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    Rumors: L’Australia ospiterà solo tornei a Melbourne e l’ ATP Cup è a rischio cancellazione

    Gli scenari peggiori si stanno confermando. Tennis Australia sta per annunciare ai giocatori che non potrà tenere alcun torneo a gennaio fuori Melbourne e dovrà riadattare il calendario in modo che tutti gli eventi pre-Australian Open si svolgano nella stessa città che ospita il primo Grand Slam in calendario alla metà del prossimo mese di gennaio.

    Se confermata questa ipotesi, l’ATP Cup non si svolgerà l’anno prossimo, ma la federazione australiana, in collaborazione con l’ATP e la WTA, dovrà organizzare almeno due tornei per ogni circuito a Melbourne prima dell’Australian Open, per dare partite e tornei ai giocatori.
    Tutti i tennisti poi dovranno arrivare a Melbourne 14 giorni prima del loro primo incontro per un periodo di quarantena. Chiunque voglia giocare il primo pre-torneo nella prima settimana del 2021 dovrà arrivare a Melbourne entro la metà di dicembre. LEGGI TUTTO

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    Tiley: “Pensiamo ad altri tornei in Australia dopo lo Slam di Melbourne”

    Craig Tiley con Roger Federer

    La pandemia in corso avrà ripercussioni sicure e importanti anche nel calendario tennistico 2021. E’ freschissima la notizia di Gaudenzi pronto a discutere coi giocatori di come si potrebbe svolgere la prossima annata, cercando di giocare in sicurezza e il più possibile. Per questo Craig Tiley, direttore degli Australian Open e factotum del tennis “down under” sta lavorando alacremente non solo per organizzare al meglio il primo Slam dell’anno e la ATP Cup, ma possibilmente anche altri eventi in febbraio.
    Il concetto, chiarito in una intervista rilasciata a Mick Dickson del Daily Mail, è semplice: per i tennisti affrontare il lungo viaggio in Australia, passare i controlli, quarantena, ecc, è un bell’impegno. Visto che la situazione sanitaria nel continente è discreta, e il paese ha grandissima passione tennistica, perché non far restare i giocatori di più e organizzare anche qualche altro torneo dopo gli Australian Open? Ancor più visto che la stagione in America latina è assai a rischio?
    Ecco alcuni passaggi dell’intervista a Craig Tiley: “Stiamo parlando della possibilità di avere un paio di eventi dopo l’Australian Open. In questo momento è una conversazione aperta con i tour ATP e WTA. Sono del parere che saremo ancora messi a dura prova a livello globale per quanto riguarda la libertà di viaggiare, con altri possibili blocchi a febbraio e marzo del prossimo anno in vari paesi. Al momento è una ipotesi, una possibilità, riguarda il modo in cui influisce sul resto del tour e se i giocatori lo vorranno. Se si diranno disponibili, siamo pronti a farlo. È sul tavolo, lo stanno valutando. Stanno guardando cosa accadrà la prossima stagione a livello complessivo, credo che la nostra idea possa funzionare. Vogliamo massimizzare le opportunità di gioco e idealmente vogliamo che tutti giochino almeno un evento più l’Australian Open, ma potrebbe essere più”.

    Tuttavia ancora la situazione in Australia è in divenire. Lo sblocco a livello interno sarebbe indispensabile, è quello a cui stanno lavorando: “In questo momento i confini statali non sono aperti, sono chiusi da più di sei mesi. Abbiamo bisogno di una garanzia che, ad esempio, se giocassi a Brisbane e all’improvviso si presentassero 100 nuovi casi, ci sarà bisogno di una nuova quarantena di due settimane da lì a Melbourne o no? Abbiamo detto dall’inizio che se i piani di quarantena vengono approvati negli stati, allora possiamo giocare in tutte le città, altrimenti dobbiamo mettere su il tutto solo a Melbourne, perché è lì che devono essere tutti a fine gennaio”.
    Tiley lavora per il prossimo Australian Open, ma ha già un occhio sul futuro prossimo, a medio termine. A suo parere, la pandemia avrà effetti anche negli anni a venire, quindi è necessario mettere le mani avanti già adesso: “Sono del parere che questi attuali aggiustamenti dureranno più a lungo di quanto pensiamo. Stiamo già parlando di diversi scenari (Australian Open) per il 2022, perché non pensiamo di ripetere il 2020 (ossia uno Slam normale come si è svolto a gennaio) almeno fino al 2023 o al 2024. È così che gestiamo i nostri rischi e il nostro flusso di cassa. Professionalmente dobbiamo essere realistici e gestire le aspettative dei giocatori in termini di denaro e opportunità e assicurarci che gli eventi possano essere sostenibili per il futuro”.
    “La realtà è che il prize money che sarà disponibile sarà notevolmente compromesso. Penso che gli eventi più forti sopravviveranno e quelli che stavano stentando con un pesante carico finanziario, non ce la faranno. Non è realistico pensare che niente cambierà. Anche se avremo finalmente un vaccino a marzo, sarà comunque difficile pensare ad una normalità per metà del prossimo anno. L’unica cosa che non voglio che accada è che qualcuno si ammali a causa del tennis e poi perda la vita. Non credo che sia successo nello sport, ma se succederà cambierà la dinamica per tutti”.
    “Sono ancora molto ottimista riguardo alle possibilità del tennis e, per certi versi, è un’enorme opportunità, è un regalo per il nostro sport. È uno sport che può essere giocato in sicurezza e in Australia abbiamo visto una crescita del 160-170% nelle prenotazioni online, ogni club sta vedendo una crescita nella partecipazione, se reagiremo bene a questa emergenza, ne usciremo ancora più forti”.
    Parole interessanti, da parte di uno dei migliori dirigenti del tennis (e non solo) al mondo. Se davvero non fosse possibile organizzare tornei in America latina (per problemi economici degli eventi e difficoltà di viaggiare), l’occasione di giocare un paio di ottimi tornei in Australia a febbraio potrebbe essere molto interessante. Ma i tornei indoor in Europa in quel caso? Spostati a marzo? ATP e WTA avranno di fronte un grande lavoro, e molto probabilmente il calendario 2021 sarà “fluido”, ossia di breve durata (programmato ogni 4 mesi) e con possibili spostamenti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Tiley (Australian Open): “Entro due settimane sapremo come si svolgeranno i tornei in Australia”

    L’impianto di Melbourne

    Il 13 novemebre si avvicina. Sarà una data decisiva per sapere come il tennis ripartirà a gennaio, Australian Open incluso. Così ha dichiarato Craig Tiley, direttore dello Slam di Melbourne e vero factotum del tennis “down under”. In un’intervista rilasciata a The Herald, Tiley ha affermato: “Tutti i giocatori dovevano compilare un modulo di impegno di viaggio, questo è il procedimento per ottenere i visti, che ora vengono elaborati dal dipartimento dell’immigrazione. Tutti i primi 100, uomini e donne, lo hanno completato. Tutti hanno confermato il desiderio di arrivare in Australia. Se domani annunciamo che dovranno restare in quarantena per 28 giorni o che saranno costretti a stare chiusi in una stanza d’albergo per 14 giorni, le cose cambieranno…”
    Tiley entra nel dettaglio: “La presentazione che abbiamo fatto ai giocatori è stata molto positiva, nel senso che si sono iscritti tutti. Federer e Nadal hanno 20 Grand Slam ciascuno, Serena vuole battere il record di Margaret Court e Ash Barty sta cercando di mantenere la sua posizione numero 1. Per quanto riguarda la partecipazione dei giocatori, siamo al top, nessun problema. Tutti vogliono venire e giocare”.

    Però c’è una grande incognita, che riguarda lo svolgimento dell’intera ATP Cup (che richiede col format attuale lo spostamento tra più siti) e anche l’Australian Open: come i tennisti potranno completare il periodo di quarantena? Questo è “il” problema, conditio sine qua non per avere l’ok dei giocatori e soprattutto dar loro modo di prepararsi adeguatamente per un appuntamento così importante. “Come si svolgerà tutto? Per prendere questa decisione ci sono due condizioni di cui abbiamo bisogno”, continua Tiley. “La prima condizione è l’approvazione dei nostri piani di quarantena. La seconda è che dobbiamo avere alcune assicurazioni dal governo sulla possibilità di viaggiare liberamente da stato a stato, cosa che ancora non abbiamo come potete constatare da alcuni confini chiusi. Queste sono le cose difficili che dobbiamo ottenere. In caso contrario, dovremo concentrare tutta l’attività a Melbourne e creare una bolla sanitaria che rimarrà in atto per molto tempo. In questo momento siamo al 50% per ciascuna delle due opzioni. Entro la fine della prossima settimana, o forse la settimana successiva, dovremo prendere una decisione definitiva, per aver i tempi tecnici di lavorare all’organizzazione, servono almeno 45 giorni”.
    Gli organizzatori stanno lavorando su una capacità minima del 25% per l’Australian Open 2021, ma sperano che si possa aumentare in modo significativo la percentuale di presenze del pubblico se il tasso di contagi a Melbourne rimarrà basso nei prossimi due mesi.
    La chiave di tutto quindi resta la decisione dei governi statali, il nulla osta a fornire esenzioni ai giocatori in modo che possano lasciare i loro hotel durante il periodo di quarantena di 14 giorni per allenarsi in campo nella bolla sanitaria pre-torneo, e che venga scongiurato il “pericolo” di quarantena di 28 giorni. In quest’ultimo caso, sarebbe addirittura a rischio la disputa stessa del torneo.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Intervento chirurgico per Kiki Bertens: l’olandese non ci sarà agli Australian Open

    Kiki Bertens nella foto

    Kiki Bertens non prenderà parte agli Australian Open 2021: attraverso i propri canali social, la tennista olandese ha infatti comunicato che nella giornata odierna ha subìto una operazione al tendine d’Achille. “L’intervento era l’unica via percorribile per poter tornare a giocare a tennis senza dolore durante gli allenamenti e le partite: salterò l’inizio della stagione 2021, dunque non sarò in Australia. Farò di tutto per rientrare più forte e nel minor tempo possibile“, ha dichiarato la ventottenne di Wateringen, che nell’ultimo torneo disputato (il Roland Garros) ha raggiunto il quarto turno perdendo dalla “nostra” Martina Trevisan con un doppio 6-4 LEGGI TUTTO

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    Tiley: “Ho fiducia che l’Australian Open si giocherà regolarmente. ATP Cup? Forse a Melbourne”

    Craig Tiley

    Intervistato dal giornale australiano Canberra Times, il direttore gli Austalian Open Craig Tiley si è detto fiducioso che il torneo 2021 si svolgerà regolarmente il prossimo gennaio, nonostante il paese sia ancora in un regime di frontiere chiuse e quarantena obbligatoria.
    Nell’intervista Tiley ha categoricamente escluso di organizzare il torneo a Melbourne se i giocatori fossero ancora costretti a due settimane di quarantena, ma sta lavorando alacremente con i governi statale e federale per ridurre le restrizioni ai confini, con l’approvazione speciale di una “bolla” per l’élite mondiale del tennis.
    “Se un giocatore deve mettersi in quarantena ed essere bloccato in hotel per due settimane prima del torneo, questo non si disputerà affatto. Non puoi chiedere ai giocatori di starsene in quarantena per due settimane chiusi in camera e quindi essere pronti per giocare un Grande Slam”. Per Tiley, se il sistema in voga attualmente resterà questo, i giocatori semplicemente non si presenteranno.

    “In questo momento la sfida che abbiamo è che i confini sono ancora chiusi, quindi abbiamo un piano sulla base del fatto che le frontiere saranno di nuovo aperte, o di condizioni speciali. Stiamo lavorando con tutti i governi statali, accettiamo completamente che chiunque provenga dall’estero debba sottoporsi a due settimane di quarantena. Quello che stiamo negoziando, o quello su cui stiamo cercando di avere un accordo, è che si possa creare e gestire un ambiente di quarantena dove possono allenarsi e andare tra l’hotel e i campi in quelle due settimane“.Il riferimento resta quello implementato a US Open, che alla fine ha consentito il regolare svolgimento del torneo. Tiley spera che l’Australian Open si svolgerà con il 25% di capacità di fan sugli spalti, e con tutti i giocatori autorizzati a disporre di un entourage di tre persone. Tiley spera anche che l’intero programma estivo resti confermato, inclusa la multi-city ATP Cup, ma ciò è subordinato alla riapertura dei confini statali.
    “Il tempo inizia a stringere, abbiamo bisogno di impegni da parte dei governi e degli ufficiali sanitari”, ha dichiarato. “Abbiamo bisogno di sapere nelle prossime due settimane, massimo un mese, che questo è ciò che può accadere: i confini si apriranno e potremo organizzare un evento multi-città. Se non possiamo organizzare un evento multi-città, dobbiamo riconsiderare tutto”.
    Se i confini non verrano riaperti, Tiley non ha escluso l’ATP Cup e potenzialmente i tornei di Brisbane, Adelaide e Hobart International possano disputarsi tutti a Melbourne, proprio come il Cincinnati Open è stato organizzato a Flushing Meadows prima degli US Open.
    “Tutte le possibilità restano sul tavolo. Noi ce la metteremo tutta, siamo aperti ad ogni possibilità realistica” conclude Tiley.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Roger Federer in campo agli Australian Open: Craig Tiley ” Organizzeremo dei tornei prima dell’Aus Open per una grande estate di tennis”

    Roger Federer ha recentemente ribadito a Craig Tiley, direttore dell’Australian Open, che alla prossima edizione 2021 in gioco ci sarà pure lui. Semifinalista nell’ultimo Slam australiano, Roger ha in seguito subito due interventi al ginocchio destro che l’hanno obbligato a una pausa forzata sino a fine anno. Per potere disputare il torneo, il 39enne e […] LEGGI TUTTO

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    400.000 mila spettatori e cinque bolle: l’Australian Open svela i piani per il 2021

    400.000 mila spettatori e cinque bolle: l’Australian Open svela i piani per il 2021

    La pandemia ha completamente rivoluzionato il mondo dello sport e, in questo caso, del tennis. La stagione 2020 è stata sospesa per più di cinque mesi e ciò che è certo è che non si sa ancora cosa accadrà nel 2021.
    Il primo grande torneo della prossima stagione è l’Australian Open e ciò che è certo è che l’organizzazione sta già lavorando affinché la gara possa essere disputata. Craig Tiley, direttore del torneo, ha ammesso che l’obiettivo è quello di tenere il tradizionale appuntamento a gennaio e prevede anche la presenza di 400 mila tifosi nel corso della quindicina di giorni.
    Ma per rendere possibile tutto questo i responsabili si stanno preparando e intendono creare cinque bolle per i giocatori. “Apriremo le nostre bolle nella prima settimana di dicembre e i giocatori potranno venire in qualsiasi momento. Quando arriveranno, il nostro pensiero e che non rimangano in albergo per 14 giorni, come dicono i regolamenti attuali. Avremo un’esenzione all’interno di queste bolle”, ha dichiarato a The Age.

    “Diciamo di essere ‘Happy Slam’ ma ora siamo ‘Very safe and Happy Slam’.
    Tiley ha anche rivelato i cinque possibili scenari per l’edizione 2021. “La prima è che l’evento si svolga allo stesso modo del 2020. La seconda con la presenza di un pubblico limitato. La terza sarebbe a porte chiuse, trasmesso solo in televisione. La quarta possibilità è quella di spostarsi in un altro periodo dell’anno e la quinta l’annullamento dell’edizone 2021”.
    I biglietti per l’Australian Open 2021 saranno in vendita a partire da ottobre. L’organizzazione prevede di ricevere 400.000 fan, la metà rispetto all’edizione di quest’anno.Ricordiamo che Melbourne è una delle città più colpite in Australia dalla seconda ondata di casi di Covid-19. LEGGI TUTTO

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    In arrivo anche una “bolla” australiana

    L’Australian Open del 2021 si sta avvicinando e ci sono domande intorno al torneo per la prossima edizione.
    Tennis Australia informa che ci sarà una “bolla di due mesi” per i tennisti durante i mesi di dicembre e gennaio. Non sono ancora noti grandi dettagli su come ciò sarà fatto e non sono state ancora annunciate ulteriori informazioni.

    Craig Tiley ha parlato anche della questione del pubblico sugli spalti:
    “Gli Australian Open dovranno prendere una decisione sulla capacità di pubblico per il 2021 entro novembre. L’ipotesi migliore è quella di avere il 75% del pubblico presente del 2020. Nel peggiore dei casi non ci sarà nessuno ed il torneo si giocherà a porte chiuse”. LEGGI TUTTO