More stories

  • in

    Dominic Thiem e la minore concentrazione nel suo ultimo incontro alle Finals e poi loda l’ATP: ” Per me, non c’è motivo di entrare in un’altra organizzazione di giocatori”

    Dominic Thiem AUT, 1993.09.03

    Dominic Thiem ha confessato questo giovedì, dopo aver perso la sua ultima partita della fase a gironi nelle finals ATP, che è difficile rimanere motivati ​​per una partita in cui aveva poco da perdere o guadagnare. All’austriaco è stato chiesto dai giornalisti la sua motivazione per andare in campo.
    “È stato difficile mantenere quell’incredibile intensità come nei primi due incontri. Ovviamente volevo vincere la partita al 100%, ma i primi incontri sono stati piuttosto difficili e molto lunghi. Ho avuto una grande intensità. Dato che ero già qualificato, forse oggi è stato difficile mantenere viva quella intensità. Quando non sei al 110% in questo torneo, non c’è possibilità di giocare contro nessun giocatore. Questo è successo oggi. Ecco perché Andrey meritava di vincere”, ha confessato.

    Alla domanda sulla nuova associazione (PTPA) e sulla sua performance parallela all’ATP Tour, Thiem si è dichiarato un fan della posizione dell’ATP… “Mi piace quello che sta facendo l’ATP. Penso che, in generale, stiano facendo un ottimo lavoro in tutto. Per me, non c’è motivo di entrare in un’altra organizzazione di giocatori. Ma ognuno può avere la propria opinione. Non credo ci sia un problema. Personalmente, l’ATP sta facendo un ottimo lavoro ed è per questo che sono molto contento di loro ”. LEGGI TUTTO

  • in

    Andy Murray: “Il tennis deve trovare il modo di accelerare i ritmi e differenziare gli stili di gioco”

    Andy Murray

    Andy Murray tra i top player è sempre stato quello più diretto nell’esprimere il proprio pensiero, meno ancorato all’ormai abusato “politically correct” e pronto a criticare ATP, Slam e colleghi. Chi segue il suo profilo Twitter può apprezzare la sua ironia e spesso battute al vetriolo. Lontano dalla O2 Arena, dove si svolge quel Masters che ha vinto nel 2016, lo scozzese è stato intervistato dal tabloid Uk Metro, rilasciando alcuni concetti molto interessanti sul gioco di oggi e su quello che, a suo avviso, il tennis dovrebbe fare per diventare ancor più attrattivo, soprattutto per i più giovani. Ecco alcuni estratti del suo pensiero, che riteniamo assai interessante.
    “Quando ero giovane portavo in campo un tipo di gioco assai più creativo, mi piaceva cercare cose diverse, ma quando ho iniziato a fare pressione su me stesso per vincere grandi tornei ho scartato quell’idea. Purtroppo mi sono reso conto che un gioco solido paga molto di più di uno vario e spettacolare, se vuoi ottenere grandissimi risultati. Mi manca produrre uno stile unico e creativo, i tennisti che hanno il proprio stile contribuiscono moltissimo allo spettacolo, come ad esempio i francesi, che ci tengono sempre molto a crescere senza snaturare il proprio talento e unicità. È positivo per i fan ammirare cose diverse in campo e soprattutto per i bambini, vedere che il tennis può essere giocato in molti modi. Non vorrei che il tennis venisse omogeneizzato ancor più, lo è già troppo. Si parla tanto di spettacolo, per averlo è fondamentale proporre giocatori e stili gioco diversi “.
    Ricordano ad Andy le forti critiche che ricevono i tennisti che ultimamente provano il servizio da sotto, o la “mitica” SABR” di Federer, ossia una risposta super offensiva con i piedi quasi sulla riga del servizio e via a rete. Murray risponde in modo tranciante, nel suo “rusty style”: “Non capisco le persone che criticano questo. Ricordo di aver letto un articolo anni fa in cui Becker criticava Roger per aver proposto quel colpo, la sua risposta al limite. Se ti riesce e hai successo con quella tattica, perché non farla? Ogni volta che vediamo un giocatore di tennis battere da sotto, molti commentatori sono scioccati e chiedono se sia irrispettoso. Mi sembra incredibile, è una giocata del tutto legittima e ancora di più oggi visto che moltissimi giocatori rimangono molto indietro alla risposta. Mi sembra davvero una cosa molto intelligente poter sfruttare quella soluzione. Forse se perdi il punto facendola, ti senti un cretino, ma la mia sensazione è che la percentuale di punti vinti servendo dal basso sia altissima, perché sorprendi l’avversario e in troppi ormai rispondono da metri e metri dietro“.

    Murray pensa che il tennis di oggi sia ancora affascinante, ma anche che sia indispensabile guardare al futuro e muoversi per rendere il tennis più veloce, vario ed elettrizzante. L’inserimento dello shot clock, a suo modo di vedere, è insufficiente, anzi, quasi inutile: “L’ATP ha inserito misure volte ad accelerare il gioco, ma non si stanno dimostrando efficaci. Tutti i giocatori guardano costantemente l’orologio tra un servizio e l’altro, e lo fanno correre fino all’ultimo secondo, anzi, spesso vanno anche oltre… Ci sono momenti in cui impieghiamo più tempo di quanto sarebbe necessario, approfittando della possibilità di vedere il conto alla rovescia dell’orologio. In generale, iniziamo tutti a far rimbalzare la palla iniziando il movimento della battuta quando mancano tra 7 e 10 secondi. L’asciugamano da prendere da soli? Ritengo che quando le cose torneranno alla normalità, i raccattapalle potranno di nuovo porgere l’asciugamano al giocatore, perché con quello che vediamo ora, il gioco rallenta ancora di più. Dover camminare in fondo alla campo in ogni punto per asciugarci rompe la routine e finisce per spezzare ancor più il ritmo e il tempo tra un punto e l’altro, viene usato da tutti come arma tattica. Invece l’ATP dovrebbe muoversi per rendere le partite più snelle, con pochi tempi morti e soprattutto elettrizzanti come stile di gioco. Oggi il ritmo di gioco è fin troppo lento. Il tennis deve provare ad accelerare: il ritmo di gioco, il tempo prima dell’inizio delle partite, il tempo tra un game e l’altro, velocizzare i punti, troppo lunghi“.
    Un parere forte e qualificato, che viene da un tennista esperto che ha potuto affrontare più generazioni di giocatori. Personalmente ritengo che l’idea di Murray sia quella corretta: condizioni di gioco assai omologate (palle, superfici e quindi i miglioramenti nei telai e soprattutto nelle corde) hanno massimizzato il rendimento di un preciso stile di gioco, finendo alla lunga per impoverire la tecnica e standardizzare la tattica, visto che per ottenere i migliori risultati tutti si sono focalizzati nel lavorare su di un preciso modello che tende alla maggior efficacia e meno alla differenza e all’esaltazione di abilità uniche e personali. Restano sempre le punte massime, le eccezioni, qualità superiori che alla fine vengono a galla e premiano chi le possiede; ma se parliamo di livello medio, questo si è alzato terribilmente ma con un gioco molto preciso, molto tattico, molto fisico, assai efficiente ma più “povero”. Chissà che in questo periodo così turbolento e foriero di possibili rivoluzioni, qualcosa non possa cambiare anche in questo ambito, quello più squisitamente legato al gioco.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Borna Coric sta preparando la stagione 2021 con Ivan Ljubicic

    Borna Coric sta preparando la stagione 2021 con Ivan Ljubicic

    Borna Coric è stato lontano dai risultati sperati nel 2020 ma il croato è pronto a cambiare il corso degli eventi nella stagione 2021.
    L’attuale numero 24 del mondo ha già iniziato la preseason e ha una presenza molto speciale. Niente di più, niente di meno che Ivan Ljubicic, allenatore di Roger Federer dal 2016.

    Una partnership molto interessante. Vedremo se avrà un seguito in futuro e se Ljubicic lavorerà contemporaneamente con Federer e Coric. LEGGI TUTTO

  • in

    Australian Open 2021 a rischio, il parere dei giocatori

    Alexander Zverev

    Dopo la doccia fredda di ieri, con la conferma da parte del governo dello stato di Victoria (Australia) delle restrizioni all’ingresso fino al 31/12/2020 per contenere la pandemia, arrivano alcune reazioni da parte dei giocatori. C’è un misto di incredulità, delusione ma anche speranza. Craig Tiley è uno dei dirigenti tennistici più preparati e stimati, e l’Australian Open un evento troppo importante per esser cancellato visto che, tra l’altro, la situazione sanitaria a Melbourne è in questo momento sotto controllo. Le cautele delle autorità derivano proprio dalla volontà di mantenere lo status quo (da 20 giorni nessun nuovo contagio registrato nello stato di Victoria, ma è scoppiato un piccolo focolaio ad Adelaide) e di fare il possibile affinché l’Australia non precipiti di nuovo nell’emergenza.
    A Londra il tedesco Alexander Zverev ha commentato così la notizia della conferma delle restrizioni agli ingressi in Australia: “Dobbiamo dare credito a Tennis Australia e Craig Tiley, penso che stiano facendo il meglio che possono. Capisco la cautela del governo australiano: se 3000 persone vengono per il tennis in pochi giorni, è quasi sicuro che potrebbero scapparci dei nuovi positivi, questo è indubbio, quindi capiamo che siano molto attenti a questo aspetto”.
    Il brasiliano Bruno Soares, membro dell’ATP Players Council, ha espresso preoccupazione per le tempistiche: “Se dobbiamo arrivare, restare in quarantena ed uscire a giocare immediatamente, è una situazione pericolosa per i giocatori, sarebbe tutt’altro che ideale. Sappiamo che stanno cercando di ottenere le migliori condizioni per noi in modo che possiamo prepararci adeguatamente. Dobbiamo essere pazienti e lasciare che l’Australia faccia quello che deve fare, e forse avremo una buona estate”.

    Si dice fiducioso l’argentino Diego Schwartzman: “Da quello che so, non credo che l’Australia verrà cancellata. C’è una situazione simile a quella vissuta agli US Open, con molte discussioni tra l’organizzazione del torneo e il governo del loro paese. L’ATP e i giocatori sono esclusi, perché ci sono dei protocolli sanitari da rispettare. Le decisioni di voler ricevere stranieri o meno vanno oltre le nostre competenze, ma questo influisce sui tornei. La posizione dell’Australia oggi è di non ricevere stranieri fino al 1 gennaio, e mantenere la quarantena di 14 giorni senza la possibilità di gareggiare, forse potremo almeno allenarci. Solo dopo il 14 gennaio potremo giocare. Non è il massimo se le cose restassero così. Dobbiamo vedere cosa succede anche con i tornei sudamericani. Noi siamo in attesa. L’ATP ha deciso di salvare i punti per la classifica, e questo aiuta i giocatori nel prendere la decisione se andare o meno in Australia, ma credo che la maggior parte di noi vorrà andare, anche perché il calendario potrebbe essere modificato”.
    Infatti le proposte sul tavolo sono molte: si parte dallo spostamento in avanti del torneo di una o due settimane, con gli eventi di Sydney e Brisbane posticipati dopo lo Slam, o addirittura l’inizio degli Australian Open a febbraio. Altra ipotesi è di imporre una bolla blindatissima a Melbourne sullo stile degli ultimi US Open, con almeno tre settimane di gioco (un torneo per prepararsi e quindi gli Australian Open, tutti nell’impianto di Melbourne park, magari senza pubblico). Anche l’aspetto economico è uno dei fattori decisivi: Craig Tiley è fermamente deciso a far disputare il torneo quasi “a tutti i costi”, tuttavia ha affermato al Sydney Morning Herald che dovrà investire più di 33 milioni di dollari australiani nella biosicurezza, un costo imprevisto. “Possiamo mantenere i nostri guadagni dalle trasmissioni televisive, ma perderemo entrate dal merchandising, dalla vendita dei biglietti e ci saranno meno entrate dall’ospitalità”.
    La situazione è in divenire, vi terremo aggiornati sui nuovi sviluppi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Beatriz Haddad Maia verrà operata per la quarta volta a 24 anni

    Beatriz Haddad Maia BRA, 30.05.1996

    Beatriz Haddad Maia, la migliore giocatrice brasiliana degli ultimi anni, ha subito l’ennesima battuta d’arresto nel tentativo di tornare al suo miglior livello. Pochi mesi dopo il ritorno alle competizioni dopo una sospensione di 11 mesi per un controllo antidoping positivo, la tennista 24enne ha annunciato questo mercoledì che si sottoporrà ad un intervento chirurgico alla mano sinistra, il suo quarto intervento, dopo due alla schiena e uno alla spalla sinistra.

    L’operazione si svolgerà a San Paolo. “Non so ancora quando ritornerò in campo. Dipende dalla post-operazione e dal recupero”.
    Ricordiamo che la brasiliana è tornata dopo la sospensione per doping intorno al n.900 WTA, ma dopo una serie di titoli ITF è ora al 358° posto (best ranking n.58 WTA). LEGGI TUTTO

  • in

    Novak Djokovic parla di problemi fisici contro Medveved e poi sulla candidatura al consiglio ATP: “”Non mi sono candidato di nuovo al Consiglio dei giocatori, ma altri tennisti hanno proposto il mio nome. Deluso dalle norme ATP “.

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Il numero uno del mondo Novak Djokovic ha subito una pesante sconfitta ieri nel secondo incontro della fase a gironi delle Finali ATP contro il russo Daniil Medvedev. Il 24enne tennista russo si è dimostrato troppo forte per il 33enne serbo, che non è mai stato nemmeno vicino al suo livello. Alla fine dell’incontro, Novak ha ammesso alcuni problemi fisici.
    “Ho sofferto un po’ fisicamente. Soprattutto alla fine del primo set. Poi ho iniziato a sentirmi meglio”, dichiara il serbo, che però non ha parlato del problema fisico avuto. “Ho giocato sette pessimi game dal 3-2 dul primo set. Davanti a uno dei migliori giocatori del mondo, questo non può succedere”.Djokovic affronterà Alexander Zverev venerdì (alle ore 15 italiane) per un posto nelle semifinali delle ATP Finals.
    Djokovic poi, co-presidente della nuova associazione di tennis (PTPA), ha confermato questo mercoledì che il suo nome sarà votato per rientrare nel Consiglio dei giocatori, dal quale si è dimesso in agosto, ma nega di essere stato lui a proporre l’elezione. Djokovic assicura che sia lui che il canadese Vasek Pospisil sono stati messi al voto da alcuni suoi colleghi.

    “Sono stato nominato da altri giocatori ed è così che funziona nel Consiglio dei giocatori. Non mi sono candidato per il posto, e nemmeno Vasek, ma siamo stati nominati da altri giocatori. Per me è un grande segno. Mi sento onorato e responsabile di rappresentare i miei colleghi. Non vedo alcun conflitto tra il mio ruolo nella PTPA e la possibilità di rientrare nel Consiglio dei giocatori. Non l’ho visto in agosto e non lo vedo adesso”, ha spiegato il serbo.
    Djokovic ha continuato a parlare dell’argomento: “Ho accettato la candidatura. È una responsabilità. Nel frattempo è stata approvata una nuova regola che impedisce a qualsiasi giocatore che si trova in un altro organo di entrare nel Consiglio, il che è molto deludente, anche perché non sono stato consultato da nessuno. Sono sempre stato trasparente con voi e vi ho sempre spiegato che per me non c’erano questioni legali tra il PTPA e l’ATP. Il PTPA è stato fondato perché i giocatori ritengono che nessuna organizzazione legata al tennis, nel presente o nel passato, abbia realmente rappresentato i giocatori. Vogliamo collaborare con l’ATP. Ma la nuova legge da loro approvata è un forte messaggio che non contano su di noi. Di fronte a questo atteggiamento dellìATP, dovremo ripensare la nostra strategia. Quello che mi dispiace è che questi problemi politici sono costantemente sulle prime pagine dei giornali per attaccarmi. L’importante è scrivere che Djokovic è un ipocrita”. LEGGI TUTTO

  • in

    Bruno Soares (ATP Council): “Djokovic candidato? Se n’è andato solo tre mesi fa. LA PTPA? Mi hanno escluso dalla chat”

    Bruno Soares col compagno Mate Pavic

    Bruno Soares è uno dei protagonisti alle ATP Finals di Londra in doppio, insieme a Mate Pavic. Nel corso della conferenza stampa di oggi pomeriggio, dopo il match perso contro la coppia Zeballos-Granollers, gli è stato chiesto un parere sulla voce che sia Novak Djokovic che Vasek Pospisil si siano ricandidati ad un ruolo per Player Council 2021. Le elezioni dei nuovi rappresentanti dei giocatori, in carica dal prossimo primo gennaio, si svolgeranno in dicembre. Il parere di Soares è interessante, perché il brasiliano è attualmente uno dei membri del council. E altrettanto interessante è stata risposta, un misto tra curiosità e grande sorpresa…
    “Si, confermo, ho visto i loro nomi nella lista dei candidati per i rappresentanti dei giocatori dal 2021. Non ci sono solo loro, sono diversi i ragazzi che si sono proposti. E’ curioso e interessante perché Vasek e Novak si sono dimessi solo tre mesi fa per portare avanti la loro PTPA. Non ho idea di cosa stia succedendo all’interno della PTPA perché sono stato buttato fuori dalla chat, immagino perché ho deciso di restare nel Player Council, quindi non conosco le loro intenzioni oggi e cosa stiano facendo. Alla fine non so molto di loro…”

    “Credo sia piuttosto interessante vederli in lizza. Non so perché non abbiamo avuto la conferma direttamente dai giocatori. Non funziona come un’elezione politica in cui ascoltiamo i giocatori sul loro programma in caso vengano eletti. Alla fine sono tanto scioccato quanto curioso, esattamente come voi, nel vederli entrambi in corsa di nuovo, quando hanno lasciato proprio quel posto solo tre mesi fa“.
    Le parole di Soares sembrano confermare che la PTPA stia già arrancando dopo il lancio in “pompa magna” appena prima dell’US Open, e come il progetto resti “fumoso”. Né lui né Djokovic (i due leader) comunicano in modo chiaro programmi dettagliati e nemmeno chi e quanti siano i tennisti che hanno sposato il progetto. Il fatto che i due abbiamo deciso di correre di nuovo per un posto nella stanza dei bottoni ATP è forse il segnale di una repentina marcia indietro? Djokovic sarà di sicuro chiamato a rispondere su questo tema, immaginiamo già stasera dopo il match che n.1 disputerà contro Medvedev.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO