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    Rublev: “Safin è sempre stato una ispirazione per me. Quanto durerà? Se non lo ascolto, non penso che lui voglia perdere tempo con me”

    Safin e Rublev in allenamento

    C’è curiosità a Monte Carlo per il debutto della nuovissima “strana” coppia Rublev – Safin. L’ex campione di Monte Carlo (2023) ha scelto di inserire nel suo team un personaggio di grandissimo carisma come Marat, tuttavia a corto di esperienza come coach e ai margini del tennis per moltissimi anni. I due hanno passato una settimana insieme a Nimes in occasione del tour di esibizioni UTS e sul rosso del Principato proveranno a testare come funziona la loro connessione con lo stress del tennis Pro. È una scelta curiosa poiché nessuno può mettere in discussione il talento di Safin, pochissimi tennisti della sua epoca riuscirono a dare del tu alla palla e giocare partite straordinarie come lui, ma quel che è sempre mancato al moscovita per restare agganciato al treno di Federer e compagnia è stato certamente l’applicazione in allenamento e la continuità nella concentrazione nel corso di un torneo, spesso anche nella stessa partita. Sulla voglia di spremersi in campo di Rublev nessuno ha dubbi, ma la sua tenuta mentale è davvero modesta e lo penalizza da sempre. Che l’ascendente e carisma di Marat possa farlo svoltare? Andrey ne ha parlato in una breve intervista rilasciata a Monte Carlo.
    “Innanzitutto, Marat è una persona che mi ha ispirato fin da quando ero bambino” dichiara Rublev. “Poi ovviamente lui mi conosce da quando ero bambino e io conosco lui da quando ero piccolo, e più avanti ho iniziato a conoscerlo meglio. È semplicemente una persona fantastica e poi ha attraversato molte cose difficili nella sua carriera”.
    “Ha dovuto lottare contro molte situazioni, ma in passato ho sempre avuto paura di chiedere su quelle cose. Tuttavia dentro di me ho sempre voluto farlo. E alla fine, quando ho scoperto che si sentiva pronto e che stava cercando di lavorare nel tennis, è stato tipo ‘Ok, devo almeno provarci’. Forse non sono io quello giusto per lui, ma almeno devo chiedere. Alla fine è andata e per lui è stato bello iniziare a lavorare con qualcuno che conosce molto bene, tutta la squadra. Penso che sia stato anche utile”.
    Per quanto tempo Safin darà una mano a Rublev? Non c’è un orizzonte definito, tutto dipenderà da come si svolgerà il lavoro e da come Andrey reagirà. “Spero per molto tempo, ma poi dipenderà se gli piacerà lavorare con me o se si stancherà”, confessa Rublev. “Perché penso che se sentisse che non sto facendo le cose che mi dice o che non sto ascoltando, non credo che sprecherebbe il suo tempo con me. Per il momento sto solo cercando di ascoltare e provare cose nuove. Vedremo come funzionerà, cosa porterà o cosa accadrà”.
    Rublev è indubbiamente tra i migliori colpitori del tour, può picchiare la palla con un ritmo e potenza pari a pochi, ma il suo tennis è sempre stato troppo uguale a se stesso, mono dimensionale, e soprattutto penalizzato gravemente dalla difficoltà di reggere la pressione dei momenti più difficili. Vedremo se Marat riuscirà a cambiare qualcosa nel suo modo di interpretare lo scambio, magari rafforzando i colpi di inizio gioco e con una propensione maggiore ad entrare nel campo per chiudere il punto di volo, e soprattutto se sarà in grado di rafforzare la tenuta mentale di Andrey. Questo è un torneo che conosce molto bene avendolo anche vinto. Un contesto ideale per inserire qualche novità.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Indian Wells: Arnaldi più concreto, batte Rublev giocando meglio i punti importanti

    Matteo Arnaldi

    In un vortice di alti e bassi, scatti e riprese, grandi vincenti e troppi errori, è la testa e la capacità di giocare con maggior concretezza i punti decisivi a fare la differenza. Così Matteo Arnaldi nel secondo turno del Masters 1000 di Indian Wells viene a capo di una partita non facile (e nemmeno bella, ad essere onesti) contro Andrey Rublev, tutt’altro che “curato” nei suoi scatti d’ira autodistruttivi dalla recente vittoria a Dubai. L’azzurro si impone per 6-4 7-5 al termine di un’ora e trequarti di tennis irregolare, con continui up and down e qualità a volte ottima, altra assai inferiore. Tanti gli errori per entrambi i giocatori (19 vincenti e 30 errori per l’azzurro, 14-33 per il moscovita), ma Matteo nel complesso del match è stato più lucido nel gestire le emozioni e giocare con attenzione e meno impeto nelle fasi calde dei due set, i due rush finali, che l’hanno portato al successo. Bravo Matteo a non scomporsi nel primo set quando non ha sfruttato un game di servizio sul 5-3, ottenendo di nuovo il break (e il set) sul 5-4; ancor più a restare calmo e focalizzato all’avvio del secondo, rimontando uno svantaggio di 3-0 con due break. Lì Matteo ha costruito il suo successo: 4 game vinti di fila, invertendo l’inerzia tutta a favore del russo e mettendogli pressione, tanto da farlo crollare nel dodicesimo game grazie a risposte aggressive, difese accurate e una spinta più intensa e precisa sulla diagonale di rovescio. È la quarta vittoria in carriera per Matteo contro uno top10, e seconda contro Rublev. Al terzo turno Arnaldi attende il vincente di Nakashina – Hijikata.
    È stata una partita strana, come spesso accade quando in campo c’è Rublev… Alla fine il russo trova dei momenti di focus importanti nei quali scarica una potenza e profondità col diritto che lo rende incontenibile, ma in mezzo a questi “up” crolla in fragorosi “down” nei quali smarrisce focus, precisione, si lagna contro il mondo intero e diventa assai vulnerabile. Eppure Arnaldi nel match odierno non ha nemmeno servito bene, chiudendo con un modestissimo 43% di prime palle in campo, dato terribile a questo livello e contro un avversario che in risposta può spaccare la palla e portarti via. Per fortuna di “Arna” il russo c’è riuscito poco, solo a sprazzi, in particolare all’avvio del secondo set quando la sua reazione al primo parziale ceduto – male – è stata violenta. Bravo è stato il ligure a resistere a quel quarto d’ora di puro furore agonistico che poteva spaccare la partita a favore del russo. Ma già nel primo set la sensazione che Matteo ce la potesse fare è stata palpabile, perché i suoi schemi erano più efficaci e anche le sue accelerazioni spesso imprendibili e pure difficili da leggere. Alla fine Rublev si è come “incancrenito” in un gioco troppo monocorde e assai instabile, solo bordate col diritto e pure assai irregolari. Al contrario Arnaldi è stato più versatile, ha anche sparacchiato via con meno fretta rispetto a diverse prestazioni recenti, e giocare con più attenzione e focus è stato per lui decisivo.
    Arnaldi ha vinto la partita perché è riuscito a giocare con maggior lucidità e colpi pratici nelle fasi decisive, i due finali di set, ma ha costruito la sua prestazione con una discreta forza mentale, e anche fisica. Anche l’azzurro è stato vittima di troppi alti e bassi, tanto che il primo set l’avrebbe potuto – e dovuto – chiudere servendo avanti sul 5-3 dopo il break strappato nell’ottavo game. Ma lì il servizio l’ha completamente tradito e senza una buona prima palla è difficile vincere a questo livello. Per fortuna Matteo ha ritrovato efficacia con la battuta nella rimonta del secondo set, ma in quel frangente è piaciuto assai per come ha retto il momento negativo senza farsi prendere né dallo scoramento né dalla frenesia. Più volte gli abbiamo rimproverato una tendenza ad esagerare nella spinta e nella ricerca del vincente quasi immediato, una fretta che non porta quasi mai buone cose, ancor più se hai nelle tue corde la costruzione più dell’assalto frontale. Ha governato meglio del rivale gli scambi sulla diagonale di rovescio Matteo, e anche ha trovato risposte incisive, in particolare col rovescio. Infatti finché Rublev è rimasto discretamente calmo e lucido, ha ben scelto di servire quasi sempre sul diritto da destra, solleticando il diritto del nostro che in risposta è meno preciso e stabile. Ma poi alla lunga Arnaldi ha sovrastato Rublev proprio con la risposta e con la continuità della spinta. Matteo è stato pronto a salire di livello, sbagliare poco e portarsi avanti da 0-3, una rimonta operata sfruttando il momento “no” del rivale. È anche così che si vincono le partite.
    Si può fare ancora meglio, Arnaldi può esser meno falloso, più incisivo e continuo col servizio e anche più pronto a contrattaccare rispetto allo sparare subito una bordata a bassa percentuale. Intanto porta a casa una vittoria molto importante contro un avversario non stabile ma complessivamente forte su questi campi. Al prossimo turno dovrà ancora salire di livello e giocare con meno cali, con meno errori. Il percorso è molto positivo e questa vittoria porta punti e fiducia. Avanti tutta “Arna”.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Arnaldi alza la prima palla del match, ma è Rublev molto aggressivo sulla seconda palla dell’azzurro. Matteo commette una grave ingenuità sul 30 pari: sotto rete sbaglia la direzione di un comodo diritto a chiudere e subisce il passante di Andrey. Il ligure spinge a tutta col diritto sulla palla break ma un’accelerazione inside out gli muore in corridoio, per il BREAK a favore di Rublev. Non è una buona notizia perché Andrey è il classico front runner, che si esalta martellando col diritto se è sereno e che invece soffre terribilmente quando gioca un match punto su punto. Sparacchia col diritto Matteo, troppa fretta in risposta, ma un buon attacco sul 30 pari gli vale la chance del contro break. Bravo Matteo! Grande accelerazione di rovescio lungo linea e fulmina il rivale, Contro BREAK e 1 pari, troppo prevedibile lo schema di Rublev. Buon momento per l’azzurro, ha alzato il livello, spinge con più sicurezza e con un ottimo schema smorzata e passante chiude il terzo game, 2-1. Dopo la schermaglia iniziale, il set si incanala sui binari dei turni di servizio. Andrey servendo da destra cerca con insistenza la risposta di diritto di Matteo, la meno sicura. È sconsigliato servire sul rovescio dell’azzurro perché trova impatti potenti e profondità, come la bordata impressionante che vale ad Arnaldi un gran punto sul sesto game. Poche prime di servizio per l’italiano nel settimo game, ma il russo sbaglia malamente un paio di risposte e …la racchetta rischia di esser spaventata a terra per la rabbia. 4-3 Arnaldi. Nell’ottavo game il ritmo di “Arna” è alto, “Rublo” sbaglia per primo due volte in scambio e si ritrova sotto 15-40, due palle break da salvare. Dal centro Andrey sbaglia malamente un diritto aggressivo che lo condanna al BREAK, 5-3 Matteo serve per il set. Ma il servizio non lo aiuta… Rublev entra in risposta e Matteo sbaglia due colpi in scambio, 0-30. Il russo lo grazia sparando una sassata che s’impenna sul nastro e va lunga (15-30). Purtroppo Arnaldi litiga con la prima palla e poi sbaglia un rovescio banale, nella diagonale a lui più favorevole. 15-40. Altro cadeaux di Rublev, out una risposta sull’ennesima seconda di servizio del nostro… 30-40; poi torna la prima di servizio e la musica cambia, campo aperto e via diritto vincente. Rublev trova due splendide accelerazioni col diritto, la palla è irresistibile e la terza palla break è fatale ad Arnaldi, Contro Break e 5-4. Rublev inizia a sua volta malissimo il decimo game, doppio fallo e poi un erroraccio, scivola 0-30. Arnaldi qua è lucido a spingere bene col rovescio, si prende Tre Set Point sullo 0-40. Bene Matteo! Risposta solida e poi due rovesci aggressivi, con il russo che spara in rete. SET Arnaldi, 41 minuti di tennis bruttino, con alti e bassi importanti per entrambi, più profondi quelli del russo.
    Secondo set, Arnaldi to serve. Non un buon avvio… Rublev trova uno splendido passante di rovescio (un filo corto l’attacco del nostro) e poi sfonda col suo diritto bomba. 0-40, tre chance per l’allungo per il russo. Basta il primo, solido diritto cross di Rublo e Matteo non contiene. BREAK Rublev, 1-0. Improvvisamente si è accesa la luce sul rovescio di Andrey, ne trova un altro bellissimo ancora lungo linea e questo destabilizza l’azzurro. Bell’intensità, spacca la palla Rublev e con tre spallate vola 2-0 e poi in risposta continua a martellare, solidissimo anche sul rovescio. Arnaldi non sa come fare il punto in questa fase, accelera troppo dritto per dritto e sbaglia, 15-40. Nemmeno la prima di servizio lo aiuta, ma cerca con coraggio la via della rete, annullando con ottima mano di volo la prima palla del doppio break; gran scambio sulla seconda chance! La smorzata di Matteo è buona ma che difesa sotto rete del russo, che chiude il “pittino” con un tocco vincente. BREAK Rublev, 3-0 pesante. Davvero un’impennata di qualità. Arnaldi cerca di invertire la rotta mettendosi in modalità difensiva, tanta corsa e resistenza, facendo colpire molte palle al rivale. Rublev ci casca, forza malamente e scivola sotto 0-40. Il Contro Break arriva sul 30-40, out un rovescio di scambio del russo, 3-1. Arnaldi annulla con un buon servizio esterno una palla break sul 30-40, alti e bassi nel game per l’azzurro e pure per il russo, ma alla fine Matteo lo porta a casa (3-2). La fiammata del russo sembra esaurita, mentre l’azzurro trova potenza e quindi angoli clamorosi in difesa sullo 0-30, un tocco da biliardo e poi passante. 0-40! Inferocito, Rublev annulla la prima palla break con un gran rovescio, ma niente può sul 30-40 quando una risposta di Matteo un po’ fortuita resta in gioco per un niente e quindi l’azzurro è un fulmine nel correre avanti e chiudere di volo. BREAK! 3 pari, inerzia totalmente invertita. Il set è a dir poco convulso… Rublev cerca la massima spinta, ma con poca lucidità; Arnaldi è bravo contenere e poi a sua volta esagera, ma vince un game importantissimo, il quarto di fila, che gli vale il sorpasso sul 4-3 (e con Andrey furente). Furia autodistruttiva perché il russo ha perso di vista ogni logica tecnica, spinge sul rovescio del rivale e sbaglia tutto perché Arnaldi si fa trovare pronto e rintuzza bene. 0-30. L’esplosività col diritto salva Rublev nel momento più critico del match, con 4 punti di fila impatta 4 pari. Qualche rimpianto per Matteo sul 30 pari, un po’ attendista invece di mettere pressione ad un avversario inferocito e poco lucido. Purtroppo l’inerzia continua a cambiare come il vento… Ora è Arnaldi a smarrire di nuovo il servizio e quindi sbagliare in spinta, crollando 0-40. Alza al massimo l’attenzione Matteo, gioca in sicurezza con i piedi quasi in campo e cancella le tre chance, l’ultima con un bel servizio (finalmente!). 5 punti di fila, giocati con lucidità e in modo pratico, senza sparacchiare. 5-4 Arnaldi. Rublo serve spalle al muro e inizia sparando malamente un diritto… Arnaldi sprinta come Speedy Gonzalez in difesa ma quattro rincorse assassine non bastano a vincere il punto. 5 pari. Arnaldi si porta 6-5 con Rublev sempre più nervoso, tanto che il russo commette un brutto fallo, 15-30, a due punti dalla vittoria il sanremese… Il servizio aiuta il moscovita, ma una risposta fulminante di Matteo lo porta ai vantaggi. Ottimo Matteo a bloccare sul rovescio il rivale e chiude con un diritto dopo aver guadagnato l’angolo. Match Point! SI! Sbaglia il diritto il russo, quasi rasoterra. Vince Matteo! Quarto successo contro un top10, bravo a resistere a tanti alti e bassi e avanzare nel torneo. Più solido e concreto.

    ATP Indian Wells Andrey Rublev [7]45 Matteo Arnaldi67 Vincitore: Arnaldi ServizioSvolgimentoSet 2A. Rublev 0-15 15-15 15-30 df 30-30 40-30 40-40 40-A5-6 → 5-7M. Arnaldi 15-0 15-15 30-15 30-30 40-305-5 → 5-6A. Rublev 0-15 15-15 30-15 40-15 40-304-5 → 5-5M. Arnaldi 0-15 0-30 0-40 15-40 30-404-4 → 4-5A. Rublev 0-15 0-30 15-30 30-30 40-303-4 → 4-4M. Arnaldi 15-0 30-0 30-15 40-153-3 → 3-4A. Rublev 0-15 0-30 0-40 15-40 30-403-2 → 3-3M. Arnaldi 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-403-1 → 3-2A. Rublev 0-15 df 0-30 0-40 15-40 30-403-0 → 3-1M. Arnaldi 15-0 15-15 15-30 15-40 30-402-0 → 3-0A. Rublev 15-0 30-0 40-0 40-15 df ace1-0 → 2-0M. Arnaldi 0-15 0-30 0-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1A. Rublev 0-15 df 0-30 0-404-5 → 4-6M. Arnaldi 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A3-5 → 4-5A. Rublev 15-0 15-15 15-30 15-403-4 → 3-5M. Arnaldi 15-0 15-15 30-15 40-153-3 → 3-4A. Rublev 15-0 15-15 30-15 40-152-3 → 3-3M. Arnaldi 15-0 30-0 30-15 40-152-2 → 2-3A. Rublev 15-0 30-0 40-0 ace1-2 → 2-2M. Arnaldi 15-0 30-0 40-0 40-151-1 → 1-2A. Rublev 15-0 30-0 30-15 df 30-30 30-401-0 → 1-1M. Arnaldi 15-0 15-15 15-30 30-30 30-400-0 → 1-0

    Statistica
    Rublev 🇷🇺
    Arnaldi 🇮🇹

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Valutazione del servizio
    194
    218

    Ace
    2
    0

    Doppi falli
    5
    0

    Prima di servizio
    33/61 (54%)
    30/70 (43%)

    Punti vinti sulla prima
    20/33 (61%)
    17/30 (57%)

    Punti vinti sulla seconda
    10/28 (36%)
    22/40 (55%)

    Palle break salvate
    4/10 (40%)
    7/11 (64%)

    Giochi di servizio giocati
    11
    11

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Valutazione della risposta
    161
    218

    Punti vinti sulla prima di servizio
    13/30 (43%)
    13/33 (39%)

    Punti vinti sulla seconda di servizio
    18/40 (45%)
    18/28 (64%)

    Palle break convertite
    4/11 (36%)
    6/10 (60%)

    Giochi di risposta giocati
    11
    11

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    8/10 (80%)
    6/8 (75%)

    Vincenti
    14
    19

    Errori non forzati
    30
    33

    Punti vinti al servizio
    30/61 (49%)
    39/70 (56%)

    Punti vinti in risposta
    31/70 (44%)
    31/61 (51%)

    Totale punti vinti
    61/131 (47%)
    70/131 (53%)

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    212 km/h (131 mph)
    211 km/h (131 mph)

    Velocità media prima
    181 km/h (112 mph)
    186 km/h (115 mph)

    Velocità media seconda
    189 km/h (117 mph)
    191 km/h (118 mph) LEGGI TUTTO

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    Rublev e la battaglia contro la depressione: “Ero completamente perso”

    Andrey Rublev nella foto – Foto Getty Images

    Dopo la vittoria al torneo di Doha, Andrey Rublev ha aperto il suo cuore in un’intervista rivelando i difficili momenti vissuti negli ultimi anni, quando è arrivato sull’orlo di abbandonare tutto. Una confessione che arriva nel momento più dolce, dopo aver conquistato il suo primo titolo del 2025 e aver dimostrato di appartenere ancora all’élite del tennis mondiale.
    “Ero intrappolato in un loop. Perso con me stesso. Per un paio d’anni, non riuscivo a trovare la via, non capivo cosa dovessi fare, per quale scopo… forse suona un po’ drammatico, ma non trovavo un motivo per vivere… dentro di me, ero completamente perso”, ha confessato il tennista russo alla giornalista Reem Abulleil.Parole che spiegano gli sfoghi e le crisi di rabbia in campo, con il suo tennis diventato lo specchio di un’anima in sofferenza. Rublev, noto per la sua emotività e per gli scatti d’ira durante le partite, ha finalmente dato un contesto a quei comportamenti che spesso hanno attirato critiche.
    “Quando ti succede per uno, due, tre anni… arriva un momento in cui non riesci più a sopportarlo, è come un dolore che cresce, cresce e cresce, e senti che devi tagliarti il braccio. Ho iniziato a prendere antidepressivi: all’inizio sentivo che le cose andavano meglio, ma dopo un po’ ho capito che, anche se non peggioravo, non mi piaceva quello che provavo, era una sensazione strana. Ho smesso di prenderli dopo un anno.”
    È stato in questo momento di profonda crisi che è emersa la figura di Marat Safin, ex numero uno del mondo e connazionale di Rublev, che è diventato una sorta di angelo custode per il giovane moscovita. “Marat mi ha fatto capire meglio me stesso, mi ha fatto guardare dentro di me. Il suo aiuto è stato come resettare da zero. Da lì, almeno, sono stato in grado, poco a poco, di camminare nella giusta direzione.”Il percorso di guarigione è stato lento e graduale, con Rublev che ha dovuto affrontare i suoi demoni interiori mentre continuava a competere ai massimi livelli. “Continuo a camminare, passo dopo passo, ma come ho detto all’inizio della stagione, non sono ancora felice, ma non sento nemmeno stress, non ho ansia, non ho depressione. Sono semplicemente in ‘modalità neutra’: né bene né male, ma almeno ho trovato delle fondamenta.”
    Il successo a Doha, arrivato dopo vittorie significative contro giocatori come de Minaur, Auger-Aliassime e Draper, ha consolidato la sua posizione nella top 10, evitando una possibile caduta in classifica. Un risultato che assume un valore ancora maggiore alla luce delle difficoltà personali che il tennista russo ha dovuto affrontare.La confessione di Rublev si inserisce in un contesto più ampio di crescente consapevolezza sulla salute mentale nel tennis professionistico. Negli ultimi anni, diversi campioni hanno parlato apertamente delle loro battaglie contro ansia e depressione, contribuendo a rompere lo stigma attorno a questi temi.
    Ora Rublev guarda avanti, al torneo di Dubai dove debutterà contro Quentin Halys, con la speranza che il tennis possa avvicinarlo sempre più alla felicità che ancora gli sfugge. Con le sue dichiarazioni, ha dimostrato che anche dietro la facciata di un campione possono nascondersi fragilità e sofferenze, ma anche che è possibile trovare la forza per continuare a lottare, in campo e fuori.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Rublev ritrova il sorriso a Doha: “Ha superato le difficoltà come un combattente”. Moutet-Popovic, ritorno di fiamma. De Minaur-Boulter, coppia in campo all’US Open 2025: giocheranno il doppio misto

    Andrey Rublev nella foto – Foto Getty Images

    Rublev ritrova il sorriso a Doha: “Ha superato le difficoltà come un combattente”La vittoria di Andrey Rublev a Doha non è solo un successo sportivo, ma anche il segno di una ritrovata serenità mentale. Il russo, che aveva chiuso il 2024 in difficoltà e aveva iniziato la nuova stagione sottotono, sembra aver finalmente superato il suo momento più complicato.Elena Vesnina, sua connazionale, ha analizzato per il media russo Championat questo momento di rinascita: “È uscito dal suo disagio psicologico. È riuscito a superare le difficoltà come un vero combattente, trovando il modo di tornare in forma.”“Andrey è un ragazzo fantastico”, ha continuato Vesnina. “Molti lo hanno criticato, scrivendo che non sarebbe più tornato ai suoi livelli. Ma la gente semplicemente non capisce che una persona può avere problemi, sia fisici che psicologici, che hanno bisogno di tempo per essere risolti.”Il torneo di Doha ha mostrato un Rublev più maturo e controllato, con meno scatti d’ira in campo. “Anche quando ha attraversato una stagione difficile, ha comunque giocato bene”, ha sottolineato Vesnina. “Abbiamo visto le sue partite, ma a volte giochi bene e in quel momento il tuo avversario è leggermente migliore di te.”“Sono molto felice per lui”, ha concluso l’ex tennista, collegando il successo di Rublev a quello di Mirra Andreeva a Dubai, “sabato è stato il miglior giorno per il tennis russo dopo tanto tempo.”Un ritorno al successo che potrebbe segnare un nuovo inizio per Rublev, finalmente, forse, libero dai demoni che lo hanno tormentato nell’ultima parte della scorsa stagione.
    Moutet-Popovic, ritorno di fiamma: “Il lavoro era incompiuto”Corentin Moutet e Petar Popovic tornano a lavorare insieme. Sei mesi dopo la separazione annunciata nel settembre 2024, il tennista francese e il coach serbo hanno deciso di riprendere la loro collaborazione per 26 settimane all’anno, come riporta Tennis Actu.La decisione è maturata dopo l’eliminazione di Moutet al terzo turno degli Australian Open contro Learner Tien. È stato proprio il francese a ricontattare Popovic, convinto che il loro percorso insieme non fosse ancora concluso. “Il lavoro era incompiuto”, ha dichiarato il coach serbo.I primi segni di questa reunion erano già visibili al torneo di Rio, dove Popovic era stato avvistato al fianco di Moutet. Il team del francese si completa con il ritorno anche del preparatore atletico e del fisioterapista.Una scelta che segna un nuovo capitolo nella carriera del tennista francese, determinato a riprendere il lavoro interrotto sei mesi fa.
    De Minaur-Boulter, coppia in campo all’US Open 2025: giocheranno il doppio mistoAlex de Minaur e Katie Boulter hanno confermato la loro partecipazione al torneo di doppio misto dell’US Open 2025, che quest’anno presenta un formato completamente rinnovato. Una delle coppie più note del circuito, legata anche sentimentalmente, ha deciso di cogliere l’opportunità offerta dal nuovo format della competizione.Gli organizzatori dello Slam americano hanno infatti ripensato il torneo di doppio misto, spostandolo nella settimana precedente all’evento principale e introducendo set più brevi di quattro game. Una modifica pensata proprio per attirare i big del tennis, che sembra aver già dato i suoi frutti.La coppia de Minaur-Boulter rappresenta un colpo importante per il torneo: l’australiano, attuale numero 9 del mondo, e la britannica, in costante ascesa nel ranking WTA, porteranno sicuramente grande interesse mediatico all’evento.Sarà interessante vedere come i due, abituati a condividere la vita fuori dal campo, riusciranno a tradurre la loro intesa anche sul terreno di gioco in uno dei tornei più prestigiosi del calendario tennistico.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Impressionante Fonseca! Il 18enne brasiliano batte Rublev all’esordio agli Australian Open (e in uno Slam)

    Joao Fonseca, classe 2006

    A Star is Born. Joao Fonseca è la rock star della notte di Melbourne: con un tennis di una potenza, qualità, velocità e quantità di soluzioni stellari, il 18enne di Rio de Janeiro sorprende Andrey Rublev (testa di serie n.9 del torneo) per 7-6(1) 6-3 7-6(5) dando una dimostrazione di forza impressionante, il tutto nella sua prima partita in carriera in uno Slam e quindi sulla lunga distanza. Rublev non ha giocato nemmeno una brutta partita, non è crollato nei suoi momenti auto distruttivi che troppe volte hanno dato il via libera all’avversario di turno. È stato Fonseca a prendersi la miglior posizione sul campo, forte di un servizio continuo e soprattutto accelerazioni bellissime, colpite con così tanto anticipo e velocità da diventare imprendibili.
    Diritto poderoso (ne ha tirato uno a 181 km/h, il più rapido del torneo finora), rovescio clamoroso per facilità di uscita della palla delle corde sia in lungo linea che cross… Non c’è una fase di gioco o posizione del campo dalla quale Joao non riesca a “spaccare la palla” e trovare un vincente, anche quando è costretto in difesa. Per la giovanissima età è clamorosa la sua completezza tecnica: gestisce molto bene anche i tempi dell’attacco e riesce a difendersi discretamente bene, anche se è proprio il lato fisico – velocità fine e forza – il settore sul quale dovrà lavorare per reggere questa velocità in scambi prolungati e tenere i suoi ritmi folli in spinta per ore, quelle necessarie ad battagliare ad armi pari contro i migliori. Da quello che abbiamo visto stasera a Melbourne, gli manca davvero poco…

    Extraordinary.
    Joao Fonseca’s forehand is something else 😲@wwos • @espn • @eurosport • @wowowtennis • #AusOpen • #AO2025 pic.twitter.com/yckdeon9x2
    — #AusOpen (@AustralianOpen) January 14, 2025

    Un dato fornito durante il match è davvero spaventoso: nel primo match del torneo i top10 stanno servendo la seconda palla di servizio a 158 km/h di media; Fonseca nella partita vinta contro Rublev veleggiava sicuro a 175 km/h! Un riscontro pazzesco, perché forte di una seconda palla così rapida e pure precisa attaccarlo non è affatto facile. Rublev c’è riuscito a tratti scatenando tutta la potenza del diritto, ma non sempre è riuscito a prendersi il punto di prepotenza perché Fonseca anche in corsa riesce a tirare palla rapide e precise. Infatti l’aspetto forse più sbalorditivo nella prestazione del carioca è il suo controllo di palla a quella velocità d’esecuzione, il tutto in una completezza tecnica vista raramente per un ragazzo della per la sua età. Esecuzioni tecnicamente impeccabili, anticipo e velocità assolute, e pure una testa davvero focalizzata nel gioco che gli permette di giocare benissimo i punti che scottano. Impressionante. 

    No. Holding. Back 💥
    Full throttle tennis from Joao Fonseca 😮‍💨@wwos • @espn • @eurosport • @wowowtennis • #AusOpen • #AO2025 pic.twitter.com/waZQX0TAIs
    — #AusOpen (@AustralianOpen) January 14, 2025

    Fonseca ha dominato il tiebreak del primo set con una serie di colpi bellissimi, uno meglio dell’altro; quindi nel secondo set è andato avanti di prepotenza, rispondendo molto bene e quindi prendendosi il punto dal centro del campo. Bravo a contenere i diritti inside out di Andrey e spesso infilarlo con rovesci lungo linea giocati quasi senza apertura, di puro timing. Che classe.
    All’avvio del terzo set un piccolo calo di energia, del resto era alla sua prima partita in uno Slam. Va sotto di un break ma lo recupera immediatamente, con una tigna da tennista navigato. Qualche errore in più, con gambe appena più pesanti. La sensazione è che Rublev, salito nella spinta, possa ribaltare il match se porta a casa il terzo set allungando la partita. Forse anche Fonseca ne è consapevole, e per questo al tiebreak gioca il tutto per tutto. E tutto gli va bene… altre accelerazioni fantastiche e chiusura a braccia alzate. Prima vittoria in uno Slam alla prima apparizione, contro un top10 esperto e grande fighter.
    Fonseca ricordiamo non ha ancora perso un match nel 2025 (ha vinto il Challenger di Canberra) e ha triturato ogni avversario nelle qualificazioni. Sarà molto intrigante vederlo alla “prova del 9” contro il nostro Lorenzo Sonego. Joao Fonseca, che talento… Occhio che questo ragazzo terribile ha tutto quel che serve per scalare il ranking mondiale con la prepotenza di uno Tsunami…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Dalla nuova ambasciatrice Dior alle confessioni di Bublik, le ultime dal circuito. Alcaraz “imita” Nadal. Rublev ironizza sul suo ruolo di padrino

    Carlos Alcaraz nella foto

    Un mix di notizie dal mondo del tennis, tra moda, curiosità e rivelazioni economiche.
    Zheng Qinwen stella nascente anche fuori dal campoContinua l’ascesa di Qinwen Zheng non solo in campo ma anche nel mondo del marketing. La tennista cinese ha firmato un prestigioso contratto come ambasciatrice globale di Dior, uno dei marchi più esclusivi al mondo. Un accordo che conferma il suo crescente appeal mediatico e la sua capacità di attirare i grandi brand del lusso.
    Alcaraz “imita” NadalUn curioso episodio ha catturato l’attenzione dei social media durante l’esibizione di Carlos Alcaraz all’Australian Open. Il giovane spagnolo è stato ripreso mentre sistemava meticolosamente le bottiglie d’acqua, in un gesto che ha ricordato a tutti il famoso rituale del suo connazionale Rafael Nadal.

    No por Dios pic.twitter.com/YuNR1G6kVo
    — Alcatraz (@RufiEnLancha) January 8, 2025

    Bublik svela i costi del tennis professionisticoAlexander Bublik ha rivelato in un’intervista a Match TV alcuni dettagli sulle spese di un tennista professionista. “Spendo tra i 300.000 e i 400.000 dollari all’anno per il mio team”, ha dichiarato il kazako, ammettendo anche di aver speso fino a 100.000 dollari in un solo mese per spese personali, tra vacanze e cure mediche.
    Rublev ironizza sul suo ruolo di padrinoCon la sua solita ironia, Andrey Rublev ha commentato la nascita del secondo figlio di Daniil Medvedev: “No, non mi ha chiesto di fare di nuovo il padrino. Dopo la prima esperienza non mi affiderà mai più un bambino. Sono il padrino di Alissa e sono terribile in questo ruolo”, ha scherzato il tennista russo.Medvedev, che ha recentemente dato il benvenuto al suo secondo figlio, ha dovuto ritardare la preparazione per l’Australian Open a causa di questo felice evento.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Rublev, una crisi “lunga” e una sconfitta ad Hong Kong che rischia di pagare a caro prezzo

    Andrey Rublev (foto Getty Images)

    Sempre stare in guardia, mai stare fermi perché in pochi mesi nel tennis tutto può essere diverso, e maledettamente complicato. 12 mesi fa Andrey Rublev era scattato velocissimo nella stagione: titolo ad Hong Kong e bel torneo agli Australian Open, stoppato nei quarti dalla prepotente ascesa di Jannik Sinner, poi campione nel torneo. Era n.5 del mondo il moscovita, sostenuto da una buona condizione fisica e quel diritto “assassino” che gli consentiva di controllare il gioco e buona parte degli avversari. Il suo problema è sempre stato il controllo delle emozioni, dello stress della partita, un vortice nero che troppo spesso l’ha fatto sprofondare giù negli inferi della sua psiche complicata e quindi in sconfitte brucianti. Una mancanza di controllo e crisi di risultati che oggi rischia di pagare a caro prezzo, già ai prossimi Australian Open. Infatti il moscovita nella classifica Live scende dall’ottava alla nona posizione, sorpassato da Alex De Minaur con i punti accumulati in United Cup. Un solo posto, ma assai significativo: a Melbourne infatti sarà proprio il miglior tennista di casa l’ottava testa di serie, con Rublev inchiodato alla nona. È una differenza di non poco conto. 
    Infatti negli Slam i tabelloni vengono sorteggiati con regole ben precise che assegnano slot assai diversi in alcune fasce, e passare da quella 5-8 a quella 9-12 risulta molto più scomodo. Rublev da nono nel seeding al terzo turno troverà – ipoteticamente, dipende poi dall’esito degli incontri – un tennista compreso nella fascia 17-24, mentre se fosse stato ancora n.8 del mondo e ottava testa di serie avrebbe pescato in un ideale scontro un giocatore inserito nella fascia 25-32. La faccenda si complica ipoteticamente ancor più negli ottavi di finale: se Andrey ci arriverà, da testa di serie n.9 avrà in dote uno tra Medvedev – Ruud – Djokovic – de Minaur, mentre se fosse rimasto ottavo avrebbe affrontato un giocatore compreso nella fascia 9-12, ossia Alex de Minaur (poi diventato ottavo), Stefanos Tsitsipas, Grigor Dimitrov e Tommy Paul. Oggettivamente c’è una discreta differenza di qualità nei giocatori inclusi nelle due fasce.
    Queste le possibilità dei sorteggi, che vedranno Rublev costretto ad affrontare tennisti potenzialmente più forti nel primo Slam della nuova stagione. Tuttavia per il russo il nocciolo della questione resta la sua performance, assai scadente negli ultimi mesi. Il suo ottimo ultimo risultato risale allo scorso agosto, quando prima ha battuto Sinner e Arnaldi nel M1000 canadese, sorpreso in finale da Popyrin, e poi a Cincinnati è arrivato nei quarti, dove ha subito la vendetta di Jannik. Da lì in avanti pochissimi risultati degni nota, anzi tante sconfitte, incluse le tre su tre incontri alle ATP Finals, dove è stato il vero “vaso di coccio” nel suo girone. Risultati modesti figli di un tennis che appare come depresso, depotenziato e incapace di comandare il gioco se non a tratti per poi crollare in errori ed incertezze quando la tensione cresce e lui non riesce a gestirla.
    Per anni abbiamo parlato di una mancata evoluzione del tennis di Rublev. Non è indispensabile essere o arrivare ad essere un tennista completo per vincere. È più importante essere sostenuti da punti di forza assoluti che ti permettono di mettere sotto la maggior parte dei rivali e insidiare i migliori, pronto allo sgambetto quando l’altro non è al massimo (vedi Sinner in Canada, per esempio, o Alcaraz a Madrid nel 2024). La faccenda si fa assai complicata quando nemmeno i punti di forza funzionano perché non riesci a gestire in campo la tensione del momento e tutto crolla. Marozsan ha affrontato Rublev con velocità, gli ha messo pressione con impatti precisi in grande anticipo. Andrey è andato sotto e non ha trovato la reazione positiva per far valere le sue qualità. Sta lavorando per contenere i suoi scatti autodistruttivi Rublev, cercando una condotta se vogliamo più tranquilla, ma… come anche sottolineato da coach Mouratoglou, forse questa sorta di auto-censura della propria furia agonistica ha finito come per spegnerlo. Una situazione non facile, poiché in diverse partite girate male nell’ultimo periodo gli scatti di rabbia del russo sono diventati una sorta di “meme” di come farsi del male da solo… È meglio sfogare ogni istinto per performare col rischio di andare fuori controllo, o continuare con questo lavoro di moderazione, ma diventando per così dire un tennista a “fari spenti”? Non resta che attendere Rublev a Melbourne, e testa di serie o meno, vedere se sarà in grado di ritrovare il suo miglior tennis.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO