More stories

  • in

    Djokovic sottoposto a controllo ematico un’ora e mezza prima del suo match in Davis. “È scandaloso. Non c’è nulla da nascondere, ma ci sono dei limiti”

    Novak Djokovic

    Non una giornata tranquilla per Novak Djokovic nel suo esordio a Malaga in Davis Cup. Il campione serbo infatti nel corso del suo match contro Cameron Norrie ha avuto più di una discussione coi “focosi” supporter britannici, colpevoli di averlo ripetutamente disturbato durante il gioco. Non contenti, a furia di rullate di tamburi hanno cercato di impedire o almeno coprire la breve intervista al vincitore in campo a fine partita. Tuttavia quel che ha letteralmente infuriato Novak è stato nel pre partita, raccontato nella press conference dopo gli incontri di Serbia GB. In pratica Il n.1 al mondo è stato sottoposto a un controllo anti doping a sorpresa. Non è una novità, ma lo è nei termini in cui è stato eseguito il test: generalmente infatti i tennisti in gara vengono controllati poco dopo aver terminato il proprio match. Djokovic invece è stato obbligato a un controllo ematico un’ora e mezza prima della sua partita, procedura questa inusuale e che l’ha portato a denunciare l’accaduto alla stampa.
    “Sono stato costretto a sottopormi a un test antidoping prima del match, meno di due ore prima della partita contro Norrie” afferma Djokovic, come riportato da Eurosport.it. “Non è stato un controllo antidoping completo, soltanto un prelievo di un campione di sangue. Un uomo seduto in un angolo mi ha seguito per ore, ho avuto una discussione con lui perché in 20 anni di carriera non mi era mai capitato prima una cosa del genere. Ho ricevuto la notifica del test un’ora e mezza prima dell’incontro. Ho una mia routine e non voglio essere disturbato, pensare al prelievo di sangue, se riuscirò a dare un campione di urina… È una decisione totalmente illogica. Quando ho parlato con il rappresentante dell’agenzia antidoping mi hanno detto che il motivo stava nel fatto che sarebbe stato troppo tardi dopo la partita, anche per dare il tempo all’altra squadra di riposarsi. Ma ho detto loro che il vincitore della partita non avrebbe dovuto giocare il giorno successivo. Ho sempre sostenuto i test, ma non prima degli incontri. Cosa sarebbe cambiato? Io sarei lo stesso rimasto lì a fine partita. È scandaloso. Non c’è nulla da nascondere, ma ci sono dei limiti”. conclude Novak.
    Secondo i codici delle autorità antidoping, i test devono essere effettuati senza alcun preavviso, eccetto circostante eccezionali e con forti giustificazioni. Ma generalmente i tennisti non vengono richiesti appena prima di un match. Infatti andando a scrutare nelle regole del Tennis Anti Doping Programme sul sito della ITIA, riportiamo quanto segue relativamente ai controlli di un giocatore nel corso di una competizione:
    5.3.3 The following periods will be deemed ‘In-Competition Periods’, and Samples collected during such a period will be deemed to have been collected ‘In-Competition’ for purposes of this Programme:5.3.3.1 from 11:59 p.m. local time on the day before the first match of the main draw (or of the qualifying draw, if the Player is participating in the qualifying draw) of the first Competition in which the Player is participating in an Event; 5.3.3.2 through to the end of the Player’s last match (in any Competition) in the Event and the Sample collection process related to that match that is conducted pursuant to notification of Testing given to the Player no more than 60 minutes after the Player’s last match (120 minutes if the Player’s last match in the Event is the final match in the Competition in question); or5.3.3.3 (where the Player is participating in the Event as a nominated member of a team) through to the end of the team’s last match in the Event and the Sample collection process related to the team’s last match in the Event that is conducted pursuant to notification of Testing given to the Player no more than 60 minutes after the team’s last match in the Event (120 minutes if the team’s last match in the Event is the final match in the Competition in question); or5.3.3.4 (where the Player withdraws from the Event after the time noted at Article 5.3.3.1, whether before or after playing in any match at the Event) until the end of any Sample collection process conducted pursuant to notification of Testing given to the Player no more than 60 minutes after the Player has given notice of such withdrawal to the official at the Event specified in the Event rules. If so requested, the Player shall remain at the Event Venue for that 60-minute period to allow such notification to take place. If the Player’s withdrawal is from a doubles Competition, their doubles partner must also submit to Testing at the same time if requested to do so and that Testing shall also be In-Competition Testing.
    In pratica nelle procedure si afferma che “il processo di raccolta dei Campioni relativo all’ultima partita della squadra nell’Evento, condotto in base alla notifica del Test fornita al Giocatore non più di 60 minuti dopo l’ultima partita della squadra nell’Evento…”. Quindi si parla di controlli dopo gli incontri, non appena prima. Un caso discretamente spinoso, che sicuramente alimenterà non poche polemiche in un tema già assai complesso e delicato come la lotta al doping.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Brooksby sospeso per 18 mesi, ha mancato 3 controlli antidoping. La sua difesa: “Il secondo test non è saltato per colpa mia”

    Jenson Brooksby

    Dopo Mikael Ymer, anche Jenson Brooksby cade nelle maglie della ITIA e viene sospeso per 18 mesi da un tribunale indipendente per lo stesso motivo dello svedese: ha saltato tre controlli antidoping a sorpresa nell’arco di 12 mesi. Dopo essersi fermato nel 2022 per un’operazione al polso, lo statunitense ora non potrà rientrare nei tornei ufficiali fino al 4 gennaio 2025.
    Questo il comunicato emesso dall’ITIA: “L’International Tennis Integrity Agency (ITIA) conferma che un tribunale indipendente ha sospeso Jenson Brooksby per 18 mesi dopo aver rilevato che il giocatore ha commesso tre errori nel comunicare la propria localizzazione in un periodo di dodici mesi. Il tribunale indipendente, istituito da Sport Risoluziones, si è riunito il 10 ottobre 2023, ascoltando il giocatore e diversi testimoni tra cui l’ufficiale di controllo antidoping (DCO) coinvolto nel contestato secondo test mancato. Brooksby ha accettato che il primo e il terzo test mancato fossero validi, quindi solo il secondo test mancato era in discussione dinanzi al tribunale. Dopo aver esaminato le prove, il tribunale ha ritenuto che il grado di colpa di Brooksby per il mancato test fosse elevato. Il tribunale ha ritenuto che il DCO “ha adottato tutte le misure ragionevoli per localizzare il giocatore” nel test contestato e che il giocatore è stato negligente non rendendosi disponibile per il test durante la fascia oraria stabilita. Brooksby ha deciso di prendere una sospensione provvisoria volontaria poco dopo essere stato informato dell’accusa e, come tale, la sanzione sarà retrodatata al 5 luglio 2023 e terminerà il 4 gennaio 2025. In questo lasso di tempo al giocatore è vietato giocare, allenare o partecipare a qualsiasi evento di tennis autorizzato o sanzionato dai membri del tennis dell’ITIA: ATP, ITF, WTA, Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open. Il giocatore ha 21 giorni per presentare ricorso contro la decisione al Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS) e la decisione completa sarà pubblicata a tempo debito sul sito ITIA”.
    Ecco la risposta di Jenson in merito al contestato secondo mancato controllo, affidata a un post su Instagram: “Sono molto deluso dall’apprendere di esser stato sospeso per 18 mesi. Non ho mai assunto alcuna sostanza proibita in vita mia e ho tenuto un atteggiamento chiaro e collaborativo con l’ITIA in merito alla faccenda. Capisco che è mia responsabilità, imparerò e crescerò. Accetto che due test mancati sono per mia colpa, ma continuo a sostenere che il test mancato del 4 giugno 2022 dovrebbe essere accantonato e non considerato. In quel giorno sono rimasto nella mia camera di hotel per l’ora stabilita come finestra per il possibile test. La stanza di hotel era stata prenotata a nome del mio fisioterapista, con il quale condividevo la stanza, perché l’ATP non mi aveva assegnato una stanza fino al 4 giugno stesso. Dal 4 giugno la stanza era segnata a mio nome. Avevo chiesto alla reception dell’hotel che la stanza nei giorni precedenti avesse comunque anche il mio nome e avevo fornito il passaporto per poter avere una chiave. Se l’hotel non avesse avuto i miei documenti non mi avrebbe mai dato una chiave per accedervi”.

    “Per qualche motivo, di prima mattina in quel 4 giugno, l’hotel ha detto all’ufficiale preposto al controllo anti doping che ancora non avevo fatto il check in, ma mostrarono all’ufficiale lo schermo del computer che aveva già il numero della mia stanza nella lista. Nonostante l’ufficiale del controllo antidoping avesse ricevuto questa informazione, non ha chiesto all’addetto dell’hotel di chiamare per telefono la stanza, così io non ho mai saputo che questa persona fosse arrivata lì per il controllo, nessuna chiamata è stata fatta. Quindi l’ufficiale mi ha chiamato sul cellulare all 6.56 di mattina, negli ultimi 4 minuti della finestra fissata per un possibile controllo, e il mio telefono era in modalità silenziosa. Se l’ufficiale avesse chiamato la stanza dove alloggiavo, dato che l’hotel sapeva della mia presenza, sarei stato normalmente controllato visto che non ho niente da nascondere. Per questo ho intenzione di appellarmi alla corte arbitrale dello sport (CAS). Ho lottato contro gli infortuni per moltissimo tempo, non voglio prolungare oltre la data del mio rientro”.
    Se i fatti sono quelli raccontati da Brooksby, c’è una certa dosa di sfortuna nella faccenda, ma avendo Brooksby già saltato un controllo ed essendo tenuto a rispettare le fasce orarie comunicate per i controlli, bastava tenere acceso il cellulare e tutto sarebbe stato risolto. Una leggerezza che probabilmente pagherà a caro prezzo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Squalificato per doping il 22enne brasiliano Gilbert Soares Klier Junior, n.354 del ranking ATP

    Gilbert Soares Klier Junior nella foto

    Nuovo provvedimento da parte dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) che, a poche ore dall’annuncio della squalifica della cilena Barbara Gatica, ha comunicato la sospensione provvisoria dalle competizioni del circuito professionistico per il brasiliano Gilbert Soares Klier Junior, ventiduenne che attualmente occupa la posizione n.354 del ranking ATP ed è stato anche n.10 al mondo a livello Juniores. Il tennista sudamericano, vincitore di quattro titoli ITF in carriera in singolare, è risultato positivo al SARM S22 nel corso di un controllo effettuato durante il torneo Challenger di Mexico City nell’aprile scorso (in quella circostanza, il brasiliano perse al primo turno del main draw contro lo svizzero Huesler dopo aver superato Reinberg e Paul nei due turni di qualificazione). LEGGI TUTTO