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    Alcaraz a Roma: “Felice del ritorno di Sinner, spero di incontrarlo in finale”. Lo spagnolo commenta anche il successo del suo documentario e risponde alle critiche sul suo approccio alla carriera

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto FITP

    Carlos Alcaraz è tornato a Roma per la sua seconda partecipazione agli Internazionali BNL d’Italia e si è presentato in conferenza stampa con il consueto entusiasmo, dissipando ogni dubbio sulle sue condizioni fisiche dopo il forfait di Madrid.
    “Sono davvero felice di essere qui a Roma. È la seconda volta che giocherò qui, quindi sono emozionato”, ha esordito lo spagnolo. “Gli allenamenti finora sono stati ottimi. Sono in buona forma, sono pronto al 100% per iniziare il torneo. Non vedo l’ora di scendere in campo domani.”Uno dei temi principali affrontati è stato il ritorno in campo di Jannik Sinner dopo lo stop di tre mesi. Alcaraz non ha nascosto la sua gioia nel rivedere il suo grande rivale: “È fantastico. Onestamente, sono davvero felice di averlo di nuovo qui. Sono stati tre mesi. Ovviamente per lui è stato difficile e sono sicuro che sia sembrato un periodo incredibilmente lungo. Ma credo che non ci fosse posto migliore per tornare che qui a casa sua, qui a Roma.”
    Lo spagnolo ha espresso l’auspicio di un possibile scontro in finale: “Siamo in lati opposti del tabellone. Spero di incontrarlo in finale. Ma quello che voglio dire è che sono davvero felice di vedere lui e il suo team. Penso che mi divertirò a guardarlo giocare di nuovo, i suoi match. Per il pubblico credo sia fantastico.”
    Alcaraz ha anche commentato il recente documentario Netflix sulla sua carriera, ammettendo di essere stato nervoso per la reazione del pubblico: “Sinceramente ero nervoso. Ero nervoso perché non sapevo come sarebbe stato accolto dalle persone, quali sarebbero state le loro reazioni. Mi è piaciuto. Mi è piaciuto. Ma volevo davvero che la gente si divertisse guardandolo, che piacesse anche a loro.”
    Il feedback ricevuto ha superato le sue aspettative: “Finora le reazioni sono state super positive, il che per me è stato fantastico. Alcuni giocatori mi hanno detto che l’hanno adorato. Era anche molto onesto. Sono super felice che ci sia stato un grande impatto sulle persone, sui fan. Ho cercato di mostrare la mia persona, come sono, e come stavo lottando, i pensieri nella mia testa.”
    Interrogato sulle critiche riguardanti il suo approccio alla carriera, emerse anche dal documentario, dove è apparsa una certa divergenza di vedute con il suo team riguardo all’equilibrio tra professionalità e vita privata, Alcaraz ha risposto con maturità: “Una cosa che ho imparato è di non pensare a ciò che dice la gente, ma solo alle persone reali, le persone a me vicine, il mio team, la mia famiglia o i miei amici stretti. Sto cercando di non pensare a queste cose. Sento cose buone e cose cattive al riguardo. Voglio solo mantenere il mio percorso, la mia strada.”Il giovane campione ha difeso il suo approccio: “A volte trovano strano seguire quel percorso, come godersi la vita, non essere così professionali come probabilmente potrebbero fare loro. Ma io seguo le cose che voglio, che mi piacciono, il mio team, le cose che il mio team mi dice, le persone a me vicine, la mia famiglia e i miei amici, e basta.”
    Alcaraz ha poi sottolineato come i confronti con il proprio allenatore siano normali per qualsiasi giocatore: “Le conversazioni che abbiamo, allenatore e giocatore, le abbiamo tutti. Abbiamo tutti quelle conversazioni su tutto: sui tornei, gli allenamenti, le cose che voglio fare che probabilmente non dovrei. Chiunque dica che non le ha, mente. Penso che questa sia la bellezza, avere sentimenti contrastanti, punti di vista diversi. Alla fine seguiamo lo stesso percorso. Andiamo tutti insieme. Quindi penso che anche questa sia una cosa bella.”
    Riguardo alle sue possibilità al Roland Garros, nonostante il recente stop, Alcaraz si è detto fiducioso: “L’anno scorso è stato ancora più difficile. Qui non ho potuto giocare Madrid. Era un torneo speciale per me, quindi per me è stato significativo non poter giocare lì. Ma ho potuto disputare ottimi tornei, Monte-Carlo, Barcellona, buone partite. In questo momento ho fiducia. Gli allenamenti sono andati bene. Sono solo emozionato di iniziare il torneo. Penso che il mio livello sia ad un buon punto.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Bufera nel tennis: giudice accusa l’ATP di pressioni su Zverev e Shelton. Sentenza storica nella causa intentata dalla PTPA potrebbe ridefinire i rapporti di potere tra giocatori e istituzioni

    Alexander Zverev nella foto – Foto Getty Images

    Una sentenza destinata a segnare un punto di svolta nei rapporti tra tennisti e organi di governo dello sport è stata emessa da un giudice di New York, che ha stabilito che l’ATP ha tentato di influenzare impropriamente alcuni dei suoi giocatori più importanti, tra cui Alexander Zverev e Ben Shelton, durante il procedimento legale intentato dalla Professional Tennis Players’ Association (PTPA).
    La decisione giudiziaria si inserisce nel contesto di una battaglia legale avviata dalla PTPA, il sindacato dei tennisti co-fondato da Novak Djokovic, che nel marzo scorso ha presentato una denuncia contro quattro dei principali organi di governo del tennis: ATP, WTA, Federazione Internazionale di Tennis (ITF) e Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis (ITIA).
    Al centro della controversia c’è l’accusa che l’ATP abbia cercato di far sottoscrivere a diversi giocatori, tra cui Zverev e Shelton, finalisti dell’ATP 250 di Monaco 2025, bozze di lettere in cui negavano di avere conoscenza preventiva della causa intentata dalla PTPA. Secondo quanto riportato dalla BBC, il giudice Margaret Garnett ha ritenuto che tali azioni avrebbero potuto “essere facilmente considerate potenzialmente coercitive, ingannevoli o abusive”, soprattutto nei confronti dei due tennisti citati.La sentenza arriva poche settimane dopo che Reilly Opelka aveva pubblicamente denunciato minacce dirette ricevute da Andrea Gaudenzi, direttore dell’ATP, per aver firmato la denuncia della PTPA contro l’associazione.
    Nel suo pronunciamento, il giudice ha sottolineato la posizione di vulnerabilità dei giocatori, evidenziando come atleti come Zverev e Shelton siano “vulnerabili alla coercizione economica”, poiché i loro mezzi di sostentamento dipendono in modo significativo dai tornei gestiti quasi interamente dall’ATP. Una circostanza che, secondo la corte, mette in risalto il carattere potenzialmente abusivo del comportamento dell’ATP, indipendentemente dalle intenzioni.Sebbene la PTPA avesse richiesto un’ordinanza generale che vietasse tutte le comunicazioni tra i giocatori e l’ATP riguardo alla causa, il giudice ha emesso una decisione più circoscritta. L’ordine impedisce all’ATP di mettere in atto ritorsioni – o minacciare ritorsioni – contro qualsiasi giocatore coinvolto o che potrebbe essere coinvolto nella causa. La corte non ha imposto un divieto totale di comunicazione da parte dell’ATP, pur riconoscendo il diritto dell’organizzazione di rispondere al contenzioso legale in modo legittimo.
    Inoltre, all’ATP è stato ordinato di conservare tutte le registrazioni delle comunicazioni con i giocatori in relazione alla causa, anche se non è stato imposto l’obbligo di renderle pubbliche nell’immediato.L’ATP ha risposto alla sentenza con una dichiarazione ufficiale in cui afferma di “prendere atto della decisione della corte e di volersi conformare prontamente alle sue direttive”, ribadendo il proprio sostegno ai giocatori e confermando l’intenzione di difendere la propria posizione attraverso i canali legali.
    Zverev e Shelton, pur non essendo formalmente querelanti nel caso, sono ora al centro di una controversia con implicazioni significative riguardo agli squilibri di potere e ai diritti dei giocatori nel tennis professionistico. Con i procedimenti legali ancora in corso e l’attenzione pubblica concentrata sulle modalità di governance dell’ATP, questa decisione potrebbe rappresentare un momento cruciale nel cambiamento del panorama lavorativo dello sport.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Lacoste punta a estendere il contratto con Djokovic fino alle Olimpiadi di Los Angeles. Il CEO Thierry Guibert rivela che il campione serbo intende proseguire la carriera almeno fino al 2028

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Novak Djokovic sembra avere le idee molto chiare sul suo futuro tennistico. Nonostante le recenti difficoltà in campo, il campione serbo ha già fissato un obiettivo a lungo termine: continuare a competere almeno fino alle Olimpiadi di Los Angeles 2028.La rivelazione arriva direttamente da Thierry Guibert, amministratore delegato di Lacoste, storico sponsor tecnico di Djokovic. In un’intervista rilasciata al quotidiano francese L’Equipe, il dirigente ha condiviso dettagli significativi sulle trattative in corso per il rinnovo della partnership con il tennista.
    “Novak vuole arrivare almeno fino ai Giochi di Los Angeles. Non ho alcun dubbio che troveremo un terreno comune nelle prossime settimane. Stiamo discutendo soprattutto il tipo di rinnovo”, ha dichiarato Guibert, confermando l’intenzione del colosso dell’abbigliamento sportivo di proseguire una collaborazione che dura ormai da diversi anni.
    Le parole del CEO di Lacoste assumono particolare rilevanza in un momento delicato della carriera del 37enne serbo, che sta attraversando una fase di rendimento altalenante. Nonostante i recenti risultati al di sotto delle aspettative, l’azienda francese continua a mostrare piena fiducia nel campione, considerandolo evidentemente una figura di riferimento per il proprio brand a livello mondiale.
    La prospettiva di vedere Djokovic competere fino al 2028, quando avrà 41 anni, testimonia l’incredibile longevità e determinazione del vincitore di 24 titoli del Grande Slam, che evidentemente non ha alcuna intenzione di appendere la racchetta al chiodo nel breve periodo, nonostante l’ascesa delle nuove generazioni capitanate da Jannik Sinner e Carlos Alcaraz.Le Olimpiadi di Los Angeles rappresenterebbero l’ultimo grande obiettivo per completare una carriera straordinaria dopo il Bronzo a Pechino 2008 e l’Oro olimpico a Parigi dello scorso anno dopo aver battuto Carlos Alcaraz in finale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Victoria Azarenka: “Caso Sinner solleva dubbi non su di lui ma sulla gestione. Masters 1000 di due settimane a rischio per le nuove generazioni”

    Victoria Azarenka nella foto – Foto getty images

    Victoria Azarenka non ha usato mezzi termini nelle sue dichiarazioni agli Internazionali BNL d’Italia 2025. La tennista bielorussa, componente del comitato giocatori dell’Associazione Internazionale di Integrità del Tennis (ITIA), ha espresso preoccupazioni significative sulla gestione del caso che ha coinvolto Jannik Sinner, tornato recentemente alle competizioni dopo una sospensione di tre mesi.
    “Personalmente, Jannik mi sta molto simpatico. Credo sia un ragazzo eccezionale. È sempre stato gentilissimo con me. Sembra una persona piuttosto umile. Non lo conosco molto bene, ma faccio fatica a essere troppo critica nei suoi confronti a livello personale,” ha dichiarato l’ex numero uno del mondo in un’intervista rilasciata a Tennis.com, sottolineando il suo rispetto per l’italiano.
    Tuttavia, Azarenka ha mostrato una posizione ben diversa riguardo all’aspetto professionale della vicenda: “Sul piano professionale, ritengo ci siano discrepanze, poiché non credo che tutti i giocatori ricevano lo stesso trattamento. Non è solo il suo caso. Penso che esistano molte domande legittime su come siano state gestite le procedure.”
    La bielorussa ha evidenziato la mancanza di trasparenza nel sistema: “Se parliamo del caso di Jannik Sinner, la gente si chiederà perché nessuno ne era a conoscenza. C’è un aspetto legale, lo comprendo. Ma la situazione resta comunque al limite.” Azarenka ha chiarito che non intende criticare personalmente Sinner, ma piuttosto sollevare interrogativi sul sistema nel suo complesso.“Ciò che penso personalmente ha poca importanza. La questione riguarda piuttosto come vengono applicate le regole: sono applicate allo stesso modo per tutti? Ci sono modifiche che dovrebbero essere apportate? Credo che questa sia la conversazione che dovremmo affrontare, concentrandoci maggiormente su cosa si possa migliorare,” ha aggiunto la tennista.
    Nel suo intervento, Azarenka ha espresso anche preoccupazioni più ampie sulla gestione del tennis moderno: “Ritengo che, in generale, l’organizzazione debba dimostrare maggiore integrità. Un problema significativo è che siamo sottoposti alla supervisione dell’AMA, la quale può modificare le proprie regole solo in finestre temporali specifiche. Non pretendo di avere tutte le risposte, ma esistono domande legittime che meriterebbero di essere poste.”
    La tennista ha inoltre criticato l’attuale organizzazione del calendario, con particolare riferimento ai Masters 1000 di due settimane, il continuo cambio di palline e le diverse superfici: “Mi preoccupo meno per me stessa e più per le giocatrici più giovani, perché sarà molto più difficile per loro costruire una carriera longeva come la mia, rimanendo nel circuito per oltre 20 anni.”Azarenka ha concluso il suo intervento con un appassionato appello per il futuro del tennis: “Sinceramente, desidero soltanto vedere crescere il nostro sport. Voglio veramente che abbia successo. Questa disciplina mi ha dato moltissimo nella vita, e desidero vederla prosperare, continuando a essere uno sport di riferimento per le donne. Ci sono molti sport emergenti che rappresentano una concorrenza crescente. Anche noi dobbiamo continuare a evolverci e migliorare.”
    Le dichiarazioni della Azarenka arrivano in un momento particolarmente delicato, con Sinner appena rientrato nel circuito dopo la sospensione concordata con la WADA, che aveva inizialmente presentato appello contro la decisione dell’ITIA di non sanzionare il tennista italiano per la contaminazione accidentale da clostebol, considerando che la sostanza proibita era entrata nel suo organismo attraverso il massaggio effettuato dal suo fisioterapista.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    “Qui è dove ho imparato ad amare il tennis”: Berrettini pronto al ritorno al Foro Italico. Dopo quattro anni d’assenza, il tennista romano torna agli Internazionali BNL d’Italia con rinnovato entusiasmo nonostante l’infortunio di Madrid

    Matteo Berrettini al media day (foto FITP)

    È una vera e propria dichiarazione d’amore quella che Matteo Berrettini ha riservato alla sua città natale durante il media day degli Internazionali BNL d’Italia. “Quanto sei bella Roma”, ha esordito il tennista, che torna a calcare i campi del Foro Italico dopo quattro anni di assenza forzata. “Qui è dove ho imparato ad amare il tennis e dove ho sognato di diventare un giocatore. Voglio assolutamente godermi questa atmosfera.”
    Il rapporto tra Berrettini e il Masters 1000 romano è stato piuttosto tormentato negli ultimi anni, con una serie di infortuni che gli hanno impedito di esprimersi al meglio davanti al pubblico di casa. Anche quest’anno, l’allarme è scattato dopo il problema agli addominali accusato a Madrid nel match contro Giron, che sembrava potesse compromettere la sua partecipazione.
    “Sto bene”, ha rassicurato Matteo. “Ho lavorato tanto per farcela ad essere qui. Per fortuna gioco sabato e ho ancora qualche giorno per allenarmi. Dopo Madrid ho riposato per riprendermi dall’infortunio agli addominali. Oggi ho fatto un buon allenamento con Korda. Ma sono veramente felice di tornare a giocare qui: ammetto che dopo Madrid ho visto i fantasmi degli anni precedenti. Con il mio team ho cercato di non buttarmi troppo giù.”
    Gli addominali rappresentano un punto critico per il tennista romano: “L’addome per me è come la kriptonite! Anche se l’infortunio non è così grave è una parte del corpo molto sensibile”, ha spiegato. A Madrid, nonostante le condizioni ideali per il suo gioco, Berrettini ha deciso di ritirarsi pensando al prosieguo della stagione, dimostrando una maturità che in passato non sempre aveva mostrato nella gestione degli infortuni.
    Attualmente numero 30 del ranking e 29 del seeding, il “Martello” romano debutterà direttamente al secondo turno sabato, affrontando il vincente tra il britannico Jacob Fearnley e il connazionale Fabio Fognini. Proprio su quest’ultimo, che ha annunciato il suo ritiro al termine della stagione, Berrettini ha speso parole di grande rispetto: “Fabio è stato il portabandiera del tennis italiano per tanti anni. Se ha preso questa decisione sono convinto che è perché questo per lui è il momento giusto: ha una bellissima famiglia e gli auguro il meglio.”
    Per Matteo, il ritorno in campo a Roma ha un valore che va oltre il risultato sportivo: “Nella mia carriera le vittorie contano meno delle emozioni”, ha confessato. “Spero in un tipo speciale. Anzi, ne sono abbastanza sicuro: sono nato qui ed ho un sacco di amici che si faranno sentire.”
    Con il pubblico romano pronto a sostenerlo e la determinazione di chi vuole finalmente lasciare alle spalle i problemi fisici, Berrettini si prepara a vivere una settimana intensa al Foro Italico, con la speranza di regalare a sé stesso e ai suoi tifosi le emozioni che tanto cerca in questo ritorno alla “sua” Roma. LEGGI TUTTO

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    Daniil Medvedev e la sua crisi di risultati: “La mia motivazione è migliorare ogni giorno”

    Daniil Medvedev nella foto – Foto Getty Images

    L’ex numero 1 del mondo Daniil Medvedev si trova in un momento complicato della sua carriera. Il tennista russo non alza un trofeo da due anni, quando vinse il Masters 1000 di Roma al Foro Italico, ed è scivolato fuori dalla top-10 del ranking mondiale.
    In conferenza stampa prima dell’ATP Masters 1000 Roma 2025, Medvedev ha affrontato questo tema con franchezza. “Sento che vincere qui due anni fa mi ha dato molta serenità e mi ha aiutato a comprendere meglio questa superficie. Ovviamente, preferisco giocare su campi duri, ma da quando sono stato campione al Foro Italico non ho più perso le staffe su un campo in terra battuta”, ha dichiarato il russo.
    Medvedev ha anche ammesso: “Non ho mai pensato che avrei vinto un Masters 1000 su terra battuta, ma ci sono riuscito e ora sono di nuovo qui con qualcosa da dimostrare, quindi darò il massimo”.
    Quando gli è stato chiesto della sua motivazione in questa fase della carriera, Medvedev ha risposto con determinazione: “La mia motivazione è migliorare ogni giorno. L’anno scorso non ho mostrato la mia versione migliore, non sono stato un tennista riconoscibile, ma ogni volta che arrivo a un torneo, lo faccio con la mentalità di poterlo vincere”.
    Il tennista russo ha concluso con una riflessione sul suo futuro: “Quando mi ritirerò dal tennis, voglio farlo sapendo di aver dato il meglio di me e di non avere nulla da rimproverarmi”. Medvedev cercherà di rientrare nella top-10 proprio in questo Masters 1000 di Roma.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Fabio Fognini saluta Roma: storia di un talento che ha scritto pagine indelebili nel tennis azzurro

    Fabio Fognini nella foto – best ranking n.9 del mondo

    Mentre Fabio Fognini si prepara a disputare il suo ultimo torneo agli Internazionali d’Italia, è il momento di celebrare la carriera di uno dei tennisti più talentuosi e carismatici che l’Italia abbia mai avuto. A 37 anni, il ligure ha recentemente annunciato che questa sarà la sua ultima apparizione al Foro Italico, chiudendo un capitolo fondamentale della sua vita sportiva.
    Una carriera ricca di successiIl tennista di Arma di Taggia ha costruito una carriera impressionante, entrando nella storia del tennis italiano sotto molteplici aspetti. Vincitore del Masters 1000 di Monte Carlo nel 2019, Fognini ha conquistato complessivamente 9 titoli ATP in singolare, di cui 8 sulla sua superficie prediletta: la terra battuta.Il suo momento più glorioso è stato proprio quel trionfo a Monte Carlo, dove sconfisse il “re della terra” Rafael Nadal in semifinale, diventando l’unico tennista italiano dell’era Open a vincere questo prestigioso torneo.
    Record e primatiFognini ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del tennis italiano. È rimasto nella top-100 per ben 823 settimane (di cui 708 consecutive), nella top-50 per 525 settimane e nella top-20 per 220 settimane complessive.Il suo ingresso nella top-10 mondiale nell’aprile 2019 rappresenta uno dei momenti più significativi della sua carriera. A 32 anni, è stato il tennista più anziano al mondo a entrare per la prima volta in questa élite, diventando anche il primo italiano a raggiungere questo traguardo dal 1979, quando ci riuscì Corrado Barazzutti.
    Successi nei tornei del Grande SlamNei tornei del Grande Slam, il suo miglior risultato è stato raggiungere i quarti di finale al Roland Garros nel 2011, che purtroppo non poté disputare a causa di un infortunio. È riuscito anche ad arrivare agli ottavi di finale agli Australian Open nel 2014 e 2018, e agli US Open nel 2015.Ma il suo successo più significativo in un Major è arrivato nel doppio, dove insieme a Simone Bolelli ha conquistato l’Australian Open nel 2015, diventando l’unica coppia italiana a vincere un titolo del Grande Slam nell’era Open.
    Un pioniere del tennis italianoFognini ha avuto un ruolo fondamentale nella rinascita del tennis italiano. È stato tra i protagonisti del ritorno dell’Italia nel World Group di Coppa Davis nel 2011, aprendo la strada al periodo d’oro che il movimento tennistico italiano sta vivendo negli ultimi anni.Ha mosso i primi passi nel tennis al circolo di Arma di Taggia, e a 14 anni ha scelto definitivamente il tennis rispetto al calcio, sua seconda passione. Il suo primo match vinto da professionista risale al 2004, al Future di Valdengo.
    L’uomo oltre il campioneFuori dal campo, Fognini è conosciuto per il suo carattere passionale e per la sua vita familiare. È sposato con Flavia Pennetta, ex tennista italiana e vincitrice degli US Open 2015, con cui ha costruito una famiglia.Il loro primo figlio si chiama Federico, nome scelto in memoria di Federico Luzzi, tennista italiano scomparso prematuramente a 28 anni per una leucemia fulminante.Sempre attento allo sviluppo del tennis italiano, Fognini ha fondato “Back To Next”, un progetto che mira ad aiutare i giovani tennisti a raggiungere il professionismo.
    L’ultimo saluto al Foro ItalicoMentre si prepara al suo ultimo torneo a Roma, Fognini continua a dimostrare la sua competitività, come testimoniano i suoi recenti successi nei tornei Challenger, l’ultimo dei quali a Montemar nel novembre 2024, l’ottavo della sua carriera.Gli Internazionali d’Italia saranno un’occasione speciale per celebrare questo straordinario atleta che ha contribuito in modo determinante a far crescere la passione per il tennis in Italia, aprendo la strada ai successi delle nuove generazioni.In un’era dominata da alcuni dei più grandi tennisti di tutti i tempi, Fabio Fognini è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante, portando in campo un tennis fatto di talento puro, colpi imprevedibili e quella passione tipicamente italiana che lo ha reso un campione unico e indimenticabile.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Emil Ruusuvuori rivela la sua lotta contro gli attacchi di panico

    Emil Ruusuvuori FIN, 02.04.1999 – Foto getty images

    Il tennista finlandese Emil Ruusuvuori ha recentemente condiviso dettagli sui problemi di salute mentale che hanno influenzato la sua carriera. Ruusuvuori, che nel 2023 aveva raggiunto la posizione numero 37 del ranking mondiale, ha spiegato che da tempo si trova ad affrontare difficoltà che lo hanno portato a stare lontano dal circuito per diversi mesi.
    Il giocatore ha rivelato di soffrire di attacchi di panico ricorrenti da quattro anni. Nel 2024, la situazione è peggiorata, costringendolo a rimanere lontano dal tennis per quattro mesi e mezzo, senza nemmeno toccare una racchetta. Nonostante i tentativi di tornare a competere, Ruusuvuori continua a sperimentare episodi di questo problema, come accaduto recentemente durante un torneo in Corea del Sud.
    La salute mentale sta diventando un argomento sempre più rilevante nel mondo del tennis, con un numero crescente di giocatori che scelgono di parlarne apertamente. Il caso di Ruusuvuori evidenzia come, anche in assenza di lesioni fisiche significative, le problematiche legate alla salute mentale possano avere un impatto considerevole sulla carriera di un atleta professionista.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO