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    Record di ascolti per Warner Bros. Discovery: la finale di Sinner fa la storia

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    La vittoria di Jannik Sinner agli Australian Open 2025 ha riscritto non solo la storia del tennis italiano, ma anche quella degli ascolti televisivi, regalando a Warner Bros. Discovery il miglior risultato di sempre. La finale, trasmessa in simulcast sul canale NOVE e su Eurosport, ha catalizzato l’attenzione di un pubblico record.
    I numeri sono straordinari: il match è stato seguito complessivamente da 3,5 milioni di spettatori, registrando uno share del 33% sul pubblico totale. Il momento più emozionante, il match point delle 12:28, ha toccato un picco di 5 milioni di spettatori (4.900.000 AMR), testimoniando come l’Italia intera si sia fermata per assistere al trionfo del campione altoatesino.
    Per il canale NOVE si è trattato di una giornata storica. Il network ha registrato la sua miglior performance di sempre con il 7,5% di share sul pubblico totale nelle 24 ore, conquistando il terzo posto tra i canali nazionali. Durante la trasmissione dell’incontro, NOVE è addirittura balzato in testa alla classifica dei canali nazionali, con uno share del 22% e 2,4 milioni di spettatori.
    Anche Eurosport ha brillato con numeri eccezionali: su Eurosport 1 il match ha raggiunto oltre 1,1 milioni di spettatori, con l’11% di share sul pubblico totale e uno straordinario 48,5% di share sulla pay-tv. Durante la fascia di messa in onda, Eurosport si è posizionato come terzo canale nazionale sul pubblico totale e primo canale pay, mentre nelle 24 ore ha mantenuto il decimo posto tra i canali nazionali con l’1,9% di share sul pubblico totale.
    Il successo ha coinvolto l’intero portfolio Warner Bros. Discovery, che nelle 24 ore ha totalizzato il 16% di share con 1,6 milioni di spettatori, segnando il miglior risultato di sempre per il gruppo. Questi dati confermano non solo il crescente interesse per il tennis in Italia, ma anche il successo della strategia multipiattaforma adottata da WBD per la copertura del torneo.
    La scelta di trasmettere l’incontro sia in chiaro che su piattaforma pay si è rivelata vincente, permettendo a un pubblico vastissimo di seguire uno dei momenti più importanti nella storia del tennis italiano. Il successo di audience dimostra come Jannik Sinner sia ormai diventato un fenomeno mediatico oltre che sportivo, capace di unire l’Italia davanti agli schermi e di generare numeri da record per qualsiasi piattaforma televisiva. LEGGI TUTTO

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    Binaghi: “Sinner superiore ad Alcaraz, siamo la nazione più forte al mondo.” Sul ricorso della WADA: “Non penso proprio che gli faranno nulla. Gli accadimenti che si stanno succedendo portano a pensare che si vada verso una soluzione favorevole al nostro giocatore”

    Angelo Binaghi è il Presidente della FIT-Padel – Foto Sposito-FITP

    In un’intervista rilasciata a Federica Cocchi de La Gazzetta dello Sport, il presidente della FITP Angelo Binaghi ha tracciato un quadro entusiastico del tennis italiano, partendo dal trionfo di Jannik Sinner fino ad arrivare alle prospettive future del movimento.
    “Ho sempre pensato che Jannik fosse in prospettiva molto più forte di Alcaraz”, ha dichiarato Binaghi senza mezzi termini, “e che il suo vero avversario sarebbe stato Zverev, temibilissimo soprattutto sulle superfici veloci. Sinner ci ha lasciato a bocca aperta, è un campione di livello nettamente superiore agli altri e lo ha riconosciuto il suo stesso rivale.”
    Il presidente ha poi sottolineato l’importanza di uscire dalla propria zona di comfort per raggiungere traguardi ambiziosi, citando proprio Sinner come esempio: “Tutto quello che fa è volto al miglioramento e alla crescita. Deve essere un punto di riferimento anche per gli altri, affinché facciano delle scelte pure difficili, se serve.”
    L’inizio del 2025 ha confermato la solidità del movimento tennistico italiano: “Abbiamo vissuto un grandissimo inizio di stagione, con il bel risultato di Lorenzo Sonego che ha raggiunto i quarti, di un Lorenzo Musetti che ha fatto bene, il doppio ha confermato la finale dello scorso anno e aveva già vinto un torneo.” Binaghi ha poi evidenziato un dato significativo: “Da oggi gli azzurri in Top 100 salgono a quota 11, siamo la nazione più presente nell’élite mondiale. Ormai è chiarissimo, oggi nel tennis siamo la nazione più forte del mondo, siamo i numeri uno.”
    Sulla questione Sinner-WADA, il presidente ha espresso piena fiducia nel suo atleta: “Non penso proprio che gli faranno nulla. Gli accadimenti che si stanno succedendo portano a pensare che si vada verso una soluzione favorevole al nostro giocatore. Solo gli invidiosi cercano di strumentalizzare questa situazione, ma chi conosce lo sport non ha dubbi sulla correttezza di Sinner e infatti i più grandi campioni sono dalla sua parte.” Binaghi ha poi aggiunto con amarezza: “È un anno quasi che gli hanno tolto la serenità, da Indian Wells. Ha già avuto una punizione eccessiva dovendo giocare con questo peso per una cosa che non è successa.”
    Guardando al futuro, il presidente ha delineato la strategia federale: “Questo è il momento di investire nel tennis, nei circoli e nella creazione dei campi. Solamente così potranno crescere nuovi campioni.” Ha poi concluso con un parallelo tra la federazione e Sinner, non risparmiando una stoccata a Nick Kyrgios: “Cosa ci accomuna a Sinner? Sicuramente la tenacia. Come lui ci piace lottare, combattere e lavorare sodo. Jannik ci ha fatto capire che, se lavori duro, puoi anche raggiungere traguardi a prima vista impossibili. Anche noi, come lui, combattiamo gli invidiosi alla Kyrgios, piccoli che non vincono mai, i poveracci…”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    La Rivoluzione del tennis passa dal calendario?

    La Rivoluzione del tennis passa dal calendario? – Foto Getty Images

    Il tennis mondiale si trova di fronte a un’opportunità storica di trasformazione. Mentre l’ATP continua a celebrare la crescita degli introiti nel circuito, una verità emerge con sempre maggiore evidenza: il calendario attuale del tennis professionistico sta frenando il potenziale commerciale di questo sport. La soluzione potrebbe essere sorprendentemente semplice: spostare l’Australian Open a dicembre (come un tempo) e riposizionare le ATP Finals come evento di apertura della stagione.
    Il mercato pubblicitario parla chiaro: dicembre rappresenta il 35% circa della spesa pubblicitaria annuale globale. Eppure, paradossalmente, è proprio in questo periodo che il tennis professionistico sceglie di prendersi una pausa. L’Australian Open, che attualmente genera circa 80 milioni di dollari di ricavi pubblicitari collocato in gennaio, potrebbe facilmente raddoppiare questa cifra con un semplice spostamento di calendario nel periodo natalizio.
    La proposta di riorganizzazione è tanto audace quanto logica: una off-season dal 20 dicembre ai primi di febbraio, permettendo agli atleti di godere delle festività natalizie e di un meritato riposo. Le ATP Finals diventerebbero l’evento di apertura della stagione ad inizio febbraio, creando un’anticipazione mediatica paragonabile forse al Super Bowl, con atleti freschi e riposati pronti a dare spettacolo. Il calendario regolare si snoderebbe da metà febbraio a dicembre, culminando con l’Australian Open, perfettamente posizionato per sfruttare il picco del mercato pubblicitario natalizio.La Davis potrebbe esserci ugualmente nei soliti slot (però a fine Marzo) e si potrebbero fare le Finals dopo la fine degli Us Open in settembre.
    Gli analisti di mercato contattati hanno previsto che un Australian Open dicembrino potrebbe generare un incremento dei ricavi pubblicitari delle sponsorizzazioni e delle vendite di merchandising. Le ATP Finals, riposizionate come evento di apertura della stagione, potrebbero vedere un aumento di interesse perchè primo evento dell’anno.Per i giocatori, questo nuovo calendario rappresenterebbe una vera e propria rivoluzione qualitativa. Quarantacinque giorni consecutivi di off-season permetterebbero una migliore gestione dei carichi di lavoro e del recupero fisico, mentre il maggior tempo a disposizione per la preparazione fisica si tradurrebbe in prestazioni di più alto livello.
    Melbourne, sede dell’Australian Open, beneficerebbe enormemente di questo cambiamento. Il turismo durante il periodo natalizio potrebbe aumentare notevolmente, con evidenti ricadute positive sull’economia locale. La città si trasformerebbe nella capitale mondiale del tennis a dicembre, creando sinergie uniche con lo shopping festival e le attività commerciali del periodo festivo.
    La storia del torneo ed il problema della dataL’Australian Open ha una storia particolare che lo distingue dagli altri major: la continua ricerca della data ideale nel calendario tennistico. Mentre oggi il torneo è saldamente ancorato a gennaio, il suo percorso storico rivela una serie di sperimentazioni e cambiamenti dettati da esigenze climatiche, organizzative e sportive.
    Nel periodo successivo alla prima guerra mondiale, il torneo era caratterizzato da una notevole flessibilità temporale. Nel 1919, per esempio, si svolse a gennaio, mentre il torneo di Brisbane venne disputato ad agosto, quando le condizioni climatiche australiane risultavano più favorevoli, con temperature meno torride e un’umidità più gestibile.
    Gli anni ’70 segnarono un periodo di particolare sperimentazione. Nel dicembre 1976, gli organizzatori tentarono una prima collocazione invernale. L’esperimento proseguì con un secondo torneo nel 1977, conclusosi il 31 dicembre. Tuttavia, questa soluzione si rivelò problematica: il torneo non riuscì nell’intento di attirare i migliori giocatori del circuito mondiale, compromettendo così il suo status nel panorama tennistico internazionale.
    Dal 1982 al 1985, l’Australian Open trovò una temporanea stabilità a metà dicembre. Ma la vera svolta arrivò con la decisione di spostare il torneo a metà gennaio a partire dal 1987. Questa transizione fu così significativa che nel 1986 il torneo non venne disputato, creando un “anno vuoto” nella storia del Grande Slam australiano.
    Dal 1987, l’Australian Open si è svolto regolarmente a gennaio, ma il dibattito sulla sua collocazione ideale non si è mai sopito. Voci autorevoli del tennis mondiale come Roger Federer e Rafael Nadal avevano sollevato perplessità sulla tempistica attuale. Secondo questi campioni, la vicinanza alle festività natalizie e di Capodanno rende difficile per i giocatori raggiungere la forma ottimale. La loro proposta era spostare il torneo a febbraio rifletteva un’esigenza concreta: garantire agli atleti il tempo necessario per una preparazione adeguata dopo la pausa invernale.
    Questa storia di continui aggiustamenti e dibattiti sulla data ideale dell’Australian Open evidenzia una verità fondamentale: nel tennis professionistico, la collocazione temporale di un torneo non è solo una questione di calendario, ma un elemento strategico che influenza la qualità dello spettacolo sportivo e la performance degli atleti. La discussione aperta da Federer e Nadal suggeriva che, forse, l’ultima parola sulla data perfetta per questo Slam non è ancora stata detta.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    All’instancabile Pietro Marino e ad Alessandra Mazzola l’Open BNL di Cagliari: ecco i qualificati per il Foro Italico

    Pietro Marino, siciliano classe 2001, premiato da Lodovica Binaghi (consigliera del Tc Cagliari) per il successo nell’Open BNL della Sardegna

    Una finale da mezz’ora, risolta anzitempo per il ritiro di Cristiana Ferrando che ha consegnato il titolo ad Alessanda Mazzola, e un’altra lunga oltre tre ore, in equilibrio dal primo all’ultimo quindici fino al trionfo del siciliano Pietro Marino. È terminata così un’edizione 2025 avvincente e ricca di sorprese dell’Open BNL della Sardegna, evento da 23.000 euro di montepremi ospitato – per il terzo anno di fila – dal Tennis Club Cagliari.
    Una manifestazione capace di portare oltre 220 atleti (record) sui campi di Monte Urpinu e che ha garantito a ben dodici di loro il pass per il Foro Italico: alcuni giocheranno le pre-qualificazioni degli Internazionali BNL d’Italia, altri i Master nazionali di terza e quarta categoria. E c’è la possibilità che il numero aumenti, perché gli Open di singolare non garantiscono il pass diretto ma grazie ai successi sia Mazzola sia Marino scalano la classifica del circuito e sono entrati in lizza per la qualificazione. Un traguardo che meriterebbero entrambi: la romagnola del Tc Cagliari (per il quale gioca la Serie A1) per come si è presa il titolo senza cedere un set, battendo in semifinale la favorita numero uno – e campionessa in carica – Isabella Maria Serban prima di approfittare dei problemi fisici della Ferrando, costretta a gettare la spugna per un problema muscolare alla gamba (eredità della semifinale di sabato) quando si trovava in svantaggio per 5-2 nel primo set. Marino, invece, per le energie spese per arrivare al successo: fra venerdì, sabato e domenica il catanese classe 2001 è rimasto in campo la bellezza di dieci ore, eliminando ai quarti il vincitore delle ultime due edizioni Stefano Baldoni, in semifinale Noah Perfetti (cancellando due match-point) e in finale l’altro siciliano Alessandro Ingarao, che a Cagliari aveva vinto le ultime tre edizioni dei campionati italiani di 2ª categoria ma stavolta si è dovuto inchinare, cedendo per 7-6 4-6 6-3 dopo 3 ore e 12 minuti.
    Ingarao si è consolato col successo in doppio: in coppia col corregionale Antonio Massara (col quale a Cagliari vinse lo scudetto di coppia nel 2023), il siracusano ha sconfitto per 6-2 6-3 in finale le sorprese Lorenzo Beraldo e Sebastiano Cocola. Doppietta invece per la Mazzola, che alla vigilia del trionfo in singolare aveva già fatto centro nel doppio con Jessica Bertoldo, al termine di una finale thriller contro il duo Serban/Dibenedetto, battute per 4-6 6-3 14/12. Per entrambe le coppie vincitrici c’è la qualificazione diretta per la fase finale delle pre-qualificazioni, a Roma. All’evento di Cagliari spettava anche il compito di stabilire i rappresentanti della Sardegna nei Master nazionali di terza e quarta categoria, sempre al Foro Italico a maggio, in concomitanza con gli Internazionali BNL d’Italia. Fra i “terza” qualificati la giocatrice di casa Carlotta Lehner (già a segno dodici mesi prima) e Alessio Di Martino, fra i “quarta” pass per Daniele Fersini e Nicoletta Anna Ursachi. Nel doppio di quarta categoria vittoria e un posto a Roma per le coppie composte da Massimo Salvatore Macchia e Fabrizio Nepitella, e da Federica Satta e Renata Petruzzo.
    “Siamo molto soddisfatti di questa edizione – dice Lodovica Binaghi, consigliera responsabile del settore agonistico del Tc Cagliari –, perché abbiamo siglato un nuovo record di iscritti con oltre 220 giocatori provenienti da tutta Italia. Notevole il dato delle giocatrici di seconda categoria nel tabellone femminile, oltre 70. È stato un ottimo torneo sotto tutti i punti di vista, e per questo dobbiamo ringraziare il direttore dell’evento Andrea Lecca e il giudice arbitro. Specialmente la prima settimana non è stata facile, a causa della pioggia e di condizioni meteo avverse. Alla soddisfazione per la buona riuscita dell’evento si unisce l’orgoglio per la doppietta di una nostra giocatrice di Serie A1, Alessandra Mazzola, che ha vinto sia il singolare sia il doppio. Ci auguriamo possa essere di buon auspicio sia per la sua stagione individuale, sia per quella delle squadre del Tc Cagliari. Da segnalare anche i quarti di finale di Marcella Dessolis, sua compagna di A1 e nostra giocatrice del vivaio, capace di vincere ben cinque partite. Già nei mesi scorsi aveva evidenziato una crescita costante e l’ha ribadita nell’Open BNL, mostrando di nuovo grandi potenzialità”.
    OPEN BNL TC CAGLIARI: I RISULTATIOpen maschile – Semifinali: Ingarao b. Tresca 7-5 6-0, Marino b. Perfetti 6-2 5-7 7-6. Finale: Pietro Marino b. Alessandro Ingarao 7-6 4-6 6-3.Open femminile – Semifinali: Mazzola b. Serban 7-5 6-4, Ferrando b. Salvi 6-4 6-4. Finale: Alessandra Mazzola b. Cristiana Ferrando 5-2 ritiro.Doppio maschile – Finale: Ingarao/Massara b. Beraldo/Cocola 6-2 6-3.Doppio femminile – Finale: Mazzola/Bertoldo b. Dibenedetto/Serban 4-6 6-3 14/12.Terza categoria maschile – Finale: Alessio Di Martino b. Jacopo Sanna 7-6 6-2.Terza categoria femminile – Finale: Carlotta Lehner b. Lara Mancuso 6-2 6-2.Quarta categoria maschile – Finale: Daniele Fersini b. Jacopo Bernasconi 6-0 6-1.Quarta categoria femminile – Finale: Nicoletta Anna Ursachi b. Carlotta Campus ritiro.Doppio quarta categoria maschile – Finale: Macchia/Nepitella b. Cautillo/Porcu 6-1 3-6 10/5.Doppio quarta categoria femminile – Vincitrici: Federica Satta e Renata Petruzzo. LEGGI TUTTO

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    Gabriele Piraino vince l’Itf da 15.000 dollari di Antalya. Il 21enne mancino ad Antalya vince la prova da 15.000 dollari senza mai concedere un set “Onestamente non mi aspettavo che il 1° appuntamento del nuovo anno potesse andare così bene”

    Gabriele Piraino nella foto. Foto scattata oggi con il trofeo

    Come inizio d’anno non c’è davvero male. Al primo torneo del 2025 Gabriele Piraino, 21enne atleta mancino del team di serie A1 del Ct Palermo, fa subito la voce grossa e conquista con pieno merito la prova Itf da 15.000 dollari di Antalya sulla terra rossa turca dove rimarrà altre due settimane per altrettanti appuntamenti questa volta da 25.000 dollari di montepremi.
    L’allievo di coach Paolo Cannova, quinta testa di serie del seeding e numero 478 al mondo, questa mattina in finale ha avuto ragione con lo score di 6-4 6-3 dell’elvetico diciannovenne Killian Feldbaush ottava testa di serie. Da segnalare che Piraino non ha concesso neppure un set nelle cinque partite disputate. Il percorso era cominciato con il successo sul finlandese Eero Vasa cui avevano fatto seguito le vittorie a spese dell’egiziano Amr Elsayed, del messicano, seconda testa di serie, Rodrigo Pacheco Mendez e in semifinale, sabato 25 gennaio, sul bosniaco, ex top 100 Atp, Mirza Basic al quale Piraino ha annullato una palla set nel primo parziale vinto poi 7-5.
    In Turchia arriva così il 3° titolo in ambito Itf dopo quelli giunti nel 2024 a Santa Margherita di Pula e a Bologna.Queste le sue parole subito dopo aver alzato le braccia al cielo in quel di Antalya.“Settimana molto buona – racconta Piraino – ho vinto sempre in due set ma alcune partite potevano anche andare al 3°, sono stato però bravo a gestire bene i momenti difficili quando si sono presentati in particolare contro Basic in semifinale e a farli girare a mio favore. Onestamente non mi aspettavo che il 1° appuntamento del nuovo anno potesse andare così bene anche se in cuor mio ci speravo. Qui ad Antalya ho dato una bella prova di forza ma, come detto nelle precedenti interviste, servirà maggiore continuità e costanza nei risultati rispetto al passato. Certamente questa vittoria – conclude il mancino palermitano – mi fornisce molta carica e fiducia anche in vista dei prossimi due tornei con montepremi più alti”. LEGGI TUTTO

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    Vagnozzi: “Sinner è pulito e può andare a testa alta. E non è ancora al massimo”

    Simone Vagnozzi nella foto

    Simone Vagnozzi, uno degli artefici del successo di Jannik Sinner agli Australian Open, ha offerto uno spaccato illuminante sul momento del campione italiano in una conferenza stampa ricca di spunti interessanti.
    Sul caso mediatico che circonda Sinner, Vagnozzi è stato chiaro: “Possiamo far fede a quello che sappiamo noi, che Jannik è pulito, che non ha fatto niente di male, ha la coscienza pulita e può andare in giro a testa alta. E continuare ad essere il ragazzo di 23 anni che è”. Il coach ha spiegato come proteggono l’atleta: “L’unica cosa che possiamo fare è controllare quello che riguarda direttamente noi. Oggi non abbiamo parlato di questo, ma di come preparare la partita”.
    Sulla finale dominata contro Zverev, Vagnozzi ha mostrato grande sportività: “Spero che prima o poi Zverev vinca uno Slam, perché se lo merita. Dopo l’infortunio è migliorato tantissimo. Oggi sicuramente si è visto uno Jannik che ha dominato nei colpi da fondo, tatticamente, e Zverev che si è aggrappato al servizio”.
    Nonostante il dominio mostrato, per Vagnozzi c’è ancora margine di miglioramento: “Penso che ci sia sempre da migliorare, ed è importantissimo perché se non vai tutti i giorni con la voglia di migliorare qualcosa diventa poi difficile entrare in campo, allenarsi. Ora è un momento in cui sta giocando benissimo, tutto viene facile, ma ci saranno dei momenti più complicati”.
    Sul confronto con la vittoria dello scorso anno: “Vedi un po’ più fiducia, e più calma. Inoltre sai di avere già due trofei a casa. È un giocatore completamente diverso. Ha più fiducia sul servizio, più fiducia su come giocare tatticamente”.
    Guardando al futuro, Vagnozzi è ottimista anche per gli altri Slam: “La sua superficie naturale è il cemento, ma penso che possa giocare bene anche sulla terra e provare a vincere il Roland Garros. Lo scorso anno a Wimbledon era stato un po’ sfortunato perché non era al 100% contro Medvedev”.
    Il coach ha anche svelato un dettaglio sul talento di Sinner: “Quando qualcuno parla di Jannik, citano solo i suoi colpi da fondo o la sua potenza. Ma per me, come coach, quando gli chiedi qualcosa, è capace di farla velocemente. E questo è un talento davvero importante. Avrebbe potuto essere un buon sciatore o un buon calciatore. Per fortuna ha scelto il tennis”.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Djokovic risponde ai fischi: “Preferisco tacere per non pentirmi”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    La Rod Laver Arena, teatro di alcuni dei più grandi trionfi di Novak Djokovic, si è trasformata in uno scenario amaro per il campione serbo. I fischi che hanno accompagnato il suo ritiro nella semifinale contro Zverev hanno provocato una risposta pacata ma significativa del dieci volte campione degli Australian Open.
    Parlando ai media serbi presenti a Melbourne, Djokovic ha affrontato la questione con la maturità di chi ha vissuto mille battaglie: “Non so cosa dire. Il pubblico ha pagato il biglietto aspettandosi un grande match che non ha potuto vedere. Da questo punto di vista, posso capirli, faccio tutto il possibile per giocare, almeno questo”.
    Ma dietro il tono diplomatico si nasconde una profonda delusione: “Non sono sicuro che loro capiscano me o che vogliano farlo. So come funziona il mio corpo e cosa ho fatto per questo torneo negli ultimi 20 anni”. Parole che risuonano come un promemoria del suo straordinario legame con Melbourne Park, dove ha scritto pagine indelebili della storia del tennis.
    La frase finale – “Preferisco tacere per non dire qualcosa di cui potrei pentirmi” – rivela quanto lo abbiano ferito i fischi del pubblico. Una reazione che stride con il suo status di recordman del torneo, dove ha trionfato dieci volte, spesso superando condizioni fisiche precarie, come nel 2021 quando vinse nonostante un serio infortunio agli addominali.
    Il ritiro di Djokovic, arrivato dopo aver perso il primo set al tie-break, è stato il risultato di un problema muscolare che si trascinava dalla battaglia nei quarti contro Alcaraz. Una decisione presa per preservare il suo fisico, comprensibile per un atleta di 37 anni che ha sempre dimostrato una profonda conoscenza del proprio corpo.
    La reazione del pubblico australiano, sempre complesso nel suo rapporto con Djokovic, dimostra come anche i più grandi campioni non siano immuni dalle critiche, anche quando le loro scelte sono dettate dalla saggezza e dall’esperienza. Un episodio che aggiunge un nuovo capitolo al rapporto di amore e odio tra il campione serbo e Melbourne Park.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Bolelli-Vavassori: “Sconfitta che fa male, ma siamo tra le coppie più forti del mondo. Abbiamo iniziato molto tardi, ho dovuto fare l’antidoping alle tre del mattino” “

    SImone Bolelli e Andrea Vavassori nella foto – Foto Getty Images

    La delusione è palpabile nelle parole di Simone Bolelli e Andrea Vavassori dopo la sconfitta in finale agli Australian Open. Una partita di altissimo livello che ha visto la coppia italiana cedere dopo tre ore di battaglia.
    “È stata una gara dal livello decisamente alto”, ha commentato Vavassori. “È stato difficile rientrare nel match. Penso che entrambe le squadre avrebbero meritato di vincere. A volte, in uno sport come il nostro, bisogna solo accettare il risultato”.
    L’orario della finale ha rappresentato un problema significativo: “Abbiamo iniziato molto tardi, ho dovuto fare l’antidoping alle tre del mattino”, ha spiegato Vavassori. “L’anno scorso non avevamo il potere di dire nulla perché eravamo ancora indietro nel ranking. Giocare una finale Slam davanti a così poco pubblico non è consono. Il doppio sa regalare molte emozioni e si fanno tanti sacrifici per arrivare a questi livelli”.
    Bolelli non nasconde l’amarezza: “Siamo andati molto vicini alla vittoria, dopo un primo set giocato bene. Eravamo belli carichi, abbiamo vinto un primo set pazzesco. Hanno giocato bene loro nei momenti chiave. Il doppio è così. Dobbiamo guardare il bicchiere mezzo pieno, stiamo giocando bene, quindi dimentichiamo questa partita velocemente e andiamo avanti”.
    La coppia italiana guarda già al futuro con determinazione. “È una sconfitta che fa male, ma non abbiamo molto di cui recriminare”, ha affermato Vavassori. “Siamo tra le coppie più forti del mondo, quindi giocheremo per conquistare il gradino numero uno del ranking quest’anno. Abbiamo ancora altri tre Slam da preparare bene”.
    “Quest’anno eravamo molto più consapevoli rispetto allo scorso anno”, ha aggiunto Bolelli. “Dobbiamo cercare di guardare avanti, nonostante l’ottimo torneo disputato. Bisogna resettare tutto e ripartire”. E Vavassori conclude: “Dopo questa sconfitta si riparte più forti di prima. È normale che ci sia amarezza, è la vita”.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO