More stories

  • in

    Sinner batte Djokovic 6-4 6-2 e conquista la finale della Six Kings Slam 2025

    Jannik Sinner nella foto – Foto Brigitte Grassotti

    Jannik Sinner continua a incantare e conquista la finale della Six Kings Slam 2025 di Riad con una prestazione da fuoriclasse assoluto. L’altoatesino ha sconfitto Novak Djokovic con un netto 6-4, 6-2, offrendo un tennis brillante, concreto e potente, che non ha lasciato scampo al campione serbo.Il match, attesissimo per il valore dei protagonisti, ha confermato ancora una volta la superiorità di Sinner, capace di mantenere costantemente il controllo del gioco grazie a un servizio impeccabile e a un rovescio lungolinea devastante. L’azzurro ha iniziato con determinazione, strappando il servizio a Djokovic già nel terzo game e mantenendo il vantaggio fino al termine del primo set, chiuso con autorità sul 6-4.
    Nel secondo parziale il dominio di Sinner è diventato ancora più evidente: l’italiano ha messo a segno dieci ace, servendo con un impressionante 81% di prime in campo e vincendo oltre il 71% dei punti con la prima. Djokovic, pur lottando con l’esperienza e l’orgoglio di sempre, non è riuscito a contenere la pressione costante dell’avversario, che ha trovato due break e ha chiuso il match con una prima vincente.Con questa vittoria, Sinner raggiunge la finale della Six Kings Slam, dove affronterà Carlos Alcaraz, protagonista dell’altra semifinale vinta contro Taylor Fritz.
    Sarà dunque la sfida delle nuove generazioni, l’ennesimo capitolo di una rivalità destinata a segnare il futuro del tennis mondiale. Dopo aver dominato Djokovic, Jannik Sinner si candida con forza al trono del torneo per il secondo anno consecutivo e conferma ancora una volta di essere uno dei giocatori più in forma e completi del panorama internazionale.Appuntamento fissato per sabato sera (non prima delle 20:30), in diretta streaming su Netflix: Jannik Sinner vs Carlos Alcaraz, una finale che promette spettacolo e grande tennis.
    Six Kings Slam Sinner66 Djokovic42 Vincitore: Jannik Sinner ServizioSvolgimentoSet 2S. Sinner5-2 → 6-2D. Djokovic5-1 → 5-2S. Sinner4-1 → 5-1D. DjokovicS. Sinner1-0 → 2-0D. Djokovic0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1S. Sinner5-4 → 6-4D. Djokovic4-2 → 4-3D. Djokovic

    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Six Kings Slam: I risultati completi delle Semifinali. Alcaraz torna dominante e vola in finale battendo Fritz a Riad. Sfiderà il nostro Jannik Sinner

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    Carlos Alcaraz ha inaugurato il giovedì di Riad con una prestazione da autentico numero uno del mondo, superando Taylor Fritz con il punteggio di 6-4, 6-2 e conquistando così un posto nella finale della Six Kings Slam 2025. Una prova solida, brillante, che conferma come lo stop delle ultime settimane gli sia servito per ritrovare freschezza e agilità.L’incontro, il primo della giornata, non aveva in palio punti o ranking ma un montepremi milionario: sei milioni di dollari per il vincitore. Eppure, una volta iniziato il match, il contesto di esibizione ha lasciato spazio al tennis vero, a quello che distingue Alcaraz da quasi tutti i suoi colleghi. Dopo un avvio di studio, il murciano ha preso subito il controllo dello scambio, trovando un break precoce che ha indirizzato il primo set e spezzato le certezze dell’americano.
    Alcaraz è apparso in ottima condizione, nonostante il recente problema alla caviglia che lo aveva costretto a saltare il Masters 1000 di Shanghai. Il recupero è stato evidente: movimenti fluidi, reattività nei cambi di direzione e una solidità al servizio che non ha lasciato scampo a Fritz. “Sembra che la pausa gli abbia fatto benissimo” hanno commentato gli osservatori a bordocampo, notando come il livello fisico e mentale dello spagnolo fosse tornato quello dei giorni migliori.Dall’altra parte, Fritz non è riuscito a trovare le contromisure. Servizio potente ma poco incisivo, troppe esitazioni da fondo e una fiducia progressivamente scivolata via. L’americano, che recentemente aveva battuto Alcaraz alla Laver Cup di San Francisco, questa volta non ha avuto la stessa intensità. Con il passare dei giochi, il numero uno del mondo ha dominato ogni fase, chiudendo il secondo set con autorevolezza e concedendo pochissimo.In serata, Alcaraz scoprirà il suo avversario nella finale di domani: sarà uno tra Novak Djokovic e Jannik Sinner, protagonisti dell’altra semifinale. Qualunque sia l’esito, lo spettacolo è assicurato.

    🎾 ESIBIZIONE – Six Kings Slam – Arabia Saudita Cemento (al coperto)

    Semifinali18:30 — Carlos Alcaraz vs Taylor Fritz Six Kings Slam Alcaraz66 Fritz42 Vincitore: Carlos Alcaraz ServizioSvolgimentoSet 2A. Alcaraz5-2 → 6-2F. Fritz4-2 → 5-2A. AlcarazF. Fritz0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1A. AlcarazF. Fritz2-2 → 3-2A. AlcarazF. Fritz0-0 → 0-1

    20:00 — Jannik Sinner vs Novak Djokovic Six Kings Slam Sinner66 Djokovic42 Vincitore: Jannik Sinner ServizioSvolgimentoSet 2S. Sinner5-2 → 6-2D. Djokovic5-1 → 5-2S. Sinner4-1 → 5-1D. DjokovicS. Sinner1-0 → 2-0D. Djokovic0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1S. Sinner5-4 → 6-4D. Djokovic4-2 → 4-3D. Djokovic

    📅 I vincitori si affronteranno sabato nella finalissima,mentre gli sconfitti giocheranno per il 3º/4º posto. LEGGI TUTTO

  • in

    Holger Rune tra ambizione, autocritica e sincerità: “Non sono un bad boy, solo un ragazzo che vuole vincere. La Porsche 911? L’ho vista guidare da Djokovic e ho pensato, perché no?”

    Holger Rune nella foto – Foto Getty Images

    In una continua lotta con se stesso e con le grandi aspettative che lo accompagnano sin dai suoi primi successi, Holger Rune cerca a Stoccolma di ritrovare la sua versione migliore. Il danese, oggi numero 11 del mondo e prima testa di serie dell’ATP 250 di Stoccolma 2025, punta a un risultato importante che possa rilanciarlo nella corsa verso le ATP Finals di Torino, ma soprattutto a ritrovare la fiducia e la serenità che sembrano sfuggirgli da mesi.
    In conferenza stampa, Rune ha affrontato diversi temi caldi del tennis moderno, dimostrando ancora una volta di non avere paura di dire ciò che pensa.Sulla durezza del calendario ATP, il danese ha espresso una posizione chiara:“Il calendario è molto fitto, ma sento che abbiamo ancora la possibilità di scegliere quali tornei giocare. Quello che non mi piace è che siano aumentati i tornei ATP 500 obbligatori per poter ottenere tutti i punti e il bonus economico: lo trovo inutile. La stagione è già molto lunga, ma per me essere un tennista professionista resta un sogno che sto vivendo con grande passione.”
    Rune ha poi offerto una riflessione interessante sulle condizioni di gioco, ritenendo che il problema non sia tanto nella lentezza dei campi quanto nella qualità delle palline utilizzate:“Credo che la differenza non stia nelle superfici, ma nelle palline. Dopo il COVID c’è stato un cambiamento di materiale e da allora le sensazioni sono completamente diverse. Le palline si consumano molto rapidamente e diventano difficili da colpire con potenza. Ne ho parlato con altri giocatori e la pensano come me.”
    Un passaggio inevitabile è stato quello sulla sua immagine pubblica, spesso associata a quella di un “bad boy” del circuito:“Se voler vincere a tutti i costi e mostrare passione per questo sport significa essere un bad boy, allora accetto volentieri questa etichetta. Io non la vedo così: sono solo un ragazzo che vuole dare il massimo e che non nasconde la frustrazione quando le cose non vanno bene. A Shanghai, per esempio, non sono stato l’unico ad avere comportamenti criticabili.”
    Rune, che esordirà contro Marton Fucsovics, è anche il volto più atteso di questa edizione del torneo svedese. Con la consueta spontaneità, ha svelato un curioso aneddoto personale:“Di recente mi sono comprato la mia prima macchina. Avevo già vinto delle auto nei tornei, come a Monaco, ma questa è la prima che ho deciso di acquistare. Ho visto Novak Djokovic guidarla a Miami e ho pensato: ‘Wow, è fantastica!’. È una Porsche 911. Non so ancora guidare, ma ho appena iniziato a prendere lezioni.” LEGGI TUTTO

  • in

    Mattinata di donazioni di sangue nell’autoemoteca in occasione dell’Olbia Challenger fino a sabato biglietti omaggio per tutti i donatori

    Lo sport incontra il sociale, ancora una volta. Per il terzo anno di fila il Tennis club Terranova ha ospitato l’autoemoteca dell’Avis Olbia in occasione della settimana dell’Olbia Challenger. I campioni della racchetta sui campi rettangolari, i campioni della solidarietà poco fuori dai cancelli della struttura, nel parco Fausto Noce. Nella mattinata di oggi, giovedì 16 ottobre, infatti, è andata in scena una raccolta speciale di sacche di sangue.
    «È stata una bella iniziativa, che si è ripetuta per il terzo anno di fila – commenta Giuseppe Bianco, presidente del TC Terranova –, per noi è sempre un momento importante. Abbinare un evento come il Challenger alle donazioni di sangue significa creare un’occasione ideale per stimolare un gesto che può fare tanto per le persone del territorio». Al parco si sono presentati soci del tennis club, amici, appassionati arrivati per il torneo. Ogni donatrice o donatore ha ricevuto un biglietto omaggio per un ingresso nelle giornate di Olbia Challenger, un motivo in più per avvicinare la manifestazione al gesto di solidarietà. L’iniziativa rimarrà in piedi fino a sabato.
    «Ringraziamo il Terranova per aver rinnovato questa partnership e contribuito a una causa comune – sottolinea Gavino Murrighile, presidente della sezione olbiese dell’Avis –. L’affluenza è stata davvero buona, abbiamo raccolto alcune sacche di sangue e lo ricordo: anche solo una in più diventa un successo. Per questo motivo siamo molto contenti. Nel frattempo stamattina abbiamo ricevuto più di dieci donazioni da chi non è riuscito a venire all’autoemoteca ma è andato direttamente al centro trasfusionale dell’ospedale, anche loro hanno ricevuto un ticket omaggio». LEGGI TUTTO

  • in

    Alex Michelsen: “Il COVID mi ha salvato la carriera” — Il giovane statunitense alla ricerca di continuità nel circuito ATP

    Alex Michelsen USA, 25.08.2004 – Foto Getty Images

    Alex Michelsen è uno dei giovani più interessanti del tennis americano. A 20 anni, il californiano sta cercando di compiere il passo definitivo per smettere di essere considerato una promessa e diventare una realtà del circuito ATP. Dopo un inizio di stagione altalenante, in cui spicca solo il titolo Challenger conquistato a Estoril, il talento statunitense si trova ora impegnato all’ATP 250 di Almaty, dove ha vinto due partite consecutive per la prima volta da Toronto.
    In una lunga intervista al podcast “Nothing Major Show”, condotto da Sam Querrey, John Isner, Steve Johnson e Jack Sock, Michelsen ha parlato apertamente del periodo della pandemia e di come quel momento difficile si sia trasformato in un’occasione fondamentale per la sua crescita.“Non mi consideravo un tennista professionista, ma sapevo di essere abbastanza bravo. Ero tra i migliori della mia generazione, poi ho iniziato a giocare alcuni Futures e mi sono detto: ‘Posso essere come questi ragazzi’. Il COVID mi ha salvato la carriera. Grazie a quel periodo ho potuto studiare da casa e allenarmi cinque ore al giorno. Senza la pandemia, probabilmente non sarei qui oggi.”
    Michelsen ha ricordato anche i suoi primi successi nel circuito, spiegando come sia passato da “giocatore mediocre del liceo” a finalista di Challenger e vincitore del titolo a Chicago. La svolta è arrivata con la finale ATP a Newport, dove ha battuto John Isner in semifinale, consolidando il suo ingresso nel tennis che conta.Il giovane statunitense ha poi raccontato la sua esperienza alla Laver Cup 2025, dove ha esordito perdendo contro Jakub Mensik, ma vivendo un fine settimana speciale al fianco di Andre Agassi e Roger Federer.
    “Ero la prima riserva, poi non sono venuti Tiafoe, Paul e Shelton. Ho parlato con Agassi al telefono per un’ora, era davvero entusiasta. Quando sono sceso in campo non riuscivo a colpire una palla per 40 minuti, ero teso come una corda. Agassi mi ha aiutato molto a rilassarmi durante la partita.”Michelsen ha anche raccontato un curioso episodio legato al suo primo incontro con Federer:“L’ho conosciuto al gala. Avevo perso una scommessa con Fritz, che mi aveva chiesto quali fossero le probabilità che inciampassi sulle scale quando mi avrebbero annunciato. E sì, ho inciampato davvero, davanti a mille persone. È stato molto imbarazzante, ma anche divertente.”
    Infine, ha descritto la Laver Cup con parole originali:“È come una Coppa Davis sotto steroidi. C’è più energia, più connessione tra i giocatori. Parliamo delle nostre forze e debolezze, dei nostri match. È qualcosa che la Davis non può replicare.”
    Oggi Michelsen punta a ritrovare la continuità che gli è mancata negli ultimi mesi. Oltre al singolare, si è distinto anche in doppio, raggiungendo la finale del Masters 1000 di Shanghai insieme a Andre Göransson. Dopo aver trovato la fiducia, ora il giovane americano vuole anche la stabilità per confermarsi come una delle nuove certezze del tennis statunitense. LEGGI TUTTO

  • in

    Berrettini: “L’ ATP deve introdurre regole contro il caldo, la salute dei giocatori deve venire prima di tutto”

    Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12 – Foto Getty Images

    Matteo Berrettini si unisce al coro di voci critiche che nelle ultime settimane hanno denunciato le condizioni climatiche estreme vissute durante la tournée asiatica. Il tennista romano, reduce dal successo al primo turno dell’ATP 250 di Stoccolma contro Giulio Zeppieri, ha chiesto alla ATP di intervenire con misure concrete per proteggere la salute dei giocatori.
    Berrettini ha raccontato di aver vissuto momenti difficili in particolare all’ATP di Hangzhou, torneo in cui era stato eliminato all’esordio da Dalibor Svrcina. “Durante la tournée asiatica ho affrontato condizioni che non avevo mai sperimentato prima. A Hangzhou faceva più caldo che a Shanghai, ma essendo un torneo minore nessuno ne ha parlato. Nei primi giorni l’umidità era insopportabile, non riuscivamo a crederci. Fortunatamente c’era il tetto, e ha piovuto molto”, ha spiegato l’azzurro.Da qui la richiesta di introdurre una regola sul caldo, simile a quella già adottata nei tornei dello Slam: “Quando le condizioni diventano così estreme, la ATP dovrebbe fare come i Major: stabilire una regola per proteggere i giocatori. Non vogliamo vedere colleghi che si fanno male o che si ritirano per sfinimento. La salute viene prima di tutto, ma anche lo spettacolo: se un tennista non sta bene, non può offrire un bel tennis. Molte persone non capiscono quanto possa cambiare tutto con una differenza di soli cinque gradi”.
    Archiviata la parentesi asiatica, Berrettini guarda con fiducia al prosieguo del torneo svedese. “Ho lottato bene, era il primo incontro con Zeppieri ma sapevo che stava giocando bene. Sono partito con la giusta mentalità, che è fondamentale per entrare nel ritmo del torneo. Mi sentivo solido e sempre più a mio agio man mano che la partita andava avanti”, ha detto il romano, soddisfatto della sua prestazione.Sull’obiettivo a Stoccolma, dove lo scorso anno si era fermato agli ottavi, Berrettini ha aggiunto: “Spero di fare meglio, è l’obiettivo. Amo giocare qui, la città è bellissima e il pubblico mi sostiene sempre. Mi sento bene fisicamente: finché corro, lotto e urlo in campo, vuol dire che sto bene. Certo, dopo tanti anni il corpo comincia a farsi sentire, ma cerco di gestirmi al meglio”.
    L’azzurro ha poi chiuso con una nota più leggera, rivelando di aver trovato a Stoccolma un po’ di “Italia”: “Mi trovo bene qui, ho trovato anche un ottimo ristorante italiano con i miei amici. Se volete una buona pasta, vi consiglio di provarlo! Ora mi riposo e mi preparo per la prossima partita”.In attesa della sfida contro Ugo Humbert, Matteo Berrettini non nasconde il suo messaggio principale: è tempo che la ATP introduca regole chiare contro il caldo estremo, per il bene dei giocatori e del tennis stesso.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Djokovic, conferenza surreale a Shanghai: poche parole e tanti elogi dopo il ko con Vacherot

    Novak Djokovic classe 1987, n.5 del mondo – Foto Getty Images

    È durata appena pochi minuti la conferenza stampa di Novak Djokovic dopo la sorprendente sconfitta contro Valentin Vacherot (6-3, 6-4) nelle semifinali dell’ATP Masters 1000 di Shanghai 2025. Un incontro che ha lasciato il serbo visibilmente provato, sia fisicamente che mentalmente, al termine di una delle sue giornate più difficili in campo.
    Solo elogi per VacherotDjokovic ha aperto il suo brevissimo intervento con parole di grande rispetto nei confronti dell’avversario, autore di una prestazione memorabile:“Voglio congratularmi con Valentin per aver raggiunto la sua prima finale in un Masters 1000. Partendo dalle qualificazioni, è una storia incredibile. Gli ho detto a rete che ha disputato un torneo straordinario: il suo atteggiamento è stato eccellente, e anche il suo gioco è stato fantastico. Il giocatore migliore ha vinto oggi.”Un tono pacato, quasi rassegnato, quello del 38enne serbo, che ha voluto rendere merito a un avversario capace di approfittare delle sue difficoltà fisiche senza mai perdere lucidità.
    Silenzio sulle condizioni fisicheAlla domanda successiva, in cui un giornalista gli ha chiesto di parlare del suo stato fisico dopo i problemi all’anca sinistra accusati durante la partita, Djokovic ha sorpreso tutti con una risposta secca e gelida:“No. Prossima domanda, per favore.”
    Due sole parole, pronunciate con lo sguardo basso, prima di interrompere di fatto la conferenza stampa. Nessuna spiegazione, nessun dettaglio sulle sue condizioni o sui piani per la prossima settimana, in cui è previsto un torneo esibizione in Arabia Saudita.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Jakub Mensik: “Alcaraz e Sinner sono su un altro livello. Io devo ancora migliorare in tutto”

    Jakub Mensik CZE, 01.09.2005 – Foto Getty Images

    Il 2025 di Jakub Mensik è stato un viaggio pieno di contrasti. Un anno che si era aperto con grandi promesse, dopo l’incredibile trionfo al Miami Open — dove aveva sconfitto in finale Novak Djokovic — ma che si è poi rivelato altalenante, tra pressioni, aspettative e qualche problema fisico.Il giovane ceco, oggi numero 16 del mondo, sembrava destinato a inserirsi nel duello che domina il tennis mondiale, quello tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner. Ma, come lo stesso Mensik ha ammesso in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, il salto verso l’élite richiede ancora tempo, lavoro e, soprattutto, continuità.
    “Alcaraz e Sinner sono superiori a tutti noi”Mensik non ha usato mezzi termini nel riconoscere il dominio dei due giovani fenomeni del tennis mondiale:“In questo momento Alcaraz e Sinner sono i migliori, poi c’è un grande divario con tutti gli altri. Cerchiamo di raggiungerli, ma li vedo superiori sotto ogni aspetto: nella costanza, nello stile di gioco, nella qualità di ogni colpo. Ogni cosa che fanno fa la differenza.”Il ceco ha ammesso di essere ancora in fase di crescita e di voler imparare osservando i migliori:“Devo migliorare in tutti i reparti del mio tennis. Non posso fare previsioni, ma voglio lavorare duramente. Allenarmi con loro è utile, ma affrontarli in partita mi servirebbe ancora di più per capire come reagiscono in ogni situazione.”
    Un titolo prestigioso, ma tanta strada ancora da fareIl trionfo a Miami — il suo primo titolo Masters 1000 — resterà una tappa fondamentale della sua carriera, ma Mensik è consapevole che serve molto di più per mantenersi stabilmente tra i migliori:“Quando vinci un torneo importante come Miami, tutti iniziano a parlare di te, i tuoi match ricevono più attenzione. Ma questo non significa che sei già al livello dei migliori. Non ho aspettative particolari per la mia carriera: mi concentro solo sul lavoro.”“Il mio ranking sta salendo, il mio gioco migliora, e questo mi rende felice. A questo punto del mio percorso, l’esperienza e la costanza sono fondamentali per arrivare in alto.”
    Obiettivo Davis e futuro da costruireGuardando avanti, Mensik si prepara anche alle Finali di Coppa Davis, dove la Repubblica Ceca affronterà la Spagna di Carlos Alcaraz:“La vittoria contro gli Stati Uniti è stata un grande risultato. Meritiamo di essere tra le migliori otto nazioni. Siamo una squadra giovane e ambiziosa: quest’anno daremo tutto per provarci, e in futuro possiamo competere anche con nazioni forti come Italia e Spagna.”
    Il 2025 resterà dunque per Mensik un anno “dolceamaro”: memorabile per la vittoria su Djokovic e il suo ingresso tra i primi 20 del mondo, ma anche un promemoria di quanto sia difficile mantenere costanza ai massimi livelli.Il 2026, invece, sarà l’anno della verità: quello in cui il giovane ceco dovrà dimostrare di poter davvero sedersi al tavolo dei giganti — Alcaraz e Sinner — senza più sentirsi un ospite.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO