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    Medvedev insiste: “Non c’è un campo più lento di Indian Wells. Cambio di racchetta? Non a breve”

    Daniil Medvedev (foto ATP site)

    Daniil Medvedev è avanzato senza sudare agli ottavi di finale di Indian Wells, visto il ritiro di Michelsen dopo solo due game, tanto da affermare a Tennis Channel di “aver sentito la necessità di andare ad allenarmi subito dopo, già che avrò anche un giorno di riposo”. Un Daniil rilassato e sereno, ma assai pungente appena il discorso torna sulla velocità del campo di quest’anno. Il russo è sicuro: non c’è indice o statistica che tenga, la superficie di Indian Wells 2025 è la più lenta che si possa trovare in giro.
    “Non noto alcuna differenza enorme rispetto al passato ma, se dovessi dire qualcosa, direi che il campo è ancora più lento di prima” afferma Medvedev.” Sappiamo che qua si trova il campo più lento del circuito, ma ogni anno che torniamo dimentichiamo forse quanto fosse lento l’ultima volta… È lento, oltre ciò che dice l’indice di velocità o qualunque parametro misurato. È lento, non importa quello che dice la gente. Lo sentiamo noi giocatori e lo si può vedere nelle partite per come ogni tennista sia costretto a spingere duro per ottenere un vincente. È molto lento, ma sento che posso giocare bene qui”.
    Sul tour ha destato molta curiosità il cambio di racchetta di Tsitsipas (non ufficiale, ma ogni foto sembra confermarlo) e quanto questo abbia influito sul tennis del greco, tornato a splendere per velocità e potenza. Medvedev da mesi sta attraversando un periodo non facile con ripetute lamentele su quanto sia diventato per lui difficile eccellere vista la combinazione di palle e campi che, suo dire, lo sfavoriscono nettamente. Tuttavia il russo non ha in programma un intervento sulla propria racchetta a breve: “Uso la stessa racchetta da quando avevo 21 anni, con questa ho ottenuto successi straordinari, la adoro. Personalmente non ho mai pensato di fare un cambiamento, almeno fino ad ora, non si sa mai cosa potrà riservare il futuro. Per quanto riguarda le corde è un po’ lo stesso, uso la stessa corda dal 2021, ma non credo di aver bisogno di modifiche in quel senso, l’ho già fatto all’epoca pensando che, se non l’avessi fatto, sarei caduto in classifica. Non sono troppo ossessionato da questi problemi, vedo solo le cose che funzionano e quelle che no, in questa stagione sento che tutto è al suo posto, ma vedremo in futuro”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Medvedev sorprende: “I campi di Indian Wells? Sembrano ancora più lenti di prima”

    Daniil Medvedev nella foto – Foto Getty Images

    Daniil Medvedev, ex numero uno del mondo, è tornato a parlare durante la conferenza stampa a Indian Wells, il primo Masters 1000 della stagione. Il tennista russo, noto per la sua schiettezza, ha sorpreso tutti con la sua valutazione dei nuovi campi del torneo californiano, che recentemente sono stati rifatti con l’obiettivo di renderli più veloci.
    I nuovi campi: più veloci o più lenti?“Ho giocato per due giorni e sarò onesto con voi: mi piace Indian Wells, mi piacciono anche i campi ora, ma sembrano essere quasi più lenti di prima, molto lenti”, ha dichiarato Medvedev quando gli è stato chiesto della sua famosa critica ai campi del torneo negli anni passati.Il russo ha poi aggiunto un aneddoto significativo: “Oggi accidentalmente la mia racchetta è caduta dalla mia mano, non l’ho lanciata (sorridendo), davvero, e da una bassa altezza, il grip è stato completamente strappato, solo per quanto ruvida è la superficie del campo, e quando è ruvida è lenta”.Medvedev ha comunque precisato di essere arrivato da poco e di soffrire ancora del jet lag: “Sono qui solo da due giorni. Sono ancora molto stanco per il jet lag. Quindi non sono in grado di vedere le cose nel modo giusto. Non posso dirvi con certezza quello che sto dicendo. Vedremo come si giocherà durante il torneo.”
    L’onestà del russo dentro e fuori dal campoQuando gli è stato chiesto della sua apertura nel parlare e condividere i suoi pensieri, sia in campo che con i media, Medvedev ha fatto una distinzione importante:“Prima di tutto, come dico, penso che in campo dovrei parlare meno. Il fatto è che qui [in conferenza stampa] dico quello che penso. In campo a volte dico cose che non penso realmente. È solo a causa dell’adrenalina, della posta in gioco, della pressione del momento, a volte dico cose che dopo la partita posso chiaramente dire che non pensavo.”Ha aggiunto: “Non so davvero come rispondere a questa domanda perché sento di essere sempre stato così. Semplicemente non dico sempre quello che penso, ma, tipo, a volte tengo le cose per me, ma se parlo di qualcosa, preferisco parlare apertamente piuttosto che fare dichiarazioni di PR o cose del genere.”
    Il materiale tecnico e la resistenza ai cambiamentiMedvedev ha anche parlato del suo approccio cauto ai cambiamenti di attrezzatura. Dopo aver modificato le corde della sua racchetta l’anno scorso per adattarsi alle palle più lente, è stato chiesto se avrebbe considerato di cambiare anche la racchetta.“Sono una persona riluttante al cambiamento, quindi non cambio facilmente le cose”, ha spiegato. “Fino al 2023 ho giocato con racchette, corde, tutto uguale, ho semplicemente giocato il mio gioco. Poi ho dovuto cambiare a causa dell’anno 2022 in cui le palle hanno iniziato a diventare lente.”Sul possibile cambio di racchetta ha espresso i suoi timori: “Ho provato un paio di racchette Tecnifibre uguali ma un po’ più pesanti, con diverso bilanciamento, questo e quello. Ma per il momento, resto fedele alla mia racchetta, che mi ha dato molti bei momenti nella mia carriera. Non penso che la cambierò mai troppo. Forse le corde, cose del genere, sì. La racchetta, non sono sicuro, perché ci sono poi gomito, spalla, e troppe domande.”
    I risultati altalenanti e la prospettivaMedvedev ha affrontato anche il tema dei suoi risultati recenti, meno costanti rispetto al passato:“Mi infastidisce non essere in grado di… non si tratta solo di giocare al tuo miglior livello, ma sì, di ottenere normalmente i risultati a cui sono forse abituato. Allo stesso tempo, il tennis è uno sport in cui continui ad andare avanti, continui a lavorare. Come ho detto, il livello stava migliorando.”Ha aggiunto un’analisi delle sue partite di quest’anno: “Sento che quest’anno ho avuto tre partite dove sono stato davvero vicino e avrebbe potuto andare a mio favore, non è andata così, i ragazzi hanno giocato bene o altro, è una partita di tennis, e non penso ci sia stata una partita in cui potrei dire lo stesso per me, dove la fortuna era un po’ dalla mia parte. Questa partita accadrà a un certo punto della stagione anche per me, ed è allora che il momento cambierà.”
    Da “odio” ad “amore” per Indian WellsInfine, il russo ha raccontato come il suo rapporto con il torneo californiano sia cambiato radicalmente nel corso degli anni:“Ho davvero iniziato ad amare questo torneo, perché le prime volte che sono venuto, pensavo, prima di tutto, che venire qui fosse un disastro. Vai a Los Angeles, hai un volo pazzescamente lungo, e non sei nemmeno qui. Hai dalle 2:30 alle 4 ore, a seconda del traffico, per arrivare qui.”“Le prime due volte, vengo qui, è deserto, non c’è molto da fare. Mi sono ammalato gravemente la prima volta che sono venuto qui. Avevo la mononucleosi. Ero tipo, wow, odio davvero questo torneo in un certo senso, non capisco. Tutti ne parlavano così bene.”Ma poi tutto è cambiato: “Ora lo amo totalmente. Ho così tante cose, tipo, scoperto così tante cose da fare qui. Non mi piace il golf, ma c’è un pazzesco circuito di gare qui vicino, il Thermal. È semplicemente incredibile. Quindi ogni volta cerco di andarci almeno una volta prima del torneo. E poi nel caso in cui il torneo non vada bene, sono lì ogni giorno. I primi anni stavo in hotel. Ora abbiamo una casa, ed è una sensazione piacevole con la squadra. Giochiamo a biliardo durante le sere. Cuciniamo. Sì, adesso amo assolutamente venire qui.”
    Medvedev cercherà di migliorare il suo inizio di stagione a Indian Wells, dove è stato finalista nelle ultime due edizioni. Nonostante le sue perplessità sui campi, il russo sembra determinato a dare il massimo per conquistare il titolo.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Medvedev torna a criticare la lentezza delle palline nel circuito ATP: “all’ATP non sembra importare”

    Daniil Medvedev nella foto – Foto Getty Images

    Dopo la sconfitta contro Griekspoor a Dubai, il russo parla del suo alterco con il giudice di sedia e ribadisce le sue lamentele sulla lentezza delle pallineDaniil Medvedev è stato eliminato dall’ATP di Dubai dopo essere stato sconfitto da un’ottima versione di Tallon Griekspoor nei quarti di finale. Il russo ha finito per sprecare fino a quattro match point, subendo una sconfitta che può far male considerando che stava ritrovando fiducia nel suo tennis già dal precedente torneo di Doha (dove si era dovuto ritirare per malattia). In conferenza stampa, Daniil ha parlato del suo incidente con il giudice di sedia, con cui ha parlato dopo la partita per calmare le acque. Ha anche criticato, ancora una volta, la lentezza delle palline.
    “Griekspoor ha meritato la vittoria”Quando gli è stato chiesto cosa fosse cambiato a partire dal secondo set, Medvedev ha risposto: “Credo che abbia iniziato a giocare meglio in alcuni momenti. In un certo senso è stato fortunato con alcuni colpi, ma è così che funziona il tennis. Quando dico fortunato, intendo anche che ci ha provato, quindi se lo meritava. Non mi sono teso né nulla. Ho giocato i colpi giusti al momento giusto e lui è riuscito a fare la differenza oggi”.Il russo ha aggiunto: “È una cosa molto sfortunata perché sento che quest’anno non riesco a ricordare una partita che non avrei dovuto perdere e alla fine ho vinto. Queste partite succedono. Ricordo tre o quattro, probabilmente tre incontri in cui avrei potuto vincere e non è andata bene, ma non importa. Un anno è lungo e ci saranno partite che andranno dalla mia parte”.
    Critico con la lentezza delle pallineMedvedev ha espresso ancora una volta la sua frustrazione riguardo alla velocità delle palline nel circuito: “Non importa in generale perché recuperare il mio livello è importante. E credo che sia così che arriverò alle finali, vincerò tornei, ecc. Allo stesso tempo, stavo giocando molto bene e volevo superare i quarti di finale. Ma, di nuovo, ogni partita è una nuova storia”.Il russo ha poi aggiunto con tono critico: “Credo che nell’ultimo game che abbiamo giocato fosse ridicolo quanto erano lente le palline. E non capisco come non si cambi da 5 a 7 palline nel circuito ATP. Non lo capisco”.
    Chiarimento con il giudice di sediaRiguardo all’incidente con il giudice di sedia, Medvedev ha chiarito: “Abbiamo già parlato dopo la partita. Sai, quello che succede in campo… A volte vado troppo oltre. Ma, di nuovo, non voglio discuterne troppo. Non ero contento di una delle sue decisioni. Può succedere, ma abbiamo parlato dopo la partita. Abbiamo calmato la situazione, anche se non c’era nulla di acceso. Lo rispetto molto. Quindi sì, forse ho esagerato un po’. Non credo di aver detto nulla di così grave, ma forse ho esagerato un po’. Ho ricevuto un warning e questo è tutto”.
    Quando gli è stato chiesto se avrebbe dovuto rispondere da una posizione meno arretrata contro un giocatore che ha utilizzato il servizio-volée per salvare alcuni match point, Medvedev ha risposto: “Non credo che aiuti perché Tallon lo fa molto contro altri giocatori che rimangono vicino alla linea di fondo campo. E credo che se prendiamo la percentuale dei punti che ho vinto quando lui ha fatto servizio-volée, non sono sicuro di aver vinto meno punti rispetto a chi risponde più vicino di me”.Il russo ha concluso con un’altra critica alle palline: “Di nuovo, le palline, quando volano nell’aria più lentamente, danno vantaggio a chi fa volée perché hanno più tempo per reagire, per adattarsi al colpo che va verso di loro. E questo è un grande svantaggio, ma all’ATP non sembra importare”.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Medvedev svela il motivo del ritiro a Doha: “Intossicazione alimentare”

    Daniil Medvedev nella foto – Foto Getty Images

    È stato finalmente chiarito il mistero del ritiro di Daniil Medvedev nei quarti di finale dell’ATP 500 di Doha. Il tennista russo ha spiegato attraverso un comunicato ufficiale del torneo le ragioni del suo improvviso abbandono durante il match contro Auger-Aliassime.
    “Purtroppo ho subito un’intossicazione alimentare”, ha dichiarato Medvedev. “Sono molto deluso di dover concludere il mio percorso a Doha in questo modo, soprattutto perché sentivo di star giocando bene. Spero di poter tornare l’anno prossimo.”Il ritiro aveva destato preoccupazione, soprattutto per le modalità inusuali con cui era avvenuto: Medvedev aveva lasciato il campo sul 6-3 per il canadese senza stringere la mano all’avversario, spiegando al giudice di sedia di essere malato.
    Il russo spera ora di potersi riprendere in tempo per il torneo di Dubai della prossima settimana, dove è atteso per proseguire la sua stagione sul cemento mediorientale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Medvedev pungente sul caso Sinner: “Spero che questo crei un precedente per tutti i giocatori”

    Daniil Medvedev nella foto – Foto Getty Images

    Daniil Medvedev non ha il timore di esporsi. Il moscovita, noto per la sua sagacia e il suo uso dell’ironia, raramente si trattiene quando si tratta di dire la sua opinione. Pur reduce da una sconfitta contro Hamad Medjedovic nelle semifinali dell’ATP Marsiglia 2025, Medvedev ha voluto commentare l’argomento che più tiene banco nel mondo del tennis: la squalifica di Jannik Sinner e l’accordo raggiunto con la WADA.
    “Possiamo parlare per ore, ma sembra qualcosa di politico”La sanzione di tre mesi inflitta a Sinner, che terminerà poco prima dell’inizio del torneo di Roma, ha generato un acceso dibattito, soprattutto perché non si è arrivati a un vero e proprio processo. Medvedev, interpellato in conferenza stampa, non è rimasto in silenzio:“Possiamo parlare di questo argomento per ore, possiamo chiamarlo qualcosa di politico. Tutti hanno diritto alla propria opinione. Non voglio pronunciarmi troppo, ma spero solo che, da questo momento in poi, qualsiasi giocatore possa parlare con la WADA e difendersi nello stesso modo in cui lo ha fatto Jannik. Se la WADA ti dice: ‘Abbiamo trovato questa sostanza, vogliamo due anni di squalifica’, tu rispondi: ‘In realtà no, voglio un mese’.”
    Il tono ironico, ma allo stesso tempo pungente, lascia trasparire che, secondo Medvedev, esista un doppio standard nel trattare casi simili. Eppure, il russo preferisce guardare oltre, augurandosi che d’ora in poi i tennisti possano avere maggiori possibilità di difendersi e di giungere ad accordi che tutelino i loro diritti.
    “Spero che questo sia solo l’inizio di una maggiore tutela dei giocatori” Medvedev, con atteggiamento rilassato ma parole ferme, sottolinea come questo caso possa fare da spartiacque:“Spero che questo crei un precedente e che i giocatori possano avere una migliore difesa in futuro. Se non sarà così, sarebbe strano.”
    La questione coinvolge inevitabilmente la disparità economica, che permette ad alcuni giocatori di pagarsi avvocati più competenti e costosi, mentre altri non avrebbero le stesse risorse.
    “Non è stato Jannik in prima persona a negoziare con la WADA, ma i suoi legali. Più alto è il livello dell’avvocato che puoi permetterti, migliori saranno le tue chance. Non succede solo nel tennis. Spero che tutti abbiano le stesse possibilità di difendersi, anche da soli, se necessario. Sarebbe un brutto segnale se solo Sinner fosse in grado di ottenere questo tipo di accordo, mentre sarebbe un ottimo segnale se in futuro potessero farlo tutti i giocatori.”
    Obiettivo Doha Sul piano sportivo, Medvedev ha dichiarato di voler lasciarsi alle spalle la sconfitta subita a Marsiglia. Il russo si appresta ora a volare a Doha, dove farà il proprio debutto tra lunedì e martedì, con l’obiettivo di ritrovare fiducia nel proprio gioco. In un momento in cui la “tempesta Sinner” continua a occupare le prime pagine, Medvedev desidera riportare l’attenzione sui risultati e dimostrare che, nonostante le polemiche, la sua determinazione resta intatta.
    Il futuro dirà se l’accordo tra Sinner e la WADA diventerà o meno un “precedente” per tutti gli atleti del circuito. Quel che è certo è che, come ha fatto notare Medvedev, la vicenda lascia aperti numerosi interrogativi sulla trasparenza e sull’uguaglianza di trattamento in ambito sportivo. Nel frattempo, l’ex numero uno russo è pronto a tornare in campo, con la stessa franchezza che lo caratterizza quando, microfono alla mano, commenta senza troppi filtri le più spinose questioni del tennis internazionale.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Medvedev: “Non mi sento così lontano dalla vittoria. Con Simon non siamo riusciti a legare come speravo”

    Daniil Medvedev (foto Getty Images)

    Vincere una manciata di match sarà la medicina per tornare a brillare. Così Daniil Medvedev ha parlato a Marsiglia alla stampa prima del debutto nel torneo, previsto per oggi (ore 18) contro Herbert. Prima testa di serie del 250 francese, ma a secco di titoli da Roma 2023, quando il russo sul rosso del Foro Italico sorprese tutti sbaragliando la concorrenza e alzando il primo alloro in carriera su terra battuta. Quel successo in Italia fu il quinto di quell’anno, a coronare un percorso eccellente (Rotterdam, Doha, Dubai, Miami, Roma) che lo riportò al secondo posto del ranking ATP. Purtroppo per il moscovita è stato anche l’ultimo alloro… 21 mesi senza altri titoli, con un livello di gioco che è scemato per intensità e qualità, fino al pessimo inizio di 2025 con un record assai negativo di 2 vittorie e 2 sconfitte. Proprio da Marsiglia Medvedev cerca di ripartire, esternando una discreta serenità nonostante tutto.
    “Mi sento abbastanza bene. Il che può sembrare sorprendente quando non hai fiducia” afferma Medvedev nella press conference. “Sento che non sono poi così lontano dal giocare meglio e dall’ottenere risultati migliori. La domanda è: sarà qui a Marsiglia, a Doha la prossima settimana, a Dubai o a Indian Wells? Questo ancora non lo so, ma ogni settimana arriva una nuova opportunità per fare bene. Ho avuto una buona preparazione nella off-season, e mi sono allenato bene anche prima di Rotterdam. Quindi è solo questione di vincere più partite”.
    Giocare un torneo vicino a casa può essere di aiuto (Daniil vive in Costa Azzurra tra Nizza e Monte Carlo): “Sicuramente, permette a mia moglie di esserci! Siamo venuti in macchina, è sempre meglio non prendere l’aereo. Per i viaggi e i bagagli è più semplice. Sono arrivato solo lunedì, è un po’ più tardi rispetto a quando c’è l’aereo da prendere perché un volo mi spezza davvero le gambe per qualche giorno. Sono felice di essere qui e cercherò di giocare al massimo. Alloggiamo in un buon posto, sul Porto Vecchio, conosciamo alcuni ristoranti, fare qualche bella cena è sempre bello”. Medvedev ha vinto il torneo di Marsiglia nel 2021. È curioso che tutti i suoi 20 titoli siano unici, finora non si è mai ripetuto in nessun evento.
    Il discorso vira su Gilles Simon, ex pro francese e pure nativo della Costa Azzurra, che da pochi giorni ha lasciato il team del russo. Così Daniil spiega la separazione: “Simon mi ha dato molte cose. Le sue idee e tutto ciò che ha portato erano molto buone. È solo che, alla fine, penso che siamo troppo diversi in alcune aree. Non siamo riusciti a connetterci completamente e questo è molto importante tra un giocatore e un allenatore. Questo è l’unico motivo per cui abbiamo deciso di fermarci. Ma penso che sia una persona che possa davvero aiutare i prossimi giocatori con cui lavorerà”.
    Ricordano a Medvedev che l’ultimo trofeo vinto risale al Masters 1000 di Roma 2023. “In questo momento penso che per me ritrovare la vittoria sia molto importante. È la fiducia, dimostrare a me stesso che sono ancora capace di vincere, anche se so di potercela fare (sorride). Tuttavia, ripensando allo scorso anno, vale di più vincere un torneo 250 o arrivare alla finale in Australia, alla semifinale di Dubai pur non essendo stato bene fisicamente e poi alla finale di Indian Wells e alla semifinale di Miami? Preferirei dire che vale di più la finale Slam… Ma attualmente la cosa più importante per me è vincere tante partite, sentirmi di nuovo meglio con il mio gioco perché nelle partite che ho perso di recente ho sentito di non essere poi così lontano dal farcela. Non sto giocando molto bene e comunque sono vicino alla vittoria, il che è un buon segno. Quando troverò il mio vero livello, forse vincerò più partite, più facilmente e i titoli torneranno”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Medvedev, crisi profonda. Il ritiro si avvicina?

    Daniil Medvedev (foto Getty Images)

    Sembra passato un secolo ma era solo un anno fa, per l’esattezza il “benedetto” 28 gennaio 2024, quando Daniil Medvedev mise alla frusta il nostro Jannik Sinner nei primi due set della finale degli Australian Open, giocando un tennis di grandissima qualità ed efficacia. Sinner riuscì con classe infinita ad entrare nel match e girarlo a suo favore grazie a un crescendo di impetuosa bellezza, infliggendo al russo la seconda durissima rimonta nella finale di Melbourne dopo quella sofferta da Nadal nel 2022. Sembra passato un secolo perché Medvedev a soli 12 mesi di distanza è il fantasma di se stesso, smarrito, impalpabile, inefficace e tracotante d’una ira tanto furibonda quanto autodistruttiva. Quel tennista formidabile per acume tattico, servizio implacabile, cambi di ritmo raffinati e un gioco tanto “storto” quanto efficace ed affascinante s’è completamente smarrito. Kaput. La sconfitta sofferta a Rotterdam dal nostro Mattia Bellucci ha destato molta impressione nel mondo della racchetta, sia perché ha presentato al grande tennis un personaggio totalmente fuori dagli schemi come il lombardo, mosca bianca in un tour dominato da giganti che tirano fortissimo e tutto uguale, ma anche per l’ennesima debacle fragorosa del moscovita, di nuovo sconfitto contro pronostico dopo una dura battaglia.
    Quello che fa più impressione nel momento terribile che sta attraversando Medvedev è vederlo crollare in partite sofferte, lottate, esattamente quello che era il suo territorio di caccia prediletto. Al picco della carriera Daniil ti spazzava via alternando una ragnatela tattica sapiente fatta di palle lentissime e poi velocissime a servizi imprendibili. Se ti faceva un break eri morto perché nei suoi game quasi non si giocava, non te la faceva vedere proprio… Amava spostare la palla e l’avversario e quindi punirlo con una mazzata improvvisa che non leggevi e che non riuscivi a gestire. E se la partita era dura, sofferta e combattuta, si esaltava nella pugna e alla fine usciva quasi sempre lui con la vittoria perché praticamente nessuno riusciva a tenere così a lungo sia mentalmente che fisicamente. Sono passati solo 12 mesi, quel Medvedev è uno sbiadito ricordo.
    La crisi di Daniil è in corso da tempo. Nel 2024 non ha vinto tornei e solo in rare occasioni è riuscito a battere i migliori, subendo molte sonore sconfitte e, peggio ancora, iniziando a fare tantissima fatica per sconfiggere avversari che da anni era solito regolare in due set piuttosto comodi. È una crisi profonda la sua perché non funzionano più le basi del suo gioco e della sua filosofia di gioco. Lui spesso si lagna di palle troppo pesanti e che “non vanno”, che necessitano di tantissima forza fisica per esser spinte. L’esatto opposto del suo modo di intendere il tennis, toccare la palla e trovare velocità col timing o slanci a tutta. In parte ha ragione, tutti denotano come le palle attuali sono di scarsa qualità e penalizzano il gioco tattico, ma c’è tanto, tanto di più che non funziona nel tennis del russo.
    Sicuramente gran parte dei suoi problemi sono arrivati per un netto calo di efficacia nel servizio. Tutti i numeri della sua battuta sono in discesa, ricava pochi punti gratis e sulle seconde palle non riesce come un tempo a generare abbastanza spin per impedire all’avversario di entrare forte in risposta. Ha avuto discreti problemi ad una spalla, probabilmente non è ancora riuscito a ritrovare la massima scioltezza e il suo colpo principe non va. Solo rimettendo in moto la battuta ha la speranza di tornare il campione che è stato, è un’affermazione brutale ma realistica perché nello scambio ormai sembra fare troppa fatica. Il suo modo di intendere il gioco, rallentare e poi accelerare, non fa più male ai rivali come un tempo. Colpa di colpi meno incisivi, troppo lenti o meno sicuri. “Meddy” al massimo non sbagliava mai, ti costringeva a correre a destra e a manca su palle lente ma difficili da spingere, e quando voleva cambiare passo lo faceva con una frustata che non leggevi e ti lasciava di sasso. Ora è lui costretto a correre e rincorrere, non riesce quasi mai a cambiare passo alla velocità dei giorni migliori e se cerca di prendere lo scambio di petto e tirare fortissimo sbaglia troppo. La bilancia tra vincenti ed errori è totalmente fuori controllo, e per colpa di questa situazione ha perso anche la sua pazienza e la volontà di starsene lì buono a soffrire e rimettere. Spesso, pure ieri sera vs. Bellucci, lo vedi tirare qualche colpo quasi a casaccio per uscire dallo scambio, una bestemmia per uno scacchista come lui, tattico se ce n’era uno sul tour… 
    La situazione si sta incancrenendo perché lo senti parlare e lui, con feroce lucidità mista a sarcasmo, afferma che non è felice, che non gli piace come sta giocando, che non si diverte, che niente funziona e sta provando a cambiare le cose, senza successo. Fa spallucce, mastica amaro e sorride beffardo come chi non ci crede più. Questo l’aspetto più crudele del suo momento “no”: un tennista che ha costruito un tennis e carriera formidabile sull’autostima, sul non mollare mai e sulla lotta feroce in ogni scambi non ci crede più. Sipario.
    Il colpo più efficace non funziona, la sua tattica non rende come in passato, la sua resistenza fisica è diminuita e la tenuta mentale crollata. I suoi punti di forza sono diventati debolezze e ormai tutti gli avversari hanno capito come metterlo in difficoltà. Il serbatoio è in riserva e non trova appigli per cavarsi dal buco. Un quadro impietoso di un giocatore sprofondato in una crisi profondissima e dalla quale sembra molto difficile uscire. Con l’attitudine mostrata nelle ultime settimane e quella delusione che lo consuma ancor più, accumulare sconfitte su sconfitte non può far altro che peggiorare la situazione.
    Quindi, cosa fare? Forse fermarsi per qualche settimana, per riflettere, riposare ed allenarsi – o curarsi se la spalla non va – potrebbe essere una soluzione. Nella sue parole c’è un senso di rifiuto, non si diverte, non gli piace questa versione di se stesso. Stare a casa nella sua Costa Azzurra a coccolare i due figli chissà che non possa rendergli quella serenità che manca. Allontanarsi per un po’ dalla competizione potrebbe fargli tornare la voglia di giocare e di vincere, a meno che dentro non sia già troppo consumato e uno stop prolungato non gli dia così tanta serenità da portarlo a un clamoroso ritiro. Non è a mio avviso un’ipotesi così peregrina, soprattutto se dovesse continuare a perdere male e accumulare frustrazione a quella che già cova dentro e lo deprime. Medvedev ha speso tantissimo in termini di energia mentale e di logorio fisico, forse troppo. C’è una generazione di giovani talenti che avanza, forse Daniil si sente già terribilmente vecchio, provato da tante amare sconfitte e rimonte nei grandi appuntamenti che lo hanno fiaccato e depresso. Cose che ti segnano dentro e magari, guardandoti allo specchio, ti fanno dire “ma chi me lo fa fare?”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il record straordinario di Sinner come numero 1. Il paradosso regolamentare del WTA Tour con il caso Keys. Il ritorno di Medvedev a Marsiglia. Il trasferimento del torneo ATP 250 di Anversa

    Madison Keys nella foto – Foto Getty Images

    Jannik Sinner continua a riscrivere la storia del tennis. Il campione italiano, fresco vincitore dell’Australian Open 2025 dove ha difeso con successo il titolo, sta stabilendo nuovi parametri come numero uno al mondo. Il suo bilancio di 47 vittorie e solo 3 sconfitte (94% di successi) rappresenta la migliore percentuale di sempre per un numero uno ATP, superando leggende come Bjorn Borg e Jimmy Connors. Un dato che testimonia non solo la continuità dell’altoatesino, ma anche la sua capacità di gestire il ruolo di leader del ranking.
    Nel circuito WTA emerge invece una situazione paradossale che coinvolge Madison Keys. La tennista americana, rientrata nella top-10 dopo il trionfo all’Australian Open, si è vista negare la partecipazione al WTA 250 di Austin (24 febbraio – 2 marzo) a causa di un regolamento che impedisce ai tornei di questa categoria di ospitare più di una giocatrice top-10. Con Jessica Pegula (n.6) già confermata nel tabellone, Keys si trova automaticamente esclusa dall’evento, evidenziando alcune criticità nelle regole del circuito femminile che necessitano di essere riviste.
    Novità anche per Daniil Medvedev, che dopo un inizio di stagione complicato ha deciso di modificare il suo calendario. Il russo tornerà all’ATP 250 di Marsiglia grazie a una wild card, torneo che non disputa dal 2021 quando si impose in finale. Un’opportunità per il moscovita di ritrovare feeling con la vittoria in un torneo che gli ha portato fortuna in passato.
    Sul fronte organizzativo, cambio di sede importante per l’European Tennis Open: lo storico ATP 250 si trasferisce da Anversa a Bruxelles. L’edizione 2025 si disputerà nella capitale belga dal 13 al 19 ottobre, in quello che rappresenta un significativo cambiamento per uno dei tornei tradizionali del finale di stagione.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO