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    Lorenzo Musetti cura il gomito presso una struttura di Carrara

    Lorenzo Musetti presso Fisiorahab360

    Lorenzo Musetti ha iniziato la terapia per recuperare dal problema al gomito sofferto la scorsa settimana durante il torneo ATP 250 in Sardegna. Per fortuna – come riportato ieri – i controlli diagnostici hanno rilevato solo un problema infiammatorio, non grave.

    Il giovane azzurro ha iniziato oggi la terapia presso Fisiorehab360 nella sua Carrara, struttura del preparatore atletico Damiano Fiorucci. Nella foto, lo vediamo in attesa del trattamento con un macchinario ad hoc. LEGGI TUTTO

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    Lorenzo Musetti: “Ho più consapevolezza. La continuità in allenamento è la chiave”

    Lorenzo Musetti, n.123 del ranking ATP

    Lorenzo Musetti ha rilasciato una bella intervista ad Alessandro Mastroluca, pubblicata oggi sul Corriere dello sport. Il nostro talento ha raccontato come sta vivendo questo momento magico, dopo l’esplosione agli Internazionali BNL d’Italia, e qualche curiosità sulla sua vita. Ne riportiamo le parti più significative.

    “E’ stato un mese incredibile, non ce l’aspettavamo. Abbiamo lavorato tanto, il livello di tennis c’era. Mancava un po’ di continuità a livello delle partite. L’anno scorso e all’inizio di questa stagione, ho avuto tanti alti e bassi e questo condizionava anche il mio ranking, le mie vittorie. Siamo riusciti ad aggiustare la parte mentale, della fiducia, prendendo convinzione soprattutto dopo il Challenger di Trieste. Lì ho giocato un ottimo torneo, e da quel momento è stata una scalata. La cosa che mi rende più fiero è vedere che viene ripagato il tanto lavoro che c’è dietro”.
    “A casa sono molto contenti. Il taglio dei capelli? Sono stati proprio i miei che mi hanno spinto a farlo, iniziavano ad essere un po’ troppo lunghi…”.
    Giocare tanti Challenger in Italia è stato importante: “Più della possibilità di non spostarsi, è stato significativo ricevere tante wild card in tornei che si sono rivelati importanti per la mia crescita, e devo sicuramente ringraziare la Federazione per questo. (…) Sono stato bravo e fortunato a sfruttare quelle wild card. Ora speriamo di non doverne fare più uso”.

    “Programmazione 2021 più ambiziosa? Non ne abbiamo parlato con Simone (Tartarini, il suo coach, ndr), ma penso di sì. L’obiettivo è entrare in tabellone all’Australian Open, vorrebbe dire essere tra i primi 100 o molto vicino. Da lì in poi, quando finirà questa stagione, decideremo come affrontare la prossima. Ma visto che il livello c’è, posso cercare di giocare più tornei ATP invece dei Challenger”
    Il focus si sposta sull’allenamento, la chiave dello scatto in avanti di Musetti: “Non sono cambiate le routine, c’è solo un po’ più di consapevolezza da parte mia sul fatto che la continuità si trovi soprattutto in allenamento. Prima c’erano giornate in cui ero nervoso, non mi allenavo al meglio. Anche in allenamento sentivo di avere alti e bassi. Sto cercando di cambiare su questo aspetto e i miglioramenti durante le partite, i tornei, si sono visti. Ma bisogna lavorarci ancora”.
    Una nota sulla preparazione dei match e il dopo partita: “Provo qualche schema prima del match, lo trovo utile e funzionale alla mia personalità e al mio tipo di gioco. Mi è capitato di rivedermi in tv proprio con Simone in camera. L’analisi della partita la facciamo sempre e alla fine combacia. Anche se in campo magari non sono riuscito a fare qualcosa, me ne accorgo. E le mia analisi coincide con quella di Simone. E penso che sia importante, credo che questa consapevolezza sia la svolta del mio miglioramento“.
    “Il mio colpo preferito? Forse è il rovescio lungo linea, quando  è vincente e la palla va dove vorrei”.
    “Ascolto molta musica, nella mia playlist c’è un po’ di tutto, moderna ma anche tanta musica anni 80 e 90, rock e non solo. Guardo anche le serie su Netflix in camera”.
    “I social? è normale usarli per la mia generazione, quello che uso di più è Instagram. Ho solo quello e Facebook”.
    “Un pregio e un difetto? Forse bisognerebbe chiederlo a qualcun altro. Il pregio è sicuramente che so ascoltare, e credo che sia una bella cosa. Un difetto è che a volte sono un po’ pigro“. LEGGI TUTTO

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    Basilashvili sotto processo, l’accusa è violenza domestica

    Nikoloz Basilashvili a Tbilisi

    Nikoloz Basilashvili sta affrontando una delle partite più difficili della sua vita, forse la più impegnativa in assoluto. L’avversario non è Rafa Nadal sul centrale di Parigi, o Roger Federer sull’erba dei Championship, ma la giustizia del suo paese. Il georgiano, n.34 del ranking ATP, è sotto processo a Tbilisi con l’accusa di violenza domestica. I giudici sono chiamati a decidere – dopo l’udienza preliminare – se procedere contro Nikoloz per l’accusa di “violenza nei confronti di un familiare in presenza di un minore”.
    La faccenda contestata a Basilashvili risale allo scorso 21 maggio, quando fu arrestato con l’accusa di aggressione alla ex moglie Neli nella casa dei genitori di lui. Una violenza che si sarebbe consumata, come aggravante, sotto gli occhi del loro figlio Lukas di soli cinque anni. Il giocatore nega che i fatti siano andati così, ed è pronto dimostrare la propria innocenza di fronte alla corte. Totalmente opposta la versione della ex moglie, secondo la quale l’episodio incriminato fu solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, visto che aveva subito violenza da Nikoloz in almeno altre tre occasioni.
    A difendere gli interessi della signora la nota avvocatessa georgiana Ana Abashidze, vero “principe del foro” e paladina per la difesa dei diritti delle donne. Infatti la Georgia è un paese tristemente noto per gli episodi di sessismo e violenza domestica, tanto che le stime degli organi internazionali a tutela dei diritti delle donne indicano che quasi una donna su sette ha subito un qualche tipo di violenza, domestica o sul lavoro. Una percentuale enorme rispetto alle medie del mondo occidentale.

    Dopo l’arresto, Basilashvili fu rilasciato grazie ad una cauzione di circa 25mila euro. Da allora è in attesa di giudizio, e vista la portata dell’accusa, rischia fino a tre anni carcere.
    Dopo l’arresto, l’entourage di Nikoloz aveva rilasciato alla stampa nazionale un comunicato (lo riportiamo da Georgia Today) che recitava: “Questa non è la prima volta che Neli Dorokashvili, l’ex moglie di Nikoloz, ha cercato di fare danni morali, finanziari e/o di reputazione a Nikoloz e alla famiglia Basilashvili. Nikoloz Basilashvili e Neli Dorokashvili sono divorziati. Neli Dorokashvili era contro il divorzio, di conseguenza, il divorzio è stato raggiunto attraverso il tribunale ed è stato firmato un accordo transattivo per il divorzio. Successivamente, Nikoloz non ha avuto alcun contatto con la sua ex moglie, a parte la custodia del figlio. Dopo il divorzio, ancora una volta senza fondamento, Neli Dorokashvili ha citato in giudizio la madre di Nikoloz Basilashvili per abusi sui minori, giudicata non colpevole [la madre di Nikoloz]. (…) Sul caso dello scorso 21 maggio – Neli Dorokashvili ha invaso la proprietà dei genitori di Nikoloz Basilashvili senza il consenso dei proprietari. Era determinata a provocare un conflitto. Nonostante i suoi sforzi per farlo, non c’è stato alcun fatto o tentativo di abuso contro di lei. Fortunatamente, ci sono molte prove a sostegno di questa verità. Il processo giudiziario è in corso. Crediamo che Nikoloz dimostrerà legalmente la sua innocenza molto presto”.
    Il tennista è una delle personalità più in vista del suo paese, quasi un eroe nazionale, quindi il dibattito si è infiammato tra innocentisti e colpevolisti. La vicenda è cavalcata dal punto di vista mediatico dalle varie associazioni in difesa dei diritti delle donne e dei più deboli, tanto che alcuni dei loro esponenti hanno affermato senza mezzi termini che in caso di condanna di Basilashvili, qualora le accuse fossero confermate dal processo, questa sarebbe una sorta di pietra miliare per i diritti civili in Georgia, un ammonimento concreto a tutti i potenziali “violentatori” e primo esempio di giustizia sociale nel paese.
    Basilashvili ha vissuto un 2020 davvero negativo anche sul piano sportivo: 4 successi e ben 11 sconfitte, con l’ultima partita vinta su Berankis a Dubai lo scorso febbraio. Dalla ripartenza in agosto, 6 match e 6 sconfitte, altro segnale di una forma scadente e, probabilmente, di un forte disagio sul piano personale. Seguiremo gli sviluppi giudiziari della vicenda.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Dieci giorni di riposo per Lorenzo Musetti

    Lorenzo Musetti ITA, 2002.03.03 – Foto Marta Magni

    Dal “Corriere dello Sport” apprendiamo che l’infortunio di Lorenzo Musetti non è così grave.
    Dichiara l’azzurro: Ho fatto un ecografia. Si vedeva che c’era un versamento, un piccolo edema. Poi ho fatto anche una risonanza magnetica ad alto campo. Per fortuna si tratta solo di una forte infiammazione.“.

    L’azzurro si sottoporrà ora a dei trattamenti con ultrasuoni e il ritorno in campo dovrebbe avvenire sul cemento indoor del Challenger di Parma che inizierà il prossimo 2 novembre. LEGGI TUTTO

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    Laurent Lokoli: “Il tennis mi ha salvato la vita”

    Laurent Lokoli FRA, 1994.10.18

    Il numero 368 ATP, Laurent Lokoli, ha scritto recentemente a Behind The Racket, dove ha aperto il suo cuore e ha ricordato alcuni momenti complicati della sua vita.
    “Sono cresciuto con i miei genitori e le mie tre sorelle maggiori in Corsica, una piccola isola del Mediterraneo. All’età di 10 anni, la vita mi ha messo in ginocchio quando a una delle mie sorelle è stato diagnosticato il cancro. L’ho vista per anni lottare con la morte. Ricordo di averla vista piangere quando ha perso i capelli, abbracciandomi e dicendomi che si sentiva impotente. Dopo una grande battaglia, ha battuto il cancro e questo mi ha fatto promettere a me stesso che non avrei mai rinunciato a nulla nella mia vita”.

    Lokoli ricorda l’importanza del tennis in un’altra fase della sua vita:
    “(…) Quando avevo 14 anni, mia sorella maggiore è morta in un incidente d’auto a 28 anni. Era come se qualcuno mi avesse strappato il cuore dal petto, non sopportavo quel dolore. Mia sorella era un avvocato, era un esempio da seguire e mi ha lasciato un vuoto immenso. Da quel momento ho capito che dovevo trovare un modo per combattere questo dolore (…) Il tennis mi ha salvato la vita. È stato il momento in cui mi sono sentito vicina a mia sorella perché era completamente innamorata di questo sport. Ce l’ho sempre con me. Il mio obiettivo è che lei sia orgogliosa”. LEGGI TUTTO

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    Open Court: Felix Auger-Aliassime, sbagliato considerarlo “un perdente” (di Marco Mazzoni)

    Felix Auger-Aliassime

    “È difficile da accettare, quindi non ho molto da dire a parte che sono deluso dal mio livello di oggi in generale. Ci riproverò”. Parole amare quelle di Felix Auger-Aliassime, dopo aver perso piuttosto nettamente la finale di Colonia la scorsa settimana, opposto a Sasha Zverev. Proprio il tedesco ha cercato di consolarlo: “Sei un giocatore incredibile. So che non significa molto in questo momento, ma sono sicuro che non solo vincerai un titolo, ma vincerai più titoli nella tua carriera, tornei più grandi di questo”.
    Parole sagge quelle del tedesco, anche se i numeri del giovane canadese iniziano a farsi pesanti: sei finali disputate, sei sconfitte. Tirando una facile conclusione, lo spettatore più superficiale potrebbe affermare che Auger-Aliassime è un “perdente”. Alt.
    Un’affermazione del genere non solo è sbagliata, ma assai ingenerosa. È indubbio che Felix abbia qualche problema di gestione della tensione al momento di affrontare una finale, lo dice lui stesso affermando che all’atto decisivo non riesce ad esprimere il suo miglior tennis. Ma i numeri vanno saputi leggere, e francobollarlo come un perdente sarebbe un errore.
    A soli 20 anni, il canadese ha toccato un best ranking di n.17 (attualmente è al n.22). Questa la lista delle sue finali disputate: anno, torneo, vincitore.
    2019
    Stoccarda – Berrettini
    Lione – Paire
    Rio de Janeiro – Djere
    2020
    Rotterdam – Monfils
    Marsiglia – Tsitsipas
    Colonia 1 – Zverev
    Match assolutamente non facili, in cui partiva quasi sempre sfavorito. Forse il suo più grande rimpianto è quello di Rio, sconfitto da Djere. Ma era la sua primissima finale ed il serbo quella settimana era in uno stato di forma clamoroso.
    Approfondendo l’analisi sempre coi numeri, se andiamo a vedere come erano messi a 20 anni e 2 due mesi i giocatori emergenti arrivati nei piani alti del ranking, il quadro diventa assai più chiaro.

    Tsitsipas era appena entrato nella top20, aveva disputato tre finali con il successo a Stoccolma e due sconfitte; Medvedeva 20 anni e due mesi era fuori dai primi 200 del ranking, con la prima finale disputata a quasi 21 anni (Chennai 2019); Sasha Zverev è stato assai precoce: all’età di Felix era appena entrato nella top10 dopo il successo al Masters 1000 di Roma e aveva già vinto 4 tornei; Rublev aveva chiuso la stagione al n.39, con una finale raggiunta e vinta ad Umag;Berrettini è esploso più tardi, a 20 anni ancora era assai indietro; il connazionale Shapovalov all’età di Felix stazionava nella top30, senza alcuna finale raggiunta (vincerà Stoccolma qualche mese dopo, suo unico successo in carriera);Khachanov era appena entrato nella top100, dopo qualche mese vincerà il suo primo torneo a Chengdu; Garin a 20 anni era ancora invischiato nelle retrovie; Coric era ad un passo dalla top50, con due finali disputate e perse; Ruud era appena fuori dalla top100, e Fritz dalla top50, con la finale di Memphis persa nel 2016; De Minaur era nella top30, con il titolo di Sydney e altre due finali perse.
    Fermandoci qua nell’analisi, risulta che all’età di Felix Auger-Aliassime la maggior parte dei suoi rivali era assai più indietro come risultati raggiunti. Pronti ad emergere, alcuni in rampa di lancio, ma solo Zverev e Tsitsipas hanno ottenuto risultati davvero migliori di quelli del canadese.
    Passando invece al campo, perché FAA non riesce a sbloccarsi in finale? I motivi sono molti, il tennis non è mai una scienza esatta. Detto della sua tensione, su cui deve assolutamente lavorare, è possibile che il giovane canadese abbia anche un tennis discretamente dispendioso. Spinge molto, scambia forse fin troppo, e questo gli costa preziose energie fisiche e mentali. I suoi colpi da fondo sono potenti e precisi, ma tende a giocarne qualcuno di troppo prima di tentare l’affondo. Un attendismo che non paga. Il suo tennis tattico, in progressione, richiede enorme applicazione e continuità, quella che forse ancora gli manca, e scambiando molto finisce per subire la contro mossa del rivale. Dovrebbe lavorare per ricavare più punti con la prima di servizio, ma anche esser più pungente in risposta. In questo piano di maggior aggressività, non sarebbe male nemmeno spostare il baricentro del suo gioco leggermente più avanti. Non sempre è pronto a correre a rete a raccogliere i frutti del suo pressing, una soluzione che gli consentirebbe di durare meno fatica, accorciare i tempi del match e della sua spinta. Ha buona mano, un ottimo fisico ed è assai elastico, quindi non gli manca niente per compiere questo passo. FAA è un grande talento, ha un tennis molto completo ed efficiente, sarei estremamente sorpreso se restasse un incompiuto, ancorato nel limbo tra i grandi e le promesse non mantenute.
    A soli 20 anni e due mesi, Felix Auger-Aliassime ancora non è riuscito a sbloccarsi in una finale. Sarà importante per lui lavorare su se stesso, sugli aspetti tecnici che abbiamo analizzato, e cercare di farlo abbastanza in fretta, per due motivi. La concorrenza nei piani alti si sta facendo molto agguerrita: molti coetanei stanno esplodendo, altri sono in arrivo (speriamo a brevissimo anche Jannik Sinner) e quando si resta un po’ dietro, poi non è facile recuperare. Inoltre accumulare troppe memorie negative potrebbe diventare un fardello complesso da gestire sul piano mentale, tonnellate di tensione sulle spalle che possono schiacciarti. Auger-Aliassime credo abbia troppo talento e mezzi per restare incastrato in questa morsa, il suo momento arriverà e credo che arriverà anche presto. Oggi il suo record nelle finali è 0-6, ma “ad averne” di perdenti così…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il vincitore del Masters 1000 di Parigi Bercy guadagnerà il 70% in meno rispetto al 2019

    Il torneo di Parigi Bercy

    Il Covid-19 sta cambiando completamente il mondo che conosciamo e il tennis non fa eccezione, nemmeno nei principali tornei del circuito.
    Parliamo in particolare del torneo Masters 1000 di Parigi-Bercy, che è l’esempio più recente di questi cambiamenti. Infatti il vincitore dell’edizione 2020 otterrà come montepremi il 70% in meno rispetto all’anno scorso.
    Mentre nel 2019 il campione ha preso un assegno di quasi 1 milione di euro, quest’anno sarà di poco più di 300.000 euro. D’altra parte, va notato che dal primo turno della fase di qualificazione agli ottavi del tabellone principale, i tennisti guadagneranno di più rispetto al 2019.

    Parigi Bercy 2020 – SingolareV: 301.975F: 200.000SF: 133.000QF: 100.000OTT: 69.0002T: 39.1201T: 22.275TDQ: 10.8651TQ: 6.160
    Parigi Bercy 2020 – DoppioV: 108.020F: 90.000SF: 64.000QF: 41.8302T: 21.8701T: 11.550
    Parigi Bercy 2019 – SingolareV: 995.720F: 503.730SF: 259.730QF: 133.985OTT: 67.0252T: 35.2851T: 19.800TDQ: 7.4451TQ: 3.725
    Parigi Bercy 2019 – DoppioV: 284.860F: 139.020SF: 69.680QF: 35.5102T: 18.7301T: 10.020 LEGGI TUTTO

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    Fallita la petizione per intitolare il campo centrale di Basilea a Roger Federer

    Roger Federer, classe 1981 e n.4 ATP

    L’idea di intitolare il campo centrale di Basilea a Roger Federer, la città natale dello svizzero dove ha già vinto 10 titoli in carriera in quella manifestazione, è fallita. I promotori dell’iniziativa avevano aperto una petizione a marzo per raccogliere almeno 3.000 firme, ma l’iniziativa ne ha raccolte solo 1.200.

    Quest’anno l’evento che si sarebbe dovuto svolgere a Sant Jakobshalle è stato annullato a causa della pandemia. Lo stadio ha una capacità di 10.000 persone ed è stato inaugurato nel 1976.
    A Basilea, Federer ha già il titolo di Doctor Honoris Causa dell’Università di Basilea. Non dà ancora un nome a nessuna via perché, secondo le leggi locali, si può dare un nome a una via solo dopo la morte di una certa persona. LEGGI TUTTO