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    Da Bergamo: Il battesimo del piccolo Arnaboldi

    Il team di Federico Arnaboldi, in cui si riconoscono Diego Nargiso e Andrea Arnaboldi – Foto Antonio Milesi

    Federico Arnaboldi corona una grande settimana con una finale impeccabile: lascia tre giochi a Riccardo Balzerani e si aggiudica il suo primo titolo ITF. Grande soddisfazione per coach Diego Nargiso, che ha espresso parole di elogio per il torneo bergamasco. Ed è già iniziato il conto alla rovescia per l’ATP Challenger.
    L’unica cosa in comune tra la Bergamo del 23 febbraio 2020 e quella del 27 giugno 2021 è il meteo. C’era il sole allora, c’era il sole anche stavolta. Ma quel giorno iniziava l’incubo COVID, con la cancellazione della finale dell’ATP Challenger. Sedici mesi dopo, la città torna a festeggiare il vincitore di un torneo internazionale. E non è un caso che ci fosse davvero tanto pubblico presso il Tennis Club Città dei Mille per la finale del Trofeo AZIMUT (15.000$, terra battuta), evento del circuito ITF letteralmente dominato dai tennisti italiani. Federico Arnaboldi ha compiuto 21 anni lo scorso 18 giugno, e ha scelto Bergamo (non così distante da casa) per farsi un regalo di compleanno: battendo Riccardo Balzerani con un netto 6-1 6-2, il comasco si è aggiudicato il primo titolo ITF in carriera. Come spesso accade, la finale non è stata la migliore partita del torneo. Dopo tantissime battaglie e le prime giornate terminate a notte fonda, sono bastati 81 minuti ad Arnaboldi per assicurarsi il titolo. I due finalisti sono entrati in campo un po’ contratti, con uno scambio di break nei primi due game. A quel punto Arnaboldi si è sciolto, mentre Balzerani non è riuscito a esprimere il suo tennis. Cinque giochi di fila hanno sigillato il primo parziale. Nel secondo set, il laziale ha provato a reagire, portandosi sul 2-0.
    LA SODDISFAZIONE E I COMPLIMENTI DI NARGISO“Ma devo fare i complimenti a Federico – ha detto Balzerani – perché ogni volta che facevo qualcosa in più, lui alzava ulteriormente il livello e mi saliva sopra. Non ho giocato benissimo, ma lui non mi ha dato spazio”. In effetti, al netto di un rendimento al servizio così così di Balzerani, l’allievo di Diego Nargiso ha espresso un tennis di buonissimo livello, peraltro già mostrato sin dalle qualificazioni. Arnaboldi sembrava avere una marcia in più rispetto agli altri, confermata nel duro quarto di finale contro Netuschil e nella complicata semifinale contro Matteo Arnaldi. Per Arnaboldi è il primo titolo ITF in carriera alla seconda finale (ne aveva persa una il mese scorso a Heraklion), che peraltro arriva in un momento fantastico: quella contro Balzerani è stata la 49esima vittoria stagionale. Il lavoro con Diego Nargiso sta dando frutti importanti e – per quanto visto a Bergamo (laddove c’era anche il cugino Andrea a sostenerlo) – il passaggio verso tornei più importanti sembra sempre più vicino. Si chiude con grande soddisfazione un torneo che ha soddisfatto gli sponsor, i quali hanno ringraziato la direttrice Silvana Carrara e tutti gli organizzatori. Anche Diego Nargiso, la cui esperienza è immensa, ha espresso parole importanti per il Trofeo AZIMUT. Bergamo non poteva chiedere di più: adesso inizia il conto alla rovescia per il Challenger di inizio novembre, che confermerà la grande tradizione tennistica della città. E chissà che non possa esserci uno spazio proprio per Federico Arnaboldi…. LEGGI TUTTO

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    Serena Williams non ci sarà a Tokyo

    Serena Williams USA, 26.09.1981

    Altra grande assenza nel tennis alle Olimpiadi di Tokyo: Serena Williams ha dichiarato di non essere stata inserita nella lista olimpica della squadra degli Stati Uniti.
    Alla vigilia dell’ennesimo Slam (ne ha vinti 23 in carriera) la tennista statunitense saluta quindi l’ultima possibilità di provare a vincere un’altra medaglia olimpica dopo i tre ori nel doppio e l’oro nel singolare di Londra 2012 vinto proprio a Wimbledon.
    “Ci sono così tante ragioni perché non andrò alle Olimpiadi, non è il momento giusto. Io non sono comunque nella lista”, LEGGI TUTTO

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    Presentato l’Hilton Lake Como Championship: in campo 115 giocatori in arrivo da 10 nazioni

    Presentato l’Hilton Lake Como Championship: in campo 115 giocatori in arrivo da 10 nazioni

    Centoquindici giocatori iscritti. Dieci nazioni rappresentate con atleti in arrivo non solo dall’Europa (Svezia, Svizzera, Francia, Germania, Ungheria, Bielorussia, Lituania, Turchia e ovviamente Italia) ma anche dall’India. Undici tabelloni già compilati tra maschile e femminile. Sette giorni di gare che condurranno, a partire dal 28 giugno, alle finali del 4 luglio ospitate dalla terra rossa del Tennis Como a Villa Olmo. È stato presentato oggi l’Hilton Lake Como Championship torneo internazionale del circuito Itf Senior giunto alla seconda edizione.
    La prima, e fu un successo, risale al 2019. La pandemia e l’emergenza sanitaria legate al Covid hanno poi stoppato l’edizione 2020 ma quest’anno i motori sono tornati ad accendersi e di certo non mancherà lo spettacolo.
    I veli all’evento sono stati tolti nella splendida cornice dell’Hilton Lake Como in via Borgovico, sponsor della manifestazione che anche quest’anno non ha fatto mancare il sostegno al torneo che porterà in riva al Lario alcuni dei migliori atleti mondiali delle categorie Over 30, 35, 40, 45, 50, 55, 60, 65, 70, 75, 80 maschili e femminili.
    Gli onori di casa sono stati fatti da Alessio Colavecchio, general manager di Hilton Lake Como, che ha poi passato la parola alla presidente del Tennis Como, Chiara Sioli. “Il Tennis Como non può che ringraziare l’Hilton – ha commentato la Sioli – perché da anni ci supporta e collabora con noi su molti fronti, non solo per il torneo Itf. È il secondo grande evento che organizziamo nel 2020 dopo quello riservato ai giovani, il Super Next Gen. Il nostro obiettivo è questo, portare appuntamenti di qualità in riva al lago per metterli a disposizione degli appassionati e dei turisti. Il tennis ci ha aiutato ad uscire dalle chiusure del Covid, è stato reputato lo sport più sicuro anche in piena pandemia, e siamo contenti, anche per questo torneo che sta per iniziare, di poter dire che le adesioni sono state alte, con giocatori in arrivo da molte nazioni. Ma su questo punto lo splendore del Lago di Como e della città ci vengono in aiuto”.
    Presente alla conferenza stampa anche l’assessore allo sport Marco Galli in rappresentanza del Comune di Como che ha dato il patrocinio all’evento: “Tennis Como e Hilton sono due eccellenze della nostra città, un connubio perfetto. Credo che per i giocatori sia un privilegio poter giocare in un posto del genere e passare giorni in riva al nostro lago. Il Tennis Como sta facendo un lavoro importante per il territorio, anche da un punto di vista turistico. Questi eventi sono un buon richiamo per il turismo sportivo che è in grande crescita”.
    È infine toccato al direttore del torneo, Paolo Carobbio, fare il punto sui tabelloni: “Saranno undici, con alcune categorie raggruppate, avremo anche l’Over 80 maschile. Le finali si disputeranno tra sabato e domenica prossimi. Avremo un protocollo Covid da seguire imposto dall’Itf. Anche se dovesse venire meno l’obbligo delle mascherine, al circolo dovranno essere indossate e dovrà essere mantenuto il distanziamento. Gli incontri saranno aperti al pubblico”. LEGGI TUTTO

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    Medvedev: “I giochi olimpici sono più importanti di un Grand Slam per la Russia”

    Daniil Medvedev RUS, 1996.02.11

    I giochi olimpici di quest’estate sono segnati da molti ritiri da pare dei tennisti. Molti dei migliori giocatori mancheranno a Tokyo, ma la Russia è in controtendenza. Daniil Medvedev guiderà il gruppo maschile, con Andrey Rublev, Karen Khachanov e Aslan Karatsev che costituiscono il resto della squadra.
    “Le Olimpiadi sono qualcosa di molto grande, sono più importanti di un Grand Slam per la Russia. Non per noi che naturalmente siamo in questo mondo. Ma per me sarà comunque un sogno che si avvera andare ai Giochi. La medaglia d’oro è un sogno per ogni atleta russo, ecco perché stiamo andando tutti. Ho pensato di giocare in singolo, in doppio e anche in doppio misto”, ha confessato.
    Poi parla dell’erba: “So che posso giocare molto bene sull’erba, anche con pochi tornei come sto facendo questa settimana a Maiorca. È una superficie però dove si può facilmente perdere anche nei primi turni, proprio come è successo a me ad Halle” LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo: Balzerani-Arnaboldi, due giovani per il futuro

    Riccardo Balzerani nella foto – Foto Antonio Milesi

    Saranno Riccardo Balzerani e Federico Arnaboldi a giocarsi la quinta edizione del Trofeo AZIMUT. Il movimento azzurro si conferma di ottimo livello anche nei tornei inferiori, e c’è davvero da ben sperare per il futuro. Roman Burruchaga vince il doppio sotto gli occhi di papà Jorge.
    Nel tennis non è mai troppo tardi, figurarsi ad appena 22 anni. È il caso di Riccardo Balzerani, che nel 2021 punta a uscire dal mondo dei tornei ITF e lanciarsi definitivamente nel circuito Challenger. I segnali positivi ci sono tutti: quella raggiunta al Trofeo AZIMUT (15.000$, terra battuta) è la seconda finale stagionale dopo quella colta a febbraio a Nur Sultan. Più in generale, la sua classifica attuale (n.504 ATP) è piuttosto vicina al best ranking (469) raggiunto a inizio 2020. Il percorso del reatino è stato perfetto: non ha perso un set in tutta la settimana, confermando lo stato di forma con un buon 6-3 6-4 sull’altoatesino Alexander Weis. È stato un match a senso unico, in cui Balzerani non ha dovuto fare cose particolari per tenere a bada il suo avversario. Gli è bastato mantenere la dovuta regolarità. Nella finale di domenica (prevista alle ore 17) andrà a caccia del suo terzo titolo ITF dopo quelli ottenuti nel 2018 a Pontedera e nel 2019 a Bolzano. Balzerani ha avuto una buona carriera giovanile, in cui è stato a lungo tra i primi 100 e ha giocato i tornei del Grande Slam, oltre a vincere l’importante torneo di Firenze. L’impatto con i professionisti non è stato facile, ma il tennis attuale insegna che certi risultati possono arrivare anche più in là nel tempo. In finale se la vedrà con un giovanissimo, quel Federico Arnaboldi che proviene addirittura dalle qualificazioni. Nel baby-derby contro Matteo Arnaldi, il comasco ha confermato di essere in uno straordinario periodo di forma.
    PRIMA FINALE ITF PER ARNABOLDIE pensare che Arnaldi ha condotto fino al 7-5 4-3 e servizio, ma la fiducia accumulata da Arnaboldi nel 2021 ha fatto la differenza. Quella di sabato sera è stata la 48esima vittoria di una stagione davvero notevole. Di Arnaboldi sta piacendo la capacità di fronteggiare situazioni complicate, come per esempio la battaglia nei quarti contro Netuschil. Oppure la capacità di rimontare un match che sembrava perso nonostante una battaglia di quasi tre ore nelle gambe. E invece ne ha vinta un’altra, poiché la stretta di mano è arrivata dopo 3 ore e 6 minuti, col punteggio di 5-7 7-6 6-2 e al termine di un eterno ultimo game. Una freddezza che fa ben sperare in vista della finale contro un avversario più esperto. Il tennis italiano si conferma in salute anche a un livello più basso: se al vertice stiamo vivendo grandi soddisfazioni, anche nei tornei più piccoli c’è un movimento davvero interessante, come confermato dai tornei delle ultime settimane: al successo di Luca Nardi a Genova si è accompagnato il trionfo bergamasco, con ben quattro italiani in semifinale. Curiosità dal tabellone di doppio: se in singolare è stato un dominio azzurro, nella gara a coppie hanno vinto gli argentini Burruchaga-Galarza, bravi a superare 6-3 6-4 la coppia americana-brasiliana composta da Blanch e Boscardin. Per quanto l’interesse del pubblico fosse sul tennis, non è passata inosservata la presenza di Jorge Burruchaga, padre di Roman, nonché ex calciatore che segnò il gol del 3-2 nella finale dei Mondiali del 1986. Il TC Città dei Mille lo ha accolto con simpatia, augurando un futuro di successi al figlio. E c’è da augurarsi un futuro di successi anche per i ragazzi della BAT University del TC Città dei Mille, visto che le due coppie finaliste in doppio avevano battuto al primo turno le due wild card degli organizzatori, i quali avevano premiato i giovani del progetto guidato da Marcello Bassanelli e Fabrizio Albani. Insomma, Bergamo è tornata nel tennis internazionale, e lo ha fatto in grande stile. Ma è solo l’inizio. LEGGI TUTTO

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    Da Milano: “Ecco perché abbiamo scelto Moroni” (con il programma della Finale)

    Gian Marco Moroni ITA, 1998.02.13 – Foto Francesco Peluso

    Con una partita accorta e diligente, Gian Marco Moroni centra la finale a Milano: un gran primo set taglia le gambe a Holger Rune. Grande soddisfazione per coach Fabio Gorietti: “Pensiamo di poterlo condurre a una classifica molto alta”. In finale avrà bisogno di un’impresa contro Federico Coria. Titolo di doppio ai cechi Kopriva-Lehecka.
    Sono trascorsi cinque anni dall’ultima vittoria azzurra all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (44.820€, terra battuta). Allora fu Marco Cecchinato, che iniziò un percorso che lo avrebbe portato addirittura in semifinale al Roland Garros. Proverà a imitarlo Gian Marco “Jimbo” Moroni, bravissimo a conquistare la sua terza finale Challenger dopo quelle (entrambe perdute) a Mestre 2018 e Roma-Garden 2019. Non è stata una settimana semplice, ma lui l’ha fatta sembrare tale superando ogni difficoltà. E contro Holger Vitus Nodskov Rune ha giocato la miglior partita del torneo, sigillata dal fantastico rovescio lungolinea con cui ha chiuso il tie-break del primo set. Un colpo che ha tagliato definitivamente le gambe al danese, che nel secondo set è rimasto in campo soprattutto per onor di firma, fino al 7-6 6-1 finale. Ancora numero 1 del mondo junior (anche se ormai gioca solo tra i “pro”), Rune ha pagato la fatica del giorno prima, in cui era sopravvissuto a una maratona contro Pedro Cachin. “Ma ci sono tanti meriti di Gian Marco – dice coach Fabio Gorietti, con lui a Milano – perché Rune gioca molto bene ed era difficile trovare un buco nel suo gioco. La nostra idea era spingere, tenere in mano il gioco, farlo muovere e impedirgli di prendere l’iniziativa. Sul piano tattico, pensavamo di giocare palle alte sul dritto e poi attaccarlo sul rovescio, oltre ad allungare gli scambi perché sapevamo che avrebbe potuto essere stanco”. A parte i primi tre giochi (3-0 Rune in avvio), Moroni ha eseguito il compito alla perfezione. Ha ricucito lo svantaggio, poi i due hanno lottato spalla a spalla fino al tie-break. A differenza di Cachin, l’azzurro ha mostrato sin dal primo punto la sua presenza agonistica e ha messo in un angolo Rune.
    LE QUALITÀ DI MORONI“Quando è arrivato a Foligno, Moroni mi ha colpito perché ha tre caratteristiche che mi piacciono molto – dice Gorietti – è un generoso, un combattente che dà tutto quando sta in campo. Per questo, ci si può lavorare bene; dal punto di vista tecnico era molto migliorabile e questo mi ha fatto capire che certe armi, già buone, potevano diventare ottime; e poi sa vincere le partite, altra qualità che apprezzo molto. Sin da subito abbiamo verificato i suoi margini mettendolo di fronte a compiti diversi, e lui ha mostrato notevoli capacità di adattamento. In quel momento, abbiamo pensato di poterlo condurre a una classifica molto alta”. Moroni è stato al massimo numero 209 ATP, mentre a Milano si è presentato in 257esima posizione. “Sul medio termine non puntiamo tanto alla classifica, quando alla costanza di rendimento – precisa Gorietti, che lo allena insieme a Federico Torresi, assente a Milano ma altrettanto importante nel progetto – deve ancora assimilare concetti nuovi ed è soggetto ad alti e bassi. Abbiamo fatto un lungo lavoro di officina, in cui abbiamo sistemato la macchina: mi aspetto che a breve vada a pieno regime e riesca a produrre una performance standard, in modo da crearsi un’identità come giocatore. Sul lungo termine, mi auguro che possa imitare altri giocatori italiani e trovare i top-100. Noi ci crediamo fino in fondo. Ci vorrà pazienza, poi quando ci arriveremo le cose cambiano e bisogna rivedere un po’ tutto”. Moroni è soltanto l’ultimo dei giocatori transitati alla Tennis Training School di Foligno, laddove praticamente tutti hanno raggiunto il massimo del loro potenziale. Una garanzia di qualità che non è facile trovare altrove. Con Gorietti è interessante ripercorrere i momenti più significativi di un lavoro che ha abbracciato giocatori molto diversi tra loro, ma che con un metodo unico (poi adattato ai singoli casi) ha regalato grandi soddisfazioni.
    AFFRONTARE LE DIFFICOLTÀ“Il momento più eclatante è stata la finale di Luca Vanni a San Paolo, perché quel risultato gli aprì una prospettiva tutta nuova. Ma ci sono altri momenti, come una trasferta asiatica di Vanni e Thomas Fabbiano. Ebbero problemi a partire, poi tornarono con classifica cambiata e un modo di lavorare tutto nuovo. Poi penso a quando Stefano Travaglia ha ripreso a giocare dopo un brutto infortunio a una vertebra, e vinse subito partite importanti. E anche ai bei momenti con Gianluigi Quinzi. Con lui abbiamo vissuto periodi eccezionali. Adesso abbiamo tanti ragazzi, sia adulti che più giovani. Abbiamo creato un programma per aumentare la qualità del loro tennis, con lo scopo di mantenerla per il maggior tempo possibile”. In questo clima, Moroni sembra davvero aver intrapreso il sentiero che potrebbe portarlo laddove spera. Vincere a Milano sarebbe un passo significativo, anche sul piano mentale, perché il romano non è troppo abituato ad alzare trofei. “Vincere un torneo significa che sei stato continuo e hai fatto le cose per bene per dieci giorni – continua Gorietti – per me, giocare bene significa provare a vincere in qualsiasi condizione. Ci sono momenti in cui senti male la palla, sei stanco… In questi giorni Jimbo ha capito che stare dentro le difficoltà è un modo per affrontarle. Non è fuggito, c’è stato dentro e i risultati si sono visti. Se questa caratteristica rimarrà, è davvero un grande passo in avanti. Penso a Nadal: a Barcellona giocò un brutto primo turno, poi però ha giocato una finale fantastica contro Tsitsipas. Il punto di riferimento deve essere quello”. A proposito di riferimenti, la carriera di Moroni dovrà necessariamente svilupparsi anche su superfici diverse dalla terra battuta. “Credo che possa avvicinarsi a questo rendimento anche sul veloce – conclude Gorietti – ha assimilato un modo di muoversi che gli permetterà di giocare bene anche lì. Inoltre può servire molto bene: contro Rune lo ha fatto nel secondo set, vincendo agevolmente i suoi turni di servizio, senza dare all’altro la sensazione di poter calare. Migliorando le percentuali, può fare ottime cose anche sul cemento all’aperto. Per l’indoor è un altro discorso, ma al giorno d’oggi i campi davvero rapidi sono praticamente scomparsi”
    CORIA FA IL SUO DOVERE: ITALIA-ARGENTINA PER IL PRIMATOFederico Coria non ha tradito. Al momento di lasciare Prostejov, laddove si è imposto la scorsa settimana, ha detto che avrebbe cercato di fare il bis a Milano. Per adesso è stato di parola, centrando un posto in finale senza perdere un set. Il match contro Hugo Grenier è stata semplice routine per l’argentino, vincitore col punteggio di 6-4 6-3. A parte qualche difficoltà in avvio, in cui è stato sorpreso dagli attacchi del francese, ha gestito con agio gli scambi, mostrando una fantastica fase difensiva, aiutata da due gambe rapidissime. La sfida tra Coria e Moroni avrà una suggestione in più: alle spalle della Spagna (4 titoli), Italia e Argentina sono le nazioni più titolate dell’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS, con tre titoli a testa. Chi vincerà, dunque, darà una spinta decisiva alla sua nazione in questa speciale classifica. L’appuntamento è alle 16.30 all’ASPRIA Harbour Club e in diretta TV su SuperTennis (canale 64 del digitale terrestre) per un match davvero affascinante. Non sarà il primo scontro diretto tra i due, perché Coria e Moroni si sono già affrontati due anni fa a Perugia e si impose l’italiano in tre set. La finale sarà aperta al pubblico, che potrà accedere all’impianto con l’acquisto dei Coupon Hospitality messi a disposizione dagli organizzatori, che garantiranno un’esperienza “full” all’interno del club, senza limitarsi alla visione dell’incontro. Nel frattempo si è concluso il tabellone di doppio, con la vittoria a sorpresa dei cechi Vit Kopriva e Jiri Lehecka, al loro terzo torneo in coppia, bravi a battere 6-4 6-0 i ben più esperti Tristan Samuel Weissborn e Dustin Brown.
    Centre Court – Ora italiana: 16:30 (ora locale: 4:30 pm)1. [1] Federico Coria vs [8/WC] Gian Marco Moroni LEGGI TUTTO

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    Roger Federer: “La mia idea rimane quella di andare alle Olimpiadi, vorrei giocare più tornei possibili, ma ora abbiamo deciso di valutare l’andamento di queste due settimane”

    Roger Federer classe 1981

    Roger Federer alla soglia dei 40anni cerca di ritrovare le migliori sensazioni alla vigilia dell’avvio del torneo di Wimbledon, dove ha già vinto otto volte. “Sono veramente felice di poter essere qui dopo l’anno difficile che abbiamo avuto tutti e le mie ferite.La mia idea rimane quella di andare alle Olimpiadi, vorrei giocare più tornei possibili, ma ora abbiamo deciso di valutare l’andamento di queste due settimane per poi capire come strutturare i prossimi mesi”,
    Il torneo di Wimbledon terminerà l’11 luglio e da quel momento ci saranno una dozzina di giorni prima dell’avvio dei Giochi Olimpici, che ha già due grandi assenti: Rafael Nadal e Dominic Thiem. Federer, che ha conquistato l’oro nel doppio con Wawrinka nel 2008 e ha dovuto dare forfait a Rio nel 2016, punta alla medaglia più importante pure nel singolo, dopo l’argento ottenuto alle Olimpiadi di Londra del 2012. LEGGI TUTTO

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    Da Milano: Moroni prepara l’assalto del “Bufalo” (con il programma di domani)

    Gian Marco Moroni ITA, 1998.02.13 – Foto Francesco Peluso

    Gian Marco Moroni supera l’esame Ajdukovic (con mini-polemica finale, subito rientrata) ed esulta con il segno delle corna, suo tratto distintivo. È il suo miglior risultato da quando ha inaugurato il progetto tecnico a Foligno. “Ci saranno ancora alti e bassi, ma questa strada mi può dare molto”. Adesso sfida il baby-fenomeno Rune, “miracolato” da Cachin. Inarrestabile Coria.
    Due anni fa fu Lorenzo Musetti, stavolta a portare l’Italia nel weekend finale dell’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (44.820€, terra battuta) è un… Bufalo. È uno dei soprannomi di Gian Marco Moroni, maturato qualche anno fa quando si allenava in Spagna. Gli dissero che gli attacchi del Real Madrid ai tempi Ronaldo il Fenomeno sembravano l’assalto di una mandria di bufali, e che la sua intensità negli allenamenti li poteva ricordare. Si è affezionato al nomignolo, al punto da mimare le corna del bufalo dopo ogni vittoria. Lo ha fatto anche nella calura milanese dopo il successo contro Duje Ajdukovic, un 6-3 7-5 dal notevole peso specifico, perché il croato vale (molto) più del suo ranking attuale. È stato un match aspro, combattuto, con tanti scambi faticosi. “Per un paio di game abbiamo giocato solo scambi duri – racconta Moroni – ma era necessario, e un colpo alla volta si va avanti. E poi sto molto bene fisicamente, grazie all’ottimo lavoro con preparatori e fisioterapisti”. Moroni ha mostrato un freschezza atletica che gli è tornata utile in un duro secondo set, in cui non riusciva a togliersi di dosso Ajdukovic: 3-2 e servizio, 5-4 e servizio, ma veniva sempre riagganciato. Un break all’undicesimo game apriva la strada all’urlo liberatorio, accompagnato da una mini-polemica alla stretta di mano: Ajdukovic non aveva preso benissimo un’esultanza del romano sul secondo punto del game dopo un cattivo rimbalzo. “Negli spogliatoi ci siamo chiariti – precisa Moroni, che in passato si era allenato col croato a Bordighera – non avevo notato il rimbalzo, ero concentrato su me stesso e volevo chiudere la partita. Mi sono lasciato andare a una piccola esultanza, ma non avevo niente contro di lui e non c’erano ragioni tattiche. E poi siamo sulla terra, dove i rimbalzi strani sono all’ordine del giorno”. Sul piano tattico, Moroni si è affidato a due capisaldi: giocare il più alto possibile (“Perché lui ama colpire all’altezza del fianco”) e allungare gli scambi. Missione compiuta. Per il romano è la settima semifinale Challenger in carriera, la prima dopo Todi 2020. Fino a oggi, si è spinto in finale soltanto due volte (Mestre 2018 e Roma-Garden 2019).
    UN TENNIS PIÙ OFFENSIVO E IL TEAM DI FOLIGNORispetto ad allora è un Moroni diverso, forgiato dal lavoro della Tennis Training School di Foligno, con Federico Torresi e Fabo Gorietti (“Vorrei sottolineare anche l’aiuto di Giampaolo Coppo, mi farebbe piacere che si sapesse” aggiunge a microfoni spenti). L’occhio più attento nota un giocatore propositivo, il cui disegno tattico prevede anche la volèe. “Verissimo. Cerco di giocare il più possibile vicino alla riga, tagliare il campo e presentarmi più spesso a rete. Lo scorso anno abbiamo interrotto in anticipo la stagione proprio per lavorare in questo senso: sono andato in prova a Foligno quattro giorni prima del torneo di Santa Margherita di Pula, poi lì ho avvertito un buon feeling e che c’erano delle idee in comune. Mi stanno dando molto da quel punto di vista: ammetto di non avere grandi competenze tecniche in senso stretto, preferisco la competizione. Con un tennis difensivo avrei potuto ottenere un buon ranking, ma sentivo di dover fare di più. E allora ho intrapreso questa strada”. L’inizio non è stato facile, tra infortuni e qualche sorteggio non troppo fortunato. “Adesso va meglio, ma sono convinto di poter fare molto, molto di più. Se mantengo continuità, sono sicuro che questo percorso mi darà belle soddisfazioni”. La sensazione è che Moroni sia un cavallo di razza che necessitasse di un team di cui fidarsi al 100%: sembra che a Foligno i pianeti si siano allineati nel modo giusto. “Per fortuna ho soltanto 23 anni e ancora tanto da imparare – continua – fisicamente sto molto meglio, abbiamo aggiunto una nuova fisioterapista, Nicole Gelli, con cui sto ottenendo buoni risultati. Visto il mio passato, faccio anche tanta prevenzione degli infortuni e ho ripreso a fare forza dopo averla accantonata per un po’. Nonostante la mia stazza, non ho mai fatto molti pesi”. Adesso le cose funzionano, e chissà che l’Italia non abbia ritrovato un giocatore dal gran potenziale, con ben poco da invidiare ad altri ottimi professionisti che nei prossimi giorni giocheranno a Wimbledon. La strada è ancora lunga, le difficoltà non mancheranno, ma sembra davvero quella giusta. E potrebbe vivere una tappa importante all’ASPRIA Harbour Club.
    RUNE SI SALVA MIRACOLOSAMENTE, CORIA IMPRESSIONAPer un posto in finale, Moroni sfiderà il baby-fenomeno Holger Vitus Nodskov Rune, reduce da un periodo straordinario: il danese ha vinto 14 delle ultime 16 partite e a Milano è accreditato della seconda testa di serie. Se Moroni dovrà recuperare alla svelta dopo le fatiche di venerdì, il discorso vale ancora di più per Rune, uscito miracolosamente dal match contro Pedro Cachin. È finita 0-6 7-6 7-6, peraltro con quattro matchpoint annullati, tutti nel tie-break del terzo. Ad alimentare i rimpianti dell’argentino, l’aver sciupato un vantaggio di 5-1 nel tie-break. Cachin recrimina per un paio di errori di dritto su altrettanti matchpoint, ma nel quarto è stato fantastico Rune, uscito da un duro scambio con un coraggioso rovescio lungolinea. Il danese ha meritato di vincere perché ci ha creduto più del suo avversario, il cui linguaggio del corpo è stato fin troppo passivo nonostante il punteggio spesso favorevole. Al contrario, Rune ha mostrato la “fame” necessaria per vincere partite di questo tipo. Il suo tennis è ancora acerbo, ma ci sono stimmate importanti. La sensazione è che contro Moroni sarà un’altra dura battaglia: entrambi sentiranno in modo particolare la partita. Pronostico ben più indirizzato nell’altra semifinale, con Federico Coria nettamente favorito contro Hugo Grenier. Il francese è stato bravo ad approfittare di un buon tabellone (e si alimenta il rimpianto per Zeppieri, che è arrivato a due punti dal batterlo), ma l’argentino sta vivendo un gran momento di forma. Dopo aver fatto gli straordinari contro Mirza Basic, ha dominato contro Gastao Elias. Il tennis del portoghese (ex top-60 ATP) non lo mette in grande difficoltà, ma il modo in cui lo ha cancellato dal campo (un duro 6-2 6-0) rafforza il suo status – già piuttosto evidente – di favorito del torneo.
    Centre Court – Ora italiana: 13:30 (ora locale: 1:30 pm)1. [8/WC] Gian Marco Moroni vs [2] Holger Vitus Nodskov Rune 2. Dustin Brown / Tristan-Samuel Weissborn vs Vit Kopriva / Jiri Lehecka 3. [1] Federico Coria vs Hugo Grenier (non prima ore: 17:00) LEGGI TUTTO