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    Simone Vagnozzi parla di Jannik Sinner: “Il sogno è vincere uno Slam nel 2024”

    Simone Vagnozzi nella foto

    Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner, ha condiviso interessanti riflessioni durante un’intervista con Sky Sport nell’ambito dello speciale “Io e Jannik – Storia di un coach”. Il tecnico ha fornito un’analisi approfondita sulla crescita di Sinner, enfatizzando sia gli aspetti tecnici che quelli personali del giovane tennista altoatesino.
    Vagnozzi ha iniziato evidenziando un tratto distintivo della personalità di Sinner: la sua testardaggine e tendenza ad arrabbiarsi durante gli allenamenti. Tuttavia, ha sottolineato la capacità di Sinner di riconoscere e correggere gli errori post allenamento, un aspetto che si è manifestato chiaramente nei tornei di Roma e Parigi quest’anno.
    Il coach ha poi parlato della stagione 2023 di Sinner, descrivendola come il frutto del lavoro svolto nell’anno precedente. Nonostante alcune difficoltà fisiche, il duro lavoro ha portato a risultati positivi. Ha messo in evidenza tre momenti chiave: la semifinale a Wimbledon, la prima in un Grande Slam, che ha dato tranquillità a Sinner; la vittoria del Masters 1000 di Toronto, che ha fornito sicurezza; e il trionfo a Pechino, dove ha sconfitto Dimitrov, Alcaraz e Medvedev, rivelando a Sinner la sua capacità di competere al massimo livello.
    Vagnozzi ha poi discusso le variazioni nel gioco di Sinner, sottolineando come queste siano state cruciali per affrontare avversari complessi come Medvedev, Djokovic e Alcaraz. Ha evidenziato che l’obiettivo non è stato rendere Sinner un giocatore di serve&volley o di back, ma piuttosto ridurre la sua vulnerabilità ai colpi migliori degli avversari.
    Sul fronte dei miglioramenti, l’allenatore ha evidenziato la crescente capacità di Sinner di leggere gli scambi e variare i colpi, oltre a un miglioramento nel servizio, particolarmente evidente dopo il torneo di Pechino. Vagnozzi ha rivelato che attualmente stanno lavorando su piccoli dettagli per migliorare ulteriormente, notando un incremento significativo nella percentuale di prime di servizio di Sinner negli ultimi tre mesi.
    Guardando al futuro, Vagnozzi ha espresso l’ambizione di Sinner per il 2024: vincere uno Slam e stabilizzarsi tra i primi quattro giocatori al mondo, con l’obiettivo di competere fino in fondo nei tornei più importanti. Questa visione, unita al costante lavoro e miglioramento, lascia presagire grandi cose per Sinner nel prossimo anno.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Cahill racconta Sinner: “Sorride, è divertente. Lavorare con lui è esaltante, ha ampi margini di crescita. Uno Slam? Lo vincerà”

    Darren Cahill e Simone Vagnozzi (foto welovetennis)

    “Non sono sorpreso del livello raggiunto da Sinner in queste settimane. Conosco il tennis che può esprimere e quello che potremo vedere in futuro. Ha ancora ampi margini di miglioramento e, proprio per questo motivo, lavorare con Jannik è esaltante”. Così inizia la bella e interessante intervista rilasciata da Darren Cahill, coach di Jannik Sinner, al Corriere dello Sport (per i colleghi Nizegorodcew – Ercoli). L’australiano ha maturato in passato esperienze da coach molto importanti, guidando campioni come Agassi, Murray, Hewitt, Halep, e ora sta dando un contributo fondamentale alla crescita di Sinner, trascinatore dell’Italia in Davis nelle finali di Malaga, finalista alle Finals e n.4 del mondo. Cahill nell’intervista ha raccontato molti aspetti del gioco, della crescita e del lavoro con Jannik, che condivide insieme a Simone Vagnozzi, tecnico che stima in modo particolare per la conoscenza del gioco. “Affinché due allenatori lavorino bene insieme è necessario, prima di tutto, che siano disposti a collaborare, a inserire delle regole e a sostenersi a vicenda. E così è stato. Simone è la prima voce, il ‘main coach’, ed è per me un onore lavorare al suo fianco. Credo che tra 20 o 30 anni ne parleremo come di uno dei migliori coach del circuito” racconta Cahill.
    Per Darren sono pochi i giocatori così determinati all’età di Sinner: “Pensando al passato mi vengono in mente gli svedesi Borg e Wilander o alcuni australiani tra cui Cash. La pressione dei grandi palcoscenici non li schiacciava ma, anzi, li spingeva a far meglio. Ed è quello che è accaduto in Coppa Davis a Jannik, che negli ultimi tre mesi, dopo gli US Open, è maturato moltissimo sotto ogni aspetto. Comprende sempre meglio il gioco, conosce ancor di più il proprio corpo, lo ascolta. Sono apparentemente piccoli dettagli che fanno però la differenza. Il lavoro svolto con Umberto Ferrara (il preparatore atletico, ndr) negli ultimi due anni sta dando grandi frutti: Jannik è molto più forte, resistente e anche veloce”.
    “Il trionfo in Canada è stato molto importante, perché si tratta del primo ‘big tournament’, è stato un trampolino di lancio; ma oltre a quel titolo hanno inciso molto i successi su Top10 e Top5. In questo 2023 ha capito tanti aspetti del circuito ATP. Ha imparato molte lezioni. Siamo andati a scuola. Jannik ha preso spunto dalle sconfitte, dalle delusioni. Ha capito cosa migliorare e come. Negli ultimi mesi sta unendo i puntini”.
    Il 2022 è stato un anno di alti e bassi per Jannik, infortuni, qualche delusione, ma per Cahill è stato molto importante: “Il 2022 è stato un anno di insegnamenti, seppur buono sotto il profilo dei risultati. Credo che Vagnozzi sia stata per Jannik manna dal cielo, perché tecnicamente è uno dei coach più preparati che abbia mai conosciuto. Il mio compito, avendo tanta esperienza nel circuito, è stato più quello di capire quale fosse la giusta direzione da intraprendere per il team ed esser sicuro che tutti la seguissero. Alla fine della passata stagione ho anche capito quanto Jannik tenesse alla Nazionale. L’infortunio a Parigi Bercy gli aveva precluso la possibilità di giocare le finali di Coppa Davis e ci era rimasto malissimo”.
    “Piatti? Riccardo ha costruito le basi di Jannik portando avanti un lavoro incredibile. Ho però allenato tanti giocatori e a volte è bello avere a che fare con una nuova voce, opinioni diverse, un paio di nuovi occhi. Una rinnovata ispirazione e direzione. Magari fra tre anni Jannik avrà bisogno di nuovi stimoli e sceglierà un altro allenatore. Il cambiamento spesso è importante per il tennista professionista. Credo che Jannik sia destinato a grandi traguardi a prescindere dai suoi coach, è palese agli occhi di tutti”.
    Ecco dove Jannik è migliorato maggiormente per l’australiano: “Direi lo slice di rovescio, con cui ha lavorato a lungo con Simone in questi mesi. È un aspetto tecnico che gli ha permesso di sfruttare ancor di più la sua arma principale: il dritto. Uno dei fondamentali più incredibili che abbia visto in tutta la mia carriera”.
    Per Cahill c’è ancora molto lavoro per crescere: “La disponibilità al cambiamento è una dote di Sinner: se dovrà cambiare dieta, lo farà; se modificheremo la routine degli allenamenti, non avrà problemi a farlo. E questo ovviamente si rispecchierà anche nel gioco. È disposto a farlo, a superare i propri limiti, a sacrificarsi per migliorare. Lavorare con un atleta come Jannik è un privilegio. Vedrete comunque qualche novità tecnico- tattiche nei prossimi 18 mesi. Servirà tempo per assimilarle”.
    Un bel momento per Sinner, risultati e non solo: “È felice di passare del tempo con i suoi coetanei e anche con persone della mia età. Jannik è come l’acqua che scorre: è in continuo movimento e crea onde che si dipanano ovunque ci sia bisogno. È in grado di adattare la propria personalità, l’umorismo, la sua enorme competitività e di sentirsi così a proprio agio in qualsiasi ambiente. È accaduto anche a Malaga. Come? Ha assorbito l’ambiente Davis totalmente. Sembrava un veterano alla decima finale. È un grande merito di Jannik, che arriva dal profondo del suo essere” .
    La vittoria in uno Slam ormai è un obiettivo: “Sono fermamente convinto che Jannik vincerà uno Slam, questo è l’obiettivo. Non so quando, ma ne è capace. Serve resilienza, fiducia e anche un pizzico di fortuna. Le sue potenzialità non hanno limiti. Noi dobbiamo essere bravi a non mettergli pressione”
    Cahill racconta il programma di Sinner nelle prossime settimane: “Jannik si prenderà un po’ di meritato tempo libero, una dozzina di giorni, perché sono stati mesi estenuanti. Non giocherà la prima settimana di tornei in Australia. La preparazione verrà svolta in Spagna per 2/3 settimane: prima la parte fisica con Umberto Ferrara e poi quella tecnica con Simone. Giocherà un paio di match al Kooyong Classic, un’esibizione molto competitiva e utile che si svolge a Melbourne prima degli Australian Open. I Giochi Olimpici rappresentano una priorità assoluta di Jannik, che ama giocare per l’Italia. Le Olimpiadi sono già nella nostra agenda”.
    La foto di Darren di Jannik fuori dal campo: “Sorrisi, sempre sorrisi. Molto simpatico, intelligente e ancor più competitivo: il momento peggiore della sua giornata è quando perde a carte contro qualcuno di noi! A parte gli scherzi, l’energia che trasmette è coinvolgente”.
    Un ritratto di un grande campione che sta facendo sognare gli appassionati italiani e si presenterà nel 2024 come uno degli uomini da battere.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Luca Nardi: Tra moto, calcio e tennis “Onestamente non direi che ho avuto un buon anno. Forse nell’ultimo mese sì, ma nell’intera stagione ho avuto molti alti e bassi”

    Luca Nardi ITA, 2003.08.06 – (foto ATP Web site)

    Luca Nardi, uno dei due italiani in gara ai Next Gen ATP Finals di Jeddah, si sta avvicinando sempre più alla top 100 ATP, con un “best ranking” di n.115, Nardi ha dimostrato la sua forza nel circuito Challenger, ottenendo due titoli significativi a Porto e Matsuyama. La sua vittoria nel tabellone principale del Rolex Monte-Carlo Masters dopo aver superato le qualificazioni sottolinea ulteriormente il suo talento.
    Ma chi è Luca Nardi fuori dal campo? ATPTour.com ci offre uno sguardo personale sulla vita del giovane tennista. Nardi, appassionato di moto e calcio, condivide un legame speciale con la sua città natale, Pesaro, patria anche del leggendario Valentino Rossi. Se dovesse cenare con tre personaggi famosi, sceglierebbe Valentino Rossi, Roger Federer e, magari, una top model ma non sa quale.
    Nardi descrive la sua giornata ideale lontano dai campi da tennis: un giro in moto seguito da una partita di padel o calcio con gli amici. Tifoso del Napoli (il padre è napoletano), celebra la vittoria del campionato della squadra l’anno scorso. Tra concerti musicali ed eventi sportivi, la sua preferenza va decisamente allo sport, in particolare al calcio.
    Tra i giocatori di Jeddah, Nardi ha stretto un forte legame con Flavio Cobolli, conosciuto fin dall’età di otto anni, e Francesco Maestrelli. Se non fosse diventato tennista, Nardi immagina che avrebbe potuto essere affascinato dalla fisioterapia.
    Infine, parlando delle regole sperimentali delle Next Gen ATP Finals, Nardi si mostra scettico riguardo all’assenza del riscaldamento pre-partita, una novità che potrebbe sfidare il suo stile di gioco. Riflettendo sulla sua stagione, ammette alti e bassi, ma sottolinea l’importanza di giocare sempre al massimo, in ogni match e su ogni punto.
    Ecco le sue parole sulla stagione 2023: “Onestamente non direi che ho avuto un buon anno. Forse nell’ultimo mese sì, ma nell’intera stagione ho avuto molti alti e bassi. Sono stato fermo per due mesi per un infortunio e questo non ha aiutato. Sicuramente la lezione più importante che ho imparato quest’anno è che in ogni partita devi giocare al 100%. Non c’è un match in cui puoi andare in campo ed essere rilassato. In ogni partita, Challenger Tour, ATP Tour, qualunque essa sia, devi essere concentrato al 100% su ogni punto”.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Flavio Cobolli: “Il mio più grande idolo è Fabio Fognini, e anche Nole. Sono cresciuto guardando le partite di Fabio e ho cercato di migliorare il mio tennis guardandolo”

    Flavio Cobolli ITA, 2002.05.06

    Flavio Cobolli arriva alle Next Gen ATP Finals 2023 dopo un grande anno di tennis. L’italiano ha diversi esempi da seguire nel circuito, come Fabio Fognini suo grande amico o Jannik Sinner, sebbene Flavio voglia avere il suo stile e il suo percorso.
    “Il mio più grande idolo è Fabio, e anche Nole. Sono cresciuto guardando le partite di Fabio e ho cercato di migliorare il mio tennis guardandolo, quindi ricordo molti dei suoi incontri. Normalmente non mi piace guardare le partite, ma quelle di lui mi affascinano. Quando gioca Fabio, sono sempre davanti alla televisione. Quando non gioca, no. Siamo grandi amici. Se ho un problema, parlo sempre con lui”, spiega Flavio al sito ufficiale dell’ATP.
    “Lavoro anche con lui perché ha un’agenzia di management, quindi è anche come il mio manager. Se siamo nello stesso torneo, siamo sempre insieme, a cena o in qualche allenamento. Lo incoraggio nelle sue partite e lui fa lo stesso con me”.
    Flavio ha vinto il suo secondo titolo Challenger qualche mese fa a Lisbona, oltre a ottenere le sue prime vittorie nel circuito ATP a Monaco. “Voglio creare il mio percorso, il mio gioco. Naturalmente, è stato qualcosa di molto speciale. Ho lavorato molto quest’anno. Ho giocato molto, 36 settimane, ero stanco, ma questo trofeo significa molto. Non voglio fermarmi. Voglio puntare ad altri obiettivi nel 2024. Voglio essere presente nel futuro del tennis”.
    Presente nell’ultima edizione delle Next Gen ATP Finals come sostituto“È stata un’esperienza fantastica per me, una delle prime volte in cui ho potuto giocare contro i migliori giovani del mondo come Alcaraz, Juan Manuel Cerúndolo e Hugo Gaston. Ho imparato molto da quegli allenamenti. Quella settimana ha fatto molto per il mio tennis”, dice l’azzurro che ha iniziato il suo percorso nel torneo nel modo migliore, con una vittoria. Cobolli ha debuttato con un successo su Dominic Stricker. LEGGI TUTTO

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    Sinner convince tutti: dopo la Davis i bookie credono nel primo Slam e nel primo posto del ranking

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16 – Foto Getty Images

    Jannik Sinner ha già scritto la storia del tennis italiano e può continuare la sua ascesa. La vittoria della Coppa Davis da protagonista apre infatti le porte a un 2024 di successi secondo i bookmaker: la conquista del primo Slam per il numero uno italiano si gioca a 2,50 entro l’anno. Questa stagione è stata ricca di successi, che hanno consentito all’azzurro di imporsi nel circuito e salire alla quarta posizione del ranking mondiale. La differenza in classifica dal primo posto di Djokovic è stata di quasi cinquemila punti, frutto dei successi del serbo in tre Slam su quattro. Sinner avrà bisogno di migliorare proprio sui quattro palcoscenici più prestigiosi, dove quest’anno ha raccolto una semifinale, due ottavi di finale e un secondo turno. Per il 2024, i betting analyst puntano al traguardo più grande: la prima posizione della classifica ATP per Sinner si gioca a 5. Ancor più probabile il sorpasso su Carlos Alcaraz: in quota l’arrivo a fine anno sopra allo spagnolo si gioca a 2,35, mentre quello su Daniil Medvedev è offerto a 1,70.
    Il primo Major della stagione non è molto distante. L’Australian Open, a gennaio, sarà il primo banco di prova per Sinner, che nel 2023 ha perso agli ottavi contro Tsitsipas. L’uomo da battere sarà, ancora una volta, Novak Djokovic, che fa meno paura ma non perde in Australia dal 2018 ed è il favorito per la conquista del titolo che sarebbe il venticinquesimo Slam, l’undicesimo in Oceania. Nole si gioca vincente a 2,15 seguito da Alcaraz a 3,25, Medvedev a 7 e proprio Sinner, a 7. LEGGI TUTTO

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    Rios: “Sampras? È uno stupido. Nel 2008 dopo un’esibizione siamo quasi arrivati alle mani, sarebbe stato bello dargli un pugno”

    Rios e Sampras nell’esibizione del 2008 (foto Clay)

    Marcelo Rios e Pete Sampras sono quasi arrivati alle mani nel luglio 2008 dopo un’esibizione disputata a Santiago del Cile, evento organizzato per ricordare l’ascesa del talento sudamericano al n.1 del ranking mondiale nel 1998. È stato lo stesso Rios a raccontare quest’incredibile vicenda nel corso del programma tv Podemos Hablar su Chilevisión, come riporta il magazine Clay.
    “Pete Sampras è uno stupido. È un tonto” sentenzia Rios nel programma. Fu Marcelo a vincere quella “maledetta” partita al tiebreak del terzo set. Una sconfitta che pare non sia andata giù al californiano, visto quel che accadde nello spogliatoio, stando al racconto del cileno. “Tennis e poi quasi boxe, si quasi abbiamo boxato. Quando la partita è finita mi chiama per parlare ed è lì che è iniziato il casino. Gli ho detto ‘per me non sei il Sampras di prima, per me sei Pedro’, da lì è iniziata la lotta”.
    “Si è arrabbiato perché ha perso. Ho pensato di colpirlo, ho pensato di prenderlo a pugni, ma qualcuno ci ha fermato. Quello che è successo è che fin dall’inizio, nell’esibizione, ci sono momenti in cui aggiusti le cose: tu vinci il primo set, io vinco il secondo, e il terzo set facciamo un testa a testa, è così che va. Allora quando mi chiama nello spogliatoio mi dice che Pete Sampras non perde, io gli rispondo ‘basta, non sei più Pete Sampras’. Gli ho detto ‘prima, quando sono venuto a chiederti cosa facciamo, se mi avessi detto vinciamo un set a testa, sarebbe andato tutto bene. Ora non venire a dirmi che sei arrabbiato perché ti ho battuto’. L’organizzatore dell’esibizione è arrivato e mi ha fermato, ci ha separati, ma sarebbe stato bello dargli un pugno. Immagina… Wow! Ho avuto una scazzottata con Sampras… è una cosa storica. Lo hanno salvato”, conclude Rios.
    Marcelo ricorda di aver sempre avuto cattivi rapporti con i colleghi sul tour: “Il fatto è che non sono mai andato d’accordo nell’ATP tour. All’epoca negli ATP c’erano un sacco di gringos, con loro andavo molto male”.
    Rios ne ha anche per John McEnroe, ruggine per faccende relative al Senior Tour: “McEnroe di fatto mi ha cacciato dal tour dei veterani, si comportava come il proprietario, colui che lo aveva organizzato, e siccome io andavo bene pensava che fossi troppo giovane e tutto il resto, mi ha detto che non potevo più giocare. Stavo prendendo tutti a calci del sedere, quindi mi ha detto addio. Non gli parlo molto quando lo vedo, non ho molte cose da dirgli. Non è che non mi piaccia, ma odio che dica in TV che non ho mai vinto uno Slam, insisteva sempre su questo fatto” conclude Rios. LEGGI TUTTO

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    Le probabili tappe del rientro di Rafael Nadal nel 2024

    Rafael Nadal nella foto – Foto Getty Images

    C’è fermento in Spagna per il rientro di Rafael Nadal sul circuito. Il super campione di Manacor ha annunciato pochi giorni fa di esser praticamente certo di poter tornare a competere, visto che l’ultimo intervento subito la scorsa primavera e il successivo recupero stanno andando per il verso giusto. “Non potrò superare il record di Slam di Djokovic, ma potrò tornare a giocare”, affermava Nadal a latere di un evento in Spagna. Rientro, ma dove?
    Il direttore degli Australian Open Craig Tiley si è sbilanciato già diverse settimane fa, annunciando la quasi sicura partecipazione del due volte campione del torneo per l’edizione al via a metà gennaio 2024. In realtà, Nadal è stato più cauto, ma in Spagna il media Cadena SER ha già provato a tracciare una sorta di rotta del possibile rientro del Re di Roland Garros.
    Secondo le informazioni del media iberico, Rafa sta per recarsi in Kuwait, dove si trova una delle sedi della sua Accademia. Nessun torneo, ma prenderà parte ed alcuni eventi promozionali e soprattutto intensificherà gli allenamenti in condizioni più simili a quelle che troverebbe in Australia, il caldo dell’estate australe, spesso davvero micidiale e assai stressante per la muscolatura. Secondo Cadena SER, questa sessione di allenamento intenso sarà decisiva: se va bene e Rafa si sente soddisfatto di come risponde il suo fisico, dovrebbe sciogliere la riserva e confermare l’OK agli Australian Open. Ma non è tutto. Nadal dopo la tappa in Kuwait dovrebbe tornare a casa per trascorrere le festività natalizie e quindi volare subito dopo in Australia per prendere parte ad un torneo pre Australian Open, presumibilmente l’ATP 250 di Brisbane, che gli permetterebbe un ritorno in attività più soft rispetto ai duri match tre set su cinque di uno Slam. Un test necessario prima di tornare sulla Rod Laver Arena.
    Vedremo se le indiscrezioni che provengono dalla Spagna saranno confermate. Siamo quasi a dicembre, nel giro di pochissimo, massimo un paio di settimane, Nadal comunicherà la data del suo rientro o lo sposterà più avanti. Non resta che attendere.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il fenomeno Sinner in un libro: “Jannik Sinner. Passione calma”, un racconto alle radici del campione altoatesino

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16

    È giovanissimo, appena 22 anni, ma è già nella storia del tennis italiano. Imprese, record, vittorie: Jannik Sinner è questo e molto altro. È il tennista italiano che si candida a essere il più forte di sempre nella storia di questo sport, e anzi per alcuni lo è già. Il modo di giocare, solido e completo, unito a una mentalità vincente, ne fanno una “macchina da guerra” mai vista prima nel nostro Paese.
    Il 2023 rappresenta la svolta, stagione dei record appena conclusa con la leggendaria vittoria in Coppa Davis, arrivata una settimana dopo l’altrettanto storica finale alle Atp Finals. Ma è un punto di partenza, non di arrivo per Sinner. Un fenomeno figlio del suo tempo, del sacrificio e della passione. Ma una passione calma.Proprio come racconta il libro “Jannik Sinner. Passione calma”, scritto da Martina Sessa per Kenness e disponibile in libreria e negli store online. Nell’anno dell’esplosione e della consacrazione, chiuso con un crescendo incredibile di emozioni e trionfi, il testo scava nel profondo di colui che nelle ultime settimane ha conquistato il cuore di tutta Italia e di tutti gli italiani.Un atteggiamento tipico di chi viene dalle montagne, come Sinner, nato e cresciuto in Alto Adige. Schivo, silenzioso, ma con una forza che ribolle dentro e lo porta a conquistare traguardi su traguardi: come la finale a Torino e la vittoria in Coppa Davis, tutto negli ultimi giorni. Ma questo è solo l’inizio per Sinner, è solo il primo passo di un percorso verso obiettivi più grandi. Slam? Numero 1 del mondo? Le basi ci sono.Quelle basi nate sul campo, tra allenamenti e fatica, come raccontano le pagine del libro “Jannik Sinner. Passione calma”. Un viaggio alla ricerca delle radici del fenomeno azzurro, tra retroscena e aneddoti, testimonianze e racconti: un ritratto a 360 gradi di chi sta già facendo la storia del tennis italiano e internazionale.Uno sguardo al passato, al presente e al futuro di Sinner: il suo tennis scorre tra le pagine del libro, con i momenti di difficoltà superati brillantemente, le gioie e i dolori anche fisici, i trofei. E la mitica rivalità con Carlos Alcaraz, l’altro gioiello del tennis mondiale. Domande che riceveranno risposte, e una certezza: Jannik non mollerà mai e inseguirà sempre un posto in quella Storia che negli ultimi giorni lo ha già visto assoluto protagonista.
    Informazioni libro: Formato cm 16,0 x 22,5 • brossura con copertina flessibile • 144 pagine, con immagini b/n • ISBN 9791280688248 • Prezzo € 16,95 LEGGI TUTTO