punti vinti rispondendo alla prima di servizio), davanti a gente come Zverev, Ruud, Rublev, Fritz… Pensi che sia proprio la risposta il tuo punto forte e, allo stesso tempo, la chiave per eccellere nel tennis attuale?
    Diciamo che la risposta è sempre stato il mio colpo forte. Per quel motivo stiamo lavorando maggiormente sul servizio perché credo sia importante avere entrambi, non puoi rispondere bene e poi servire male, quindi la risposta si, è sempre stato uno dei miei punti forti in cui ho sempre fatto giocate, ho sempre fatto tanti punti e magari tanti break, però bisogna concretizzare col servizio e quello è parte dal lavoro che stiamo facendo.
    Dove pensi di aver più margine di crescita nel tuo gioco, forse la seconda palla di servizio?
    Più che la seconda palla di servizio, direi che l’essere più aggressivi durante lo scambio e il trovare più giocate anche al volo è dove ho più margine, infatti è quello su cui stiamo lavorando a partire dal servizio.
    Il tennis italiano sta vivendo un momento magico, e non solo per Jannik Sinner al n.1 del mondo. Si parla di sistema, di miglioramento nei coach e metodi di allenamento, di mentalità. A tuo avviso, qual è la chiave di questi grandi successi? E cosa prendi di ispirazione da Jannik, con il quale hai vissuto e scritto pagine indimenticabili in Davis Cup?
    Negli ultimi anni, la Federazione ha fatto un lavoro straordinario portando sempre più tornei in Italia, e questa è stata una delle chiavi fondamentali per la crescita del movimento. Avere così tanti eventi sul territorio significa poter assegnare più wildcard ai giovani talenti, offrendo loro l’opportunità di confrontarsi con un livello di gioco più alto, che altrimenti sarebbe difficile raggiungere. Questo permette di accumulare esperienza preziosa, ma anche di prendere consapevolezza del livello dei tornei maggiori. Oltre a questo, credo che sia stato determinante il lavoro di squadra di tutto il sistema: quando vedi sempre più giocatori italiani ottenere risultati importanti, i più giovani iniziano a crederci di più e cambiano mentalità. È un processo che spinge tutto il movimento verso l’alto.
    Il tennista è un globetrotter sempre in giro per il mondo… C’è qualcosa che ti pesa in questa vita frenetica, tra mille aerei e continui spostamenti, e qualcos’altro che invece ti piace da morire e non cambieresti mai?
    Non c’è qualcosa che amo in modo assoluto o che non mi piace per niente. Sicuramente una delle cose che apprezzo di più è viaggiare: adoro scoprire nuove città e vivere l’esperienza dei tornei in posti diversi. Allo stesso tempo, però, la stagione è lunga e impegnativa, quindi ha i suoi pro e contro. Viaggiare è stimolante, ma alla fine dell’anno si sente la fatica.
    Dall’inizio di questa stagione sei entrato nella “famiglia” di Armani – EA7, brand simbolo della classe ed eleganza italiana. Che rapporto hai con la moda, è un mondo che ti interessa?
    Ho cominciato ad appassionarmi un po’ di più l’anno scorso quando ho fatto il primo contratto fuori dal campo con Golden Goose e poi quest’anno con Armani è stata un’evoluzione in cui siamo riusciti ad unire lo stile fuori dal campo e dentro al campo. È una cosa prendo anche come interesse al di fuori del tennis e dello sport, quando esco a cena o con amici mi piace cercare di vestirmi bene dai.
    Ringraziandoti per la tua disponibilità, un’ultima domanda. Devi giocare il match della vita: su quale superficie lo giochi, e perché?
    Campo centrale dello US Open. Atmosfera fantastica e giocare in America mi è sempre piaciuto.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Musetti, reazione controllata. E vincente

    Lorenzo Musetti (foto Brigitte Grassotti)

    L’evoluzione e l’affermazione personale mica sono dei processi immediati, facili e indolore. Tutt’altro. Ne prendi di mazzate in faccia cercando di crescere e migliorare; trangugi calici di fiele amarissima dopo errori e incertezze, con passi falsi che ti fanno cadere rovinosamente e ti riportano indietro, ancor più triste e insicuro sul da farsi. La via però è tracciata, nella vita e nello sport: se voglio arrivare, devo prendermi il rischio di affrontare i miei demoni e insistere, prendere a calci nel sedere tutte le paure che zavorrano i miei sogni e affrontare di petto le situazioni più scomode. Non c’è altro modo per crescere, migliorare, e vincere. È la necessaria evoluzione che porta al miglioramento, diventando una versione diversa e migliore di se stessi. Per Treccani la definizione di Evoluzione è “Ogni processo di trasformazione, graduale e continuo, per cui una data realtà passa da uno stato all’altro – quest’ultimo inteso generalmente come più perfezionato – attraverso cambiamenti successivi”. Cambiamenti successivi che avvengono in modo diseguale, a volte con scale logaritmiche, altri lenti lenti anche se hai voglia di spingere. Questa settimana sul rosso di Monte Carlo abbiamo assistito ad una crescita esponenziale del nostro Lorenzo “il Magnifico” Musetti, talento purissimo del nostro tennis per la prima volta in finale in un Masters 1000, con il best ranking in tasca e la grandissima sfida di fronte: provare a battere di nuovo in una finale Carlos Alcaraz, per ripetere il sogno di Amburgo 2022 in un contesto e torneo ancor più bello e importante.
    La definizione di Treccani su cosa sia evoluzione è asciutta e precisa, ma se vogliamo portarla nelle corde e pensieri di Musetti preferisco chiamarla “Reazione Controllata”. Tutti conosciamo la qualità tecnica del toscano, quella manualità da giocoliere innata, quel senso per la palla assoluto che gli permette di domare le traiettorie al suo volere e generare sorpresa e meraviglia come pochi. Non sempre questo talento è stato accompagnato dalla necessaria convinzione, attitudine positiva e resistenza per reggere alla pugna di avversari tosti e motivati, e sono uscite troppe brutte sconfitte. Alti e bassi. Nell’estate del 2024 e poi anche in autunno “Muso” ha fatto un cambio di passo importantissimo, partendo dall’erba che necessariamente l’ha costretto ad adattare il suo modo di approcciare la palla per non venir travolto e questo ha acceso in lui una nuova piccola grande consapevolezza di poter accelerare non solo la palla ma anche schemi e velocità d’impatto. I risultati parlano chiaro, ha esaltato e vinto tanto. È arrivato il bronzo olimpico, finali, ottime vittorie contro grandi tennisti e pure la semifinale a Wimbledon, che oggettivamente resta il suo miglior risultato in carriera per il peso specifico del torneo. Poi non sempre tutto resta stabile, e qualche passo indietro c’è stato… Non lo dicono solo i risultati, lo si è visto da un attitudine tornata un po’ incerta, senza una adeguata capace di reazione e di controllo di se stesso per reggere e ripartire con ancor più impeto e convinzione. Dopo una partenza di 2025 a dir poco traballante, ecco che a Monte Carlo, sulla terra di casa, Lorenzo ha di nuovo spiccato il volo. E non parlo della finale raggiunta, con pieno merito: mi riferisco a come è stato in campo in ogni vittoria, conquistata con sudore, fatica e una reazione controllata.
    Se lasciamo perdere la vittoria contro Berrettini, partita strana anche per colpa di un Matteo mai acceso e presente, Musetti si è fatto largo nel Principato con una serie di battaglie davvero dure e intense, tutte partite nelle quali è scivolato giù, in modo netto e brutale. Anzi, non è riuscito proprio ad accendersi. Ogni avversario l’ha messo sotto fin dai primi punti sul piano del gioco, dell’aggressività, della spinta, della intensità. Lorenzo è partito male, lento e bloccato. Ma… ha reagito e l’ha fatto con enorme controllo di se stesso, dei propri nervi e dei propri colpi. Non so se oggi “Lori” farà l’ennesima prodezza andando a stanare e battere il 4 volte campione Slam “Carlito”, sarebbe qualcosa di enorme… ma anche se la sua corsa dovesse arrestarsi in finale e sarà l’altro ad alzare la bella coppa dalle mani del Principe Alberto, Musetti questa settimana ha stravinto. Ha fatto qualcosa di importantissimo perché ha lavorato benissimo su se stesso e ha tratto nuove forze e consapevolezze, mettendo saldi mattoncini nelle fondamenta su cui costruire un Campione ancor più forte e vincente. La reazione controllata con la quale Lorenzo ha gestito le difficoltà e gli svantaggi, netti e durissimi, è più di un match point in un Masters 1000, ha un valore inestimabile.
    Musetti in passato aveva compiuto importanti imprese e anche rimontato situazioni difficili, ma era più facile che al contrario partisse a spron battuto e poi, sulla reazione e rilancio dell’avversario, non trovasse la forza e determinazione alzarsi sui pedali e scattare ancor più forte dietro all’avversario, per riprenderlo e staccarlo di nuovo. È accaduto più volte contro Djokovic, per esempio, e non solo. Per questo la sua corsa a Monte Carlo è stata dura e bellissima, diversa e ancor più importante. La sua capacita di non farsi travolgere da una partenza lenta e difficile, restando calmo e riprendendo campo, e gioco, palla dopo palla è una novità decisiva. Tutti gli avversari sono (giustamente) partiti molto forte per metterlo spalle al muro, metri dietro a rincorrere e difendere. Se lo schiaccio subito, il più è fatto. Una tattica dei rivali che più e più volte ha demolito le certezze del toscano, sconfiggendolo seccamente. Questa settimana no: Musetti ha retto, di testa e di forza fisica. Ha avuto la lucidità e pazienza di trovare nella difficoltà migliori sensazioni e cambiare tecnicamente la partita. In quasi tutte le partite è andato sotto perché preso in velocità dall’avversario, bravo a prendersi campo. La reazione di Lorenzo è stata forte e calma: in modo assai risoluto non si è perso nel nervosismo, ha iniziato a caricare bene i colpi allottando il rivale dalla riga di fondo con drive belli sostanziosi ma con poco rischio, alternati a tagli e improvvisi strappi, da palle lente ad altre molto più veloci. Ha fatto perdere i riferimenti all’altro, ha riguadagnato campo o almeno ha alzato la forza dei suoi colpi, spingendo tanto e sbagliando poco. Da difesa ad attacco, con un servizio più continuo, una risposta più ficcante, un controllo maggiore del centro del campo col primo colpo dopo il servizio, quello che è diventato il vero termometro della sua prestazione. Si è messo fisicamente in partita con una reazione importante e assolutamente controllata, senza smadonnare (o episodicamente), focalizzato nel convogliare ogni stilla di energia fisica e mentale nello spingere ed accarezzare la palla, niente attitudine auto-distruttiva ma solo voglia di reagire e vincere. C’è riuscito con alti e bassi, ma ce l’ha fatta, dimostrando in primis a se stesso di aver dentro di sé tanta di quella forza e coraggio da non temere niente e nessuno.
    Questo Musetti un po’ meno champagne, più metodico e risoluto, è tanto inedito quanto interessante perché a questa nuova dimensione riesce ad aggiungere quella magia di gioco e perle tecniche che creano la differenza, spaccano gli scambi e lo portano a sorprendere gli avversari. Carlos Alcaraz è una leggenda in divenire. Sta vivendo una fase non facile, con fiammate assolute ma anche incertezze e crolli verticali a livello mentale. Musetti può provarci, può giocare solido e poi cambiare tutto, accattare e difendersi. Solo di difesa non vincerà mai, ma servirà anche quella perché Alcaraz proverà ovviamente a comandare. Servirà la partita quasi perfetta, è molto probabile che la coppa voli in Spagna, ma se il murciano sarà più forte, lo applaudiremo. L’importante è che Lorenzo giochi la sua partita, a viso aperto, sperando anche abbia ancora abbastanza energie per farlo (è stato oltre 4 ore in più in campo dell’altro). Se giocherà una bella finale, mettendo in campo classe tecnica e questa calma e lucidità ammirata in tutto il torneo anche nei momenti più difficili, sarà comunque un successo. Sarà una grande esperienza. Chiaro, una finale è ancora più bello vincerla…
    Buona finale a tutti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    In Francia ci credono, ma Fils può insidiare Alcaraz?

    Arthur Fils (foto Brigitte Grassotti)

    Arthur Fils può realmente insidiare e sconfiggere Carlos Alcaraz nei quarti di Monte Carlo? Con l’era d’oro di Monfils e Gasquet agli sgoccioli, in Francia si punta forte sul talento, agonismo e potenza del 20enne di Bondoufle che nel 2025 sta avendo un rendimento ad alto livello piuttosto costante, come dimostrano i quarti di finale raggiunti sia a Indian Wells che a Miami e il best ranking “virtuale” nella classifica Live di n.13. Se Fils riuscisse nell’impresa di battere Alcaraz e poi vincere il torneo del Principato, arriverebbe addirittura a 3620 punti, una quota che lo isserebbe intorno al settimo posto dietro Draper. Ma è meglio andare cauti, un passo alla volta, visto che l’avversario odierno a Monte Carlo è Alcaraz, campione in carica a Roland Garros e tennista capace di picchi di rendimento assoluti.
    Fils è piuttosto diverso da Alcaraz: poca inventiva e tutta sostanza, un tennis potente in progressione, muscolare, a tratti davvero importante per ritmo e sostanza. I due non si sono mai affrontati in carriera. Arthur ha le armi per sbaragliare la qualità e fantasia dello spagnolo? Secondo alcuni analisti francesi, molto dipenderà dall’approccio di Fils alla partita. Se lascerà il comando del gioco a Carlos o comunque non riuscirà a comandare, non sarà facile vincerla di rimessa e difesa, quindi particolare attenzione dovrà essere riservata ai colpi d’inizio di gioco. Sicuramente il quattro volte campione Slam proverà  ad entrare forte dalla risposta, pertanto tante prime palle in gioco per il francese sembra essere la condizione base per restare in partita Il Mantra per il parigino sarà colpire forte e profondo, provare ad imporre un ritmo talmente alto e continuo da impedire ad Alcaraz di prendere in mano lo scambio, poiché con le sue variazioni continue e strappi ad altissima velocità lo spagnolo può aprirsi il campo e diventare imprendibile, per Arthur e quasi tutti i rivali.
    Fils dovrà cercare di far sentire al rivale tutta la sua fisicità e portare la partita sulla lotta, un agonismo che nell’ultimo periodo Alcaraz ha sofferto, finendo per esagerare nella ricerca della pallata a chiudere o rischiando attacchi verso la rete non così efficaci. La palla corta potrebbe essere un altro aspetto tecnico rilevante: i campi di Monte Carlo sono ottimi, come ogni anno, ma la smorzata funziona perché il manto in terra tende a rallentare parecchio e quindi afflosciare tanto il rimbalzo. Carlos è un maestro del colpo, quindi Fils dovrà stare molto attento a correre in avanti. Al contrario Fils non dovrà più di tanto affidarsi a questa scelta, poiché se si gioca sotto rete di mano, Carlos è tra i più forti. Fils è un vero “toro”, potente, consistente, servirà una grande prestazione e un piglio da grande giocatore per far sentire la propria presenza all’avversario e far salire la tensione, visti i tanti black out sofferti nell’ultimo periodo dall’iberico.
    Questi sono gli aspetti che più di altri potranno contare a livello tecnico in una sfida che vista la giovane età dei due contendenti potrebbe diventare un classico sul “rosso” e non solo. C’è curiosità per una partita molto attesa. Speriamo possa essere un bello spettacolo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sorpresa a Monte Carlo: Tabilo sgambetta di nuovo Djokovic!

    Alejandro Tabilo (foto Brigitte Grassotti)

    Sono davvero pochi i tennisti con un record positivo negli head to head contro Novak Djokovic. Alejandro Tabilo è tra questi, due partite e due vittorie contro il più vincente dell’era moderna, la seconda appena ottenuta nel secondo turno del Masters 1000 di Monte Carlo in corso questa settimana sulla terra rossa del Principato. Dopo la vittoria dell’anno scorso a Roma, contro un Novak irriconoscibile, il cileno si ripete anche nel loro secondo scontro andato in scena sul Centre court di Monte Carlo, con un 6-3 6-4 piuttosto netto frutto di una sua grande prestazione e, nuovamente, un Djokovic tutt’altro che al meglio.
    Tabilo è arrivato a Monte Carlo con ben poche certezze in un 2025 che gli ha regalato solo 2 vittorie a fronte di ben 9 sconfitte, ma contro il tennis poco incisivo e piuttosto falloso del serbo ha ritrovato qualità in spinta, in particolare col suo diritto mancino contro quello di Novak, spesso incerto e fuori equilibrio. Bravo Alejandro a disputare una partita aggressiva con ottimi numeri al servizio (63% di prime palle in gioco, vincendo l’81% dei punti, ed eccellente il 50% con la seconda palle contro un formidabile ribattitore come il serbo) e comandare buona parte degli scambi con accelerazioni precise e anche diverse palle corte, che sul campo piuttosto lento del Principato sono state molto efficaci. Il cileno è stato bravo a non dare molto ritmo a Novak che, evidentemente, di ritmo e buon feeling ne aveva ben poco, e questa continua alternanza di accelerazioni, tagli e contro piedi non ha mai consentito al serbo di salire di livello e mettere pressione all’avversario. Sicuramente Novak non ha disputato una buona partita, ma c’è molto merito del sudamericano per come ha gestito la situazione e ha portato a casa una vittoria per lui importantissima.

    The moment Tabilo secured his second win over Novak Djokovic 🙌 #RolexMonteCarloMasters https://t.co/Si8sKNnAzT pic.twitter.com/kogc8QEbYg
    — Tennis TV (@TennisTV) April 9, 2025

    Per Djokovic era la prima partita su terra battuta in stagione (e dalla vittoria dell’Oro olimpico a Parigi 2024) dopo la finale persa a Miami contro Mensik, quindi era abbastanza scontato trovarlo non al massimo della forma tecnica, ma è parso piuttosto incerto in tutti i colpi e in particolare alla risposta, il colpo storicamente più costante del suo repertorio e che gli ha consentito di centrare risultati incredibili. Ma tanti sono stati gli errori del serbo anche col rovescio in scambio, fuori ritmo e spesso molto incerto anche sulla scelta tattica da prendere. Alla fine sono stati ben 29 gli errori di Djokovic a fronte di 18 vincenti, ma oltre ai numeri è la mancanza di intensità e anche di una reazione veemente ad aver impressionato in negativo nella sua prestazione.

    3 – Alejandro Tabilo is third player to not have lost against Novak Djokovic after facing him on multiple occasions at ATP level along with Marat Safin and Jiri Vesely. Victorious. #RolexMonteCarloMasters | @ROLEXMCMASTERS @atptour @ATPMediaInfo pic.twitter.com/AIsddFtdpq
    — OptaAce (@OptaAce) April 9, 2025
    Incredibile che Tabilo in due partite contro Djokovic ha concesso solo 12 game! E non finisce qua: è il terzo tennista, con Vesely a Safin, a non aver mai perso contro Djokovic avendolo affrontato più di una volta. Solo Nadal su terra battuta ha un record migliore del cileno contro il serbo (20 vittorie e 9 sconfitte per Rafa). Tabilo negli ottavi di finale troverà probabilmente Dimitrov. Djokovic dovrà riflettere su questa brutta sconfitta, che non apre affatto bene la sua stagione sul “rosso”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Monte Carlo: Cobolli cede nel “braccio di ferro” contro Fils

    Flavio Cobolli (foto Getty Images)

    Quando si affrontano due avversari con un gioco relativamente simile, un tennis poderoso in progressione, è chiaro che la partita possa diventare un vero e proprio braccio ferro e che la forza fisica e freschezza alla fine si rivelino decisive. Flavio Cobolli ci prova con tutte le forze che gli sono rimaste in corpo dopo la corsa vincente a Bucarest e la sua solita combattività, ma Arthur Fils è più dinamico, potente e sicuro, e anche il servizio sostiene di più il suo gioco. Il parigino supera il romano per 6-2 6-4 e si qualifica per gli ottavi di finale del Masters 1000 di Monte Carlo. Esce di scena invece “Cobbo”, ma solo applausi per come c’ha provato, ha spinto ed ha accettato lo scontro con un avversario davvero tosto e in buonissima condizione. Affrontare un avversario che porta in campo armi simili alla proprie ma con una marcia in più nel fisico diventa una sfida quasi impossibile da vincere. E la sfida diventa ancor più complicata se non riesci a ricavare punti diretti – o importanti aperture di campo – col servizio, mentre l’avversario martella con la prima palla e gioca una seconda molto carica di spin e complessa da domare.
    La partita si è messa ben presto in salita per Flavio. È stato subito evidente che la brillantezza nelle gambe non c’era, un leggero ritardo nell’andare sulla palla e poco di quel vigore nelle caviglie e reattività che, quando al meglio, rendono il romano un concentrato favoloso di energia e potenza e sostengono la sua prestazione. Per questo Cobolli ha scelto di far correre il braccio a tutta per non finire “stritolato” dal pressing di Fils, al contrario in grande spolvero sul piano atletico. Purtroppo il rischio di Flavio è stato eccessivo e sono arrivati troppi errori, con Arthur bravo a capitalizzare il momento, pressare con grande intensità e rischiare poco per non regalare niente all’italiano. Ogni volta che lo scambio diventava una battaglia a chi tirava più forte, quasi sempre ne è uscito vincitore Fils e il primo set è filato via senza alcun patema. Ad aggravare i problemi di Cobolli pure un modestissimo 54% di prime palle in gioco, vincendo solo il 38% dei punti, un dato questo che ben spiega il netto 6-2 rimediato, con 14 errori e solo 3 vincenti. Arthur l’ha messo sotto, e Flavio non ha trovato modo di variare o spezzare il forcing del rivale.
    Dal secondo set Cobolli si è un po’ sciolto, il servizio è salito di livello e ha scelto saggiamente di accelerare il più possibile col lungo linea, sia di diritto che di rovescio. È una tattica corretta quando vuoi far perdere al rivale il controllo dello scambio dal centro del campo, e così portarlo a correre tanto e giocare sulle diagonali. Qualche rovescio in contro balzo è stato eccellente da parte di Flavio, così che per buona parte del set c’è stata partita. Purtroppo sul 4 pari il romano è tornato a forzare e Fils si è preso di prepotenza, con una risposta “bestiale”, il break decisivo, sull’ennesima seconda palla del nostro. Sipario. Cobolli ha chiuso il match con un dato statistico singolare: ha vinto il 54% dei punti con la prima palla in gioco, e il 58% con la seconda, un rendimento di poco superiore. Si spiega con una motivazione tecnica: sulla prima di servizio, se non abbastanza incisiva, Fils ha trovato velocità per entrare di forza, come un vero e proprio uppercut pugilistico; mentre sulla seconda palla dell’azzurro, più lavorata, ha trovato spin e meno vigore. In generale, resta sempre meglio mettere tante prime palle e aprirsi spazio sul campo, Cobolli oggi c’è riuscito solo in parte, per una giornata non buona complessivamente e anche per la qualità davvero alta del parigino in risposta.
    Su terra battuta questo Fils è davvero un avversario assai tosto: ha potenza, vigore, spinge e rincorre con due gambe poderose, e poi riesce a gestire sia lo scambio con tanta rotazione che cambiare all’improvviso con una bordata a tutto braccio. Per impensierirlo è necessario giocare con grande qualità nei colpi d’inizio gioco, pressandolo tanto in risposta, e quindi spezzargli il ritmo nello scambio con tagli, rallentare e quindi accelerare, per non dargli punti di riferimento e “punch” da sfruttare suo favore. Non la tattica che Cobolli predilige e oggi, un po’ depotenziato dalla fatica delle tante partite giocate in pochi giorni, era altrettanto difficile reggere nel braccio di ferro e vincerla di potenza e resistenza. Con questo Fils, è una sconfitta che ci sta.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Cobolli entra male nel match:s spinge forte ma diritto non funziona e crolla sotto 0-40. Salva le prime due palle break (difficilissima la volée alta sul 15-40), ma sul 30-40 Fils è solido e un altro diritto di Flavio vola via. BREAK Fils, che nonostante un doppio fallo è bravo a rimontare da 15-30 tirando fortissimo dal centro del campo e consolidare il vantaggio sul 2-0. Ci si aspettava una partita muscolare e così è, entrambi picchiano duro di ritmo, vero e proprio braccio di ferro cercando di portare fuori giri l’avversario. Cobolli gioca un buonissimo terzo game, pronto ad anticipare la palla col rovescio e sparare a tutta in lungo linea, 2-1. Flavio cerca di entrare in risposta, del resto il rischio è il suo mestiere… ma esagera un po’ anche su servizi potenti e angolati. Arthur è solido, verticalizza dal centro del campo e impone la sua esuberanza fisica. 3-1. Nel quinto game Cobolli torna a sbagliare troppo, solleticato sul rovescio dalla pressione del rivale. Nemmeno la prima di servizio sostiene il romano nel momento delicato, e un errore di volo su di una palla un po’ lenta ma non difficile gli costa lo 0-40. Il secondo BREAK arriva subito, con una bordata di rovescio del francese che lascia immobile l’italiano. 4-1. Fils bada al sodo, spinge la palla con grande intensità e Cobolli è in grave difficoltà ad andare sopra alla potenza del rivale. Arthur serve anche discretamente bene e si porta 5-1. Purtroppo Cobolli invece non trova aiuto dal servizio e col diritto sbaglia troppo, si prende rischi eccessivi intuendo che di sola costruzione non riesce a “sfondare” la resistenza del rivale. 0-30 e poi 15-40, due Set Point Fils. Sul primo regala il francese, la risposta è out; sul secondo idem. Cobolli regge e infila quattro punti consecutivi, per il 5-2. Piccolo raggio di luce in un set negativo, ma Flavio non riesce a trovare il modo di incidere in risposta, Fils chiude con un Ace il set per 6-2, assolutamente meritato e score fedele dell’andamento della partita. Tanto Fils, potente e preciso, poco Cobolli, che sembra tornare sulla panchina quasi incerto sul continuare o meno. 14 errori per l’azzurro, tanti e quasi tutti provocati dal pressing del francese.
    Cobolli si rimette a spingere all’avvio del secondo set, trova un paio di buoni schemi in costruzione e vince il game, 1-0, può fare corsa di testa. Fils continua a martellare senza problemi nei suoi game, impressionante la potenza del diritto dopo il servizio, una vera mazzata difficile da contenere. 1 pari. Flavio cerca accelerazioni lungo linea per far correre lateralmente il rivale e spostarlo dal centro del campo, e finalmente la prima di servizio marca presente, nonostante un doppio fallo compensato da due errori del rivale. Buon game e 2-1 Cobolli. Fils rischia la prima palla corta del match, e funziona, 2 pari. Nel quinto game Arthur si fa minaccioso in risposta, vince il quarto punto con un forcing micidiale, 30 pari, e seconda di servizio… Pericolo, ma qua Fils regala con una risposta pessima. Di nuovo poche prime palle per Flavio, il game va ai vantaggi. Flavio risolve con un’accelerazione di rovescio favolosa, forse la miglior esecuzione tecnica del suo match finora, 3-2. Nel sesto game Fils sbaglia due punti, un primo calo di tensione, probabilmente nell’attenzione dopo un’ora di tennis quasi perfetta, 15-30. Cobolli è bravissimo a fiutare il momento: risposta carica, gran diritto lungo linea e via avanti a chiudere di volo con un tocco non facile. 15-40, prime palle break per il romano. Arthur salva la prima col servizio, 30-40; sulla seconda sorprende Flavio con una smorzata ottima e poi bravo a toccare sul net e chiudere con lo smash, bravo. 3 pari. C’è partita, Flavio è più sciolto, riesce a forzare qualche errore nel rivale, anche se a livello di spinta resta sotto a quella del parigino. Con buon servizio si porta 4-3, resta avanti nello score e c’è battaglia anche nell’ottavo game, con il romano pronto a correre e far giocare tante palle al rivale. Fils si aggrappa al servizio, ai vantaggi si porta 4 pari ma i due in questa fase sono molto più vicini. Purtroppo nel nono game Cobolli sbaglia di pochisismo un diritto e poi un rovescio, sotto la pressione della risposta di Arthur, muore in rete. 15-40, due palle break a dir poco delicate… Flavio si prende un rischio enorme con un diritto cross, strettissimo, che pizzica la riga, 30-40. La prima palla non va… e Fils tira una risposta potentissima letteralmente nei piedi di Flavio che non riesce a far spazio alla palla e spedisce in tribuna. BREAK Fils, 5-4, serve per chiudere. E serve bene, sicuro nella spinta e pronto anche a scendere a rete a chiudere di volo. 40-0, tre Match Point. Flavio salva il primo con un bel diritto cross che sorprende il rivale, ma non tiene in campo la risposta sul secondo. Finisce 6-4, un bell’abbraccio tra i due a rete. Cobolli c’ha provato, ha spinto ma il francese è stato più forte, soprattutto fisicamente, e la differenza in campo si è notata.

    Flavio Cobolli vs Arthur Fils ATP Monte-Carlo Flavio Cobolli24 Arthur Fils [12]66 Vincitore: Fils ServizioSvolgimentoSet 2A. Fils 15-0 30-0 40-0 40-154-5 → 4-6F. Cobolli 15-0 15-15 15-30 15-40 30-404-4 → 4-5A. Fils 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 A-404-3 → 4-4F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 40-153-3 → 4-3A. Fils 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-403-2 → 3-3F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-402-2 → 3-2A. Fils 15-0 15-15 15-30 30-30 40-302-1 → 2-2F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 df 40-151-1 → 2-1A. Fils 15-0 30-0 40-0 40-151-0 → 1-1F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1A. Fils 15-0 30-0 40-0 ace2-5 → 2-6F. Cobolli 0-15 0-30 15-30 30-40 40-40 A-401-5 → 2-5A. Fils 15-0 15-15 30-15 40-151-4 → 1-5F. Cobolli 0-15 0-30 0-401-3 → 1-4A. Fils 0-15 15-15 15-30 30-30 40-301-2 → 1-3F. Cobolli 15-0 30-0 40-0 40-15 40-300-2 → 1-2A. Fils 0-15 df 15-15 15-30 30-30 40-300-1 → 0-2F. Cobolli 0-15 0-30 0-40 15-40 30-400-0 → 0-1

    Statistica
    Cobolli 🇮🇹
    Fils 🇫🇷

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    229
    302

    Ace
    0
    1

    Doppi falli
    2
    1

    Prima di servizio
    28/54 (52%)
    32/53 (60%)

    Punti vinti sulla prima
    15/28 (54%)
    24/32 (75%)

    Punti vinti sulla seconda
    15/26 (58%)
    14/21 (67%)

    Palle break salvate
    5/8 (63%)
    2/2 (100%)

    Giochi di servizio giocati
    9
    9

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    58
    160

    Punti vinti sulla prima di servizio
    8/32 (25%)
    13/28 (46%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    7/21 (33%)
    11/26 (42%)

    Palle break convertite
    0/2 (0%)
    3/8 (38%)

    Giochi di risposta giocati
    9
    9

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    3/6 (50%)
    8/9 (89%)

    Vincenti
    12
    13

    Errori non forzati
    23
    17

    Punti vinti al servizio
    30/54 (56%)
    38/53 (72%)

    Punti vinti in risposta
    15/53 (28%)
    24/54 (44%)

    Totale punti vinti
    45/107 (42%)
    62/107 (58%)

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    209 km/h (129 mph)
    212 km/h (131 mph)

    Velocità media prima
    183 km/h (113 mph)
    198 km/h (123 mph)

    Velocità media seconda
    153 km/h (95 mph)
    158 km/h (98 mph) LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Monte Carlo: energia e intensità, Cobolli demolisce Lajovic

    Flavio Cobolli (foto Brigitte Grassotti)

    Tra Bucarest e il Country Club di Monte Carlo c’è un abisso, una differenza che va ben oltre ai quasi 2000 km di distanza, dalla meravigliosa vista mare e clima umido della Costa Azzurra al freddo quasi invernale della Romania, dove oltretutto i campi in terra battuta dell’ATP 250 concluso domenica scorsa erano un “filo” meno regolari di quelli lussureggianti del Principato… Anche solo per questo Flavio Cobolli è stato bravissimo a gestire il passaggio repentino, quasi un triplo salto mortale, e continuare la striscia vincente iniziata a Bucarest con un convincente successo contro Dusan Lajovic nel primo turno del Masters 1000 di Monte Carlo. Il 6-4 6-2 in 73 minuti di gioco è persino bugiardo, Flavio ha dominato l’incontro e se non fosse incappato in qualche errore di troppo nell’ottavo game, servendo per il primo set, lo score sarebbe stato ancor più netto a suo favore. Cobolli ha disputato una partita molto positiva, condotta con tantissima energia e dominando il serbo con accelerazioni splendide e un vigore nella spinta che ha travolto la resistenza del rivale, nonostante avesse nelle gambe (e nella testa) la fatica accumulata con la cavalcata vincente della scorsa settimana. Molto bene in risposta Flavio, mentre al servizio può e deve fare meglio, anche se oggi oggettivamente non ne ha avuto così tanto bisogno poiché il gap con Dusan è stato davvero netto.
    Dopo pochi colpi si è vista subito la travolgente voglia di “Cobbo” di spingere, di prendersi metri di campo con vigore, saltando sulla palla del rivale e picchiando con un’intensità che Lajovic non è quasi mai riuscito a gestire e controbattere. Il serbo qua ha fatto anche finale (perdendo da Fognini nel 2019), ha mano e schemi per essere un tennista pericoloso sul “rosso” ma il suo tennis di talento ha bisogno di tempo per esser costruito, per trovare il varco dopo una palla lenta o carica e quindi un cambio di ritmo; Cobolli è stato bravissimo ad “azzannarlo” sportivamente, non lasciandolo mai rifiatare sotto una gragnola di pallate profonde e intense. È pure parso in discreta difficoltà fisica Dusan quando le traiettorie del nostro atterravano nei pressi della riga di fondo, senza la necessaria velocità di piedi per far spazio alla palla e rigiocare un colpo efficace. La risposta di Cobolli è stato il singolo colpo che più ha spostato a suo favore l’equilibrio del match: ha disarmato la battuta del serbo e allo stesso tempo si è preso spazio sul campo, prontissimo a scaricare i suoi diritti davvero efficaci e pesanti. Qualche errore di troppo per il romano, in particolare quando ha un po’ esagerato nella spinta, ma sono arrivati in particolare quando era avanti nel punteggio e la sua esuberanza l’ha portato a perdere un po’ di controllo. L’unica vera sbavatura della partita è stato il contro break subito nel primo set, ma per fortuna il vantaggio era importante e questo non ha complicato più di tanto l’incontro.
    La fiducia e la ritrovata forma fisica di Cobolli vanno di pari passo, e lo si è visto nettamente nella partita appena vinta a Monte Carlo. Lajovic nel suo miglior momento ha cercato di alzare la parabola col diritto giocando palle profonde e più lente, in modo da non dare “punch” e ritmo all’azzurro, ma Flavio sta talmente bene fisicamente ed è così centrato e lucido da aver gestito questa situazione alla grande, con il tempo per andare o in anticipo, quasi di contro balzo col rovescio, oppure saltare e quindi scaraventare tanta forza sulla palla col diritto, soluzioni che puoi controllare solo quando stai davvero bene, sei in fiducia e prontissimo a spremere le proprie energie sino in fondo. Troppe settimane passate perdendo al primo turno hanno scatenato in Cobolli un’enorme voglia di vincere, di giocare, di picchiare la palla e di spaccare tutto. Questa voglia fortissima la ritrovi in campo nella sua energia, in come martella e continua a farlo senza soluzione di continuità. E i risultati parlano per lui, finalmente. Al prossimo turno la sfida sarà ancor più importante: uno tra Fils o Griekspoor. Ma “Cobbo” c’è, e per batterlo devi giocare bene e tenerlo fermo. Agli altri provarci.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    L’incontro scatta con Lajovic al servizio. Manovra bene la palla il serbo, qua finalista sconfitto la Fognini, del resto la sua mano è ottima. Cobolli sul 40-15 in risposta aziona tutta la strapotenza del suo diritto in salto, bordata terrificante e suo primo big-point. Perde controllo nello scambio Dusan e ai vantaggi è Flavio a spaccare tutto con un’altra sassata col diritto in salto, che gli vale palla break, e il BREAK se lo prende il romano con una risposta poderosa che Lajovic non controlla. 1-0. Non parte bene al servizio Cobolli, un doppio fallo gli costa il 15-30 e un’ingenuità sotto rete il 15-40. Il Contro BREAK arriva sul 30-40, il serbo si difende dal forcing del rivale e alla fine è Flavio a colpire di poco lungo. 1 pari. La bagarre non si arresta perché Cobolli martella a tutto braccio in risposta, magnifica quella vincente che lo porta 0-30. Ancor più bello l’attacco con una diagonale di rovescio precisissima seguita a rete con timing eccellente. Cobolli strappa un altro BREAK a zero con un passante solido, 2-1. Stavolta l’azzurro gestisce meglio il suo game di servizio, che chiude a 30 con un Ace, il primo del match, per il 3-1, quindi continua a pressare l’avversario dalla risposta. Lajovic prova ad alzare la parabola e non dare una palla facile da spingere, ma Cobolli se la va a cercare la palla con tantissima energia e in risposta è spettacolare, un vero martello. Un’atra bordata sul 15-30 gli vale altre due palle break. Sulla prima Cobolli cerca il vincente lungo linea ma esce di poco, ma sul 30-40 trova il jolly, un passante strettissimo di diritto che fulmina un attacco tutt’altro che malvagio del rivale. BREAK e 4-1 Cobolli, enorme il gap di spinta ed energia tra i due, come quello nella copertura del campo. Con un altro buon turno di servizio Flavio vola avanti 5-1, poi il set all’improvviso si complica. Lajovic nonostante un doppio fallo si porta 5-2 e in risposta inizia a caricare i suoi colpi con più spin, e questo spezza un po’ il ritmo di Cobolli che trova con meno facilità la palla. Flavio rimonta da 0-30 ma il game va ai vantaggi e il servizio non lo sostiene. Un brutto diritto sparacchiato a rete, pessima esecuzione assai scomposta, gli costa una palla break e Lajovic sfrutta l’occasione con una risposta molto carica e poi un diritto stretto e precisissimo, imprendibile. BREAK e 5-3. Flavio cerca il riscatto immediato rimettendo tutta la potenza del suo braccio nella palla, fin dalla risposta e Dusan subisce, un po’ pesante nel correre avanti su di un tocco corto. 15-40, due Set Point per Cobolli. Out la risposta di Cobolli sul primo, out un rovescio in recupero sul secondo. Lajovic da 5-1 risale 5-4. Cobolli serve per il set e prende il game di petto, spingendo dal centro del campo con decisione, ma senza sbagliare. 40-0, altri tre Set Point. Non sfrutta i primi due, per fortuna sul 40-30 attacca bene col diritto e quindi tocca di volo in contro piede con buona precisione. 6-4 Cobolli, solo il 44% di prime in campo per lui, troppo poche, e qualche errore di troppo, ma anche una superiorità in spinta evidente (con 13 vincenti a 5).
    Il secondo set riparte col serbo alla battuta. Sull’1 pari Cobolli cambia marcia in risposta, bellissima la progressione sullo 0-15 con due accelerazioni lungo linea, una di diritto e l’altra di rovescio una più bella ed efficace dell’alta, schema eccellente che lo porta 0-30. Lajovic colpisce un diritto da fermo che muore malamente in corridoio, ecco le chance per Flavio sul 15-40. Rischia la botta in risposta col rovescio in salto ma la palla non passa la rete, e sulla seconda chance c’è l’Ace, il secondo della partita. Si salva il serbo, 2-1, ma di nuovo va sotto servendo sul 2 pari. Fa fatica a contenere il forcing di Flavio, cerca di aprire l’angolo ma sbaglia due colpi che gli costano il 15-40 (brutto un diritto cross giocato da fermo, subendo la palla). Cobolli gioca al centro sulla palla break, Lajovic cerca lo strappo vincente col rovescio cross, il suo miglior colpo, ma la palla gli esce di due dita, BREAK Cobolli, avanti 3-2 e servizio. Molto positivo l’azzurro in questa fase, spinge tanto ma lo fa con controllo, senza esagerare, un tennis vivace che gli apre il campo e stronca la resistenza di un Lajovic in evidente difficoltà nel reggere il pressing del nostro giocatore. Con un Ace Flavio chiude un ottimo turno di servizio, vantaggio consolidato sul 4-2 e soprattutto la sensazione di aver in pugno l’avversario, che al contrario si affida ad accelerazioni a bassissima percentuale per cercare il punto. Invece il punto se lo prende di prepotenza “Cobbo”, altro diritto sulla riga, pure bello carico di spin, Dusan quasi non ci prova nemmeno. 15-30. Il servizio aiuta il serbo, ma sul 30 pari uno strappo maestoso col rovescio vale a Cobolli il 30-40 e palla break. Flavio “investe” il rivale con un’altra risposta profondissima, gli vale un altro BREAK e 5-2. Cobolli continua a martellare anche nell’ottavo game, sbaglia non di poco l’accelerazione sul primo match point ma sul 40-30 è più accorto e ci pensa Lajovic a sbagliare col rovescio. La striscia di “Cobbo” continua, come la sua corsa a Monte Carlo. Attende il vincente tra Griekspoor e Fils. Non sarà un match facile, ma questo Cobolli piace assai, come energia ed attitudine.

    Dusan Lajovic vs Flavio Cobolli ATP Monte-Carlo Dusan Lajovic42 Flavio Cobolli66 Vincitore: Cobolli ServizioSvolgimentoSet 2F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 40-15 40-302-5 → 2-6D. Lajovic 0-15 15-15 ace 15-30 30-30 30-402-4 → 2-5F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 40-15 ace2-3 → 2-4D. Lajovic 0-15 0-30 15-30 15-402-2 → 2-3F. Cobolli 15-0 15-15 df 30-15 40-15 40-30 df2-1 → 2-2D. Lajovic 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 ace A-401-1 → 2-1F. Cobolli 15-0 30-0 40-0 40-151-0 → 1-1D. Lajovic 15-0 30-0 40-0 ace0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1F. Cobolli 15-0 30-0 40-0 40-15 40-304-5 → 4-6D. Lajovic 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-403-5 → 4-5F. Cobolli 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A2-5 → 3-5D. Lajovic 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 df1-5 → 2-5F. Cobolli 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-4 → 1-5D. Lajovic 0-15 15-15 15-30 15-40 30-401-3 → 1-4F. Cobolli 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 ace1-2 → 1-3D. Lajovic 0-15 0-30 0-401-1 → 1-2F. Cobolli 0-15 15-15 15-30 df 15-40 30-400-1 → 1-1D. Lajovic 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A0-0 → 0-1

    Statistica
    Lajovic 🇷🇸
    Cobolli 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    213
    251

    Ace
    3
    2

    Doppi falli
    1
    3

    Prima di servizio
    42/57 (74%)
    28/54 (52%)

    Punti vinti sulla prima
    20/42 (48%)
    19/28 (68%)

    Punti vinti sulla seconda
    7/15 (47%)
    14/26 (54%)

    Palle break salvate
    5/10 (50%)
    1/3 (33%)

    Giochi di servizio giocati
    9
    9

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    167
    211

    Punti vinti sulla prima di servizio
    9/28 (32%)
    22/42 (52%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    12/26 (46%)
    8/15 (53%)

    Palle break convertite
    2/3 (67%)
    5/10 (50%)

    Giochi di risposta giocati
    9
    9

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    1/4 (25%)
    12/16 (75%)

    Vincenti
    10
    19

    Errori non forzati
    22
    23

    Punti vinti al servizio
    27/57 (47%)
    33/54 (61%)

    Punti vinti in risposta
    21/54 (39%)
    30/57 (53%)

    Totale punti vinti
    48/111 (43%)
    63/111 (57%)

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    200 km/h (124 mph)
    214 km/h (132 mph)

    Velocità media prima
    180 km/h (111 mph)
    183 km/h (113 mph)

    Velocità media seconda
    152 km/h (94 mph)
    154 km/h (95 mph) LEGGI TUTTO

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    Rublev: “Safin è sempre stato una ispirazione per me. Quanto durerà? Se non lo ascolto, non penso che lui voglia perdere tempo con me”

    Safin e Rublev in allenamento

    C’è curiosità a Monte Carlo per il debutto della nuovissima “strana” coppia Rublev – Safin. L’ex campione di Monte Carlo (2023) ha scelto di inserire nel suo team un personaggio di grandissimo carisma come Marat, tuttavia a corto di esperienza come coach e ai margini del tennis per moltissimi anni. I due hanno passato una settimana insieme a Nimes in occasione del tour di esibizioni UTS e sul rosso del Principato proveranno a testare come funziona la loro connessione con lo stress del tennis Pro. È una scelta curiosa poiché nessuno può mettere in discussione il talento di Safin, pochissimi tennisti della sua epoca riuscirono a dare del tu alla palla e giocare partite straordinarie come lui, ma quel che è sempre mancato al moscovita per restare agganciato al treno di Federer e compagnia è stato certamente l’applicazione in allenamento e la continuità nella concentrazione nel corso di un torneo, spesso anche nella stessa partita. Sulla voglia di spremersi in campo di Rublev nessuno ha dubbi, ma la sua tenuta mentale è davvero modesta e lo penalizza da sempre. Che l’ascendente e carisma di Marat possa farlo svoltare? Andrey ne ha parlato in una breve intervista rilasciata a Monte Carlo.
    “Innanzitutto, Marat è una persona che mi ha ispirato fin da quando ero bambino” dichiara Rublev. “Poi ovviamente lui mi conosce da quando ero bambino e io conosco lui da quando ero piccolo, e più avanti ho iniziato a conoscerlo meglio. È semplicemente una persona fantastica e poi ha attraversato molte cose difficili nella sua carriera”.
    “Ha dovuto lottare contro molte situazioni, ma in passato ho sempre avuto paura di chiedere su quelle cose. Tuttavia dentro di me ho sempre voluto farlo. E alla fine, quando ho scoperto che si sentiva pronto e che stava cercando di lavorare nel tennis, è stato tipo ‘Ok, devo almeno provarci’. Forse non sono io quello giusto per lui, ma almeno devo chiedere. Alla fine è andata e per lui è stato bello iniziare a lavorare con qualcuno che conosce molto bene, tutta la squadra. Penso che sia stato anche utile”.
    Per quanto tempo Safin darà una mano a Rublev? Non c’è un orizzonte definito, tutto dipenderà da come si svolgerà il lavoro e da come Andrey reagirà. “Spero per molto tempo, ma poi dipenderà se gli piacerà lavorare con me o se si stancherà”, confessa Rublev. “Perché penso che se sentisse che non sto facendo le cose che mi dice o che non sto ascoltando, non credo che sprecherebbe il suo tempo con me. Per il momento sto solo cercando di ascoltare e provare cose nuove. Vedremo come funzionerà, cosa porterà o cosa accadrà”.
    Rublev è indubbiamente tra i migliori colpitori del tour, può picchiare la palla con un ritmo e potenza pari a pochi, ma il suo tennis è sempre stato troppo uguale a se stesso, mono dimensionale, e soprattutto penalizzato gravemente dalla difficoltà di reggere la pressione dei momenti più difficili. Vedremo se Marat riuscirà a cambiare qualcosa nel suo modo di interpretare lo scambio, magari rafforzando i colpi di inizio gioco e con una propensione maggiore ad entrare nel campo per chiudere il punto di volo, e soprattutto se sarà in grado di rafforzare la tenuta mentale di Andrey. Questo è un torneo che conosce molto bene avendolo anche vinto. Un contesto ideale per inserire qualche novità.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO