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    Alexander Zverev Sr, l’arte di essere padre e coach: “Il successo nasce dal lavoro onesto”

    Alexander Zverev nella foto – Foto Getty Images

    Alexander Zverev Sr ha dimostrato di essere uno degli allenatori più metodici e di successo del circuito, pur rimanendo spesso lontano dai riflettori. L’ex tennista di origine russa, che raggiunse il numero 175 del ranking nel 1985, ha guidato le carriere di entrambi i figli, Sascha e Misha, con un approccio unico sia come padre che come coach.
    La filosofia del successo“La chiave per il successo, non solo nello sport ma in qualsiasi professione, è un lavoro buono e onesto”, ha spiegato Zverev Sr parlando di Sascha. “Se si allena, non importa se in campo o in palestra, lo fa sempre al 100%. Credo che questa sia la chiave principale per avere successo. Grazie a questo ha la posizione che ha oggi.”
    Una famiglia di tennisIl tennis scorre nelle vene della famiglia Zverev: oltre al padre Alexander Sr, anche la madre Irina è stata una tennista professionista. Questa eredità sportiva ha sicuramente influenzato i percorsi di Sascha e Misha, entrambi cresciuti sui campi da tennis.
    Il rapporto tra i fratelliContrariamente a quanto si potrebbe pensare, tra Sascha e Misha non c’è mai stata rivalità nel tennis. “Si sono aiutati a vicenda, motivandosi l’un l’altro”, rivela il padre. “Quando Sascha era ancora junior, Misha si allenava sempre con lui, dandogli consigli su come affrontare altri giocatori, sui colpi da utilizzare, su come allenarsi.” Un supporto reciproco che si è esteso anche al circuito professionistico, dove hanno conquistato insieme due titoli in doppio, a Montpellier e Acapulco.
    I successi da junior“Entrambi sono stati grandi junior”, ricorda Alexander Sr. “Sascha ha vinto l’Australian Open, Misha ha raggiunto le semifinali degli US Open. Ciò che ricordo con più affetto era vedere quanto amassero questo sport. Il modo in cui si allenavano, il loro desiderio di migliorare. Quello è stato l’aspetto più bello di quei giorni, osservare i miei figli che volevano diventare grandi giocatori.”
    La dedizione di SaschaUn aneddoto particolare rivela la dedizione dell’attuale numero 2 del mondo: “Fin da piccolo, non voleva mai lasciare il campo. Iniziava a piangere perché voleva continuare a giocare. Anche oggi, capita che finisca gli allenamenti alle 23 o a mezzanotte, e chieda agli organizzatori dei tornei di poter palleggiare per altri 30-40 minuti dopo le partite.”
    Il ruolo attualeDopo il ritiro di Misha nel 2023, il ruolo di Alexander Sr nel team di Sascha è cresciuto esponenzialmente, diventando non solo allenatore ma anche agente e compagno di allenamento. Un approccio completo che ha portato a grandi risultati nel 2024, confermando l’efficacia di questo binomio padre-allenatore.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Tennis e pesca: la doppia vita di Colton Smith

    Colton Smith USA, 05.03.2003

    Un mix unico di tennis e vita all’aria aperta caratterizza la storia di Colton Smith, nuovo talento del tennis americano che sta emergendo nel circuito Challenger. Il 21enne di Tenino, Washington, cresciuto in una fattoria tra mucche, cavalli e galline, sta portando la sua passione per la pesca e la caccia anche nei tornei professionistici.
    La passione per l’outdoor“È un grande reset per me”, racconta Smith. “Pesco da tutta la vita e ho iniziato a cacciare quando avevo nove anni. Non so cosa ci sia nella caccia o nella pesca, credo sia la possibilità di riconnettermi con la natura. Se sono in viaggio per i tornei e riesco a uscire nella natura, mi sento di nuovo bene. È sempre stato molto importante per me. Finché mantengo questo equilibrio, non avrò problemi nel Tour.”
    I successi nel tennisIl numero 262 del ranking ATP sta brillando sia nel circuito professionistico che nel tennis universitario, dove è il giocatore con più vittorie nella storia dell’Università dell’Arizona. Il suo tennis si è adattato perfettamente al livello Challenger, con un record di 15 vittorie e 6 sconfitte in soli sette tornei, culminato con il recente titolo a Cleveland.
    Le avventure all’aria apertaProprio a Cleveland, pur non potendo pescare per il freddo, ha trovato il tempo di visitare un negozio di pesca: “Avevo un po’ di prize money da spendere”, ha scherzato. Ma il suo ricordo più bello è legato a un’avventura con la sorella Chloe: “Eravamo a pescare a mosca a Coeur d’Alene, Idaho, quando ho visto questo mostro attaccare la mia esca. È stata una delle lotte più belle che abbia mai avuto con un pesce.”
    Le radici nella fattoria“Non potevo immaginare un’infanzia migliore”, racconta della sua vita in fattoria. “Avere molti compiti ti insegna la disciplina, ma anche l’apprezzamento per vivere un po’ della terra. È sempre il momento migliore quando torno a casa. La libertà e il relax che trovo lì non li trovo da nessun’altra parte.”
    Il futuro promettenteAnche durante gli allenamenti in Florida a dicembre, Smith ha mantenuto viva la sua passione pescando con il canadese Liam Draxl, mentre si allenava con campioni come Tommy Paul, che lo ha definito “una bestia assoluta”. La sua dedizione al tennis è evidente nei workout con i migliori giocatori del circuito, ma è il suo equilibrio tra sport e natura a renderlo unico.
    Il suo amore per la via all’aperto è visibile anche nel tatuaggio sul braccio sinistro che raffigura un orso, un alce e il suo cane, simboli di quella connessione con la natura che lo aiuta a mantenere la calma anche nei momenti più intensi dei match.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Da rivale a coach: Murray racconta il suo metodo con Djokovic

    Andy Murray – Foto Getty Images

    Andy Murray ha rivelato i dettagli del suo approccio come coach di Novak Djokovic, in un’interessante intervista al podcast Sporting Misadventures. L’ex numero uno del mondo, che continuerà a collaborare con il serbo fino a Wimbledon, ha spiegato la sua filosofia di allenamento basata sulla valorizzazione dei punti di forza piuttosto che sulla correzione degli errori.
    “Non si tratta di dire ‘questo è quello che hai fatto male’, ma ‘questo è quello che fai bene’”, ha spiegato Murray. “Mi concentro sul sottolineare gli aspetti positivi quando gioca bene. Gli dico ‘questo è quello che si prova a giocare contro di te, questo è quello che disturba del tuo tennis quando sei dall’altra parte della rete’.”
    L’esperienza diretta di Murray come ex rivale di Djokovic si sta rivelando preziosa: “I possibili difetti che posso avere come allenatore, dovuti alla mia inesperienza, possono essere compensati dal fatto che ho giocato contro di lui nei più grandi palcoscenici del circuito per dieci, dodici anni. Questo mi dà una prospettiva unica sul suo gioco.”
    Il britannico ha anche rivelato che avrebbe voluto allenare Roger Federer: “Sarebbe stato divertente allenare Roger, perché tutto quello che faceva sembrava naturale. Non mi piace dirlo, perché c’è un enorme lavoro dietro, ma aveva tutti i colpi. Gli avresti chiesto qualsiasi cosa e lui sarebbe stato in grado di farla.”La collaborazione tra Murray e Djokovic, iniziata quest’anno, ha già dato i suoi frutti agli Australian Open, dove il serbo si è detto molto soddisfatto dei progressi nel suo gioco grazie alla presenza dello scozzese nel suo angolo.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Rybakina rompe il silenzio sul caso Vukov: “Sono delusa da tutta la situazione”

    Elena Rybakina KAZ, 17.06.1999 – Foto Getty Images

    Elena Rybakina ha parlato per la prima volta dopo la squalifica di un anno inflitta dalla WTA al suo ex allenatore Stefano Vukov. La campionessa kazaka, dopo la vittoria contro Sramkova negli ottavi a Doha, ha espresso la sua delusione per la decisione presa dall’organizzazione.
    “Posso solo dire che sono delusa dalla situazione e da come è stato gestito tutto il processo”, ha dichiarato Rybakina in conferenza stampa, mantenendo un tono diretto ma misurato. “Non commenterò ulteriormente questa vicenda.”
    La squalifica di Vukov è arrivata dopo un’indagine che ha rivelato dettagli preoccupanti sul loro rapporto, inclusa la possibilità di una relazione sentimentale nonostante le tendenze coercitive mostrate dall’allenatore in passato.
    “Non è il momento migliore”, ha ammesso Rybakina, “ma quando scendo in campo mi concentro solo sul tennis, su me stessa e sulla mia avversaria. Voglio mostrare la mia migliore versione.”Nel frattempo, la kazaka ha confermato l’ingresso nel suo team di Davide Sanguinetti, che prende il posto di Goran Ivanisevic, allontanatosi dopo gli Australian Open. Vukov, pur non potendo accedere ai campi, resta parte del team di Rybakina, in una situazione complessa che, come dimostrano le parole della tennista, è destinata a proseguire nei prossimi mesi.
    La vincitrice di Wimbledon 2022 dovrà gestire questa situazione delicata mentre cerca di mantenere la concentrazione sul campo, dove finora sta dimostrando di saper isolare le vicende extra-tennis.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Errani-Vavassori contro la rivoluzione dello US Open: “Il profitto non può essere tutto”

    Sara Errani e Andrea Vavassori nella foto – Foto Getty Images

    Sara Errani e Andrea Vavassori, campioni in carica del doppio misto agli US Open, hanno preso posizione contro la decisione degli organizzatori di rivoluzionare il formato del torneo con una lettera aperta che difende i valori della tradizione e della storia del tennis.
    “L’anno scorso, vincere insieme gli US Open è stato uno dei momenti più belli della nostra carriera”, scrivono i due tennisti italiani. “Abbiamo provato un calore e un sostegno incredibile da parte dei tifosi italiani. Il doppio misto non è molto conosciuto, ma tutto ciò che fa parte di una competizione Slam ha una Storia unica ed è un grande onore entrarne a far parte.”
    La coppia italiana critica duramente la decisione di trasformare il torneo in quello che definiscono “una pseudo esibizione incentrata solo sull’intrattenimento e lo spettacolo”, che si giocherà durante le qualificazioni con un format ridotto a 16 coppie, di cui la metà scelte in base al ranking del singolare e l’altra metà tramite wild card.
    “Una decisione presa senza consultare nessuno, che non possiamo fare altro che accettare”, continuano Errani e Vavassori. “La vediamo come una profonda ingiustizia, che manca di rispetto a un’intera categoria di giocatori. Mettere i soldi sopra il tennis non è mai una buona idea.”
    I campioni in carica, che rischiano di non poter difendere il loro titolo, lanciano anche un monito per il futuro: “Speriamo che questo rimanga un caso isolato e questo tipo di politica non venga ripensato in futuro.” Una presa di posizione forte che difende la tradizione del tennis e i suoi valori più profondi contro una visione puramente commerciale dello sport.
    Questo il messaggio integrale: “Tradizione e storia.Valori molto sottovalutati ai nostri tempi.Secondo noi prendere decisioni solo seguendo la logica del profitto è profondamente sbagliato in alcune situazioni.L’anno scorso, vincere insieme gli US Open è stato uno dei momenti più belli della nostra carriera. Abbiamo provato un calore e un sostegno incredibile da parte dei tifosi italiani e questo ci ha reso davvero felici.Il doppio misto non è molto conosciuto, è vero, ma tutto ciò che fa parte di una competizione Slam – la Storia dietro ogni singolo risultato – è unico ed è un grande onore entrare a farne parte.Tornare l’anno successivo e vedere i vostri nomi incisi nella bacheca dei trofei è una delle sensazioni più speciali del nostro sport.Ti rendi conto che sarai ricordato per sempre come una piccola parte di questo importante torneo.Nelle ultime settimane abbiamo ricevuto la notizia che il torneo di doppio misto US Open sarà completamente capovolto, cancellato e sostituito con una pseudo esibizione incentrata solo sull’intrattenimento e lo spettacolo.Si giocherà durante il torneo di qualificazione, con 8 coppie di giocatori determinate dalla più alta classifica singola e 8 coppie di giocatori invitati dal torneo con una wild card.Una decisione presa senza consultare nessuno, che non possiamo fare altro che accettarla.Noi la vediamo come una profonda ingiustizia, che manca di rispetto a un’intera categoria di giocatori.Mettere i soldi sopra il tennis non è mai una buona idea.Al momento non sappiamo se avremo la possibilità di difendere il nostro titolo, ma speriamo che questo rimanga un caso isolato e questo tipo di politica non venga ripensato in futuro.Sentivamo fortemente il bisogno di condividere i nostri pensieri,Sara & Andrea”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    US Open rivoluziona il doppio misto: si giocherà durante la Fan Week con montepremi da 1 milione di dollari e durata di soli due giorni

    US Open rivoluziona il doppio misto

    Una rivoluzione storica per il doppio misto dello US Open. L’USTA ha annunciato che dal 2025 il torneo si disputerà durante la Fan Week, il 19 e 20 agosto, con un nuovo formato e un montepremi record di 1 milione di dollari per i vincitori.Il nuovo formato prevede un tabellone di 16 coppie (8 in base al ranking combinato e 8 wild card), con partite al meglio dei tre set ridotti a quattro game, senza vantaggi e super tie-break a 10 punti al posto del terzo set. Solo la finale manterrà i set tradizionali a sei game.
    “Non potrei essere più entusiasta di introdurre questa innovazione rivoluzionaria”, ha dichiarato Lew Sherr, CEO dell’USTA. “Daremo al doppio misto il suo palcoscenico, permettendo a più fan in tutto il mondo di vedere i loro beniamini competere per questo ambito titolo Slam.”
    La decisione arriva dopo il successo del “Mixed Madness” nel 2024, vinto da Paula Badosa e Stefanos Tsitsipas. Tutti gli incontri si giocheranno sui campi principali (Arthur Ashe e Louis Armstrong) e godranno per la prima volta di una copertura televisiva in prima serata su ESPN.
    Entusiasti i giocatori: “Come tennista che ama il doppio, sono entusiasta di questa opportunità”, ha commentato Jessica Pegula, finalista in singolare nel 2024. Anche Taylor Fritz ha espresso il suo interesse: “Il doppio misto è sempre una grande sfida, non vedo l’ora di competere per un titolo Slam.”
    L’USTA punta così a dare maggiore visibilità a questa specialità, unica nel tennis dove uomini e donne competono insieme per lo stesso montepremi in un torneo major, seguendo l’esempio di campioni come Serena Williams, che vinse il titolo nel 1998 in coppia con Max Mirnyi.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    “40 ore di volo e due scarpe destre”: Diaz Acosta racconta la vita del tennista in tour

    Facundo Diaz Acosta – Foto Francesco Panunzio

    Facundo Diaz Acosta, campione in carica dell’Argentina Open, ha condiviso con l’ATP Tour alcune delle sue esperienze più curiose da tennista professionista, rivelando aneddoti divertenti e momenti difficili della vita in tour. Un racconto che mostra il lato meno conosciuto della vita dei tennisti professionisti.
    L’incidente delle scarpeIl tennista argentino, attualmente numero 70 del mondo, ha raccontato un episodio particolarmente curioso: “Una volta dovevo giocare le qualificazioni dell’ATP 250 di Cordoba. Arrivavo da un torneo in Cile e mi sono fermato a casa a Buenos Aires per sole tre ore. Nel preparare la valigia di fretta, ho messo due scarpe destre! Me ne sono accorto solo al torneo. Per fortuna il mio coach aveva il mio stesso numero e mi ha prestato una scarpa sinistra, anche se voleva uccidermi! Per fortuna ero a sole cinque ore da casa e sono riusciti a mandarmi le scarpe giuste per il match successivo.”
    Il viaggio più folleTra le storie di viaggio più estreme, Diaz Acosta ricorda un’avventura particolare durante il periodo post-pandemia: “Stavo giocando alcuni Futures in Egitto. Sono entrato all’ultimo momento nelle qualificazioni di un Challenger in Sud America e ho fatto 40 ore di volo via Turchia e Santiago per arrivare a Concepcion. Sono arrivato distrutto e ho perso al secondo turno delle qualificazioni. Ma succede spesso nel tennis: quando hai la possibilità di giocare un torneo migliore, vuoi arrivarci a ogni costo.”
    Le abitudini di viaggioIl 24enne ha anche rivelato le sue abitudini di viaggio: “Porto sempre le cuffie per i voli, sono essenziali! E il mate, che è come un compagno di viaggio per me. Poi ho il tablet per guardare serie e film, mi aiuta a distrarmi.” Sulle sue città preferite nel circuito, non ha dubbi: “Buenos Aires e Madrid, perché sono molto simili per persone, cibo e usanze. Mi fanno sentire a casa.”
    La sfida del jet lagIl jet lag rimane una delle sfide più difficili per i tennisti professionisti, e Diaz Acosta non fa eccezione: “Il ritorno dall’Australia è stato durissimo. Con 14 ore di differenza da Buenos Aires, per quattro o cinque giorni dormivo solo due o tre ore a notte. Ero uno zombie durante il giorno.” Per gestirlo, cerca di evitare i pisolini durante il giorno e cerca di resistere fino a sera per regolare il ciclo del sonno.
    Sogni di viaggioNonostante i numerosi viaggi per tennis, Diaz Acosta ha ancora delle mete da scoprire: “Ho un posto dove vorrei andare ma non ci sono ancora stato: il sud dell’Argentina, Bariloche, San Martin de los Andes e Villa La Angostura. Da quello che ho sentito e dalle foto che ho visto, è una zona stupenda. Mi piacerebbe molto vederla.”
    La vita del tennista professionista emerge da questi racconti in tutta la sua complessità: un mix di avventure, imprevisti, jetlag e sacrifici, ma anche di opportunità di scoprire il mondo e vivere esperienze uniche. Per Diaz Acosta, che ha vissuto una crescita importante nell’ultimo anno entrando anche nella Top 50 ATP e ottenendo la sua prima vittoria in uno Slam agli US Open, questi sono solo alcuni dei tanti aneddoti di una carriera in continua evoluzione.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Dall’Australia a Wimbledon, Murray resta con Djokovic. Pouille non si arrende. Monfils si ritira da Marsiglia: “Devo gestire il fisico, un infortunio serio ora potrebbe essere la fine”

    Gael Monfils nella foto – Foto Getty Images

    L’ex numero uno britannico Andy Murray continuerà ad essere parte del team di Novak Djokovic almeno fino a Wimbledon. Secondo quanto riportato dal Times, dopo il positivo test agli Australian Open 2025, la collaborazione proseguirà fino al terzo Slam della stagione, in programma dal 30 giugno al 13 luglio.
    Notizie contrastanti invece per Lucas Pouille: dopo il drammatico infortunio al tendine d’Achille nella finale del Challenger di Lille, inizialmente il francese aveva ipotizzato il ritiro. Tuttavia, meno di 24 ore dopo, ha deciso di sottoporsi all’intervento chirurgico per tentare un ultimo ritorno: “Farò tutto il possibile per tornare. Ci vediamo presto”, ha scritto sui social prima dell’operazione.
    Nel frattempo, Serena Williams continua la sua vita lontano dai campi da tennis, questa volta con una sorprendente apparizione al Super Bowl come ballerina durante lo show di Kendrick Lamar nell’intervallo, esibendosi sulle note di “Not Like Us”.
    A Buenos Aires, Alexander Zverev si prepara per l’ATP 250 con grandi ambizioni: “Voglio dare il meglio per vincere qui. Spero che venga tanta gente e si crei un’atmosfera da calcio. È molto importante avere questi tornei in Sudamerica, il tennis è e deve rimanere uno sport globale”, ha dichiarato il tedesco, che ha poi rivelato il suo prossimo grande obiettivo: “Il mio prossimo traguardo è Roland Garros. Voglio continuare a credere di essere abbastanza forte per vincere uno Slam.”
    Gael Monfils ha annunciato il suo ritiro dall’ATP 250 di Marsiglia 2025 a causa di uno strappo muscolare al quadricipite destro. Il tennista francese è apparso visibilmente dispiaciuto in conferenza stampa, ma ha spiegato la necessità di questa decisione precauzionale.“Alla mia età, un infortunio importante potrebbe significare la fine della mia carriera, quindi sono costretto a saltare questo evento”, ha dichiarato Monfils, che non ha voluto rischiare di aggravare il problema fisico.Il francese non chiude completamente le porte a un rapido rientro, annunciando che volerà a Doha per valutare le sue condizioni e tentare di recuperare in tempo per il torneo. Una decisione che dimostra la cautela con cui il veterano transalpino deve ormai gestire il suo fisico per prolungare la sua carriera.Una rinuncia particolarmente dolorosa per Monfils, che avrebbe voluto regalare spettacolo davanti al pubblico di casa a Marsiglia, ma la prudenza ha prevalso sulla voglia di scendere in campo.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO