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    Macron entra nel mondo del tennis internazionale: Il brand italiano sarà presente nell’ATP Cup, alle Melbourne Summer Series e all’Adelaide International

    Macron entra nel mondo del tennis internazionale: l brand italiano sarà presente nell’ATP Cup, alle Melbourne Summer Series e all’Adelaide International

    Il 2021 inizia per Macron, brand leader internazionale nella produzione e vendita di active sportswear, con un’interessante e importante novità: Macron entra nel mondo del tennis internazionale. L’azienda italiana fornirà l’abbigliamento sportivo ai giudici di gara, i raccattapalle e i volontari in occasione dell’ATP Cup, in programma a Melbourne in Australia dal 2 al 6 febbraio e delle Melbourne Summer Series e all’Adelaide International, entrambe già in corso di svolgimento.
    Questa prestigiosa partnership è la prima nel mondo del tennis per il brand caratterizzato dall’icona del Macron Hero che è presente nel calcio su oltre 80 clubs e molte nazionali, così come nel mondo del rugby, rugby, basket, volley, baseball, pallamano, futsal, running e Australian Football League. Nello specifico mercato sportivo australiano vanta partnership nella A League, National Premier League con il Port Adelaide Football Club e il Parramatta Eels.

    Ben Slack, Chief Revenue Officer di ATP, ha affermato che è stato fantastico vedere un altro marchio internazionale entrare a far parte del gruppo dei partners dell’organizzazione. “Siamo lieti di accogliere quest’anno il brand internazionale di abbigliamento sportivo Macron come nuovo partner della ATP Cup, della Melbourne Summer Series e di Adelaide International. – ha dichiarato Ben Slack – Siamo lieti di vedere Macron, noto per il suo abbigliamento tecnico e di alta qualità, investire per la prima volta nel tennis come parte della sua strategia globale a lungo termine”.
    Andrea Palilla, Country Manager Macron in Australia, ha aggiunto: “È una notizia fantastica per Macron essere associato a un’organizzazione sportiva internazionale come Tennis Australia. Questa nuova entusiasmante partnership fa parte del piano strategico per consolidare la crescente presenza di Macron in Australia ed entrare in un nuovo sport come il tennis, estremamente popolare in tutto il mondo”. LEGGI TUTTO

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    ATP Melbourne (Great Ocean Road Open) : le parole di Salvatore Caruso al termine del match vintro contro Andreas Seppi

    Salvatore Caruso ITA, 1992.12.15

    Al termine del match vinto contro Andreas Seppi nel primo turno del Great Ocean Road Open di Melbourne, Salvatore Caruso ha analizzato l’incontro: “Non è stata una bellissima partita, ci cono stati tanti errori da entrambe le parti. Era però importante vincere e sono contento di averla portata a casa. Andreas per me è stato un giocatore che sin da piccolo ho preso da esempio. L’ho sempre apprezzato sia per il suo modo di giocare che come persona, per questo ho molto rispetto nei suoi confronti. Adesso guardo avanti concentrandomi subito sul match del secondo turno”. LEGGI TUTTO

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    Federer annuncia il rientro: “Riparto da Doha. Giocherò sulla terra battuta, ma gli obiettivi restano Wimbledon e Olimpiadi”

    Roger Federer

    Dopo un’infinita ridda di voci, finalmente Roger Federer ha sciolto la riserva sul rientro nel 2021. Lo svizzero ha concesso un’intervista esclusiva al media svizzero SFR, in cui ha parlato della condizione attuale e soprattutto del programma ideale per la stagione appena iniziata. Si è detto voglioso di giocare, di ritrovare il suo miglior tennis e provare ancora l’emozione di alzare qualche grande trofeo. Ricomincerà da Doha, il prossimo 8 marzo, quindi è probabile che giochi un altro torneo “minore” subito dopo per affinare le sensazioni in campo. Seguirà un stop, e rientro sulla terra battuta (forse anche Roma?), in vista di Parigi. Ma il suo obiettivo resta arrivare nella miglior forma possibile in piena estate, per giocarsi al meglio le sue carte sull’erba di Wimbledon e alle Olimpiadi di Tokyo. Ecco alcuni passaggi dell’intervista

    “Ho pensato a lungo a quando e dove tornare. L’Australia arrivava un po’ troppo presto a causa del mio ginocchio. Non ho mai mancato gli Australian Open dal 1998, fa male saltare quel torneo, è uno dei posti in cui amo di più giocare”. 23 tornei consecutivi e, ricordiamo, anche il suo ultimo successo in uno Slam nel 2018, confermando il titolo 2017.
    La decisione di rientrare a Doha viene anche da una considerazione tecnica, oltre al pieno recupero dalle due operazioni subite al ginocchio: “Volevo tornare in un torneo più piccolo, in modo da non essere sottoposto ad uno stress massimo, e dove posso giocare più tranquillamente. Dopo potrei giocare un altro torneo di seguito, vedrò come reagirà il mio corpo agli incontri”. In questo caso, potrebbe quindi scendere in campo a Dubai.

    “Proverò di nuovo a giocare sulla terra battuta e quindi ad Halle“, dichiara il campione svizzero, “il tutto per arrivare nelle miglior condizioni possibili, ovviamente, a Wimbledon, ai Giochi Olimpici e poi agli US Open“. Questo il programma di massima di Roger, che quindi non conferma una sua presenza a Miami, torneo che a questo punto appare fuori dal suo programma.
    Federer spiega la sua motivazione a giocare sulla soglia dei 40 anni, in modo semplice, aggiungendo una considerazione altrettanto semplice sul proprio ritiro: “Mi piace giocare a tennis, voglio farlo per tutta la vita. Negli ultimi mesi ho dato tanto in riabilitazione, duri allenamenti. Ho dovuto affrontarlo, ma mi è sempre piaciuto lavorare e quindi colpire la palla. Voglio festeggiare ancora grandi vittorie. E per questo sono pronto per intraprendere una strada che sono consapevole sarà lunga e difficile. Ma non perseguirò questi obiettivi ad ogni costo. Se vedrò che le cose non funzionano per quanto riguarda il mio corpo o la mia famiglia, sarà arrivato il momento di dire stop“. Quindi Federer conferma di non aver alcun obiettivo per il ritiro, un momento in particolare, un programma; asseconderà la sua passione insieme al livello di gioco. Quando non si sentirà più competitivo, dirà basta.
    Roger racconta di aver seguito abbastanza i tornei anche durante il suo lungo stop (ultimo match ufficiale giocato è stata la semifinale agli Australian Open 2020): “Pensavo che non avrei seguito molto il tennis, che sarei stato più impegnato con i miei figli e la mia riabilitazione. Invece sono rimasto sorpreso di aver continuato a cercare risultati e a seguire le partite. Questo non è qualcosa che faccio normalmente quando non gareggio in un torneo”.
    Dopo l’attualità tennistica, Federer ha parlato anche dell’extra campo, famiglia, interessi. “Voglio andare a sciare con i miei figli, giocare a basket o iniziare a praticare l’hockey sul ghiaccio. Ho ancora tanti sogni da realizzare. Per questo ho bisogno di un buon fisico, mi piacciono le discipline attive, non voglio ‘sbattere il mio corpo contro il muro’, serve un lavoro attento”.
    Come ha trascorso i mesi da papà? Meticoloso e preciso, come in allenamento e in campo…. “Nell’ultimo periodo sono diventato una sorta di quarterback a casa, l’organizzatore. Sapevo esattamente cosa stavano facendo tutti e quattro i bambini, mi assicuravo che non fossimo in ritardo da nessuna parte. Sono anche diventato l’autista della famiglia“.
    Il mondo della racchetta abbraccerà di nuovo il tennis fluido e creativo del “Maestro” svizzero dopo 13 mesi. Chissà se dopo l’operazione e quasi 40 anni sulle ginocchia, riuscirà di nuovo a ritrovare un gioco vincente al massimo livello. Di sicuro il tour Pro ed i suoi milioni di sostenitori non vedono l’ora di riabbracciare uno dei campioni più forti di sempre.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Gunter Bresnik, nuovo coach di Monflis, dichiara: “Gael può vincere un torneo del Grande Slam”

    Nelle ultime stagioni, complici infortuni e prestazioni sotto tono, il francese Gael Monflis non risulta più essere tra i protagonisti nelle fasi finale dei tornei dello Slam. L’ultima apparizione degna di nota furono gli Us Open del 2019 quando venne sconfitto ai quarti di finale dal nostro Matteo Berrettini Notizia fresca, ma ormai non troppo, […] LEGGI TUTTO

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    Alexander Zverev accusa: “Ad Adelaide hanno avuto molto più tempo per allenarsi”

    Alexander Zverev, numero sette del ranking mondiale, è stato messo in quarantena a Melbourne, a differenza di Rafael Nadal, Novak Djokovic, Dominic Thiem, Serena Williams, Naomi Osaka o Simona Halep, che erano ad Adelaide, con condizioni diverse e maggiore libertà, soprattutto per quanto riguarda il numero di accompagnatori. Alexander, che guiderà la Germania nella ATP […] LEGGI TUTTO

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    Sebastian Korda, una crescita figlia della consapevolezza (di Marco Mazzoni)

    “Ho sempre saputo di avere il gioco per farcela”. Parole e musica di Sebastian Korda, ventenne statunitense entrato oggi per la prima volta nella top100 ATP grazie al successo nel buon Challenger di Quimper, in Francia. Il figlio dell’indimenticabile campione ceco Petr, sta sorprendendo per la continuità di risultati dopo l’exploit allo scorso Roland Garros. […] LEGGI TUTTO

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    ATP Melbourne Great Ocean Road Open: Salvatore Caruso si aggiudica il derby italiano. Battuto Seppi in due set.

    Il day 1 dell’ATP Melbourne Great Ocean Road Open termina con il derby italiano tra Andreas Seppi e Salvatore Caruso, valevole come incontro di primo turno, svoltosi in sessione serale sull’Arena 1573. Come ogni derby che si rispetti, la partita non è di alto livello. La stessa è caratterizzata da un buon ritmo da fondo campo, […] LEGGI TUTTO

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    Federer “trema” nei momenti decisivi? I numeri dicono altro. È il migliore nei tiebreak (di Marco Mazzoni)

    Roger Federer agli Australian Open 2018

    È opinione diffusa (…anche secondo gran parte dei suoi tifosi più accaniti…) che Federer non sia così freddo nei momenti decisivi delle partite, soprattutto quando si gioca un duro testa a testa. Per molti i due match point non trasformati da Roger nella finale di Wimbledon 2019 sono ancora un vero e proprio incubo, come altre occasioni importanti sprecate dallo svizzero.
    Tuttavia un dato numerico complessivo nella carriera di Federer ci racconta tutt’altro. Il collega britannico Chris Goldsmith ha stilato una classifica della percentuale di tiebreak vinti in carriera da quando vengono tenute le statistiche dei match maschili.
    In vetta a questa statistica, che riguarda esattamente la capacità di chiudere un set molto equilibrato, troviamo… Roger Federer, con il 65,3% di tiebreak vinti. In pratica, 2 su 3. Appena sotto Novak Djokovic, insieme al grande campione statunitense Arthur Ashe. Tra i migliori ma con una percentuale peggiore Rafa Nadal, al 60,7%.

    Ecco la classifica dei migliori 15
    65,3% – Roger Federer
    65,0% – Novak Djokovic
    65,0% – Arthur Ashe
    63,2% – Andres Gomez
    62,8% – Pete Sampras
    62,2% – Andy Murray
    62,1% – Andy Roddick
    62,1% – Guillermo Perez Roldan
    61,9% – Milos Raonic
    61,8% – John McEnroe
    61,0% – John Newcombe
    60,7% – John Isner
    60,7% – Rafael Nadal
    60,4% – Ivan Lendl
    60,3% – Nicolas Escude

    I numeri sono importanti, ma sempre ricordiamo che i numeri vanno saputi leggere. Restando all’indimenticabile finale dei Championships 2019, Federer perse i tre tiebreak (incluso quello decisivo sul 12 pari), e la sensazione personale in tutta la carriera dello svizzero resta quella di un Roger fortissimo, leggendario, ma soprattutto quando è riuscito ad imporre la sua classe, staccando il rivale prima di un “pericoloso” arrivo al fotofinish.
    Inoltre escluso qualche eccezione (Perez Roldan e Gomez) o campioni tra i più forti, in questa classifica troviamo tennisti dotati di grandi servizi, colpo decisivo in ogni tiebreak. Ma non solo: il servizio resta sempre un colpo inserito in un contesto, e solo i “campioni” non tremano quando la tensione è altissima (tiebreak). Un esempio? Goran Ivanisevic, dotato di uno dei servizi più incredibili della storia, nella finale di Wimbledon persa contro Agassi nel ’92 non imbroccò un Ace nella stretta finale; idem nell’altra finale dei Championships persa vs. Sampras nel ’94, con i primi due set ceduti al tiebreak senza alcuna differenza alla battuta per il croato, mentre Pete fu un un vero “killer” con la prima in quei delicati frangenti. Non è un caso quindi che Sampras figuri in questa statistica, mentre Ivanisevic no.
    Alla fine, saper vincere i tiebreak, sia col servizio che con grandi risposte e costruendosi il punto, resta un’arte suprema nel gioco. La differenza dei campioni.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO