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    Jamie Singer (legale di Sinner): “C’è voluto un po’ per convincerlo. Si sente trattato in modo duro”

    Jannik Sinner

    Dopo la WADA, anche Jamie Singer (legale di Jannik Sinner) ha parlato a proposito della conclusione del caso che ha coinvolto il n.1 del mondo. Non è stato facile per gli avvocati convincere Jannik sulla opportunità di accettare l’accordo con la Agenzia antidoping e così non perdere ulteriore tempo nella attesa del giudizio del TAS previsto per metà aprile. Parlando a Sky News, Singer così ha spiegato la situazione dal punto di vista del suo assistito.
    “Penso che i tennisti siano sempre falchi quando è un altro giocatore a essere coinvolto in una situazione simile e cercano di nascondersi quando sono invece loro a essere coinvolti”.
    Questa la reazione del legale a chi ha parlato di favoritismi riservati al suo assistito: “Tutto questo è molto ingiusto. Sinner è stato giudicato in un processo ‘da manuale’ sin dall’inizio. Non ci sono stati favoritismi. Semplicemente, le circostanze della sua positività sono state molto insolite”
    “Jannik dice di sentirsi trattato in modo piuttosto duro, ma accetta che ognuno abbia diritto alla propria opinione. I tennisti non hanno l’opportunità di conoscere tutti i dettagli della vicenda, quindi semplicemente esprimono delle opinioni. Ma forse i fatti meriterebbero di essere approfonditi maggiormente”.
    “Ci è voluto un po’ di tempo per convincere Sinner che era la cosa giusta da fare” conclude Singer.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Ross Wenzel (WADA): “Il caso di Sinner è un milione di miglia lontano dal doping”

    Ross Wenzel, WADA

    Oltre alle parole di James Fitzgerald, BBC Sport riporta anche quelle di Ross Wenzel, general counsel della WADA. Wenzel risponde alle pesanti critiche ricevute sull’operato dell’Agenzia mondiale antidoping, in particolare quelle di un tennista assai influente come Djokovic che ieri, parlando da Doha, aveva affermato senza mezzi termini che ci sia stato favoritismo nel caso di Sinner.
    “Questo era un caso che era a un milione di miglia di distanza dal doping”, dichiara al media inglese Ross Wenzel. “Il feedback scientifico che abbiamo ricevuto è stato che questo non poteva essere un caso di doping intenzionale, incluso il microdosaggio”.
    Wenzel respinge qualsiasi ipotesi di trattamento speciale riservato a Sinner, affermando che i termini della squalifica, secondo alcuni di scarso effetto sul tennista sospeso, erano appropriati per il caso e non presi in considerazione con un occhio di riguardo al calendario tennistico.
    “La WADA ha ricevuto messaggi di ogni tipo, da coloro che ritengono che la sanzione sia stata troppo dura e, per certi aspetti, che è ingiusto nei confronti dell’atleta; per altri invece la sanzione non è abbastanza. Tutto questo forse è un’indicazione che, sebbene non sarà condivisa da tutti, è stata la soluzione più giusta”.
    “Quando esaminiamo questi casi, cerchiamo di esaminarli tecnicamente, operativamente e non lo facciamo con la paura di ciò che il pubblico, i politici o chiunque altro dirà” conclude Wenzel.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    WADA: “Quello di Sinner era un caso unico, un anno di stop sarebbe stato troppo”

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Dopo l’annuncio dell’accordo tra WADA e Sinner per una sospensione di tre mesi, a chiusura del “Caso Clostebol”, il portavoce dell’Agenzia mondiale antidoping James Fitzgerald ha spiegato le motivazioni che hanno spinto la stessa WADA a non insistere per arrivare all’appello del CAS e chiedere una squalifica di almeno un anno, ma di proporre e/o accettare un “accordo tra le parti”, in base all’articolo 10.8.2 del Codice Antidoping, classificando come “caso unico” quello del n.1 del mondo. Fitzgerald ne ha parlato in un intervento a La Stampa, che riportiamo nelle parti salienti.
    “Una delle funzioni principali dell’articolo 10.8.2 è garantire che i casi unici che non rientrano esattamente nel quadro sanzionatorio possano essere giudicati in modo appropriato ed equo, a condizione che tutte le parti e la Wada siano d’accordo” afferma il portavoce di WADA. “L’articolo consente un’ulteriore riduzione del periodo di sospensione in base al livello di gravità della specifica violazione, nonché al fatto che l’atleta abbia ammesso la violazione. La disposizione è stata utilizzata decine di volte, nelle migliaia di casi giudicati dall’entrata in vigore del Codice 2021“.
    “Al fine di difendere l’importante principio secondo cui gli atleti sono effettivamente responsabili delle azioni del loro team, la WADA ha deciso di presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport”. Nel settembre del 2024 l’Agenzia mondiale antidoping non aveva accettato la sentenza di un tribunale indipendente, sollecitato da ITIA, e di conseguenza presentato ricorso al TAS di Losanna poiché ha ritenuto che l’applicazione della “mancanza di colpa o negligenza” non fosse stata corretta, mancando l’elemento della “somministrazione della sostanza da parte del personale di supporto senza che venisse informato l’atleta”. Sinner, come accertato dall’indagine, non ha ricevuto la sostanza in forma diretta da un membro del suo staff ma solo per via indiretta dopo che questa era stata assunta dal suo fisioterapista Giacomo Naldi su consiglio del preparatore Umberto Ferrara, per curare una ferita procurata con un bisturi in una normale operazione del suo lavoro.
    Quello che non è piaciuto alla comunità tennistica internazionale, e che ha scatenato molte polemiche da parte di vari tennisti, a partire da Novak Djokovic, è che WADA fosse rimasta ferma sulla richiesta di “1 o 2 anni di squalifica”, mentre poi si è arrivati ad un accordo di 3 mesi. Questa la spiegazione di Fitzgerald: “La sanzione di un anno sarebbe stata troppo severa. I fatti di questo caso erano davvero unici e diversi da altri casi che riguardavano la somministrazione da parte del personale di supporto dell’atleta. In effetti, questo non era un caso di somministrazione diretta da parte dell’entourage dell’atleta, ma di assorbimento transdermico perché il massaggiatore dell’atleta (all’insaputa dell’atleta) aveva trattatoun taglio sul dito con un prodotto contenente Clostebol. Attraverso la propria approfondita revisione del caso, la WADA ha verificato e concordato che lo scenario dell’atleta era scientificamente plausibile e ben documentato sui fatti. In effetti, lo scenario dell’atleta era stato precedentemente accettato dall’International Tennis Integrity Agency e dal tribunale indipendente che aveva deciso il caso in primo grado. Tenendo conto, in particolare, del livello di gravità della violazione, dati i fatti specifici, la WADA ha ritenuto che una sanzione di 12 mesi sarebbe stata eccessivamente severa“.
    Per questo WADA si è mossa insieme al team legale di Sinner, arrivando ad un accordo di tre mesi di sospensione, come comunicato sabato scorso.
    Questo era il tassello che mancava: WADA spiega che, riesaminando il caso, si è convinta che la sanzione di 1 anno sarebbe stata sproporzionata e non appropriata vista la realtà accertata dai fatti processuali. Ha “puntato i piedi” per far valere il regolamento che, piaccia o no, prevede la responsabilità oggettiva, ma è venuta a patti sulla durata della pena. Sinner ha accettato il compromesso, per tirare una riga e ripartire, da non dopato e senza colpa o dolo. Da atleta pulito.
    La speranza è che adesso, con questa ulteriore spiegazione, si possa placare la faccenda e ripartire. Attendendo il ritorno di campo di Jannik ai primi di maggio.
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Nardi da Doha: “Sto dalla parte di Sinner, a Roma sbaraglierà tutti. Sto cercando un coach, mi serve continuità”

    Luca Nardi nella foto

    Luca Nardi ha centrato la qualificazione al main draw dell’ATP 500 di Doha, nel quale esordirà contro il cinese Zhizhen Zhang (che pochi giorni fa si è ritirato a Marsiglia nel corso dei quarti di finale). Il pesarese è stato intervistato da La Stampa e si è soffermato su vari temi, affermando di essere impegnato nella scelta di un nuovo coach e di sostenere fermamente Jannik Sinner in questo momento difficile.
    “Jannik è un mio caro amico, un bravissimo ragazzo, sono sempre stato dalla sua parte” afferma Nardi. “Sono contento che abbia preso la decisione di accettare la proposta della WADA. L’anno scorso per lui deve essere stato un inferno, almeno potrà mettersi tutto alle spalle. Sono sicuro che tornerà a Roma e sbaraglierà tutti“.
    “L’anno scorso ho attraversato un momento un po’ confuso, diciamo così, e ho commesso qualche errore, forse non ho dato alle persone il tempo necessario per trovare il feeling con me” continua Luca, parlando della sua situazione. “Dopo aver lasciato l’Academy di Galimberti a Cattolica ho cambiato un po’ tanti coach, tornando anche al mio primo maestro, ma non ha funzionato. Ora sto cercando la persona giusta, perché per me la prima cosa che conta è il rapporto umano. Mollare tutto? No, assolutamente. Scelte sbagliate, sì. Ma voglia di smettere con il tennis, no”.
    Questo il principale obiettivo di Nardi, per l’immediato: maggior continuità di gioco, e quindi risultati. “Quello che mi manca è la continuità, ho troppi alti e bassi sia nel corso della stagione, il tecnico che sceglierò dovrà aiutarmi proprio in questo“.
    “La vittoria contro Djokovic l’anno scorso a Indian Wells per qualche settimana mi ha un po’ sbalestrato, è vero, ma è stata una bella cosa. Se Djokovic se l’è presa? No, è un tipo tranquillo, ci salutiamo quando ci incontriamo. Purtroppo non capita spesso che giochiamo gli stessi tornei…”
    L’esordio contro il tennis potente di Zhang non sarà facile, ma Luca è fiducioso: “Una volta l’ho battuto, quindi entrerò in campo con ottimismo”.
    Nardi nel 2025 ha centrato il main draw ad Auckland, quindi ha disputato la finale al Challenger di Koblenz (partendo dalle qualificazioni). Poca fortuna a Marsiglia, battuto subito da Altmaier. Adesso la nuova chance a Doha, con l’ingresso nel main draw. In caso di vittoria, quasi sicuramente Luca troverà Alcaraz (che esordisce contro Cilic).
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Vavassori: “Chi si accanisce contro Sinner è ignorante. Al posto suo avrei fatto la stessa cosa”

    Andrea Vavassori

    Andrea Vavassori si schiera totalmente dalla parte di Jannik Sinner e stigmatizza i colleghi che con le loro parole, magari pur senza un attacco diretto, mettono in dubbio la lealtà del nostro campione, costretto ad uno stop di tre mesi dalle competizioni dopo l’accordo con la WADA a chiusura del “Caso Clostebol”. Il tennista azzurro, uno dei migliori specialisti del doppio al mondo e non solo, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport, nelle quali chiarisce la sua posizione Pro-Sinner dopo la bella storia Instagram pubblicata poco dopo l’annuncio della chiusura del caso. “Wave” sta con Sinner, senza se e senza ma.
    “Ho conosciuto Sinner come persona e sono sempre stato sicuro al 100% che non avesse fatto niente di sbagliato” afferma Vavassori. “Dispiace la mancanza di empatia da parte dei tennisti e di tante persone sui social. Non credo sia per colpa di rivalità, penso che ci sia molta ignoranza. Perché troppi danno giudizi senza essersi informati, senza sapere. Una volta che hai constatato che non è un caso di doping ma di negligenza da parte di un membro del team, perché continuare ad accanirsi?”
    Andrea conferma come i tennisti italiani siano dalla parte di Jannik: “Per noi italiani la conoscenza della questione è ormai completa. Ma all’estero sono pochi coloro che hanno avuto la volontà di informarsi, molti basano i loro giudizi su informazioni parziali o distorte“.
    Ricordano a Vavassori l’incredibile vicenda della ITIA, che appena prima degli Australian Open 2025 aveva organizzato un meeting per informare i giocatori sui recenti sviluppi e al quale si è presentato il solo Eubanks… “L’ignoranza è davvero fastidiosa. Si vede che molti tennisti, lo dico senza offesa, non hanno frequentato molto gli studi e quindi non sono in grado di capire cosa leggono“.
    Il torinese afferma che, nei panni di Sinner, avrebbe accettato la proposta di accordo di WADA per chiudere la vicenda. “Se fossi stato Sinner avrei fatto la stessa cosa: contro un colosso come l’Agenzia mondiale antidoping, che ha tanto potere, cosa avrebbe dovuto fare? Però questo caso sarà uno spartiacque e infatti dal 2027 molte norme ormai obsolete verranno cambiate”.
    “Non ho sentito Sinner, ho preferito lasciarlo in pace. In questi momenti penso che abbia bisogno di tranquillità. Lui a Melbourne dopo aver raggiunto la finale ha pensato a me e Simon. Ha pensato a noi. In un momento di successo personale, la dice lunga di che ragazzo sia. Tornerà e sarà ancora più forte, ne sono sicuro” conclude Vavassori.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Matteo Berrettini a cuore aperto: fiducia in Sinner e riflessioni sulle amicizie nel tennis

    Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12 – Foto Getty Images

    Matteo Berrettini non ha mai avuto dubbi sull’innocenza di Jannik Sinner in merito al discusso caso Clostebol. Fin dalle prime fasi dell’indagine, il tennista romano ha espresso piena fiducia nella buona fede del numero uno del mondo, ribadendola anche nell’intervista rilasciata a La Stampa e Il Corriere della Sera.
    “Ho sempre sostenuto Jannik e creduto che la positività fosse frutto di un errore. Posso immaginare che per lui sia un momento molto difficile. Se l’ho sentito? No, preferisco rispettare il suo desiderio di riservatezza. Credo nello sport. Non so cosa sia successo tra le varie organizzazioni, non faccio l’avvocato, non mi compete. Mi dispiace solo per un ragazzo che, come mostrano le carte, è stato vittima di un errore. Ma Jannik è più forte di tutti noi: tornerà”.
    Berrettini ha poi affrontato il tema dei rapporti personali all’interno del circuito: “Io mi sento amico di tutti, ma nel tennis non ho migliori amici, quelli te li fai da piccolo. Con Bolelli ho giocato la Serie A, con Sonego e Vavassori siamo cresciuti insieme e c’è un rapporto più intimo. Ma non è che Vavassori lascia la fidanzata e chiama me. Sono amicizie di lavoro e va bene così. Poi esiste anche la mancanza di rispetto, ma non ci posso fare nulla”.
    Un passaggio centrale dell’intervista riguarda la questione della responsabilità oggettiva e del rischio di contaminazioni alimentari, un tema da sempre delicato per gli atleti professionisti:“Difficile dire se sia giustificata. Non sai mai che cosa può succedere. Se giochiamo in certe nazioni, l’ATP ci consiglia di evitare certi cibi, come la carne rossa, perché viene trattata con steroidi. Ma c’è sempre margine di imprevedibilità”.
    Berrettini ha poi risposto alle domande su Umberto Ferrara, preparatore fisico e nutrizionista che collaborava con Sinner e che ora segue anche il romano:“Non credo di dover rispondere alla gente. Ritengo Umberto un professionista a 360°, come ha dichiarato anche Jannik. È stato fatto un errore e purtroppo qualcuno ne ha pagato le conseguenze. Quando ho parlato ad Umberto ho pensato che potesse aiutarmi nella mia crescita. Se dovessi leggere ogni singola cosa che viene detta su di me, non reggerei il peso”.
    Parole che confermano, ancora una volta, la grande fiducia di Berrettini nelle potenzialità di Sinner e nella buona fede di chi lo ha seguito finora. Il tennista romano, d’altronde, è abituato a convivere con la pressione mediatica e sa che, in un mondo così competitivo, gestire al meglio gli aspetti psicologici e la fiducia nei propri collaboratori è fondamentale per raggiungere i massimi livelli.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Sinner potrà allenarsi nei prossimi due mesi? Facciamo chiarezza

    Jannik Sinner

    Molti appassionati si chiedono: Jannik Sinner potrà allenarsi, e come potrà farlo, nei prossimi due-tre mesi? Il n.1 del mondo dopo aver accettato lo scorso sabato la proposta di WADA di una sospensione di tre mesi per il caso Clostebol (si sottolinea accettazione di una proposta, una transazione, non un patteggiamento poiché Jannik non si dichiara colpevole di niente, solo responsabile per il suo team), non potrà allenarsi fino al 13 aprile 2025. Quindi niente tennis per quasi due mesi? No, le cose non stanno esattamente così. Facciamo chiarezza riprendendo il regolamento attualmente in vigore per questi casi.
    Intanto la sanzione completa: secondo quando riporta il Codice WADA, vista la sospensione di tre mesi, fino al prossimo 4 maggio 2025 a Sinner sarà impedito di prendere parte, in qualsiasi ruolo, in competizioni organizzate da organismi che rientrano nei dettami del codice della WADA o da club che ne fanno parte; a competizioni internazionali organizzate da leghe professionistiche o competizioni nazionali finanziate da un’agenzia governativa. Quindi a nessun evento di qualsiasi tipo di livello nazionale o internazionale organizzato da un ente affiliato ad una federazione nazionale, e non solo come giocatore. Non potrà prendere parte a questi eventi nemmeno come soggetto a supporto di un atleta in una competizione (per es., non può fare da coach o sparring) o delle organizzazioni degli eventi stessi (come uomo immagine, per es.). In pratica, cancello chiuso per lui dove ci sono eventi organizzati da soggetti affiliati e pertanto sottoposti al codice WADA.
    Diverso invece il discorso degli allenamenti. Sinner fino al prossimo 13 aprile 2025 non potrà prendere parte a training camp o allenamenti organizzati dalla Federazione Italiana Tennis, da un club affiliato alla federazione, da una struttura finanziata da un’agenzia governativa, nemmeno da una struttura estera affiliata alla propria federazione nazionale che abbia sottoscritto il codice WADA. Sempre fino al 13 aprile prossimo, a Jannik sarà vietato allenarsi con tennisti professionisti o comunque tesserati per le rispettive federazioni delle nazioni che hanno sottoscritto il codice WADA.
    Quindi Sinner per allenarsi dovrà optare per una struttura privata, non affiliata a una federazione nazionale, e scegliere come sparring dei soggetti che non siano tesserati per qualche federazione. Non potrà lavorare con il suo team (Vagnozzi, Panichi, ecc), anche il team di un atleta è soggetto alle regole. Potrà pertanto giocare liberamente sui campi di hotel, residenze private, resort che non figurino come affiliati a federazioni sportive aderenti al codice WADA, in Italia o all’estero, e farlo insieme a soggetti che non siano più tesserati (o che non sono mai stati). Potrebbe allenarsi con ex giocatori, poiché non più sottoposti a vincoli, purché non sia a loro volta coach di altri professionisti. Questo fino al 13 aprile, poi potrà tornare alle sue solite routine ed allenarsi di nuovo con chi vuole e dove vuole.
    Ovviamente Jannik Sinner, anche nel periodo di sospensione, resta sottoposto alle regole WADA dei controlli antidoping a sorpresa e pertanto dovrà attenersi ai criteri di reperibilità, segnalando come sempre i suoi spostamenti.
    Saranno due mesi davvero “strani” per Sinner, ma siamo certi che non se ne starà con le mani in mano, preparando il rientro al Masters 1000 di Roma dove certamente i nostri appassionati lo accoglieranno con grandissimo calore. E dove siamo certi si farà trovare molto competitivo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ruud sostiene Sinner: “È un bravo ragazzo, sono dalla sua parte”

    Casper Ruud e Jannik Sinner

    Sinner è stato facile preda di commenti negativi dopo la clamorosa svolta nel caso Clostebol e la accettazione dell’accordo con la WADA, che gli è costata uno stop di tre mesi pur essendo ritenuto anche dalla Agenzia antidoping non colpevole di dolo o assunzione di sostanze proibite per trarre vantaggio. Tuttavia arrivano anche molti attestati di stima a sua difesa. Tra questi Casper Ruud, che da Guadalajara dove è impegnato nella esibizione UTS ha risposto con fermezza a una domanda sul fatto del momento.
    “Conosco molto bene Jannik” ha spiegato il norvegese, “Sto dalla sua parte. Penso che sia un bravo ragazzo.”
    Ruud è certo di quel che accadrà al termine della sospensione dell’italiano, il 4 maggio. “Dopo tutto questo sarà ancora il miglior giocatore del mondo”.
    Anche Richard Gasquet ha sposato la difesa di Sinner sostenendo la sua innocenza e lealtà. “Jannik è un bravo ragazzo, ha una grande personalità ed è molto gentile in campo, tornerà presto, questa è la cosa più importante”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO