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    Un futuro da collaboratore del Milan per Djokovic?

    Djokovic insieme a Ibrahimovic

    Novak Djokovic ha nel sangue lo sci, da grande appassionato della montagna, ma ama anche il calcio. È nota la sua passione per il Milan, squadra che segue con interesse quando si trova a Milano e via streaming nelle sue continue trasferte per il mondo. Chissà che tra qualche anno il n.1 del tennis, una volta appesa la racchetta al chiodo, non possa unire l’utile al dilettevole, diventando un collaboratore della squadra rossonera. L’ipotesi è riportata dal media russo Campionat, secondo il quale il proprietario del Milan, Jerry Cardinale, qualche mese fa avrebbe preso seriamente in considerazione la possibilità di invitare Novak Djokovic a dare un contributo nel club con il ruolo di motivatore per i giocatori. Questo pare sia successo in un momento di crisi di risultati della sua squadra, che attribuiva in parte anche alla motivazione dei calciatori.
    Cardinale sarebbe rimasto impressionato dalla forza mentale di Djokovic, e ne ha parlato con Zlatan Ibrahimovic, grande amico di Novak. Il proprietario del club era attratto dall’idea che una stretta comunicazione di Novak con i suoi giocatori, ancor più nei momenti di crisi, potesse smuoverli. Per questo Cardinale ha immaginato un Djokovic “motivatore”, a sostenere la squadra con discorsi motivazionali. Secondo il media russo, il tennista avrebbe ricevuto la proposta attraverso canali non ufficiali, probabilmente proprio attraverso Ibrahimovic, ma non c’è stata una vera trattativa, anche perché il serbo è ancora nel pieno della sua carriera.
    Al momento la situazione resta solo un’ipotesi, ma non detto che non possa diventare realtà in futuro. Per una serie di fattori. Intanto Djokovic è un tifoso rossonero di lunga data. “Sono un grande tifoso del Milan e lo sarò sempre. Per me il calcio viene dopo il tennis. Mio padre era un calciatore professionista. A casa guardiamo le partite del Milan e supportiamo attivamente la squadra. Auguro sempre loro di vincere il titolo di Serie A”, aveva raccontato Djokovic in un’intervista rilasciata dopo la sua ultima presenza a San Siro. Inoltre il legame con l’ex attaccante del Milan Zlatan Ibrahimovic, oggi consigliere le club rossonero, potrebbe essere un fattore decisivo.  “Sono amico di Zlatan” aveva dichiarato Novak, “Abbiamo parlato spesso della mia situazione soprattutto dopo l’espulsione dall’Australia nel 2022. Mi ha sostenuto pubblicamente, cosa che apprezzo molto”.
    Tra le competenze di Zlatan c’è lo sviluppo dei calciatori, la promozione del marchio Milan e il sostegno a progetti di importanza strategica. Invitare Djokovic a lavorare nel club come collaboratore potrebbe far parte di questa visione. Ma non oggi.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    L’Attrazione del verde: quando il tennis incontra il tavolo da gioco, ecco perché lo sport più bello del mondo si lega al betting

    Ernests Gulbis nella foto

    Il tennis, con la sua richiesta di precisione, controllo e anticipazione, si posiziona come uno degli sport più cerebrali e fisicamente esigenti. Allo stesso modo, il mondo del gioco d’azzardo, in particolare i giochi da casinò come il Blackjack e il Poker, richiede una miscela di strategia, controllo emotivo e, in alcuni casi, la capacità di leggere l’avversario cosa che invece non è per nulla tipica dei giochi di squadra o che comunque non richiedano quel livello di introspezione tipico del tennis. Questa affinità tra le due discipline ha visto numerosi tennisti, tra cui alcune delle più luminose stelle dello sport, avvicinarsi ai tavoli da gioco con lo stesso fervore con cui affrontano i loro avversari sul campo da tennis.
    Il Fascino Inesorabile del Blackjack e del PokerIl Blackjack, con le sue origini avvolte nel mistero della Francia del XVIII secolo, e il Poker, particolarmente nella sua variante Texas Hold’em, sono divenuti non solo passatempi, ma veri e propri campi di battaglia per alcuni tennisti. Questi giochi offrono un diverso tipo di adrenalina rispetto al tennis, ma condividono l’essenza della competizione e della sfida mentale. Ernests Gulbis, con la sua clamorosa incursione in un casinò dopo una sconfitta contro Djokovic, dimostra come anche gli atleti di alto livello possano cercare nel gioco d’azzardo quella scarica di adrenalina, forse come una via di fuga dalla pressione costante del circuito professionistico.Il fascino di questi giochi non si limita solo alla possibilità di vincita, ma anche al piacere derivante dal gioco stesso, come dimostrato dall’affetto di celebrità del calibro di Ben Affleck, Mike Tyson e Paris Hilton per il Blackjack. Questo interesse trasversale sottolinea come il gioco d’azzardo offra una forma di intrattenimento unica, capace di attrarre persone da ogni ambito della vita.
    Gli Incroci tra Tennis e Casinò: Una Lunga StoriaLa storia del tennis e quella del gioco d’azzardo si intrecciano frequentemente, come dimostrato dalla presenza della Coppa Davis al Casinò di Sanremo durante il Festival della Canzone Italiana. Questo evento simboleggia una celebrazione di successo sportivo e cultura popolare, riaffermando il legame storico tra il tennis e il mondo dei casinò. Questa fusione tra sport, gioco d’azzardo e cultura riflette come il tennis non sia esente dall’influenza del gioco d’azzardo, sia come passatempo che come elemento della cultura popolare.
    Sorpresa tra i Tennisti: Giocatori d’Azzardo AppassionatiLa rivelazione di tennisti professionisti che dedicano tempo e risorse al gioco d’azzardo potrebbe sorprendere molti. Da Rafael Nadal, con la sua nota passione per il poker, a Jimmy Connors, la cui autobiografia svela una battaglia personale contro la dipendenza dal gioco d’azzardo, che pare non lo abbia tenuto lontano anche dagli aspetti bui del gioco, cosa che invece teniamo a sottolineare viene ad oggi tenuta particolarmente d’occhio quando si parla di siti regolamentati quali sono i casino’ online ADM. Queste storie evidenziano come il desiderio di competizione e il brivido della vittoria possano trasferirsi dal campo da tennis al tavolo da gioco. Questi aneddoti dimostrano non solo la versatilità degli atleti nel cimentarsi in sfide diverse, ma anche come il gioco d’azzardo possa esercitare un’attrazione particolare, indipendentemente dallo status sociale o economico della persona.
    La Psicologia del Betting Sportivo vs i Giochi da CasinòEsplorando le differenze psicologiche tra scommettere sugli sport e giocare ai giochi da casinò, emergono dinamiche interessanti. Mentre il betting sportivo richiede una conoscenza approfondita dello sport, una capacità di analisi statistica e una certa dose di passione per l’evento sportivo stesso, i giochi da casinò, d’altra parte, spesso richiedono una combinazione di strategia, psicologia e una gestione del rischio ben calibrata.Il betting sportivo può essere visto come un’estensione dell’amore per lo sport, un modo per mettere alla prova le proprie conoscenze e intuizioni. I giochi da casinò, invece, offrono un’esperienza più immediata, dove il risultato è determinato in breve tempo e l’abilità nel gioco può variare notevolmente in base al tipo di gioco scelto. Ad esempio, il Blackjack richiede una strategia ben definita e la capacità di prendere decisioni rapide basate sulle carte mostrate, mentre le slot machine si affidano quasi interamente alla fortuna.Questa differenza nella natura dell’esperienza di gioco si riflette anche nella psicologia dei giocatori. Nel betting sportivo, il senso di appartenenza e la fedeltà a una squadra o a un atleta possono influenzare fortemente le decisioni di scommessa, a volte superando considerazioni puramente razionali basate sulle probabilità di vittoria. D’altra parte, nei giochi da casinò, sebbene la psicologia del giocatore giochi un ruolo (come nel poker, dove leggere l’avversario è cruciale), la componente di calcolo delle probabilità e gestione del bankroll tende ad avere un peso maggiore.La gestione emotiva è un altro aspetto fondamentale che differenzia queste due forme di gioco. Scommettere su eventi sportivi può generare un coinvolgimento emotivo profondo, soprattutto se si scommette sulla propria squadra del cuore. Questo legame emotivo può amplificare la gioia delle vittorie e l’amaro delle sconfitte. Nei giochi da casinò, sebbene ci possa essere eccitazione e delusione, la natura più impersonale e meccanica del gioco tende a produrre una risposta emotiva di diversa intensità, con un’eccezione notevole per i giochi di abilità come il poker, dove la sfida personale e la competizione possono evocare emozioni intense.Infine, la componente sociale gioca un ruolo diverso. Mentre il betting sportivo spesso si svolge in contesti sociali, come guardare una partita con amici o partecipare a gruppi di scommesse, i giochi da casinò possono offrire sia esperienze sociali, come nei tornei di poker, sia più individuali, come nel gioco alle slot o al blackjack virtuale.In sintesi, sebbene tennis e gioco d’azzardo condividano la tensione della competizione e il brivido della vittoria, le esperienze psicologiche offerte dal betting sportivo e dai giochi da casinò differiscono notevolmente. Queste differenze attraggono individui con diverse motivazioni, cercando emozioni che rispecchiano i loro interessi, abilità e la ricerca di connessioni emotive e sociali. Per alcuni tennisti, il passaggio dal campo da tennis al tavolo da gioco può essere visto come un’estensione della loro competitività e del desiderio di sfidare sé stessi in nuovi ambienti, sperimentando le emozioni del gioco sotto una luce differente. LEGGI TUTTO

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    Holger Rune e il carosello degli allenatori: Il puzzle da completare nel 2024. Rune risponde all’addio di Becker “Necessito di persone che mi conoscano bene e che possano esserci costantemente. Nei prossimi giorni ci sarà un nuovo coach”

    Holger Rune – Foto Getty Images

    Il mondo del tennis si trova di fronte a un vero e proprio giallo: la sorprendente separazione tra il giovane promettente Holger Rune e l’ex campione Boris Becker dopo soli tre mesi di collaborazione. La notizia ha colto di sorpresa gli addetti ai lavori e i fan, soprattutto per la motivazione addotta da Becker: una questione di tempo. La partnership, iniziata con ambizioni elevate e occhi puntati verso le ATP Finals dell’anno precedente, si è sciolta in maniera inaspettata con un annuncio sui social media da parte del tecnico tedesco.
    Becker, con un messaggio di sincero rammarico e affetto verso il suo ormai ex allievo, ha lasciato intendere che l’impegno richiesto per portare Rune ai livelli attesi era oltre le sue attuali possibilità. Parole che svelano un percorso condiviso intenso, ma che si è dovuto interrompere per responsabilità che il coach non può eludere.
    Il percorso di Rune nel circuito è stato un susseguirsi di collaborazioni altisonanti ma effimere. Patrick Mouratoglou, prima, e Severin Luthi, poi, hanno entrambi accompagnato il danese in un tratto del suo viaggio, senza però riuscire a imprimere la continuità necessaria per un atleta di alto livello. E così, in meno di un anno, Rune si ritrova nuovamente alla ricerca di un mentore, un maestro di tennis che possa plasmare il suo indiscutibile talento e guidarlo verso il successo che molti gli preconizzano.
    Il 2024 si prospetta come un anno decisivo per Rune, che al momento si sta riprendendo da un infortunio al braccio che lo ha costretto al ritiro durante le semifinali del torneo ATP di Montpellier. Kenneth Carlsen, assumendo temporaneamente il ruolo di allenatore, dovrà adesso navigare in acque turbolente, cercando di stabilizzare la nave di Rune in vista delle sfide future.La domanda che tutti si pongono è: cosa accade nel team di Rune? Il continuo avvicendarsi di allenatori di calibro evidenzia un malessere o una difficoltà di fondo che necessita di essere indagata e risolta. Il talento di Rune non è in discussione, ma la coesione e la stabilità del suo team sembrano essere il tassello mancante per completare il puzzle di una carriera che si spera possa essere ricca di successi. Nel tennis, come nella vita, il tempo è un fattore cruciale, e per Holger Rune il tempo di trovare la chiave giusta è ora.
    Il tennista danese si è espresso sulla questione tramite un comunicato stampa diffuso da IMG. “Come sapete, negli ultimi 12 mesi ho sperimentato diverse configurazioni di allenamento. Dopo aver lavorato con lo stesso allenatore per 15 anni, per tutta la mia vita nel tennis, non è facile trovare la combinazione perfetta al primo tentativo”, ha riflettuto Rune.“Mi ha arricchito molto questo percorso e ho scoperto cosa è importante per me per sentirmi a mio agio e allo stesso tempo sviluppare il mio gioco come desidero. Ho grandi ambizioni e obiettivi elevati, e per questo ho bisogno di persone intorno a me che condividano la mia visione e su cui possa fare affidamento per raggiungere i miei scopi. Necessito di persone che mi conoscano bene e che possano esserci costantemente. Questo mi dà sicurezza e gioia in un mondo dove gli ambienti e le condizioni cambiano ogni settimana. Vorrei ringraziare tutti coloro che sono stati coinvolti in questo processo, Lars, Boris, Severin, vi voglio bene”, ha aggiunto, prima di rivelare che presto annuncerà i membri del suo nuovo team.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Matteo Berrettini: Un cammino passo dopo passo verso Il ritorno

    Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12

    Nella tranquilla cornice di Monte Carlo, Matteo Berrettini medita sul suo percorso nel tennis con una filosofia “passo dopo passo”, come rivelato in un recente post su Instagram. L’immagine cattura un momento di riflessione per il tennista italiano, con lo sguardo rivolto verso il futuro in compagnia delsuo coach Francisco Roig.
    Berrettini sembra concentrato e determinato a ricostruire la sua forma atletica e a risalire la classifica ATP. Il post, accompagnato dalle emoji che raffigurano il lavoro che sta facendo in questi giorni trasmette un messaggio di perseveranza e di lavoro duro.Con le sue prestazioni passate che lo hanno visto protagonista nei maggiori palcoscenici del tennis mondiale, Matteo non si lascia abbattere dalle difficoltà. Il suo viaggio è un simbolo di resistenza, con l’obiettivo di ritornare più forte di prima.
    Questo scatto, semplice ma potente, non è solo la rappresentazione di un atleta in pausa, ma il simbolo del suo impegno costante verso il miglioramento personale e professionale.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Flavio Cobolli: L’ascesa di un nuovo protagonista del tennis italiano

    Flavio Cobolli ITA, 2002.05.06 – Foto Getty Images

    Flavio Cobolli si sta rapidamente affermando come uno dei nomi più promettenti del tennis italiano, subito dietro le imprese già consolidate di Jannik Sinner. Il giovane romano, nato nel 2002, ha iniziato l’anno con risultati sorprendenti, evidenziando una crescita esponenziale che ha catturato l’attenzione degli appassionati e degli addetti ai lavori. Il suo raggiungimento del terzo turno agli Australian Open, partendo dalle qualificazioni, e i quarti di finale nell’ATP 250 di Montpellier in Francia sono testimonianza di un’ottima partenza di stagione. Questi risultati hanno contribuito a migliorare significativamente la sua posizione nel ranking ATP, portandolo al numero 71.
    Il cammino di Cobolli non si ferma qui. L’obiettivo è continuare a evolvere e migliorare ulteriormente il proprio gioco. Attualmente, il suo dritto si distingue per potenza e capacità di trovare angoli impossibili, mentre emergono alcune lacune nel servizio e nel rovescio. Per colmare questi buchi tecnici e continuare il suo percorso di crescita, Cobolli e il suo coach, nonché padre, Stefano, hanno scelto di partecipare a una serie di tornei sul cemento outdoor negli Stati Uniti.
    La decisione di intraprendere questa trasferta americana è stata dettata dalla volontà di sperimentare e imparare, come spiegato dal coach Stefano a SuperTennis. Questa scelta strategica segue un’importante settimana di lavoro presso la Ferrero Tennis Academy, dove Cobolli ha avuto l’opportunità di allenarsi con il talento emergente Carlos Alcaraz. Questa esperienza, definita cruciale da Stefano, ha segnato un punto di svolta nella preparazione pre-stagione di Cobolli.Con il suo attuale ranking, Cobolli ha ora la possibilità di programmare con maggiore attenzione la sua stagione, scegliendo tornei che possano offrirgli preziose opportunità di apprendimento e crescita. Il programma prevede una serie di impegni che lo vedranno protagonista in diversi tornei negli Stati Uniti, tra cui:
    Ecco il programma dei tornei di Flavio Cobolli– ATP 250 Delray Beach 🇺🇸 (12-18 febbraio)– ATP 250 Los Cabos 🇲🇽 (19-25 febbraio)– ATP 500 Acapulco 🇲🇽 (26 febbraio-4 marzo)– Masters 1000 Indian Wells 🇺🇸 (6-17 marzo)– Challenger Phoenix 🇺🇸 (12-17 marzo)– Masters 1000 Miami 🇺🇸 (20-31 marzo)
    Questo tour rappresenta una sfida impegnativa ma, allo stesso tempo, un’occasione unica per Cobolli di misurarsi con avversari di alto livello e di ambientarsi su superfici diverse, affinando così le sue competenze tecniche e tattiche.
    La strada che Cobolli ha davanti a sé è sicuramente ardua, ma i risultati finora ottenuti e la chiara strategia di crescita delineata dal suo team lasciano presagire un futuro luminoso per questo giovane talento del tennis italiano. Gli appassionati seguiranno con interesse le sue prossime mosse, sperando che possa continuare a sorprendere e a scalare le classifiche internazionali.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Boris Becker lascia Holger Rune: “A causa di responsabilità professionali e private, non posso offrire a Holger ciò di cui ha bisogno ora”

    Boris Becker nella foto con Holger Rune – Foto Getty Images

    Dopo solo due mesi di collaborazione, Boris Becker ha annunciato la fine del suo incarico come allenatore capo di Holger Rune a causa dell’impossibilità di essere presente quanto necessario per il tennista danese.Becker, che aveva iniziato questa partnership con l’obiettivo di raggiungere le ATP Finals alla fine dell’anno scorso, ha riconosciuto che le sue responsabilità professionali e private gli impediscono di dedicare a Rune il tempo di cui ha bisogno. Becker ha espresso il suo sostegno a Rune, dichiarandosi suo fan numero uno e apprezzando il percorso condiviso.
    Dichiara Becker sui social: “Desidero informarvi che mi dimetterò immediatamente dal ruolo di allenatore capo di Holger Rune. Abbiamo iniziato questa partnership con l’obiettivo iniziale di raggiungere le ATP Finals alla fine dello scorso anno, ma proseguendo ho realizzato che, per avere successo, avrei dovuto essere molto più disponibile per Holger di quanto mi sia possibile. A causa di responsabilità professionali e private, non posso offrire a Holger ciò di cui ha bisogno ora. Gli auguro solo il meglio e sarò sempre il suo fan numero uno. Ho veramente apprezzato questo percorso insieme. BB”.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Il ruolo dei genitori nella crescita tennistica di Jannik Sinner

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Jannik Sinner ha appena compiuto un’impresa storica, vincendo il suo primo titolo Slam, eppure sembra che la vera notizia che divide l’Italia sia se il tennista nativo di San Candido abbia fatto bene o male a declinare l’invito al festival di Sanremo.Al termine della sua straordinaria rimonta nei confronti di Medvedev, durante il suo discorso post-match, Sinner ha sottolineato l’importanza del ruolo dei genitori nel suo percorso di crescita.
    Genitori che, come da lui sottolineato, non hanno mai imposto una scelta sulla sua carriera, anche quando in lui crescevano i dubbi su quale fosse lo sport da prediligere, tra il tennis e lo sci, lasciandolo libero di decidere e appoggiandolo qualunque fosse la scelta.Ora che ha raggiunto una grande notorietà, le pressioni aumentano, e con esse la possibilità che le sue scelte possano scontentare qualcuno.
    D’altronde è qualcosa che già abbiamo avuto modo di verificare in seguito alla decisione “scomoda” di cambiare il suo allenatore storico, o di non partecipare alle Olimpiadi del 2021, o ancora per la mancata partecipazione alle fasi iniziali della coppa Davis a Bologna. Jannik non ha mai tremato, nonostante gli inevitabili polveroni che puntualmente si sollevavano in seguito alle sue prese di posizione.Decisioni che a volte potevano sembrare impopolari, ma che avevano tra loro un filo conduttore piuttosto chiaro: la crescita come tennista.
    Ed è probabile che il riconoscimento di Jannik sul ruolo supportivo dei suoi genitori, sia proprio l’elemento in grado di farci comprendere meglio la sua capacità di prendere decisioni che si rivelano proficue nel lungo periodo, nonostante in passato abbiano fatto spesso storcere il naso a qualcuno.Durante la conferenza di Roma, subito dopo il suo ritorno dall’Australia, Jannik ha evidenziato come il suo discorso post vittoria del suo primo Slam volesse essere anche un suggerimento per quei genitori che tendono ad avere un atteggiamento troppo pressante nei confronti dei figli.
    Lo stesso presidente della Repubblica Mattarella, durante l’incontro con la Nazionale italiana maschile di Tennis vincitrice della Coppa Davis 2023, ha sottolineato l’importanza di evitare pressioni, soprattutto quando le aspettative nei confronti di un giocatore crescono sensibilmente.In letteratura si trovano numerosi esempi che confermano l’importanza che ricopre un genitore supportivo rispetto a un genitore percepito come pressante.
    Secondo alcune ricerche, la capacità dei genitori di fornire un sostegno tangibile ai propri figli, può aumentare le sensazioni di divertimento, competenza, motivazione e perseveranza (Dunn, Dorsch, King e Rothlisberger, 2016).Al contrario, i genitori focalizzati sulla vittoria durante le competizioni, che tendevano a fornire feedback critici, potevano indurre nei figli la percezione di scarsa competenza, diminuendone il senso di autoefficacia, e aumentando al contempo l’ansia (Drummond, 2017) e la paura di fallire (Sagar & Lavallee, 2010).E non è inusuale che i maestri di tennis all’interno dei circoli, possano trovarsi in difficoltà di fronte alle ingerenze dei genitori, e della loro tendenza a fornire consigli tecnici pur non avendone le competenze, venendo dunque percepiti più come un problema da gestire che una risorsa a disposizione.Saper riconoscere il ruolo del maestro, e fornire un supporto non solo economico e di tempo, ma anche e soprattutto emotivo al proprio figlio o la propria figlia durante il suo percorso di crescita sembrano dunque gli ingredienti indispensabili per lo sviluppo di un atleta.
    Non a caso, la Fitp da qualche tempo ha cominciato una collaborazione con gli psicologi per la formazione e l’inserimento della figura del preparatore mentale all’interno delle scuole di tennis, che tra i vari compiti ha anche quello di fornire supporto e mediazione tra genitori, maestri e atleti/e.Lo stesso allenatore di Sinner, Simone Vagnozzi, ha sottolineato come i genitori di Jannik non abbiano mai interferito nel lavoro del team: “Sono meravigliosi”, ha affermato, aggiungendo: “Quando vengono ai tornei, non parlano di tennis: se la godono e basta. E non è facile trovare una famiglia così.”“Qualunque sia la tua decisione, noi siamo dalla tua parte”; questa sembrerebbe la vocina dei genitori che risuona nella mente di Jannik quando si trova di fronte a una scelta importante.E il tennis, a quanto pare, rimane la priorità. Sanremo può attendere.
    Marco CaocciPsicologo, preparatore mentale Fitp. LEGGI TUTTO

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    6 Kings Slam: l’Arabia Saudita sfoggia le stelle del tennis in un torneo di esibizione senza precedenti

    Ci sarà anche il nostro Jannik Sinner

    L’Arabia Saudita non sta affatto scherzando per quanto riguarda il tennis. Si parla molto della creazione di un super circuito o, almeno, dell’assegnazione di un evento di categoria 1000 ai sauditi ma, mentre ciò non avviene, ci sono indicatori molto forti dell’impegno nella disciplina della pallina gialla. L’ultimo in ordine di tempo è la creazione del 6 Kings Slam, un torneo di esibizione di lusso come non se ne vedevano da tempo.
    In effetti, in ottobre, questa competizione che si svolgerà a Riad vedrà la partecipazione di nientemeno che Novak Djokovic, Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev, Jannik Sinner, Holger Rune e Rafael Nadal. Tra tutti i giocatori sommano 50 Grand Slam, con i top 4 presenti, il numero sette (Rune) e il campionissimo Nadal.
    enza che si conoscano ancora il formato della competizione o ulteriori dettagli, l’unica cosa certa è che questi sei saranno presenti in un evento che promette di far molto discutere. Tutti e sei si sono mostrati entusiasti, sia per tornare a competere che per debuttare in Arabia Saudita.
    In una nota stampa, infatti, diffusa da Turki Alalshikh, i giocatori che gareggeranno in Arabia hanno espresso il loro desiderio e la loro felicità di competere a Riad. “Sono emozionato di tornare a Riad e competere davanti ai miei fan sauditi”, ha affermato Djokovic, mentre Nadal ha mostrato anche lui entusiasmo per competere nel primo grande evento in Arabia da quando il suo ruolo come ambasciatore del tennis saudita è stato confermato. “Dopo che altri giocatori lo hanno fatto, non vedo l’ora di giocare per la prima volta a Riad”.
    Carlos Alcaraz ha commentato la sua presenza in questo torneo, affermando di essere “felice” di tornare nella città saudita per giocare al suo “miglior livello”. Per Sinner e Rune sarà la loro prima volta nel Regno, mentre Medvedev torna dopo aver partecipato alla Diriyah Tennis Cup nel 2019. Quella competizione fu il primo embrione di una creatura che sta assumendo una forma sempre più definita: sebbene ancora non conosciamo molti dettagli di questo evento (durata, date precise, formato…), l’Arabia ha già “ingaggiato” i migliori in un periodo che di solito non è di riposo. Sarà questione di tempo prima che inizino a riempire più settimane del calendario e vedremo se con il supporto dell’ATP. Cosa ne pensate di questa notizia?
    Marco Rossi LEGGI TUTTO