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    Becker elogia il coraggio di Brooksby dopo la rivelazione sull’autismo

    Boris Becker nella foto – foto getty images

    Il mondo del tennis è stato colto di sorpresa dalla recente rivelazione di Jenson Brooksby, che ha annunciato di essere affetto da autismo sin dalla prima infanzia. Il tennista americano, assente dal circuito da due anni, ha scelto di condividere questa parte molto personale della sua vita alla vigilia del suo ritorno in campo agli Australian Open.Per Brooksby, questa confessione rappresenta la liberazione da un peso che ha portato con sé per tutta la vita. La sua decisione di parlare apertamente della sua condizione non è solo un passo personale importante, ma anche un gesto che potrebbe incoraggiare altri a fare lo stesso.
    La rivelazione ha suscitato una forte reazione di sostegno da parte della comunità tennistica, in particolare da Boris Becker. L’ex campione tedesco ha espresso il suo apprezzamento attraverso un messaggio carico di empatia sul suo account X: “Adoro la tua onestà e buona fortuna in Australia! Tutti portiamo dei bagagli extra di cui nessuno è a conoscenza… Ispirerai milioni di giovani atleti in tutto il mondo e farai loro capire che arrendersi non è un’opzione! Bravo Jenson”.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Zverev pensa a Becker come super coach, “Ci sentiamo spesso”

    Alexander Zverev (foto Patrick Boren)

    “Wunderteam”, ossia squadra delle meraviglie, possibile anche nel tennis? Il termine tedesco fu coniato negli anni ’30 del secolo scorso per descrivere la fortissima nazionale di calcio austriaca, poi passato ad altri squadroni della Germania in vari sport, non ultimo quello di basket che clamorosamente ha vinto nel 2023 il campionato mondiale maschile di pallacanestro battendo la più quotata Serbia in finale. Nel tennis un ipotetico “team delle meraviglie” potrebbe essere quello che vede Alexander Zverev allenato dal più forte tennista tedesco di sempre, Boris Becker. In un’intervista concessa al media nazionale Tennis Magazin, Sasha non esclude affatto questa ipotesi per il 2025, anzi afferma di “amare” Boris ed essere in stretto contatto con lui, tanto che dopo l’Australian Open potrebbero esserci delle novità in merito. Attualmente il n.2 del mondo è allenato dal padre, e seguito nelle tappe del tour dal fisioterapista francese Hugo Gravil (con un passato da collaboratore per l’ATP Tour). Zverev dopo l’ottimo 2024 è deciso ad alzare l’asticella e puntare a vincere quello Slam che ancora manca nella sua bacheca.
    “Sono una persona molto ambiziosa. Ho vissuto un buon anno nel 2024, ho vinto due Masters 1000 e raggiunto una finale Slam (a Roland Garros, battuto da Alcaraz), ma non mi basta. Voglio di più, vincere degli Slam e fare altri passi avanti“.
    “Sono disposto a lavorare con un nuovo coach da affiancare a mio padre, ma solo alla condizione che sia la persona giusta. Non ho intenzione di prendere come me qualcuno tanto per prenderlo, lo farò solo quando penserò che sia un coach che mi possa dare un vero aiuto. L’ho già fatto in passato, ho provato a lavorare vari coach ma quasi mai è andata bene. L’unico dal quale ho avuto un vero aiuto è stato David Ferrer, ma con lui non è durata perché non aveva intenzione di viaggiare abbastanza e pertanto la collaborazione si è fermata”. In effetti sono diversi i coach che hanno provato a lavorare con Zverev, tra cui per esempio Ivan Lendl, ma le cose non sono andate affatto bene, e due si sono separati con diversi strascichi polemici (Sasha arrivò a dire che il campione di origine ceca gli parlava più di golf che di tennis, mentre Ivan affermò che Zverev a suo dire non è allenabile perché non ascolta…). Altri con i quali non è andata come sperato sono Ferrero (poi vincente con Alcaraz) e Bruguera. Un rapporto non facile quello di Zverev con i coach eccetto il padre. Ma nominando il “totem” del tennis nazionale, Boris Becker, le cose cambiano…
    “Becker? Lo adoro” afferma Zverev, “Ritengo abbia una conoscenza del tennis come pochi, è incredibile come legge il gioco. Il problema in questo momento è che non so quanto sia in grado di viaggiare per il mondo, ma se la questione verrà risolta e sarà chiara, allora potremo anche parlare di una collaborazione. Sono in contatto con lui, ci sentiamo di frequente. Non ci saranno novità per l’Australia, tutto resta come adesso, ma dopo si vedrà”. Parole che sanno di ampia apertura al possibile ingresso di Becker come super-coach, a patto che il tedesco possa viaggiare liberamente. Ricordiamo che Boris ha avuto grossi problemi legali, è stato anche detenuto in carcere a Londra per diversi mesi per colpa di una condanna per reati fiscali, situazione personale che potrebbe essere un ostacolo.
    La coppia Zverev – Becker potrebbe essere molto intrigante, e non solo per i fan tedeschi che avrebbero la possibilità di veder riunito il meglio del tennis nazionale di ieri e di oggi. Zverev è un tennista molto forte e non è più giovanissimo, ma ancora ha ampi margini di miglioramento sia tecnico (seconda di servizio, stabilità del diritto, per dire le due situazioni in cui a volte è difficoltà) che soprattutto di attitudine in partita. Nel 2024 ha fatto letteralmente passi in avanti diventando meno conservativo e più offensivo, con una posizione più vicina alla riga di fondo e schemi meno attendisti, ma spesso quando il momento “scotta” ed i punti si fanno pesanti quell’atteggiamento un po’ passivo/difensivo torna prepotente e lo impoverisce. Becker ha una grandissima personalità, è riuscito a tener testa e farsi ascoltare da un tennista come Djokovic forgiato da un carattere enorme. Il suo carisma oltre che visione di gioco potrebbe dare forse a Zverev quello scatto necessario ad alzare ancora il suo livello competitivo. Come si dice in questi casi, “se son rose…”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Lanciato l’ATP No. 1 Club: Becker celebra l’ingresso di Sinner tra i più grandi “credo che sarà lui l’uomo da battere per molto tempo”

    Sinner celebra il numero 1 ATP con Becker e Gaudenzi: cerimonia speciale a Torino – Foto ATPTOUR

    Durante la cerimonia di premiazione di Jannik Sinner come numero 1 ATP di fine anno presentata da PIF alle ATP Finals, Boris Becker e il presidente ATP Andrea Gaudenzi hanno presentato il pionieristico ‘ATP No. 1 Club’, creato per celebrare i campioni passati e presenti che hanno raggiunto il vertice dello sport.“Era un sogno d’infanzia diventare il migliore”, ha ricordato Becker. “Non ci credi davvero. Mi ci sono voluti alcuni anni. Sono stato a lungo numero 2 prima di diventare numero 1. Ma essere tra i grandi del tennis è qualcosa di molto speciale.”Il campione tedesco ha rivelato che da bambino non avrebbe mai immaginato possibile raggiungere il vertice: “Avrei detto: ‘Sei pazzo, è impossibile’. Ma eccoci qui, e sono molto felice che Andrea abbia creato questo No. 1 Club perché rappresenta la storia anche per i giovani giocatori – chi c’era prima, chi ha aperto la strada per avere tornei come le ATP Finals a Torino.”
    Gaudenzi ha sottolineato il significato di questa nuova iniziativa: “Raggiungere il numero 1 mondiale è il massimo traguardo nel nostro sport. Richiede eccellenza e costanza per 52 settimane per scalare la montagna più alta. Solo 29 giocatori ci sono riusciti, da Ilie Nastase nel 1973 fino al nostro nuovo numero 1 Jannik Sinner.”“Il nostro sport ha un’eredità incredibile e siamo orgogliosi di lanciare questo No. 1 Club per celebrare e onorare i nostri più grandi campioni negli anni a venire”, ha aggiunto il presidente ATP.
    Accogliendo Sinner sul campo tra gli applausi dei tifosi italiani, Becker ha espresso grande ammirazione per l’ascesa del giovane campione: “Onestamente, non sono davvero sorpreso. Lo conosco da molti anni e è sempre stato talentuoso, ma ciò che spiccava era la sua determinazione. Ha sempre messo tutto in gioco per il tennis. Viveva e respirava tennis, ha lasciato casa a 13 anni per diventare il miglior tennista possibile.”Con un record di 66 vittorie e 6 sconfitte in questa stagione e sette titoli, inclusi i suoi primi due Slam (Australian Open e US Open), Sinner ha dimostrato una maturità eccezionale.“La costanza che ha a soli 23 anni è straordinaria”, ha concluso Becker. “Mantiene sempre un certo livello, non scende mai sotto quella soglia e, ripeto, non sono sorpreso. Penso che rimarrà intorno al numero 1 per molto tempo. Sì, abbiamo Alcaraz e molti altri. Ma credo che sarà lui l’uomo da battere per molto tempo.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Boris Becker delinea il futuro del tennis: “Sinner e Alcaraz come Djokovic e Federer”

    Boris Becker nella foto

    Boris Becker, voce autorevole nel mondo del tennis, ha recentemente condiviso le sue riflessioni sui giovani talenti che stanno dominando il circuito, in particolare Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, vincitori di tutti i Grand Slam nel 2024.
    L’ex numero 1 del mondo, fresco dell’esperienza come allenatore di Holger Rune, ha espresso la sua ammirazione per Sinner, destinato a chiudere l’anno come primo italiano nella storia al vertice del ranking mondiale. In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, Becker ha paragonato lo stile di Sinner a quello di Novak Djokovic: “Ho visto molti match di Jannik ultimamente, è in ottima forma. Il suo stile è molto simile a quello di Nole, specialmente in termini di consistenza. Jannik non cala mai, gioca sempre ad un livello altissimo e offre un tennis di eccellente qualità. Imprime una grande velocità ai suoi colpi e allontana gli avversari dalla linea di fondo.”
    Becker ha anche commentato l’impressionante record di Sinner nel 2024, con sole sei sconfitte, di cui tre contro Alcaraz. “Le sconfitte sono arrivate perché Carlos è capace di giocare a una velocità forse persino superiore a quella di Sinner, ma non con la stessa costanza. Tuttavia, quando Alcaraz esprime il suo miglior tennis, è difficile anche per Jannik batterlo.”
    Il tedesco vede in Sinner e Alcaraz i protagonisti di una rivalità destinata a durare nel tempo, paragonandoli ai membri del ‘Big 3’. Se Sinner gli ricorda Djokovic, Alcaraz gli evoca Roger Federer: “Possiamo definire Sinner e Alcaraz come i Djokovic e Federer del futuro, pur mantenendo le dovute proporzioni. Lo stile di gioco di Alcaraz, in termini di bellezza, assomiglia più a quello dello svizzero, anche se il suo idolo è sempre stato Rafa.”
    Becker ha anche identificato un potenziale terzo elemento per completare un nuovo ‘Big 3’: “Abbiamo bisogno di un ‘Nadal’ per completare il nuovo Big 3. Per me, il più vicino a raggiungere i vertici è Ben Shelton. Inizialmente sembrava Holger Rune, ma non ha fatto molti progressi quest’anno. Ho osservato a lungo Shelton durante la Laver Cup, in singolare e in doppio, e mi è piaciuto il suo atteggiamento. Sorride, dà spettacolo e si diverte.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Rune cambia ancora coach: torna Christensen. La turbolenta storia del danese con gli allenatori

    Holger Rune (foto Getty Images)

    Il tennis è uno sport complesso. Per eccellere è necessario riuscire a portare in campo una prestazione importante dal punto di vista tecnico, fisico, tattico e mentale. Solo con una certa continuità di lavoro è possibile raggiungere e mantenere un alto livello di gioco e appartenere all’élite della disciplina. Questo è il mantra dei più importanti allenatori al mondo, quelli che hanno portato giovani talenti a vincere i maggiori tornei. Un concetto che non sembra appartenere ad Holger Rune, da due anni protagonista di un tourbillon vorticoso di coach al suo angolo, un andirivieni che non sembra aver fine. Dopo la trasferta asiatica, nella quale è stato seguito da Benjamin Ebrahimzadeh con risultati altalenanti (semifinale a Tokyo), il giovane danese ha deciso di affidarsi nuovamente a Lars Christensen, colui che l’ha portato dall’infanzia al tennis Pro.
    Parlando al secondo canale tv danese, così Rune si è espresso: “Sono felice di lavorare di nuovo con Lars. Ci conosciamo da molti anni e abbiamo sviluppato insieme il nostro linguaggio tennistico. Durante il mese scorso, mi sono allenato un paio di volte con Lars quando ero in Danimarca e, tra le altre cose, ha avuto un effetto davvero positivo sul mio servizio”.
    Lars, ufficialmente allenatore della Tauson in questa stagione, si è detto felice di tornare a lavorare con Holger. “Lo conosco da quando era un ragazzino con grandi sogni. Non vedo l’ora di lavorare di nuovo con lui e di impegnarmi duramente per raggiungere gli obiettivi ambiziosi che entrambi abbiamo per la sua carriera. Tutti conoscono l’enorme potenziale di Holger. La sua dedizione e passione sono qualcosa di assolutamente unico, è un privilegio tornare a lavorare con lui come suo allenatore”.
    Davvero incredibile la storia negli ultimi due anni di Rune con i suoi continui cambi di rotta tecnica. La ripercorriamo insieme.
    – Alla fine dell’estate 2022, Patrick Mouratoglou assume il ruolo di allenatore del Rune. È una scelta che porta successi immediati. Il carisma del coach francese ha l’effetto di una fionda sul tennis del teenager danese, che chiude l’anno con quattro finali e due titoli, culminati con la vittoria nel torneo Masters 1000 di Parigi, nel quale segna un record la per aver sconfitto uno dopo l’altro 5 top 10 (Hurkacz, Rublev, Alcaraz, Auger-Aliassime, Djokovic in finale). Sembra destinato a prendersi tutto, potente, aggressivo, con ampi margini di miglioramento. Invece, le cose andranno in modo diverso…
    – Nella prima parte del 2023 decide di alternare Christensen e Mouratoglou, per esempio a Wimbledon è con il suo storico coach, Mouratoglou lo segue agli US Open.
    – A fine agosto 2023, Rune esce mestamente da US Open e decide di interrompere la collaborazione con Mouratoglou. “Il francese non si dedica abbastanza al lavoro con me”, questa la spiegazione di Rune.
    – Settembre 2023 Holger afferma che Lars Christensen sarà ancora una volta il suo unico allenatore. Per poco..
    – Ottobre 2023, ecco la grande novità: Boris Becker. La leggenda tedesca entra a far parte della squadra, ancora con Christensen.
    – Novembre 2023, forse per divergenze con Becker o per aver un unico punto di riferimento, Christensen esce di scena.
    – Dicembre 2023, altra novità: a sorpresa lo staff del danese annuncia che l’ex allenatore di Roger Federer Severin Luthi entra nel team, come nuovo uomo a fianco di Becker.
    – Luthi dirige il lavoro come allenatore capo agli Australian Open nel gennaio 2024, ma alla fine del torneo la collaborazione si interrompe, dopo appena un mese.
    – La turbolenza continua: una settimana dopo, il 6 febbraio, anche Becker lascia il ruolo di allenatore di Rune con effetto immediato.
    – 21 febbraio 2024: Mouratoglou viene annunciato nuovamente come allenatore del Rune. Nello stesso comunicato si precisa che anche Kenneth Carlsen fa parte della squadra, con Mouratoglou al vertice della gerarchia.
    – Mouratoglou segue Holger per tutta la primavera, ma in estate è più spesso Carlsen nel box di Rune. Si avverte di nuovo tempesta, infatti…
    – Il 29 luglio Rune annuncia di aver posto fine alla collaborazione con Mouratoglou di comune accordo, e che d’ora in poi sarà Kenneth Carlsen ad accompagnarlo in tutti gli allenamenti e nei tornei.
    – Passano due mesi, e precisamente il 20 settembre Rune annuncia che Benjamin Ebrahimzadeh si unirà come allenatore ai prossimi tornei in Asia.
    – Solo poche settimane di lavoro con il coach tedesco: il 14 ottobre Rune dichiara alla tv nazionale che lavorerà di nuovo con Lars Christensen e che Kenneth Carlsen fa ancora parte della squadra.
    Tutte queste mossa all’ombra dell’onnipresente mamma Aneke, che ufficialmente si è fatta da parte da qualche mese per lasciare totale spazio di manovra agli allenatori, ma che presenzia ogni match ufficiale del figlio in tribuna, con sguardo assai vigile. Quale sarà la prossima mossa di Holger?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Becker non crede in Sinner a Roland Garros: “Viene da un infortunio e su terra battuta deve dimostrare di poter vincere”

    Boris Becker

    Sinner a Parigi? Più dubbi e domande che certezze, per questo considerarlo uno dei favoriti per la vittoria a Roland Garros non è corretto. Così la pensa Boris Becker in merito alle chance dell’italiano a Parigi, parlando del torneo del Bois de Boulogne nel corso di uno dei suoi interventi come analista per Eurosport.
    “Nel complesso, la terra battuta per il momento non è la sua superficie migliore”, ha detto Becker. “Su campi in cemento, indoor ed erba… sì, è una grande minaccia su quelle superfici. Sulla terra non ha ancora vinto un grande torneo. Deve dimostrare di poterlo fare. Guardiamo come è andata l’anno scorso al Roland Garros, Sinner ha perso al secondo turno contro Daniel Altmaier in cinque set e non sappiamo quanto sia in forma in questo momento. Viene da un infortunio non leggero, ha dovuto saltare il torneo di casa a Roma”.
    “Nelle partite al meglio dei cinque set nell’arco di due settimane, non ci sono scorciatoie” continua Becker. “Non si vincono le partite facilmente e velocemente servendo 25 ace. Quindi sarà dura per lui. Se è in forma, forse ha una possibilità, ma abbiamo alcune domande su Sinner in questo momento e solo il campo ci darà le risposte”.
    Becker si dice un po’ preoccupato per i problemi sofferti da Sinner in così giovane età. L’infortunio all’anca patito da Jannik è pericoloso per un tennista che fa del movimento laterale una delle sue chiavi per il successo. “È un giovane intelligente ed è circondato da persone di valore, quindi sono sicuro che non giocherebbe al Roland Garros se non fosse abbastanza in salute. Sarebbe bello sapere esattamente qual è l’infortunio e poi potremmo avere un’idea migliore sullo quello che deve affrontare, ma un giocatore non dirà mai quale sia l’infortunio perché può dare un vantaggio ai suoi avversari. Nel complesso, penso che Sinner sia un grande giocatore e abbia avuto un grande anno, ma non è nel suo momento migliore sulla terra battuta e dobbiamo aspettare e vedere come si comporterà” conclude Becker.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Becker: “Djokovic? È rimasto scosso dalla sconfitta contro Sinner in Davis, lì ha perso un po’ della sua magia”

    Novak Djokovic e Jannik Sinner nella semifinale Davis 2023 (foto Getty Images)

    Boris Becker crede che Novak Djokovic abbia sofferto terribilmente la sconfitta subita da Jannik Sinner nella semifinale di Davis Cup lo scorso novembre a Malaga, e che quella partita gli abbia anche fatto perdere energia e anche un po’ di quell’aura di imbattibilità che lo contraddistingueva rispetto a tutti i suoi avversari. Ritiene anche quest’edizione di Roland Garros sia l’ultima chiamata per “riscoprire il suo fascino” e riaffermare il proprio ruolo da n.1 del mondo. L’ex campione tedesco ha spiegato questi concetti in un’intervento su Eurosport UK in vista del secondo Grande Slam dell’anno, forte della sua profonda conoscenza del serbo, da lui allenato con successo tra il 2013 e il 2016.
    “Penso che perdere la Coppa Davis con la Serbia abbia fatto molto male a Djokovic, è stato un vero schiaffo” afferma Becker. “Quella sconfitta gli ha tolto molta energia e parte della sua magia. Quest’anno non è stato lo stesso di sempre. Non ha mai raggiunto la sua forma migliore e ogni partita è stata una lotta, gli altri ora scendono in campo contro di lui convinti di potercela fare. Questa è la domanda principale: cosa continua a spingerlo mentre si prepara per Parigi e per difendere la sua prima posizione nel ranking? Dopo l’anno scorso in cui ha vinto tre Slam su quattro, arrivando in finale in tutti i Major, e poi vincendo le ATP Finals, ti chiedi quale sarebbe stato il prossimo successo. È arrivato in semifinale agli Australian Open e ha perso contro Jannik Sinner e tu dici, okay, è un ottimo giocatore. Allora pensi che si rialzerà presto e vincerà uno tra Indian Wells e Miami, poi andrà sulla terra battuta per vincere. Invece non è successo niente di tutto questo. Anzi, tutto è cambiato! Prima la rottura con Goran, e vedendo la sua partita a Montecarlo contro Ruud era palese che fosse più lo stesso di prima”.
    “Non ha smarrito il modo di giocare a tennis, ovviamente no, ma sembra aver l’intenzione di giocare al suo meglio solo per i Major cercando di coprire il tempo tra di loro con alcuni tornei. Non credo sia la strada giusta, non è facile arrivare ben preparato i grandi appuntamenti, ma penso che riacquisterà il suo fascino. Al Roland Garros, dove ha vinto l’anno scorso, ha l’occasione per tornare ad essere il campione che è”.
    “So che non ha vinto niente quest’anno, ma ha vinto 24 Slam, per questo mi aspetto di rivedere un grande Novak Djokovic quando inizierà il primo turno al Roland Garros, ne sono sicuro.”
    Becker ha continuato a parlare del suo ex assistito sottolineando che i tempi della separazione da Goran Ivanisevic sono stati errati, e che il suo sostituto Nenad Zimonjic potrebbe non avere la stessa influenza visto che lavora con il serbo per la prima volta.
    “Sono rimasto molto sorpreso dalla rottura con Goran. Ancora più importante, la tempistica nel mese di marzo. Tutte le cose belle finiscono, insieme hanno avuto una partnership incredibile. Insieme hanno vinto una miriade di tornei del Grande Slam. Ma normalmente si apportano questo tipo di cambiamenti a novembre, dicembre. Quindi farlo a marzo è stato sorprendente per me. Inoltre, il fatto che non abbia un altro allenatore di grande nome mi ha sorpreso. Anche Novak ha bisogno di parole di saggezza di tanto in tanto. Non tutti i giorni, ma nei momenti importanti e solitamente uno Slam per lui è un momento importante. Conosco Zimo (Nenad Zimonjic) e sa molto di tennis, ma Novak è abituato ad avere al suo fianco qualcuno come Goran o me, gente che ha vinto tornei dello Slam. È un approccio diverso quello che puoi avere da un ex campione che ha vissuto i problemi e situazioni che ti ritroverai ad affrontare in campo. Novak è un mio ottimo amico, quindi gli auguro solo il meglio, ma questo è un momento cruciale nella sua carriera” conclude Boris.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il tribunale fallimentare di Londra chiude il caso Becker, trovato un accordo con i creditori

    Becker il giorno dell’udienza in tribunale a Londra che lo portò alla condanna

    Boris Becker può tirare un sospiro di sollievo. La leggenda del tennis tedesco ha visto finalmente scaricare dal tribunale fallimentare di Londra la sua posizione dopo che un giudice ha deliberato che Becker ha fatto “tutto ciò che ragionevolmente poteva fare” per ripagare i creditori decine di milioni di sterline di debiti. Boris non è riuscito a ripagare interamente i suoi creditori, si parla di quasi 95 milioni di dollari complessivi, ma il giudice capo del tribunale fallimentare e societario Nicholas Briggs ha affermato che sarebbe “perverso” non chiudere il caso visti gli sforzi compiuti da Becker. “Nello spettro dei falliti che va da ‘il più difficile possibile e che fanno di tutto per frustrare le richieste del curatore’ a ‘cooperativo, fornendo informazioni e consegnando beni’, il signor Becker si colloca chiaramente dalla parte giusta della linea,” Briggs ha scritto nella sentenza, come riporta 9Sport. In pratica, è stata trovata una transazione soddisfacente, che chiude il caso qualora venga rispettata da Becker.
    Il 56enne campione tedesco ha scontato una pena di 8 mesi in prigione a Londra per esser stato giudicato colpevole di 4 capi d’accusa relativi alla sua bancarotta dichiarata nel 2017. Ai sensi dell’Insolvency Act, Becker era stato sanzionato per rimozione di proprietà, occultamento di debiti e due capi d’accusa di mancata divulgazione della proprietà. È stato assolto da altre 25 accuse, tra cui nove capi di imputazione per non aver consegnato i trofei del Grande Slam e la sua medaglia d’oro olimpica ai curatori fallimentari. È stato condannato a due anni e mezzo di prigione, ma è stato rilasciato anticipatamente nell’ambito di un programma di espulsione rapida per cittadini stranieri.
    Becker si è preso la colpa della sua grave situazione finanziaria, accusando se stesso di pigrizia e aver accettato cattivi consigli per risolvere i suoi problemi finanziari, che lo hanno portato a dichiarare bancarotta dopo esser risultato debitore di quasi 95 milioni di dollari complessivamente.
    L’avvocato Katie Longstaff ha dichiarato in un’udienza all’Alta Corte il mese scorso che i fiduciari congiunti non si sono opposti al suo tentativo di chiudere il caso ma non lo hanno sostenuto perché doveva ancora circa 80 milioni di dollari. L’avvocato di Becker, Louis Doyle, ha detto che le due parti hanno raggiunto un accordo che include una “somma sostanziale” che il campione dovrà pagare per chiudere definitivamente la contesa. L’accordo include “trofei eccezionali”, ha detto Doyle, aggiungendo che Becker “non può fare più di quello che ha fatto per portarci a questo punto”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO