More stories

  • in

    Gp Silverstone, Vettel: “Circuito bello, ma il meteo è imprevedibile”

    ROMA – “Pensando a Silverstone non si può non essere felici, dal momento che la pista è splendida. Credo che tutti la amino”. Così Sebastian Vettel nella presentazione Ferrari del GP di Gran Bretagna. “Il circuito si trova in un ex aeroporto e quindi gli spazi circostanti sono molto aperti. Per questo il vento può avere un ruolo molto importante perché è in grado di condizionare in maniera rilevante il comportamento della vettura in un senso o nell’altro, rendendola difficilissima da guidare o aiutandola a seguire ancora meglio le esigenze del pilota”, spiega il pilota della Ferrari.

    Bilanciamento fondamentale
    “Il meteo e le temperature sono spesso imprevedibili e anche per questa ragione non è facile trovare il giusto bilanciamento della vettura – continua il tedesco – Vedremo come la nostra monoposto si comporterà su una tipologia di circuito ancora diverso da Austria e Ungheria, con un gran numero di curvoni da alta velocità”, conclude. LEGGI TUTTO

  • in

    F1 Ferrari, Leclerc: “Non sappiamo cosa ci riserverà Silverstone”

    MARANELLO – “La prossima gara ci vede impegnati a Silverstone e mi vengono subito in mente due elementi distintivi di questo circuito: la velocità, con le curve Maggots e Becketts che sono particolarmente esaltanti da dentro una monoposto; e il fattore meteo, dal momento che Silverstone di solito ci riserva condizioni atmosferiche piuttosto fresche e mutevoli e quindi non si può mai sapere cosa può riservare il weekend di gara”. Il numero 16 della Ferrari Charles Leclerc analizza il Gran Premio di Gran Bretagna, in programma domenica prossima sul circuito di Silverstone, e valido come quarta prova del Mondiale 2020 di Formula 1.
    Progressione costante
    “Per la seconda volta in questa stagione gareggeremo sulla stessa pista per due domeniche consecutivamente, perciò il lavoro fatto nel corso del primo fine settimana sarà la base di partenza per il secondo” sottolinea il pilota monegasco della Ferrari. “Per quanto ci riguarda sarà importante acquisire più informazioni possibili sulla nostra vettura fin dal venerdì e poi lavorare a testa bassa per farla progredire in maniera significativa sessione dopo sessione”. LEGGI TUTTO

  • in

    Ferrari, Binotto: “Mick Schumacher in F1? Valutiamo i suoi progressi”

    ROMA – “Credo che Mick stia facendo bene, sicuramente è più competitivo rispetto allo scorso anno. Dopo una prima stagione di apprendistato adesso sta mostrando i suoi progressi. Ha mostrato una bella crescita sin dall’inizio della stagione, ha avuto alcuni episodi sfortunati, ma se guardiamo ai suoi risultati in Ungheria allora possiamo dire che ha fatto bene. La cosa importante è che stia progredendo”. Il team principal della Ferrari Mattia Binotto riserva queste parole a Mick Schumacher, il giovane figlio d’arte della leggenda della Formula 1 e in particolare della scuderia di Maranello, impegnato nel campionato di F2 e nell’orbita del Cavallino per mezzo della Driver Academy. Solo un podio in Ungheria lo scorso anno per Schumi jr, che però sta dimostrando di fare progressi.

    Il futuro di Schumi jr
    Per un futuro in Formula 1 servirà arrivare almeno tra i primi sei nel mondiale di F2, ma non basterà il nome per aprirgli la strada nelle prossime stagioni, visto che come spiega lo stesso Binotto dovrà convincere tutti del proprio valore in pista, senza però sentirsi sotto pressione: “Arriverà in Formula 1 nel momento in cui riterremo i suoi progressi sufficienti. Al momento deve semplicemente continuare a comportarsi come sta facendo. Noi decideremo il futuro più avanti nel corso della stagione”. LEGGI TUTTO

  • in

    Ferrari, Binotto: “Mick Schumacher deve dimostrare di meritare la F1”

    ROMA – Mick Schumacher sta provando a ripercorrere le orme del padre Michael, leggenda della Formula 1 e della Ferrari. Il giovane pilota della Driver Academy corre in Formula 2, finora con risultati alterni e un solo podio ottenuto nella scorsa stagione in Ungheria. Proprio sul circuito magiaro, però, ha mostrato alcuni passi avanti nell’ultima gara disputata e le sue performance in miglioramento non sono sfuggite al team principal Mattia Binotto, che ha commentato così la crescita di Mick: “Credo che Mick stia facendo bene, sicuramente è più competitivo rispetto allo scorso anno. Dopo una prima stagione di apprendistato adesso sta mostrando i suoi progressi. Ha mostrato una bella crescita sin dall’inizio della stagione, ha avuto alcuni episodi sfortunati, ma se guardiamo ai suoi risultati in Ungheria allora possiamo dire che ha fatto bene. La cosa importante è che stia progredendo”.

    Le parole di Binotto
    Per un futuro in Formula 1 servirà arrivare almeno tra i primi sei nel mondiale di F2, ma non basterà il nome per aprirgli la strada nelle prossime stagioni, visto che come spiega lo stesso Binotto dovrà convincere tutti del proprio valore in pista, senza però sentirsi sotto pressione: “Arriverà in Formula 1 nel momento in cui riterremo i suoi progressi sufficienti. Al momento deve semplicemente continuare a comportarsi come sta facendo. Noi decideremo il futuro più avanti nel corso della stagione”. LEGGI TUTTO

  • in

    F1 Ferrari, Vettel: “Rammarico non aver vinto il Mondiale con la Rossa”

    MARANELLO – “Se mi sono pentito di venire in Ferrari? Assolutamente no. La Rossa è sempre stata un mio sogno, ispirato naturalmente dal vedere Michael Schumacher vincere con la Ferrari. Mi sono sempre ispirato a lui perché penso sia il migliore di sempre”. Dopo sei anni a Maranello, Sebastian Vettel parla a cuore aperto della sua esperienza con la Rossa e di ciò che accadrà a fine stagione
    Rammarico mondiale
    Il pilota tedesco, parlando con Martin Brundle a Sky Sports F1, ha analizzato il suo percorso in Rosso: “Ripeto non mi sono mai pentito di essere arrivato qui dalla Red Bull. Certo l’obiettivo era vincere il Mondiale e, se la vediamo da quel punto di vista, abbiamo fallito. Però ci sono state delle annate molto buone e di questo sono felice. Mi sarebbe piaciuto levare qualche titolo a Lewis per cercare di mantenere imbattuto per un po’ il record di Michael ma ora siamo davvero troppo distanti per provare a fermarlo”.
    L’addio a Maranello è stato un po’ brusco visto che non ci sono state nemmeno trattative come svelato dallo stesso Binotto in Austria: “È  andata così” prosegue Vettel. “Sono un professionista e devo rispettare la decisione presa. Qualunque siano le mie sensazioni a riguardo, dovrò cercare di fare la miglior stagione possibile nonostante il momento non brillante”.
    Futuro da valutare
    Ci sono molte voci in merito al futuro di Vettel, soprattutto in ambito Racing Point che il prossimo anno diventerà Aston Martin: “La verità è che non so assolutamente nulla. Attendiamo di vedere come procede la situazione nel corso della stagione. Saranno molti i fattori che guideranno la mia decisione: anche perché ritengo di essere ancora in grado di competere con tutti ma ci devono essere i giusti presupposti” conclude Vettel. LEGGI TUTTO

  • in

    F1 Ferrari, Binotto e Nardella programmano il GP del Mugello

    MARANELLO – Il sindaco di Firenze Dario Nardella, l’ingegner della Ferrari Mattia Binotto insieme ai rispettivi collaboratori si sono incontrati ieri a Maranello in vista del grande evento del prossimo 13 settembre. Al centro della riunione ci sono stati gli aspetti organizzativi del Gran Premio del Mugello e la giornata della festa per il millesimo Gp della Ferrari che in parte coinvolgerà anche i tifosi, nel rispetto delle misure di sicurezza per il distanziamento sociale.
    Firenze e Ferrari gran connubio
    Il primo cittadino di Firenze non ha nascosto la sua gioia: “Siamo onorati di ospitare a Firenze la festa del millesimo Gran premio della Ferrari. Parliamo dell’unica scuderia che ha fatto tutte le edizioni della Formula 1 e difatti raggiunge per prima il traguardo numero 1000. Firenze e Ferrari sono un connubio straordinario nel mondo, all’insegna della genialità, della creatività e della cultura italiana”. Nardella era accompagnato dall’assessore allo sport Cosimo Guccione e dal consigliere delegato allo sport della Città metropolitana Nicola Armentano. LEGGI TUTTO

  • in

    F1 Ferrari, Binotto: “C'era bisogno di una nuova struttura organizzativa”

    MARANELLO – C’era bisogno di un cambiamento in casa Ferrari. Dopo le prime tre gare del Mondiale 2020 sono emersi molti problemi in casa della Rossa e così a Maranello hanno deciso di dare una sterzata. La Scuderia Ferrari, come si legge in una nota, comunica di aver rivisto la struttura organizzativa dell’area tecnica “al fine di renderla più efficiente e orientata allo sviluppo della prestazione, rivedendone l’impostazione in maniera da definire una catena di comando non più orizzontale e affidando ai responsabili di ciascuna area tutte le deleghe necessarie al raggiungimento degli obiettivi preposti”.
    Nuova organizzazione
    A tale scopo è stata creata anche una nuova area, denominata Performance Development, affidata alla responsabilità di Enrico Cardile. Le altre aree di competenza non hanno subito cambiamenti: Enrico Gualtieri rimane responsabile della Power Unit, Laurent Mekies è direttore sportivo e responsabile delle attività di pista mentre Simone Resta rimane a capo dell’area Ingegneria Telaio. Mattia Binotto, team principal della Ferrari, ha commentato i cambiamenti a Maranello: “Come avevamo anticipato nei giorni scorsi, abbiamo voluto intervenire sulla struttura organizzativa dell’area tecnica in modo da rendere sempre più veloce ed efficiente il processo di ideazione e sviluppo della prestazione della vettura. C’era bisogno di dare una sterzata, identificando in maniera più netta responsabilità e processi e, al tempo stesso, ribadendo la fiducia dell’Azienda in questo gruppo tecnico”.
    Valore delle persone
    Il team principal della Rossa spiega anche la funzione della nuova sezione: “L’area affidata ad Enrico Cardile, che si avvarrà del contributo di esperienza di Rory Byrne e continuerà a contare su un tecnico preparato come David Sanchez, sarà il fulcro dello sviluppo della prestazione della monoposto. Siamo convinti che il valore delle persone Ferrari sia di assoluto livello e non abbia nulla da invidiare a quello dei nostri maggiori concorrenti, però dovevamo intervenire per dare un segnale forte di discontinuità, alzando l’asticella delle responsabilità dei leader di ciascuna area. L’abbiamo detto più volte ma vale la pena ripeterlo: abbiamo iniziato a gettare le fondamenta di un processo che ci deve portare a costruire un nuovo ciclo vincente, duraturo nel tempo”.
    Il manager conferma poi che non sarà una strada rapida e in discesa: “È un percorso lungo, che può subire delle battute d’arresto come quella che stiamo vivendo attualmente in termini di risultati e di prestazione, ma che ci deve veder reagire con forza e determinazione per ritornare il prima possibile ad essere protagonisti assoluti in questo sport. Questo è ciò che vogliamo tutti noi e quello che si aspettano i nostri tifosi in tutto il mondo” conclude Binotto. LEGGI TUTTO

  • in

    Sprofondo Ferrari, Elkann pronto a cambiare tutto: ora rischia Binotto

    Non salta nessuno: non adesso almeno, pur non mancando le buone ragioni. Nella SF1000 s’annidano magagne piuttosto serie, ed è evidente che qualcuno a Maranello ne porti responsabilità. Il problema è che non s’è capito quali siano le peggiori pecche del progetto Ferrari: e come fai a cacciare questo o quel tecnico, se non hai ancora compreso dove la vettura sia fallata? Mattia Binotto continua a fare dichiarazioni vaghe: dopo l’Austria aveva detto che «potrebbe dipendere non per forza da una parte sola della vettura, potrebbe essere un problema di metodo, di progetto, o di concetto». Anche ieri ha dichiarato che «il progetto complessivo della vettura va rivisto, se necessario dobbiamo ridiscutere anche l’organizzazione per migliorare e rinforzare il metodo di lavoro dove ce n’è più bisogno. Per questo dobbiamo, come squadra, capire quali siano le dinamiche che ci hanno portato alla situazione attuale. Non è tagliando teste che si fa andare più forte una macchina». […]
    La strategia della Ferrari
    Se ai tempi di Schumi si poteva fare tutto, anche girare contemporaneamente in tre circuiti diversi, ora bisogna lavorare di fino, di concetto: fare poche manovre che siano fondamentali, e azzeccarle. Per niente facile. L’indagine non si esaurirà prima del secondo GP a Silverstone, perché dopo aver corso su piste affatto diverse quali sono Red Bull Ring e Hungaroring, bisognerà osservare la SF1000 anche su un circuito con curvoni veloci. Fondamentale sarà farlo (weekend del 2 agosto) ma anche rifarlo (9 agosto), perché la possibilità di effettuare comparazioni tra diverse soluzioni sulla stessa pista, a una settimana di distanza, è tecnicamente preziosa. Successivamente, dopo Silverstone 2, si deciderà dove e come spendere i gettoni di sviluppo. E’ chiaro che si tratterà di correttivi, ma Binotto e i capoccia dei vari reparti sperano sempre che la macchina si possa risistemare in modo da manifestare un potenziale inespresso. Fino a quel momento nessuna decisione traumatica, non ci saranno allontanamenti, ciò che potrebbe avvenire nella seconda parte del campionato.
    Ora a rischiare è Binotto
    Questo è il margine di manovra che John Elkann (avvertenza: si tratta del presidente della Ferrari) e l’amministratore delegato Louis Carey Camilleri hanno garantito all’attuale team principal. Se la Ferrari si rimetterà in corsa con possibilità di varare una macchina nettamente migliore nella prossima stagione (telaio bloccato, un’evoluzione di motore consentita ma ampio margine di manovra su aerodinamica e sospensioni) Binotto potrà cambiare alcuni responsabili e continuare a condurre, in caso contrario sarà molto probabilmente lui a pagare. Nessuno in questo momento, a Maranello, sembra mettere in dubbio il fatto che Binotto possa vivere giornate di quarantott’ore, visto che sia ogni team principal, sia ogni direttore tecnico, è con la testa sul lavoro ventiquattr’ore su ventiquattro. LEGGI TUTTO