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    Medjedovic rinuncia alle qualificazioni dell’Australian Open per puntare alla top 100: “In questo momento, preferisco scalare posizioni nel ranking piuttosto che guadagnare denaro”

    Hamad Medjedovic SRB, 18.07.2003 – Foto Getty Images

    Scelta coraggiosa e inaspettata quella di Hamad Medjedovic, vincitore delle Next Gen ATP Finals 2023. Il giovane talento serbo ha deciso di rinunciare alle qualificazioni dell’Australian Open 2025, optando invece per partecipare al Challenger di Oeiras.
    Una decisione sorprendente, considerando il sacrificio economico che comporta saltare un torneo del Grande Slam, ma che rispecchia la chiara visione del 21enne per la sua carriera. “È un viaggio molto importante e non mi garantiva punti ATP. In questo momento, preferisco scalare posizioni nel ranking piuttosto che guadagnare denaro. Voglio entrare quanto prima nella top 100”, ha dichiarato Medjedovic, che si allena sotto la guida di Jorge Aguirre.
    Nonostante le grandi aspettative generate dalla vittoria alle Next Gen Finals dello scorso anno, il serbo non è riuscito a confermarsi pienamente nella stagione passata. Ora, questa scelta controcorrente dimostra la sua determinazione nel voler trasformare il suo evidente potenziale in risultati concreti, privilegiando un percorso più graduale ma potenzialmente più solido per la sua crescita.
    La decisione di Medjedovic rappresenta un interessante caso di studio su come i giovani tennisti gestiscono la propria carriera, talvolta preferendo rinunciare a opportunità prestigiose nell’immediato per perseguire obiettivi di lungo termine.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Lehecka vince a Brisbane sfruttando il ritiro dell’avversario in semifinale e finale. È accaduto solo altre tre volte nell’Era Open

    Lleyton Hewitt

    Quello che la sfortuna toglie, poi spesso rende… È il caso di Jiri Lehecka, tennista non fortunato in carriera visti i numerosi stop sofferti dopo aver ottenuto qualche bel risultato, ma davvero baciato dalla buona sorte questa settimana a Brisbane. Il ceco ha vinto la finale del torneo australiano quasi senza sudare, visto che Reilly Opelka, avversario nel match per il titolo, si è ritirato dopo solo 5 game e una manciata di minuti. Il caso è davvero particolare poiché anche in semifinale Lehecka ha approfittato del ritiro di Grigor Dimitrov, costretto a fermarsi sul 6-4 4-4 a favore di Jiri.  Quindi Lehecka ha vinto semifinale e finale sfruttando due ritiri, uno dopo l’altro. È una fattispecie davvero rara: nell’Era Open del tennis maschile è accaduto solo 4 volte!
    Il primo giocatore a beneficiare di un doppio ritiro tra semifinale e finale in un torneo ATP è stato Karol Kucera nel 1997 ad Ostrava. Lo slovacco (ottavo nel seeding) approfittò del k.o. di Goran Ivanisevic in semifinale, dopo aver vinto il primo set per 6-3, e quindi in finale del ritiro di Magnus Norman dopo aver portato a casa il primo set per 6-2.
    Il secondo vincente “super fortunato” è stato Albert Costa all’allora Masters Series di Amburgo nel 1998. Il catalano, poi campione a Roland Garros, in semifinale giocò solo tre game, curiosamente proprio contro Karol Kucera, costretto al ritiro sul 3-0; poi in finale dominò i primi due set contro l’amico e connazionale Alex Corretja, 6-2 6-0, fino al ritiro del vincitore delle Finals di quell’anno dopo un solo game nel terzo set.
    Il terzo tennista in questa curiosa statistica è Llyeton Hewitt al torneo di Sydney 2004. “Rusty” vinse l’Adidas International da settima testa di serie approfittando in semifinale del ritiro dell’olandese Verkerk dopo aver vinto il primo set per 6-2, e in finale giocò solo sette game contro Carlos Moya, costretto a gettare la spugna sul 4-3 per l’australiano.
    Il quarto tennista agevolato dal ritiro dell’avversario in semifinale e poi in finale è proprio Lehecka questa settimana al 250 di Brisbane.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    I Guerrieri della Top 200: Storia di chi ha sfiorato il sogno della Top 100

    Rik de Voest nella foto

    Entrare nei primi 100 del ranking ATP rappresenta il sogno di ogni tennista professionista. È una soglia che segna il confine tra poter vivere di tennis e dover lottare costantemente per la sopravvivenza nel circuito. Ma non tutti coloro che ci provano con determinazione riescono a raggiungerla, nonostante anni di sacrifici e dedizione.Queste storie rappresentano l’altra faccia del tennis professionistico: quella dei guerrieri silenziosi che, pur non raggiungendo la gloria dei primi 100, hanno contribuito a sostenere e arricchire questo sport con la loro perseveranza e dedizione. Sono gli eroi non celebrati che hanno sfiorato il sogno senza mai arrendersi, dimostrando che il valore di un atleta non si misura solo con il ranking.
    Il Significato della Top 100Raggiungere la top 100 non è solo una questione di prestigio: significa garantirsi l’accesso diretto ai tornei del Grande Slam, aumentare significativamente i propri guadagni e vivere esperienze uniche nel circuito maggiore. È una frontiera che separa due mondi tennistici profondamente diversi.
    Il Primato di De VoestIl record di longevità nella top 200 senza mai raggiungere la top 100 appartiene al sudafricano Rik de Voest. La sua storia è emblematica: 426 settimane (più di 8 anni) trascorse cercando di sfondare quel muro invisibile, arrivando al massimo alla posizione 110 nel 2006. La sua carriera si è conclusa nel 2014, a 34 anni, senza aver realizzato il sogno.
    Il Caso YmerElias Ymer, ancora in attività, occupa il secondo posto in questa particolare classifica con 415 settimane. Il tennista svedese, fratello del ritirato Mikael, ha raggiunto come best ranking la posizione 105 nel 2018. Oggi, a 28 anni e fuori dalla top 300, le sue possibilità di entrare nella top 100 sembrano sempre più remote.
    La Storia di Menéndez-MaceirasParticolarmente interessante il caso dello spagnolo Adrián Menéndez-Maceiras, che nonostante non sia mai entrato in top 100, è riuscito a partecipare e persino vincere match nei tornei del Grande Slam. Il suo miglior piazzamento? Numero 111 del mondo.
    La Classifica dei Più PerseverantiEcco i dieci tennisti che hanno trascorso più settimane in top 200 senza mai raggiungere la top 100:1. 🇿🇦 Rik de Voest: 426 settimane (best ranking: 110)2. 🇸🇪 Elias Ymer: 415 settimane (best ranking: 105)3. 🇦🇷 Gaston Etlis: 370 settimane (best ranking: 114)4. 🇨🇭 Ivo Heuberger: 366 settimane (best ranking: 102)5. 🇬🇧 Chris Wilkinson: 357 settimane (best ranking: 114)6. 🇨🇦 Peter Polansky: 353 settimane (best ranking: 110)7. 🇰🇿 Yury Schukin: 353 settimane (best ranking: 119)8. 🇺🇿 Oleg Ogorodov: 333 settimane (best ranking: 101)9. 🇪🇸 Adrián Menéndez-Maceiras: 329 settimane (best ranking: 111)10. 🇵🇹 Joao Cunha-Silva: 326 settimane (best ranking: 108)
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Mensik, momento surreale a Jeddah: Controllo antidoping durante il match

    Jakub Mensik CZE, 01.09.2005

    Un episodio decisamente insolito ha caratterizzato il match di Jakub Mensik contro Arthur Fils alle Next Gen ATP Finals di Jeddah. Durante il toilet break dopo il secondo set, il tennista ceco ha rivelato a Nacho Forcadell una circostanza quasi senza precedenti nel circuito: gli era stato richiesto un controllo antidoping nel bel mezzo della partita.Mensik ha raccontato l’accaduto con un misto di rabbia e incredulità. Non è ancora chiaro se i responsabili del controllo antidoping, probabilmente confusi sui tempi, abbiano effettivamente proceduto con il test durante l’incontro.L’episodio ha aggiunto ulteriore frustrazione a una giornata già difficile per Mensik, che non ha brillato nel suo match contro Fils. Una situazione che evidenzia come anche la gestione dei controlli antidoping possa talvolta creare momenti di tensione imprevisti durante i tornei.
    Questo curioso incidente solleva interrogativi sulla tempistica e le modalità dei controlli antidoping nel tennis professionistico, una questione che meriterebbe forse una regolamentazione più chiara.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Voglio cambiare la storia”: Il sogno di Fonseca e la Finale di Wimbledon 2019

    Joao Fonseca nella foto – Foto Getty Images

    In vista delle Next Gen ATP Finals di Jeddah, Joao Fonseca ha rivelato all’ATP quale match della storia del tennis avrebbe voluto giocare. La risposta del 18enne brasiliano, attualmente numero 145 del mondo, rivela tanto della sua personalità quanto del suo amore per questo sport.
    “La finale di Wimbledon 2019, quando Roger aveva la palla match contro Novak Djokovic,” ha confessato Fonseca. “Avrei voluto essere Roger, per poter fare un ace sul 40-15, palla match, contro Djokovic in quella finale. Voglio cambiare la storia!”
    Il riferimento è a uno dei momenti più drammatici nella storia del tennis, quando Federer ebbe due match point sul proprio servizio prima di cedere a Djokovic in un epico finale. La scelta di Fonseca non solo dimostra la sua conoscenza della storia del tennis, ma anche il suo spirito romantico e la sua audacia nel voler “riscrivere” uno dei momenti più discussi della storia recente di questo sport.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    L’analisi di Shane Liyanage: “Tra ATP e WTA la velocità non fa la differenza”

    Aryna Sabalenka nella foto – Foto Getty Images

    Shane Liyanage, analista dati che lavora con giocatori ATP e WTA, ha offerto interessanti spunti sulle differenze tra tennis maschile e femminile, rivelando anche i dettagli del suo lavoro con Aryna Sabalenka.Questa analisi basata sui dati offre una prospettiva unica sulle similitudini e differenze tra tennis maschile e femminile, sfatando alcuni luoghi comuni e evidenziando come l’evoluzione tecnica stia riducendo il divario in alcuni aspetti del gioco.
    Il Caso Sabalenka: Una Trasformazione CompletaDopo cinque anni di collaborazione con Sabalenka, Liyanage ha evidenziato i progressi della bielorussa:– Correzione dei problemi al servizio e doppi falli– Miglioramento della biomeccanica del servizio– Maggiore varietà nel gioco– Introduzione della palla corta– Maggiore sicurezza sotto pressione– Miglioramento nel gioco a rete
    “All’Australian Open, Aryna faceva una media di 20 doppi falli e arrivava agli ottavi. Cedeva 20 punti all’avversaria e vinceva comunque. Questo dimostra quanto fossero migliorati altri aspetti del suo gioco. Non avrebbe vinto tre Slam senza passare attraverso quelle difficoltà.”
    ATP vs WTA: Sfatando i MitiLiyanage ha rivelato dati sorprendenti sulle differenze tra circuiti:– “La velocità della palla non è così diversa tra uomini e donne”– “Al US Open, il diritto di Sabalenka era più veloce di quello degli uomini”– La principale differenza è nel top spin, significativamente maggiore negli uomini– Il gioco maschile è più laterale, quello femminile più lineare– Gli uomini utilizzano maggiormente gli angoli e variano più spesso l’altezza della palla
    Il Metodo di LavoroRiguardo alla metodologia di lavoro con i giocatori, Liyanage spiega: “Con i top player, la relazione è quasi esclusivamente con l’allenatore. Abbiamo anche un rapporto con il giocatore, ma dobbiamo assicurarci che la comunicazione passi attraverso il coach per garantire che l’informazione arrivi al momento giusto.”Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Il Record di Nadal nei match al quinto set: Un primato quasi inattaccabile

    Rafael Nadal nella foto – Foto Getty Images

    Dopo il ritiro di Rafael Nadal, avvenuto lo scorso novembre in seguito all’eliminazione della Spagna dalla Davis Cup Finals, è tempo di analizzare uno dei suoi record più impressionanti: la percentuale di vittorie nei match al meglio dei cinque set.
    Il campione maiorchino ha concluso la sua carriera con statistiche straordinarie:– 391 partite disputate al meglio dei cinque set– 345 vittorie– 46 sconfitte– 88,23% di successi
    Un Record per l’Eternità?Solo Novak Djokovic sembra avere una possibilità teorica di avvicinarsi a questo primato, ma dovrebbe mantenere un rendimento eccezionale nel 2025 per sperare di raggiungere queste percentuali.
    Questa statistica evidenzia non solo la straordinaria capacità di Nadal di vincere le battaglie più lunghe e intense, ma anche la sua incredibile resistenza fisica e mentale, qualità che lo hanno reso uno dei più grandi campioni nella storia del tennis.La domanda che rimane è se questo record, come molti altri stabiliti dal campione spagnolo, resisterà alla prova del tempo o se qualcuno riuscirà mai ad avvicinarlo.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Bublik contro gli ATP 250: “Non hanno senso, il prize money è troppo basso”

    Alexander Bublik nella foto – Foto Getty Images

    Alexander Bublik ha scatenato una nuova polemica nel mondo del tennis, criticando duramente la struttura del circuito ATP e in particolare i tornei 250, nonostante lui stesso ne abbia beneficiato notevolmente durante la stagione 2024.La critica di Bublik solleva questioni importanti sulla sostenibilità economica del tennis professionistico, ma la sua soluzione di eliminare i tornei minori potrebbe danneggiare proprio quei giocatori che lui dice di voler aiutare.
    La Controversa Dichiarazione“Sinceramente, credo che non si dovrebbero giocare tornei ATP 250, dove il vincitore riceve solo $50.000. Questi soldi non ci servono a nulla, visto che spendiamo di più solo considerando le spese per il team e i voli. Non credo che abbiamo bisogno di tornei di questa categoria né dei Challenger,” ha dichiarato il kazako a Championat.
    L’Ironia dei NumeriTuttavia, i numeri raccontano una storia diversa:– 7 ATP 250 giocati nel 2024 (su 25 tornei totali)– 42% dei suoi punti (600 su 1.420) ottenuti in questi tornei– 3 dei suoi 4 titoli in carriera vinti in ATP 250
    I Suoi Risultati nei 250 del 2024:– Adelaide (Semifinale)– Montpellier (Vittoria)– Doha (Quarti)– Lyon (Semifinale)– Stuttgart (Quarti)– Eastbourne (Ottavi)– Chengdu (Quarti)
    La Vera QuestioneBublik, che ha guadagnato quasi 8 milioni di dollari in carriera, sembra preferire le esibizioni: “Dopo più di sette anni nel tour, ho capito che disputare questi tornei non ha senso, a meno che non si vogliano guadagnare punti aggiuntivi nel ranking. Quest’anno ho giocato alcuni ATP 250, ma solo per guadagnare punti.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO