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    Jannik Sinner non potrà allenarsi a Montecarlo durante la squalifica

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Jannik Sinner dovrà cercare una nuova base per i suoi allenamenti durante il periodo di squalifica. La soluzione di Montecarlo, che sembrava ideale per permettere al tennista italiano di rimanere vicino a casa e continuare la sua preparazione in una struttura che conosce bene, è stata ufficialmente esclusa.Dal Monte-Carlo Country Club è arrivata una smentita, come chiarito dall’ufficio stampa del circolo: “Il Monte-Carlo Country Club è affiliato a tutte e due le federazioni di tennis: francese e monegasca. È un circolo privato ma questo non lo esonera dai suoi obblighi, cioè quello dell’affiliazione. Monegasca perché è il Club di tennis del Principato. Ma un club di tali dimensioni non avrebbe potuto essere costruito sul territorio monegasco. Francese: perché si trova sul territorio francese a Roquebrune Cape Martin”.

    Il campione altoatesino dovrà ora vagliare alternative per la sede dei suoi allenamenti durante questo periodo. Nei giorni scorsi erano emerse diverse opzioni, tutte piuttosto lontane dall’Italia.Restano in piedi principalmente due possibilità: Dubai negli Emirati Arabi Uniti e gli Stati Uniti, con Miami che viene indicata come una delle sedi più probabili per il numero 1 del mondo.Sarà un periodo fondamentale per Sinner, come spiegato dal suo preparatore atletico Panichi, che ha rivelato che il team si concentrerà su aspetti specifici della preparazione durante questa assenza forzata, conseguenza della squalifica di tre mesi seguita all’accordo con la WADA.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Kokkinakis di nuovo sotto i ferri: altro stop per l’australiano

    Thanasi Kokkinakis nella foto – foto Getty Images

    Brutte notizie per Thanasi Kokkinakis. Il tennista australiano dovrà nuovamente fermarsi per un intervento chirurgico subito al braccio destro, l’ennesimo stop di una carriera purtroppo costellata di problemi fisici.
    A 28 anni, il nativo di Adelaide si ritrova ancora una volta a dover combattere contro il proprio corpo in cerca della miglior versione di sé. Il giocatore oceanico ha condiviso la notizia mostrandosi su un letto d’ospedale, senza però specificare i tempi di recupero, che al momento rimangono incerti anche per lo stesso Kokkinakis.Un destino crudele per un tennista dal grande talento, che ha visto la propria carriera continuamente frenata da una serie interminabile di infortuni. La sfortuna sembra accanirsi contro l’australiano, che in passato ha già dovuto affrontare problemi alla spalla, al ginocchio e numerosi altri fastidi muscolari.
    Negli anni in cui ha potuto giocare con continuità, Kokkinakis ha mostrato il suo innegabile potenziale, vincendo anche un titolo ATP in singolare e trionfando agli Australian Open 2022 in doppio con il connazionale Nick Kyrgios.Non resta che augurare una pronta guarigione al tennista di Adelaide, con la speranza di rivederlo presto in campo a esprimere tutto il suo talento.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Piqué contro il tennis tradizionale: “Bisognerebbe eliminare la seconda di servizio”

    Gerard Piqué nella foto

    Gerard Piqué, nonostante la sua esperienza non del tutto positiva nel mondo del tennis attraverso l’organizzazione della Coppa Davis con Kosmos, continua a nutrire una grande passione per questo sport e ad avere idee innovative per il suo futuro.L’ex calciatore e imprenditore, durante un’intervista nel podcast di Iker Casillas, ha espresso alcune opinioni rivoluzionarie che, secondo lui, non sono state accolte a causa della resistenza al cambiamento di entità come l’ITF (International Tennis Federation).
    “Abbiamo cercato di cambiare alcune cose, ma non c’è modo. L’ITF non vuole cambiare nulla”, ha dichiarato Piqué. “Perché nel tennis si serve due volte? Sono 30 secondi in più di un tizio che fa rimbalzare la palla. La gente non vuole vedere questo.”
    Il catalano non si è fermato qui nella sua critica al formato attuale del tennis: “La gente non vuole nemmeno vedere un gioco di cinque minuti con deuce-vantaggio-deuce-vantaggio. Bisognerebbe introdurre un punto decisivo sul 40-40”, ha aggiunto, riferendosi al cosiddetto “killer point” già utilizzato in alcuni formati come il doppio ATP.
    Le idee di Piqué, sebbene considerate radicali da molti puristi e forse un po’ troppo estreme, si inseriscono in un dibattito più ampio sulla necessità di rendere il tennis più attraente per le nuove generazioni, bilanciando tradizione e innovazione per garantire il futuro di questo sport.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Berrettini e il nuovo approccio al tennis: “Ora mi accetto di più”

    Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12 – Foto Getty Images

    Matteo Berrettini conferma il suo ottimo stato di forma qualificandosi per i quarti di finale dell’ATP 500 di Dubai, eguagliando il risultato ottenuto la scorsa settimana a Doha. L’italiano, tornato nel Medio Oriente dopo sei anni di assenza, ha sconfitto il qualificato australiano Christopher O’Connell con il punteggio di 7-6, 6-2, guadagnandosi una sfida contro la testa di serie numero 4 Stefanos Tsitsipas.Una prestazione solida quella dell’ex numero 6 del mondo, che ha scagliato 15 ace, perso appena sette punti al servizio e non ha concesso nemmeno una palla break all’avversario durante i 90 minuti di partita. Numeri che testimoniano la ritrovata efficacia del suo gioco, in particolare al servizio, suo colpo distintivo.“È fantastico. Ho desiderato giocare tante partite per così tanto tempo e ho lavorato duramente. Penso di star giocando un ottimo livello di tennis”, ha dichiarato Berrettini, che la scorsa settimana a Doha ha eliminato Novak Djokovic prima di cedere in tre set a Jack Draper nei quarti. “Mi sto godendo il tempo in campo. È bello essere di nuovo ai quarti, e spero che questo vada meglio dell’ultimo.”
    La risalita verso la top 30Il percorso di Berrettini negli ultimi dodici mesi è stato straordinario. Tornato da un’assenza di sei mesi – dovuta alla rottura di un legamento della caviglia – nel marzo scorso, ha scalato la classifica dalla posizione 154 fino alla top 40, conquistando tre titoli ATP nel 2024. I suoi impressionanti risultati gli sono valsi il riconoscimento di “Comeback Player of the Year” ed è ora numero 30 del mondo e in ascesa.“Per fortuna c’è sempre margine di miglioramento, il che è positivo, perché altrimenti, dov’è il divertimento?”, ha commentato Berrettini parlando della sua forma attuale. “Mi muovo bene, servo bene. Ho migliorato la risposta e il rovescio, che erano un po’ i miei punti deboli, quindi sono molto felice del lavoro che sto facendo con il mio team, sono davvero orgoglioso di ciò che sto facendo, e spero in una grande stagione.”
    La risalita del tennista romano è ancora più notevole considerando che ha conquistato i suoi tre titoli dello scorso anno tutti sulla terra battuta (Marrakech, Gstaad e Kitzbühel), una superficie che non era tradizionalmente considerata la sua preferita.

    Una nuova prospettiva dopo gli infortuniGli infortuni e la sfortuna degli ultimi anni hanno cambiato profondamente l’approccio di Berrettini al tennis, portandolo a sviluppare una maggiore consapevolezza e apprezzamento per il suo sport.
    “Apprezzo tutti i momenti in campo e fuori. Quando ero a casa a fare riabilitazione, mi mancava tutto questo. Quindi i momenti in cui sono stanco, o magari non voglio allenarmi o vorrei essere da qualche altra parte, penso a quei momenti e tutto diventa più facile”, ha spiegato. “Ho anche imparato che il tennis richiede tempo, la vita richiede tempo, quindi mi accetto un po’ di più e per questo ora sono più felice.”Questa nuova prospettiva sembra aver liberato Berrettini dalle pressioni eccessive, permettendogli di giocare con maggiore leggerezza mentale, fattore che, unito alla sua potenza naturale, lo rende un avversario temibile per chiunque.
    Un gioco adatto a tutte le superficiSebbene i tre titoli vinti lo scorso anno siano arrivati sulla terra battuta, Berrettini ha dimostrato in passato di essere particolarmente pericoloso sull’erba e sui campi duri veloci. I suoi migliori risultati nei tornei del Grande Slam sono stati la finale a Wimbledon nel 2021 e le semifinali agli Australian Open 2022 e agli US Open 2019.“Ho sempre saputo che il mio gioco poteva adattarsi a tutte le superfici, ma allo stesso tempo non è mai facile quando non hai partite nelle gambe, soprattutto su una superficie su cui non sono nato”, ha detto Berrettini, cresciuto sui campi in terra battuta della sua natale Roma. “Sento che l’erba si adatta al mio gioco, e ho migliorato molto alcuni aspetti. Ma sulla terra battuta sono cresciuto. Allo stesso tempo, queste condizioni [a Dubai] sono davvero buone per me. Quando colpisci bene la palla, giocando aggressivo, paga, quindi sono davvero felice.”
    La sfida con TsitsipasGuardando alla sfida con Tsitsipas, contro cui è in svantaggio 3-1 negli scontri diretti, Berrettini appare fiducioso: “Stefanos sta sicuramente migliorando il suo gioco, è ovviamente un grande campione del nostro sport. Ha dimostrato molte volte di poter tornare. L’ho visto giocare contro un mio buon amico, Lorenzo Sonego, al primo turno e stava giocando bene. Sarà sicuramente una partita difficile, ma sono pronto, mi sento pronto e felice. Vedremo.”
    Il greco, che ha ottenuto una vittoria a tarda notte contro Karen Khachanov, sta giocando questa settimana con una racchetta completamente nera, apparentemente testando un nuovo equipaggiamento. Ha dichiarato che le condizioni del circuito stanno diventando più lente, soprattutto a causa del tipo di palline utilizzate.A questo proposito, Berrettini ha espresso la sua opinione sulla controversa questione delle palline Dunlop, criticate da diversi giocatori, incluso Daniil Medvedev: “Sento che le palline stanno diventando sempre più lente. Ma allo stesso tempo, ciò che è più importante per noi, penso, è la coerenza. Dovremmo provare con la stessa palla, almeno sulla stessa superficie. A me personalmente piacciono molto le palline Dunlop, penso siano le migliori. Ma, di nuovo, ognuno ha opinioni diverse.”
    Con questo spirito positivo e una ritrovata fiducia nei propri mezzi, Berrettini si prepara ad affrontare Tsitsipas nei quarti di finale, con l’obiettivo di continuare la sua risalita verso i vertici del tennis mondiale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Krejcikova e l’incubo infortunio: “Mi chiedo se sarò mai di nuovo senza dolore”

    Barbora Krejcikova CZE, 18.12.1995 – Foto getty images

    Barbora Krejcikova rimane l’unica giocatrice della top 40 a non aver ancora disputato un singolo match nel 2025. La tennista ceca, bicampionessa Slam e attualmente numero 16 del ranking, ha rivelato in un’intervista a Sport CZ le sue preoccupazioni per un infortunio che si sta protraendo molto più del previsto.
    “Il recupero non sta procedendo velocemente come speravo, è vero, ma sto facendo tutto il possibile per tornare il prima possibile”, ha dichiarato la campionessa del Roland Garros 2021 e Wimbledon 2024. “Mi chiedo se un giorno sarò di nuovo completamente libera dal dolore, in questo momento è una situazione che mi stressa parecchio.”
    L’ultima apparizione della Krejcikova risale alle WTA Finals di Riyadh, dove ha partecipato grazie al titolo conquistato a Londra. Nonostante le condizioni precarie, la ceca è riuscita a superare la fase a gironi prima di arrendersi in semifinale contro Zheng, ma quello è stato l’ultimo sforzo di un corpo che era già al limite.“In estate è quando tutto ha iniziato ad andare storto”, ricorda Barbora. “Passare dall’erba alla terra battuta è una delle sfide più complicate, e avevamo pochissimo tempo per farlo.” La ceca si riferisce ai Giochi Olimpici di Parigi, dove ha rappresentato il suo paese sia in singolare che in doppio nonostante le difficoltà.
    “Ricordo che il primo giorno ha piovuto, il secondo ha fatto caldo e ho giocato nel pomeriggio con il tempo più afoso, oltre a partite lunghe. L’ho notato il giorno dopo, quando le mie forze si sono esaurite molto rapidamente. Dopo la prima partita mi girava la testa e avevo i crampi, non mi sentivo affatto bene”, ha rivelato.La sua situazione riporta alla memoria la decisione di Jannik Sinner di saltare i Giochi Olimpici, scelta criticata da molti ma che ora, alla luce di casi come quello della Krejcikova, sembra essere stata più che giustificata. I cambi di superficie estremi a metà stagione possono rappresentare un rischio significativo per i giocatori.
    “Era un appuntamento molto importante, significava difendere il mio paese, il che era fondamentale per me”, ha spiegato Krejcikova parlando della sua partecipazione olimpica nonostante i problemi fisici. “Non potevo dire a Katerina (Siniakova) che non avrei giocato, era impossibile, anche se avessimo dovuto fallire nei primi turni… che è quello che alla fine è successo.”
    La ceca sembra ora intenzionata a rivedere i suoi impegni futuri: “Suppongo di iniziare a essere un po’ più grande, dovrò limitare gradualmente la mia partecipazione nel doppio, dove devo cominciare a essere un po’ più selettiva”, ha concluso una tennista che, ad oggi, non sa ancora quando la sua schiena le permetterà di tornare in campo.
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    Krejcikova si ritira dai tornei americani: il problema alla schiena persiste

    Barbora Krejcikova CZE, 18.12.1995 – Foto getty images

    Barbora Krejcikova sarà costretta a saltare il “Sunshine Double” americano. La campionessa in carica di Wimbledon ha annunciato il suo ritiro dal BNP Paribas Open di Indian Wells e dal Miami Open a causa del persistente problema alla schiena che la sta tenendo lontana dai campi da diversi mesi.La tennista ceca, 29 anni, non partecipa ad un torneo ufficiale dalle WTA Finals di Riyadh dello scorso novembre, dove aveva impressionato battendo Coco Gauff e Jessica Pegula prima di arrendersi in semifinale a Zheng Qinwen.
    Si allunga così il periodo di inattività della ex numero 2 del mondo, che sperava di poter tornare in campo per i prestigiosi tornei americani. Con il forfait di Krejcikova, l’austriaca Julia Grabher è stata ripescata nel tabellone principale di Indian Wells.
    Una notizia che preoccupa i fan della giocatrice ceca, considerando che il problema alla schiena sembra richiedere più tempo del previsto per essere risolto. Resta da vedere se Krejcikova riuscirà a recuperare in tempo per difendere il suo titolo a Wimbledon, torneo in cui lo scorso anno ha conquistato il secondo titolo Slam della sua carriera.
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    Sinner, lo stop diventa un’opportunità: Panichi svela la nuova preparazione

    Marco Panichi preparatore atletico di Jannik Sinner dalla fine dello scorso mese di agosto

    A parlare del momento di stop di Sinner è stato anche Marco Panichi, il suo preparatore atletico, durante un intervento a Sky Tennis Club. Panichi, che lavora con il ventitreenne altoatesino dalla fine di agosto 2024, ha spiegato:“Il fatto di avere così tanto tempo a disposizione è paragonabile a una programmazione di atletica leggera. In un periodo così lungo possiamo concentrarci più a fondo sulle caratteristiche fisiche e sugli aspetti che vogliamo migliorare. Parliamo di piccoli dettagli perché questi giocatori, come macchine da Formula 1, sono già molto avanzati. In ogni caso, dal punto di vista motivazionale, avere tutto questo tempo rappresenta uno stimolo importante. È una nuova esperienza e, pur non avendo voluto una situazione del genere, sono grato di poter lavorare in questo modo.”
    Sinner, dunque, sfrutterà queste settimane lontano dal tour per migliorare ulteriormente la propria condizione fisica e tecnica, con l’obiettivo di tornare in campo ancor più competitivo a partire dal 4 maggio. Tutti gli occhi saranno puntati sul rientro del numero uno del mondo, che dovrà misurarsi immediatamente con i grandi appuntamenti su terra rossa e con l’attenzione dei tifosi, pronti a rivedere il loro beniamino protagonista dopo questa pausa forzata.
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    De Minaur analizza l’evoluzione del tennis: “Oggi è solo potenza, la varietà sta scomparendo”

    Alex De Minaur nella foto – Foto Getty Images

    Alex de Minaur offre un’analisi profonda e articolata dell’evoluzione del tennis negli ultimi cinque anni. L’australiano, oggi stabilmente nella top 10 mondiale, ha condiviso interessanti riflessioni sui cambiamenti che ha osservato da quando ha iniziato a emergere nell’élite fino a oggi, durante un’intervista rilasciata all’ATP 500 di Dubai.
    “Quello che percepisco è che tutti i giocatori colpiscono la palla sempre più forte e la velocità di gioco è diventata straordinariamente alta”, ha spiegato de Minaur. “Si ha l’impressione che con le palline attuali si tenti di rallentare un po’ il ritmo e di rendere le condizioni più lente, ma nonostante questi tentativi, è evidente che la velocità media della palla è significativamente più elevata rispetto a qualche anno fa.”
    L’australiano, noto per la sua eccezionale velocità e capacità difensiva, ha evidenziato come il tennis moderno stia sacrificando la varietà tecnica sull’altare della potenza: “Prima assistevamo a maggiori cambi di ritmo, di altezze e di effetti. Credo che si sia persa molta della varietà che rendeva questo sport così affascinante, semplicemente perché oggi c’è appena il tempo di pensare durante lo scambio.”
    La nostalgia per il tennis di NadalDe Minaur porta come esempio emblematico il diritto di Rafael Nadal, un colpo capace di imprimere effetti e traiettorie spettacolari, oltre che di aprire angoli impossibili. “Quel tipo di tennis, fatto di intelligenza tattica e variazioni, si vede sempre meno”, sottolinea l’australiano. “Gli scambi sono diventati così veloci che c’è pochissimo spazio per sviluppare strategie complesse durante il punto.”
    “Descriverei il tennis attuale come un combattimento di grandi impatti, quasi come una battaglia di artiglieria pesante”, ha aggiunto. “Anch’io ho dovuto adattarmi a questa nuova realtà, cercando di aumentare la potenza dei miei colpi per non restare indietro. Nel tennis contemporaneo vale la legge di Darwin: adattarsi o morire.”
    L’evoluzione fisica e tecnologicaIl fenomeno descritto da de Minaur è il risultato di una combinazione di fattori: l’evoluzione fisica degli atleti, che oggi sono più potenti e resistenti che mai; i miglioramenti tecnologici nelle racchette e nelle corde, che permettono di generare più potenza e controllo; e una professionalizzazione sempre più spinta che ottimizza ogni aspetto della preparazione atletica.L’australiano rappresenta un caso particolare in questo panorama, avendo costruito il suo gioco su velocità, reattività e capacità difensive piuttosto che sulla potenza bruta. “Ho dovuto trovare soluzioni alternative per competere con giocatori naturalmente più potenti”, spiega de Minaur. “Ho lavorato sulla velocità di esecuzione, sull’anticipo e sulla capacità di rubare tempo all’avversario per compensare la mia minore potenza naturale.”
    Un futuro di compromessi?La riflessione di de Minaur solleva interrogativi sul futuro del tennis: continuerà questa corsa alla potenza o ci sarà un ritorno a un gioco più vario e tattico? Gli organizzatori dei tornei stanno già intervenendo, modificando le palline e talvolta le superfici per rallentare il gioco, ma questi cambiamenti sembrano insufficienti a invertire la tendenza.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO