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    Argentina, fine dell’era Coria: il ‘Mago’ lascia la panchina di Coppa Davis

    Guillermo Coria nella foto – foto getty images

    Guillermo Coria non è più il capitano della nazionale argentina di Coppa Davis. L’annuncio è arrivato dalla Federazione Tennis Argentina (AAT), che mette fine a un ciclo di tre anni sulla panchina dell’Albiceleste.Il “Mago”, come era soprannominato da giocatore, ha cercato di riportare l’Argentina ai vertici della competizione, ma non è riuscito a trovare quel successo che tutti speravano. La sua gestione si è conclusa dopo l’eliminazione nei quarti di finale contro l’Italia campione.
    La Federazione si prenderà ora un periodo di riflessione per analizzare come migliorare la situazione e, soprattutto, per individuare il profilo ideale che possa raccogliere l’eredità di Coria. Anche se l’ufficialità del successore richiederà ancora del tempo, è probabile che la Federazione stia già valutando diversi candidati per il ruolo.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Davis Cup 2024: una vittoria di squadra, trainata da Berrettini

    Matteo Berrettini esulta a Malaga (foto Brigitte Grassotti)

    Una manifestazione affascinante, complessa e pure “scomoda” come la Davis Cup la si vince di squadra, costruendo un team solido che sopperisce a qualche assenza pesante nelle varie fasi dell’evento e crea un clima positivo per spingere ogni membro a dare il massimo e reggere la pressione di partite mentalmente durissime. Tuttavia capita quasi sempre che all’interno di una squadra ci sia un tennista che spicca sugli altri, che trascina il gruppo moralmente e fisicamente sul campo, alzando il livello generale e risultando così decisivo al successo. Nell’edizione 2023 era stato indubbiamente Jannik Sinner a caricarsi tutto e tutti sulle proprie spalle, vincendo le proprie partite e dando sicurezza a Lorenzo Sonego, compagno di doppio altrettanto importante per il successo italiano. La vittoria di quest’anno porta ancora la firma del nostro magnifico n.1, impeccabile  nelle sue tre partite in singolare a Malaga, ma il giocatore simbolo dell’Italdavis 2024 è senza ombra di dubbio Matteo Berrettini. È lui il volto del team azzurro capace di alzare la terza “insalatiera”, colui che più di tutti desiderava vincere dopo aver solo assistito in panchina da “primo tifoso” al successo dell’anno scorso. Se l’era ripromesso, un chiodo fisso, e un patto con Jannik: il prossimo anno torniamo qua e la vinciamo insieme. Sinner è uomo di parola, non promette niente a caso e il suo verbo è scolpito nella pietra, perdura nel tempo e puoi fidarti ciecamente. Missione compiuta, grazie alla potenza dell’altoatesino, sempre più dominante nel tennis maschile, ma anche e soprattutto grazie a Berrettini che oltre ad esser stato decisivo a Malaga lo è stato a Bologna nella fase a gironi.
    Matteo infatti dopo US Open si è preparato a dovere per essere presente nella città emiliana a metà settembre e guidare la giovane truppa di Volandri, con Cobolli all’esordio e priva pure di Musetti, oltre che Sinner (campione a New York una manciata di giorni prima della Davis e per questo giustamente esentato). Berrettini è campione dentro, si è preso la responsabilità morale di guidare i compagni, lo si vedeva chiaramente nella settimana bolognese. È diventato Primus inter pares, leader morale di un gruppo di enorme potenziale ma ancora acerbo.
    Volandri ha fatto il suo da capitano, e la seconda vittoria di Malaga ha confermato ancor più quanto il suo ruolo sia stato sottovalutato… “Ha vinto Sinner da solo” pensava l’italiano tifoso-medio… Chiaro, l’anno scorso Jannik ha trascinato tutti con un’esuberanza tecnica e morale superiore, …come ha fatto in semifinale a battere un fortissimo Djokovic in singolare e poi “triturarlo” anche in doppio è roba già entrata nella leggenda del nostro sport per la porta principale. Ma “Filo” era lì, ha fatto da parafulmine in mille occasioni, silente e risoluto, e quest’anno non ha sbagliato una scelta, una mossa. Applausi sinceri. E il treno vincente è partito da Bologna, dai gironi, dove era necessaria la serenità in un gruppo giovane e ancor più il carisma di uno come Matteo, che tra sguardi seri e risate da amico della porta accanto è stato decisivo a sostenere moralmente i compagni.
    Testa, ma anche campo… a Bologna erano necessari i punti in singolare di Berrettini e lui ha marcato presente. Ha lottato, non ha giocato nemmeno il suo miglior tennis a differenza di Malaga, dove ha davvero impressionato ricordando a tratti il giocatore devastante capace di fare finale a Wimbledon, semi a Melbourne e US Open e tanto altro. Anche a Malaga erano necessari i suoi punti, nel doppio decisivo contro gli argentini e poi nei primi singolari di semifinale e finale. E Matteo non ha tradito le attese. Non poteva farlo, non era consentivo. Imperativo categorico diventato scudo protettivo contro ogni possibile malasorte o problema. No, stavolta no. Voglio vincere e vinceremo. Tutto è partito dalla sua forza morale, dalla sua voglia assoluta di rivalsa, di riprendersi almeno in parte quel che un fato maligno sotto forma di infortuni gli ha tolto per troppo tempo. Così che Berrettini ha affrontato un autunno solo discreto sul tour, con qualche sconfitta di troppo, ma l’obiettivo era affinare la condizione e sbarcare a Malaga con la massima forma possibile, per farsi trovare pronto ed esplodere tutta la sua potenza. Singolare o doppio non importa; conta solo giocare al proprio meglio e mettere in campo tutto e di più, per andare a prendersi la vittoria più pesante in carriera. Per una volta le cose sono andate esattamente come voleva lui, anzi, forse ancor meglio.
    Infatti in molti – incluso chi scrive – era non poco dubbioso sul rendimento in doppio del nostro Matteo-Nazionale. La sua storia nella disciplina è modestissima, e di grandi vittorie non c’era traccia. Ma si torna al punto di prima, anzi ai due punti focali. Sinner, la sua aura, quella che trasmette in campo ai compagni ed avversari; il desiderio diventato imperativo di vincere in Berrettini. Così Matteo ha giocato indubbiamente il suo miglior doppio in carriera. Pochi gli schemi “classici” applicati insieme a Jannik per chiudere l’angolo e aggredire lo spazio… ma c’era tanto di quel servizio, di quella potenza e di quella voglia di vincere che i due rispettabilissimi argentini pur giocando assai bene alla fine hanno ceduto. E nonostante il romano avesse a fianco il tennista più forte del mondo, i punti più belli e pesanti se li è presi proprio Matteo, con qualche risposta di rovescio che è andata oltre ai suoi difetti, con tempi di chiusura sul net ottimi, e bordate devastanti.
    Forte di questa vittoria decisiva, in semifinale c’era un minimo dubbio: tenerlo buono per un altro eventuale doppio decisivo, o mandarlo subito in campo a sfidare l’australiano? Probabilmente Volandri e Berrettini non avranno quasi parlato, sarà bastato uno sguardo. Matteo si è preso la responsabilità di giocare il primo match contro l’insidiosissimo davisman Kokkinakis e ha vinto una partita meravigliosa, dura, pure in rimonta. L’ha vinta con lo spirito guerriero di chi non contemplava la sconfitta come possibilità. Stavolta vinco io, la coppa voglio alzarla insieme agli altri. Da protagonista. Detto fatto, e bis nella finale, con una prestazione ancora superiore contro Van de Zandschulp, demolito nelle sue relative certezze dalla forza mentale e potenza di un Berrettini troppo voglioso di vincere per potersi permettere anche il minimo dubbio o incertezza. Lo sguardo verso la panchina prima del break strappato in finale, o quel recupero col taglio sotto di diritto contro Kokkinakis… giocate e momenti che non si possono spiegare affidandosi al libro del gioco, lì si entra in territori che rimandano all’animo, alla Forza del Pensiero di un ragazzo profondo, umile e determinato. Uno che per una volta è stato più forte della sfiga e degli avversari. Si è regalato e ci ha regalato una vittoria memorabile. Per lui è il titolo più “pesante” in carriera, dopo 10 ATP tra 250 e 500. Questa Davis Cup vale di più, tanto di più. Grazie Matteo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Italia da record in Davis: nel 2025 può fare la storia con il tris. Il prossimo anno nuovo format – l’Italia campione salta il primo turno

    Italia da record in Davis: nel 2025 può fare la storia con il tris – (foto Brigitte Grassotti)

    L’Italia del tennis non vuole fermarsi dopo il secondo trionfo consecutivo in Coppa Davis. La squadra azzurra ha infatti la possibilità di compiere un’impresa mai riuscita a nessuno nella storia moderna della competizione: vincere tre titoli consecutivi.
    UN CLUB ESCLUSIVODal 1972, anno in cui la Davis assunse un formato più democratico e professionale, solo cinque nazioni sono riuscite a vincere due edizioni consecutive: Stati Uniti (1978-1979 e 1981-1982), Svezia (1984-1985 e 1997-1998), Germania (1988-1989), Spagna (2008-2009) e Repubblica Ceca (2012-2013). Nessuna è mai riuscita nell’impresa di vincerne tre di fila.
    LA NASCITA DI UN IMPEROI successi nelle ultime due edizioni non sono casuali ma riflettono una generazione di talenti straordinari, frutto di un lavoro istituzionale eccellente. Non si parla solo di Jannik Sinner, che meriterebbe un capitolo a parte, ma di un movimento intero che sta dominando il tennis mondiale.
    LA SFIDA DEL FORMATOIl nuovo formato della competizione rende difficile il confronto storico con il passato. Se prima le squadre potevano giocare tutte le eliminatorie in casa o in trasferta, con match al meglio dei cinque set che favorivano i grandi campioni, oggi il format concentrato rende tutto più imprevedibile.
    IL NUOVO CALENDARIOIl primo turno delle qualificazioni si terrà dal 31 gennaio al 2 febbraio 2025, con 13 sfide che si disputeranno con la formula casa-trasferta. L’Italia, in quanto nazione detentrice del titolo, sarà esentata da questo turno insieme al paese ospitante delle Finals.
    IL PERCORSO DEGLI AZZURRIGli uomini di Volandri entreranno in gioco dal 12 al 14 settembre 2025, quando si disputerà il secondo turno di qualificazione che sostituirà la vecchia fase a gironi. Gli azzurri affronteranno una sfida con formula casa-trasferta, mentre il paese ospitante delle Finals sarà già qualificato per i quarti di finale.
    LE NOVITÀLa principale innovazione del format 2025 è la scomparsa della fase a gironi, sostituita da un sistema di eliminazione diretta. Un cambiamento significativo che rende il percorso verso la vittoria finale ancora più impegnativo, ma che premia le nazioni vincitrici con un cammino più agevole nell’edizione successiva.
    VERSO IL 2025L’Italia avrà quindi l’opportunità di scrivere una pagina unica nella storia della Davis nel 2025. Un’impresa che consoliderebbe definitivamente il dominio azzurro nel tennis mondiale e che testimonierebbe la forza di un movimento che sta vivendo la sua età dell’oro.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Le parole degli azzurri dopo la vittoria in Davis Cup. Volandri: “Questo gruppo è diventato squadra”

    La squadra italiana di Davis Cup a Malaga (foto Brigitte Grassotti)

    C’è tanta soddisfazione nella squadra italiana nuovamente vittoriosa in Davis Cup a Malaga. Una conferma del titolo 2023 importantissima e non scontata, ulteriore certificazione di come nel 2024 il tennis italiano nel suo complesso abbia dimostrato di essere di gran lunga il più competitivo al mondo, grazie alle straordinarie vittorie di Sinner e non solo. Riportiamo le parole di Volandri, Sinner, Berrettini e Musetti nella press conference conclusiva della Final 8.“Il fatto che tutti guardano il tennis ora credo ci abbia responsabilizzato” afferma Filippo Volandri, capitano del team azzurro di Davis, “ci ha fatto crescere e ha allargato le nostre spalle anche se i ragazzi ce l’hanno già belle larghe… La vittoria dell’anno scorso ci ha insegnato che non è stata solo una vittoria sportiva ma anche sociale. Purtroppo viviamo ogni giorno dei fatti di cronaca non dei migliori… pertanto regalare a tutta l’Italia un sorriso con lo sport sia molto importante. Se poi ci mettiamo che anche le ragazze si sono laureate campionesse del mondo è ancora più importante. Siamo orgogliosi”.
    Chiedono a Sinner sugli errori sui match point. Così Jannik: “Sapevo che poteva essere l’ultimo punto dell’anno. Si poteva chiudere una stagione incredibile per me. Significava tanto per me, altrimenti non sarei venuto qua. Il tennis può essere molto imprevedibile, anche se avevo due break. Sì, le emozioni ci sono sempre, nessuno è una macchina…” Lo interrompe Matteo Berrettini dicendo “Ha dimostrato di essere umano anche lui, non è una macchina!”, nelle risate generali.
    Solo sei sconfitte per Sinner, qual è quella più indigesta e come passerà la off season. “Monte Carlo contro Tsitsipas, ma anche i quarti di finale a Wimbledon, tra le due direi quella nello Slam. Andrò a casa per Natale, mi piace passarlo insieme con le persone che amo, per me Natale è una giornata speciale, da piccolo non vedevo così tanto i miei quindi passare una gionata con loro per me è importante. Andrò a Dubai a fare la preparazione”.
    Domanda per Berrettini, come ha chiuso l’annata, sulla sua preparazione per il 2025 e notizie sul prossimo allenatore. “Non sarò testa di serie in teoria in Australia (ha chiuso da n.35 al mondo, ma le chance di esserlo ci sono in caso di forfait), era un obiettivo e non è andato ma questo raggiunto qua è ancora più importante. Per l’anno prossimo ancora le cose sono in fase di definizione, giocherò la prima settimana dell’anno ma non so ancora dove. Riguardo all’allenatore non ho novità, appena ci saranno vi farò sapere”.
    Chiedono a Musetti sul supporto dei compagni vista la sconfitta sofferta nel primo match. “Quando ho finito il match contro Cerundolo l’ho sentito come un imprevisto, perché i miei compagni possono confermare quanto in allenamento mi sentissi bene. È stata un brutta sorpresa la mia performance, non sono riuscito a tirare fuori delle soluzioni come invece ha fatto Matteo ieri. Dal di fuori sono riuscito ad apprezzare ancora di più il lavoro che hanno fatto i ragazzi. Sono due anni che non sono così vincente o almeno partecipe in campo di queste due vittorie in Davis, ma almeno poterle condividere con dei ragazzi fantastici mi fa stare tranquillo e mi spinge ad affrontare il prossimo anno con tanti stimoli e motivazioni per poter crescere partendo da partite di questo genere”.
    Chiedono a Volandri ripensando al gennaio 2021, quando è entrato come capitano, se la squadra sia andata oltre alle sue aspettative. “È stato un viaggio straordinario, c’è tantissimo lavoro dietro nella costruzione della squadra oggi. C’è stato un lavoro importante nella costruzione di un gruppo che è diventato una squadra con la voglia di riportare a casa questo trofeo meraviglioso. Hanno esordito sei ragazzi, loro hanno dato molto a me ed io spero di aver dato qualcosa a loro per la crescita che hanno compiuto. Si vince e si perde da squadra, ed è quello che ha fatto la differenza. L’anno scorso dopo la prima vittoria ho chiesto a loro di aprire un ciclo, restare al vertice, però loro vanno più veloci di me e quindi questo trofeo rimane in Italia per un altro anno. Adesso ci dovremo riorganizzare per avere nuovi obiettivi”.
    Berrettini chiude la press conference prendendo la parola: “Vorrei ringraziare tutti i ragazzi che stanno dietro con noi, dottori, fisioterapisti, incordatori… Umberto Rianna, ci tenevo a ringraziarlo come tutti gli altri per il loro aiuto, supporto, organizzazione sono persone importanti”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner batte un ottimo Griekspoor, L’ITALIA TRIONFA PER LA TERZA VOLTA IN DAVIS CUP!!!

    Jannik Sinner a Malaga (foto Brigitte Grassotti)

    Classe immensa, ma stasera nella bolgia colorata di Malaga soprattutto testa e cuore, e forse così è ancor più bello. Grazie Jannik, Grazie Matteo, grazie a tutta la squadra azzurra!!! La Davis Cup è la competizione che più di ogni altra si vince con il cuore, con la testa, con la determinazione, proprio quella che ha spinto il nostro magnifico Sinner a vincere una dura partita contro un tostissimo e mai domo Tallon Griekspoor, battuto per 7-6(2) 6-2 nel secondo singolare della finale. Una vittoria meritata che porta il secondo punto all’Italia contro l’Olanda e regala al nostro tennis la seconda Coppa Davis di fila e terza nella nostra storia. Si chiude un’annata di tennis INCREDIBILE per il tennis italiano. Abbiamo il n.1 del mondo nel maschile con due Slam vinti e le ATP Finals; abbiamo la n.4 al mondo in Jasmine Paolini nel singolare femminile (con due finali Slam disputate, prima nella storia a Wimbledon per una nostra giocatrice) e siamo campioni di Billie Jean King Cup, oltre alle medaglie olimpiche. Il 2024 non si poteva chiudere meglio, con una cavalcata trionfale ed emozioni che non potremo mai dimenticare.
    Ci sarà tempo per analizzare a freddo questa settimana di Davis Cup e l’annata irreale di Jannik Sinner, ma a caldissimo e con il cuore che batte fuori scala per l’emozione non possiamo che sottolineare per l’ennesima volta quanto il nostro n.1 sia un campione totale, uno che trova il modo per vincere anche quando al di là della rete c’è un avversario formidabile, capace di giocare il suo miglior tennis possibile, mentre le tue gambe non vanno come i giorni migliori. Il secondo singolare della finale di Coppa Davis infatti ha visto un Jannik tutt’altro che al massimo del suo rendimento con i colpi da fondo campo, in particolare nel primo set, parziale nel quale è stato il servizio a portarlo fino al tiebreak, più che ogni altra fase di gioco. Spesso in leggero ritardo sotto i colpi potenti e molto aggressivi dell’olandese, è stato proprio l’azzurro a concedere le uniche palle break, cancellate senza tremare. “Ai punti” per dirla in gergo pugilistico, c’era arrivato meglio Tallon al gioco decisivo. Ma quando entra in scena la parola “decisivo”, allora la musica cambia e la rock star diventa Jannik, bravo come nessun altro nel reggere la pressione e giocare un tennis pratico, lucido, consistente. La sua aura di campione aleggia davvero sul campo, è palpabile, e questo irretisce gli avversari, li porta a giocare sopra il loro massimo ritmo di controllo perché sono consapevoli che il nostro alza il muro e non regalerà niente. Alcuni non reggono e crollano sotto la tensione; altri, come Griekspoor, invece esagerano e sbagliano per eccesso di foga. Jannik invece ha giocato un tiebreak magistrale, solo scelte giuste, solo giocate precise e calcolate, con una precisione da chirurgo. La palla corta che ha spaccato il tiebreak, per la perfezione dell’esecuzione e come l’ha costruita, è da far vedere in ogni scuola tennis e maestri d’Italia. Perfetta.
    Si ipotizzava che nel secondo set, subita la “mazzata”, l’olandese crollasse, memore anche delle totali sconfitte patite contro l’azzurro. Invece Tallon ha se possibile ancor più alzato l’asticella, arrivando a giocare con un furia quasi cieca, persino cattiva tanto è stato aggressivo. Ha esagerato di nuovo, ed è andato sotto, un break che pareva definitivo. Invece Sinner per la prima volta in tutta la settimana di Malaga ha giocato un game brutto, con un doppio fallo e scelte di gioco sbagliate. È umano, ma in questo 2024 è diventato talmente forte da averci quasi disabituato a commettere errori e giocate non corrette… Invece per una volta ha sbagliato tutto e subito il contro break. Bagarre? Sì, ma la forza di Sinner è uscita proprio in quel momento, e lì ha vinto l’incontro, quando le cose si erano messe mica bene… Jannik è salito in cattedra in risposta, andando ad agganciare alcune prime palle con tuffi in massimo allungo tutt’altro che disperati, e trovare pure traiettorie interessanti, profonde, che hanno spinto il rivale ad attacchi difficili, ed errori. Sostanza, visione, lucidità e forza, anche se nelle gambe dopo la tirata delle ATP Finals di dinamite non ce n’era più tanta. Quanto basta a mettere pressione al rivale e strappare il break che ha rotto definitivamente l’equilibrio. Sinner è volato via verso il successo, imprendibile.
    Jannik stellare per la sua voglia di vincere, per come riesca a sorprendere ogni volta trovando le misure all’avversario e superarlo, affidandosi a giocate e colpi diversi a seconda delle necessità. In una giornata meno brillante con i piedi e nella reattività, e quindi più difficile per imporsi con i vincenti a massima velocità, Sinner si prende la vittoria servendo da campione, rispondendo in modo clamoroso nei passaggi chiave, alzando il muro in difesa e facendo sentire la sua presenza in campo. È un vero leader e n.1 anche per questo, non solo per quelle giocate talmente veloci e consistenti che lasciano di stucco. Oggi nella finale di Davis Cup ha regalato al pubblico “solo” alcuni dei suoi vincenti spaziali. Chissenefrega. Una finale è da vincere, e Sinner VINCE. Come Berrettini.
    È bellissimo concludere questo commento con l’abbraccio fraterno tra Jannik e Matteo. I due tennisti più forti e vincenti del Rinascimento del tennis italiano, finalmente vittoriosi insieme. Grazie ragazzi! Siete fantastici!
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Sinner parte col braccio “caldo”: due Ace, così per mettere le cose in chiaro su chi comanda… Bellissimo il pressing col diritto di Jannik, disegna il campo e chiude. 1-0. Il primo punto in risposta Sinner se lo prende con una smorzata di diritti perfetta dopo 3-4 mazzate profonde. Griekspoor regge e vince il suo primo game. Nel terzo game Jannik sbaglia un diritto d’attacco, 15-30, e poi 15-40 con un errore di rovescio in manovra di Sinner. Due palle break, improvvise visto l’ottimo avvio, ma poche prime nel game. Attacca con coraggio Tallon sulla seconda palla, ma ottimo il passante potente dell’italiano. Sulla seconda spreca l’olandese, dopo una bella risposta sbaglia l’attacco in back. Salva il game grazie al servizio, eccellente il “kick” sul punto decisivo. Griekspoor ha preso la partita petto, nessuna attesa e spinge tutto al massimo, del resto non ha niente da perdere ed è davvero rapido nell’avventarsi sulla palla. Grande livello, la sensazione è che non possa giocare molto meglio di così, è al “top”. Torna a comandare il servizio, ben 5 Ace per l’azzurro in tre turni. Quando Tallon riesce a spingere alla massima velocità, Jannik è un filo meno rapido a scattare come un fulmine lateralmente, ma compensa servendo come un treno e comandando dal centro del campo, trovando una profondità e ritmo notevolissimi, un forcing che dopo 4-5 colpi stronca la resistenza dell’olandese. Serve anche bene l’orange, rischia tanto come sul 40-0 dell’ottavo game, tanto che commette doppio fallo nel cercare tanta spinta. Sinner stazione molto lontano, manda un segnale all’avversario “iniziamo lo scambio”, ma non sempre funziona. 4 pari. Il nono game inizia col nono Ace dell’azzurro, poi altre due bordate eccellenti. Bene così, perché nell’unico scambio è Jannik a sbagliare per primo, e poi si consegna a Griekspoor con un attacco di diritto stranamente corto e poco rapido per i suoi standard d’eccellenza. Poco male, chiude a 30 il gioco Jan, 5-4 Italia. Martella con enorme intensità Tallon, un fulmine del tirare a tutta il primo colpo di scambio, spesso in contro piede rispetto all’angolo del servizio. Solo 4 punti persi alla battuta per lui, e 5 pari. Serve bene anche Jannik, con l’Ace n.11 si guadagna il 6-5. Game #11, pressione massima di Tallon che esagera col diritto in spinta. 0-15, perde uno scambio rocambolesco ma si issa al tiebreak col servizio. ACE di Jannik nel primo punto, erroraccio di Tallon nel secondo, un rovescio banale spedito in corridoio, peggior gratuito di tutto il match, 2-0. Sfonda col diritto l’azzurro nel quarto punto, frustata inside out micidiale, miglior accelerazione del match, 3 punti a 1, e poi 4-1 con il “solito” scambio in pressione vinto dal n.1. Poche prime dell’olandese, Jannik ne approfitta costruendo bene lo spazio per infilare all’improvviso una smorzata magnifica, taglio sotto alla palla col diritto magistrale, talmente ben eseguita che Griekspoor non ci prova nemmeno perché preso in contro tempo totale. Esecuzione top, con il momento ideale per tirarla. CAMPIONE. Con un gran servizio Sinner volta 6 punti a 2, 4 Set Point! ACE!!! Basta il primo, dodicesimo asso a chiudere un parziale tutt’altro che facile contro un avversario a mille all’ora. Ma nei momenti decisivi, nessuno regge e controlla la pressione meglio di Sinner. Nessuno.
    Secondo set, Olanda to serve. Nonostante la cocente delusione del tiebreak, dove è andato molto sotto all’italiano, l’olandese gioca un buon game.La sua situazione si complica sull’1 pari. Jannik regala al pubblico un altra palla corta micidiale, quanto bene la testa della sua racchetta scivola sotto la palla… 0-30. Griekspoor chiede tutto alla battuta e trova due pallate ingestibili. Sul 30 pari però esagera col rovescio cross, non fortunato per la palla che s’impenna sul nastro, ma rischio esagerato. Lo paga con la palla break, la prima del match che concede, sul 30-40. Sinner letale! Risponde in modo acrobatico, guadagna il centro del campo e tira colpi profondi al centro, grande margine e pressione, ed è di nuovo il rovescio a tradire Tallon. BREAK Sinner, primo allungo del match, 2-1 Italia. Nel quarto game, quando meno te l’aspetti, arriva il calo del n.1 Jannik commette il primo doppio fallo del match, e nemmeno di poco… poi attacca con un diritto discreto ma non ottimale, e Tallon è bravissimo ad arrivare con corretto timing e sparare un passante cross eccellente. 15-30! Uff, errore grave di Jannik col diritto, mentre era al comando dello scambio, peggior errore dell’incontro. Gli costa il 15-40, due palle break. Sinner riprova lo stesso schema di prima, con lo stesso errore, attacco non così profondo e passante ottimo dell’olandese. Contro BREAK, brutto game di Jannik che paga a caro prezzo. 2 pari, tutto da rifare. Beh, tutti in piedi per la demi-volée spaziale di Tallon nel secondo punto, degno del miglior McEnroe. Applausi. Sinner resta impassibile, anzi, se possibile spinge con ancor più potenza e continuità, grande margine ma totale pressione. Forza il game ai vantaggi, la tensione in campo è massima. INCREDIBILE la risposta in tuffo di Jannik, guadagna il centro del campo e tira forte, costante, tutto troppo consistente tanto che Tallon è il primo a sbagliare. Palla Break!!! Non entra la prima di servizio… ma riesce a comandare ed è Sinner sbagliare un diritto in recupero. Sbaglia malamente Griekspoor un taglio di rovescio, ancora dopo una risposta molto profonda dell’azzurro. OOOOO DISASTRO OLANDA! Commette un doppio fallo dolorassimo sulla seconda palla break, così che l’Italia è di nuovo avanti 3-2. Jannik gioca finalmente a braccio sciolto, la bordata col diritto vincente che vale all’Italia il 4-2 è una pallata talmente pesante e precisa che nel palazzo dello sport di Malaga rimbomba il suono sordo dell’impatto… devastante Jannik, sciolto col braccio e libero di scatenare la sua prepotenza. Griekspoor cerca di andare alla velocità di Sinner, ma non ci riesce, con nel cuore e nella testa un macigno per il break subito. Sinner sullo 0-30 tira un’altra risposta di diritto micidiale, non può nulla Tallon. 0-40, tre chance per il doppio allungo, di fatto tre palle match… Si butta avanti l’orange, e gli va bene sulla prima, ma il serve and volley sul 15-40 è totalmente errato e c’è il terzo BREAK di fila, 5-2. Manca un solo passo alla vittoria, alla gloria eterna. E Jannik Non tradisce. Con un Ace vola 40-0, tre palle Match. Il nastro nega due ace di fila… quindi sbaglia un diritto. 40-15. Poi ne sbaglia un altro, un po’ disunito con le gambe. 40-30. Pesa questo match point, anche per Sinner. Non va nemmeno il terzo, altro errore di Sinner! Il rovescio non tradisce mai, pallata e quarta chance di chiudere. Servizio vincente!!! CAMPIONI!!!!

    ITF Finals J. Sinner76 T. Griekspoor62 Vincitore: J. Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace 40-15 40-30 40-40 A-405-2 → 6-2T. Griekspoor 0-15 0-30 0-40 15-404-2 → 5-2J. Sinner 15-0 ace 30-0 ace 40-03-2 → 4-2T. Griekspoor 15-0 30-0 30-15 40-15 ace 40-30 df 40-40 40-A 40-40 40-A df2-2 → 3-2J. Sinner 15-0 15-15 df 15-30 15-402-1 → 2-2T. Griekspoor 0-30 30-401-1 → 2-1J. Sinner0-1 → 1-1T. Griekspoor0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0*-0 1-0* ace 2*-1 3*-1 4-1* 4-2* 6*-26-6 → 7-6T. Griekspoor 0-15 30-15 ace 30-30 40-30 ace6-5 → 6-6J. Sinner 0-15 15-15 40-15 ace ace5-5 → 6-5T. Griekspoor5-4 → 5-5J. Sinner 30-0 30-15 40-15 40-304-4 → 5-4T. Griekspoor 15-0 ace 30-0 40-0 40-15 df 40-304-3 → 4-4J. Sinner 15-0 ace 30-15 40-15 ace3-3 → 4-3T. Griekspoor3-2 → 3-3J. Sinner 0-15 15-15 40-15 ace2-2 → 3-2T. Griekspoor 30-0 30-15 40-152-1 → 2-2J. Sinner 15-0 ace 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-401-1 → 2-1T. Griekspoor 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 ace1-0 → 1-1J. Sinner 15-0 ace 30-0 ace 30-15 40-15 ace0-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Italia-Olanda 2-0, la finale della Davis: Berrettini vince. Jannik Sinner trionfa e L’Italia conquista la terza Davis nella sua storia

    Jannik Sinner e Matteo Berrettini (foto Sposito/FITP)

    La finale della Coppa Davis 2024 mette di fronte l’Italia, che cerca il bis dopo il trionfo dello scorso anno, e l’Olanda, alla prima finale nella sua storia. Una sfida che promette spettacolo e che incoronerà i campioni del mondo.
    LE AMBIZIONIL’Italia punta a diventare la prima nazione a vincere due titoli consecutivi dai tempi della Repubblica Ceca, più di dieci anni fa. L’Olanda vive già un momento storico, come sottolineato dal capitano Paul Haarhuis: “Per un paese piccolo come il nostro, quello che stiamo facendo è più unico che per l’Italia che ha il numero 1 al mondo. Se loro vincono, dicono ‘bravi, facile’. Per noi essere in finale è un’impresa molto più grande”.
    I PROTAGONISTIJannik Sinner arriva alla finale in forma smagliante, avendo perso solo 10 game nei due match contro Baez e De Minaur. Per l’Olanda, Botic van de Zandschulp è l’uomo del momento dopo le vittorie su Nadal e Altmaier. L’Italia può contare anche su un Berrettini ritrovato, decisivo in semifinale contro Kokkinakis.
    LE PAROLE DEI PROTAGONISTI“C’è il peso di tutto il paese sulle spalle”, ha ammesso Sinner. “Sono momenti in cui mi piace giocare. Domani è l’ultimo giorno ufficiale per noi. Se vinciamo è fantastico, se no abbiamo comunque fatto un lavoro incredibile”.Per Koolhof sarà l’ultima partita in carriera: “È una sensazione incredibile giocare il tuo ultimo match in finale. Far parte di una squadra che fa la storia dell’Olanda è meraviglioso”.Berrettini ha parlato del suo momento: “Ho giocato un anno solido quando sono stato in campo. Mi è mancato giocare contro i migliori per tanto tempo, servono partite per essere costanti a quel livello”.
    I PRECEDENTIL’Italia domina con 9 vittorie su 10 confronti, incluso il successo nella fase a gironi a Bologna quest’anno. L’unica vittoria olandese risale al lontano 1923.
    LA CHIAVE DEL SUCCESSO OLANDESEHaarhuis ha sottolineato l’importanza del gruppo: “Si sentono più fiduciosi. Tre su cinque, quattro qui, giocano insieme da cinque anni e questo aiuta”. LEGGI TUTTO

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    Berrettini Vola! Batte nettamente Van De Zandschulp nella finale di Davis Cup, Italia 1 Olanda 0

    Matteo Berrettini esulta a Malaga (foto Brigitte Grassotti)

    Uno sguardo dice tutto. Sempre. Fase iniziale del secondo set: Berrettini al servizio ha appena rimontato un pericoloso 0-30; si volta verso la panchina e c’è tutto un mondo dentro a quello sguardo. C’è una voglia di vincere che non si può descrivere a parole, il desiderio totale di riprendersi tante cose e poter alzare questo trofeo da assoluto protagonista. Vincere un grandissimo appuntamento con un contributo decisivo. Fuoco e potenza. Cavalcando il fuoco di quel game salvato Berrettini è andato a mettere tonnellate di pressione su Botic Van de Zandschulp e si è preso il break che ha spaccato definitivamente la prima partita di Italia – Olanda nella finalissima di Davis Cup 2024, per il 6-4 6-2 che porta agli azzurri un punto fondamentale e allo stesso tempo eleva il romano a vero grandissimo protagonista di questa Final 8 azzurra. Un Matteo oggi terribilmente pratico e poi nel secondo set pure bello, fortissimo al servizio e perfetto in tutti i momenti chiave della partita, gestiti da campione al contrario del rivale, collassato in due passaggi che gli sono costati l’amara sconfitta. Del resto in Coppa Davis ancor più dei colpi conta la forza mentale, il saper reggere la pressione e tirare i colpi con lucidità e potenza. Lucido e potente, Matteo lancia la volata a Jannik Sinner, ora in campo contro Griekspoor per vincere la seconda “Insalatiera” consecutiva e far diventare la nostra squadra Leggenda.
    La scelta di Volandri di far giocare a Matteo il primo singolare è stata ancora corretta. Mai tenersi un jolly nella manica quando puoi subito far saltare il banco. Meglio affrontare la finalissima di petto, siamo noi i favoriti, sono gli altri a dover fare qualcosa in più, un mezzo miracolo, per batterci. Berrettini si temeva potesse esser un po’ stanco dopo la battaglia di ieri in semifinale, ma la sua forza mentale e adrenalina l’ha portato a dominare una partita che all’avvio era parsa un filo scomoda, perché sul lato del rovescio il romano stentava a trovare la misura, e col diritto sbagliava qualcosa. Perfetto al servizio l’olandese, ma incapace di incidere in risposta. Ottimo, perché Matteo ha avuto quei 20 minuti per centrarsi e far sentire tutta la sua forza mentale, carisma e pressione al rivale nel rush finale. Van De Zandschulp è un buonissimo giocatore, ma ha spalle assai meno solide di Berrettini, e questo si è palesato in modo totale e fragoroso sul 4 pari, quando è imploso con alcune incertezze rivelatesi per lui fatali. Bravo Matteo a farsi trovare pronto e giocare in moo magistrale un attacco col back che al momento poteva apparire comodo, ma non lo era affatto. Tecnica perfetta, un approccio alla rete davvero vecchio stile ma tatticamente sublime: prova a passarmi io sono qua. L’altro ha tremato e il passante morto in rete. Passaggio decisivo, perché il “buon” Botic ha completato il disastro con un attacco pessimo. Set Berrettini, poi bravissimo a recuperare un pericoloso 0-30 nel passaggio descritto in apertura, e sfruttare quel fuoco per spaccare definitivamente la partita. Da Campione. Il tennis è uno sport maledetto, bastano pochi punti a decidere una partita, il vero Campione è quello che trova il modo di andarseli a prendere, proprio come Berrettini in questo primo singolare della Finale di Davis.
    Matteo è stato solidissimo al servizio, ben 16 Ace, molti trovati in momenti chiave, quando ne aveva bisogno. Di rovescio ha giocato assai meglio altre volte, anche se qualche sbracciata ha funzionato. Bene invece col diritto, sia per l’affondo vincente che per la costruzione. I migliori diritti di Matteo oggi infatti sono stati quelli meno visibili, quando ha tenuto in difesa e si è aperto il campo. Potenza, ma anche misura, per non sbagliare e mai regalare. L’aspetto più importante della prestazione di Berrettini è stata quella di non dai mai in tutta la partita un assist alla potenza del rivale. Non ha avuto un passaggio a vuoto importante, mai si è presentato come debole o attaccabile. Tosto, duro, semplicemente più forte. Più voglioso di vincere da protagonista.
    Un successo strepitoso, dopo i 3 di Bologna decisivi a portarci a Malaga, e poi altri due nella Final 8, il contributo ottimo nel doppio dove è piaciuto ancor più Sinner e la vittoria di ieri. 6 partite di Matteo in Davis Cuo 2024, 6 vittorie. Berrettini è il VERO grande protagonista di questa Davis, davvero a un passo…
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Il primo match di Italia – Olanda scatta con Van de Zandschulp al servizio. Berrettini esplode un grandissimo diritto cross sul 30-15, dopo una bella costruzione. Quando l’italiano tira a tutta col diritto l’olandese fa fatica a reggere, è col servizio che Botic fa la differenza. 1-0 Olanda. In risposta Van de Zandschulp è super offensivo, tira un paio di diritti pesantissimi e Matteo è sorpreso. 0-30. Serve la battuta, ecco il primo Ace, e pure la massima velocità del diritto, 30 pari e poi game. Non è un match facile, Botic è pronto a spingere e venire avanti, e sbaglia poco. Con due Ace è un bell’andare per Berrettini, 2 pari. Scambi rarefatti, tennis verticale e primo colpo dopo la battuta terribilmente incisivo per entrambi, chi crolla in difesa è perduto. In questa prima fase del match molto meglio Botic col rovescio, lo slice di Matteo non va, scappa via o è troppo corto. Invece la battuta c’è e fa la differenza. 3 pari con ben 5 Ace dell’azzurro. Nel settimo game Berrettini ha una piccola chance sul 15 pari, si scambia ma sbaglia per primo un diritto aggressivo. 4-3 Olanda. Serve benissimo il romano, solo prime palle e due Ace, 4 pari. Si entra nel rush finale, sale la tensione e qua conta la testa. E Berrettini ne ha tantissima. Si prende il primo punto con una botta micidiale col diritto, e poi pure il secondo con una contro smorzata precisa, ma che disastro Botic… 0-30! La situazione si fa appetitosissima perché la prima palla dell’olandese non entra e Matteo taglia col rovescio e si butta a rete, mettendo enorme pressione, 0-40!!! Prime palle break del match nel momento clou. Altra seconda palla ed errore di rovescio. Oggettivamente disastro di Van de Zandschulp, e BREAK! Berrettini serve avanti 5-4. Tensione anche nel braccio di Matteo, la prima palla non va e poi è sfortunato con un nastro mortale dell’olandese, 15-30. Ottimo invece il diritto inside out dal centro, Berrettini spinge sul rovescio del rivale che alla fine cede. 30 pari. Servizio esterno e via, Set Point Italia! La risposta di Van de Zandschulp non passa la rete, SET Italia, 6-4! Tanto equilibrio e più errori che vincenti, ma alla fine la pressione l’ha sentita più l’olandese, collassando nell’ottavo game, con l’aiuto di un Berretti bravo a far sentire il momento all’avversario (eccellente l’attacco sullo 0-30). 7 Ace per Matteo.
    Il secondo set inizia in salita: buon turno di battuta di Van de Zandschulp, mentre Berrettini commette il primo doppio fallo e si ritrova poi sotto 0-30. Attacca l’olandese ma il passante di rovescio dell’italiano è preciso, 15-30. L’ottavo Ace impatta a 30, quando è bravo Matteo nel trovare l’aiuto del servizio nei momenti chiave. Poi è il diritto pesante in avanzamento a far “scoppiare” la palla. 1 pari, con un urlo liberatorio del nostro campione. Fa lo sguardo intenso verso la panchina Matteo, ha tantissima adrenalina in corpo. Botic si butta avanti appena può, non è un bel segnale… come se non si fidasse della sua tenuta nello scambio. E sta calando pericolosamente al servizio… Il terzo game va ai vantaggi con un bel passante di diritto, ma l’attacco di rovescio rivedibile. Pure fallo di piede per l’olandese e Matteo trova uno schema offensivo magistrale! Risposta cross e poi diritto vincente inside out, sulla riga, anzi doppia riga. Palla Break Italia! Ace, si salva con stile Botic. Ma Berrettini sente che è IL momento di scappare via. Risposta profonda e poi comanda, fino a chiudere lo scambio con un diritto lungo linea bestiale per potenza. Seconda palla break, e stavolta non c’è asso a salvare l’orange… Doppio fallo!!! Doppio disastro per l’olandese… da quaranta zero crolla e subisce un break mortale. 2-1 e servizio Berrettini. Matteo cavalca l’onda, ottimo turno di servizio e via, allungo consolidato sul 3-1. Botic non crolla totalmente, torna a vincere un game ma poi l’italiano domina il suo turno di battuta, altri due Ace e controllo totale. 4-2. L’olandese alterna qualche buon attacco ad imprecisioni, prova a restare aggrappato al treno azzurro, sperando in una sbandata. Ma Berrettini è lo show man a Malaga, clamoroso il passante di diritto in corsa che fulmina il rivale, una mazzata clamorosa. Ne segue un’altra, accelerazione e attacco che gli vale la palla break. Eccolo! Van de Zandschulp scappa avanti con niente e la risposta del romano è una palla bassa, nemmeno così lenta, impossibile da gestire per la mano non proprio morbida di Botic… Doppio BREAK! 5-2, Matteo è a un passo dal primo punto. Scivola sotto 0-30, per la terza volta, e per la terza volta spara un Ace esterno imprendibile, il n.14 del suo incontro. Segue una seconda palla molto carica di spin, 30 pari. Mancano due 15 a completare l’opera. ACE! n.15, è una sentenza. Match Point Italia!!! Attacca l’olandese, perso per perso… gli va bene. Altro Ace e Match Point n.2. Col servizio la chiude. BRAVO!!! Era più forte e l’ha confermato in campo. Quinta vittoria su Botic, la più importante e pesante. Ora Jannik, per chiuderla.

    ITF Finals M. Berrettini66 B. Van de Zandschulp42 Vincitore: M. Berrettini ServizioSvolgimentoSet 2M. Berrettini 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 40-30 ace 40-40 A-40 ace5-2 → 6-2B. Van de Zandschulp 15-15 30-15 40-30 40-40 40-A4-2 → 5-2M. Berrettini30-0 ace 40-0 ace3-2 → 4-2B. Van de Zandschulp 15-0 40-0 40-153-1 → 3-2M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 ace2-1 → 3-1B. Van de Zandschulp1-1 → 2-1M. Berrettini 0-30 15-300-1 → 1-1B. Van de Zandschulp0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1M. Berrettini 0-15 15-30 30-30 40-305-4 → 6-4B. Van de Zandschulp4-4 → 5-4M. Berrettini 30-0 40-0 ace ace3-4 → 4-4B. Van de Zandschulp15-0 15-15 30-15 40-303-3 → 3-4M. Berrettini 0-15 30-15 ace 30-30 40-30 ace2-3 → 3-3B. Van de Zandschulp15-0 30-0 40-152-2 → 2-3M. Berrettini15-0 ace 30-01-2 → 2-2B. Van de Zandschulp1-1 → 1-2M. Berrettini 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 40-400-1 → 1-1B. Van de Zandschulp 15-15 30-30 40-400-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Davis Cup Italia: Berrettini subito o tenerlo “fresco” per l’eventuale doppio decisivo?

    Il team italiano a Malaga (foto Brigitte Grassotti)

    Il titolo dell’articolo va diretto al punto. Finale di Davis Cup 2024, Italia vs. Olanda. Capitan Volandri (forse) ha una sola scelta da operare: mandare subito in campo Matteo Berrettini nel primo singolare tra i numeri 2 contro Botic Van de Zandschulp, oppure risparmiare il romano e tenerlo pronto a giocare un eventuale doppio decisivo insieme a Jannik Sinner, optando così per Lorenzo Musetti nel primo singolare? Tutto nasce dal fatto che Volandri sembra aver deciso di “non affidarsi” alla coppa Bolelli – Vavassori, non in grandissima condizione alle ATP Finals, in un eventuale doppio decisivo, puntando tutto sulla forza di Jannik, in grandissima forma e capace di trascinare anche moralmente il compagno in doppio. In generale la sensazione è che per il doppio – qualora si disputi – si voglia puntare in ogni caso su due tennisti più affidabili a livello di tenuta agonistica con il massimo della posta in palio. Oltretutto gli olandesi hanno in Koolhof un giocatore fantastico, che insieme a Van de Zandschulp forma un team di grande livello, capace di buttare fuori la Spagna padrona di casa nella prima giornata.
    Ideale sarebbe ripetere la giornata di ieri: evitarsi il “fastidio” del doppio decisivo vincendo i primi due singolari. Ma se Jannik Sinner resta una discreta sicurezza, per la sua grande condizione e anche l’aver battuto Griekspoor 5 volte su 5 (3 nel 2024), sul primo match di singolare, quello tra n.2, la faccenda si complica. E lì diventa decisiva anche la strategia, la visione di Volandri che ha il polso della situazione del suo gruppo.
    In questo potrebbe venire in soccorso del capitano la recente sfida con l’Olanda a Bologna nella fase a gironi. Matteo Berrettini infatti ha affrontato Van de Zandschulp, vincendo una bella partita in tre set. Oltretutto Matteo ha sempre battuto l’olandese, 4 volte su 4, l’ultima a Tokyo (cemento Outdoor) in due set. Berrettini rispetto al torneo giapponese e anche alla sfida di Bologna dello scorso settembre sembra in una condizione migliore, più scattante fisicamente e terribilmente motivato ad alzare quella coppa che l’anno scorso ha accarezzato solo da primo tifoso, e che quest’anno desidera alzare da protagonista. Quindi abbinando i precedenti, alla forma e alla motivazione, probabilmente non ci saranno sorprese e Matteo sarà il primo a scendere in campo alle 16, contro il n.2 Orange.
    Tra Musetti e Van de Zandschulp c’è un solo precedente, le qualificazioni dell’Australian Open 2021, con l’olandese vittorioso in rimonta. Partita ormai datata, quindi non troppo significativa, e con un Lorenzo davvero giovane e con poca esperienza a quel livello. Musetti non è affatto piaciuto nel primo match di queste finali, battuto nettamente da Cerundolo, per la delusione di tutti ed in primis la sua, davvero dispiaciuto per non aver minimamente reso quanto poteva. Sembra difficile che Volandri possa sceglierlo come primo singolarista: potrebbe essere una mossa azzardata, a meno che non veda in Musetti una voglia di rivalsa assoluta, e tenendosi così Matteo più fresco per un eventualmente doppio decisivo.
    Manca poco ormai all’appuntamento con la storia. Confermare la vittoria dello scorso anno sarebbe splendido, storico in tutti i senti. “Abbiamo costruito un gruppo, poi una squadra. L’anno scorso abbiamo vinto il titolo ma vorrei aprire un ciclo: questo dicevo ai ragazzi all’inizio della fase a gironi a Bologna”, afferma Volandri. Il capitano mette anche in guardia tutti da facili entusiasmi, vista la vittoria di Bologna arrivata senza l’enorme valore aggiunto di Sinner: “È tutto diverso rispetto a settembre, intanto perché è una finale, poi la superficie è diversa. Gli olandesi vengono dall’aver vinto contro Spagna e Germania e sono grandi iniezioni di fiducia. Cambia tutto, in Davis le classifiche non contano e in una finale ancora meno”.
    Non è facile tenere a bada l’entusiasmo, con un Sinner così è fin in troppo facile sognare. Il campo è quel che decide, servono due vittorie per riportare ancora a casa la grande Insalatiera. Chiunque giochi contro l’Olanda, forza ragazzi!
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO