More stories

  • in

    Simona Halep: è molto difficile giocare bene con questo freddo

    Simona Halep nella foto

    La prima teste di serie della parte femminile dello Slam parigino Simona Halep, a causa del ritiro di Barty, ha parlato ieri, nel corso di un’intervista, a tutto braccio del nuovo “atipico” slam, delle condizioni meteo e delle sue prospettive di arrivare in fondo al torneo:
    “Sono onorata che molte persone mi considerino la favorita a vincere il titolo, ma non mi sento così. Stanno tutti lavorando molto duramente e so che ogni partita sarà una dura battaglia. Questa edizione è molto diversa. Per cominciare, il fatto che gioco da sola sulla terra battuta da mesi, è divertente. Sento che è lì che mi esibisco meglio come giocatrice, ma questo non mi mette più pressione”.

    “Spero solo che il tempo migliori nei prossimi giorni, è molto difficile per me affrontare questo freddo, che fa sì che il campo e la palla siano più pesanti. Non ho avuto buone sensazioni in allenamento, siamo 15 gradi in meno rispetto a Roma, è una brusca differenza di temperatura. Mi sono sempre piaciuti questi campi perché la palla rimbalzava alta. È bello avere l’opportunità di giocare, ma in questo periodo dell’anno è tutto più complicato. Devo rimanere ottimista “. Halep debutterà contro Sorribes Tormo, in forma da quando ha preso come allenatrice Soler-Espinosa, e nel caso di vittoria dello Slam la romena potrebbe diventare la n.1 della WTA, superando Barty.
    Un Grazie a Mandrake LEGGI TUTTO

  • in

    Djokovic: “Le nuove palle a Parigi sono pesanti, ma anche perché è ottobre” (di Marco Mazzoni)

    Djokovic in allenamento a Parigi 2020

    Anche Novak Djokovic, nella intervista pre-torneo a Parigi, si soffermato sul tema più caldo: le nuove palline. Bocciate da Thiem, bocciatissime da Nadal, per il n.1 del mondo sono effettivamente pesanti, ma a suo dire la “colpa” non è solo della palla in sé, ma delle condizioni totalmente nuove in cui è usata.
    “Usiamo le palline Wilson per la prima volta su terra battuta” ha dichiarato Djokovic, “penso lo stesso dei miei colleghi, è più pesante di quella usata precedentemente, però dipende anche dal fatto che siamo in ottobre e fa freddo. La terra battuta è umida e più pesante rispetto a quando giochiamo in primavera. Tutte le condizioni climatiche influiscono sul rendimento della palla. E’ complicato affermare che la pallina è pesante in generale, tutto dipende fortemente dalle condizioni meteo. Dobbiamo accettarlo, per questo tutti siamo venuti qua un po’ prima per iniziare ad adattarci a queste condizioni, di palle e clima, molto diverse da un Roland Garros tradizionale”.
    Nella intervista, Novak ha parlato anche di altri temi, tornando sul “fattaccio” accaduto a New York. “Ovviamente d’ora in poi avrò la massima attenzione quando colpirò una palla fuori dal campo… Questo è rimasto scolpito nella mia mente per moltissimi giorni dopo US Open, sono sicuro che non commetterò lo stesso errore due volte. E’ successo, devo accettarlo e continuare. Fu uno shock per me, per tanta gente, però la vita è così, nello sport ed in generale, sono errori, cose brutte che possono accadere”.

    Djokovic non crede di aver ripercussioni negative per l’accaduto, come del resto ha dimostrato a Roma, vincendo il torneo (nonostante un certo nervosismo dimostrato in più occasioni…): “Non credo che quel che è accaduto potrà avere alcuna ripercussione sulle mie prestazioni in campo. Ho appena vinto il torneo di Roma, non ho avvertito alcun “perturbazione emozionale” o difficoltà nell’affrontare le partite, o nell’esprimere le mie emozioni. Nessuna. Cerco di tenere tutto quel che è negativo al di fuori del campo e della partita, cerco di perdonarmi e continuare il mio cammino. Sono un essere umano, ricco di difetti come tutti. Ho molta esperienza nel tour, e quel che è accaduto a me poteva accadere a chiunque altro”.
    Ultime considerazioni sul virus, i test, e come vive la situazione: “Ho fatto a Roma un paio di test, ancora prima di volare a Parigi, e appena arrivato mi sono sottoposto ad un altro. Finché non ho avuto i risultati, sono rimasto isolato come tutti gli altri giocatori. Seguo tutte le istruzioni, i soliti test ogni 4-5 giorni, ed è tutto. Questo indipendentemente dagli anticorpi di ognuno di noi. Per esempio, a New York, avendo ancora gli anticorpi, non mi hanno fatto alcun altro test dopo il primo. Quando sono arrivato qua me ne hanno fatto uno, è uscito negativo, e per ora non me ne hanno fatti altri. In Europa è diverso, a Roma mi hanno fatto testo ogni 2-3 giorni. Ogni paese tiene le proprie regole sul tema, questo è un po’ particolare. Il virus? Non so se il virus c’è ancora o no dentro al mio corpo, in questo momento non ci penso. Ho avuto il test negativo in ogni prova a cui mi sono sottoposto dopo aver contratto il virus, e anche oggi sono a questo punto. In ogni modo, non è ancora certo il modo in cui il virus si comporta in ogni individuo, come può andarsene o tornare. Dal punto di vista medico, c’è molta confusione sul tema, e dipende anche dal paese in cui vai. Dobbiamo seguire le indicazioni del luogo in cui ci troviamo, ora in Francia, e sono molto restrittive. Io mi sento fortunato ad essere un giocatore di tennis, di trovarmi a giocare di nuovo un torneo dello Slam, e spero di poterlo portare alla fine senza alcuna conseguenza per la mia salute”.

    Djokovic ostenta sicurezza. A Roma il suo tennis è stato sufficiente per il successo, ma non ha toccato dei picchi di prestazione massimi, e non c’erano a sfidarlo i due principali rivali sul rosso: Nadal e Thiem. La sensazione è che il livello mostrato al Foro Italico non sia abbastanza per battere i due principali favoriti per il titolo. O le nuove condizioni a Roland Garros (freddo, palle, orari serali) finiranno per cambiare le carte in tavola, aprendo ad altri giocatori la possibilità di vincere al Bois de Boulogne? Alle 11 Jannik Sinner avrà l’onore di aprire il torneo sul Chatrier. Buon Roland Garros a tutti
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Da Forl’: Il primo titolo challenger di Lorenzo Musetti “dedico il titolo alla mia famiglia e al mio team. In campo vado io, ma dietro c’è tantissimo lavoro che non si vede”

    Lorenzo Musetti – Foto Marta Magni

    Lorenzo Musetti vince gli Internazionali di Tennis Città di Forlì “Memorial Piero Contavalli”. Il diciottenne di Carrara, che grazie a questo successo diventerà numero 138 del mondo, ha battuto in finale il brasiliano Thiago Monteiro con il punteggio di 7-6(2) 7-6(5) in un’ora e 58 minuti di gioco. Per l’allievo di Simone Tartarini è il primo titolo Challenger in carriera: l’azzurro è il terzo teenager a laurearsi campione nel circuito internazionale dopo lo spagnolo Carlos Alcaraz Garfia (Trieste) e il ceco Tomas Machac (Koblenz).
    Musetti campione – Incontenibile la gioia di Musetti al termine della finale: “È un sogno che si avvera. L’anno scorso ci ero andato vicino a Milano, quest’anno a Trieste (semifinale in entrambi i tornei, ndr): a Forlì mi sono trovato benissimo sin dal primo giorno e ho raggiunto l’obiettivo. Credo di essermelo meritato, è stata una settimana di grande tennis. A chi dedico il titolo? Alla mia famiglia e al mio team. In campo vado io, ma dietro c’è tantissimo lavoro che non si vede”. Poi uno sguardo al futuro: “Nel circuito ATP non sono ancora nessuno. Sto giocando molto bene, ho battuto tanti top 100 nelle ultime due settimane e non me lo aspettavo. Ho sempre avuto le capacità tecniche per giocarmela con tutti, mancavano quelle mentali e fisiche: devo continuare a crescere senza fretta restando umile. Obiettivi? Raggiunto quello di entrare tra i primi 150 del mondo, adesso voglio la top 100. Non sarà facile, ma ci proverò entro fine stagione”.

    Titolo di doppio a Brkic e Cacic – Trionfano in doppio il bosniaco Tomislav Brkic ed il serbo Nikola Cacic, che in finale si sono imposti sul kazako Andrey Golubev e l’azzurro Andrea Vavassori con lo score di 3-6 7-5 10/3 in un’ora e 31 minuti di gioco.
    La soddisfazione di MEF Tennis Events – Conclusa la premiazione, il consueto bilancio di Marcello Marchesini, presidente MEF Tennis Events: “Non poteva andare meglio per noi organizzatori del torneo e per la splendida città di Forlì. Quando è arrivato al circolo Tennis Villa Carpena dopo il Foro Italico, ho detto a Musetti che avrebbe dovuto vincere qui o a Parma (prossimo Challenger MEF Tennis Events ad ottobre, ndr), perché penso che a breve inizierà a frequentare con continuità il circuito ATP abbandonando quello Challenger. Si è messo a ridere e mi ha risposto che avrebbe fatto di tutto per conquistare il titolo. Ora pensiamo a Parma, dove probabilmente daremo una wild card ad un top 50 ATP”. LEGGI TUTTO

  • in

    Paire festeggia la sua “prima vittoria al Roland Garros”: “Sono negativo”

    Benoit Paire nella foto

    Il ritorno di Benoit Paire al tennis è stato molto travagliato: il francese è stato escluso dagli US Open per il test positivo al coronavirus e poi dopo vari test negativi è risultato di nuovo positivo durante l’ATP 500 di Amburgo, dove ha anche disputato il torneo.

    Al Roland Garros, invece, un test simile lo eliminerebbe automaticamente dalla manifestazione, ma la notizia e che è ritornato ad essere negativo. LEGGI TUTTO

  • in

    Verdasco è risultato positivo al covid-19, è stato escluso dal Roland Garros ma lo spagnolo attacca gli organizzatori: “Ho preso il covid ad Agosto ero guarito non mi hanno fatto fare un nuovo test”

    Fernando Verdasco nella foto

    Fernando Verdasco, ex top 10, ha spiegato ieri sera in una dichiarazione il motivo per cui ha abbandonato il Grand Slam francese. Infatti, il 36enne spagnolo ha spiegato di essere stato escluso dalla gara poco prima del sorteggio dopo essere risultato positivo al coronavirus.
    “In agosto ho avuto il covid-19 e non ho avuto sintomi. Ho seguito tutte le indicazioni di isolamento e sono tornato alla mia routine dopo essere risultato negativo in una serie di test per il coronavirus. Sono sempre risultato negativo, compreso l’ATP Masters 1000 di Roma. Ero di nuovo negativo prima dell’ATP 500 di Amburgo, ma ho scelto di non giocare il torneo per prepararmi al Roland Garros. La mia squadra e la mia famiglia sono andati martedì a Parigi e abbiamo fatto un altro test. Tutti erano negativi, tranne il mio. Ho spiegato la mia storia, ho spiegato che avevo già avuto la malattia, ma l’organizzazione del Roland Garros mi ha negato la possibilità di fare un altro test”, ha rivelato il giocatore di Madrid.

    Verdasco e’ molto frustrato per il modo in cui la situazione è stata gestita. “Sono frustrato e indignato dall’organizzazione. Il minimo che potevano fare e sottopormi ad altro test”. LEGGI TUTTO

  • in

    Jim Courier: “Il dominio nel tennis maschile dell’Europa viene dall’insegnamento” (di Marco Mazzoni)

    Jim Courier, 4 volte campione Slam

    Con Roland Garros alle porte, il quotidiano britannico The Times ha approfittato per intervistare Jim Courier, due volte campione sulla terra parigina, per analizzare lo stato del movimento maschile. Tra i vari temi trattati, “Big Jim” ha diffusamente parlato di come il tennis europeo sia totalmente dominante da molti anni.
    All’ultimo US Open il campione è stato Dominik Thiem, tennista europeo. Proprio US Open è stato l’ultimo torneo dello Slam vinto da non-europeo: accadde nel 2009, grazie al successo di Juan Martin Del Potro. Da allora solo successi per tennisti nati nel vecchio continente. La situazione degli altri tre Slam è ancor più euro-centrica: l’ultimo vincitore a Wimbledon non europeo è stato Lleyton Hewitt, anno 2002; agli Australian Open è Andre Agassi nel 2003; a Roland Garros è Gaston Gaudio nel 2004. In totale, 63 degli ultimi 64 Slam disputati sono stati vinti da giocatori europei. Di conseguenza, anche il ranking ATP segue questa fortissima tendenza, tanto che l’ultimo n.1 non europeo è stato Andy Roddick, scalzato da Federer ad inizio 2004 (dopo il suo successo agli Australian Open).
    Secondo Courier, la causa principale di questo dominio dispotico dell’Europa nel tennis maschile deriva dall’insegnamento. “Negli anni ’70 gli Stati Uniti avevano i migliori allenatori del mondo, come Happy Hopman, australiano che si era spostato in Florida ed aveva portato i metodi che avevano generato la grandissima ondata di campioni australiani degli anni 60 e 70. Oppure l’avvento di Nick Bollettieri, che ha rivoluzionato il metodo di allenamento del tennis alla sua accademia. Molti dei migliori tennisti al mondo venivano dagli USA perché nel paese c’era la miglior formazione. Questo non era così frequente in Europa”.

    Le cose sono molto cambiate da allora, continua Courier: “C’è stata una sorta di democratizzazione della formazione tennistica a livello globale. In Europa sono nate e cresciute moltissime accademie di allenamento, a partire dalla Sanchez-Casal, dove per esempio si è formato Murray. Quando il tennis ha iniziato ad essere molto più popolare in altri paesi rispetto agli USA, i migliori atleti si sono spostati in altri paesi e lì sono cresciuti. Gli USA continuano ad aver buoni tennisti, ma non del livello di un tempo, e negli ultimi 15 anni, come del resto la maggior parte degli altri movimenti, abbiamo solo potuto “tamponare” il dominio dei big 3″.

    Con Roland Garros al via, un piccolo focus anche sulla terra, che secondo Courier resta una palestra incredibile, forse la migliore, per formare un tennista vincente. “Credo che molto dipende da dove nasci o cresciti, anche negli USA. Io vengo dalla Florida, lo stesso stato di Chris Evert. Siamo cresciuti giocando molto sulla terra verde americana, che sembra molto diversa da quella europea ma in fondo resta terra battuta. Per crescere su questi campi è necessaria pazienza, mobilità, sviluppare abilità più complete rispetto a chi nasce e cresce sui campi in duro. Alcuni dei nostri più forti campioni come Stan Smith, Pete Sampras, Michael Chang a Andre Agassi, sono cresciuti giocando tanto sulla terra. Per colpa del clima non in tutti gli stati si sono sviluppati i campi in terra, anche per motivi di praticità ed economici, ma la terra battuta resta una grandissima “palestra” per crescere. Quando sei giovane non pensi che possa essere rilevante giocare anche su terra, ma in realtà è fondamentale perché questo ti forma in modo completamente diverso, riesci ad essere un tennista migliore, più completo. Per questa ragione non molti dei tennisti USA si sentono a loro agio giocando sulla terra, e se ci arrivano un po’ troppo grandi, ormai non riescono a imparare certi automatismi e meccaniche esecutive che invece sono importanti una volta passati al professionismo”.

    Courier ha sempre avuto un rapporto speciale con Parigi: “Era un torneo che volevo assolutamente giocare perché mi trovavo bene sulla superficie e ho avuto molto successo all’inizio della mia carriera. Per me è stato una grande soddisfazione anche perché i tennisti statunitensi non hanno avuto moltissima fortuna nel torneo. Di sicuro aver visto la vittoria di Michael Chang nel 1989 fu di grande ispirazione per me, Andre e tutti gli altri”.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Roland Garros: Rafael Nadal scontento delle nuove palle e del freddo: «Giocare all’aperto con 9 gradi è estremo»

    Rafael Nadal classe 1986 e n.2 del mondo

    A chiosare infine le varie discussioni sulle mutate condizioni che i tennisti troveranno al Roland Garros, è intervenuto Rafael Nadal, campione in carica, nonché detentore di ben 12 titoli del Grand Slam Parigino.
    “E’ il Roland Garros con le condizioni più negative su cui possa aver mai giocato.Piove quasi ogni giorno, fa freddo, oggi ho giocato con 9 °C, è ventoso. Mi sono già allenato con queste nuove palle a Maiorca (dov’è la sede della Rafa Nadal Tennis Academy) con il caldo e le palle erano già allora lente e pesanti. Col freddo sono come pietre.Dobbiamo adattarci anche a questo. Dobbiamo affrontare ogni giorno con la predisposizione di accettare le sfide che incontriamo e superarle con calma.Di tutti i Roland Garros che ho giocato, questo ha le condizioni più negative in assoluto.Le nuove palle usate della Wilson dovranno essere modificate in futuro. Sono certo che la direzione del Roland Garros se ne renderà conto quanto faranno le verifiche a fine torneo. Queste palle sono un po’ pericolose per le spalle e il gomito dei tennisti.”

    “Sono arrivato a Parigi e ho già fatto due sessioni di allenamento (una con il tetto chiuso per simulare un clima più rigido ) e ho sensazioni positive. Ho altri 2 giorni di allenamenti dato che giocherò Lunedì. Dobbiamo guardare avanti con l’entusiasmo di fare il nostro meglio per avere delle possibilità.Arrivo a giocare lo Slam con 3 partite ufficiali su terra, di cui l’ultima persa nel modo che sapete, non voglio sminuire quella prestazione.Penso che sia meglio concentrarmi sui miglioramenti che potrò raggiungere partita dopo partita. Se non sentissi la capacità di poter dare il meglio di me, di giocare al 100% e di combattere per competere con gli altri ad ogni partita non sarei venuto a Parigi.Certamente ho giocato poche partite e le condizioni qui sono molto diverse, ma dobbiamo sapere come affrontare le sfide che ci vengono presentate. So che avrò molte difficoltà durante il torneo, non voglio ingigantirle, ma piuttosto minimizzarle con una buona predisposizione e con un atteggiamento in campo che le cose vadano nel verso giusto.Con 9°C di temperatura, il tuo corpo ha bisogno di più colpi, di più energie per imprimere lo spin alle palle, per chiudere il punto. Penso che avremo incontri più lunghi.”
    “Non puoi andare contro corrente. Se ci sono condizioni diverse bisogna farle proprie e adattarvisi e non giocare contro di esse. Quello che non andrò a fare sarà di dire che queste palle vanno bene quando non è così. Non penso che sia giusto giocare su terra con queste, ma io e gli altri tennisti lo faremo ugualmente. Chi riuscirà ad adattarsi meglio avrà più possibilità di vittoria.Speriamo che il tempo migliori un pochino perché freddo, pioggia e vento lo rendono veramente estremo. A Roma il clima era migliore.”
    Un Grazie a Mandrake LEGGI TUTTO

  • in

    Laver Cup 2022 si svolgerà alla O2 Arena di Londra

    Il team Europeo, vincitore della prima Laver Cup a Praga

    London Calling. No, non la mitica canzone dei Clash… ma l’annuncio ufficiale della Laver Cup: l’edizione 2022 si svolgerà presso la O2 Arena nella capitale inglese. Si passa così dal Masters ATP alla ricca e ben organizzata esibizione a squadre ideata dal “team Federer”.
    L’evento si svolgerà dal 23 al 25 settembre 2022, dopo che Boston ospiterà l’edizione 2021 presso il TD Garden (casa dei Celtics di Basket, tra l’altro). Tony Godsick, Laver Cup Chairman e CEO di TEAM8 afferma “Siamo davvero emozionati di poter organizzare la Laver Cup a Londra, una città ricca di tradizione tennistica. I britannici amano il tennis e la Laver Cup è qualcosa che non si è mai visto prima nel panorama tennistico. Porteremo in un weekend il meglio dei giocatori al mondo insieme a leggende e rivali delle generazioni precedenti per creare uno spettacolo davvero unico che ha entusiasmato i fan di tutto il mondo”

    Roger Federer ha aggiunto “Londra ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore, sarà incredibile portare la Laver Cup in una delle mia città preferite al mondo”.

    “L’O2 Arena di Londra è una delle sedi più iconiche per il mondo della musica e dello spettacolo” dichiara Laver Cup CEO Steve Zacks, “è una destinazione ambita già per se stessa con la sua architettura molto particolare e la sua tecnologia. E’ perfetta come set per organizzare una Laver Cup fantastica per i fans”.

    Anche il sindaco di Londra Sadiq Khan ha commentato l’annuncio, affermando che “è un grande onore per Londra ospitare la Laver Cup 2022. I londinesi sono fanatici dello sport e hanno sofferto molto durante la pandemia per l’aver perso la possibilità di assistere ad eventi dal vivo. Londra è orgogliosa di aver ospitato i più importanti eventi sportivi nel corso degli anni, aggiungere alla nostra collezione anche la Laver Cup è fantastico, non vediamo l’ora di poter dare il benvenuto alla manifestazione”.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO