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    Bernardes: “Fonseca può diventare un idolo. Sinner? Accusato da chi non ha letto le carte ha tenuto un equilibrio formidabile, è un fuoriclasse”

    Bernardes dopo aver arbitrato Sinner a Torino 2024

    Impossibile dimenticare il sorriso e tranquillità di Carlos Bernardes, uno dei giudici di sedia più longevi e benvoluti sul tour Pro. Bernardes ha chiuso la propria lunga attività di arbitro lo scorso anno con la Finale di Davis a Malaga, dirigendo la partita tra Berrettini e Van de Zandschulp, e ora si gode una meritata pensione vivendo in Lombardia a Gorle, tra qualche partita a Padel e altre esperienze. Nonostante i 6 milioni di miglia in volo in giro per il mondo, Carlos non ha perso la voglia di scoprire nuove mete e si tiene attivo con varie attività. Intervistato dal Corriere nel corso di un evento di Panathlon, ha raccontato alcuni episodi nella sua vita sul tour e ha espresso grande ammirazione per il connazionale Fonseca e anche per Jannik Sinner. Riportiamo alcuni passaggi dell’intervista.
    “Mi sto godendo la pensione tra… scarpe, magliette, borse e asciugamani. Il vestiario che ho accumulato in 40 anni di attività è notevole e sto regalando a parenti, amici e anche a qualche bisognoso” racconta Bernardes. “Per dare un ordine di grandezza, ho 100 paia di scarpe che ho utilizzato soltanto per la settimana del torneo. Oltre a questo, gioco a Padel nel mio club qui a Gorle e mi piace fare qualche gita fuori porta, vorrei andare a Venezia”.
    “Ci sono molti ex colleghi che hanno trascorso tutto il tempo tra i campi e gli hotel, io ho cercato di conoscere le culture autoctone e visitato le città. In base alle partite, prenotavo le visite ai monumenti e posso dire di aver trascorso più tempo a New York, Parigi e Roma rispetto a São Caetano il luogo in cui sono nato”.
    “La sedia dell’arbitro è il posto più bello dove vedere una partita. A volte è capitato di avere dei dialoghi con i giocatori al cambio di campo. Nelle sfide Andy Roddick contro Roger Federer, l’americano giocava sempre bene ma alla fine perdeva. Una volta a Bangkok, Roddick si rivolge verso di me e mi dice: “Ci siamo un’altra volta”. È finita 6-4 6-0. Inoltre, dalla sedia ti accorgi perfettamente delle cause di una sconfitta. Bisogna conoscere l’indole del giocatore. Il comportamento di un arbitro si deve adattare, ci sono tennisti che non vogliono parlare molto, chi vuole avere l’ultima parola, chi ha il carattere più acceso. Bisogna creare le migliori condizioni perché tutti si esprimano al meglio“.
    La tecnologia ha cambiato la professione dei giudici di sedia, ma a suo dire l’ha svuotata: “Ha tolto un grosso alibi ai giocatori, le chiamate vengono accettate meglio se è la macchina a farle. Detto questo, se un arbitro entra in campo senza concentrazione, commette molti errori persino più gravi rispetto al periodo precedente a Hawk-Eye“.
    “Ho fatto più di 6 milioni di miglia in voli aerei con diverse compagnie, ho qualche punto sulla carta fedeltà e tanta esperienza. Lo scorso anno nel viaggio da Rio ad Acapulco volai in business class, quindi Alcaraz si è avvicinato e in modo simpatico mi ha detto: “Come mai un arbitro vola in business e io in economica?” Ma non era così all’inizio. Al mio primo torneo di Miami nel 1992 prendevo 100 dollari al giorno. Condividevamo la stanza in cinque funzionari per risparmiare. Ma era l’inizio”.
    Un pensiero sul ritiro, momento non facile: “Per chi lavora e per chi gioca terminare l’attività è un momento complicato perché significa iniziare una nuova vita. Djokovic? L’ultima sua grande affermazione è stata l’oro alle Olimpiadi: era la sua ultima possibilità e ha vinto. Nella sua carriera ha ricevuto molte critiche ma continua a vincere. Dopo il tennis può fare qualsiasi cosa, anche il primo ministro in Serbia ma io spero che non entri in politica perché è un ambito divisivo“.
    “Fonseca se manterrà questa mentalità, potrà diventare un idolo. In questo Sinner è l’esempio positivo: si aveva bisogno di un’icona e lui ha risposto. Tra l’altro, Fonseca ha fatto da sparring a Sinner in un master nel 2023. Allora Fonseca aveva dei dubbi se diventare professionista o iniziare l’università negli Stati Uniti, Sinner gli ha chiarito la situazione dicendo che lui alla sua età non giocava così bene e gli ha suggerito di diventare professionista”.
    Chiedono a Bernardes una sua impressione dopo aver arbitrato Sinner a Torino e in Davis, se fosse condizionato alla vicenda Clostebol. Questa la sua risposta: “Per Sinner parlano i risultati. Non so quanti di noi se ricevessero i commenti che gli sono stati rivolti in modo immotivato senza conoscere le carte avrebbero mantenuto quell’equilibrio. E nel frattempo lui ha vinto, lasciando tutti i problemi fuori dal campo. È un fuoriclasse“.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Mensik: “Voglio essere numero uno e vincere tutti gli Slam, ma sui Grand Slam niente nuove regole”

    Jakub Mensik CZE, 01.09.2005 – Foto Getty Images

    Jakub Mensik, miglior teenager al mondo secondo il ranking ATP (54° nel ranking live di oggi), ha ambizioni chiarissime per il suo futuro nel tennis: “Diventare numero uno al mondo e vincere tutti i tornei del Grande Slam”. Il giovane ceco, alto 191 centimetri e dotato di un servizio potente, è considerato uno dei grandi progetti del tennis mondiale insieme a Joao Fonseca, con cui ha già iniziato a costruire una rivalità che promette scintille.
    Durante un’intervista rilasciata a CLAY a Punta Cana, dove sta disputando il Challenger 175 Copa Cap Cana, Mensik ha espresso il suo entusiasmo riguardo ai futuri confronti con Fonseca: “Sono molto emozionato all’idea di giocare molte partite contro di lui”. La loro rivalità è iniziata sul finire del 2024 nelle Finales Next Gen ATP, con un match vibrante vinto dal brasiliano con un punteggio inedito: 3-4(4), 4-3(4), 4-3(2), 3-4(4) e 4-3(5).
    “È stato un buon match, ovviamente con regole diverse”, ha commentato Mensik, ricordando quella sfida. “È un po’ diverso quando giochi fino a sei game. Non abbiamo avuto vantaggi nel punteggio. Questo fa sì che, quando sei in vantaggio, non hai davvero il controllo del gioco. Le differenze tra i giocatori si accorciano quando giochi a quattro game per set”.
    Il tennista ceco di 19 anni fa parte di una nuova generazione emergente che comprende nomi come Fonseca, Arthur Fils e Alex Michelsen. Quando gli è stato chiesto quali siano i punti di forza di questa nuova generazione, Mensik ha risposto: “È un argomento di cui potremmo parlare a lungo. Ovviamente, in ogni epoca del tennis appaiono nuovi nomi, nuove generazioni, nuovi stili di gioco. Il Big 3 ha dominato il mondo del tennis per 20 anni. Ora, questa nuova generazione sta per portare qualcosa di fresco. È difficile dire esattamente cosa ci caratterizza, poiché abbiamo tutti stili diversi. Secondo me, c’è una maggiore enfasi sulla fisicità. Inoltre, credo che possiamo assorbire molto giocando contro i migliori giocatori del mondo. Impariamo molto da questo. Così, un giorno potremo essere al loro livello”.
    Riguardo alla possibilità di vedere un nuovo Big 3 tra queste giovani promesse, Mensik mantiene i piedi per terra: “Roger, Rafa e Novak sono stati al vertice per 20 anni, il che è una follia. Al momento, Novak sta ancora giocando e può ancora vincere tornei. Quindi è un po’ difficile parlarne quando questa nuova generazione sta appena iniziando. Giocatori come me, Joao, Alex Michelsen e tutti questi bravi tennisti hanno il tennis per essere lì un giorno”.
    Interessante anche la sua opinione su possibili innovazioni regolamentari: Mensik considera che la regola del “no-let” (quando la palla tocca il nastro durante il servizio e cade comunque nel riquadro corretto) potrebbe iniziare ad essere applicata nei tornei di categoria ATP 250, ma è categorico nel sostenere che non andrebbero mai fatti cambiamenti di questo tipo nei tornei del Grande Slam, che secondo lui devono mantenere la loro essenza e tradizione.
    Mensik forma insieme ai suoi compatrioti Jiri Lehecka e Tomas Machac una delle squadre di Coppa Davis più forti del circuito. “Stiamo andando piuttosto bene”, ha affermato. “Con Jiri, Tomas, stiamo tutti salendo in classifica, mostrando grandi prestazioni in campo. Questo è davvero fantastico perché, per molto tempo, non abbiamo avuto molti giocatori cechi nella top 100. Ora siamo tre nei primi 50. Quindi penso che sia incredibile quello che sta succedendo e ci stiamo spingendo a vicenda a essere migliori”.Con un tono di orgoglio, Mensik aggiunge: “In Coppa Davis, letteralmente, possiamo battere chiunque. E possiamo diventare una squadra ancora più forte”.
    Il giovane talento ceco si ispira alle leggende del suo paese: “Ovviamente ci sono molte leggende. Non ero nemmeno nato quando Ivan Lendl giocava, ma naturalmente è un’ispirazione. Tuttavia, la mia generazione segue di più quello che hanno fatto Tomas Berdych e Radek Stepanek. Li ho visti principalmente in Coppa Davis. Hanno vinto nel 2012 giocando singolare e doppio, e poi hanno conservato il titolo nel 2013. È stato incredibile e molto emozionante da vedere quando ero bambino. Ora, avere Tomas come capitano della squadra di Coppa Davis è qualcosa di speciale. È davvero importante per noi poter imparare dalla sua esperienza”.
    Con tali basi e una determinazione cristallina, Mensik continua il suo percorso nel tennis professionale, puntando al vertice assoluto del tennis mondiale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Il lancio della moneta affidato a una leggenda: Agassi ospite d’onore a Phoenix

    Andre Agassi con Ugo Gaston e Joao Fonseca – Foto getty images

    Andre Agassi ha fatto una speciale apparizione all’Arizona Tennis Classic venerdì, portando il suo carisma e la sua esperienza al prestigioso torneo Challenger di Phoenix.L’ex numero 1 del ranking ATP ha visitato il Phoenix Country Club, partecipando a una sessione di domande e risposte con i soci prima di eseguire il lancio della moneta onorario per il match tra il teenager NextGenATP Joao Fonseca e Hugo Gaston.“Siete davvero fortunati ad avere questo torneo,” ha dichiarato Agassi rivolgendosi al pubblico di Phoenix. “Che club e location fantastici. Davvero cool. Che grande settimana Challenger, con talenti così promettenti qui. È fantastico poterli vedere da vicino.”
    Vincitore di 60 titoli a livello ATP, Agassi ha partecipato a soli cinque tornei Challenger durante la sua illustre carriera, un dato che evidenzia quanto rapidamente sia riuscito a imporsi nel circuito maggiore.Il campione americano vinse il suo primo titolo ATP nel 1987 a Itaparica, in Brasile, quando aveva appena 16 anni. A distanza di 38 anni, proprio dal Brasile arriva una nuova giovane superstar: il diciottenne Fonseca, che il mese scorso ha conquistato il suo primo titolo ATP a Buenos Aires.
    La presenza di Agassi ha rappresentato un momento significativo per il torneo dell’Arizona, creando un suggestivo ponte generazionale tra uno dei più grandi campioni della storia del tennis e le nuove promesse che si stanno facendo strada nel circuito professionistico.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    La torcia olimpica di Parigi 2024 trova casa nel museo di Rafael Nadal

    Rafael Nadal nella foto – Foto Getty Images

    Rafael Nadal ha aggiunto un pezzo speciale di storia, una torcia delle Olimpiadi di Parigi 2024, al suo museo presso la Rafa Nadal Academy. Il 22 volte campione Slam, il cui nome è per sempre legato alla capitale francese grazie ai suoi record di 14 titoli al Roland Garros, conserva ora un frammento di storia olimpica in tributo al suo ruolo nella Cerimonia di Apertura.
    Lo spagnolo ha portato la torcia attraverso il cuore della città insieme a leggende dello sport come Serena Williams e Zinedine Zidane. Come riconoscimento del suo contributo ai Giochi, la torcia brilla ora tra i suoi trofei, incarnando lo spirito di competizione e di eredità sportiva.
    “Grazie, Olympics, per avermi inviato questa torcia molto speciale”, ha condiviso Nadal sui social media giovedì. “Ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 ho vissuto uno dei giorni più emozionanti della mia carriera e sono felice di conservare questa torcia in un posto d’eccezione nel Museo.”
    A Parigi lo scorso anno, Nadal è stato al centro dello spettacolo olimpico, ricevendo la fiamma dalla leggenda del calcio Zidane prima di salire su una barca sulla Senna. Insieme a Williams, Carl Lewis e Nadia Comaneci, ha portato la torcia verso il Louvre in una cerimonia seguita da milioni di persone. La fiamma ha raggiunto infine la sua destinazione finale, accendendo un braciere ispirato al primo volo aerostatico dei fratelli Montgolfier.
    Il legame di Nadal con i Giochi è profondo, avendo vinto l’oro olimpico nel singolare nel 2008 e nel doppio nel 2016 con Marc Lopez. Ora, questa torcia serve come ricordo duraturo del suo ruolo in una delle tradizioni più iconiche dello sport. Esposta accanto ai suoi trofei e cimeli, cementa l’eredità dell’ex numero 1 del ranking ATP come icona sportiva globale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Lo sport come scuola di vita: Simone Vagnozzi incontra gli studenti di Castorano

    Simone Vagnozzi nella foto

    Lo sport è un potente strumento educativo, capace di trasmettere valori fondamentali che vanno oltre la semplice competizione. Questo messaggio è stato il cuore dell’incontro che Simone Vagnozzi, allenatore del celebre tennista italiano Jannik Sinner, ha tenuto ieri presso la Scuola Primaria di Castorano. L’evento ha rappresentato un momento speciale per gli studenti, i quali hanno potuto ascoltare direttamente dalla voce di un protagonista del tennis internazionale quanto lo sport sia essenziale per la crescita personale e educativa.
    Accompagnato dalla Sindaca Rossana Cicconi e dal Consigliere Comunale Roberto Schiavi, Vagnozzi ha condiviso con i giovani alunni i valori che considera pilastri non solo nello sport ma anche nella vita: umiltà, rispetto e determinazione. Ha raccontato come queste qualità abbiano contribuito al successo di campioni come Sinner, spiegando ai ragazzi che la vittoria più grande non si raggiunge necessariamente sul campo, ma nel modo in cui si affrontano le sfide quotidiane.
    “Lo sport non è solo una questione di vittorie, ma di come affrontiamo le sfide quotidiane, dentro e fuori dal campo”, ha spiegato Vagnozzi, coinvolgendo attivamente i bambini in un dialogo aperto e stimolante. Gli studenti hanno mostrato grande interesse, orgogliosi di poter ascoltare e dialogare con un personaggio di successo profondamente legato alla loro comunità.La Sindaca Cicconi ha ringraziato personalmente Simone Vagnozzi per la sua disponibilità e per l’impegno costante nel trasmettere valori positivi alle nuove generazioni. “Simone è sempre pronto a mettersi a disposizione della sua comunità, nonostante i suoi impegni professionali. La sua visita rappresenta un’opportunità unica per i nostri ragazzi di apprendere non solo tecniche sportive ma anche importanti lezioni di vita”, ha dichiarato.
    La significativa giornata non è passata inosservata all’amministrazione comunale di Castorano, che ha voluto riconoscere ufficialmente il legame profondo e il contributo offerto da Vagnozzi alla comunità. Per questo motivo, il Consiglio Comunale ha deliberato all’unanimità di conferirgli la Cittadinanza Benemerita, un prestigioso riconoscimento che gli verrà consegnato non appena possibile.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Mackie McDonald e USTA Foundation insieme per sostenere i talenti del tennis universitario

    Mackenzie McDonald USA, 16.04.1995

    La USTA Foundation, braccio filantropico della United States Tennis Association Incorporated (USTA), in collaborazione con il tennista professionista Mackenzie (Mackie) McDonald, ha annunciato oggi il lancio del “Mackie McDonald College Fund”. Questa nuova iniziativa offrirà sovvenzioni individuali a studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori che intendono proseguire la loro carriera tennistica a livello universitario.
    Il fondo sosterrà direttamente studenti-atleti cresciuti attraverso la rete National Junior Tennis & Learning (NJTL) della USTA Foundation, che comprende oltre 250 organizzazioni comunitarie diffuse in tutto il paese. Queste organizzazioni utilizzano il tennis per preparare giovani provenienti da comunità svantaggiate, offrendo loro strumenti essenziali per affrontare il futuro con sicurezza e consapevolezza.
    Mackie McDonald, che ha raggiunto il suo miglior ranking ATP al numero 37 in singolare e al numero 49 in doppio, è diventato celebre dopo aver sconfitto Rafael Nadal agli Australian Open del 2023. Prima di diventare professionista, McDonald ha avuto una carriera universitaria di grande successo. Nato a Piedmont, California, ha giocato per la squadra UCLA Bruins dal 2014 al 2016, conquistando il prestigioso titolo di All-American per tre anni consecutivi. Nel 2016, ha chiuso la stagione al primo posto delle classifiche ITA sia in singolare che in doppio, vincendo entrambi i titoli NCAA. Un’impresa che lo ha reso il primo atleta in 15 anni – e solo il quinto dal 1974 – a raggiungere tale risultato.
    Attraverso questa partnership con la USTA Foundation, McDonald desidera condividere la propria esperienza e ispirare le future generazioni di studenti, mostrando loro le straordinarie possibilità che la combinazione di studio e sport può offrire. Il tennista auspica che il fondo possa incentivare i giovani a comprendere il valore profondo dell’istruzione e a sviluppare competenze fondamentali per la vita, dentro e fuori dal campo.
    «Scegliere UCLA è stata una delle migliori decisioni della mia vita», ha dichiarato McDonald. «Sono orgoglioso di poter sostenere i ragazzi nel realizzare i loro sogni universitari, sia sportivi che accademici. È fondamentale garantire che ogni giovane, a prescindere dal proprio background, abbia l’opportunità di sfruttare appieno i benefici dell’istruzione superiore. Attendo con entusiasmo di vedere l’impatto positivo che questo fondo avrà non solo sui giovani beneficiari, ma anche sulle loro famiglie e comunità».
    Ginny Ehrlich, CEO della USTA Foundation, ha commentato: «Il Mackie McDonald College Fund non si limita a fornire borse di studio. La nostra ambizione è preparare i giovani ad affrontare con successo le sfide della vita universitaria e personale. Mackie condivide profondamente il nostro impegno nel formare leader del futuro, pronti a realizzare le proprie ambizioni in qualsiasi settore scelgano. La sua storia personale è testimonianza tangibile dei benefici ottenuti integrando impegno accademico e sportivo. Siamo felici di collaborare con lui per dotare i giovani degli strumenti necessari affinché diventino adulti completi, in grado di contribuire positivamente alla società».
    Le sovvenzioni individuali rappresentano una delle numerose iniziative con cui la USTA Foundation sostiene la rete NJTL, fondata nel 1969 da Arthur Ashe, Charlie Pasarell e Sheridan Snyder. Oggi, grazie alla USTA Foundation, oltre 168.000 giovani negli Stati Uniti accedono a opportunità che superano i confini del tennis, inclusi programmi di apprendimento emotivo e sociale, supporto scolastico, borse di studio e servizi per la preparazione alla carriera e al mondo universitario.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Aryna Sabalenka crea la sua tennista perfetta: ecco le sue scelte

    Aryna Sabalenka nella foto – Foto Getty Images

    Durante l’ultima conferenza stampa a Indian Wells, Aryna Sabalenka si è divertita a immaginare la giocatrice di tennis perfetta, selezionando i migliori colpi tra le sue colleghe. Le sue risposte potrebbero sorprendere molti fan e appassionati.Per il servizio, dopo un breve ripensamento, la bielorussa ha scelto Elena Rybakina: “In un buon giorno prenderei il mio servizio, ma no, meglio quello di Rybakina quando è al massimo.”
    Riguardo al dritto, nonostante adori il proprio colpo nelle giornate migliori, Sabalenka ha optato per Madison Keys: “Sono innamorata del mio dritto nei giorni buoni, ma scelgo comunque quello di Madison Keys.”Per quanto riguarda il rovescio, la bielorussa non ha avuto dubbi: “Mi tengo quello di Coco Gauff.”Nel gioco in risposta, Sabalenka si affida alla polacca Iga Swiatek: “Il suo resto è davvero molto efficace.”Infine, per volée e slice, Aryna ha indicato una grande ex campionessa: “Ashleigh Barty, senza dubbio.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Boris Becker punge Mpetshi Perricard dopo la sconfita a Indian Wells

    Boris Becker nella foto – foto getty images

    Boris Becker, una delle più grandi leggende della storia del tennis, famoso per il suo servizio potente e letale, torna a far parlare di sé sui social media. Questa volta, il tedesco ha commentato ironicamente la sconfitta subita dal giovane talento francese Giovanni Mpetshi Perricard, battuto da Tallon Griekspoor nel Masters 1000 di Indian Wells 2025.
    “Che fine ha fatto il miglior servizio del tennis?” ha scritto Becker sul suo profilo ufficiale di X, rivolgendosi chiaramente a Perricard. Un commento pungente che non è passato inosservato, soprattutto considerando che il francese è una delle attuali rivelazioni del circuito ATP, noto per il suo ruolo tra i nuovi “servebots”, quei giocatori particolarmente specializzati nel servizio potente e spesso imprendibile.

    Whatever happened to the biggest serve in the game …. https://t.co/ZmzIZhOuad
    — Boris Becker (@TheBorisBecker) March 9, 2025

    Questa uscita del campione tedesco ha sollevato diverse reazioni sui social, alimentando ulteriormente l’immagine di Becker come personaggio spesso al centro di polemiche e discussioni online.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO