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    Matt Little (trainer di Murray): “La quarantena prima di uno Slam? Un disastro, causerà molti infortuni”

    Matt Little insieme ad Andy Murray

    “Una quarantena prima di uno Slam? Capisco la difficoltà della situazione, ma per uno sportivo di massimo livello è un disastro, sarà la causa di molti infortuni e problemi per i giocatori”. Parole e musica di Matt Little, esperto trainer nel mondo del tennis, a fianco tra gli altri di Andy Murray. L’ha dichiarato in una lunga intervista concessa al magazine Metro, in cui si sofferma su come la situazione che stanno vivendo i giocatori in questi giorni a Melbourne è assai rischiosa in ottica torneo. Ecco alcuni estratti del suo pensiero.
    “Il corpo di un tennista professionista è l’opposto di quello di una persona qualsiasi. Noi diventiamo rigidi e doloranti quando iniziamo a fare un po’ di esercizio fisico con intensità, mentre al contrario i Pro diventano rigidi e doloranti quando si fermano e non continuano a fare esercizio. È come un’auto sportiva che non viene usata, si ingolfa. I loro corpi sono così finemente sintonizzati e si allenano con così tanto scrupolo nella preparazione di un torneo duro come uno Slam che se smettono di muoversi e smettono di fare quello che fanno di solito, possono sorgere molti problemi. La situazione attuale è un vero disastro per loro appena prima di un torneo di questo tipo. Si adatteranno rapidamente alla maggior parte delle cose dal punto di vista tattico e tennistico, non è un problema ritrovare forma e ritmo, ma l’esposizione del corpo alla competizione, dopo un periodo di due settimane di riposo forzato, invece è l’aspetto più pericoloso per loro”.
    Quale parte del gioco sarà più colpita dallo stop forzato? “Il colpo più rischioso quando non lo esegui per qualche settimana è il servizio. Spero di no, ma ho il forte timore che molti avranno dolore o infortuni alla spalla. I giocatori provano a colpire la palla contro il muro per tener un minimo allenato il corpo, ma non è possibile esercitare la battuta in una stanza, nemmeno se si mettessero in ginocchio perché ad ogni modo non possono generare velocità. Quell’azione è specifica, è lo strappo più violento nell’azione in campo ed è un movimento molto ripetitivo perché la maggior parte dei giocatori colpirà 40 servizi in un set, il che significa che se giocano cinque set eseguiranno 150 servizi ad alta velocità sollecitando al massimo la spalla. Anche con una sola settimana di riposo a casa, è necessario del tempo perché la tua spalla si abitui di nuovo a quell’azione di servizio, se ti prendi una pausa poi è necessario riattivare bene l’articolazione per non avere problemi. Ciò che causa il danno è la decelerazione del braccio. Quando acceleri il braccio con un servizio, devi rallentarlo al termine del movimento e i piccoli muscoli dietro l’articolazione della spalla devono tirare abbastanza forte per farlo. Questo li rende piuttosto irritati e può causare problemi quando i giocatori ricominciano a servire dopo uno stop”.

    Come poter gestire la situazione? Ecco i consigli del trainer: “Vorrei incoraggiare i giocatori a muoversi il più possibile, il più velocemente possibile e a frenare il più duramente possibile nelle loro stanze. Quindi liberare lo spazio dei loro letti e fare un po’ di lavoro sull’agilità. Se saranno fortunati, avranno solo 10 metri nella stanza, ma la maggior parte di questi movimenti in una partita sono in piccoli spazi, da tre a cinque metri, quindi possono allenarsi in modo abbastanza specifico con quello ed è importante farlo. Una volta usciti dalle stanze devono impostare il lavoro con un carico fisico delicato per almeno due o tre giorni, aumentando il volume un po’ alla volta. Diversi anni fa, quando i giocatori non si muovevano così velocemente e non erano atletici come lo sono ora, questa situazione sarebbe stata un problema minore, ma adesso i giocatori sono macchine allenatissime e devono continuare ad allenarsi per tenersi in condizione e sopportare gli stress del gioco moderno”.
    Sarà possibile arrivare preparati a dovere, vista la situazione? Per Little sì, ma teme conseguenze per molti: “I grandi giocatori sono tali anche perché riescono fare l’impossibile. I più bravi magari riusciranno a tarare i carichi di lavoro in modo progressivo, sfruttando i primi turni del torneo, tecnicamente più facili, per recuperare la miglior condizione strada facendo. Potrei sembrare un po’ duro, ma consiglio di guardare a fine torneo la lista dei giocatori infortunati rispetto ad altri eventi in cui non hanno affrontato una quarantena di questo tipo“.
    Un punto di vista molto interessante. Di sicuro i tennisti avranno parlato di queste problematiche nelle lunghe trattative delle scorse settimane, ma alla fine la quarantena è stata “dura”, nessuna scappatoia. Vedremo che cosa accadrà all’inizio del torneo, sperando che le previsioni di Little siano fin troppo fosche…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Anche Javier Marti, l’allenatore di Paula Badosa, è risultato positivo al coronavirus (per la seconda volta)

    Anche Javier Marti, l’allenatore di Paula Badosa, è risultato positivo al coronavirus (per la seconda volta)

    Un paio di giorni fa è uscita la notizia della positività di Paula Badosa al COVID-19. La spagnola, che aveva già accumulato sette giorni di isolamento, ha ricevuto un forte colpo che la terrà nella sua stanza ancora per qualche giorno. Insieme a lei, su quel volo da Abu Dhabi a Melbourne, c’era anche il suo allenatore, Javier Marti. Questa volta è stato lo spagnolo che non è riuscito a superare il test.

    “L’avevo abbastanza chiaro, cominciavo già ad avere i sintomi”, ha confessato Marti a Punto de Break. “Comunque sono sorpreso, avevo giàavuto il virus, quindi questa è la seconda volta. Siamo stati molto attenti a non prenderlo, ma l’abbiamo preso. Ora è il momento di recuperare per i prossimi 10-14 giorni”. LEGGI TUTTO

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    Troicki disperato con la quarantena: “Questo è un caos totale, se l’avessi saputo non sarei venuto

    Viktor Troicki nella foto

    Viktor Troicki, è stata l’ultima voce a esprimere forti critiche sulla quarantena a Melbourne.
    L’attuale numero 202 del mondo non ha lasciato nulla di intentato. “Se l’avessi saputo non sarei venuto. Questo è un caos totale, un disastro. Sarò chiuso per 14 giorni, non posso lasciare la mia stanza, non posso allenarmi, niente. La mia preparazione per un Grand Slam è totalmente sbagliata, è impossibile prepararsi a giocare cinque set in una stanza”, ha detto a Sportski.

    Troicki ha continuato: “Tutta la mia preparazione è stata distrutta. Dopo essere stato a letto per due settimane, non tornerò in forma per un mese e mezzo. Tutto questo sta creando un grande caos nella mia carriera”, ha aggiunto il serbo, che era su uno dei voli Covid-19 con casi positivi. LEGGI TUTTO

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    Il curioso trucco di Kei Nishikori per evitare lo sbalzo termico quando uscirà dalla quarantena

    Kei Nishikori JPN, 1989.12.29

    Kei Nishikori, uno dei 72 giocatori che hanno avuto la sfortuna di essere totalmente confinati (e incapaci di allenarsi) per 14 giorni, sta cercando modi alternativi (e creativi) per rendere l’ambiente della sua stanza il più simile possibile a quello che c’è fuori.

    Questo venerdì, il 31enne giapponese ha condiviso il suo piccolo trucco per la quarantena: regolare la temperatura del condizionatore della sua stanza alla temperatura della strada. Nishikori fa i suoi esercizi fisici a quella temperatura e così eviterà uno shock termico quando lascierà la sua stanza tra una settimana. LEGGI TUTTO

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    Da Melbourne: La Barty viene avvistata in un supermercato senza mascherina e si scusa

    Ashleigh Barty classe 1996 e n.1 del mondo

    I nervi sono a fior di pelle e ogni errore causa problemi agli Australian Open 2021. I giocatori locali possono essere i maggiori beneficiari in vista del primo Grand Slam dell’anno, non dovendo passare attraverso una bolla come tutti gli altri, ma a tutti viene chiesto di esercitare la massima cautela nella loro vita quotidiana.

    Tuttavia, Ashleigh Barty, n. 1 del mondo, è stata avvistata in un supermercato senza la mascherina obbligatoria: “Ho dimenticato per sbaglio la mia mascherina, mi scuso per questo. So che dobbiamo essere tutti responsabili e non succederà più”, ha detto l’australiana nelle parole raccolte da The Age. LEGGI TUTTO

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    Benoit Paire e la quarantena a Melbourne: “Non vedo l’ora di ritornare a casa”

    Benoit Paire nella foto

    Benoit Paire, numero 28 del mondo, sembra aver esaurito la sua (poca) pazienza per la quarantena di Melbourne e questo venerdì ha lasciato un chiaro sfogo sui social su quali sono i suoi sentimenti.
    “Sono stanco, non vedo l’ora di tornare a casa”, ha dichiarato il transalpino, che non sta attraversando un buon momento di forma dopo la ripresa del tennis in agosto.

    Je suis fatigué. Hâte de rentrer chez moi ✔️
    — paire benoit (@benoitpaire) January 21, 2021 LEGGI TUTTO

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    La provocazione di Amelie Mauresmo: “Le ragazze dovrebbero giocare la finale degli Slam 3 su 5”

    Amelie Mauresmo

    Amelie Mauresmo sempre stata una tennista ed una donna non banale. Senza peli sulla lingua, schietta e diretta, in carriera ha spesso fatto parlare di sé per prese di posizione scomode e pareri lontani dal “politically correct”.
    In un programma su Eurosport Francia, Amelie si è soffermata sul momento del tennis femminile, a suo dire non brillantissimo. Oltre alla mancanza di personaggi e con diverse giovani promesse che scompaiono dopo un grande successo (Ostapenko, per citarne una), la francese ha lanciato una proposta, forse provocatoria. “Nel tennis femminile ci sono troppe finali scontate, vinte troppo nettamente da una giocatrice. Per questo sono assolutamente a favore del tennis 3 su 5, prima di tutto nelle finali degli Slam. Questo porterebbe il tennis rosa su un altro livello”.
    Boom. In attesa delle reazioni da parte delle dirette interessate (che non tarderanno ad arrivare…), possiamo intanto spingerci in qualche prima considerazione. Allungare match spesso già esasperati sul piano fisico (mazzate su mazzate…) invece che tecnico o tattico, potrebbe migliorare la situazione? Forse no, a meno di non riuscire a vedere un tennis più vario al calare della forza e della intensità della spinta. In passato la finale del Masters rosa veniva giocata su 5 set. Alcune partite furono bellissime, ma in altre occasioni lo spettacolo tendeva a trascinarsi un po’ stancamente.

    Mentre gli uomini stanno cercando di imporre match più corti (il target ideale per molti resta una partita che non superi le due ore), è singolare che una tennista rispolveri l’idea di match femminili più lunghi, sulla distanza “classica”, purtroppo cestinata con un violento colpo di spugna pure nella rinnovata Davis, non senza rimpianti.
    Sono molti gli aspetti che si possono tirare in ballo, alcuni positivi altri negativi, sulla faccenda e sul momento del tennis femminile, che è oggettivamente in crisi di qualità e personaggi. Forse, il più interessante sarebbe trovare il modo di imporre nuovamente nel tour rosa una differenza che passi attraverso la qualità tecnica e la sagacia tattica, intervenendo su materiali così performanti che rendono la potenza e la velocità della palla superiori alla capacità fisica di recupero e difesa delle atlete. Picchiare al massimo paga, anche se logora, e quasi tutte si sono allineate a questo credo. Un peccato, perché uno degli aspetti più affascinanti del tennis femminile era l’abilità di imporre tecniche assai personali a velocità non esasperate, trovando spesso match bellissimi per varietà e pathos. Avrebbe un senso, con queste condizioni attuali, allungare ulteriormente le partite? Che ne pensate?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Carlos Bernardes ha avuto un infarto, è in miglioramento

    Il momento del ricovero di Carlos Bernardes

    Il famoso giudice di sedia Carlos Bernardes ha avuto un infarto a Melbourne, ma fortunatamente è in buone condizioni e il decorso sembra positivo. Lo afferma il collega Ricardo Reis al portale TenisBrasil.
    “Carlos ha avuto un infarto l’altra mattina” dichiara Reis, “alloggiamo nello stesso hotel, tanto che quando ho visto dalla finestra un’ambulanza che aveva parcheggiato gli ho persino mandato una foto dicendogli ‘qualcuno si è sentito male’. Mi ha risposto: ‘Sono stato io a chiamare, sento molto dolore, soprattutto al petto’. Per fortuna ha chiamato i soccorsi molto velocemente e l’ambulanza è arrivata subito”. Come riportato in precedenza, Bernardes è stato soccorso dai paramedici, che l’hanno stabilizzato e trasportato immediatamente all’ospedale. Ma visto che nessuno indossava tute protettive, si è subito intuito che il problema non fosse il Covid-19.

    “Ha avuto un attacco di cuore, le sue vene erano ostruite” continua Reis. “Ha trascorso diverse ore in ospedale a prendere farmaci specifici. Abbiamo parlato sia ieri mattina che nel pomeriggio, mi ha rassicurato. Stamattina non sono ancora riuscito a parlarci, ma via messaggio mi ha assicurato che si sente bene e continua ad assumere farmaci. Stanno valutando se mettergli uno stent, ma probabilmente non sarà necessario. Sono riusciti a sbloccare l’ostruzione delle vene e la situazione pare sotto controllo”.
    Per fortuna quindi il quadro clinico di Bernardes è in netto miglioramento. Non sappiamo se riuscirà a lavorare agli Australian Open, ma auguriamo il meglio al “mitico Bernardo”.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO