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    Nasce Sky Sport Plus: si accende con il tennis

    Nasce Sky Sport Plus: si accende con il tennis

    Solo su Sky il grande tennis gioca tutto l’anno e da oggi diventa un’esperienza totale, sempre più completa e personalizzata.Dopo l’annuncio dell’accordo che consente la trasmissione su Sky e in streaming su NOW fino al 2028 di oltre 80 tornei a stagione tra ATP e WTA, con più di 4.000 partite, oggi, 12 febbraio, nasce “Sky Sport Plus”. Grazie a questa novità, i clienti potranno seguire lo spettacolo delle grandi sfide maschili e femminili in modo più ricco, coinvolgente e semplice. Basterà andare sul canale Sky Sport Tennis, al 203, e con il telecomando accedere a Sky Sport Plus, per passare da un campo all’altro, da una superficie all’altra, da un campione all’altro, con un occhio di riguardo ai tennisti italiani, e per non perdersi neanche un colpo decisivo degli incontri più appassionanti coperti dalle telecamere ATP e WTA.Durante i tornei, quindi, premendo il tasto verde del telecomando di Sky Q via satellite o il tasto interattività di Sky Glass, se connessi alla rete internet, ogni appassionato potrà accedere alle immagini in diretta dai campi di gioco curate e realizzate da ATP e WTA, per vivere il tennis come mai prima d’ora.
    Con la nuova funzionalità Sky Sport Plus, per gli abbonati Sky saranno disponibili i campi dei tornei acquisiti da Sky seguiti dalla produzione internazionale ATP e WTA, con il commento originale;ci sarà la possibilità di vedere uno o più incontri in diretta;si potranno seguire le partite dei giocatori italiani disponibili;
    Sky Sport Plus si accende oggi con il tennis (torneo WTA 1000 di Doha, tornei ATP 500 di Rotterdam, ATP 250 di Delray Beach e Buenos Aires). È disponibile anche per Premier League inglese e per Formula 1 dall’inizio della prossima stagione.A partire da marzo, anche i clienti NOW avranno a disposizione la stessa copertura degli eventi trasmessi per seguire gli incontri ATP e WTA.Il canale Sky Sport Tennis, che da qualche giorno presenta una veste grafica rinnovata, resterà il punto di riferimento per gli appassionati, il “campo centrale” dove andranno in onda i match più interessanti del momento.
    Il grande tennis si conferma sempre più protagonista della Casa dello Sport di Sky, che garantisce una copertura completa grazie al racconto della squadra di giornalisti e talent e a studi live all’avanguardia, in onda anche su Sky Sport 24. LEGGI TUTTO

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    Gael Monfils escluso dal Torneo UTS di Oslo per un Incidente Insolito

    Gael Monfils nella foto – Foto Getty Images

    Gael Monfils è stato squalificato dal torneo UTS di Oslo, una notizia sorprendente considerato che si tratta di un evento di esibizione. Secondo quanto spiegato dall’organizzazione sui social network, “uno scambio in tono scherzoso nello spogliatoio tra Monfils e il supervisore del torneo, Stéphane Apostolou, ha provocato un lieve infortunio al supervisore”.Dall’evento precisano che non c’erano cattive intenzioni, ma l’infortunio ha portato alla squalifica come conseguenza.
    Queste le parole degli organizzatori: “Uno scambio scherzoso nello spogliatoio tra Monfils e il supervisore del torneo Stephane Apostolou ha causato un lieve infortunio al supervisore.Il torneo ha dichiarato di essere convinto che non ci fosse alcuna malizia nell’intento, ma l’infortunio ha reso necessaria la squalifica.” LEGGI TUTTO

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    Tra tradizioni e rivoluzioni: Il Tennis alla Svolta Saudita? Andy Roddick contrario

