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    La tenacia premia Jack Draper: Bergamo è sua

    Jack Draper nella foto – Foto Antonio Milesi

    Una prestazione tutta grinta permette a Jack Draper di aggiudicarsi il titolo. Perde nettamente il primo, si trova in svantaggio nel secondo ma alla fine la spunta contro un esausto Goffin. “Voglio arrivare al top del gioco, sono grato della passione del pubblico”. Termina una grande edizione, ma Bergamo vuole crescere ancora.
    Per due volte si è trovato in svantaggio di un break nel terzo set, per due volte ne è uscito vincitore. Si può sintetizzare così, con quello spirito combattivo di cui si è detto orgoglioso, il weekend di Jack Draper, vincitore della diciottesima edizione del Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo al termine di una bella finale contro David Goffin, chiusa col punteggio di 1-6 7-6(3) 6-3. Aveva rischiato grosso contro Nakashima in semifinale, sembrava spacciato contro il belga, a tratti inavvicinabile nella prima ora di gioco. Non trovava un sentiero tattico per aggiudicarsi gli scambi. Ogni volta che Goffin metteva i piedi dentro il campo, vinceva il punto. Nel secondo set, Draper trovava il modo per tenere i turni di battuta e approfittava di qualche errore altrui nel tie-break. Nel terzo succedeva di tutto: il belga ritrovava il suo tennis fatto di anticipi e timing perfetto, portandosi sul 2-0 e 0-40 sul servizio di Draper. “Non avevo fatto niente di sbagliato per trovarmi in quella situazione, semplicemente lui aveva giocato punti spettacolari – ha detto un raggiante Draper – avevo comunque il servizio a disposizione e ho trovato un modo di salvare quel game, giocando un punto alla volta. Per fortuna mi sono entrati alcuni buoni servizi e l’ho portato a casa. Da quel momento è stata una partita molto equilibrata, abbiamo giocato entrambi un grande tennis”. Col senno di poi, tuttavia, si può dire che la tenacia di Draper sia stata decisiva, perché qualche minuto dopo c’è stato un crollo fisico di Goffin, improvviso e verticale. Ripreso sul 2-2, il belga ha trovato un altro break al termine di un game molto movimentato. Sembrava poter fare gara di testa, invece è uscito dal match. Un doppio fallo sulla palla break ha regalato a Draper il 3-3, poi l’inglese ha vinto 12 degli ultimi 14 punti, sigillando il definitivo 1-6 7-6 6-3. “Lui è partito incredibilmente bene – racconta Draper – io ero un po’ lento e poco reattivo dopo la grande battaglia di ieri. Però ho combattuto duramente per cambiare la mia energia all’interno del match e trovare un modo per cambiarlo. Sono orgoglioso del mio spirito combattivo”. Una vittoria meritata perché voluta, desiderata a tutti i costi, con la tigna tipica del giocatore affamato.
    “SEMBRAVATE IN 10.000”D’altra parte il 2023 è stata una stagione complicata per il britannico, le cui ambizioni sono ben maggiori che aggiudicarsi un Challenger da numero 91 ATP. Dopo la semifinale aveva detto che evitare infortuni era l’obiettivo principale. Quando gli chiediamo se l’anno prossimo si accontenterà della salute o se c’è da aspettarsi qualcosa di più, è ben deciso: “Spero di fare qualcosa di più. Restare in salute rimane l’obiettivo principale del finale di stagione, poi voglio provare ad arrivare al top del gioco”. Termina dunque con il successo di un giovane rampante l’edizione numero 18 di un torneo che si conferma di enorme successo nonostante una sede provvisoria, in attesa di conoscere quale sarà la nuova casa – si spera definitiva – del Trofeo FAIP-Perrel, con Giuseppe e Gabriele Magoni mattatori durante la cerimonia di premiazione, vissuta davanti a un pubblico entusiasta. E Jack Draper era a sua volta entusiasta della gente. “Ho già vinto quattro Challenger in Italia – dice Draper – qui gioco sempre bene perchè c’è un pubblico appassionato, amano il tennis e sono sinceramente grato del modo in cui trasmettono energia. Come ha detto David è bello giocare davanti a tanta gente che fa il tifo per noi”. A essere ancora più esplicito sulla passione della gente era stato proprio Goffin, che durante la premiazione aveva detto: “Essendo un impianto piccolo c’era molto rumore: eravate in 1.000, ma era come se foste in 10.000”. La finale si è giocata in un palazzetto completamente esaurito: i pochi tagliandi ancora disponibili sono finiti un’ora prima dell’incontro, a testimonianza del legame della città con questo torneo. Quanto ai giocatori, Draper riparte pieno di fiducia: già in tarda serata aveva il volo per Sofia, laddove giocherà nel locale torneo ATP (ed è nell’orbita di Lorenzo Musetti), mentre Goffin è atteso dal ricco Challenger di Helsinki, laddove proverà a raccogliere quei punti che gli sono sfuggiti a Bergamo per tornare tra i top-100 ATP. Il Trofeo FAIP-Perrel si prenderà qualche giorno di pausa, mettendo in archivio una splendida edizione, impreziosita dalla presenza di Fabio Fognini, prima di iniziare a lavorare per l’edizione numero 19. E ci sarà tanto da fare, a partire dall’individuazione della prossima sede. Ma la certezza è che Bergamo vuole restare snodo cruciale del calendario tennistico. Con il nome di Jack Draper nell’albo d’oro, il prestigio è ampiamente confermato.
    TROFEO FAIP-PERREL BERGAMO (73.000€, Ecoplast)Finale SingolareJack Draper (GBR) b. David Goffin (BEL) 1-6 7-6(3) 6-3 LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo: La finale sarà Draper-Goffin. Draper, è una questione di fisico

    Jack Draper nella foto – Foto Antonio Milesi

    Una condizione atletica tutta nuova è all’origine dell’ottimo rendimento di Jack Draper, vincitore di una splendida semifinale contro Nakashima. “Lo stop per infortunio mi ha dato una nuova prospettiva di vita: adesso lavoro meglio”. Con la speranza di essere schierato in Davis. In finale se la vedrà con David Goffin, emerso da una lunga battaglia contro Mark Lajal.
    A un certo punto, l’avventura di Jack Draper a Bergamo sembrava terminata. Quando Brandon Nakashima gli ha strappato il servizio sul 3-3 al terzo, in un game in cui aveva disintegrato la racchetta, nessuno gli avrebbe più dato chance. Motivo? Gli scambi erano spesso in mano allo statunitense, la cui posizione in campo era più avanzata rispetto al britannico, prima testa di serie del Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo. Invece ha riordinato le idee, ha vinto quattro degli ultimi cinque game e si è preso un posto in finale. “La chiave di questa vittoria è stata la capacità di restare nel presente – ha detto Draper dopo il 6-1 3-6 7-5 finale – Brandon sta giocando un gran tennis, ma sapevo che se avessi lottato duramente su ogni punto forse avrei avuto una chance. Sono stato bravo a gestire i momenti importanti”. Poche parole per descrivere un match di qualità altissima, degno di un turno nobile nel circuito ATP. Ed è probabile che i due (entrambi classe 2001) si ritroveranno in palcoscenici ancora più importanti. Nel terzo set si è vista intensità, qualità, scambi mozzafiato e game lunghissimi. Il match è stato deciso dai dettagli, favorevoli a un giocatore che a inizio anno era salito al numero 38 ATP, ma poi ha saltato parecchi mesi per due infortuni, il primo agli addominali e il secondo alla spalla. Quest’ultimo gli ha impedito di giocare la stagione sull’erba. “Ci sono stati tanti alti e bassi, il 2023 non è andato come speravo – racconta – però allo stesso tempo penso che sia stato un anno bello e importante. Ho imparato tanto sulla vita in generale, non solo sul tennis. E ho trovato tante motivazioni per lavorare in modo migliore, diverso, e far crescere il mio tennis. Difficile, ok, ma ne sto uscendo bene e posso onestamente dire di essere un giocatore migliore rispetto all’anno scorso”.
    SPERANZA DAVISDraper è un ragazzo cortese, a suo agio sotto i riflettori. Non a caso è seguito da anni da IMG e a tempo perso fa il modello. Ma è anche molto ambizioso: soltanto un mese fa ha detto che non si sarebbe accontentato di un posto tra i top-50, ma che il suo obiettivo è diventare un big. Ma quanto tempo ci vorrà per raggiungere il massimo del suo potenziale? “Onestamente non lo so, perché non ho ancora avuto la possibilità di giocare con continuità a causa degli infortuni. Quando riuscirò a giocare 6-12 mesi senza problemi, allenandomi con regolarità, potrò capire se posso arrivare al top. Ma non è questione di tennis: il gioco c’è, il problema è il fisico. Sono entusiasta dei miglioramenti, cresco giorno dopo giorno e spero che il mio fisico possa reggere. Adesso la scommessa è restare senza infortuni”. La salute e la condizione atletica sono gli argomenti più cari a Draper: anche quando si parla di tecnica, il suo ragionamento finisce sempre su questioni atletiche. Per esempio, negli ultimi mesi è cresciuto moltissimo sul lato del rovescio. Prima gli avversari lo attaccavano spesso da quella parte, adesso non va quasi mai in difficoltà. “Sono d’accordo. Ho sempre avuto un buon rovescio, però quando mi attaccavano mi trovavo spesso fuori posizione. Allora ho migliorato la qualità dei miei spostamenti, nel periodo fuori dal tour ho lavorato tanto per migliorare da quel lato: essendo diventato un atleta migliore, quando vengo spinto negli angoli per me è tutto più facile”. Avrà modo di dimostrarlo nelle prossime settimane: dopo Bergamo risulta iscritto al torneo ATP di Sofia e al Challenger di Danderyd, poi ci sarà l’impegno in Coppa Davis, con la Gran Bretagna impegnata contro la Serbia di Djokovic in vista di una possibile semifinale contro l’Italia. L’infortunio di Daniel Evans a Vienna alimenta le chance di Draper di essere schierato in singolare. “In effetti è possibile, anche perché Cameron Norrie si è cancellato da Parigi Bercy, non so esattamente per quale motivo. Ma poi c’è anche Andy Murray… abbiamo un’ottima squadra, però a Manchester ho giocato una partita e ho vinto. Se il capitano mi schiererà darò il meglio. Sì, credo che ci sia la chance di giocare”. Anche per questo, ipotizzando una semifinale Italia-Gran Bretagna, la finale di Bergamo andrà seguita con particolare attenzione.
    GOFFIN: “QUESTO TORNEO VALE PIÙ DI UN CHALLENGER 75”Sarà una finale di grande prestigio, poiché l’avversario del britannico sarà David Goffin, emerso da una lunga battaglia contro Mark Lajal. C’era qualche dubbio sulle condizioni del belga, vittima di uno stiramento ai muscoli addominali. Il preriscaldamento lo ha convinto a scendere in campo e ha espresso un ottimo tennis nel 6-7 6-3 6-4 finale, in un match terminato intorno alle 22. Lajal ha provato a mettere in campo tutta la sua freschezza, ma era costantemente in affanno nello scambio, irretito dal timing del belga, capace di raccogliere quasi tutti i punti quando metteva i piedi dentro il campo. Dopo un inizio così così, in cui stava ancora testando il suo fisico, Goffin è stato il miglior giocatore in campo per quasi tutta la partita, ad eccezione di qualche errore di troppo nel tie-break. “Sono molto soddisfatto, ho cercato di palleggiare il più possibile perchè sento bene la palla, e miglioro match dopo match. Sono lieto di essere in finale perché questo è un grande torneo, anche se è un Challenger 75 ci sono tanti ottimi giocatori, si è visto per tutta la settimana, e contro Draper sarà una bella finale. Stiamo entrambi giocando molto bene”. Anche Goffin ha notato la crescita atletica del britannico. “Serve bene, è mancino e utilizza le armi tipiche dei mancini. Inoltre è forte fisicamente, lo ha dimostrato oggi in una partita molto combattuta, in cui ha messo molta energie. Io dovrò rispondere il più possibile, essere preciso, aggressivo e andare il più spesso a rete”. In palio, per lui, il ritorno tra i top-100 ATP (sarebbe n.99 in caso di vittoria): a un certo punto della carriera, un traguardo del genere può essere prezioso anche per un giocatore come lui. La giornata inizierà alle 16 con la consueta cerimonia d’apertura, della durata di circa 30 minuti, poi la diciottesima edizione del Trofeo FAIP-Perrel vivrà il suo ultimo atto. Il migliore possibile.
    I BIGLIETTI – L’ingresso al Centro Sportivo Italcementi costerà 15 euro (10 per gli Under 14). C’è ancora una piccola disponibilità di tagliandi, ma essendo previsto il sold-out è consigliabile presentarsi al palazzetto con congruo anticipo.
    Bergamo Italcementi – Ora italiana: 16:00 (ora locale: 4:00 pm)1. [1] Jack Draper vs [5] David Goffin OR [LL] Mark Lajal LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo: Occhio a Mark Lajal, il rasta biondo

    Mark Lajal – Foto Antonio Milesi

    La tradizione vuole che Bergamo sia un trampolino di lancio per futuri fenomeni. L’indiziato sembra essere Mark Lajal, 20 anni, numero 217 ATP. Batte Herbert ed eguaglia il connazionale Zopp, tre volte semifinalista. “Ma io voglio fare ancora meglio. Alcaraz e Rune? Ognuno ha i suoi tempi”
    L’Estonia ha un conto in sospeso con il torneo di Bergamo. Il miglior giocatore mai espresso dal Paese baltico, Jurgen Zopp (n.71 ATP nel 2012), è giunto per tre volte in semifinale (2011, 2015, 2018) al Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo. Gli è sempre mancato qualcosa, ma adesso il vuoto potrebbe essere colmato da un ragazzo di cui si parla un gran bene: Mark Lajal, 20enne di Tallinn che da qualche anno è entrato nell’orbita di Patrick Mouratoglou, attuale numero 217 ATP. “Sapevo che Zopp ha raggiunto per tre volte la semifinale! – esordisce il simpatico Mark – quando sono stato ripescato come lucky loser, alcuni media estoni hanno rimarcato il fatto che avevo l’opportunità di fare meglio di lui”. Intanto l’ha già eguagliato, poiché si è imposto 6-7 6-4 6-4 contro Pierre-Hugues Herbert nel replay di un match giocato quattro giorni prima, sullo stesso campo, nelle qualificazioni. Lunedì si era imposto il francese, mentre stavolta la freschezza di Lajal ha fatto la differenza. “Partita molto dura, qualche giorno fa avevo perso contro lo stesso giocatore – racconta – è stato un match speciale, sono stato più bravo in risposta e nei punti importanti rispetto a lunedì. Cosa ho imparato da allora? Beh, ho parlato con il mio coach (Thomas le Boulch, ndr), abbiamo analizzato la partita e abbiamo individuato quello che potevo fare meglio e provare a correggermi. Ma avevo tanta fiducia perché avevo giocato bene nei turni precedenti, pur sapendo che sarebbe stata dura perché lui serve alla grande. Ero pronto a sistemare i miei errori e credo di averlo fatto bene”. Soprattutto nel terzo set, quando un break al quinto gioco gli è stato sufficiente per poi raggiungere la terza semifinale stagionale dopo Cuernavaca e Little Rock (negli States aveva poi vinto il titolo).
    OBIETTIVO SINNER E RUNENato pochi giorni dopo Holger Rune e Carlos Alcaraz, è inevitabile essere travolto dai paragoni. “Credo che ciascuno abbia il suo tempo di crescita. In tanti mi dicono che Holger e Carlos hanno la mia stessa età e sono al top, ma non ci faccio troppo caso – racconta – anzi, sono esattamente dove avrei voluto trovarmi alla mia età. Ovviamente si vuole fare sempre meglio e sto lavorando per questo, ma sono soddisfatto del mio percorso”. Di sicuro è destinato a diventare il giocatore più forte del suo giovane Paese, superando il già citato Zopp. “Che conosco molto bene, ci siamo allenati diverse volte in Coppa Davis e attualmente allena uno dei miei migliori amici. Quando vado in Estonia ci vediamo sempre, è un’ottima persona, è stato un bel giocatore e a volte mi dà qualche consiglio. In Estonia il tennis è molto popolare, non dico che sia lo sport più seguito, però abbiamo tanti club molto belli. Il problema è che forse ci sono meno giocatori di qualche anno fa, ma in tanti lo seguono e lo osservano in TV”. E magari potranno affezionarsi a questo ragazzo biondo coi capelli rasta (li porta così da quando era un bambino: iniziò per imitare la sorella) e un passato da aspirante motociclista: papà Mart è stato un campione di motocross e sin da piccolo lo aveva messo in sella, al punto che fu intervistato quando era un bambino di 4 anni e disse che avrebbe fatto “senza ombra di dubbio” il pilota. Ma mamma Merilyn non era entusiasta, così lo portò su un campo da tennis. Momento cruciale, visto che a nove anni di età ha scelto di dedicarsi esclusivamente alla racchetta. E lo fa con grandi ambizioni: quando gli chiediamo se lo motiva di più la possibilità di migliorare il risultato bergamasco di Zopp, oppure se vuole affiancare il suo nome a quelli di Sinner e Rune nell’albo d’oro, non ha dubbi: “Vorrei vincere il torneo come Jannik e Holger. Anche Jurgen ha fatto molto bene, ma io voglio fare meglio. È quello per cui sto lavorando, ed è quello che mi motiva più di ogni altra cosa”.
    GOFFIN PIÙ FORTE DELL’INFORTUNIOPer fare il passetto in più dovrà battere David Goffin: il belga, ex numero 7 del mondo, ha vinto un match che soltanto lo scorso anno era stato la finale di un torneo ATP, a Marrakech. Stavolta contro Alex Molcan gli sono bastati due set per approdare alla Final Four bergamasca. Un 7-5 6-2 con un momento di difficoltà sul finire del primo set, quando ha chiesto l’intervento del fisioterapista per un problema ai muscoli addominali. “Ero un po’ preoccupato, non mi sono sentito di servire al 100% e ho scelto di alzare la percentuale di prime palle. Però stavo giocando bene da fondocampo, quindi ho scelto di andare avanti. Tra l’altro, da allora non ho più perso il servizio. Sono molto contento di come sto sentendo la palla”. Sia pur aiutato da un Molcan troppo falloso, ha ampiamente meritato il successo ed è atteso da uno scontro generazionale, visto che Lajal ha tredici anni meno di lui. “Fino a 2-3 settimane fa non lo conoscevo, poi l’ho visto in azione al mio torneo di casa, ad Anversa, in cui ha giocato alla pari contro Fils. Inoltre ho dato un’occhiata al suo match contro il mio amico Pierre-Hugues Herbert ed è stato molto solido. Si muove bene, colpisce bene, sarà dura come sempre”. Da parte sua, Goffin ribadisce che il suo obiettivo principale è tornare tra i top-100 entro fine anno, in modo da poter giocare l’Australian Open (ci riuscirebbe già lunedì, a patto di vincere il torneo), dopodiché “Tornare a giocare con continuità i tornei ATP 250 e 500, senza guardare troppo la classifica. Se mantengo il livello espresso in questi giorni direi che ci sono ottime speranze di farcela”. La sua speranza immediata, così come del pubblico di Bergamo, è che il dolorino all’addome non sia niente di grave e possa offrire un gran match contro Lajal. Le premesse ci sono tutte.
    NIENTE DA FARE PER FOGNINI: PASSA NAKASHIMANon ci saranno italiani in semifinale. Le ultime speranze erano affidate a Fabio Fognini, beniamino indiscusso del pubblico durante tutta la settimana, ma l’ostacolo rappresentato da Brandon Nakashima si è rivelato troppo ostico. Un po’ la qualità dell’avversario (il cui valore non rappresenta in alcun modo la classifica attuale), un po’ una condizione fisica deficitaria (qualche linea di febbre e la stanchezza dopo la maratona di ieri) hanno sancito il 6-1 7-5 che spinge l’americano in semifinale. C’era grande attesa, ma sin dall’inizio Nakashima è parso più in palla. I suoi colpi erano più pesanti e, soprattutto, più profondi di quelli di Fognini, che in alcuni frangenti si è fatto prendere dal nervosismo. Dopo un primo set a senso unico, Fabio ha avuto una palla break per portarsi 2-0 nel secondo set. Persa l’occasione, è stato a sua volta brekkato e il match sembrava destinato alla più banale delle conclusioni. Sul 5-4 Nakashima, a sorpresa, Fognini giocava il miglior game della sua partita e dava al pubblico un’ultima speranza. Nel game successivo, però, perdeva nuovamente il servizio. Uno spettacolare pallonetto dello statunitense a suggellava il game. Non c’era più margine per rimonte o miracoli, dunque Nakashima prolungava la sua permanenza a Bergamo mentre Fognini torna a casa senza particolari rimpianti: in fondo, ha vinto i match che doveva. Simpatica scena dopo il matchpoint, con Davide Sanguinetti (coach di Nakashima) che è andato a salutare Flavia Pennetta. La moglie di Fognini ha finto di essere arrabbiata, poi tra i due c’è stato un sincero abbraccio. Per ritrovare un vincitore italiano a Bergamo, dunque, bisognerà aspettare almeno un altro anno. L’ultimo a sollevare il trofeo è stato Jannik Sinner nel 2019. LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo: La maturità di Francesco Passaro (con il programma di domani)

    Francesco Passaro ITA, 2001.01.07 – Foto Antonio Milesi

    “Sono un giocatore migliore”. Con questa consapevolezza, Francesco Passaro archivia un 2023 un po’ al di sotto delle aspettative, ma con un bagaglio d’esperienza per rilanciarsi alla grande. Proverà a iniziare da Bergamo, laddove è partito forte ed è atteso da Goffin. Ok Vavassori e Nakashima, forfait Zeppieri. Già attiva la biglietteria per il weekend.
    Dodici mesi fa era il leader della Next Gen azzurra, oggi è cento posizioni più in giù. Messa così, sembrerebbe che il 2023 di Francesco Passaro sia stato una delusione. Avrebbe potuto fare di più – ed è il primo ad ammetterlo – ma la qualità di un giocatore non si misura solo dai risultati. Il perugino è convinto di essere un giocatore migliore rispetto all’anno scorso, e tanti piccoli dettagli evidenziano un bel processo di maturazione. Quest’anno si è parlato di altri, a partire dal suo amico Matteo Arnaldi, mentre lui è passato in secondo piano. Ma ha continuato a mettere un mattoncino dopo l’altro per una carriera che è ancora all’inizio. “Potevo fare un po’ meglio, soprattutto a inizio anno – racconta – ma ormai è andata così. E comunque ho appena 22 anni. Se tre anni fa mi avessero detto che oggi mi sarei trovato in questa situazione, avrei subito firmato”. Frase piena di saggezza, che però non ridimensiona le ambizioni di un giocatore che è stato numero 108 ATP e si è presentato al Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo in 214esima posizione. La risalita è partita dal 7-6 6-3 con cui ha battuto Nicolas Moreno de Alboran, americano di origine dominicana. Sette ace e l’83% di punti con la prima palla sono dati interessanti. “In effetti sono stato bravo a usare bene il servizio e a sfruttarlo – dice Passaro – per essere il primo match dopo un mese di inattività sono molto contento di come l’ho gestito. Ho espresso un buon tennis e mi sono sentito molto preparato. Inoltre il campo non è troppo veloce, dunque ben si adatta al mio tennis”. Passaro viene da un mini-stop a causa di una distorsione alla caviglia, patita a Lisbona. Alla vigilia dell’esordio, si è procurato una lesione di secondo grado durante un esercizio. Si tratta del secondo infortunio di questo tipo dopo quello patito a marzo a Indian Wells. “Allora mi impedì di giocare a Phoenix e Miami, mentre stavolta ho dovuto saltare un paio di tornei sul cemento. Però in questo periodo abbiamo lavorato duramente a livello atletico, restando attivi e trovando soluzioni anche senza affaticare la caviglia”. Tutta benzina da mettere nel serbatoio in vista della stagione del rilancio. Prima di proiettarsi nel 2024, tuttavia, Passaro riflette con serenità sulla stagione che volge al termine. “All’inizio avevo grandi aspettative, ma non sapevo a cosa andavo incontro. I top-100 erano vicini e mi mettevo tanta pressione. Non avevo preventivato certe difficoltà, però mi hanno fatto crescere e oggi mi sento più maturo. Sì, sono un giocatore migliore”.
    ISPIRAZIONE ARNALDIQuando gli chiediamo quale sia stata la principale difficoltà, non ha dubbi. “La pressione legata al ranking. Pensavo troppo ai punti, giocavo un torneo con l’idea di essere ammesso a un altro… questo ti distoglie dall’obiettivo principale: migliorare”. E allora, dopo gli ultimi tornei del 2023 inizierà la preparazione per l’anno nuovo. “In cui proverò a entrare tra i top-100. Poi vorrei giocare con continuità nel circuito ATP: è il modo migliore per alzare il proprio livello, mettere un mattoncino dopo l’altro e migliorare quello che sto già facendo. E poi vorrei giocare di più sul duro: per frequentare il circuito maggiore devi essere completo su tutte le superfici e avere più opzioni di gioco”. Per riuscirci, a volte, una mentalità coraggiosa può essere decisiva. Passaro ha una visione lucidissima sui tanti Challenger italiani, soprattutto su terra battuta, che offrono ghiotte possibilità ai giovani ma rischiano di diventare un circolo vizioso da cui è difficile uscire. “Ci sono dei pro e dei contro. L’anno scorso, grazie alle wild card della federazione ne ho giocati parecchi e ho effettuato un grande salto. Un altro vantaggio è la comodità, perché si può giocare senza viaggiare né spendere troppo. Però la comodità può portare all’eccesso opposto: a volte bisogna andare in giro a farsi le ossa, uscire dalla zona di comfort, lottare. Troppa comodità può portare a essere “viziatini”. Prendi gli argentini: passando mesi fuori da casa, lottano fino alla morte. Hanno più garra”. La stessa che Francesco vuole dimostrare di avere, magari come il suo amico Matteo Arnaldi, autore di una stagione spettacolare. “Me l’aspettavo – dice Passaro – quel che mi stupisce di lui è la fiducia nelle proprie qualità. Secondo me, la capacità di ritenersi più forte di quanto realmente sia lo ha aiutato a salire così in alto. Ha un’enorme fiducia nei suoi mezzi, ovviamente alimentata dai risultati, un po’ come era successo a me – sia pure in piccolo – l’anno scorso. Sono contento per lui, se lo merita e mi fa capire che raggiungere certi traguardi non è impossibile”. Il torneo di Passaro (sempre seguito da coach Roberto Tarpani, ma a Bergamo è accompagnato da Mosé Navarra e dal preparatore Stefano Nebbia) ripartirà nella sessione serale di mercoledì. Non prima delle 20 troverà David Goffin. “È alla mia portata, perché non è il Goffin di una volta. Certo, lui ha l’esperienza però credo di avere le carte in regola per giocare una buona partita. Mi preparerò al meglio e non sarà troppo difficile, perché l’abbiamo visto giocare parecchio. Di sicuro entrerò in campo per vincere”.
    VAVASSORI PARTE BENE, OCCHIO A NAKASHIMANon solo Passaro: l’Italia approda agli ottavi anche con Andrea Vavassori. Quartofinalista lo scorso anno, non ha avuto troppi problemi nel vincere il derby contro Stefano Travaglia. Un 6-4 6-2 senza piuttosto netto lo spinge al secondo turno, nel quale troverà il vincente di Draper-Maestrelli. Il torneo ha registrato il forfait di Giulio Zeppieri: il laziale era particolarmente atteso, ma pochi minuti prima di scendere in campo contro Jelle Sels ha alzato bandiera bianca per un problema alla spalla sinistra. Accompagnato dal preparatore atletico Massimiliano Pinducciu, ha preferito non rischiare anche perché è iscritto a un paio di tornei da qui a fine stagione. Da segnalare la grande performance di Brandon Nakashima: il giovane americano, campione in carica delle Next Gen Finals, ha lasciato cinque giochi all’esperto Mikhail Kukushkin e si propone come un potenziale candidato al titolo. Dopo uno spettacolare 2022, quest’anno non si è confermato ad altissimi livelli, ma quando è in forma – specie a questi livelli – può fare paura. Per rilanciarsi si è affidato a una curiosa coppia di coach: Davide Sanguinetti e Mariano Puerta, che lo seguono con grande attenzione. Non essendo testa di serie, è davvero la mina vagante del torneo.
    IL GRAN GIORNO DI FOGNINISpettacolo assicurato nella giornata di mercoledì. Il pubblico di Bergamo potrà godersi il giorno di festa con l’esordio di Fabio Fognini e Flavio Cobolli. Reduci dal passaggio del turno in doppio, saranno protagonisti di un curioso incrocio tra Italia e Francia. L’attesissimo ligure giocherà (non prima delle 16) contro il qualificato Matteo Martineau, mentre il rampante romano è atteso da un test molto delicato contro Pierre-Hugues Herbert, ex vincitore di questo torneo e parso in discrete condizioni nei due match di qualificazione. A chiudere il programma, l’affascinante sfida di Francesco Passaro a David Goffin. Da segnalare il curioso incrocio tra Mark Lajal e Ugo Blanchet: eliminati nelle qualificazioni, sono stati ripescati come lucky loser e hanno entrambi passato il primo turno. Uno dei due è dunque certo di giocare i quarti. L’ingresso alla Palestra Italcementi sarà gratuito fino a giovedì, poi da venerdì 3 novembre l’accesso sarà regolato dalla biglietteria. I tagliandi sono già acquistabili all’ingresso della struttura, ogni giorno dalle 17 alle 20. Il costo è di 10 euro per venerdì (5 per gli Under 14), e di 15 euro per le giornate di sabato e domenica (10 euro il ridotto).
    Bergamo Italcementi – Ora italiana: 10:00 (ora locale: 10:00 am)1. [1] Francisco Cabral / Henry Patten vs Andrew Harris / Vasil Kirkov 2. [LL] Mark Lajal vs [LL] Ugo Blanchet 3. Calvin Hemery OR [Q] Billy Harris vs [7] Radu Albot (non prima ore: 12:30)4. [Q] Matteo Martineau vs [8/WC] Fabio Fognini (non prima ore: 16:00)5. [Q] Pierre-Hugues Herbert vs [2/WC] Flavio Cobolli 6. [5] David Goffin vs Francesco Passaro (non prima ore: 20:00)
    Alzano Palazzetto – Ora italiana: 10:00 (ora locale: 10:00 am)1. Alexandru Jecan / Volodoymyr Uzhylovskyi vs [3] Theo Arribage / Luca Sanchez 2. Gijs Brouwer vs [4] Alex Molcan 3. Evan King / Brandon Nakashima vs [2] Victor Vlad Cornea / Bart Stevens (non prima ore: 12:30)4. Sarp Agabigun / Ergi Kirkin vs Giorgio Ricca / Stefano Travaglia 5. Finn Reynolds / Roy Stepanov vs Gijs Brouwer / Mats Hermans 6. Marco Bortolotti / Federico Gaio vs Daniel Cukierman / Joshua Paris 7. [4] Sander Arends / Miguel Angel Reyes-Varela vs Denis Istomin / Ivan Liutarevich LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo: Billy Harris, tre anni in van sono serviti. Un buon Vincent Ruggeri si arrende a Goffin e alla caviglia

    Samuel Vincent Ruggeri – Foto Antonio Milesi

    Billy Harris si è scoperto competitivo a 28 anni dopo una carriera nelle retrovie, tra stenti e sacrifici. Per tre anni ha viaggiato con un van per risparmiare sulle spese, oltre a incordare le racchette per gli altri. “E continuo a farlo con le mie”. A Bergamo ha centrato il main draw. Esordio con sconfitta per Gigante.
    C’è da credere che Billy Harris abbia preso spunto dalle avventure di tanti colleghi, pronti a tutto pur di trovare il loro posto al sole nel mondo del tennis. C’è stato qualcuno, come Dustin Brown, che dopo aver viaggiato per anni a bordo di un camper si è costruito una buonissima carriera. Il britannico, nato a Nottingham, ha trascorso tre anni della sua faticosa carriera girando per i tornei a bordo di un van. “L’ho costruito in modo da metterci un letto nella parte posteriore”. Era un modo per ridurre le spese e rendere gestibile l’attività nei tornei minori. Tre anni nei quali ha incordato le racchette ai suoi avversari, a prezzi concorrenziali, per tirare su qualche euro (pardon, sterlina). Sembrava incagliato senza speranza nei tornei minori, poi quest’anno è arrivato il grande salto. Prima finale in un Challenger e una continuità mai avuta in passato, fino all’attuale best ranking. Numero 234 ATP grazie alla semifinale raggiunta a Ortisei, prosegue nell’onda positiva al Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo (73.000€, Ecoplast), in cui ha superato le qualificazioni grazie a una bella vittoria contro Nikoloz Basilashvili. Per il georgiano era il terzo torneo dopo uno stop per infortunio, ma è pur sempre un ex numero 16 del mondo. “Più facile del previsto? Non direi – dice Harris dopo il successo per 7-5 6-1 – nel primo set lui ha avuto tre setpoint sul 5-4. In quel game sono stato bravo a restare a galla, poi sono riuscito a vincere il primo set e lui è un po’ calato”. Non è un tipo di tante parole ed è un peccato, perché avrebbe mille storie da raccontare. Per esempio, la bizzarra statistica contro i top-100 ATP. Ne ha affrontati quattro e ne ha battuti tre (Bautista, Lestienne e Purcell, perdendo solo contro Tommy Paul). “Non lo sapevo – sgrana gli occhi – suppongo che i migliori ti spingano a giocare meglio e a portare il proprio tennis a un livello migliore, probabilmente è un processo inconscio”.
    “BEYOND THE BASELINE”Il britannico ha vissuto anni nelle retrovie, ed è sorprendente che si sia scoperto competitivo a 28 anni. Curiosamente, ha raccolto 16 delle 27 vittorie complessive nei tornei di categoria nel solo 2023. “Ho vinto alcuni tornei ITF ed è aumentata la fiducia nei miei mezzi, poi ho cambiato il movimento del servizio – racconta – nella mia struttura è diventato tutto più professionale: da lì ho iniziato a lavorare in tutte le aree del mio gioco e questo mi ha permesso di crescere, anche se lentamente”. Accompagnato a Bergamo dal papà-coach, colpito dalla struttura dell’Italcementi (che affianca una piscina al campo centrale), resta umile anche negli obiettivi. “Vorrei giocare i tornei del Grande Slam, anche soltanto nelle qualificazioni. Il mio primo grande traguardo è poter giocare l’Australian Open”. Alto oltre 190 centimetri, dotato di un gioco piuttosto equilibrato e potente, racconta che i momenti peggiori nella sua carriera sono stati gli infortuni. Qualche anno fa si è procurato un brutto infortunio tra inguine e anca mentre correva sul tapis roulant (“E sono stato otto mesi senza giocare”), mentre qualche anno prima era stato fermo un anno a causa di un infortunio alla spalla. Adesso sogna di diventare l’ennesimo giocatore – ormai i casi sono tanti – in grado di raggiungere il meglio intorno ai trent’anni. Per sapere qualcosa di più sulla sua storia, tuttavia, si può dare un’occhiata al documentario “Beyond the Baseline”, edito dalla LTA (la federazione britannica), in cui Harris e tanti altri giocatori di seconda fascia descrivono il dietro le quinte del circuito. “Ho rilasciato un’intervista in cui ho raccontato le origini della mia avventura, e quanto sia diverso giocare negli ITF e nei Challenger. Sapete, avendo viaggiato tre anni con un van…”. Rispetto ad allora è cambiato quasi tutto: il “quasi” è dovuto alla piccola macchina incordatrice che si porta in giro, incordando le racchette per conto proprio. Niente più servizi agli altri, ma per se stesso sceglie ancora di fidarsi soltanto delle sue mani. Lo farà anche per l’esordio in tabellone contro Calvin Hemery.
    KO PER GIGANTE E GAIO, CINQUE AZZURRI IN CAMPO MARTEDÌIl torneo è iniziato piuttosto male per i colori azzurri. Nel pomeriggio di lunedì sono arrivate le sconfitte di Matteo Gigante e Federico Gaio. Il romano ha ceduto con un doppio 6-2 ad Alex Molcan, desideroso di tornare in fretta tra i top-100 ATP. Dopo il successo a Cordenons, il romano è entrato in una spirale di risultati negativi che non inficiano la sua bontà del suo 2023, ma evidenziano – forse – la necessità di ricaricarsi in vista del 2024. Non è andata bene nemmeno a Federico Gaio: reduce dalla buona semifinale a Ortisei (e all’impegno in Serie A1 a Bolzano, con il suo TC Rungg), il faentino lascia tra mille rimpianti dopo aver ceduto 6-3 7-5 a Gijs Brouwer. L’olandese è dotato di un ottimo servizio, ma Gaio recrimina per un secondo set in cui ha avuto diverse occasioni per portarsi avanti. Non ha sfruttato nessuna delle cinque palle break avute, e gli è stato fatale un break all’undicesimo game. Per quanto il campo sia piuttosto lento, le condizioni di gioco indoor sono decisamente migliori per Brouwer (autore di 11 ace) rispetto a Gaio. Martedì sarà una giornata ricca di incontri, con ben undici match di singolare. Per gli esordi di Flavio Cobolli e Fabio Fognini bisognerà aspettare mercoledì, ma i due testeranno l’Ecoplast di Bergamo con l’esordio il doppio, in cui se la vedranno con i bergamaschi Vincent Ruggeri-Fumagalli. Occhi puntati sull’esordio di Jack Draper, che chiuderà il programma (non prima delle 20) contro Francesco Maestrelli, mentre in precedenza ci sarà l’esordio per altri quattro italiani. Si parte alle 10 con Francesco Passaro, opposto all’americano Nicolas Moreno de Alboran, poi Giulio Zeppieri chiederà strada al qualificato Jelle Sels prima del derby tra Andrea Vavassori e Stefano Travaglia. Nel cuore del pomeriggio c’è un interessante derby generazionale tra Brandon Nakashima e il redivivo Mikhail Kukushkin, anche lui emerso dalle qualificazioni.
    Un brutto finale per una bella partita. Si può sintetizzare così la prima esperienza di Samuel Vincent Ruggeri nel Challenger di casa. Il 21enne di Albino ha giocato alla pari contro David Goffin, ma una storta alla caviglia sinistra nel penultimo punto del match gli ha impedito di giocarsela fino in fondo. Ed è dal fondo che bisogna partire: sul 5-4 per il belga nel tie-break del secondo set, Vincent Ruggeri ha provato a giocare un passante in corsa su un attacco di Goffin. Sullo slancio, ha appoggiato male la caviglia per la più classica delle distorsioni. Niente di gravissimo, anche se il dolore è stato particolarmente acuto. Subito soccorso (anche dallo sportivissimo avversario, che gli ha portato sedia, acqua e asciugamano), Ruggeri si è faticosamente rimesso in piedi e ha giocato l’ultimo punto per onor di firma, arrendendosi col punteggio finale di 6-4 7-6. Epilogo un po’ triste, perché il bergamasco aveva fatto ottime cose, mostrando un dritto davvero incisivo e un generale agio nel dialogo da fondocampo. Aiutato da un Goffin poco concreto, era riuscito per due volte a recuperare un break di svantaggio nel secondo set e a rifugiarsi nel tie-break, nel quale era addirittura salito sul 3-1. Va detto che il belga era riuscito a indirizzare la partita e probabilmente avrebbe vinto lo stesso, ma il match sarà ricordato per la distorsione di Vincent Ruggeri e le sue grida di dolore. Smaltita la delusione, potrà comunque essere soddisfatto della prestazione. Un break al settimo game aveva indirizzato il primo set, mentre nel secondo è successo un po’ di tutto: l’azzurro aveva evidenziato un pizzico di inesperienza sciupando alcune palle break e commettendo a sua volta un doppio fallo sul 30-40. Sul 6-4 3-1 il match sembrava terminato, ma sono emersi alcuni fantasmi che già si erano materializzati nelle ultime apparizioni del belga. E Vincent Ruggeri, spinto da oltre 500 spettatori entusiasti, aveva ricucito la partita a suon di bordate, soprattutto con il dritto. Fino alla peggiore delle conclusioni. Negli ottavi, l’ex n.7 se la vedrà con il vincente di Passaro-Moreno de Alboran.
    TROFEO FAIP-PERREL BERGAMO (73.000€, Ecoplast)Turno di QualificazioneMatteo Martineau (FRA) b. Robin Bertrand (FRA) 6-3 6-4Mikhail Kukushkin (KAZ) b. Kalin Ivanovski (MKD) 3-6 7-6(2) 6-4Illya Marchenko (UCR) b. Kenny De Schepper (FRA) 6-4 7-5Pierre-Hugues Herbert (FRA) b. Mark Lajal (EST) 7-6(12) 6-3Jelle Sels (NED) b. Ugo Blanchet (FRA) 6-3 7-6(2)Billy Harris (GBR) b. Nikoloz Basilashvili (GEO) 7-5 6-1
    Primo Turno SingolareAlex Molcan (SVK) b. Matteo Gigante (ITA) 6-2 6-2Gijs Brouwer (NED) b. Federico Gaio (ITA) 6-3 7-5David Goffin (BEL) b. Samuel Vincent Ruggeri (ITA) 6-4 7-6(4) LEGGI TUTTO

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    Challenger Bergamo: Il Tabellone Principale e di Qualificazione. 15 azzurri tra Md e Quali

    Flavio Cobolli ITA, 2002.05.06 – Foto Antonio Milesi

    Challenger Bergamo – Tabellone Principale – indoor hard(1) Draper, Jack vs (Alt) Maestrelli, Francesco Travaglia, Stefano vs Vavassori, Andrea Hemery, Calvin vs QualifierOnclin, Gauthier vs (7) Albot, Radu
    (3) Broady, Liam vs Fery, Arthur Qualifier vs Nakashima, Brandon Bailly, Gilles Arnaud vs Grenier, Hugo Qualifier vs (8/WC) Fognini, Fabio
    (5) Goffin, David vs (WC) Vincent Ruggeri, Samuel Passaro, Francesco vs Moreno De Alboran, Nicolas Brouwer, Gijs vs Gaio, Federico Gigante, Matteo vs (4) Molcan, Alex
    (6) Zeppieri, Giulio vs QualifierNovak, Dennis vs Riedi, Leandro (Alt) Ilkel, Cem vs QualifierQualifier vs (2/WC) Cobolli, Flavio

    Challenger Bergamo – Tabellone Qualificazione – indoor hard(1) Blanchet, Ugo vs Picchione, Andrea Sels, Jelle vs (9) Kirkin, Ergi
    (2) Kukushkin, Mikhail vs (WC) Arnaboldi, Federico (WC) Balestrieri, Alessio vs (8) Ivanovski, Kalin
    (3) Marchenko, Illya vs (WC) Borrelli, Leonardo De Schepper, Kenny vs (11) Cukierman, Daniel
    (4) Lajal, Mark vs Nijboer, Ryan Sasikumar, Mukund vs (12) Herbert, Pierre-Hugues
    (5/Alt) Donskoy, Evgeny vs Bertrand, Robin (WC) Fumagalli, Filiberto vs (7) Martineau, Matteo
    (6) Harris, Billy vs Efstathiou, Menelaos Basilashvili, Nikoloz vs (10) Habib, Hady LEGGI TUTTO

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    Wild card a Fabio Fognini a Bergamo

    Fabio Fognini nella foto

    Un nome che non ha bisogno di presentazioni, uno dei più forti tennisti italiani di sempre. Grazie all’ultima wild card a disposizione degli organizzatori, Fabio Fognini parteciperà al Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo. I contatti erano in corso da qualche giorno, ma nel pomeriggio di venerdì è arrivata l’ufficialità. Ed è ancora più gustosa, perché “Fogna” non si limiterà al singolare, ma giocherà anche il doppio insieme a Flavio Cobolli, che fa parte della scuderia della sua “Back to Next” (società di gestione fondata dal ligure, in cui mette a disposizione la sua esperienza ai giovani talenti). Tra loro c’è anche il romano, appena entrato tra i top-100 ATP. C’è un curioso triangolo tra Fognini, Bergamo e Cobolli: un paio d’anni fa quest’ultimo perse contro l’esperto Damir Dzumhur proprio a Bergamo, nel vecchio palazzetto. A fine partita, il bosniaco disse testualmente “Mi ricorda un po’ Fognini, un giocatore col quale non sai mai cosa può succedere”. Due anni dopo, Fognini e Cobolli si ritroveranno proprio ai piedi della Città Alta e saranno le principali attrazioni di un torneo che poteva già contare su un parco giocatori di qualità superiore rispetto alla sua categoria. Il taggiasco è noto per essere stato il primo italiano a tornare tra i top-10 ATP, quarant’anni dopo quel Corrado Barazzutti che è anche il suo coach, nonché il primo italiano a vincere un torneo Masters 1000 (Monte-Carlo 2019) da quando è stata istituita la categoria. Sebbene abbia una predilezione per la terra battuta, si trova a suo agio anche sul cemento indoor, tipologia di superficie che troverà a Bergamo. In queste condizioni ha raggiunto tre finali ATP (San Pietroburgo nel 2012 e nel 2017, oltre a Mosca 2016). Oltre a essere uno specialista del doppio (è stato n.7 nella specialità e ha vinto l’Australian Open 2015 insieme a Simone Bolelli, prima coppia tutta italiana a vincere uno Slam 59 anni dopo Pietrangeli-Sirola), oltre a essere un personaggio a tutto tondo, sempre discusso per i suoi atteggiamenti talvolta fuori dalle righe, ma sempre conditi da passione e sincerità. Qualche problema fisico lo ha fatto uscire dai top-100 ATP dopo una permanenza di ben 772 settimane (di cui 220 tra i top-20 e una manciata tra i top-10), ma negli ultimi mesi si sta riprendendo e a Bergamo cercherà di intascare il suo settimo titolo Challenger. Non vince tornei di questa categoria dal 2010, quando si impose a Santiago del Cile. LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo: wild card a Flavio Cobolli

    Flavio Cobolli ITA, 2002.05.06 – Foto Antonio Milesi

    La seconda wild card del Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo è stata assegnata a Flavio Cobolli. Soltanto pochi giorni fa, il 21enne romano è diventato il 47esimo italiano a entrare tra i top-100 ATP. Figlio dell’ex professionista Stefano (che è anche il suo allenatore), ha vinto il doppio al Roland Garros junior nel 2020 in coppia con Dominic Stricker. L’anno successivo ha effettuato una notevole scalata nel circuito ATP, guadagnando circa 800 posizioni. Nel 2023 è arrivato un ulteriore salto di qualità con la qualificazione al Roland Garros, i quarti al torneo ATP di Monaco di Baviera e la recente vittoria al Challenger di Lisbona. La finale a Olbia gli ha poi permesso di portarsi al numero 95. Tra l’altro, Cobolli è in piena corsa per qualificarsi alle Next Gen Finals, in programma a Jeddah (Arabia Saudita) dal prossimo 28 novembre. Cobolli è il secondo top-100 in campo al trofeo FAIP-Perrel, poiché si aggiunge al britannico Jack Draper. Rimane ancora una wild card a disposizione degli organizzatori: prosegue la trattativa per assicurarsi la presenza di Fabio Fognini. LEGGI TUTTO