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    Chris Evert lancia un appello post-Olimpiadi: “Muoviamoci!”

    Chris Evert nella foto

    Mentre il sipario cala sui Giochi Olimpici di Parigi 2024, una voce autorevole del tennis mondiale si alza per trasformare l’ispirazione olimpica in azione concreta. Chris Evert, leggenda del tennis americano, ha colto l’occasione per lanciare un messaggio potente e urgente, rivolto soprattutto alle giovani generazioni.
    La cerimonia di chiusura, pur non raggiungendo forse i picchi emotivi dell’intero evento, ha fornito a Evert la piattaforma ideale per un appello che va ben oltre il mondo dello sport professionistico.“Se queste due settimane non ci ispirano ad allenarci, sollevare pesi, correre, camminare, nuotare, semplicemente MUOVERCI… non so cosa potrà farlo”, ha dichiarato l’ex campionessa americana, con un tono che mescola passione e preoccupazione.Le parole di Evert risuonano come un campanello d’allarme, particolarmente rivolto a una generazione sempre più sedentaria, soprattutto oltreoceano. Il suo messaggio sembra voler scuotere i giovani dall’apatia fisica, invitandoli a staccarsi dai dispositivi elettronici per abbracciare l’attività fisica in tutte le sue forme.
    L’appello di Evert non è solo un invito all’azione, ma una riflessione profonda sul potere ispiratore dello sport. I Giochi Olimpici, vetrina mondiale di eccellenza atletica e determinazione umana, dovrebbero secondo l’ex tennista servire da catalizzatore per un cambiamento nelle abitudini quotidiane.In un’epoca in cui la tecnologia spesso domina il tempo libero dei giovani, il messaggio di Evert assume una rilevanza particolare. Non si tratta solo di formare futuri atleti olimpici, ma di promuovere uno stile di vita attivo e salutare per tutti.L’invito a “semplicemente MUOVERSI” è un richiamo alla semplicità e all’accessibilità dell’attività fisica. Evert suggerisce che non serve essere atleti d’élite per beneficiare del movimento: una passeggiata, una nuotata o una corsa leggera possono fare la differenza.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Nadal verso un finale alla Federer? Le riflessioni di Naomi Broady

    Rafael Nadal nella foto – Foto Getty Images

    Il futuro di Rafael Nadal continua a essere oggetto di speculazioni nel mondo del tennis. Mentre molti si chiedono quando e come il campione spagnolo deciderà di appendere la racchetta al chiodo, l’ex tennista britannica Naomi Broady ha offerto una prospettiva interessante sulla potenziale conclusione della carriera del maiorchino.
    Broady, che ha raggiunto la 76ª posizione nel ranking WTA, ha condiviso le sue riflessioni in un’intervista a Sky Sports, suggerendo che Nadal potrebbe seguire le orme del suo grande rivale e amico Roger Federer nel modo di congedarsi dal tennis professionistico.“Nadal ha chiaramente un piano in mente per il suo ritiro, ma tiene le carte strette al petto,” ha affermato Broady. L’ex tennista britannica ha sottolineato come i grandi campioni, citando anche l’esempio di Andy Murray, tendano a ritirarsi solo quando si sentono completamente pronti, e non prima.
    La Broady ha poi avanzato un’ipotesi intrigante: “Se scegliesse di ritirarsi alla Laver Cup come ha fatto Roger Federer, vivendo quella celebrazione davvero incredibile degna della sua carriera, sarebbe fantastico.” Questa prospettiva evoca il commovente addio di Federer nel 2023, quando lo svizzero ha chiuso la sua straordinaria carriera proprio alla Laver Cup, circondato dai suoi più grandi rivali e amici.Tuttavia, la Broady non esclude altre possibilità: “Molti pensavano che avrebbe scelto di celebrare questo tipo di cose alle Olimpiadi – a Roland Garros sul campo Philippe-Chatrier – giocando per il suo paese.” Il legame di Nadal con la terra rossa parigina e il suo orgoglio nel rappresentare la Spagna rendono questa opzione altrettanto plausibile.La Broady conclude con un’osservazione che riassume il mistero che circonda le intenzioni di Nadal: “Chi lo sa? Semplicemente non lo sappiamo.” Questa incertezza alimenta l’attesa e la curiosità dei fan del tennis in tutto il mondo.
    Ciò che emerge chiaramente dalle parole di Broady è il rispetto per la scelta personale di un campione del calibro di Nadal. Qualunque sia la decisione finale dello spagnolo, è evidente che il mondo del tennis si prepara a celebrare degnamente uno dei suoi più grandi protagonisti.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Djokovic: Nuove sfide all’orizzonte per il campione senza limiti

    Novak Djokovic classe 1987, n.2 del mondo – Foto Getty Images

    Novak Djokovic, il fenomeno serbo che ha riscritto la storia del tennis, si trova ora di fronte a un interrogativo che molti si pongono: cosa resta da conquistare per un atleta che ha vinto tutto? La recente medaglia d’oro olimpica, l’unico grande trofeo che mancava nella sua bacheca, ha completato un palmarès da sogno. Tuttavia, chi conosce Djokovic sa che la sua fame di vittorie è insaziabile.A 37 anni, con tutti i record più prestigiosi già infranti, il campione di Belgrado ha recentemente dichiarato che la sua motivazione principale rimane l’amore per il tennis e il desiderio di costruire un’eredità che trascenda i meri risultati. Ma conoscendo la sua mentalità competitiva, è lecito pensare che ci siano ancora obiettivi statistici capaci di stimolare la sua proverbiale determinazione.
    Tra le sfide che potrebbero spingere Djokovic a prolungare la sua carriera, spicca la possibilità di diventare il giocatore con più partite vinte in tutti e quattro gli Slam. Attualmente, il serbo insegue Roger Federer in Australia e a Wimbledon (8 vittorie di distanza), Jimmy Connors agli US Open (10 vittorie) e Rafael Nadal al Roland Garros (16 vittorie). Un traguardo che richiederebbe almeno altri tre anni ai massimi livelli.Un altro record a portata di mano è quello di diventare il campione Slam più anziano nell’Era Open. Basterebbe un trionfo allo US Open 2024 per raggiungere questo obiettivo, coronando una carriera caratterizzata da una longevità e una costanza straordinarie.
    Non meno affascinante è la prospettiva di vincere tutti i tornei Masters 1000 per tre volte ciascuno. Djokovic è già l’unico ad averli vinti tutti almeno due volte, e gli manca solo il trofeo di Montecarlo per completare il triplete in ogni evento.
    Sul fronte delle vittorie totali in carriera, il serbo punta a diventare il terzo giocatore della storia a raggiungere quota 1200 partite vinte (attualmente ne conta 1116). Un traguardo che, sebbene impegnativo considerando la riduzione dei suoi impegni, non sembra irraggiungibile per un atleta del suo calibro.
    Infine, c’è il record assoluto di titoli vinti in carriera. Con 99 trofei all’attivo, Djokovic è a un passo dal diventare il terzo giocatore a raggiungere la tripla cifra. Il primato di Jimmy Connors (109) sembra lontano, ma mai dire mai con un campione come Nole.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Rublev si apre dopo la vittoria su Sinner a Montreal: “Ho lottato contro la depressione”

    Andrey Rublev nella foto – Foto Getty Images

    Andrey Rublev ha fatto delle rivelazioni sorprendenti dopo la sua vittoria contro Jannik Sinner nei quarti di finale dell’ATP Masters 1000 di Montreal. Il tennista russo, che non sta attraversando una buona stagione, ha svelato che dietro i suoi comportamenti insoliti in campo e i risultati deludenti si celano importanti problemi psicologici.
    “Questo è un momento molto speciale per me perché ho lottato contro problemi seri per molti mesi,” ha dichiarato Rublev in conferenza stampa. “Avevo bisogno di una vittoria come questa per sentire di nuovo che posso giocare bene e battere i migliori.”Il giocatore russo ha poi approfondito la natura delle sue difficoltà: “Mentalmente sono stati tempi duri, ero molto disorganizzato. Lotto contro una depressione da molti anni, con molti problemi fuori dal campo, e alla fine mi sono esaurito. Questa stagione sono esploso, soprattutto quando ero in campo.”
    Questi problemi si sono manifestati attraverso numerosi episodi in cui Rublev ha perso il controllo in campo, colpendosi con la racchetta e soffrendo di attacchi d’ira incontrollabili. “Fortunatamente, nelle ultime settimane mi sento meglio e il mio tennis sta tornando ad essere quello di sempre. Sono molto felice perché questa vittoria mi dà grande fiducia,” ha rivelato il tennista.
    Rublev ha sottolineato l’importanza di questo successo per la sua carriera: “È fantastico vedermi di nuovo in semifinale di un grande torneo. Nel tennis devi lottare costantemente contro te stesso, ed è questo che rende questo sport così speciale. Oggi ho avuto ottime sensazioni e sono riuscito a portare a casa una partita vitale per me.”
    Il russo affronterà ora Matteo Arnaldi per un posto in finale nel torneo canadese, costruendo anche una buona base per puntare a risultati importanti agli US Open.
    Questa sincera apertura di Rublev contribuisce a normalizzare temi che fino a pochi anni fa erano considerati tabù, soprattutto quando provengono da uno dei migliori tennisti del mondo.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Sinner si arrende a Rublev nei quarti di Montreal: “Ha meritato di vincere. Nessun problema fisico serio”. Arnaldi “match con Rublev molto duro”

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Jannik Sinner è stato eliminato nei quarti di finale del torneo ATP di Montreal da Andrey Rublev. Nonostante la delusione, Sinner ha offerto un’analisi lucida e sportiva della sua prestazione e della partita.
    L’azzurro ha iniziato spiegando le difficoltà affrontate: “La spiegazione è molto semplice. Sono stato a letto per diversi giorni, giocare due match non è stato facile per nessuno, non è una cosa a cui siamo abituati di solito.” Questo commento evidenzia le sfide fisiche che Sinner ha dovuto superare per competere nel torneo.Nonostante riconosca la propria stanchezza, Sinner ha mostrato fair play, sottolineando che anche il suo avversario era in condizioni simili: “Anche Rublev però era stanco.” Ha poi elogiato la performance del russo nei momenti cruciali: “Andrey ha giocato meglio nei momenti importanti e ha meritato di vincere.”
    Quando gli è stato chiesto se l’inizio del terzo set fosse stato il punto di svolta della partita, Sinner ha mantenuto un approccio equilibrato: “Turning point o no, è stato tutto normale.” Ha ammesso di aver giocato un “brutto turno di battuta” all’inizio del set decisivo, riconoscendo l’impatto psicologico di quel momento: “Sicuramente il livello di fiducia cambia molto quando hai alcune chance, non le sfrutti e poi subisci il break.”
    Nonostante la sconfitta, Sinner ha mostrato una mentalità positiva, considerando il risultato complessivamente soddisfacente date le circostanze: “Per me venire qui e fare questo risultato, anche se è andata così, è un buon risultato, specie considerando la posizione in cui sono.”Guardando al futuro, il giovane italiano ha espresso realismo riguardo alla sua forma fisica per i prossimi impegni: “Sì, tutto ok durante la partita. Penso che queste cose siano più mentali che fisiche. Spero di poter tornare in forma al più presto, anche se fare miracoli in cinque giorni non sarà possibile. ” Ha indicato lo US Open come obiettivo principale, riconoscendolo come “l’evento più importante dello swing americano e l’ultimo Slam della stagione.”
    Ha parlato anche Matteo Arnaldi: “Sono piuttosto stanco tra ritardi per la pioggia e tutto il resto, ma sono molto contento. Ho giocato un buon tennis oggi: ho avuto due partite difficili, quindi sono molto soddisfatto per come sono riuscito a giocare e a gestire i momenti importanti. Sono davvero felice per questo e non vedo l’ora di giocare di nuovo.L’’ho visto giocare molto bene oggi Rublev. Quindi sarà un match completamente diverso da quello di Parigi, dove penso davvero di aver giocato il mio miglior tennis. Lui cercherà di ‘vendicarsi’, ma ora cercherò di riprendermi e di recuperare. Oggi ho giocato tanto: poi penserò ad Andrey, ma sicuramente sarà un match molto bello”. LEGGI TUTTO

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    L’enigma del calendario ATP/WTA: i tornei canadesi pagano il prezzo delle Olimpiadi

    L’enigma del calendario ATP/WTA: i tornei canadesi pagano il prezzo delle Olimpiadi

    I tornei ATP Masters 1000 e WTA 1000 di Montreal e Toronto stanno passando quasi inosservati questa settimana, un fatto preoccupante per eventi di tale calibro nel mondo del tennis. Con l’assenza di molte stelle e un calendario incomprensibile, questi importanti appuntamenti rischiano di perdere il loro prestigio.Il problema principale è la concomitanza con la seconda settimana dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. L’attenzione mediatica è completamente focalizzata sull’evento olimpico, lasciando i tornei canadesi nell’ombra. La situazione è aggravata dall’assenza di giocatori di alto profilo come Alcaraz e Djokovic a Montreal, e Swiatek a Toronto.
    Il calendario tennistico è sempre più congestionato, con i giocatori costretti a competere per quasi 11 mesi all’anno. Questo porta a rischi per la salute degli atleti e a una potenziale diminuzione della qualità del gioco. Gli organizzatori dei tornei più prestigiosi, considerati come “galline dalle uova d’oro”, cercano di mantenere il loro status quo, ma a che prezzo?La programmazione di questi eventi è stata particolarmente problematica. Le finali sono previste per lunedì 12 agosto, lo stesso giorno in cui inizia il torneo di Cincinnati, anch’esso di categoria Masters 1000/WTA 1000. Questa sovrapposizione crea non solo problemi logistici per i giocatori, ma anche una potenziale perdita di interesse da parte del pubblico.
    A complicare ulteriormente la situazione, le continue piogge a Montreal minacciano il completamento del torneo maschile. Con solo tre giorni rimasti e partite del secondo turno ancora da giocare, gli organizzatori si trovano in una situazione critica, aggravata dalla mancanza di campi coperti in entrambe le sedi.Questa situazione solleva domande sulla gestione del calendario tennistico in un anno olimpico. Potrebbe essere necessario considerare soluzioni alternative, come posticipare l’inizio degli US Open, per evitare sovrapposizioni e garantire che tutti i tornei importanti ricevano l’attenzione che meritano.
    Il tennis ha lavorato duramente per affermarsi come sport di primo piano e fonte di intrattenimento per un vasto pubblico. Errori di programmazione di questa portata rischiano di danneggiare l’immagine dello sport e di frustrare sia i giocatori che i tifosi. È chiaro che una revisione del calendario e una migliore coordinazione tra i vari eventi sono necessarie per garantire un maggiore equità tra i tennisti e anche maggiore spettacolo.
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    Zverev: “Da Tokyo a Parigi, l’oro olimpico e le sfide del tennis globale”

    Alexander Zverev nella foto – Foto Getty Images

    Alexander Zverev, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020, ha iniziato con il piede giusto l’ATP di Montreal, sconfiggendo Jordan Thompson in un match a senso unico. Il numero due del seeding ha dimostrato di aver gestito bene il passaggio dalla terra battuta di Parigi alle superfici veloci nordamericane.In un’intervista esclusiva a Tennis Channel, Zverev ha condiviso le sue riflessioni sul rapido cambio di scenario: “È stata una transizione veloce. Il volo da Parigi, sei ore di fuso orario, il passaggio dalla terra al cemento… Ecco perché i risultati di questa settimana possono sembrare strani, ma c’è una ragione. Per chi ha gareggiato alle Olimpiadi, soprattutto chi è andato avanti nel torneo, è un cambiamento rapido e difficile.”
    Il campione tedesco ha anche confrontato la sua esperienza a Parigi 2024 con quella di Tokyo: “Preferisco Tokyo, preferisco vincere l’oro, ovviamente. Ma partecipare alle Olimpiadi è sempre speciale. Quest’anno è stato strano giocare a Roland Garros, un luogo che conosciamo bene, ma in un contesto completamente diverso.”
    Zverev non ha nascosto alcune criticità dell’esperienza parigina: “Il Villaggio Olimpico non era il migliore, devo ammetterlo. Abbiamo avuto problemi con il cibo e le condizioni per dormire. Non c’era l’aria condizionata nelle stanze, il che è stato difficile. Ma era uguale per tutti, quindi non mi lamento. Tokyo è stata organizzata molto meglio.”Nonostante le difficoltà, l’esperienza olimpica rimane unica per Zverev: “È stato fantastico stare lì con tutti gli atleti. Tornare al Villaggio Olimpico è stato divertente. Ma vincere è sempre la parte migliore, e questa volta non ci sono riuscito.”
    Il tennista ha raccontato di essere rimasto colpito dalla presenza di leggende come Simone Biles: “Vederla al Villaggio è stato impressionante, è una leggenda. Ho visto anche Serena, ma loro sono persone che conosco. Carlos [Alcaraz] o Novak [Djokovic] li vedo ogni settimana, ma Simone Biles è qualcuno che ho sempre ammirato da lontano.”
    Zverev ha concluso con una riflessione interessante sulla percezione del tennis nel mondo sportivo: “Noi tennisti siamo abituati a vederci ogni settimana, ma per gli altri atleti, incontrare tennisti è molto speciale. Il tennis è uno sport globale che tutti seguono, e ho notato che anche io, Carlos e Novak abbiamo ricevuto molta attenzione.”
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    Il tennis in chiaro: una sfida tra visibilità e sostenibilità economica

    Il tennis in chiaro: una sfida tra visibilità e sostenibilità economica

    Le recenti dichiarazioni del presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, hanno riacceso il dibattito sulla necessità di rendere il tennis più accessibile al grande pubblico attraverso la trasmissione in chiaro. La questione, tuttavia, si scontra con la realtà dei costi elevati dei diritti televisivi, soprattutto per quanto riguarda il tennis maschile.
    Possibili soluzioni per aumentare la presenza del tennis in chiaro sono degli accordi di condivisione: Le emittenti pay-tv potrebbero collaborare con canali in chiaro come Supertennis per condividere la trasmissione di alcuni eventi selezionati anche in differita, distribuendo così i costi dei diritti e far vedere al maggior pubblico possibile alcuni contenuti.Focus su tornei minori: Supertennis potrebbe puntare maggiormente sulla copertura di tornei Challenger e anche ITF, i cui diritti sono generalmente più accessibili, per offrire comunque dei contenuti in assenza dei tornei maggiori.Negoziare accordi per la trasmissione di highlights estesi o sintesi delle partite più importanti, permettendo al pubblico di seguire i principali eventi senza dover sostenere l’intero costo dei diritti.
    Poi c’è la soluzione di ulteriori investimenti federali. La FIT potrebbe valutare un aumento degli investimenti su Supertennis per rafforzarne la capacità di acquisizione dei diritti, magari attraverso partnership con nuovi sponsor (ricordiamo che al momento però Sky ha i diritti in esclusiva di tutti i tornei ATP-WTA fino al 2028 e solo con delle grandi offerte la pay tv potrebbe cedere qualcosa soprattutto sul versante femminile.Rotazione degli eventi in chiaro: Stabilire accordi con le pay-tv per una rotazione degli eventi trasmessi in chiaro, garantendo così una copertura parziale ma significativa dei principali tornei.Sviluppo di contenuti originali: Puntare sulla produzione di contenuti originali come documentari, interviste e programmi di approfondimento per mantenere alto l’interesse sul tennis anche senza la copertura live di molti eventi.
    La sfida principale rimane quella di bilanciare la necessità di rendere il tennis più accessibile con la sostenibilità economica delle trasmissioni. I diritti televisivi, specialmente per i tornei maschili di alto livello, rappresentano un investimento significativo che le emittenti in chiaro faticano a sostenere.Un approccio graduale e diversificato, che combini diverse strategie, potrebbe essere la chiave per aumentare la presenza del tennis sui canali in chiaro senza compromettere la qualità dell’offerta o la stabilità economica delle emittenti coinvolte.
    Il dibattito resta aperto, ma è chiaro che per il bene dello sport e della sua crescita in Italia, trovare un equilibrio tra visibilità e sostenibilità economica sarà cruciale nei prossimi anni anche perchè proprio dall’aumento del tennis in chiaro c’è stato un miglioramento significativo della platea e dei tennisti.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO