L’addio alla pallavolo di Giada Cecchetto: “Concludo la mia carriera senza rimpianti”
“È arrivato quel momento… Dopo ben 23 anni di pallavolo, di cui 12 in Serie A, sento che è giusto così…“. Con queste parole qualche settimana fa Giada Cecchetto ha annunciato via social la fine della sua carriera da giocatrice. Un addio carico di significato, perché per il libero milanese la pallavolo non è mai stata solo uno sport, ma una vera e propria scuola di vita, che le ha insegnato a non mollare mai, ad affrontare le sfide con coraggio, a prendersi responsabilità, a cadere e rialzarsi, a soffrire, a lottare, ma anche a gioire, vincere e vivere emozioni intense e irripetibili, rese ancora più speciali dalla condivisione con le compagne di squadra.
In un’intervista ai microfoni di Volley News, Cecchetto ha ripercorso le tappe più significative di oltre vent’anni trascorsi sui campi di pallavolo, parlando anche del nuovo entusiasmante capitolo che si apre davanti a lei.
Giada, quando è nata l’idea di appendere le ginocchiere al chiodo? Come hai capito che era il momento giusto?
“La mia scelta è il risultato di molte riflessioni e decisioni personali, guidate dalla voglia di realizzare nuovi progetti che ho sviluppato in parallelo alla pallavolo. L’idea è nata dopo il conseguimento della laurea magistrale e il superamento dell’esame di Stato per entrare nell’albo dei Biologi, un altro importante traguardo della mia vita. Ovviamente, quando si vivono grandi emozioni nello sport, e lo si fa da sempre, non è semplice affrontare il cambiamento. Così, negli ultimi anni, mi sono limitata a vivere al massimo ogni istante in palestra, in attesa del momento giusto. Quest’anno, sento dentro di me di essere pronta a mettermi in gioco in modo diverso, sia a livello professionale che personale. Infatti, dopo l’ultima palla, ho capito che era giunta al termine una meravigliosa fase della mia vita, ma ero altrettanto pronta a iniziarne una nuova“.
Going out on top, direbbero i media anglosassoni: uscire di scena al massimo, al vertice della propria carriera. Quanto è importante per te questa consapevolezza?
“Molto! È una grandissima soddisfazione e gratificazione per tutto il lavoro, il sacrificio e la determinazione che alla fine mi hanno premiata, regalandomi emozioni indescrivibili durante la mia carriera. Mai avrei pensato di poter arrivare in Serie A, essere protagonista nella massima serie per anni, giocare con grandissime campionesse e vincere una Champions League e una Supercoppa Italiana. Sono onorata e grata per il percorso che ho costruito giorno dopo giorno e per i traguardi che sono riuscita a raggiungere. Devo dire un grosso grazie a chi ha creduto in me e mi ha dato fiducia. Concludo la mia carriera soddisfatta, emozionata e senza rimpianti; porto nel cuore ogni momento, sia nel bene che nel male, che mi ha fatta crescere e reso la persona che sono oggi“.
Qual è il bilancio della tua ultima esperienza alla Futura Volley Giovani Busto Arsizio? In caso di promozione in Serie A1 avresti continuato a giocare?
“Il bilancio finale è decisamente positivo. Abbiamo creato un gruppo straordinario e il lavoro con lo staff è stato caratterizzato da collaborazione e confronto. In palestra ci siamo sempre divertite e, al di fuori, la società ci ha fatto sentire come in famiglia, in una cornice fantastica, al Palaborsani, dove il nostro pubblico ci ha sempre dimostrato affetto. Tecnicamente siamo cresciute moltissimo dall’inizio del campionato e, grazie al nostro duro lavoro, abbiamo raggiunto i Play-Off. Il desiderio di disputare la finale per salire in A1 è sempre stato presente, ma non so se avrei giocato un altro anno. Penso che nella vita ci siano dei momenti per fare le cose… Quello di cui ero certa era che volevo concludere la mia carriera vivendo un’ultima bella stagione sportiva, in una squadra ambiziosa che puntava a vincere, con un ottimo clima di lavoro e un gruppo fantastico di ragazze. E così è stato: non avrei potuto chiedere di più“.
Foto Lega Volley Femminile
Ripercorrendo le tappe principali della tua carriera, quali sono i ricordi più belli?
“Ho moltissimi ricordi, a partire dal primo allenamento con la Nordmeccanica Piacenza nel 2011, dove andai solo per dare una mano e capii che volevo dedicarmi a questo sport nella vita. Ricordo la prima partita in Serie A1 con la maglia di Giaveno nel 2012 e, successivamente, il primo anno da protagonista in A2 con la Bakery Piacenza. Poi c’è la stagione 2015-16 con la Pomì Casalmaggiore, che mi ha regalato emozioni straordinarie per il gruppo che eravamo, per il mio esordio in una competizione europea e per la vittoria della Champions League… Ancora oggi ho i brividi a pensarci! Il mio sogno era diventare titolare in A1 e, dopo aver sfiorato la promozione con Orvieto nel 2018-19, sono riuscita a realizzarlo a Perugia, dove sono stata protagonista per due anni, prima di approdare a Vallefoglia e a Bergamo. Qui ho un altro incredibile ricordo, legato alla stagione 2022-23, quando siamo entrate nei Play-Off e ci siamo qualificate per la Final Four di Coppa Italia a Bologna: è stato magico! Comunque, posso dire che porto nel cuore e ricordo con affetto ogni stagione“.
C’è qualche delusione o sconfitta che ricordi con dispiacere?
“Alcune stagioni sono state più difficili di altre e, in ognuna di esse, ho sempre lavorato sodo senza mai arrendermi. Ci sono stati momenti di sconforto, ma non ho rimpianti. Alla fine, guardandomi indietro, mi sento realizzata sia come atleta che come persona. L’unico dispiacere è di non essere riuscita a portare a Gara 3 la serie della semifinale Play-Off di quest’anno e di non aver concluso la mia carriera con la promozione in Serie A1. Tuttavia, ciò non cancella i bellissimi ricordi della stagione 2024-25 con la Futura“.
Hai avuto tantissimi tecnici durante la tua carriera. Ti posso chiedere chi è stato il migliore per te?
“Da ognuno ho imparato molto e li ringrazio tutti! Tra i migliori c’è sicuramente Barbolini, con il quale ho avuto l’opportunità di lavorare ad alto livello durante la stagione a Casalmaggiore. Grazie a lui, ho potuto affiancare grandissime campionesse, il che ha contribuito notevolmente alla mia crescita. Tecnicamente ho fatto grandi progressi con Pistola nel mio primo anno in A2, e quest’anno mi sono divertita molto con Beltrami per il tipo di allenamenti che ha proposto. Con lui si è instaurato un bellissimo rapporto di stima e confronto“.
Cosa ti mancherà maggiormente della pallavolo?
“Mi mancheranno moltissimo lo spogliatoio, il fatto di stare con le compagne di squadra tutti giorni fino a diventare una famiglia, condividendo insieme le forti emozioni che questo sport regala nelle vittorie e nelle sconfitte. Sicuramente anche i tifosi, che mi hanno accompagnato durante il mio percorso, soprattutto negli ultimi 12 anni di Serie A, e che con un messaggio, una parola, un sorriso o un regalo mi hanno sempre dato molta energia e supporto. Anche in questo momento delicato mi sono stati più vicini che mai con numerosi messaggi di affetto e stima, che spesso mi hanno commosso. Mi sento di ringraziarli di cuore e sono contenta di aver lasciato un bel segno sia come atleta sia come persona. Non penso ci sia modo più bello per concludere la propria carriera sportiva“.
Quale reputi sia il valore più importante che lo sport ti ha trasmesso?
“Il messaggio più importante che ho imparato è che ‘nulla è impossibile’, sia nel recuperare in tuffo un pallone ormai perso, sia nel realizzare i propri sogni. Ovviamente si deve essere disposti a lavorare duramente, fare sacrifici, affrontare le difficoltà e non arrendersi mai; alla fine, però, i risultati arrivano: bisogna sognare e lottare! Grazie alla mia allenatrice dell’U12, Valentina Centenero, la frase che mi ha accompagnato in tutti questi anni è: ‘Se puoi sognarlo, puoi farlo’, e così è stato“.
Foto Instagram giada_cecchetto
Ora inizia per te un nuovo capitolo da Biologa Nutrizionista. Hai comunque intenzione di restare nel mondo della pallavolo?
“A settembre aprirò il mio studio a Milano come Biologa Nutrizionista e intendo portare tutta la mia esperienza sportiva nel campo della nutrizione, educando i pazienti verso il benessere ma anche seguendo squadre e scuole. Mi piacerebbe trasmettere ai giovani i valori dello sport, l’importanza dello studio e di una corretta alimentazione per mantenere la salute e migliorare le proprie performance. Questo percorso è iniziato con le mie due lauree, che mi hanno permesso di crescere anche come atleta, e ora non vedo l’ora di condividere la mia esperienza per aiutare altre persone“.
Di Alessandro Garotta LEGGI TUTTO