More stories

  • in

    John Newcombe: “Davis? Con questo formato non andrà da nessuna parte. Avevamo una proposta, la ITF non ci ascoltò”

    “La Davis con questo formato non andrà da nessuna parte”. Tuoni e fulmini by John Newcombe, leggendario campione australiano, vincitore di sette Slam in singolare e cinque Davis con l’armata invincibile dei “canguri” nei ’70s. Con l’ATP Cup in rampa di lancio, Newcombe è stato intervistato dal quotidiano di Melbourne The Age, sull’attualità e oltre. […] LEGGI TUTTO

  • in

    Carlos Bernardes ha avuto un infarto, è in miglioramento

    Il momento del ricovero di Carlos Bernardes

    Il famoso giudice di sedia Carlos Bernardes ha avuto un infarto a Melbourne, ma fortunatamente è in buone condizioni e il decorso sembra positivo. Lo afferma il collega Ricardo Reis al portale TenisBrasil.
    “Carlos ha avuto un infarto l’altra mattina” dichiara Reis, “alloggiamo nello stesso hotel, tanto che quando ho visto dalla finestra un’ambulanza che aveva parcheggiato gli ho persino mandato una foto dicendogli ‘qualcuno si è sentito male’. Mi ha risposto: ‘Sono stato io a chiamare, sento molto dolore, soprattutto al petto’. Per fortuna ha chiamato i soccorsi molto velocemente e l’ambulanza è arrivata subito”. Come riportato in precedenza, Bernardes è stato soccorso dai paramedici, che l’hanno stabilizzato e trasportato immediatamente all’ospedale. Ma visto che nessuno indossava tute protettive, si è subito intuito che il problema non fosse il Covid-19.

    “Ha avuto un attacco di cuore, le sue vene erano ostruite” continua Reis. “Ha trascorso diverse ore in ospedale a prendere farmaci specifici. Abbiamo parlato sia ieri mattina che nel pomeriggio, mi ha rassicurato. Stamattina non sono ancora riuscito a parlarci, ma via messaggio mi ha assicurato che si sente bene e continua ad assumere farmaci. Stanno valutando se mettergli uno stent, ma probabilmente non sarà necessario. Sono riusciti a sbloccare l’ostruzione delle vene e la situazione pare sotto controllo”.
    Per fortuna quindi il quadro clinico di Bernardes è in netto miglioramento. Non sappiamo se riuscirà a lavorare agli Australian Open, ma auguriamo il meglio al “mitico Bernardo”.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Ecco il vero motivo del forfait di Roger Federer agli Australian Open

    Il tennista più amato al mondo, Roger Federer, non parteciperà agli Australian Open 2021 e questo si sapeva già da tempo. Però, a quanto pare, non sarebbe il lento recupero dall’infortunio e della conseguente doppia operazione al ginocchio il motivo per cui Roger Federer ha deciso di saltare gli Australian Open 2021. O almeno non solo quello. Queste opinioni sono il frutto delle parole che ha recentemente affermato Andre Sa, ex tennista brasiliano, che oggi si occupa di gestire le relazioni ufficiali tra la direzione degli Australian Open e tutti i tennisti. Ecco di seguito le parole di Andre Sa.

    Forfait Federer: le parole di Andre Sa
    Dalle parole di Andre Sa si deduce che il motivo principale del forfait di Roger Federer è stata la quarantena che il governo australiano impone a chiunque arrivi nel Paese dall’estero. Inoltre l’ex tennista ha rivelato di aver parlato con il tennista svizzero un mese fa:

    “Aveva due opzioni. Sarebbe potuto venire con tutta la famiglia e trascorrere il periodo di quarantena. Il problema è che sua moglie Mirka, assieme ai bambini, non sarebbe potuta uscire dalla stanza. Sarebbero dovuti rimanere all’interno per quattordici giorni. L’unica eccezione riguarda i giocatori”.

    In breve, Roger sarebbe potuto uscire per allenarsi, ma la sua famiglia no. La seconda alternativa era quella di andare in Australia da solo. La cosa, però, avrebbe significato abbandonare la famiglia per ben cinque settimane. Queste le parole di Roger rivelate da Sa:

    “Amico, ho 39 anni, quattro figli e venti titoli Slam. Non sono più in quel periodo in cui posso abbandonare la mia famiglia per cinque settimane”. LEGGI TUTTO

  • in

    Tennis, Australian Open 2021: le qualificazioni non si terranno in Australia. Ecco i motivi

    Dopo la fine della difficile stagione 2020 di tennis e le settimane di attesa e di discussione, il tennis mondiale si è rimesso in moto. Finalmente possiamo vedere alcuni tennisti già all’opera nei primi tornei del 2021: nel circuito maschile Antalya e Delray Beach, mentre nel femminile Abu Dhabi. Il mondo femminile del tennis rimarrà negli Emirati fino al 13 gennaio, considerando le qualificazioni degli Australian Open 2021.

    Australian Open 2021: le qualificazioni
    Sarà un Australian Open diverso dal solito. Infatti, le qualificazioni del primo Slam della stagione non si terranno in territorio australiano. Motivo? La federazione Australiana di Tennis, che ha deciso di posticipare l’inizio del tabellone principale del primo Slam della stagione all’8 febbraio 2021, vuole così porre un limite importante ai tennisti e tutti i loro team da far entrare nel paese. Bisogna ricordare, che chi sarà a Melbourne dovrà sottoporsi a due settimane di quarantena dopo l’arrivo che è previsto tra il 15 e il 17 gennaio. Pertanto: la sede di qualificazioni per gli uomini sarà in Qatar a Doha, mentre per le donne Dubai. Inoltre, sorgono i primi problemi sulle strutture opzionate dal Tennis Australia per ospitare i tennisti e i loro team nel periodo di quarantena: il primo caso è il Westin Melbourne che è stato cancellato dalla lista per non subire azioni legali dai residenti stabili.

    Leggi anche:  Tennis, tabellone Atp Antalya: per Berrettini e Fognini buon sorteggio LEGGI TUTTO

  • in

    Australian Open 2021, ipotesi qualificazioni in un altro paese

    Non si placa la ridda di voci sul prossimo Australian Open, stavolta per quel che riguarda lo svolgimento del tabellone di qualificazioni. Secondo alcune indiscrezioni, riportate dalla stampa iberica e tedesca, gli organizzatori del primo Slam stagionale stanno addirittura ipotizzando di spostare in un altro paese la fase preliminare del torneo, con Doha, Dubai e […] LEGGI TUTTO

  • in

    Thanasi Kokkinakis fa doppietta: l’ex numero 69 ATP vince un altro torneo a Melbourne

    Thanasi Kokkinakis nella foto

    Continua il percorso netto di Thanasi Kokkinakis che, dopo un lungo periodo di stop per problemi fisici ed un rientro con un titolo nella prima esibizione delle UTR Pro Match Series di Melbourne, concede il bis trionfando anche nella seconda tappa senza concedere alcun set nel corso della settimana. Il classe 1996, ex numero 69 del ranking ATP (attualmente occupa la posizione n.258), si è imposto in finale su Jacob Grills con lo score di 6-2 6-2 dopo aver brillantemente superato il girone eliminatorio sconfiggendo in sequenza Corbett, Bourchier e Salmon: “Mi sento in salute e sto giocando tantissime partite, questa è la notizia migliore per me“, ha dichiarato a caldo il giocatore di Adelaide ai microfoni di Tennis Australia.

    IL PERCORSO DI KOKKINAKIS A MELBOURNERR1 – Kokkinakis b. Corbett 62 62RR2 – Kokkinakis b. Bourchier 76(3) 63RR3 – Kokkinakis b. Salmon 62 60F – Kokkinakis b. Grills 62 62 LEGGI TUTTO

  • in

    Thanasi Kokkinakis torna in campo dopo 14 mesi e vince l’UTR Pro Tennis Series di Melbourne

    Thanasi Kokkinakis nella foto

    Thanasi Kokkinakis è tornato in campo, dopo quattordici mesi di stop forzato, riuscendo a vincere l’UTR Pro Tennis Series di Melbourne, torneo d’esibizione, senza cedere alcun set nel corso della settimana. All’ultimo atto ha avuto la meglio su Blake Mott, attuale n.463 del ranking ATP, per 6-4 6-1 mentre in precedenza si era imposto su Jai Corbett (6-1 6-0), Omar Jasika (6-4 6-4) e Harry Bourchier (6-4 6-3).
    Il ventiquattrenne australiano, bersagliato da problemi fisici nonostante la giovane età, non scendeva in campo per disputare un incontro dal torneo Challenger di Tiburon del 2019 (perse in finale, in tre set, contro lo statunitense Tommy Paul). Rimasto in Top-300 della classifica mondiale in virtù del congelamento dei punti (è n.257, ma nel giugno 2015 è stato n.69), ha ritrovato buone sensazioni sui campi in cemento outdoor di Melbourne ed ora è pronto a fare il suo rientro nel circuito maggiore: “Ho giocato la partita più bella proprio in finale, nel momento che contava di più. Il mio obiettivo principale non era vincere il torneo ma semplicemente mettere partite sulle gambe e ritrovare fiducia. Con i problemi alle ghiandole che ho avuto io, non è facile capire quale sia la reale condizione fisica solo attraverso gli allenamenti: la sospensione dei tornei per l’emergenza Covid-19 mi ha aiutato a non affrettare il ritorno alle competizioni, sotto questo punto di vista è stata una cosa positiva per me. Ho giocato quattro partite in quattro giorni e mi sento abbastanza bene, sono contento: avrei potuto partecipare anche ad altri tornei prima di questo, ma vista la situazione globale e il mio sistema immunitario ho pensato che non fosse il caso“. LEGGI TUTTO

  • in

    Australian Open 2021 a rischio, il parere dei giocatori

    Alexander Zverev

    Dopo la doccia fredda di ieri, con la conferma da parte del governo dello stato di Victoria (Australia) delle restrizioni all’ingresso fino al 31/12/2020 per contenere la pandemia, arrivano alcune reazioni da parte dei giocatori. C’è un misto di incredulità, delusione ma anche speranza. Craig Tiley è uno dei dirigenti tennistici più preparati e stimati, e l’Australian Open un evento troppo importante per esser cancellato visto che, tra l’altro, la situazione sanitaria a Melbourne è in questo momento sotto controllo. Le cautele delle autorità derivano proprio dalla volontà di mantenere lo status quo (da 20 giorni nessun nuovo contagio registrato nello stato di Victoria, ma è scoppiato un piccolo focolaio ad Adelaide) e di fare il possibile affinché l’Australia non precipiti di nuovo nell’emergenza.
    A Londra il tedesco Alexander Zverev ha commentato così la notizia della conferma delle restrizioni agli ingressi in Australia: “Dobbiamo dare credito a Tennis Australia e Craig Tiley, penso che stiano facendo il meglio che possono. Capisco la cautela del governo australiano: se 3000 persone vengono per il tennis in pochi giorni, è quasi sicuro che potrebbero scapparci dei nuovi positivi, questo è indubbio, quindi capiamo che siano molto attenti a questo aspetto”.
    Il brasiliano Bruno Soares, membro dell’ATP Players Council, ha espresso preoccupazione per le tempistiche: “Se dobbiamo arrivare, restare in quarantena ed uscire a giocare immediatamente, è una situazione pericolosa per i giocatori, sarebbe tutt’altro che ideale. Sappiamo che stanno cercando di ottenere le migliori condizioni per noi in modo che possiamo prepararci adeguatamente. Dobbiamo essere pazienti e lasciare che l’Australia faccia quello che deve fare, e forse avremo una buona estate”.

    Si dice fiducioso l’argentino Diego Schwartzman: “Da quello che so, non credo che l’Australia verrà cancellata. C’è una situazione simile a quella vissuta agli US Open, con molte discussioni tra l’organizzazione del torneo e il governo del loro paese. L’ATP e i giocatori sono esclusi, perché ci sono dei protocolli sanitari da rispettare. Le decisioni di voler ricevere stranieri o meno vanno oltre le nostre competenze, ma questo influisce sui tornei. La posizione dell’Australia oggi è di non ricevere stranieri fino al 1 gennaio, e mantenere la quarantena di 14 giorni senza la possibilità di gareggiare, forse potremo almeno allenarci. Solo dopo il 14 gennaio potremo giocare. Non è il massimo se le cose restassero così. Dobbiamo vedere cosa succede anche con i tornei sudamericani. Noi siamo in attesa. L’ATP ha deciso di salvare i punti per la classifica, e questo aiuta i giocatori nel prendere la decisione se andare o meno in Australia, ma credo che la maggior parte di noi vorrà andare, anche perché il calendario potrebbe essere modificato”.
    Infatti le proposte sul tavolo sono molte: si parte dallo spostamento in avanti del torneo di una o due settimane, con gli eventi di Sydney e Brisbane posticipati dopo lo Slam, o addirittura l’inizio degli Australian Open a febbraio. Altra ipotesi è di imporre una bolla blindatissima a Melbourne sullo stile degli ultimi US Open, con almeno tre settimane di gioco (un torneo per prepararsi e quindi gli Australian Open, tutti nell’impianto di Melbourne park, magari senza pubblico). Anche l’aspetto economico è uno dei fattori decisivi: Craig Tiley è fermamente deciso a far disputare il torneo quasi “a tutti i costi”, tuttavia ha affermato al Sydney Morning Herald che dovrà investire più di 33 milioni di dollari australiani nella biosicurezza, un costo imprevisto. “Possiamo mantenere i nostri guadagni dalle trasmissioni televisive, ma perderemo entrate dal merchandising, dalla vendita dei biglietti e ci saranno meno entrate dall’ospitalità”.
    La situazione è in divenire, vi terremo aggiornati sui nuovi sviluppi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO