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    Rublev e la battaglia contro la depressione: “Ero completamente perso”

    Andrey Rublev nella foto – Foto Getty Images

    Dopo la vittoria al torneo di Doha, Andrey Rublev ha aperto il suo cuore in un’intervista rivelando i difficili momenti vissuti negli ultimi anni, quando è arrivato sull’orlo di abbandonare tutto. Una confessione che arriva nel momento più dolce, dopo aver conquistato il suo primo titolo del 2025 e aver dimostrato di appartenere ancora all’élite del tennis mondiale.
    “Ero intrappolato in un loop. Perso con me stesso. Per un paio d’anni, non riuscivo a trovare la via, non capivo cosa dovessi fare, per quale scopo… forse suona un po’ drammatico, ma non trovavo un motivo per vivere… dentro di me, ero completamente perso”, ha confessato il tennista russo alla giornalista Reem Abulleil.Parole che spiegano gli sfoghi e le crisi di rabbia in campo, con il suo tennis diventato lo specchio di un’anima in sofferenza. Rublev, noto per la sua emotività e per gli scatti d’ira durante le partite, ha finalmente dato un contesto a quei comportamenti che spesso hanno attirato critiche.
    “Quando ti succede per uno, due, tre anni… arriva un momento in cui non riesci più a sopportarlo, è come un dolore che cresce, cresce e cresce, e senti che devi tagliarti il braccio. Ho iniziato a prendere antidepressivi: all’inizio sentivo che le cose andavano meglio, ma dopo un po’ ho capito che, anche se non peggioravo, non mi piaceva quello che provavo, era una sensazione strana. Ho smesso di prenderli dopo un anno.”
    È stato in questo momento di profonda crisi che è emersa la figura di Marat Safin, ex numero uno del mondo e connazionale di Rublev, che è diventato una sorta di angelo custode per il giovane moscovita. “Marat mi ha fatto capire meglio me stesso, mi ha fatto guardare dentro di me. Il suo aiuto è stato come resettare da zero. Da lì, almeno, sono stato in grado, poco a poco, di camminare nella giusta direzione.”Il percorso di guarigione è stato lento e graduale, con Rublev che ha dovuto affrontare i suoi demoni interiori mentre continuava a competere ai massimi livelli. “Continuo a camminare, passo dopo passo, ma come ho detto all’inizio della stagione, non sono ancora felice, ma non sento nemmeno stress, non ho ansia, non ho depressione. Sono semplicemente in ‘modalità neutra’: né bene né male, ma almeno ho trovato delle fondamenta.”
    Il successo a Doha, arrivato dopo vittorie significative contro giocatori come de Minaur, Auger-Aliassime e Draper, ha consolidato la sua posizione nella top 10, evitando una possibile caduta in classifica. Un risultato che assume un valore ancora maggiore alla luce delle difficoltà personali che il tennista russo ha dovuto affrontare.La confessione di Rublev si inserisce in un contesto più ampio di crescente consapevolezza sulla salute mentale nel tennis professionistico. Negli ultimi anni, diversi campioni hanno parlato apertamente delle loro battaglie contro ansia e depressione, contribuendo a rompere lo stigma attorno a questi temi.
    Ora Rublev guarda avanti, al torneo di Dubai dove debutterà contro Quentin Halys, con la speranza che il tennis possa avvicinarlo sempre più alla felicità che ancora gli sfugge. Con le sue dichiarazioni, ha dimostrato che anche dietro la facciata di un campione possono nascondersi fragilità e sofferenze, ma anche che è possibile trovare la forza per continuare a lottare, in campo e fuori.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Rublev ritrova il sorriso a Doha: “Ha superato le difficoltà come un combattente”. Moutet-Popovic, ritorno di fiamma. De Minaur-Boulter, coppia in campo all’US Open 2025: giocheranno il doppio misto

    Andrey Rublev nella foto – Foto Getty Images

    Rublev ritrova il sorriso a Doha: “Ha superato le difficoltà come un combattente”La vittoria di Andrey Rublev a Doha non è solo un successo sportivo, ma anche il segno di una ritrovata serenità mentale. Il russo, che aveva chiuso il 2024 in difficoltà e aveva iniziato la nuova stagione sottotono, sembra aver finalmente superato il suo momento più complicato.Elena Vesnina, sua connazionale, ha analizzato per il media russo Championat questo momento di rinascita: “È uscito dal suo disagio psicologico. È riuscito a superare le difficoltà come un vero combattente, trovando il modo di tornare in forma.”“Andrey è un ragazzo fantastico”, ha continuato Vesnina. “Molti lo hanno criticato, scrivendo che non sarebbe più tornato ai suoi livelli. Ma la gente semplicemente non capisce che una persona può avere problemi, sia fisici che psicologici, che hanno bisogno di tempo per essere risolti.”Il torneo di Doha ha mostrato un Rublev più maturo e controllato, con meno scatti d’ira in campo. “Anche quando ha attraversato una stagione difficile, ha comunque giocato bene”, ha sottolineato Vesnina. “Abbiamo visto le sue partite, ma a volte giochi bene e in quel momento il tuo avversario è leggermente migliore di te.”“Sono molto felice per lui”, ha concluso l’ex tennista, collegando il successo di Rublev a quello di Mirra Andreeva a Dubai, “sabato è stato il miglior giorno per il tennis russo dopo tanto tempo.”Un ritorno al successo che potrebbe segnare un nuovo inizio per Rublev, finalmente, forse, libero dai demoni che lo hanno tormentato nell’ultima parte della scorsa stagione.
    Moutet-Popovic, ritorno di fiamma: “Il lavoro era incompiuto”Corentin Moutet e Petar Popovic tornano a lavorare insieme. Sei mesi dopo la separazione annunciata nel settembre 2024, il tennista francese e il coach serbo hanno deciso di riprendere la loro collaborazione per 26 settimane all’anno, come riporta Tennis Actu.La decisione è maturata dopo l’eliminazione di Moutet al terzo turno degli Australian Open contro Learner Tien. È stato proprio il francese a ricontattare Popovic, convinto che il loro percorso insieme non fosse ancora concluso. “Il lavoro era incompiuto”, ha dichiarato il coach serbo.I primi segni di questa reunion erano già visibili al torneo di Rio, dove Popovic era stato avvistato al fianco di Moutet. Il team del francese si completa con il ritorno anche del preparatore atletico e del fisioterapista.Una scelta che segna un nuovo capitolo nella carriera del tennista francese, determinato a riprendere il lavoro interrotto sei mesi fa.
    De Minaur-Boulter, coppia in campo all’US Open 2025: giocheranno il doppio mistoAlex de Minaur e Katie Boulter hanno confermato la loro partecipazione al torneo di doppio misto dell’US Open 2025, che quest’anno presenta un formato completamente rinnovato. Una delle coppie più note del circuito, legata anche sentimentalmente, ha deciso di cogliere l’opportunità offerta dal nuovo format della competizione.Gli organizzatori dello Slam americano hanno infatti ripensato il torneo di doppio misto, spostandolo nella settimana precedente all’evento principale e introducendo set più brevi di quattro game. Una modifica pensata proprio per attirare i big del tennis, che sembra aver già dato i suoi frutti.La coppia de Minaur-Boulter rappresenta un colpo importante per il torneo: l’australiano, attuale numero 9 del mondo, e la britannica, in costante ascesa nel ranking WTA, porteranno sicuramente grande interesse mediatico all’evento.Sarà interessante vedere come i due, abituati a condividere la vita fuori dal campo, riusciranno a tradurre la loro intesa anche sul terreno di gioco in uno dei tornei più prestigiosi del calendario tennistico.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Impressionante Fonseca! Il 18enne brasiliano batte Rublev all’esordio agli Australian Open (e in uno Slam)

    Joao Fonseca, classe 2006

    A Star is Born. Joao Fonseca è la rock star della notte di Melbourne: con un tennis di una potenza, qualità, velocità e quantità di soluzioni stellari, il 18enne di Rio de Janeiro sorprende Andrey Rublev (testa di serie n.9 del torneo) per 7-6(1) 6-3 7-6(5) dando una dimostrazione di forza impressionante, il tutto nella sua prima partita in carriera in uno Slam e quindi sulla lunga distanza. Rublev non ha giocato nemmeno una brutta partita, non è crollato nei suoi momenti auto distruttivi che troppe volte hanno dato il via libera all’avversario di turno. È stato Fonseca a prendersi la miglior posizione sul campo, forte di un servizio continuo e soprattutto accelerazioni bellissime, colpite con così tanto anticipo e velocità da diventare imprendibili.
    Diritto poderoso (ne ha tirato uno a 181 km/h, il più rapido del torneo finora), rovescio clamoroso per facilità di uscita della palla delle corde sia in lungo linea che cross… Non c’è una fase di gioco o posizione del campo dalla quale Joao non riesca a “spaccare la palla” e trovare un vincente, anche quando è costretto in difesa. Per la giovanissima età è clamorosa la sua completezza tecnica: gestisce molto bene anche i tempi dell’attacco e riesce a difendersi discretamente bene, anche se è proprio il lato fisico – velocità fine e forza – il settore sul quale dovrà lavorare per reggere questa velocità in scambi prolungati e tenere i suoi ritmi folli in spinta per ore, quelle necessarie ad battagliare ad armi pari contro i migliori. Da quello che abbiamo visto stasera a Melbourne, gli manca davvero poco…

    Extraordinary.
    Joao Fonseca’s forehand is something else 😲@wwos • @espn • @eurosport • @wowowtennis • #AusOpen • #AO2025 pic.twitter.com/yckdeon9x2
    — #AusOpen (@AustralianOpen) January 14, 2025

    Un dato fornito durante il match è davvero spaventoso: nel primo match del torneo i top10 stanno servendo la seconda palla di servizio a 158 km/h di media; Fonseca nella partita vinta contro Rublev veleggiava sicuro a 175 km/h! Un riscontro pazzesco, perché forte di una seconda palla così rapida e pure precisa attaccarlo non è affatto facile. Rublev c’è riuscito a tratti scatenando tutta la potenza del diritto, ma non sempre è riuscito a prendersi il punto di prepotenza perché Fonseca anche in corsa riesce a tirare palla rapide e precise. Infatti l’aspetto forse più sbalorditivo nella prestazione del carioca è il suo controllo di palla a quella velocità d’esecuzione, il tutto in una completezza tecnica vista raramente per un ragazzo della per la sua età. Esecuzioni tecnicamente impeccabili, anticipo e velocità assolute, e pure una testa davvero focalizzata nel gioco che gli permette di giocare benissimo i punti che scottano. Impressionante. 

    No. Holding. Back 💥
    Full throttle tennis from Joao Fonseca 😮‍💨@wwos • @espn • @eurosport • @wowowtennis • #AusOpen • #AO2025 pic.twitter.com/waZQX0TAIs
    — #AusOpen (@AustralianOpen) January 14, 2025

    Fonseca ha dominato il tiebreak del primo set con una serie di colpi bellissimi, uno meglio dell’altro; quindi nel secondo set è andato avanti di prepotenza, rispondendo molto bene e quindi prendendosi il punto dal centro del campo. Bravo a contenere i diritti inside out di Andrey e spesso infilarlo con rovesci lungo linea giocati quasi senza apertura, di puro timing. Che classe.
    All’avvio del terzo set un piccolo calo di energia, del resto era alla sua prima partita in uno Slam. Va sotto di un break ma lo recupera immediatamente, con una tigna da tennista navigato. Qualche errore in più, con gambe appena più pesanti. La sensazione è che Rublev, salito nella spinta, possa ribaltare il match se porta a casa il terzo set allungando la partita. Forse anche Fonseca ne è consapevole, e per questo al tiebreak gioca il tutto per tutto. E tutto gli va bene… altre accelerazioni fantastiche e chiusura a braccia alzate. Prima vittoria in uno Slam alla prima apparizione, contro un top10 esperto e grande fighter.
    Fonseca ricordiamo non ha ancora perso un match nel 2025 (ha vinto il Challenger di Canberra) e ha triturato ogni avversario nelle qualificazioni. Sarà molto intrigante vederlo alla “prova del 9” contro il nostro Lorenzo Sonego. Joao Fonseca, che talento… Occhio che questo ragazzo terribile ha tutto quel che serve per scalare il ranking mondiale con la prepotenza di uno Tsunami…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Dalla nuova ambasciatrice Dior alle confessioni di Bublik, le ultime dal circuito. Alcaraz “imita” Nadal. Rublev ironizza sul suo ruolo di padrino

    Carlos Alcaraz nella foto

    Un mix di notizie dal mondo del tennis, tra moda, curiosità e rivelazioni economiche.
    Zheng Qinwen stella nascente anche fuori dal campoContinua l’ascesa di Qinwen Zheng non solo in campo ma anche nel mondo del marketing. La tennista cinese ha firmato un prestigioso contratto come ambasciatrice globale di Dior, uno dei marchi più esclusivi al mondo. Un accordo che conferma il suo crescente appeal mediatico e la sua capacità di attirare i grandi brand del lusso.
    Alcaraz “imita” NadalUn curioso episodio ha catturato l’attenzione dei social media durante l’esibizione di Carlos Alcaraz all’Australian Open. Il giovane spagnolo è stato ripreso mentre sistemava meticolosamente le bottiglie d’acqua, in un gesto che ha ricordato a tutti il famoso rituale del suo connazionale Rafael Nadal.

    No por Dios pic.twitter.com/YuNR1G6kVo
    — Alcatraz (@RufiEnLancha) January 8, 2025

    Bublik svela i costi del tennis professionisticoAlexander Bublik ha rivelato in un’intervista a Match TV alcuni dettagli sulle spese di un tennista professionista. “Spendo tra i 300.000 e i 400.000 dollari all’anno per il mio team”, ha dichiarato il kazako, ammettendo anche di aver speso fino a 100.000 dollari in un solo mese per spese personali, tra vacanze e cure mediche.
    Rublev ironizza sul suo ruolo di padrinoCon la sua solita ironia, Andrey Rublev ha commentato la nascita del secondo figlio di Daniil Medvedev: “No, non mi ha chiesto di fare di nuovo il padrino. Dopo la prima esperienza non mi affiderà mai più un bambino. Sono il padrino di Alissa e sono terribile in questo ruolo”, ha scherzato il tennista russo.Medvedev, che ha recentemente dato il benvenuto al suo secondo figlio, ha dovuto ritardare la preparazione per l’Australian Open a causa di questo felice evento.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Rublev, una crisi “lunga” e una sconfitta ad Hong Kong che rischia di pagare a caro prezzo

    Andrey Rublev (foto Getty Images)

    Sempre stare in guardia, mai stare fermi perché in pochi mesi nel tennis tutto può essere diverso, e maledettamente complicato. 12 mesi fa Andrey Rublev era scattato velocissimo nella stagione: titolo ad Hong Kong e bel torneo agli Australian Open, stoppato nei quarti dalla prepotente ascesa di Jannik Sinner, poi campione nel torneo. Era n.5 del mondo il moscovita, sostenuto da una buona condizione fisica e quel diritto “assassino” che gli consentiva di controllare il gioco e buona parte degli avversari. Il suo problema è sempre stato il controllo delle emozioni, dello stress della partita, un vortice nero che troppo spesso l’ha fatto sprofondare giù negli inferi della sua psiche complicata e quindi in sconfitte brucianti. Una mancanza di controllo e crisi di risultati che oggi rischia di pagare a caro prezzo, già ai prossimi Australian Open. Infatti il moscovita nella classifica Live scende dall’ottava alla nona posizione, sorpassato da Alex De Minaur con i punti accumulati in United Cup. Un solo posto, ma assai significativo: a Melbourne infatti sarà proprio il miglior tennista di casa l’ottava testa di serie, con Rublev inchiodato alla nona. È una differenza di non poco conto. 
    Infatti negli Slam i tabelloni vengono sorteggiati con regole ben precise che assegnano slot assai diversi in alcune fasce, e passare da quella 5-8 a quella 9-12 risulta molto più scomodo. Rublev da nono nel seeding al terzo turno troverà – ipoteticamente, dipende poi dall’esito degli incontri – un tennista compreso nella fascia 17-24, mentre se fosse stato ancora n.8 del mondo e ottava testa di serie avrebbe pescato in un ideale scontro un giocatore inserito nella fascia 25-32. La faccenda si complica ipoteticamente ancor più negli ottavi di finale: se Andrey ci arriverà, da testa di serie n.9 avrà in dote uno tra Medvedev – Ruud – Djokovic – de Minaur, mentre se fosse rimasto ottavo avrebbe affrontato un giocatore compreso nella fascia 9-12, ossia Alex de Minaur (poi diventato ottavo), Stefanos Tsitsipas, Grigor Dimitrov e Tommy Paul. Oggettivamente c’è una discreta differenza di qualità nei giocatori inclusi nelle due fasce.
    Queste le possibilità dei sorteggi, che vedranno Rublev costretto ad affrontare tennisti potenzialmente più forti nel primo Slam della nuova stagione. Tuttavia per il russo il nocciolo della questione resta la sua performance, assai scadente negli ultimi mesi. Il suo ottimo ultimo risultato risale allo scorso agosto, quando prima ha battuto Sinner e Arnaldi nel M1000 canadese, sorpreso in finale da Popyrin, e poi a Cincinnati è arrivato nei quarti, dove ha subito la vendetta di Jannik. Da lì in avanti pochissimi risultati degni nota, anzi tante sconfitte, incluse le tre su tre incontri alle ATP Finals, dove è stato il vero “vaso di coccio” nel suo girone. Risultati modesti figli di un tennis che appare come depresso, depotenziato e incapace di comandare il gioco se non a tratti per poi crollare in errori ed incertezze quando la tensione cresce e lui non riesce a gestirla.
    Per anni abbiamo parlato di una mancata evoluzione del tennis di Rublev. Non è indispensabile essere o arrivare ad essere un tennista completo per vincere. È più importante essere sostenuti da punti di forza assoluti che ti permettono di mettere sotto la maggior parte dei rivali e insidiare i migliori, pronto allo sgambetto quando l’altro non è al massimo (vedi Sinner in Canada, per esempio, o Alcaraz a Madrid nel 2024). La faccenda si fa assai complicata quando nemmeno i punti di forza funzionano perché non riesci a gestire in campo la tensione del momento e tutto crolla. Marozsan ha affrontato Rublev con velocità, gli ha messo pressione con impatti precisi in grande anticipo. Andrey è andato sotto e non ha trovato la reazione positiva per far valere le sue qualità. Sta lavorando per contenere i suoi scatti autodistruttivi Rublev, cercando una condotta se vogliamo più tranquilla, ma… come anche sottolineato da coach Mouratoglou, forse questa sorta di auto-censura della propria furia agonistica ha finito come per spegnerlo. Una situazione non facile, poiché in diverse partite girate male nell’ultimo periodo gli scatti di rabbia del russo sono diventati una sorta di “meme” di come farsi del male da solo… È meglio sfogare ogni istinto per performare col rischio di andare fuori controllo, o continuare con questo lavoro di moderazione, ma diventando per così dire un tennista a “fari spenti”? Non resta che attendere Rublev a Melbourne, e testa di serie o meno, vedere se sarà in grado di ritrovare il suo miglior tennis.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La schiettezza di Rublev: “Sono in Top10, ma penso di essere uno dei peggiori in molte cose. Sinner? Non riesco ad immaginare lo stress che ha subito”

    Rublev e Sinner agli Australian Open 2024

    È stridente, quasi disarmante, il contrasto tra i “due” Rublev. Sì, due versioni totalmente diverse di un tennista davvero particolare e per questo a suo modo affascinante. Non sono affatto sovrapponibili l’Andrey che in campo perde totalmente di vista il controllo e la lucidità, in grande difficoltà a gestire la pressione, e quello riflessivo, pacato e anche piuttosto interessante quando fuori dal gioco riflette su se stesso, la vita sul tour e non solo, dando punti di vista originali e mai banali. Impegnato a Londra nel gran finale UTS (la serie di esibizioni organizzate da Mouratoglou), Rublev ha rilasciato diverse dichiarazioni a raccolte da AFP, Eurosport e altri media. È interessante riproporne alcune, soprattutto quelle nelle quale si mette a nudo affermando di essere il “top10 più scarso in tante cose”, la sua difficoltà nel tenere i nervi saldi e anche parole importanti a sostegno di Jannik Sinner, travolto in modo ingiusto da un’ondata di diffidenza dopo la brutta vicenda Clostebol, ancora ben lontana dalla sua conclusione. Andrey esprime enorme apprezzamento per Jannik, per come ha gestito le enormi difficoltà affrontate nel 2024, trasformate in benzina per far correre a mille all’ora il suo tennis in campo.
    “Il gap con Sinner e Alcaraz? C’è un po’ di tutto. L’aspetto principale è ovviamente mentale, ma ci sono anche molti aspetti del mio gioco nei quali sono assai lontano da loro“, racconta Rublev. “Sono tra i primi 10, ma mi ritengo uno dei peggiori giocatori a rete! Gli altri tra i primi 10 possono colpire la palla da posizioni difficili; le mie a volte finiscono fuori dal campo di metri. Sto cercando di lavorare su tanti dettagli, ci dedico più tempo di prima. In passato, ero ossessionato solo dal mio diritto; oggi, sono un po’ più aperto a lavorare su altre cose in allenamento”. In effetti è sempre stato enorme il gap di rendimento del suo diritto rispetto agli altri colpi, lacune ha aprono il fianco agli affondi dei rivali.
    Rublev è diventato famoso per i suoi sfoghi in campo, scatti d’ira talmente violenti da essersi ferito con la propria racchetta in più di un’una occasione. Scene tutt’altro che idilliache e che mostrano la sua eccessiva fragilità. Ha ammesso di aver cercato un aiuto professionale per gestire i suoi problemi di rabbia, ma per ora sta procedendo un passo alla volta. “Ci sto provando. Ma onestamente, è un lavoro a lungo termine. A volte si progredisce, poi si regredisce un po’”, afferma il russo. “Ci sono molti fattori che possono farti perdere la calma e ricadere nelle tue vecchie abitudini. Certo, voglio migliorare. Ma ci vuole tempo. Sono situazioni che ancora gestisco a fatica”.
    Patrick Mouratoglou ha affermato in passato che Rublev probabilmente “ha bisogno di quella follia” per giocare al suo massimo. “Quando succede questo penso che gli faccia male e penso che danneggi i suoi risultati” afferma il coach francese. “Ha avuto questi comportamenti all’UTS, a Dubai e altrove, penso che sia uno dei motivi per cui ha sofferto così tanto quest’anno. Ritengo che abbia bisogno di un po’ di quella follia per giocare al meglio, e se cerca di controllarla perché ha paura di andare troppo oltre, allora fa fatica a trovare il suo tennis, quindi è una linea sottile che è difficile da trovare per lui”.
    Così la pensa il diretto interessato: “Ho imparato tante cose recentemente. A livello di risultati ho avuto tanti alti e bassi, ma vorrei che tutte le mie brutte stagioni finissero così… L’anno è stato interessante, sono maturato e mi ha aiutato a crescere. Il mio primo obiettivo per il 2025 non è un risultato in particolare ma stare bene mentalmente“.
    Molto importanti sono le parole spese dal moscovita per il nostro Jannik Sinner. “Quello che è riuscito a fare quest’anno è davvero impressionante. Non si augura a nessuno di passare quel che ha passato lui. Non riesco ad immaginare lo stress e l’ansia che ha provato durante tutto questo periodo. Nonostante tutto se l’è cavata benissimo. Ha continuato a giocare al suo miglior livello ed è riuscito a dominare il circuito, vincendo grandi titoli”.
    Questo invece il parere di Rublev sulla super-coppia Djokovic Murray, con più di un dubbio su quanto lo scozzese possa realmente aiutare il serbo. “Novak è uno dei migliori giocatori della storia, quindi non so se Murray potrà dargli qualcosa, ma l’aspetto positivo è che sembrano buoni amici, quindi l’energia positiva a volte dà molto più di ogni altra cosa. Djokovic sa tutto del tennis, lo conosce meglio di chiunque altro, magari sarà l’amicizia con Andy fargli provare qualcosa di diverso e, per esempio, sembrare più fresco o più motivato. Sarà divertente perché Nole a volte è troppo emotivo in campo e parla male alla sua squadra nel corso dei match, quindi vediamo come Murray reagisce a quelle situazioni”, conclude Rublev.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Rublev si racconta: “Il 2024 mi ha fatto crescere come uomo”

    Andrey Rublev nella foto – Foto Getty Images

    In un’intervista rilasciata a Tennis Majors, Andrey Rublev ha fatto il punto su un 2024 che, nonostante le critiche, ha visto il russo chiudere tra i top 8 mondiali con un bilancio di 43-27, la vittoria del Masters 1000 di Madrid e la finale in Canada.Le parole di Rublev mostrano un atleta in piena evoluzione personale, consapevole che il miglioramento professionale passa necessariamente attraverso la crescita umana.
    Un Anno di Lezioni“Fuori dal campo, il tennis quest’anno mi ha dato molte lezioni da cui ho imparato e che mi hanno fatto crescere,” ha rivelato Rublev. “Oggi sono più maturo, vedo le cose da una prospettiva diversa, in un modo in cui non le avevo mai viste prima.”
    La Transizione verso la Maturità“Tutto è collegato, il mio comportamento in campo era influenzato da quello che mi stava succedendo fuori,” ha spiegato il russo. “Crescere significa comportarsi meno da bambino e più da uomo maturo, da adulto. Ho ancora molti lati infantili, ma dopo questa stagione devo lasciarmi alle spalle certi atteggiamenti.”
    Il Lavoro MentaleRublev ha rivelato di lavorare con degli psicologi: “Ogni aiuto è prezioso. Cerco di imparare da loro e allo stesso tempo da me stesso. Studio il perché di certi miei comportamenti e come funziona la vita in generale. Piano piano sto capendo e comprendendo le cose.”
    Bilancio della Stagione“Dal punto di vista tennistico, ho avuto molti alti e bassi quest’anno, quindi potrebbe sembrare una stagione non molto buona. Tuttavia, ho finito tra i primi otto al mondo, che è incredibile. Spero che tutte le mie peggiori stagioni finiscano così, considerando che molti giocatori hanno fatto un anno incredibile finendo 12° o 15°.”
    La Chiave del Successo“Tutto si basa sulla mentalità, su come mi sento fuori dal campo. Alla fine, come ti senti fuori dallo sport si riflette in come ti sentirai in campo. È impossibile avere una mentalità di ferro in un ambito e non averla nell’altro. Nel lungo termine tutto si equilibrerà, fino a sentirti bene ovunque. Se stai bene con te stesso, il resto verrà da sé.”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO