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    Cahill racconta la giornata difficile vissuta a Melbourne da Sinner: “Era bianco come un lenzuolo. Non sapevamo se sarebbe sceso in campo”

    Darren Cahill (foto Getty Images)

    Vincere uno Slam senza alcuna difficoltà è quasi impossibile, ma di solito queste arrivano in campo grazie al valore dei migliori avversari. Nella cavalcata vincente di Jannik Sinner all’Australian Open 2025 la giornata più complicata è stata quella degli ottavi di finale, grazie ai colpi insidiosi di Holger Rune ma ancor più per un malessere contratto dall’azzurro nella giornata precedente. Dopo il successo, con l’evidenza in campo delle sue condizioni precarie (in particolare un forte tremore delle mani e l’uscita dal campo col medico del torneo dopo essersi misurato la pressione), Sinner ha tagliato corto parlando di malessere non meglio precisato, “qualcosa c’è, ci stiamo lavorando”.  Alcuni avevano ipotizzato anche un attacco di ansia. A torneo concluso, fortunatamente con la vittoria in finale, è Darren Cahill a rilasciare qualche dettaglio in più su quei due giorni difficili. Adesso veniamo a sapere che addirittura nel team Sinner c’era la paura che Jannik non riuscisse a giocare la partita.
    “Jannik era bianco come un lenzuolo” racconta il coach dell’azzurro a Supertennis. “È stato fortunato a farcela, aiutato da diverse pause, con la partita giocata nel caldo della giornata. Stava piuttosto male. Non sapevamo se sarebbe sceso in campo, era malato. Sapevamo dal giorno prima che non si sentiva bene, quindi è andato a letto presto. Abbiamo annullato il suo allenamento, credo che dovesse giocare verso le 14:30. Avevamo prenotato un riscaldamento per la mattina e lo abbiamo annullato e spostato a mezzogiorno, e quando si è presentato in campo sembrava bianco come un lenzuolo. Abbiamo annullato tutti gli allenamenti, siamo andati dal dottore e gli hanno dato dei gel per aumentare la sua energia. Si è riposato, ha fatto un bagno ghiacciato per ripartire, e quindi lo abbiamo buttato in campo senza riscaldarsi”.
    Non il miglior viatico per preparare una partita complicata come un ottavo di finale Slam contro un avversario tenace come Rune. Per fortuna Jannik è stato bravo a gestire il problema, anche aiutato dai due stop (Medical time out, poi un altro per la rottura del gancio che tiene la rete al terreno) che gli hanno permesso di rifiatare e rinfrescarsi. Quella vittoria l’ha lanciato nei quarti e, ritrovate le migliori energie, ha concluso il torneo battendo uno dopo l’altro De Minaur, Shelton e Zverev, senza concedere alcun set e confermando il titolo del 2024.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Cahill e Vagnozzi svelano il “nuovo” Sinner: “A 23 anni è più saggio di noi”

    Darren Cahill e Simone Vagnozzi nella foto – Foto Getty Images

    Nell’ultimo anno insieme come coach di Jannik Sinner, Darren Cahill e Simone Vagnozzi hanno aperto una finestra sul mondo dell’altoatesino, rivelando i segreti della sua crescita verso la finale degli Australian Open 2025. Un percorso di maturazione che ha portato il numero uno del mondo a gestire pressioni e aspettative con una saggezza sorprendente per i suoi 23 anni.
    “Queste due settimane non sono state facili per lui”, ha esordito Vagnozzi. “Ha avuto un giorno molto complicato contro Rune, e oggi ha vissuto un altro momento difficile in un match molto serrato. Ha gestito tutto molto, molto bene. Ha lottato per ogni punto e per ogni gioco, ed è per questo che è di nuovo in finale”. Una resilienza che ha colpito particolarmente anche Cahill: “Non è facile tornare e difendere un Grande Slam alla prima occasione. Ha dovuto gestire diverse situazioni. Ha solo 23 anni, ma a volte sembra più esperto e saggio di noi. È un ragazzo straordinario”.
    Sulla semifinale contro Shelton, Vagnozzi ha evidenziato la forza mentale di Sinner nei momenti cruciali: “A Jannik piacciono queste situazioni, i punti di pressione, essere nel mezzo della tempesta. In questi momenti mostra il suo miglior tennis. A volte, quando è in vantaggio di un break, ha qualche game negativo. Ma quando il punteggio è in equilibrio è quando mostra il suo livello migliore”.
    La questione del processo WADA, previsto per aprile, non sembra turbare la serenità del campione italiano. “Nessuno è a prova di proiettile”, ha spiegato Cahill. “In un certo senso, Jannik trova nei match di tennis un luogo sicuro. C’è stata molta pressione intorno a lui negli ultimi nove mesi, da aprile dell’anno scorso. Gestisce questa pressione in modo incredibile, è un ragazzo straordinario che ha messo da parte tutto questo rumore. Ha una coscienza pulita riguardo quanto accaduto, ed è uno dei motivi per cui scende in campo a testa alta e ha questa fiducia in se stesso”.
    Guardando alla finale contro Zverev, entrambi i coach hanno sottolineato l’evoluzione del gioco di Sinner. “Ha molta più fiducia nel suo tennis”, ha spiegato Vagnozzi. “Tutte le vittorie dell’anno scorso gli hanno dato una spinta enorme. Tatticamente sa comportarsi molto meglio in campo. La finale sarà molto tattica, perché non è facile fare male al gioco di Zverev. Dovremo prepararci per scambi lunghi, e sarà cruciale gestire quando accorciare questi scambi e quando rimanere nel rally”.
    Sul tema della resistenza fisica, spesso discusso, Cahill ha voluto fare chiarezza: “Jannik sta migliorando fisicamente. È ancora in fase di sviluppo tardivo in questo aspetto. È cresciuto fino a 1,95m, mentre due anni fa l’ATP lo dava a 1,88m. Migliorerà con il tempo. Ha dimostrato di poter vincere partite dure in cinque set. Zverev è più grande, è una bestia fisica. Ha lavorato molto sul suo corpo e ha un ottimo record nei cinque set. Ma non abbiamo alcuna preoccupazione sulla capacità di Jannik di reggere cinque set se necessario”.
    Cahill, che lascerà il team a fine 2025, ha preferito non parlare del suo addio: “Jannik ne ha già parlato. Non voglio che questo diventi qualcosa su di me. Ci siamo concentrati sul portare Jannik in finale e ora sulla sfida contro Zverev”. Vagnozzi ha sdrammatizzato con una battuta: “Andrà a godersi il mare e tutto ciò che l’Australia offre”.
    La finale si preannuncia come un confronto tra i due migliori giocatori del mondo, un match che secondo i coach di Sinner metterà alla prova non solo il tennis ma anche la maturità e la crescita mostrata dall’altoatesino nell’ultimo anno.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Cahill è arrivato a Dubai per la preparazione di Sinner

    La foto postata da Cahill da Dubai

    Il team è al completo. Anche Darren Cahill ha raggiunto Jannik Sinner a Dubai per la preparazione del 2025. Il coach australiano, premiato nei giorni scorsi in patria con il prestigioso riconoscimento di allenatore dell’anno vista l’incredibile stagione vissuta dal suo pupillo, si è unito a Simone Vagnozzi, Marco Panichi e Ulises Badio per lavorare sul campo e fuori con Jannik in vista della prossima stagione. Riportiamo le foto postate sui social da Cahill, che mostrano due momenti.

    Sinner esordirà nel 2025 direttamente agli Australian Open, torneo nel quale è campione in carica, dopo aver disputato qualche match di esibizione a Melbourne. Dopo in rientro in Europa, tornerà in campo a Rotterdam (dal 3 febbraio, anche qua difende il titolo 2024), quindi la novità Doha, torneo passato a categoria 500. Successivamente volerà negli Stati Uniti per il “Sunshine Double”, i Masters 1000 di Indian Wells e Miami. Questo il programma dei primi tre mesi del prossimo anno per Sinner, prima dell’avvio della stagione su terra battuta. Tanti punti da difendere per Jannik (1 Slam, un ATP 500, un Masters 1000, quindi ben 3500), sarà per lui necessario giocare un grande tennis per difendere la posizione di n.1. anche se il distacco dagli avversari è considerevole (+3915 su Zverev, attualmente secondo nel ranking, e ben 4820 sul terzo, Alcaraz).
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Cahill coach dell’anno per Tennis Australia

    Darren Cahill

    È tempo di Oscar 2024 per il tennis australiano, e non poteva mancare il riconoscimento a Darren Cahill come “Coaching Excellence 2024”. Cahill è nell’angolo di Jannik dall’estate 2022, notevolissimo il suo apporto nella prestazione dell’azzurro sia dal punto di vista tecnico che mentale. Proprio l’esperienza, la visione del gioco e della vita di un grande “ammiraglio” come Darren sono stati decisivi ad alzare la qualità complessiva di Sinner, esplosa al massimo livello dall’autunno 2023 e che l’ha portato a vivere un 2024 eccezionale.
    “Super Coach”, si legge nel post social che annuncia il premio assegnato da Tennis Australia a Cahill, “un coach di classe mondiale che ha guidato Sinner al n.1 del ranking e vincere due Slam”.

    Super coach ‍♂️
    A world class coach, guiding Jannik Sinner to world No.1 and his first two Grand Slam titles. #Newks24 pic.twitter.com/gjJiBFW7Ay
    — TennisAustralia (@TennisAustralia) December 9, 2024

    Un premio assolutamente meritato, che almeno in parte “rimedia” alla grave scelta di escludere sia Cahill che Vagnozzi dal lotto di migliori coach dell’anno per gli ATP Award 2024. Infatti nella categoria allenatori, i candidati sono Malisse (Popyrin), Planque (Mpetshi Perricard), Russel (Fritz), Stine (Paul) e Trotman (Draper). Validissimi allenatori, ma escludere totalmente il duo che segue Sinner dopo la sua stagione è alquanto singolare…
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Cahill esalta Sinner: “Dopo quello che ha passato, nulla può fargli paura. È lui il leader del team. Jannik sarà il mio ultimo giocatore”

    Darren Cahill

    Darren Cahill è orgoglioso di Jannik Sinner, del suo percorso di crescita umana e sportiva, tanto da definirlo “una fonte d’ispirazione anche per me, che pure sono un coach navigato”. L’allenatore australiano ha rilasciato una lunga ed interessante intervista al Corriere della Sera, nella quale torna sulla nota e difficile vicenda “Clostebol”, affermando che la squalifica “è una possibilità”, nonostante sia stato accertato che non è stato doping per alterare le prestazioni, è che comunque vada l’azzurro affronterà la situazione “con la solita maturità e compostezza. E noi faremo di tutto per proteggerlo”. Questo i passaggi più significativi dell’intervista rilasciata dal coach di Sinner.

    “Dopo quello che ha attraversato, ha capito che nella vita potrà sopravvivere a tutto: nulla può più fargli paura. Due Slam, la stagione chiusa da n.1: Jannik è d’ispirazione anche per me, che pure sono un coach navigato. Tutti parlano del team che lo circonda, quanto siamo importanti per lui. Ma è vero anche il contrario: il leader è lui, è lui che traccia la via. E se ne è capace, è perché sa di essere innocente: non ha fatto nulla di male. Certo la Wada ha fatto ricorso, dobbiamo attendere la sentenza del Tas. È un argomento serio, non ci scherziamo sopra. Jannik va avanti a testa alta, intanto”.
    “La Wada stessa, appellando, ha dichiarato che la sostanza trovata nelle urine di Jannik non ha a che vedere con il doping che altera le performance. Non è in discussione la ricostruzione di come sia potuto risultare positivo: un errore di un paio di ex membri del team, senza alcuna responsabilità del giocatore”
    “Sappiamo che la squalifica è una possibilità ma non c’è nulla che noi si possa fare per cambiare questa situazione. Quindi ci concentriamo sul lavoro quotidiano. Qualsiasi cosa succederà, Jannik l’affronterà con la solita maturità e compostezza. E noi faremo di tutto per proteggerlo. Il tennis è il suo posto sicuro, la sua bolla: in campo si diverte, sente che non può succedergli niente di male”.
    Questo per Cahill il vero punto di forza di Jannik: “L’abilità di processare informazioni e trasformarle in azioni. La capacità di imparare in fretta. Ci sono giocatori conservativi, che non amano cambiare il proprio tennis per la paura di fare passi indietro. Jannik è l’opposto: non teme di perdere un paio di match nel tentativo di implementare il suo gioco. In questo ambiente è raro, mi creda. Il suo superpotere è non aver timore di migliorarsi. Oggi sa giocare in 5-6 modi diversi, sa chiudere il punto col servizio, a rete, giocando sulla riga e dietro la riga, sa usare il drop shot, lo slice, il back. Non sa solo picchiare forte: lo sa fare con intelligenza”.
    Il momento più difficile di un 2024 stellare: “La notizia della positività. La mail dell’Itia è arrivata a Alex Vittur, che l’ha comunicato a Jannik. È tutto nelle 33 pagine della sentenza di proscioglimento. Quello è stato letteralmente uno choc. Umberto Ferrara e Giacomo Naldi sono stati a lungo due eccellenti membri del team: il loro errore è stato un fulmine a ciel sereno. Del tutto insolito rispetto alla professionalità dimostrata fin lì. Nessuno all’inizio riusciva a capire. Abbiamo saputo della positività prima di Montecarlo. La priorità, subito, è stata capire cosa fosse successo. E lì è emerso l’errore non intenzionale di Umberto e Giacomo. A quel punto è partito il procedimento con Itia e Sport Resolutions. Deve capire che è servito del tempo per ricostruire, nel frattempo abbiamo ritenuto di mantenere il team unito. Sono passati due o tre mesi. Dopo Wimbledon, Ferrara e Naldi non hanno più lavorato con noi. Ci sentivamo su una nave diretta verso un iceberg: dovevamo capire come navigargli intorno. Ma non c’è rancore per Umberto e Giacomo”.
    Il 2025: “Cambieremo qualcosina. Il passaggio Miami-terra quest’anno è stato troppo brusco, lo prepareremo meglio, anche per non rischiare infortuni. Tutto continuerà a ruotare intorno agli Slam. L’Atp non ci facilita la vita allungando i Master 1000: alcuni durano due settimane. Così non è facile riposarsi: faremo delle scelte. Jannik deve anche completare la crescita fisica. C’è da dire che si fida molto di me e Simone Vagnozzi”.
    Questa per Darren la perla di Sinner: “A Melbourne. Il primo titolo Slam, una finale vinta in quel modo, rimontando due set a zero a Medvedev. Quel dritto lungolinea sul match point… Ho i brividi a parlarne ancora oggi”.
    Un’intervista a 360° che conferma quanto Sinner sia maturato come persona, sempre più forte e solido, nonostante l’enorme fardello sulle spalle per la positività accidentale. Cahill conferma come il tennis di Jannik sia diventato sempre più completo e continuo, e che l’anno prossimo dovrà gestire bene fisico ed energie. La risposta sul passaggio Miami-terra lascia presagire cambiamenti nella programmazione: forse potrebbe saltare il Masters 1000 di Monte Carlo (non è “mandatory”) per arrivare a Roma in piena forma e con diverse settimane di tennis sul rosso? Solo ipotesi, molto dipenderà dai risultati e dalla fatica accumulata nei primi tre mesi dell’anno.
    Intanto ci sono le ATP Finals da giocare da protagonista. È stato chiesto a Cahill se il miglior Sinner è più forte del miglior Alcaraz, così l’australiano: “Non posso rispondere. Ho troppo rispetto per Carlos, il suo coach e il mio giocatore, che è l’ultimo che allenerò nella mia carriera. Non dirò mai che Sinner è meglio di Alcaraz, né viceversa. Se si ritrovassero in finale farò il tifo per Jannik e mi godrò lo show”. Sarebbe la finale che tutti sognano… E un’altra notizia: Jannik sarà l’ultimo giocatore allenato da Cahill.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il record di Darren Cahill: ha portato al n.1 quattro diversi giocatori

    Darren Cahill, allenatore di Jannik Sinner

    Quando nel febbraio del 2022 Jannik Sinner decise clamorosamente di interrompere il suo rapporto con Riccardo Piatti fu subissato da enormi critiche. In pochi giorni il ruolo di allenatore è stato coperto da Simone Vagnozzi, quindi in giugno, per la campagna su erba, ecco il “super coach”: Darren Cahill. Ex pro di buona qualità, l’australiano è considerato unanimemente uno dei migliori allenatori al mondo. Parole pacate, grandissima visione del gioco e della professione, è soprattutto un ottimizzatore e motivatore, uno che conosce il mondo del tennis e le sue dinamiche, attento ad ogni aspetto che può fare la differenza. Il nuovo team di Jannik, per così dire “Taylor made” ha fatto decollare la sua carriera. Lunedì prossimo Sinner si siederà per la prima volta sul trono del tennis mondiale, un n.1 meritatissimo dopo mesi e mesi di grandissimo tennis e costanza di risultati. Per Cahill, Sinner sarà il quarto giocatore portato in cima alla classifica: prima del pusterese Lleyton Hewitt, Andre Agassi, Simona Halep. Quattro tennisti completamente diversi per età, paese, stile di gioco, attitudine e carattere, fatto questo che conferma quanto sia bravo Darren nel capire le problematiche dei suoi assistiti e far decollare il loro tennis sino al vertice.
    Ripercorriamo brevemente i percorsi degli altri n.1 seguiti da Cahill, tre leggende del tennis mondiale.
    Lleyton Hewitt – Cahill si è affermato come coach proprio con la partnership triennale con il suo giovanissimo connazionale, iniziata nel 1998, quando “rusty” aveva solo 17 anni. Due gambe potentissime, un rovescio fantastico e tonnellate di carattere, per un talento assai precoce già vincente sul tour maggiore da teenager. Con Cahill nel suo box, Hewitt ha alzato progressivamente il suo livello di gioco e migliorato i suoi colpi, conquistando il suo primo titolo del Grande Slam a US Open nel 2001, dove ha dominato in finale Pete Sampras (7-6(4), 6-1, 6-1 il punteggio). Nel novembre 2001, due mesi dopo il trionfo a Flushing Meadows, Hewitt è diventato il giocatore più giovane a raggiungere il numero 1 del ranking mondiale ATP all’età di 20 anni e otto mesi. Questo record è stato poi battuto da Carlos Alcaraz nel settembre del 2022. Hewitt vinse il suo decimo e ultimo titolo sotto la guida di Cahill alle ATP Finals del 2001 a Sydney, poco prima che la coppia si separasse nel dicembre 2001, al termine di una stagione in cui l’australiano finì come numero 1 del mondo.
    Andre Agassi – All’inizio del 2002, Cahill divenne l’allenatore del leggendario tennista statunitense, rimpiazzando il ruolo che fu di Brad Gilbert. Agassi era già nella fase terminale della sua carriera, ma proprio da “vecchio” era paradossalmente più preparato fisicamente, lucido dal punto di vista tattico e sempre pronto a sgambettare i più giovani rivali a furia di un pressing sempre più calcolato e razionale. Cahill fu grande motivatore per Andre, gli conferì nuovi stimoli e lo migliorò ancora dal punto di vista tattico, ottimizzando le energie e ottenendo insieme altri grandi successi. Nel 2003 Darren guidò Agassi nella vittoria del suo ottavo e ultimo titolo Major agli Australian Open, dove perse solo un set durante tutto il torneo. Il kid di Las Vegas si prese anche l’enorme soddisfazione di tornare al numero 1 del mondo nell’aprile 2003, rendendolo il giocatore più anziano in cima alla classifica ATP dell’epoca con 33 anni e 131 giorni. Il record fu poi superato da Roger Federer e quindi Novak Djokovic. Agassi è stato allenato da Cahill fino al suo ritiro nel 2006 e ha vinto nel corso della loro collaborazione ben 11 titoli. Davvero un gran finale.
    Simona Halep –  Cahill dopo l’esperienza con Agassi è passato al team Adidas, un progetto generale di supporto ai molti giovani talenti sponsorizzati dal noto brand tedesco. Dopo aver allenato giocatori come Andy Murray, Ana Ivanovic, Fernando Verdasco e Daniela Hantuchova, Cahill si è dedicato esclusivamente ad un’altra fruttuosa collaborazione con Halep, iniziata nel 2015. Con l’australiano a suo fianco, la rumena ha raggiunto una dimensione nettamente superiore: ha rafforzato in modo clamoroso i colpi d’inizio gioco e portato nel suo tennis un’attitudine assai più offensiva che l’ha issata sino alla vetta della classifica WTA nell’ottobre 2017, chiudendo l’annata e anche quella successiva da n.1. Halep ha raggiunto tre finali Major con Cahill e ha vinto il suo primo titolo del Grande Slam Roland Garros nel 2018 e quindi Wimbledon nel 2019. La partnership si è conclusa dopo sei anni alla fine del 2021.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Darren Cahill posta foto su terra battuta, indizio per Sinner?

    La foto di Cahill

    Darren Cahill ha postato sul proprio profilo Instagram una bella foto che ritrae la sua racchetta sulla terra battuta e palle del Roland Garros. Che sia un indizio sulla presenza del suo assistito Jannik Sinner al torneo parigino?

    Al momento non è arrivata alcuna comunicazione da parte del giocatore, impegnato nelle cure del problema all’anca sofferto a Monte Carlo ed esploso in modo evidente al Masters 1000 di Madrid, dove il n.2 del mondo è stato costretto a ritirarsi all’indomani di una sua battaglia contro Khachanov.
    Quindi l’amara decisione di non giocare a Roma e la permanenza a Torino, dove presso il J Medical sta trattando l’anca infortunata.
    In attesa di conoscere la decisione di Jannik, la foto di Cahill accende la speranza di vederlo in gara a Parigi, significherebbe che il problema sofferto non è così grave.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Parlano Simone Vagnozzi e Darren Cahill dopo il successo di Jannik Sinner all’Australian Open: “”È un ragazzo speciale, il modo in cui colpisce la palla è speciale. Non si accontenterà mai, vuole continuare a migliorare.”

    Darren Cahill e Simone Vagnozzi nella foto – Foto Getty Images

    All’Australian Open, la serata di trionfo di Jannik Sinner ha riscosso ammirazione e plausi. In una conferenza stampa post-partita, i suoi allenatori, Darren Cahill e Simone Vagnozzi, hanno condiviso riflessioni ed emozioni su questa vittoria storica.Questo trionfo non solo celebra il talento eccezionale di Jannik Sinner, ma sottolinea anche l’importanza di un team di supporto forte e dedicato, che gioca un ruolo fondamentale nel plasmare i campioni. Simone Vagnozzi: “È stato un match incredibile. Daniil ha iniziato molto bene, giocando in modo aggressivo. Abbiamo iniziato a credere nella possibilità di una rimonta quando Jannik è riuscito a strappare il servizio di Daniil sul 5-1, portandosi sul 5-3. Daniil ha forse avvertito la stanchezza del lungo torneo.Una vittoria stupenda, non so che dire. Forse devo ancora metabolizzare tutto. E’ un’emozione grandissima vincere una partita così, una finale Slam due set a zero sotto, contro un Medvedev che onestamente giocava un tennis incredibile…. Jannik è stato bravissimo e se lo è meritato perché ha avuto una forza d’animo bestiale.Ci aspettavamo che Medvedev partisse forte e aggressivo perché arrivava da un torneo lungo, quindi sapevamo che lui non avrebbe voluto allungare troppo gli scambi. Però, onestamente, non ci aspettavamo che potesse farlo così bene, perché un Medvedev così sulla riga di fondo, che serve l’85% di prime palle: praticamente gli errori non c’erano, quindi Jannik si è trovato un po’ in difficoltà. Non è partito benissimo, soprattutto al servizio, ma ci poteva stare in una finale Slam che ci fosse un po’ più di tensione. Poi penso che sul 5-1 del secondo set, quando Jannik ha brekkato Medvedev, un po’ qualcosa è cambiato. E’ cambiata l’inerzia: ha avuto la chance sul 5-3 di rientrare e lì Medvedev ha fatto vedere le prime crepe. Ha fatto un passo indietro, ha giocato meno aggressivo, stava un metro più lontano: abbiamo visto un po’ di luce e Jannik è stato bravo a restargli attaccato tutto l’inizio del terzo set e poi piano piano a portarla a casa.Dal terzo set in poi Medvedev è riuscito comunque a mantenere un livello costante. Jannik non è riuscito a brekkarlo quelle volte che Medvedev cercava di velocizzare gli scambi facendo qualche serve & volley, ha mancato qualche chance e si è trovato in situazioni delicate sul 30 pari. Mi ricordo al quinto set uno scambio al primo game di quaranta colpi o qualcosa del genere: però Jannik colpiva già meglio la palla, alla fine nonostante fosse un po’ più stanco riusciva a colpire meglio… ma è stata complicata”.“Noi con Jannik ci lavoriamo tutti i giorni, sappiamo che gran lavoratore sia e che livello abbia. Sapevamo quanto potesse fare bene qui in Australia ma, come avevamo detto, non eravamo venuti qui con il tarlo di doverlo vincere per forza questo Slam ma solo di voler andare il più avanti possibile e di vivere ogni partita come fosse una finale. Poi naturalmente quando in finale ci arrivi vuoi vincere e…niente, l’emozione è grandissima e, ripeto, devo ancora un po’ metabolizzare.Adesso sicuramente la prima cosa da fare è recuperare. Cercare di prendere tutta la fiducia che si può prendere fa questo torneo. Poi rimettere i piedi a terra e lavorare: l’anno è appena iniziato, è lungo, e quindi dobbiamo da una parte prendere tutto quello che c’è di buono e dall’altra rimetterci subito all’opera perché qua non ti regala niente nessuno. Quindi si torna alla solita routine, però con qualcosina in tasca di importante. Come si festeggerà? Una bella mangiata, un po’ di alcool…così magari domani sull’aereo dormiamo tutto il tempo”. IL DISCORSO DI JANNIK SINNER IL DISCORSO DI DANIIL MEDVEDEV Darren Cahill: “Daniil ha giocato un tennis fantastico, considerando ciò che ha dovuto affrontare fisicamente in questo torneo. Jannik ha mostrato grande carattere, mantenendo il servizio nei momenti cruciali. Il nostro lavoro era di rafforzare la sua attenzione e la sua concentrazione. Durante la conferenza, Cahill ha anche sottolineato l’importanza di una mentalità da campione e la necessità di essere coraggiosi nei momenti decisivi.Il mio ruolo è stato meno importante di quello di Simone, che ha dovuto trovare il modo di riportare Jannik in partita. Una volta fatto ciò, è diventata una questione di lotta, perché Daniil non avrebbe mollato facilmente.” La nuova superstar del tennis: Interrogato sulla possibilità che Sinner diventi la nuova superstar del tennis, Cahill ha risposto con entusiasmo. “Penso che questo sport abbia già alcune superstar, come Carlos [Alcaraz]. Loro, insieme a Jannik, portano bellezza nel gioco. Hanno personalità amabili e una rivalità amichevole.” L’impatto sulla carriera di Sinner: Parlando delle aspettative per Sinner, Vagnozzi ha notato che le vittorie dello scorso anno, come quella contro Daniil e Carlos, hanno dato a Jannik la fiducia necessaria per credere nelle sue capacità. L’importanza dell’educazione e del supporto familiare: Rispondendo a una domanda sull’importanza dell’educazione e del supporto familiare di Jannik, Vagnozzi ha elogiato i genitori di Sinner per il loro ruolo nel suo sviluppo sia come atleta che come persona. Cahill e Vagnozzi hanno espresso fiducia nel futuro di Sinner nel tennis mondiale. “È un ragazzo speciale, il modo in cui colpisce la palla è speciale. Non si accontenterà mai, vuole continuare a migliorare.” KYRGIOS A SINNER: “QUANDO VUOI PER FARMI DA COACH?” LEGGI TUTTO