More stories

  • in

    Martín Landaluce: La prospettiva futura del Tennis Spagnolo e le Sue Riflessioni su Rafa Nadal

    Martín Landaluce: La prospettiva futura del Tennis Spagnolo e le Sue Riflessioni su Rafa Nadal

    Martín Landaluce, uno dei giovani talenti più promettenti del tennis spagnolo, ha recentemente condiviso i suoi pensieri su Rafa Nadal, che ha annunciato il suo ritorno nel 2024.
    A soli 17 anni, Landaluce ha avuto l’opportunità di allenarsi nella famosa accademia del campione di Maiorca, proprio con Nadal. Quando ancora sperava di partecipare a Roland Garros, Landaluce ha notato che l’abilità dell’ex numero uno mondiale durante gli allenamenti era impressionante. Infatti, Landaluce è rimasto sorpreso quando Nadal ha annunciato che il 2024 potrebbe essere l’ultimo anno della sua carriera.
    “Mi sono allenato con lui e pensavo che potesse partecipare a Roland Garros, è un peccato,” ha detto Landaluce in un’intervista con Eurosport Spagna. “Gli anni passano e non è facile affrontare queste situazioni, ma sono certo che quando tornerà, lo farà con una mentalità da killer. Sono convinto che farà grandi cose.”
    Landaluce, chiaramente ispirato dal talento di Nadal, sembra essere sulla buona strada per diventare uno dei futuri grandi del tennis spagnolo. Mentre gli appassionati di tennis in tutto il mondo attendono con impazienza il ritorno di Nadal, i giovani talenti come Landaluce stanno già mostrando le loro capacità e preparandosi a portare avanti la grande tradizione del tennis spagnolo.
    Come ha sottolineato Landaluce, affrontare le sfide dell’età e del tempo non è facile, ma con la determinazione e la mentalità giusta, i risultati possono essere straordinari. E mentre il sole potrebbe lentamente tramontare sulla carriera di un grande campione come Nadal, un nuovo giorno sta sorgendo per giocatori come Martín Landaluce. Il futuro del tennis spagnolo sembra luminoso e promettente. LEGGI TUTTO

  • in

    Le gestione del sovraccarico cognitivo nella next generation

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16 – Foto Getty Images

    La sconfitta di Jannik Sinner al Roland Garros da favorito poteva rappresentare un evento isolato per un atleta che contro i tennisti al di sotto del suo ranking ha spesso fatto valere i favori del pronostico; ma il secondo stop sull’erba olandese ha amplificato dubbi e incertezze sulla sua competitività in vista di Wimbledon, sia tra i fan che tra gli addetti ai lavori.Già durante l’intervista post sconfitta al Roland Garros, Jannik, sempre molto lucido in questi frangenti, aveva sottolineato due aspetti importanti che potevano aver influenzato negativamente la sua prestazione:
    – l’eccessiva pressione– l’incapacità di divertirsi in campo
    Tradotto in altri termini, questo può significare giocare teso, giocare consumando il doppio delle energie psicofisiche, abbassando il livello del proprio gioco per ritrovare la propria zona di comfort, ma arrivando al traguardo comunque stremato.A Parigi è stata probabilmente la prima volta che abbiamo osservato l’altoatesino buttare la racchetta a terra sconsolato, o lamentarsi a voce alta, tutti segnali che sono in contrasto con la tenuta mentale che avevano caratterizzato le sue prestazioni precedenti.Se vogliamo provare a metterci nei suoi panni, possiamo provare a immaginare di essere stati invitati a un pranzo a cui non vogliamo mancare. È una bella giornata, usciamo di casa con largo anticipo per essere sicuri di arrivare in tempo e ci mettiamo al volante della nostra auto. Non conosciamo la strada ma abbiamo il nostro fido navigatore che ci accompagna. Sta andando tutto bene, ma a un certo punto il segnale GPS si interrompe.Senza che ce ne accorgiamo, iniziamo a rallentare, e fissiamo lo schermo indicante la nostra posizione sperando che le cose si sistemino; potrebbe sfuggirci qualche imprecazione, o alcuni colpetti di troppo allo schermo nella speranza che magicamente si sistemi, ma nessuna di queste strategie si rivela adeguata.Il nostro dialogo interiore si fa più pressante, prova a proporci soluzioni che si accavallano una sull’altra. Non avendo pianificato una strategia alternativa efficace, le nostre abilità di problem solving si stanno rivelando tutt’altro che funzionali. Come se non bastasse davanti a noi comincia a crearsi una lunga coda di auto, probabilmente a causa di un incidente.Lentamente prendiamo consapevolezza che le premesse iniziali si erano rivelate errate, e la nostra idea di arrivare puntuali al pranzo lascia spazio alla frustrazione e al dispiacere.In situazioni del genere, che probabilmente son capitate a tutti, il nostro sistema nervoso non è in grado di comprendere che si tratta solo di un pranzo, o di una partita di tennis, perché il nostro senso del pericolo si è sviluppato filogeneticamente per proteggere la nostra specie e garantirci la sopravvivenza. Di conseguenza, una volta che il sistema di allerta è stato attivato, mette in atto i suoi sforzi per proteggerci dalla minaccia, non importa se ipotetica o reale, attraverso una reazione di attacco-fuga, che consiste nell’insieme di risposte fisiologiche che avvengono nel nostro corpo e che ci preparano agli sforzi necessari per combattere o scappare. Ed è inevitabile che sia così. Quello su cui è possibile intervenire, e che può fare la differenza tra vittoria e sconfitta in un campo da tennis, è la gestione funzionale di questi momenti di tensione.Prendiamo ad esempio la finale vinta da Djokovic contro Alcaraz, vittima di crampi causati dall’eccessivo stress psicofisico.Anche in questo caso, quando sembrava tutto pronto per il passaggio di consegne tra il giovane astro nascente del tennis e il veterano, Djokovic ha dimostrato ancora una volta che per avere la meglio su di lui non basta la forza fisica, non basta la tecnica, ma è necessaria una dote che solo il tempo può forgiare, la solidità mentale.Non sappiamo con certezza se il tennista serbo abbia inserito nei suoi allenamenti quotidiani anche una routine di mental training, ma sappiamo che è molto attento ad argomenti come la midfulness o lo stato di attenzione sul momento presente tipica della meditazione, che nel campo da gioco possono aiutare a sperimentare sensazioni positive anche nei momenti più complicati della partita, e che aumentano il senso di autoefficacia nella gestione della frustrazione. Non sappiamo se i giovani tennisti abbiano nel loro team figure dedicate all’allenamento mentale, e se sia solo l’esperienza il tassello mancante per la gestione ottimale della tensione nel rettangolo da gioco. Quello che possiamo notare, è che il carico di aspettative può avere un impatto negativo e sottovalutarlo potrebbe non essere una buona idea.Se torniamo a riflettere sugli aspetti che hanno caratterizzato le ultime sconfitte di Sinner, soprattutto quella con Altmaier, non possiamo non considerare il ruolo centrale che le alte aspettative hanno avuto sull’esito finale dell’incontro: un tabellone mai così favorevole, un avversario alla portata, una prestazione precedente che fa ben sperare. Di fronte a queste premesse, sarebbe stato difficile per chiunque non avere la testa già proiettata all’intervista di fine match.A queste condizioni, se gli eventi prendono una direzione inaspettatamente negativa, mantenere la mente focalizzata sulla partita senza rimanere ostaggio di un dialogo interiore incessante e influenzato da uno stato emotivo instabile, può diventare un’impresa da Guinnes dei primati.Inoltre, quando si ha la percezione che la voglia di divertirsi stia vendendo a mancare, potrebbe significare che alcuni valori importanti per sé stessi, per quello che si fa, e per il significato più profondo che l’impegno nello sport comporta, stanno venendo meno o hanno bisogno di essere riconsiderati, approfonditi, ed eventualmente rielaborati cosi da evitare un carico emotivo e cognitivo che può risultate ingestibile nelle fasi calde di un match o prima di un incontro importante.Una sconfitta imprevista può richiamare alla mente vecchie ferite del passato, e rappresentare una minaccia per l’immagine di sé che è stata faticosamente costruita per nascondere determinate fragilità.Per questo lavorare sulla preparazione mentale, magari con il proprio psicologo dello sport, potrebbe essere utile per comprendere a fondo il significato che si cela dietro una sconfitta, per riflettere sulle emozioni provate nei momenti difficili, e su quelle sensazioni che rimangono attive e che spesso si tende a non considerare perché rappresentano solo una piccola nota negativa di sottofondo nei giorni successivi, così da affrontare i match successivo con il giusto spirito.
    Anche valutare una piccola pausa potrebbe risultare necessario per riordinare le idee o ricalibrare gli obiettivi o le aspettative inconsapevolmente sottovalutate.Inoltre, ritagliarsi un momento per avere compassione e accettazione per i propri limiti e le proprie debolezze potrebbe favorire il salto di qualità verso la completa maturazione non solo come atleta, ma anche come persona.Al contrario, evitare di fermarsi per focalizzarsi su questi aspetti, sottovalutandone l’importanza perché “tanto prima o poi passano”, o cercare di distrarsi per voltare pagina al più presto attraverso la partecipazione a un torneo minore, potrebbero rappresentare strategie utili nel breve termine, ma nel lungo periodo, amplificare le problematiche se le sconfitte dovessero diventare più frequenti, e la conseguente frustrazione molto più ingestibile.Marco CaocciPsicologo LEGGI TUTTO

  • in

    Il torneo di Halle celebra il suo 30esimo anniversario: il legame speciale con Roger Federer e di quel famoso contratto richiesto proprio da Roger

    Roger Federer nella foto – Foto Getty Images

    Il torneo di Halle, in Germania, occupa un posto speciale nel circuito del tennis. Quest’anno, l’evento celebra il suo 30esimo anniversario, e il suo direttore, Ralf Weber, ha condiviso alcuni momenti salienti di questa straordinaria avventura con Tennis Magazine in Germania. Tra i vari temi affrontati, Weber ha raccontato il famoso contratto firmato con il grande campione Roger Federer.
    “La cosa più divertente”, ha detto Weber, “è che questa idea non è venuta da noi. È stata una proposta di Roger. Ci siamo incontrati a Parigi nel 2010 per discutere un contratto di due o tre anni con lui, quando improvvisamente ha dichiarato: ‘Voglio giocare a Halle fino alla fine della mia carriera’. Anche il suo manager, Tony Godsick, era sorpreso, e noi ovviamente lo eravamo altrettanto. È stata una fortuna assoluta per noi. E anche un riconoscimento.”
    Federer, uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi, ha avuto un legame speciale con il torneo di Halle. Il suo impegno a lungo termine con l’evento ha non solo arricchito il torneo, ma ha anche portato un entusiasmo senza precedenti tra i fan del tennis in Germania.
    “L’entusiasmo delle folle per Roger è stato incredibile per anni”, ha aggiunto Weber. “La sua presenza e il suo gioco straordinario hanno reso il torneo di Halle un evento da non perdere per i fan del tennis di tutto il mondo.”
    Mentre il torneo di Halle celebra il suo 30esimo anniversario, il ricordo dell’entusiasmo e dell’impegno di Federer rimane una delle sue storie più significative. Questa incredibile avventura continua, con il torneo che mantiene la sua reputazione come uno degli eventi più amati nel circuito maggiore. LEGGI TUTTO

  • in

    Benoit Paire sofferrente: “L’unico problema che ho è che sono stanco morto. Non dormo molto bene da quando sono arrivato qui”

    Benoit Paire nella foto – Foto Getty Images

    Il noto tennista francese Benoit Paire ha recentemente annunciato il suo ritiro dal torneo Challenger di Blois, un evento 75, dopo una sconfitta contro il giovane e promettente connazionale Debru a Lione. Quest’ultimo, dopo una prestazione impressionante che lo ha portato in semifinale, vedrà la sua classifica salire alla 409esima posizione da lunedì.Paire ha condiviso la notizia del suo ritiro con il team di comunicazione del torneo, sottolineando la necessità di prender si una pausa. Ha spiegato che la stanchezza è stata un fattore determinante per la sua decisione, attribuendo ciò a una mancanza di sonno da quando è arrivato a Lione.
    “L’unico problema che ho è che sono stanco morto. Non dormo molto bene da quando sono arrivato qui”, ha confessato Paire. “Sono stato da solo per troppo tempo, mi annoiavo nella mia stanza. Non mi sentivo bene ieri. Ho dormito solo due ore la scorsa notte, quindi naturalmente oggi non sto bene.”
    Paire ha inoltre rivelato che si ritirerà anche dal prossimo torneo a Blois. “Ho deciso di ritirarmi da Blois. Ho bisogno di prendermi un po’ di tempo, sto accusando il colpo”, ha detto. LEGGI TUTTO

  • in

    Richard Gasquet: Un grande, non solo d’età

    Richard Gasquet all’età di nove anni

    Buon compleanno, Richard Gasquet!Oggi il tennista francese dal noto rovescio, mirabile ed elegante come il Pont Vieux della occitanica città natale di Béziers, festeggia i 37 anni, confermando la sua longevità tennistica: è il quarto tennista in attività con più vittorie, dopo Nole, Nadal (ancora per poco) e Murray. Il 15 giugno, vincendo a Stuttgart contro Tsitsipas, ha conseguito la sua 600esima vittoria in carriera. Una vita per il tennis: suo unico, grande amore. Geneticamente portato per questo sport, è figlio unico di 2 maestri di tennis che precocemente, a 4 anni, introducono il loro bimbo, con una racchetta in mano, nel tennis club di Sérignan; a 9 anni l’enfant prodige è già sulle copertine, oggetto di pressanti aspettative, presentato come il campione che la Francia attende.
    “Le petit Mozart du tennis français” è un ragazzo pieno di talento che adora giocare nel club con i suoi amici, mentre consegue risultati sorprendenti: Campione del Mondo junior all’età di 16 anni e capace di battere a 18 anni a Montecarlo il numero 1 Roger Federer …Verrebbe da chiedersi: è dunque lui il puro talento del tennis? Dai risultati non lo è. L’ultima partita contro Struff dimostra la sua discontinuità. Se poi si analizzano i titoli conquistati, Gasquet ha vinto ‘solo’ 16 titoli ATP della categoria 250, l’ultimo nel torneo australiano di Auckland, nella finale del 14 gennaio di quest’anno contro il britannico Cameron Norrie; nessuno Slam o 1000 vinti nella pur lunga carriera. Ha un anno più di Nole ed è numero 55 nel ranking, il cui record, come n. 7, è stato raggiunto nel 2007. Perché dunque Richard Gasquet riesce ad appassionare tanto il pubblico?
    I francesi lo hanno onorato come moderno ‘’moschettiere”, insieme a Tsonga, Simon e Monfils. Se si osserva il pubblico nelle partite del francese, si notano tanti maturi appassionati, pronti a sostenerlo e ad incoraggiarlo, riconoscendosi certamente più in lui che nei grandi, irraggiungibili miti Roger, Nadal e Nole.Umberto Eco avrebbe potuto scriverne la fenomenologia: Richard Gasquet, come Mike Bongiorno, convince il pubblico, che lo vede come un esempio vivente e trionfante di discreto giocatore. Non provoca complessi di inferiorità e viene quasi da pensare che sarebbe facile giocare come lui, vincere di tanto in tanto belle partite e tornei di media importanza con la perseveranza e la generosità. Il pubblico, non solo francese, lo ripaga per questa illusione e gli è grato, amandolo. A maggio, al Roland Garros, prima di essere sconfitto, ha tenuto testa per più di 3 ore, fino al quinto set, al giovane connazionale Arthur Rinderknech, e il pubblico del Suzanne Lenglen era tutto per lui. È quasi facile rispecchiarsi in Gasquet, perché rappresenta un ideale raggiungibile: il tifoso tennista, in particolare quello attempato, lo percepisce come un giocatore di livello ‘normalmente discreto’, soprattutto ora che la sua voce matura esprime la fatica nei colpi più impegnativi. È uno dei pochissimi tennisti che mette da sé l’overgrip sull’impugnatura della sua racchetta durante le pause, come fa ognuno di noi. È il tennista che si curva nella battuta come apparentemente potrebbe fare un qualunque giocatore classificato…È il vincente che non ti aspetteresti, che ti sorprende e ti fa pensare che anche tu, con qualche sforzo, potresti vincere le tue partite. È anche l’atleta incostante che al turno successivo, dopo una esaltante vittoria, ti delude, a cui perdoni il tuo stesso limite, la stessa umanità.Perché i tifosi amano vedere Gasquet? Per vederlo vincere, come qualche giorno fa a Stuttgart, contro Tsitsipas, 24 anni e n. 5 del mondo. Per il piacere di assistere a colpi sorprendenti, vari e creativi, di estrema bellezza, che coi suoi movimenti fa sembrare facili: lungolinea vincenti di rovescio a una mano, sua firma d’artista, che incantano; volée che strappano l’applauso; palle corte improvvise che sorprendono l’avversario; eccezionale sensibilità di mano, ampi gesti eleganti e leggeri, di lenta naturalezza. Solido, pochi errori, corretto e controllato nelle reazioni anche quando lo svedese Mikael Ymer all’ATP di Lyon gli ruba un’opportunità polemizzando eccessivamente con il giudice di sedia, qualche giorno prima che lo stesso venga squalificato e multato per aver colpito violentemente la sedia di un altro arbitro durante la partita con Arthur Fils (Nemesi sportiva?).
    Sentiamo un senso di rispetto totale per un tennista di talento che ha fatto la sua parte di storia del tennis, il tennista timido dei tornei minori, dall’aria modesta ma tenacissimo, specializzato nell’impegnare a fondo i suoi avversari, emerso ai tempi difficili di Federer e Nadal con cui si è più volte misurato.Non è adatto al tennis attuale, muscoloso e di potenza, ma gioca un tennis prezioso e davvero bello da vedere. Gasquet ha curato la tecnica del gioco e la creatività più che il suo fisico in palestra. Ciò non toglie che conserva agilità ed efficacia in campo.A volte la forza mentale è stata messa particolarmente alla prova. Nel 2009 un episodio lo ha profondamente segnato: trovato positivo a un controllo antidoping, ha subito la gogna mediatica per mesi, è stato massacrato, ma ha sempre categoricamente smentito di drogarsi e di essere gay (altra accusa mossagli da più parti per la sua solitudine sentimentale). Dall’accusa di doping è in seguito risultato innocente.Oggi risiede in Svizzera (i francesi residenti a Montecarlo sono tenuti a pagare ugualmente le tasse in Francia) e gestisce molto efficacemente il suo ricchissimo patrimonio.Forse non sarà l’uomo bionico del tennis, ma Richard Gasquet, grande non solo di età, merita pienamente l’elogio tributatogli, nella prefazione al suo libro autobiografico intitolato À Revers et contre tout (2022), dall’amico Rafa Nadal, che il francese ha battuto solo nei tornei giovanili:“Ha dovuto fare i conti con aspettative folli. Posso immaginare quando debba essere difficile per un bambino affrontare l’entusiasmo di un’intera nazione. Quello che ha ottenuto non è mai sembrato essere al livello di quello che i fan speravano. Per venirne fuori ha dovuto dimostrare una grande forza mentale: mantenere un livello così alto per così tanti anni è una sfida che pochi giocatori sono riusciti a vincere”.Lunga vita al tuo rovescio, Richard!Gisella Bellantone LEGGI TUTTO

  • in

    Il resoconto dell’edizione 2023 dei Giochi dei Piccoli Stati

    Si è svolta a cavallo di Maggio e Giugno, la 19ª edizione dei Giochi dei Piccoli Stati d’Europa, la manifestazione multi-sportiva che vede sfidarsi gli atleti delle nazioni europee con meno di un milione di abitanti: Andorra, Cipro, Islanda, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, Monaco, Montenegro e San Marino.L’edizione 2023, dopo lo stop forzato per la pandemia, si è tenuta sull’isola di Malta con i tornei di tennis che si sono disputati al Marsa Sports Club (terra, outdoor).
    Nel maschile la nazione guida è solitamente Monaco, che veniva da due allori consecutivi (Florent Diep a San Marino nel 2017 e Romain Arneodo in Montenegro nel 2019), ma ha dovuto rinunciare allo stesso Arneodo e a Hugo Nys, impegnati in contemporanea nel tabellone di doppio al Roland Garros. I galloni da favorito sono passati quindi al beniamino di casa, quel Matija Pecotic che era salito agli onori delle cronache a inizio anno, quando da numero 784 del mondo e con un impegno professionale a tempo pieno nel settore finanziario, aveva superato le qualificazioni a Delray Beach da alternate e poi battuto l’americano Jack Sock al primo turno per il primo successo in carriera nel circuito maggiore. Le regole dei Giochi, infatti, sono meno stringenti rispetto alle competizioni ITF e Pecotic, croato di primo passaporto, ma residente a Malta da quasi 30 anni, ha potuto quindi rappresentare l’isola mediterranea nel torneo di casa.
    Il pronostico è stato rispettato senza grossi patemi: Pecotic ha infatti superato al primo turno l’andorrano Gelabert (6-0, 6-2), ai quarti il lussemburghese Calzi (6-2, 6-2), in semifinale il cipriota Chrysochos (6-0, 6-0) e all’atto conclusivo il rivale sulla carta più probante, il monegasco Lucas Catarina (441 ATP) con il punteggio di 6-1 6-2. Oro quindi a Malta, argento a Monaco e doppio bronzo per Cipro con Chrysochos e Christodoulou. Poche soddisfazioni per San Marino che ha pagato anche il forfait dell’eterno Stefano Galvani (già oro nel 2011). Fuori al primo turno sia il davisman Marco De Rossi (primo e unico sammarinese in classifica ATP) rimontato dal maltese Asciak (2-6, 6-4, 6-1) sia l’australiano residente sul Titano Jack Chapman (classifica italiana 2.7) che nulla ha potuto contro il professionista Chrysochos (6-0, 6-1).
    Nel doppio ancora successo maltese con Pecotic-Asciak vincitori in finale sulla coppia cipriota Kyratzis-Neos per 6-1 6-3. Bronzo per i monegaschi Vacherot-Catarina e i lussemburghesi Calzi-Knaff. Sorteggio sfortunato per i sammarinesi che hanno ceduto solo al super tiebreak contro i più quotati monegaschi (4-6, 6-2, 10-7). Focus ora sul gruppo III di Coppa Davis, dove San Marino è chiamata a difendere la categoria dopo la storica promozione ottenuta lo scorso anno.
    Nel femminile tutti gli occhi erano sulla stellina Victoria Jiménez Kasintseva. Classe 2005, mancina di padre andorrano e madre russa, rappresenta il principato pirenaico e si era già arrampicata alla posizione 121 del ranking WTA a fine dello scorso anno. Anche per lei percorso netto: 6-1 6-3 alla cipriota Ioannou ai quarti, 6-2 6-1 alla maltese Genovese in semifinale, 6-2 6-4 in finale alla beniamina di casa Francesca Curmi, altra giovane di belle speranze (classe 2002, oggi al 321 WTA). Se le medaglie sono andate alle giovani, San Marino ha schierato addirittura le giovanissime: Talita Giardi (classe 2008, 2.8) e Silvia Alletti (classe 2007, 2.7) sono state sì sconfitte al primo ostacolo, ma hanno percorso un’altra tappa verso l’ambizioso obiettivo che vedrà San Marino riproporre una formazione in Billie Jean King Cup dopo oltre 25 anni.
    Con loro nella trasferta maltese anche il tecnico federale Alice Balducci (top ranking al 361 WTA) che, in coppia con la stessa Giardi, è stata sconfitta nello spareggio per il bronzo dalle cipriote Ioannou-Constantinou. Altro oro per Malta, con Curmi-Genovese che hanno piegato le lussemburghesi Molinaro-Weckerie con un doppio 6-3.
    Infine, nel doppio misto successo per Cipro con la coppia Neos-Constantinou che ha piegato nella finalissima Knaff-Molinaro in tre set. Bronzo per Malta mentre San Marino (De Rossi-Balducci) ha la consolazione di aver ceduto al super tie-break ai futuri vincitori ciprioti.Prossimo appuntamento con i Giochi dei Piccoli Stati ad Andorra nel 2025.Matteo Zanini LEGGI TUTTO

  • in

    Cinque volte Italia nel Torneo Avvenire numero 56

    Carla Giambelli ha sconfitto la spagnola Carla Vazquez Alcudia e affronterà in semifinale Ilary Pistola (foto Roberta Corradin)

    Erano sei gli azzurri impegnati nei quarti di finale della 56ª edizione del Torneo Avvenire, Super Category Under 16 del Tennis Europe Junior Tour in corso allo storico Club Ambrosiano. E addirittura cinque di loro sono usciti a braccia alzate dai campi roventi di questo caldo venerdì milanese, mentre solo Agnese Gentili è stata sconfitta. Il bilancio tricolore, tuttavia, non poteva essere migliore di così, visto che la 16enne aretina ha perso contro l’amica di sempre Sveva Pieroni (le due si conoscono e giocano insieme dall’età di 8 anni). Un match lungo come una maratona, vinto dalla 15enne di Pistoia, salvando due match-point, con il punteggio di 6-4 3-6 7-6. Un primo set giocato molto bene da entrambe mentre poi, dal secondo parziale, è subentrata più la paura di perdere della voglia di vincere, con il match che a quel punto sembrava nelle mani della Gentili, atleticamente più fresca. La lotta nel parziale decisivo ha invece premiato la Pieroni, che ha dominato il tie-break finale. Sabato, in semifinale, troverà la sorprendente 13enne tedesca Mariella Thamm. Con un ace finale e una bella prova di carattere, Carla Giambelli ha sconfitto invece la spagnola Carla Vazquez Alcudia (6-4 6-2): continua quindi il sogno della giocatrice di casa che, nonostante venga da un periodo di stop a causa di un infortunio alla caviglia destra, sembra avere affilato le armi per arrivare in finale. A provare ad impedirglielo troverà la connazionale Ilary Pistola, che ha regolato la rumena Naema Labib per 6-1 6-2. La 14enne di Montemarciano, che a Milano è seguita da coach Andrea Ramundo, ha saputo imporre la sua strategia giocando palle pesanti per aprirsi il campo e chiudere il punto.
    Se l’Italia della ragazze può gioire, visto che avrà certamente una giocatrice nella finale di domenica, può fare altrettanto il settore maschile, che ha visto il successo contro pronostico (i due sono separati da più di 150 posizioni nel ranking mondiale) di Michele Mecarelli contro l’ucraino Nikita Bilozertsev (7-6 6-3). ‘Mec’ – come lo chiamano gli amici – ha superato la testa di serie n.2 grazie alla sua regolarità, lottando su ogni palla e cercando di mettere in difficoltà l’avversario con continue variazioni. Anche per il classe 2007 marchigiano il sogno continua, con Victor Cunha Winheski de Lima come prossimo ostacolo. Il mancino brasiliano ha estromesso dal torneo uno dei favoriti della vigilia, il tedesco Jan Smrcka. Nella parte alta del tabellone approda in semifinale anche l’italo-argentino Vito Antonio Darderi: match solido, quello del 15enne che fa base a Fano, fino al 4-1 in suo favore, quando l’avversario, il kazako Daniel Tazabekov, ha subito un leggero infortunio che lo ha portato a ritirarsi dopo il primo set (6-2). Darderi ha così eguagliato il risultato ottenuto all’Avvenire dal fratello Luciano, che nel 2018 era stato fermato proprio in semifinale. Per fare meglio dovrà superare l’ostacolo più difficile, la testa di serie n.1, l’ungherese Kolos Kincses. Nella finale tutta italiana del torneo di doppio under 14, vittoria di Federico De Matteo e Giorgio Ghia su Niccolò Mondini e Roberto Polito (7-5 7-5). Mentre il successo nel torneo femminile è andato alla spagnola Paola Pinera Celorio e alla giapponese Miyu Nishiwaki, che hanno superato Alisa Sechko e Ran Wakana solo al super tie-break (6-2 5-7 10/8). Sabato, giornata di grande tennis al circolo di via Feltre 33. A partire dalle ore 10, con l’entrata sempre gratuita, si giocheranno i match di semifinale del torneo Under 16 (e le finali dei tabelloni di doppio) mentre, per quanto riguarda il torneo Under 14, il programma prevede la finale maschile e quella femminile di singolare.
    RISULTATI DI GIORNATA DEL 56° TORNEO AVVENIRE
    Tabellone singolare maschile Under 16, quarti di finaleK. Kincses (Hun) b. R. Duarte (Por) 6-1 6-3, V.A. Darderi (Ita) b. D. Tazabekov (Kaz) 6-2 rit., M. Mecarelli (Ita) b. N. Bilozertsev (Ukr) 7-6(4) 6-3, V. Cunha Winheski De Lima (Bra) b. J. Smrcka (Ger) 6-4 6-3.
    Tabellone singolare femminile Under 16, quarti di finaleS. Pieroni (Ita) b. A. Gentili (Ita) 6-4 3-6 7-6(2), M. Thamm (Ger) b. L. Slamenikova (Cze) 6-2 6-2, I. Pistola (Ita) b. N. Labib (Rou) 6-1 6-2, C. Giambelli (Ita) b. C. Vazquez Alcudia (Esp) 6-4 6-2.
    Tabellone singolare maschile Under 14, semifinaliE.D. Mueller (Ger) b. F. De Matteo (Ita) 6-1 6-3, R.A. Ionescu (Rou) b. I. Savgira (Rus) 6-1 6-2.
    Tabellone singolare femminile Under 14, semifinaliY. Komada (Jpn) b. P. Piñera Celorio (Esp) 6-1 6-4, R. Wakana (Jpn) b. M. Nishiwaki (Jpn) 6-2 6-1.
    Tabellone doppio maschile Under 16, semifinaliV. Cunha Winheski De Lima (Bra) / S. Lora (Bol) b. D. Kisimov (Bul) / A. Messis (Gre) 6-1 6-2, K. Kincses (Hun) / J. Morgado (Por) b. J. Smrcka (Ger) / A. Zagars (Lat) 6-1 6-4.
    Tabellone doppio femminile Under 16, semifinaliL. Slamenikova (Cze) / L. Virc (Srb) b. M. Jankovic (Srb) / P. Kuznietsova (Ukr) 6-4 3-2 rit., A. Gentili (Ita) / M. Thamm (Ger) b. G. Rizzetto (Ita) / Y. Zocco (Ita) 4-6 7-5 10/5.
    Tabellone doppio maschile Under 14, finaleF. De Matteo (Ita) / G. Ghia (Ita) b. N. Mondini (Ita) / R. Polito (Ita) 7-5 7-5.
    Tabellone doppio femminile Under 14, finaleM. Nishiwaki (Jpn) / P. Piñera Celorio (Esp) b. R. Wakana (Jpn) / A. Sechko (Rus) 6-2 5-7 10/8. LEGGI TUTTO

  • in

    Carlos Alcaraz e la battaglia contro i crampi al Roland Garros: L’Insolito rimedio di Jordi Arrese oggi sarebbe proibito

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Qualche giorno fa Carlos Alcaraz ha sofferto di crampi alle gambe e ad una mano durante la semifinale di Roland Garros contro Novak Djokovic. Lo spagnolo ha resistito in campo fino alla fine, ma con evidenti segni di sofferenza a causa di questo problema. “Mi è capitato molte volte di avere crampi e poi passano. Quindi so che sono causati dalla tensione e che possono arrivare a paralizzarti”, ha detto Jordi Arrese a Cadena SER riguardo a questo contrattempo. Infatti, l’ex tennista ha confessato una pratica alquanto discutibile che ha adottato durante una partita molti anni fa e che oggi sarebbe impensabile: “Una spettatrice mi ha dato la sua forcina per i capelli, l’ho aperta e mi sono pizzicato circa 500 volte. Due mesi dopo hanno introdotto una regola che proibiva queste punture. I pantaloni finirono completamente rossi, ma alla fine ho vinto la partita”.
    Si parla molto degli infortuni, ma i crampi che un tennista può soffrire durante una partita possono essere anche la causa di un ritiro. Carlitos si è sentito (un poco) meglio nel corso di quello che restava dell’incontro, ma non è stato sufficiente per essere competitivo. Per il momento, l’originario di Murcia dovrebbe prendere le parole di Arrese come un aneddoto, dato che non sarebbe molto consigliabile per lui questa pratica. LEGGI TUTTO