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    Circuito Challenger: Nuovo torneo a Parma indoor alla fine di Ottobre

    Lorenzo Musetti – Foto Marta Magni

    C’è un nuovo evento nel calendario dei tornei Challenger di scena in Italia. Da sabato 31 ottobre a domenica 8 novembre saranno disputati gli Internazionali di Tennis Città di Parma, ATP Challenger 80 organizzato da MEF Tennis Events. La manifestazione sarà ospitata dal PalaRaschi (il palazzetto dello sport della città), dal Tennis Club Parma (anche noto come Tennis Club Mariano) e dal Tennis Club President del presidente Romano Botti, già sede degli Internazionali di Tennis Emilia Romagna in corso fino a domenica 11 ottobre. I match si giocheranno su campi in Play-it indoor.
    Marchesini spiega la nascita del torneo – L’annuncio da parte di Marcello Marchesini, presidente di MEF Tennis Events: “L’ATP ci ha contattato per verificare la possibilità di organizzare un torneo indoor a inizio novembre, nella settimana in cui il calendario prevede il Challenger di Eckental in Germania ed il Masters 1000 di Parigi Bercy. Noi abbiamo dato la nostra disponibilità e abbiamo immediatamente contattato l’amministrazione comunale di Parma, che si è detta entusiasta di questa occasione. Poi abbiamo presentato il progetto alla Regione Emilia Romagna e all’APT Servizi (Azienda di Promozione Turistica, ndr) del presidente Davide Cassani, che è stato informato della nascita della manifestazione prima della conferenza stampa di presentazione degli Internazionali di Tennis Emilia Romagna. Senza il supporto delle istituzioni sarebbe impossibile solo pensare di poter organizzare un evento di questa portata: siamo pronti e carichi in vista dell’ultimo torneo del nostro 2020”.

    MEF Tennis Events protagonista del 2020 – MEF Tennis Events, società che organizza tornei internazionali e nazionali dal 2007, chiuderà così una stagione tanto particolare quanto ricca di manifestazioni e momenti da ricordare. A giugno il Tennis Clud Todi 1971 ha ospitato i Campionati Italiani Assoluti, vinti da Lorenzo Sonego e Jasmine Paolini. Poi il numero 46 del mondo ha firmato la doppietta conquistando il titolo del secondo torneo del 2020 targato MEF Tennis Events, quello nazionale a partecipazione straniera ospitato dal Tennis Club Perugia (trofeo femminile alla russa Liudmila Samsonova). Ad agosto nuovamente a Todi per le Finali di Serie A1 BMW, in cui a trionfare sono stati il Park Tennis Club Genova di Lorenzo Musetti ed il Circolo Tennis Lucca delle sorelle Jessica e Tatiana Pieri. Subito dopo, nella stessa sede sono andati in scena gli Internazionali di Tennis Città di Todi, torneo ATP Challenger 100 che ha registrato il successo del tedesco Yannick Hanfmann. Infine, in attesa di scoprire il nuovo campione degli Internazionali di Tennis Emilia Romagna, lo stesso Lorenzo Musetti ha alzato al cielo il trofeo degli Internazionali di Tennis Città di Forlì, l’ATP Challenger 100 che ha acceso l’entusiasmo del circolo Tennis Villa Carpena. E come detto non finisce qui: appuntamento sabato 31 ottobre con l’inizio delle qualificazioni degli Internazionali di Tennis Città di Parma. LEGGI TUTTO

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    Martina Trevisan, storia di un talento a cui la vita era scivolata via (di Marco Mazzoni)

    Martina Trevisan, quarti di finale a Roland Garros 2020

    “C’era una volta…”, la classica frase di rito con cui iniziano le favole. Già, le favole… Sarà una definizione inflazionata, ma come altro si può definire quel che sta vivendo Martina Trevisan a Roland Garros? È una vera favola, quella di una ragazza di talento che si era persa per strada e si è ritrovata, una che è stata capace di rimettere insieme i pezzi della sua vita e tornare in gioco, riprendendosi con gli interessi le soddisfazioni di una carriera promettente appena sfiorata da junior. Quella di Martina è soprattutto una pagina umana importantissima per una ragazza ricchissima di vita a cui la vita era scivolata via, persa in un’adolescenza difficile che aveva trasformato un’atleta piena di talento in giovane una donna in lotta con se stessa.
    Sembra passato tanto tempo, visto che il prossimo 3 novembre compirà 27 anni. Ma lei, facendo uno sforzo enorme sul piano intimo, ne ha parlato diffusamente qualche tempo fa sul progetto editoriale “The Owl post”, con una lunga confessione intitolata “Metamorfosi”, dove tra crisalidi e farfalle si racconta, si mette a nudo con coraggio, mostrando i suoi incubi, la sua fragilità, ma anche la forza che le ha permesso di ritrovarsi e di tornare prima a giocare, quindi a vincere. In questo straordinario Roland Garros, Trevisan si appresta a giocare un quarto finale, impresa clamorosa per una che non aveva ancora vinto un solo match nel main draw di uno Slam.
    Eppure quando era teenager, gli Slam non solo li sognava, ma li stava preparando con una carriera giovanile estremamente promettente. Quel “dirittaccio” (per dirlo bonariamente alla toscana, lei capirà!) mancino, così veloce e imprevedibile, quegli angoli tanto stretti quanto vincenti, erano un incubo per rivali assai più potenti e sulla carta quotate.
    Chi meglio di lei può raccontare la propria storia. Ecco qua alcuni estratti delle parole di Martina, ripresi dalla sua lettera-confessione: “Con ogni probabilità sono entrata al circolo prima ancora di esserne cosciente, nel pancione di mamma, che lì faceva la maestra. La mia scalata però è stata rapida perché a 4 anni ero già la padrona indiscussa di tutto il Circolo Tennis Perignano. Gonnellina nera, canotta bianca, scarpe all’ultimo grido, giravo per i campi trascinandomi appresso una racchetta dalle corde multicolor che, pur essendo per bambini, era alta almeno quanto me. (…) Con il mio maestro, Matteo, avevamo fatto passi da gigante. Poco prima di compiere 15 anni calcavo già i campi più prestigiosi ed ero ben piazzata nel ranking ITF, che è l’anticamera del WTA, il palcoscenico dei grandi. Giocare a tennis mi divertiva. Fino a quando non mi sono divertita più”.
    Ecco che arriva il passaggio più duro, duro come un macigno. Martina cresce, e qualcosa dentro di lei si rompe, insieme alla sua famiglia. Spezza la sua ascesa sportiva, la sua voglia di vivere, la sua serenità. Tutto va in subbuglio. Anni difficilissimi…

    “Ero giovane e talentuosa. Che non sono ne meriti ne colpe. Ma ho iniziato a sentire, forte, la fretta attorno a me di coglierne tutti i frutti prima ancora che l’albero avesse il tempo di radicarsi per bene nel terreno. Prima che le mie radici e il mio tronco fossero forti abbastanza da resistere alle intemperie, che, crescendo, prima o poi, arrivano. (…) Dentro le mura di casa non si respirava un’aria serena ed io passavo molto tempo ad allenarmi. Anche quando avrei sicuramente avuto bisogno di fare altro. (…) Ero una quindicenne che voleva vivere come una quindicenne, recuperando, magari con gli interessi, tutto ciò che sentivo di aver perduto negli anni precedenti. Senza tante regole. Senza preoccuparmi di far tardi perché il giorno dopo avevo una partita. Senza il bisogno di nascondere i miei muscoli allenati dentro a maglie di taglie comode. Stavo cambiando e il mio fisico cambiava con me. Mi sentivo libera, e credevo di aver finalmente riacquistato il controllo della mia vita. Ora, con il senno di poi, che è anche un po’ quello del mai, so che quella che chiamavo libertà era una semplice fuga. Ma mentre hai il vento in faccia è difficile capire chi è che corre e chi è che scappa”.
    Tutto le scappa di mano, si ritrova da ragazzina focalizzata solo nel tennis, ad una vita lacerata sul piano personale e familiare, sino al dramma della anoressia: “I nuovi equilibri su cui poggiava la mia famiglia mi avevano destabilizzata. A papà era stata diagnosticata una malattia degenerativa e questo lo ha reso sempre meno presente nella mia crescita. Non è stato facile vedere mamma ricostruire la sua quotidianità con una nuova persona accanto, che aveva sempre fatto parte della mia vita, ma sotto un’altra luce. Ero arrabbiata con lei e non conoscevo altra arma per ferirla che non il suo amore per me. Combattevo contro tutto ciò che rappresentava il mio passato da atleta, sul quale tutti avevano riposto grandi speranze ed ambizioni, dimentichi della persona che dietro quell’atleta soffriva. Detestavo il mio corpo muscoloso e mi imponevo diete al limite della sopravvivenza pur di perdere peso. 30 grammi di cereali e un frutto la sera. Era quanto mi bastava per stare in piedi, e per far preoccupare mia madre, che correva a cogliere le pesche dagli alberi pur di vedermi mangiare qualcosa. Nella mia testa, come in un paradosso, avevo l’impressione che solo sparendo le persone sarebbero riuscite a vedermi davvero, ad interessarsi. Ad occuparsi di me. Per fortuna, giunta al punto di non ritorno, ho capito che non sarei potuta andare avanti così.
    Avevo perso ogni interesse, mi ero chiusa nel mio bozzolo; in uno stato di apatia in cui neppure mi riconoscevo più. Non ero nemmeno più la brutta copia di chi sono per davvero, e così ho chiesto aiuto. Dall’anoressia si può guarire”.
    Questa la frase più bella. Dalla anoressia si può guarire. Con fatica, sacrifici, un complesso e durissimo lavoro su se stessi. Ma si può guarire, e ritrovare quella via, quella voglia di vivere e di riprendersi tutto che ti conferisce una forza enorme, perché torni più forte di prima.
    La rinascita è la pagina più bella della giovane vita di Martina, come descrive nel suo racconto: “Sono stata rieducata a mangiare, a fare pace con le mie ferite. Ad apprezzare il mio nuovo corpo, a perdonare chi aveva sbagliato e a ritrovare il mio tempo per fare le cose. Quasi senza accorgermene mi sono ritrovata di nuovo con una racchetta mano. Prima per insegnare, così da avere una piccola indipendenza economica e condividere con altre persone la passione per il tennis. E poi, inevitabilmente, per gareggiare di nuovo. Quasi, e dico quasi, come se avessi voluto riprendere da dove avevo lasciato. (…) Quest’anno ho conquistato per la prima volta l’accesso al tabellone principale di un torneo del Grande Slam, in Australia. Ho lavorato molto e continuo a farlo per far sì che questo diventi il mio nuovo standard, il mio nuovo habitat”.
    L’accesso al main draw in Australia le sembrava un passo da gigante, una meta incredibile finalmente raggiunta. Ma se ci pensiamo bene, perché una ragazza con così tanto talento e con la forza di superare ostacoli così grandi, oggi dovrebbe porsi limiti? In campo sta dimostrando di potersela giocare con tutte, e in questa fase storica il tennis rosa di vertice è a dir poco “instabile”, grandi picchi di qualità e pause enormi, da parte di tutte le migliori. E sportivamente i suoi 27 anni sono solo una ventina… Interessanti le parole del suo coach Catarsi: ha rivelato che Martina si sente quotidianamente col bravissimo mental trainer Lorenzo Beltrame (che collabora con lo staff di Tirrenia), che la spinge ogni giorno durante il torneo a scrivere le proprie sensazioni; una sorta di diario che la libera di tensione e le conferisce consapevolezza, quella di chi si trova ancora in gara nel torneo perché se l’è meritato sul campo.
    Martina Trevisan sfida nei quarti Iga Swiatek, talentuosa polacca classe 2001. Sulla carta parte sfavorita, ma sarà una partita tutta da vedere, perché il talento ma soprattutto il carattere della toscana può permetterle di sognare, come quel “drittaccio” e quella “garra” che ci sta incantando match dopo match. Martina non deve smettere di sognare, e allo stesso tempo di sorridere, perché proprio il suo sorriso travolgente ha conquistato il mondo della racchetta. Siamo sicuri che Martina non tremerà all’ingresso sul Chatrier. Guarderà quella terra “amica” e sarà capace di sprintare e colpire, scatenando il meglio del suo talento, senza paura. Quando hai ripreso la tua vita per i capelli, non hai più paura di niente… La sua storia è la più bella del torneo, direi dell’anno 2020. In un’annata terribile in cui si parla quasi solo di Morte, il suo è un esempio di tanta tantissima Vita.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Roger Federer in campo agli Australian Open: Craig Tiley ” Organizzeremo dei tornei prima dell’Aus Open per una grande estate di tennis”

    Roger Federer ha recentemente ribadito a Craig Tiley, direttore dell’Australian Open, che alla prossima edizione 2021 in gioco ci sarà pure lui. Semifinalista nell’ultimo Slam australiano, Roger ha in seguito subito due interventi al ginocchio destro che l’hanno obbligato a una pausa forzata sino a fine anno. Per potere disputare il torneo, il 39enne e […] LEGGI TUTTO

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    Roland Garros: Alexander Zverev non in buone condizioni di salute “Ieri ho avuto la febbre a 38. Avrei dovuto dare forfait”

    Alexander Zverev, numero sette del mondo, è stato sconfitto dal nostro Jannik Sinner negli ottavi di finale del Roland Garros. “Ero semplicemente malato dopo la partita notturna con Cecchinato. Cosa posso dire? Ho avuto problemi di salute. Respiro a fatica, come si sente dalla mia voce. Ieri sera ho avuto la febbre a 38. Diciamo […] LEGGI TUTTO

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    Seconda settimana a rischio del Roland Garros per colpa del Covid? Ipotesi ATP Finals a Nur-Sultan

    Seconda settimana a rischio del Roland Garros per colpa del Covid? Ipotesi ATP Finals a Nur-Sultan

    Oggi dovrebbe essere presa una decisione importante in Francia, e gli ultimi dati della Public Health France mostrano solo un leggerissimo miglioramento sul fronte delle persone attualmente in terapia intensiva. Non abbastanza per ridurre in modo significativo la quota di pazienti Covid in queste unità di terapia intensiva che il ministro aveva stabilito al 35%.

    Anche gli organizzatori del Roland Garros sono molto preoccupati: una serrata di Parigi non può non influenzare anche il torneo, e sottovoce la possibilità è stata fatta presente agli atleti e coach. La seconda settimana del Roland Garros potrebbe essere a rischio o almeno la presenza del pubblico.
    Anche l’ATP non ha dimenticato il problema Coronavirus: il presidente Andrea Gaudenzi tiene nel cassetto vari piani, anche per quel che riguarda il calendario. Comprese le Atp Finals: se Londra non potesse ospitarle per colpa degli aumenti dei casi c’è chi ha ipotizzato una sede diversa: Nur-Sultan. LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic per l’abolizione dei giudice di linea

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Novak Djokovic, numero uno nella classifica ATP e ancora alla ricerca del suo secondo titolo al Roland Garros, ha dichiarato che i giudici di linea dovrebbero essere aboliti.
    Il tennista serbo ha dato questo suggerimento dopo la qualificazione agli ottavi di finale a Parigi. “Con tutto il rispetto per la tradizione e la cultura che abbiamo in questo sport, quando si tratta di persone presenti in campo durante un incontro, compresi i giudici di linea, non vedo il motivo di averli in ogni torneo del mondo, con i progressi della tecnologia”, ha ammesso in conferenza stampa.

    “Non c’è motivo che i giudici di linea rimangano in campo. Questa è la mia opinione. Naturalmente capisco che la tecnologia è costosa, ma sento che ci stiamo tutti muovendo in quella direzione e prima o poi non ci sarà più motivo di tenere i giudici di linea. Cosi’ forse farei meno incidenti dopo quello che ho fatto a New York”,, ha scherzato Djokovic. LEGGI TUTTO

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    Daniel Atlmaier e l’idolo Stan Wawrinka

    Daniel Atlmaier,, 22 anni, che questa settimana ha sorpreso tutto e tutti a Parigi approdando ottavi di finale del Roland Garros, ha uno stile di gioco molto simile a quello dello svizzero Stan Wawrinka. Le somiglianze tecniche – e anche fisiche – sono note e … non è un caso! Il tedesco ha come idolo […] LEGGI TUTTO

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    Nuovo piano dell’ ATP. Masters 1000 di due settimane e 6 ATP 250 in alcune settimane?

    Negli ultimi giorni di Settembre è stato rilasciato un documento da parte della dirigenza dell’ATP che ha in Gaudenzi il suo CEO, riguardo lo sviluppo futuro dell’associazione mista di giocatori e tornei. Dopo aver rimarcato, forse anche eccessivamente, la necessità di unità interna, probabilmente anche a causa della nuova e concorrente associazione dei giocatori PTPA […] LEGGI TUTTO