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    Lorenzo Musetti raggiunge la sua prima semifinale su erba a Stoccarda. Bublik si ritira ad inizio terzo set e sarà sfida con Berrettini

    Lorenzo Musetti nella foto – Foto Getty Images

    Lorenzo Musetti non si ferma più! Il talento di Carrara ha centrato la sua prima semifinale in carriera sull’erba, volando tra i migliori quattro del Boss Open di Stoccarda. A spianargli la strada ci ha pensato Alexander Bublik, costretto al ritiro sul punteggio di 4-6, 6-1, 1-0 in favore dell’azzurro. Il kazako, dopo un primo set in cui aveva fatto la voce grossa al servizio, si è spento piano piano, complice un problema fisico che ne ha limitato il rendimento.
    Nei primi giochi, abbiamo assistito al solito Bublik, umorale e imprevedibile. Il kazako ha iniziato la partita con il suo marchio di fabbrica, le tante palle corte (ben sette nei primi due giochi), dando vita a scambi spettacolari con Musetti, altro giocatore di immenso talento. L’italiano sul 3 pari ha ceduto il turno di battuta ai vantaggi e poco dopo il kazako ha chiuso la frazione per 6 a 4,
    Nel secondo parziale, puntuale come un orologio svizzero, è arrivato il passaggio a vuoto di Bublik. Un errore di dritto, una palla corta senza senso e un doppio fallo hanno regalato il break a Musetti, che è volato sul 3-0 e ha annullato una palla break nel quinto game con una grande volée.Bublik, però, non sembrava più lui. Niente giocate per il pubblico, niente colpi ad effetto. Solo un giocatore in difficoltà fisica, che ha alzato bandiera bianca nel secondo set (6-1 Musetti) e ha subito un altro break in avvio di terzo, prima di dire basta e stringere la mano all’azzurro.
    Buona prova di Musetti, che ha annullato 3 palle break su 4 e ha risposto alla grande sulla seconda di Bublik (17/27), neutralizzando anche 13 ace del kazako. Ora, in semifinale, c’è l’attesissimo derby con Matteo Berrettini. Chi vince va in finale, ma una cosa è certa: a Stoccarda, sarà ancora grande Italia!
    ATP Stuttgart Lorenzo Musetti [5]• 0461 Alexander Bublik [3]0610 Vincitore: Musetti ServizioSvolgimentoSet 3L. MusettiA. Bublik 15-0 15-15 df 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A df0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2L. Musetti 15-0 ace 30-0 40-0 40-15 ace5-1 → 6-1A. Bublik 0-15 0-30 15-30 30-30 ace 40-40 40-A df4-1 → 5-1L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 df 40-40 40-A 40-40 A-403-1 → 4-1A. Bublik 15-0 15-15 15-30 df 30-30 ace 40-30 ace 40-40 A-40 ace3-0 → 3-1L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-152-0 → 3-0A. Bublik 15-0 15-15 15-30 15-40 df1-0 → 2-0L. Musetti 15-0 30-0 40-00-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1A. Bublik 15-0 30-0 40-04-5 → 4-6L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 40-303-5 → 4-5A. Bublik 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 ace3-4 → 3-5L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A3-3 → 3-4A. Bublik 15-0 ace 30-0 40-0 40-15 40-30 df 40-40 A-40 40-40 A-403-2 → 3-3L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-152-2 → 3-2A. Bublik 15-0 ace 30-0 ace 40-0 ace2-1 → 2-2L. Musetti 15-0 30-0 40-0 ace1-1 → 2-1A. Bublik 15-0 30-0 ace 30-15 40-151-0 → 1-1L. Musetti 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 ace0-0 → 1-0

    Statistiche
    🇮🇹 Lorenzo Musetti
    🇰🇿 Alexander Bublik

    Punteggio servizio
    278
    237

    Ace
    4
    13

    Doppi falli
    2
    6

    Percentuale prime di servizio
    57% (35/61)
    53% (31/58)

    Punti vinti con la prima
    77% (27/35)
    77% (24/31)

    Punti vinti con la seconda
    54% (14/26)
    37% (10/27)

    Palle break salvate
    75% (3/4)
    0% (0/3)

    Giochi di servizio giocati
    9
    9

    Punteggio risposta
    219
    105

    Punti vinti in risposta sulla prima
    23% (7/31)
    23% (8/35)

    Punti vinti in risposta sulla seconda
    63% (17/27)
    46% (12/26)

    Palle break convertite
    100% (3/3)
    25% (1/4)

    Giochi di risposta giocati
    9
    9

    Punti vinti a rete
    72% (18/25)
    69% (9/13)

    Vincenti
    21
    23

    Errori non forzati
    6
    14

    Punti vinti al servizio
    67% (41/61)
    59% (34/58)

    Punti vinti in risposta
    41% (24/58)
    33% (20/61)

    Punti totali vinti
    55% (65/119)
    45% (54/119)

    Velocità massima servizio
    208 km/h
    223 km/h

    Velocità media prima di servizio
    193 km/h
    203 km/h

    Velocità media seconda di servizio
    155 km/h
    186 km/h

    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Italiani a Parigi 2024: 10 in totale tra uomini e donne

    Sinner tornerà in maglia azzurra a fine luglio

    Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi, Luciano Darderi, Andrea Vavassori, Simone Bolelli, Jasmine Paolini, Elisabetta Cocciaretto, Lucia Bronzetti, Sara Errani. Questi i 10 tennisti che rappresenteranno l’Italia ai prossimi giochi Olimpici di Parigi 2024, in scena sulla terra battuta di Roland Garros. L’annuncio viene dalla Federtennis.
    – Nel singolare maschile, avremo quattro giocatori: Sinner, Musetti, Arnaldi e Darderi.
    – Nel doppio maschile, due coppie: Sinner – Musetti e Bolelli – Vavassori
    – Nel singolare femminile, giocheranno con la maglia azzurra Paolini, Cocciaretto e Bronzetti
    – Nel doppio femminile, Errani – Paolini e Cocciaretto – Bronzetti.
    Pertanto Sinner e Musetti tra gli uomini, Paolini, Cocciaretto e Bronzetti tra le ragazze giocheranno sia nel torneo di singolare che di doppio.
    Sarà l’esordio nel torneo Olimpico per Sinner, Arnaldi e Darderi; Musetti invece ha già preso parte del torneo di Tokyo 2021, uscendo al primo turno sia in singolare che in doppio. Sarà invece la seconda presenza per Bolelli, insieme all’esordiente Vavassori. Per la veterana Sara Errani quella di Parigi sarà la quinta presenza ai Giochi, in coppia con Paolini (alla sua seconda partecipazione alla rassegna a cinque cerchi). Esordio invece per altre due italiani, Cocciaretto e Bronzetti.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    ATP 250 Stoccarda: Il Tabellone Principale. Al via tre azzurri. Matteo Berrettini dalla parte di Shelton

    Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12 – Foto Getty Images

    ATP 250 Stoccarda – Tabellone Principale – erba(1) Zverev, Alexander vs ByeEubanks, Christopher vs Nakashima, Brandon Rinderknech, Arthur vs Michelsen, Alex Cobolli, Flavio vs (7) Struff, Jan-Lennard
    (4) Tiafoe, Frances vs Bye(WC) Squire, Henri vs Hanfmann, Yannick Giron, Marcos vs Murray, Andy Ofner, Sebastian vs (6) Draper, Jack
    (5) Musetti, Lorenzo vs QualifierKoepfer, Dominik vs Zhang, Zhizhen (WC) Medjedovic, Hamad vs Marozsan, Fabian Bye vs (3) Bublik, Alexander
    (8) Safiullin, Roman vs (PR) Berrettini, Matteo Qualifier vs (WC) Shapovalov, Denis Qualifier vs QualifierBye vs (2) Shelton, Ben LEGGI TUTTO

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    ATP 500 Halle e Queen’s: Entry list Md e Qualificazioni. Uscite anche le quali. Berrettini nelle quali del Queen’s con il ranking protetto

    Scritto da Il mio personalissimo cartellino
    Scritto da Canguro
    Scritto da Leonardose il sottoscritto fosse nato giocatore pro..avrebbe sempre scelto il queen’s, mai halle. Anche se pure il centrale di halle è bellino. E’ un pò come la rivalità madrid/roma..madrid l’albo d’oro di roma se lo sogna da anni. Halle anche sempre più competitivo del queen’s…però vuoi mettere le strutture londinesi? Capisco comunque che a un pro della bellezza dei campi frega poco

    La penso esattamente come te.Queens tutta la vita.trovo bizzarra la scelta del Berretto cmq…. fra l’altro sarebbe e molto più morbido il tabellone del Queens….

    Se a Berrettini non danno la WC al Queen’s, fa bene a non andarci. Ci mancherebbe anche questa. Ma gliela daranno…
    SE si dovesse fare i signori come Thiem, (ma non tutti purtroppo lo sono…), si potrebbe pure dire, che il Berretto ne ha avuto di tempo per poter risalire la china della classifica…Eccome se ne ha avuto!ma se da più di un anno passa da un salto di torneo all’altro, paventando infortuni inesistenti (o molto più piccoli di quelli supposti), mostrando condizione fisica pessima e non allenandosi seriamente, (tralasciando le varie donnine e gli apertivi e feste),allora possiamo sicuramente dire che NON se la merita proprio la WC il Berretto….
    Se aveva davvero voglia si iscriveva pure alle quali, al lordo della possibilità di ricevere WC, ma intanto mostrava la seria intenzione di giocare….
    si sente oramai troppo divo, il ragazzo… LEGGI TUTTO

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    Roland Garros, Sinner in partenza per la Francia: in quota l’azzurro sfida Alcaraz e Djokovic per il secondo slam del 2024

    Jannik Sinner nella foto

    Jannik Sinner, dopo il forfait agli Internazionali d’Italia, è in partenza verso Parigi dovrà proverà a scendere in campo a caccia del secondo Slam del 2024. L’azzurro cerca il primo Roland Garros della sua carriera, un’eventualità offerta a 4,50 dagli esperti, quota che sale a 5,40 su altri book, al terzo posto in lavagna dietro al favorito Carlos Alcaraz, proposto tra 2,70 e 2,75, e al numero uno del mondo, Novak Djokovic, fissato a 3,70.
    Salgono invece a quota 8 Stefanos Tsitsipas e Alexander Zverev, fresco del titolo romano, seguiti da Casper Ruud a 10 e dal recordman Rafael Nadal, a caccia del quindicesimo acuto al Roland Garros, dato a 11 volte la posta. Difficile invece l’impresa per gli altri italiani in tabellone: paga 51 la prima volta di Lorenzo Musetti, con il rientrante Matteo Berrettini fissato a quota 81, mentre si sale in tripla cifra per Lorenzo Sonego, a 101, e la coppia Matteo Arnaldi e Fabio Fognini, visti campioni a Parigi a 151. LEGGI TUTTO

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    ATP 500 Halle e Queen’s: Entry list Md. Sinner, Darderi e Sonego ad Halle. Musetti a Londra

    Scritto da Leonardose il sottoscritto fosse nato giocatore pro..avrebbe sempre scelto il queen’s, mai halle. Anche se pure il centrale di halle è bellino. E’ un pò come la rivalità madrid/roma..madrid l’albo d’oro di roma se lo sogna da anni. Halle anche sempre più competitivo del queen’s…però vuoi mettere le strutture londinesi? Capisco comunque che a un pro della bellezza dei campi frega poco
    La penso esattamente come te.Queens tutta la vita.
    trovo bizzarra la scelta del Berretto cmq…. fra l’altro sarebbe e molto più morbido il tabellone del Queens…. LEGGI TUTTO

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    Passaro, un giocatore ritrovato

    Francesco Passaro a Torino (foto Francesco Panunzio – Piemonte Challenger)

    Francesco Passaro ha vinto il Challenger 175 Piemonte Open disputatosi sui campi del Circolo della Stampa Sporting. Passaro ha battuto in due set – 6-3 7-5 – Lorenzo Musetti, chiudendo la contesa al terzo match point.Questa la fredda e stringatissima cronaca, ma c’è molto più da dire. Per sua stessa ammissione, quello che Passaro ha realizzato nelle due ultime settimane ha dell’incredibile pensando a tutto ciò che Francesco ha dovuto patire nell’ultimo anno. Tredici mesi fa era a ridosso dei primi 100 e nell’arco di poco, a causa di continui problemi alle caviglie, è rotolato alla poco invidiabile 240° posizione mondiale, da cui il tennis che conta si vede da tutt’altra prospettiva, col ritorno a masticar gramo, in un girone dal quale è difficile venire su. Invece col lavoro e con la ricerca di quella convinzione che da qualche parte doveva pur continuare a esserci, il giocatore perugino ha ripreso a macinare, sino a Roma dove c’è stata la svolta.L’avevamo lasciato a Cagliari sconfitto al secondo turno da de Jong, per ritrovarlo a lottare a Roma e partendo dalle qualificazioni. La fiducia deve averla trovata scoprendo che il fisico teneva anche dopo aver giocato match ravvicinati e durissimi. Dal primo turno di quali, sino alla sconfitta di misura patita con Borges, non c’è stato un solo match romano – a parte quello iniziale – chiuso se non dopo una lotta pazzesca e sempre sul filo di lana. Con questo viatico Francesco s’è presentato a Torino e fiducia e convinzione sono cresciute ancor di più, palla dopo palla, incontro dopo incontro. Grazie a una wild card non è passato dalle qualificazioni, s’è incartato giusto un filo contro Galan al primo turno, poi ha messo in fila Ruusuvuori e Nakashima, prima di schiantare Sonego.
    In finale ha messo di nuovo in mostra tutto il suo migliorato arsenale, fatto d’un tennis assai aggressivo che si basa tantissimo sui colpi d’inizio gioco, per prendere subito il comando delle operazioni. Le percentuali, i numeri della finale non dicono tutta la verità, perché fin da subito Musetti è stato costretto a contravvenire a quanto ci aveva dichiarato. Ci aveva detto d’essere conscio del dover cercare di giocare un tennis meno passivo, del sapere di dover evitare di perdere campo, ma il gioco di Francesco Passaro gli ha permesso poco. D’accordo, le preparazioni di Lori sono assai ampie, necessitano di un tempo e uno spazio maggiore, però giocare costantemente lontanissimo dalla riga di fondo mai gli ha concesso di prendere il tempo all’avversario e di riuscire a fare ciò che Barazzutti invocava dall’angolo: “ Non far scendere la palla… Cerca di entrare sulla seconda…”
    “Muso” smadonnava, rimbeccava dicendo che l’altro giocava “a rischio 1.000”, totalmente a caso e che gli andava sempre bene. Entrare sulla seconda? Troppo difficile. Almeno nel primo set è stato così. Break nel secondo gioco e Passaro avanti 3 a 0 a suon di dritti devastanti, poi 4 a 1 senza che Musetti riuscisse a trovare una sola contromossa. Il 6-3 che sanciva la fine della prima partita era la più logica delle conseguenze. Il secondo set vedeva Musetti cambiare qualcosa nel gioco: provava a giocare traiettorie più alte, ubbidiva alla richiesta di Barazzutti e provava “ a star lì”, tenendo maggiormente la diagonale di rovescio. In breve il giocatore di Carrara andava avanti per 2 a 0 e sembrava che il match potesse cambiare, invece…
    Passaro era anche certamente fortunato in alcune circostanze, sbagliava sì un po’ di più ma continuava a martellare. Musetti dialogava costantemente col suo angolo e ribadiva che “ non è giornata.. ma come fa giocando, sempre a caso, a mettermi la palla sempre sulla riga!”E proprio una palla così, un recupero pazzesco di Passaro, pizzicante la riga di fondo, regalava al perugino il contro break. Musetti scagliava una palla tipo “home run”, oltre lo stadio, oltre la cinta del circolo e si beccava il primo warning. L’incontro procedeva senza strappi sino sul cinque pari. Musetti continuava a lamentarsi, Passaro continuava a picchiare ma si era quasi certi che l’esito si sarebbe definito al tie break. Invece no. All’undicesimo gioco tutto sembrava facile per Lorenzo, ma un punto cavallerescamente concesso all’avversario, unito a un doppio fallo materializzavano dapprima una pericolosa palla break e poi erano il preludio della fine.Un paio di palle dopo Passaro conquistava il break decisivo in modo rocambolesco e Musetti raggiungeva sconsolato la panchina e poi provava, riuscendoci, a distruggere a più riprese la racchetta, sbattendola più volte a terra. Una nuova sanzione era così in arrivo, tanto che il il gioco successivo iniziava sul 15/0 per il penalty point rifilato all’azzurro. Passaro serviva bene e si portava sul 40-15 con due match point a disposizione, ma non li sfruttava. Anzi, era Musetti poco dopo ad avere un palla break che l’avrebbe rimesso in carreggiata. Lory si posizionava lontanissimo per preparare la risposta e Passaro, all’improvviso, gli serviva “ da sotto”: back molle molle di un sorpresissimo “ Muso” e palla in rete. Regola non scritta del tennis dice che non si fa, ma per Passaro il fine giustificava ampiamente il mezzo, visto che bisognava portare a casa la vittoria. Due palle dopo, l’epilogo, al terzo match point e Francesco a lasciar cadere la racchetta a terra e chiudere in lacrime.
    Dopo la finale di Cagliari persa, ecco per Musetti un altro pomeriggio amaro, ma il Passaro di oggi è parso per lunghi tratti ingiocabile. Sì, gli sarà pure girato tutto benissimo, avrà anche giocato “ a caso” in qualche circostanza, ma è sempre stato… un caso bellissimo.Ora Francesco Passaro rivede finalmente la luce. Erano mesi che non giocava dieci giorni di fila senza avere dolore; erano mesi che non riusciva a giocare dieci partite tirate una appresso all’altra. Ora la 240° posizione nel ranking ATP per fortuna è solo un brutto ricordo. In dieci giorni ha scavallato circa 110 posti e può tornare ad ambire ad avvicinare i Top 100. Questa sera volerà a Parigi per firmare per giocare le qualificazioni al Roland Garros: è fuori di 4, la speranza di farcela a entrare c’è, però è difficile ma poco importa: Francesco Passaro è un giocatore ritrovato e questa è la sola cosa che conta.
    Da Torino, Elis Calegari LEGGI TUTTO

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    Challenger di Torino, un poker azzurro

    Luciano Darderi

    Qualcuno, un po’ in là con gli anni ma con la memoria ancora buona, guardando lo stato d’avanzamento lavori del Challenger 175 di Torino, ha commentato: “Oh, sembra d’essere tornati ai tempi belli degli “Assoluti”. Ma ti ricordi come giocavano i nostri?”.In effetti gli unici, grandi protagonisti del torneo giocato sui campi del Circolo della Stampa Sporting, oltre alla pioggia che ha imperversato tutta la settimana e che a un certo punto ha fatto temere il peggio, sono stati alcuni giocatori italiani.D’accordo, speravamo che qualcuno dei nostri fosse protagonista al Foro Italico, nell’edizione 2024 degli Internazionali d’Italia, però alla fin fine il Challenger torinese, complici alcune fuoriuscite anzitempo, ha messo in campo un seeding da far invidia a un “250” e se i nostri sono stati tra i principali attori è davvero un bene.Intanto c’è da dire che nessuno è salito a Torino con l’idea di “fare cassa”: quante volte abbiamo visto giocatori di prima fascia concedersi a palcoscenici minori e sciogliersi dopo pallide esibizioni?
    Qui non è successo. Musetti l’ha dichiarato subito che dopo la sfortunata parentesi romana, martoriata da un virus, aveva bisogno di giocare e vincere match. Anche brutti e sporchi, per poter ritrovare fiducia e convinzione. E ha cercato di non lasciare niente per strada.Accompagnato da Corrado Barazzutti, “Muso” è sembrato meno tormentato rispetto a quanto non sia apparso negli ultimi tempi: più sereno. Consapevole di ciò che occorra fare per ritrovare il tennis che gli ha concesso di salire a numero 15 del ranking ATP giusto un anno fa. Sa che giocando sul rosso deve smettere di perdere campo, di allontanarsi troppo dalla riga di fondo, in quella zona che gli consente un comfort maggiore nel trovare la palla sulla diagonale di rovescio – vista l’ampia apertura – ma che lo induce a giocare in modo eccessivamente passivo, cosa che non può e non deve essere nella sua natura.Nonostante Barazzutti fosse impegnato a cercare di far proseliti nella sua avventura da candidato presidenziale alla prossime elezioni FITP, s’è visto come ci si sia applicati nella rimodulazione di alcuni particolari legati al servizio e al dritto di Lorenzo. Dove alcune migliorie potranno portare Musetti è presto per dirlo e, come “Muso” ha detto in conferenza stampa, se in questo momento si vuole attuare un paragone tra lui e Sinner si è completamente fuori strada. Siamo su piani diversi, su strade per ora non percorribili. Tutto ciò che è successo a “Muso” in questo ultimo anno ha complicato prospettive e ingigantito problemi e ansie: per ritrovare il miglior Lorenzo ci vogliono calma, pazienza, lavoro e poi ancora lavoro. Il fatto che Musetti ne sia ora assolutamente consapevole e non vada alla ricerca del tempo perduto è la migliore delle notizie.
    Chi invece si sta avvitando su se stesso e fa fatica a uscire dal vortice in cui s’è cacciato è Lorenzo Sonego. “Sonny” giocava sui campi di casa, davanti al suo pubblico, dopo la separazione dal suo storico coach Gipo Arbino. Il rapporto con Gipo è davvero un rapporto padre-figlio, e anche nella migliore delle storie, anche se alla base c’è un indiscusso amore, viene un momento nella vita in cui i figli crescono e…vogliono “uccidere” il padre. “Sonny” è diventato grande, si trova nella terza fase della sua carriera, quella che prelude alla china discendente, normale che abbia cominciato a smaniare, ad avere dubbi dopo diciotto anni di rapporto con Arbino. Troppo presto per dire se sia un bene o un male ciò che sta ora facendo con Colangelo, però non si può fare a meno di sottolineare come Lory appaia ora meno sereno, che sia tornato a colpire di rovescio “old style” rimarcando l’errore che commetteva e commette col braccio sinistro, prova ne sia che chiamato a scambiare sulla diagonale di sinistra, tranne rare occasioni e soluzioni in back, raramente passa la metà campo. Difficile giocare così.Dopo aver ceduto inspiegabilmente un set a Federico Coria, un Coria che è lontano parente di suo fratello e tira veramente piano, nei quarti per Sonny con JJ Wolf è stato tutto facile, perché l’americano giocava “al contrario” sfidando Sonego sul dritto. In più l’americano è scoppiato dopo quattro games, ha pagato le fatiche fatte con Luca Nardi – un Nardi che si è letteralmente mangiato la partita…- e tutto è filato via, liscio come l’olio. Altra musica, tutta un’altra musica in semifinale contro Francesco Passaro, che l’ha schiantato.
    Confortato dal terzo turno raggiunto a Roma, in totale fiducia, Passaro ancora una volta ha reso palpabile il mistero di come uno che giochi così, nel giro di un anno o poco più, sia passato dall’essere 108 al mondo a ritrovarsi alla 240° posizione mondiale. Mistero tanto non è perché il perugino è stato massacrato da problemi alle caviglie che gli hanno impedito di esprimersi come sa. Però faceva davvero male vederlo oltre i 200. Francesco tira davvero forte e ha fondamentali di tutto rispetto. Per buona aggiunta ha pure una “garra”, una voglia di lottare con pochi eguali. Sempre molto ordinato nelle scelte, quando riesce a istradare il macth su frequenze che gli aggradano, diventa uno che fai fatica a togliertelo di torno. Se ne sono accorti giocatori che proprio sprovveduti non sono, come Galan, Ruusuvuori, reduce da una incredibile battaglia con Seyboth Wild, e poi Nakashima, che non è che sulla terra giochi poi così male. Passaro, prima di demolire in semifinale Sonego, ha dimostrato come le sue quotazioni siano in costante rialzo e come gli vada ancora stretto il rientro tra i primi 150: il Francesco attuale vale molto molto di più.
    Chi a Torino ha davvero impressionato, tanto da diventare subito il beniamino del pubblico, è Luciano Dàrderi. L’italo-argentino, dal titolo di Cordoba in poi, non smette di stupire. È incredibile constatare quanti progressi “Luly” abbia fatto. Il rovescio bimane è diventato un’altra cosa e non fa più fatica a sostenere gli scambi da quella parte, anzi riesce pure a trovare traiettorie efficaci. Il back ha rotazione persino eccessiva, ma la velocità con la quale va sulla palla fa sì che la giocata sia tutt’altro che banale e di pura opposizione. Maschera benissimo la smorzata, che predilige giocare lungolinea, anche se il back spin esasperato a volte fa alzare troppo la parabola della giocata rendendola più leggibile, però è innegabile che il drop shot sia una delle giocate che predilige. Nonostante Luciano ami giocare di forza, e lo si evince da come gioca il dritto, accelerando deciso giusto poco prima dell’impatto, chiudendo stretto e basso, Dàrderi deve avere una gran mano se gioca con una tensione di soli 18 kg, usando un ibrido composto da un’ Alu Power 125 per le corde verticali e una Polytour Yonex per quelle orizzontali.“Luly” serve bene, fisicamente è forte e reattivo, difficile dire dove potrebbe arrivare, ma un posto attorno ai primi 40 del ranking li vale tutti già ora. Si professa italiano, ma è intimamente argentino dentro. Ha totale fiducia in quello che fa, e pur se manifesta ancora qualche lampo di immaturità è uno con cui non è facile fare i conti. Non era certo il miglior Arnaldi quello che Luciano ha incrociato nei quarti; Matteo è sembrato a tratti svogliato e non proprio a fuoco, ma quando la partita entra “in lotta” di cosa sia capace Dàrderi lo si capisce immediatamente: riesce a dare anche quello che non ha. Questa forse è la sua qualità migliore.
    Da Torino, Elis Calegari LEGGI TUTTO