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    Medvedev: “Lasciare Mosca è stata una necessità”

    La “nouvelle vague” del tennis russo passa da Mosca. La capitale del paese infatti può vantare ben tre top20: Daniil Medvedev, Andrey Rublev e Karen Khachanov. In tutta la Russia il tennis è da tempo uno degli sport più amati e seguiti. Importantissimo fu l’intervento dell’ex premier Boris Yeltsin che, da grandissimo appassionato, investì molti rubli […] LEGGI TUTTO

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    Lemon Bowl 2021: La pioggia non ferma il torneo

    La pioggia irrompe nella capitale durante la seconda giornata di qualificazioni del Lemon Bowl, torneo internazionale giovanile giunto alla 37ª edizione. I primi match indoor della rassegna si sono disputati nelle strutture di New Penta 2000, Eschilo 2 e Polisportiva Palocco: in campo gli atleti delle categorie under 10, 12 e 14 che si giocano […] LEGGI TUTTO

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    Carla Suarez Navarro: “Il cancro non mi ha fatto paura, ma tanta rabbia e tristezza”

    Carla Suarez durante un trattamento

    Il 2020 è stato un anno davvero difficile per la spagnola Carla Suarez Navarro. Giusto un anno fa annunciò che il 2020 sarebbe stato il suo ultimo anno da Pro. La sua “passerella finale” è stata a dir poco guastata prima dalla pandemia, con il tour sospeso in marzo, quindi dalla scoperta in estate di avere un Linfoma di Hodgkin (LH), una forma di tumore che si origina dalle cellule linfoidi normalmente presenti nel sangue, nel midollo osseo, nei linfonodi e in molti altri organi. Carla convocò una conferenza stampa il 2 settembre, giusto il giorno prima del suo 32esimo compleanno, rivelando la sua malattia e l’inizio di un percorso impegnativo per affrontarla, “la partita più dura che ho mai giocato” disse. Fortunatamente ha scoperto il cancro in tempo, e le varie sessioni di chemioterapia a cui si è sottoposta stanno dando segnali più che incoraggianti.
    Carla ha rilasciato una lunga e toccante intervista al collega Angel Rigueria di Mundo Deportivo, in cui parla del suo presente, di come ha affrontato la malattia, con grande forza e convinzione, e anche del suo futuro. In campo. Riportiamo alcune parti dell’intervista, che ci rivalano il carattere e la forza d’animo della spagnola.
    “Sto abbastanza bene, il trattamento sta rispondendo e questo è un motivo per essere felice. Sono nella fase finale, credo che mi manchi un mese e mezzo. Mi restano tre sedute di chemio, poi dovremo vedere se faremo radioterapia o no. È una malattia che in linea di principio  quando finisce… finisce, non deve riprodursi di nuovo. A febbraio, se non dovrò fare la radioterapia, sarò arrivata alla meta”.
    “Paura? Onestamente no. All’inizio non sapevamo davvero cosa fosse, avevo fatto dei test su tutto. In una delle visite il dottore mi ha spiegato tutte le possibilità. Mi ha messo in guardia. Passarono forse sette giorni prima che mi dessero la notizia, e non fu più una sorpresa a quel punto. Non avevo paura perché mi hanno detto che era un cancro curabile, che l’avevamo preso in tempo. Mi hanno dato così tanta speranza e così tanta fede che non ho mai temuto per la mia vita. La rabbia? Sì, mi sono chiesta perché, perché a questo punto della mia vita. Ho pensato, che peccato proprio in questo momento… Dopo quindici anni a dedicati al tennis, ammalarsi proprio ora che ero vicina alla fine. Adesso mi sento molto bene, ma non avevo idea se nel 2021 sarei potuta tornare giocare di nuovo oppure no. Se la porta era chiusa, dire addio in quel modo non mi piaceva. Non era quello che volevo”.

    Le chiedono se esser una sportiva aiuta ad affrontare una malattia così importante: “Ti parlano degli effetti collaterali, del dolore che puoi avere, e poi aiuta a essere una giocatrice di tennis perché ci sono momenti nella tua carriera in cui hai dovuto soffrire, giocare con molto dolore, sopportarlo. Quando sentivo dolore a casa era come qualcosa di già più familiare, che sapevo affrontare. Se ho scoperto una nuova Carla? No. Quello spirito da lottatrice già che ce l’avevo. Essere ottimista, positiva o calma lo sentivo forte dentro di me, e in questo senso non ho scoperto nulla di nuovo. Le sessioni di chemioterapia? Sono andate abbastanza bene. Ho fatto cinque sessioni e ho avuto un brutto momento nella seconda, un po’ anche nella quinta. Dopo le sedute ho mal di pancia per due o tre giorni, con nausea, ma dopo ho una vita “normale”. In quel senso, sono dieci, dodici giorni in grado di godermi le cose, anche all’interno di quello che ci lascia il Covid-19″.
    Vincere il cancro sarà la migliore vittoria? “Probabilmente sarà la mia migliore vittoria. All’inizio lo affrontavo bene perché contavo: il primo, il secondo, il terzo turno di cure. Ora sono passata a quel momento in cui è meno uno, meno due e ho fretta di finire. Sono a Barcellona, ​​mi sarebbe piaciuto essere a Las Palmas. Ci sono cose che voglio finire per recuperarne altre più normali”.
    Carla ha già ricominciato a giocare a tennis… Quando glielo fatto notare, sorride raccontando: “Non dico molto ai dottori! Mi hanno messo un PICC (dove viene inserito il catetere per la somministrazione della chemioterapia, ndr) e mi hanno detto che non potevo sopportare molto peso, che non potevo nuotare, che non sarei riuscita a giocare a tennis o padel… Mi hanno detto una serie di cose che all’inizio mi hanno scioccato, che se avessi esagerato avrei rischiato una trombosi. Ma col passare del tempo sono andata in palestra, facendo pesi, riacquistando mobilità nel braccio. Uno di quei giorni ho detto: se posso fare tutto quello che faccio, perché non posso giocare a tennis, che è quello che ho fatto per tutta la vita? Ho provato, con le palle senza pressione, con le palle di un bambino, e devo dire è che è andata bene, non mi ha infastidito. Adesso sto provando a giocare due o tre volte a settimana. Cerco ogni volta di alzare un po ‘di più il livello, ma soprattutto mi serve come evasione dalla mia situazione e attività fisica. È un sollievo, è quello che so fare e quello che mi piace”.
    Carla è convinta e focalizzata sul rientro in campo, per un’ultima passerella, come aveva desiderato fin dal 2019: “Mi piacerebbe poter giocare un Grande Slam, ovviamente nella seconda parte della stagione. E sto vedendo se riuscirò a qualificarmi per le Olimpiadi. La chiusura dell’entry list per parteciparvi è al Roland Garros e io non potrò giocare prima, quindi dipende da cosa faranno le altre. Se entrerò nella lista, vorrei essere ai Giochi di Tokyo. Ho una classifica protetta, il numero 68, e il taglio deve essere compreso tra 60 e 70. Voglio anche giocare un po’ del tour americano, e basta. L’intenzione è di giocare tre o quattro tornei. Vediamo anche come si evolverà anche la situazione del coronavirus. Giocare oltre il 2021? No, voglio riposare. Con il lockdown e quindi la malattia, non sto facendo quello che vorrei o quello che avevo programmato di fare. Dopo aver salutato il tour, voglio avere tempo per me stessa, cosa che non sono ancora riuscita a fare. So che questo è già programma fin troppo a lungo termine, meglio andare giorno per giorno, settimana dopo settimana, ma rispetto a prima ora posso guardare al futuro”.
    In questo periodo di lotta, molti colleghi non l’hanno lasciata sola: “Qualche messaggio a sorpresa? Molti. Ho sentito la vicinanza di giocatori che hanno fatto la storia nel nostro sport e con i quali, all’interno del circuito, non avevo un grand rapporto. Chi? Preferisco tenerlo per me. E’ stata una bella sorpresa  scopire che sono consapevoli del mio stato e seguono il mio percorso di guarigione”.
    Anche tutti noi auguriamo il meglio a Carla, che possa sconfiggere definitivamente la malattia e quindi, se il corpo glielo consentirà, che provi di nuovo l’emozione di giocare sul tour e ricevere il saluto che si merita.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il direttore degli Australian Open commenta il ritiro di Roger Federer: “Vogliamo rivederlo a Melbourne nel 2022”

    Roger Federer, classe 1981 e n.5 ATP

    Gli Australian Open hanno confermato questo lunedì mattina (in Australia) il ritiro di Roger Federer dal primo Grand Slam del 2021. Craig Tiley, direttore del torneo e uomo forte della federazione locale, ha rivelato di aver parlato con lo svizzero e spera che torni in Australia per disputare il torneo nel 2022.

    “Roger alla fine non ha avuto il tempo di prepararsi rigorosamente per giocare un Grand Slam ed è deluso di non andare a Melbourne nel 2021. L’Australian Open ha un posto speciale nel cuore di Roger. È stato il primo a chiamarci Happy Slam. Vogliamo il meglio per lui e per il ritorno in campo più avanti nella stagione e non vediamo l’ora di vederlo a Melboure nel 2022”, ha dichiarato Tiley. LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner e l’intervista a Sky Sport: “Per vincere la testa conta per il 70%, poi c’è il fisico, i colpi invece contano solo per il 10%. Ogni giorno quando mi sveglio penso subito al mio obiettivo, che è quello di migliorare sempre di più”

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16

    Su Sky Sport è arrivata l’intervista esclusiva di Stefano Meloccaro a Jannik Sinner.“Per vincere la testa conta per il 70%, poi c’è il fisico, i colpi invece contano solo per il 10%. Ogni giorno quando mi sveglio penso subito al mio obiettivo, che è quello di migliorare sempre di più. I record e i risultati? Non ci faccio caso”.
    All’inizio ti alternavi tra tennis e sci, cosa preferivi?
    “Il tennis mi piace di più, anche perchè da piccolo vincevo tanto nello sci e mai nel tennis, la cosa mi dava fastidio…Nel tennis nel corso di una partita puoi commettere degli errori, nello sci invece non puoi, al primo errore sei subito 20° e non mi piaceva mai arrivare così in fondo…”
    Il segreto per diventare un professionista è lo stesso nei due sport? Dipende dalla tenacia?
    “È sempre importante quando conta per te lo sport. Il tennis è la cosa più importante della mia vita dopo la famiglia e gli amici. L’elemento principale è sempre la passione per lo sport. È fondamentale la voglia di porsi un obiettivo ogni giorno, fin da quando ti svegli, mettendo in conto i momenti difficili. Se ti piace davvero lo sport che fai superi qualsiasi periodo duro. Considerando le percentuali nel tennis la testa vale anche per il 70%, conta più di tutto il resto. Poi per il 20% c’è il fisico, i colpi invece per il 10%”.

    La vita del professionista è così bella come si immagina da fuori?
    “Ho scelto di giocare a tennis perchè mi piace, questa vita quindi è la più bella che potessi fare, mi piace per l’80-90%. Le interviste mi dispiace dirlo ma sono cose obbligatorie che mi piacciono meno…Vorresti vedere di più la famiglia e gli amici e fare o imparare anche altre cose, per esempio a me piacerebbe imparare a cucinare, mio padre è cuoco, ma ora la mia priorità è il tennis.
    Le macchine mi piacciono tantissimo, mio fratello come prima auto si era comprato una Giulietta Alfa Romeo, io ho il contratto con l’Alfa Rome, sono fortunato. Mi piace guidare, mi piace la velocità, un giorno vorrei anche scendere anche in pista”.
    Qual è la fotografia del tuo 2020?
    “Sicuramente la vittoria di Sofia contro Pospisil, era l’ultimo torneo dell’anno, ho giocato molto bene. Non faccio caso ai risultati e ai record. Dopo una bella partita sono molto contento, ma penso sempre a lavorare per migliorare”.
    Cosa chiedi al 2021?
    “Spero che sia una stagione normale. Non mi piace guardare la classifica, la cosa più importante è di giocare tante partite, spero di farne almeno 60.
    Mettere un po’ di peso può farmi solo bene, posso progredire molto, soprattutto nella resistenza. Dal punto di vista fisico i miei punti di forza sono la velocità e il bilanciamento.
    Avere un obiettivo davanti è molto importante, poi devi affrontare tutto con calma e avere gente che ti vuole bene accanto. Ho sempre avuto fortuna nel trovare le persone migliori intorno a me nel momento migliore. Se uno vuole qualcosa veramente e ci lavora sopra il risultato arriverà”.
    Per ogni colpo individua il miglior giocatore del circuitoServizio: IsnerDritto: FedererRovescio: DjokovicGioco a rete: NadalMentalità: Nadal
    Il tuo colpo migliore invece qual è?
    “Se devo sceglierne uno dico il rovescio, mi sento abbastanza sicuro, l’ho sempre giocato meglio rispetto agli altri colpi. Sul servizio e sul gioco a rete stiamo lavorando molto. Ma ho 19 anni, posso solo migliorare e in tutto si possono fare passi avanti”.
    Si dice che il tuo bello sia che pensi sempre solo al tennis, è vero?
    “Nella maggior parte del tempo sì, anche quando sono in palestra, poi invece quando stacco lo faccio completamente, penso ad altre cose, altrimenti è dura…Ma al mattino penso subito al mio obiettivo da raggiungere, che è quello di migliorare”. LEGGI TUTTO

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    Wimbledon è dopo il forfait all’Australian Open l’unico torneo Slam che Roger Federer non ha mai mancato in carriera

    Roger Federer, classe 1981 e n.5 ATP

    Roger Federer è uno dei giocatori più solidi e regolari in termini di partecipazione ai tornei del Grande Slam, ma in questo ultimo tratto della sua carriera è già stato costretto a saltare diversi tornei del Grand Slam.

    Con la sua assenza dagli Australian Open del 2021, c’è solo uno dei quattro tornei in cui Roger è apparso ininterrottamente dal 1999: Wimbledon, l’evento di Londra non si è mai tenuto senza lo svizzero durante il 21 ° secolo. Continuerà ad essere così nel 2021? LEGGI TUTTO

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    Roger Federer non ci sarà all’Australian Open e ATP Cup. Rientro previsto a Marzo

    Roger Federer, classe 1981 e n.5 ATP

    Per la prima volta in carriera Roger Federer non prenderà parte agli Australian Open, la cui prossima edizione è in programma dall’8 al 21 febbraio. È questo quanto dichiarato da Tony Godsick, manager dell’elvetico, all’agenzia di stampa AP.

    “Negli ultimi mesi Roger ha fatto passi da gigante sia con il ginocchio che in termini di condizione”, ha rivelato lo statunitense. “Dopo aver consultato la squadra, tuttavia, ha deciso che a lungo termine sarebbe stato meglio posticipare il ritorno”.
    Godsick stesso inizierà ora a sondare i tornei in calendario dalla fine di febbraio, allo scopo di mettere in piedi un dettagliato piano stagionale. LEGGI TUTTO

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    Il gran bel gesto di Rafael Nadal

    Rafael Nadal classe 1986 e n.2 del mondo

    Bellissimo gesto di Rafael Nadal.
    Il campione spagnolo ha donato 3’000kg di alimenti per l’infanzia al banco alimentare di Maiorca. L’obiettivo dichiarato del 34enne iberico, che nell’occasione ha agito tramite la fondazione che porta il suo nome ed è guidata dalla madre, è quello “di aiutare le famiglie in una situazione precaria a soddisfare un bisogno fondamentale e primario”.

    Questa è solo l’ultima di una serie di lodevoli iniziative di Rafael che qualche settimana fa era stato premiato dalla città di Madrid per aver promosso, assieme al cestista Pau Gasol, una fruttuosa raccolta fondi in favore delle persone colpite dalla pandemia di coronavirus. LEGGI TUTTO