    Andy Roddick nella foto – Foto Getty Images

    Nel cuore delle discussioni che animano il mondo del tennis, l’ipotesi di un Súper Circuito finanziato dall’Arabia Saudita continua a suscitare dibattiti e a dividere opinioni. Con ingenti investimenti già riversati nel settore, il regno saudita dimostra un interesse crescente verso il tennis, paventando la nascita di un circuito che potrebbe rivoluzionare radicalmente l’intero panorama sportivo.
    Andy Roddick, ex numero 1 del mondo e protagonista di battaglie memorabili sui campi da tennis, ha condiviso la sua visione decisa in merito a questa potenziale svolta. Attraverso il suo podcast, “Served with Andy Roddick”, l’ex campione statunitense non nasconde le proprie perplessità, sottolineando l’importanza fondamentale dei tornei del Grande Slam nel cuore dei tennisti. “Dall’età di sei anni, i giocatori sognano di competere e trionfare in queste arene leggendarie”, afferma Roddick, evidenziando la difficile rinuncia a partecipare a eventi così radicati nella tradizione e nel desiderio di ogni atleta.
    Roddick, che ha già concluso la sua carriera agonistica, racconta di aver rifiutato di partecipare a un’esibizione finanziata da questo nuovo circuito, in segno di coerenza con la sua posizione critica. L’ex campione dell’US Open pone l’accento sul valore intrinseco dei Grand Slam e su come la loro eventuale assorbimento in un circuito alternativo, con un proprio sistema di ranking e gestione, potrebbe segnare la fine dell’ATP così come la conosciamo.
    Il dibattito si estende poi alle implicazioni etiche e sociali legate all’organizzazione di eventi in Arabia Saudita, dove la legislazione in materia di diritti LGBTQ+ solleva preoccupazioni significative. La posizione di Roddick su questo tema è chiara: come proteggere gli atleti in un contesto dove aspetti fondamentali della loro identità sono considerati illegali? L’ex tennista statunitense fa riferimento al caso di Daria Kasatkina, atleta apertamente omosessuale, interrogandosi sul messaggio che il mondo del tennis invierebbe ospitando competizioni in un paese con leggi così restrittive.
    Roddick, pur ammettendo di non essere direttamente coinvolto nelle dinamiche attuali del circuito, invita a una riflessione aperta e al mantenimento di una mente critica verso le evoluzioni future del tennis. La possibilità di un cambiamento positivo, con una maggiore apertura e accettazione, rimane un’ipotesi da non scartare a priori, sebbene le condizioni attuali suggeriscano un approccio cauto.
    In un mondo sportivo sempre più influenzato da grandi investimenti e da scelte che spesso si scontrano con la tradizione, la questione saudita rappresenta un punto di svolta cruciale per il futuro del tennis. Tra il rispetto dei valori fondamentali dello sport e l’esplorazione di nuove frontiere, la comunità tennistica si trova davanti a scelte complesse, che richiedono un dialogo aperto e approfondito. La voce di Andy Roddick, con la sua esperienza e la sua passione indiscussa per il tennis, offre un contributo prezioso a questo dibattito, ricordandoci che il cuore dello sport risiede non solo nelle vittorie e nelle sconfitte, ma anche nei valori che lo animano.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Luciano Darderi: tra sogno ATP e dilemmi contrattuali

    Luciano Darderi ITA, 2002.02.14

    Nel panorama del tennis, dove le storie di passione, sacrificio e talento si intrecciano creando trame avvincenti, quella di Luciano Darderi emerge con prepotenza, portando con sé non solo l’eco di un futuro promettente ma anche l’ombra di scelte difficili. A 22 anni, Darderi ha già segnato un traguardo significativo nella sua ancora giovane carriera, raggiungendo per la prima volta i quarti di finale in un torneo ATP e assicurandosi il suo best ranking, 121 al mondo. Questo successo lo proietta nella working class del tennis mondiale, affiancandolo a nomi come Fognini, Zeppieri e Nardi, e segna l’avvio di un percorso che promette di essere ricco di soddisfazioni.
    La storia di Darderi è quella di un talento italo-argentino che porta con sé il ricordo dolceamaro dell’addio al tennis del suo idolo, Juan Martin Del Potro, e l’aspirazione di seguire le orme dei grandi. La sua è una narrazione che si snoda tra le spiagge di Villa Gesell in Argentina e i campi da tennis italiani, tra i ricordi di un’infanzia immersa nel tennis e la realtà di un giovane atleta determinato a lasciare il segno. La passione per il tennis è stata per Darderi un amore a prima vista, un fuoco che lo ha spinto a superare ogni ostacolo e a dedicarsi anima e corpo a questo sport.
    Il trasferimento in Italia da ragazzo e la scelta di rappresentare questo Paese sul campo internazionale rappresentano il culmine di un viaggio iniziato nelle terre argentine, segnando un ponte tra due realtà tennistiche ricche di storia e tradizione. Le esperienze come sparring partner di alcune delle più grandi stelle del tennis mondiale hanno offerto a Darderi preziose lezioni sulla necessità di lavorare sodo e di affrontare le avversità con coraggio, insegnamenti che porta con sé nella sua scalata verso la top 100.
    Tuttavia, il percorso di Darderi non è privo di incertezze. Una questione ancora aperta riguarda la decisione di firmare o meno un contratto con la federazione italiana, una scelta che potrebbe avere implicazioni significative per il suo futuro sportivo. Le condizioni di questo accordo sono riservate e pongono Darderi di fronte a un bivio che testimonia le sfide che i giovani talenti devono affrontare nel mondo del tennis professionistico. La firma di un contratto con la federazione potrebbe rappresentare un importante trampolino di lancio, offrendo supporto e risorse per il suo sviluppo; tuttavia, le implicazioni a lungo termine di tale impegno richiedono una riflessione approfondita e una valutazione attenta dei pro e dei contro.
    In questo contesto, la storia di Darderi si arricchisce di una nuova dimensione, quella di un atleta alle prese non solo con le sfide fisiche e tecniche tipiche dello sport di alto livello ma anche con le complessità legate alla gestione della propria carriera. La sua determinazione a migliorare il ranking e a restare al passo con i migliori, pur in un contesto competitivo come quello italiano, dove diversi giocatori lottano per un posto al sole, dimostra la sua resistenza e la sua capacità di guardare al futuro con ottimismo, indipendentemente dalle incertezze del presente.
    La scelta di Darderi, sia che decida di firmare il contratto con la federazione italiana sia che opti per un percorso diverso, sarà un momento decisivo nella sua carriera, un passo che potrebbe avvicinarlo ulteriormente al suo sogno di entrare nella top 100 mondiale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Il Tennis si Prepara per Parigi 2024: Le Regole Olímpiche dell’ITF

    Rafael Nadal nella foto – Foto Getty Images

    Mentre i Giochi Olimpici di Parigi 2024 si avvicinano, il mondo del tennis si prepara a vivere una nuova emozionante avventura olimpica. Dopo l’edizione di Tokyo, che si è svolta senza il calore del pubblico, gli atleti sono ansiosi di competere davanti a una folla appassionata. La Federazione Internazionale Tennis (ITF) ha oggi delineato le “guide maestre” che struttureranno la partecipazione al prestigioso torneo, che si svolgerà dal 27 luglio al 4 agosto.
    Queste linee guida stabiliscono non solo il numero di atleti per ciascuna disciplina ma anche il massimo di giocatori che ogni paese può iscrivere, oltre alla data limite per il ranking che determinerà chi si qualificherà. Un punto di riferimento fondamentale per tutti gli aspiranti partecipanti.I Giochi proporranno cinque discipline: il singolare maschile e femminile, entrambi con un tabellone di 64 giocatori, il doppio maschile e femminile con 32 coppie e il doppio misto con 16 coppie. La novità introdotta a Tokyo, la finale maschile giocata al meglio delle tre set anziché cinque, sarà mantenuta anche a Parigi.
    Le “emtrate dirette” si baseranno sul ranking ATP con 56 posti assegnati, ma non necessariamente ai primi 56 del mondo, poiché vige una limitazione di quattro giocatori per nazione per promuovere la diversità. A questi si aggiungono sei posti tramite competizioni regionali, con due posti per il campione e il finalista dei Giochi Panamericani, una per il campione dei Giochi Asiatici, uno per i Giochi Africani e due per “campioni di oro olimpico e Grand Slam”, una categoria che potrebbe includere campioni come Rafael Nadal o Andy Murray, con la possibilità per Nadal di utilizzare il ranking protetto.Tuttavia, questi posti saranno validi solo se i giocatori sono nel top-400 e se il loro paese non ha già raggiunto il limite di quattro giocatori.
    Vincoli e Eccezioni: La strada per parigiPer completare il tabellone, ci sarà un posto per la nazione ospitante, la Francia, che presumibilmente non sarà necessario, e una “wild card universale”. Ma ci sono dei vincoli: i giocatori devono avere partecipato ad almeno due incontri di Coppa Davis o Billie Jean King Cup durante il ciclo olimpico, con almeno uno svolto nel 2023 o 2024.Questo criterio potrebbe escludere giocatori del calibro di Carlos Alcaraz o Rafael Nadal per le qualificazioni dirette, ma esistono delle eccezioni che potrebbero consentire loro di partecipare comunque, come infortuni, malattie, o un “impegno storico” con i tornei internazionali.Il countdown è già iniziato e gli occhi sono puntati sul Roland Garros 2024, quando il 10 giugno verranno definiti i partecipanti per il ranking. L’attesa cresce, e con essa la speranza di vedere le stelle del tennis brillare sotto la Torre Eiffel. Parigi, ecco arrivare il tennis olimpico.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Padel, nel CUPRA FIP Tour c’è Aga Radwanska: “Intensità e divertimento, così mi sono innamorata di questo sport”

    Agnieszka Radwanska nella foto

    La seconda carriera di Agnieszka Radwanska è su un campo da padel. Il CUPRA FIP Tour 2024 è iniziato all’insegna delle leggende: dopo la partecipazione di Pat Rafter a due tornei FIP in Australia, nel FIP Promotion La Cala di Finestrat (Spagna) in tabellone c’era anche la campionessa polacca, che in carriera ha vinto 20 titoli di singolare e 2 di doppio, raggiungendo la seconda posizione del ranking WTA nel 2012, anno in cui si è qualificata alla finale di Wimbledon. Radwanska ha giocato in coppia con un’altra ex tennista Marta Domachowska, anche lei polacca e fidanzata con Jerzy Janowicz, un altro che dopo aver raggiunto grandi risultati con la racchetta da tennis da qualche tempo si cimenta con quella da padel e ha anche partecipato agli European Games di Cracovia.
    “Avevo iniziato a giocare prima dell’inizio della pandemia – racconta ‘Aga’ in un’intervista alla FIP –. Un anno e mezzo fa ho ripreso, grazie anche a Marta. Lo trovo uno sport dinamico e divertente: gioco appena posso, anche due volte alla settimana, compatibilmente anche con i miei impegni di mamma”. La domanda, per chi ha scritto pagine di storia del tennis, resta la stessa: quanto è difficile fare lo ‘switch’ tra tennis e padel? “È molto difficile – risponde Radwanska –. Sicuramente nel tocco di palla aver giocato a tennis aiuta, le volée non sono un problema. Il problema è giocare con le pareti, e poi vorrei colpire forte ogni volta ma non posso. Il padel è uno sport che non ti permette di rilassarti mai durante il punto, ogni 15 è una lotta”.
    C’è però anche la componente del divertimento, che a 35 anni e dopo una carriera in giro per il mondo non può mancare. “Gioco senza pressione e senza aspettative. Nel tennis ho girato il mondo, ma giravo campi e hotel e c’era poca possibilità di concedersi un po’ di svago. Con Marta siamo state ad Alicante a giocare un bel torneo, dove siamo riuscite anche a vincere una partita, ma abbiamo avuto anche la possibilità di goderci la Spagna. Ma anche di goderci le giocatrici spagnole: è bellissimo vederle e imparare da loro che del padel sono le maestre”.
    Negli stessi giorni in cui era impegnata al FIP Promotion La Cala, un anno fa Radwanska disputava il torneo Legends a Melbourne. In Polonia, invece, gestisce un hotel che porta il suo nome, Aga Tenis Apartments. “Ma vorrei giocare ancora nel circuito FIP, perché il padel è uno sport che mi piace e che sta crescendo in tutto il mondo. La fortuna è che non ho la necessità di programmare la stagione dall’inizio alla fine. Se i miei impegni me lo permetteranno, tornerò sicuramente in campo”. LEGGI TUTTO

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    Rischio squalifica per i giocatori che si sfideranno nell’esibizione King Slam (ma c’è un escamotage). Al vincitore andranno 6 milioni di dollari

    In una mossa che promette di scuotere il mondo del tennis, l’Arabia Saudita ha annunciato l’organizzazione di un torneo di esibizione che vedrà la partecipazione di alcune delle più grandi stelle del circuito internazionale. Tra questi, Novak Djokovic, Rafael Nadal, Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Daniil Medvedev e Holger Rune si daranno battaglia sui campi di Riad nel mese di ottobre 2024, in un evento che si prospetta non solo spettacolare ma anche controverso.Il torneo, come riportato dal ‘Daily Telegraph’, sembra navigare in acque turbolente con le regole dell’ATP Tour. La normativa vigente vieta infatti ai giocatori di partecipare a competizioni parallele agli eventi ATP per tre giorni consecutivi mentre sono in corso tornei ufficiali. L’organizzazione saudita ha però escogitato un piano astuto per aggirare questa restrizione, proponendo un formato unico: due giorni di gare seguiti da un giorno di riposo, in un ciclo che si ripeterà per tutta la durata dell’evento, prevista tra i 7 e i 9 giorni.
    L’aspetto economico di questa iniziativa è altrettanto impressionante. Ogni giocatore riceverà 1,5 milioni di dollari semplicemente per partecipare, mentre il vincitore potrà aggiungere al proprio conto bancario la cifra strabiliante di 6 milioni di dollari, più del doppio del premio in denaro riservato ai campioni dei tornei del Grand Slam. Questo generoso montepremi sottolinea l’ambizione dell’Arabia Saudita di posizionarsi come un nuovo epicentro del tennis mondiale, attraendo le maggiori leggende dello sport nel regno.
    Tuttavia, nonostante il potenziale per uno spettacolo di tennis di altissimo livello e l’indubbio appeal finanziario per i giocatori, l’evento solleva questioni importanti riguardo la conformità alle regole dell’ATP e l’equilibrio tra gli impegni del tour ufficiale e gli eventi di esibizione. La scelta di organizzare un torneo di tale portata durante la stagione regolare dell’ATP potrebbe infatti aprire un dibattito sul futuro delle competizioni e sulla libertà dei giocatori di partecipare a eventi paralleli.
    Mentre il tennis si prepara a questo appuntamento con grande attesa, rimangono da vedere le reazioni dell’ATP e la possibile evoluzione delle regole per accomodare o contrastare iniziative simili in futuro. Una cosa è certa: l’evento in Arabia Saudita promette di essere uno dei momenti più discussi e memorabili della stagione tennistica 2024.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Un futuro da collaboratore del Milan per Djokovic?

    Djokovic insieme a Ibrahimovic

    Novak Djokovic ha nel sangue lo sci, da grande appassionato della montagna, ma ama anche il calcio. È nota la sua passione per il Milan, squadra che segue con interesse quando si trova a Milano e via streaming nelle sue continue trasferte per il mondo. Chissà che tra qualche anno il n.1 del tennis, una volta appesa la racchetta al chiodo, non possa unire l’utile al dilettevole, diventando un collaboratore della squadra rossonera. L’ipotesi è riportata dal media russo Campionat, secondo il quale il proprietario del Milan, Jerry Cardinale, qualche mese fa avrebbe preso seriamente in considerazione la possibilità di invitare Novak Djokovic a dare un contributo nel club con il ruolo di motivatore per i giocatori. Questo pare sia successo in un momento di crisi di risultati della sua squadra, che attribuiva in parte anche alla motivazione dei calciatori.
    Cardinale sarebbe rimasto impressionato dalla forza mentale di Djokovic, e ne ha parlato con Zlatan Ibrahimovic, grande amico di Novak. Il proprietario del club era attratto dall’idea che una stretta comunicazione di Novak con i suoi giocatori, ancor più nei momenti di crisi, potesse smuoverli. Per questo Cardinale ha immaginato un Djokovic “motivatore”, a sostenere la squadra con discorsi motivazionali. Secondo il media russo, il tennista avrebbe ricevuto la proposta attraverso canali non ufficiali, probabilmente proprio attraverso Ibrahimovic, ma non c’è stata una vera trattativa, anche perché il serbo è ancora nel pieno della sua carriera.
    Al momento la situazione resta solo un’ipotesi, ma non detto che non possa diventare realtà in futuro. Per una serie di fattori. Intanto Djokovic è un tifoso rossonero di lunga data. “Sono un grande tifoso del Milan e lo sarò sempre. Per me il calcio viene dopo il tennis. Mio padre era un calciatore professionista. A casa guardiamo le partite del Milan e supportiamo attivamente la squadra. Auguro sempre loro di vincere il titolo di Serie A”, aveva raccontato Djokovic in un’intervista rilasciata dopo la sua ultima presenza a San Siro. Inoltre il legame con l’ex attaccante del Milan Zlatan Ibrahimovic, oggi consigliere le club rossonero, potrebbe essere un fattore decisivo.  “Sono amico di Zlatan” aveva dichiarato Novak, “Abbiamo parlato spesso della mia situazione soprattutto dopo l’espulsione dall’Australia nel 2022. Mi ha sostenuto pubblicamente, cosa che apprezzo molto”.
    Tra le competenze di Zlatan c’è lo sviluppo dei calciatori, la promozione del marchio Milan e il sostegno a progetti di importanza strategica. Invitare Djokovic a lavorare nel club come collaboratore potrebbe far parte di questa visione. Ma non oggi.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO