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    Djokovic: “Lotterò per l’Oro, ma Alcaraz è il favorito, è il migliore del mondo al momento”

    Novak Djokovic a Parigi 2024

    Novak Djokovic ha sofferto ma alla fine è arrivato dove voleva essere: in finale ai giochi Olimpici di Parigi 2024, a giocarsi la medaglia d’oro, unico grande trofeo che manca nel suo sterminato palmares. Il serbo ha sofferto un nuovo problema al ginocchio nel suo match di quarti di finale, ma ieri contro Musetti in semifinale è parso piuttosto sicuro negli spostamenti, anche se molto nervoso (in particolare nel secondo set). Parlando alla stampa dopo il successo sull’azzurro, Novak è stato assai franco: non si considera favorito, vista la forma clamorosa di Alcaraz da diverse settimane, ma si sente in condizioni complessivamente migliori rispetto alla finale di Wimbledon, dove perse molto nettamente contro il talento iberico. Per Djokovic, in questo momento Alcaraz è il miglior tennista al mondo, anche se a livello di ranking è al numero 3, dietro a Jannik e Novak.
    “Non mi considero il favorito domenica perché Alcaraz ha dimostrato di essere il miglior giocatore al mondo al momento” afferma Djokovic. “Ha vinto il Roland Garros, ha vinto Wimbledon dove mi ha battuto in finale abbastanza nettamente. Ha raggiunto la finale qui a Parigi senza perdere un set. Voglio dire, l’ho fatto anch’io, ma penso che per come sta giocando, sia sicuramente il favorito”.
    “Ma sono le Olimpiadi, penso che sia una sfida per tutti. Non ci siamo affrontati sulla terra rossa da un po’, penso che l’unica volta che abbiamo giocato qui sia stata la semifinale dell’anno scorso del Roland Garros (vinta da Novak al termine di una dura battaglia, con Carlos anche preda di crampi. ndr). Mi sento un giocatore diverso rispetto a Wimbledon, per come mi muovo, per come colpisco la palla. Non per togliere nulla alla sua vittoria nella finale di Wimbledon, stava dominando e meritatamente ha vinto, ma mi sento più sicuro di me stesso e delle mie possibilità in finale”.
    La sfida per l’oro a Parigi sarà il settimo incontro tra i due, attualmente il bilancio è in parità con tre vittorie a testa. I due si sono già incontrati sul campo Philippe Chatrier nel 2023, in semifinale a Roland Garros.
    Djokovic non cercherà solo la prima medaglia d’oro in carriera ma anche il primo titolo del 2024, con Wimbledon come unica finale della sua stagione. Alcaraz sembra nettamente favorito, ma chissà che la durezza mentale e voglia di vincere del serbo possa spingerlo per l’ennesima volta a superare ostacoli considerati insormontabili…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Parigi 2024: Musetti lotta un set, poi Djokovic sale in cattedra. L’azzurro a caccia del bronzo vs. Auger-Aliassime

    Lorenzo Musetti (foto Getty Images)

    Dura un set il sogno di Lorenzo Musetti di battere Novak Djokovic nella seconda semifinale dei giochi Olimpici di Parigi 2024. Il toscano riesce a fare match pari contro il super campione serbo fino al 5-4, quando servendo per allungare il parziale si ritrova 40-0. In quell’istante non si avvertiva una tempesta all’orizzonte, aveva tenuto il campo piuttosto bene, offensivo e lucido, con buona intensità e ottimo nell’annullare 4 palle break nel quarto gioco. Qua invece la partita si spacca, malamente. Lorenzo subisce l’impennata di qualità e rimonta di Novak, che alza muro, non sbaglia più niente ed attacca. Il 24 volte campione Slam tira l’uppercut che manda KO l’azzurro: chiude il set con cinque punti di fila, quindi strappa altri 4 break consecutivi a Lorenzo, per il 6-4 6-2 conclusivo. Un match strano, giocato con buona qualità complessiva nel primo set e discreto equilibrio, poi proseguito con altissima tensione e sul filo dei nervi, non sempre con buona qualità tecnica e con Nole furibondo dalla fase iniziale del secondo parziale, dove in in piena bagarre subisce due break più per suoi errori che per evidenti meriti di Musetti. Alla fine l’azzurro cede nettamente, per colpa di un servizio che non l’ha sostenuto a dovere e l’ha costretto per gran parte del match – e totalmente nel secondo parziale – a rincorrere sui colpi ritmati, anticipati e angolati di Djokovic.
    Un Nole tutt’altro che perfetto, ma più incisivo, “cattivo”, pronto a far giocare male l’azzurro e prendersi lo spazio sul campo con il suo ritmo, quello difficilissimo da scardinare se non cambi continuamente o servi così bene (e rispondi altrettanto bene) da imporre i tuoi schemi. Lorenzo c’è riuscito troppo poco, incapace di comandare col rovescio e nemmeno girarsi con frequenza sul diritto da sinistra, per caricare un drive di spin, aprirsi l’angolo e poi cercare l’affondo. In pratica il Musetti aggressivo, presente, velocissimo e con colpi pesanti che tanto era piaciuto nel torneo è durato l’arco di un set, poi è scemato fino a scomparire. Ha perso campo Lorenzo, sotto l’anticipo costante ed asfissiante del rivale, e non è riuscito a riprenderlo, nemmeno nei due game vinti in risposta, più per “caos” e la contingenza del mondo che uno schema ben applicato e redditizio.
    C’è stata tanta esperienza e voglia di vincere da parte di Djokovic, troppa nonostante una condizione fisica non ottimale e un nervosismo esploso a tratti con violenza contro il suo angolo, contro il pubblico, contro tutto il mondo… Rabbia che come al solito Novak è stato bravo a tramutare in benzina per i suoi colpi e le sue gambe, e quando lui entra in modalità “lotta” mette il pilota automatico, il suo gioco decolla e sono dolori per tutti. Musetti esce dal campo sconfitto e con l’amaro in bocca, perché nel primo set, quando ha gestito meglio i suoi game di servizio ed è stato in grado di tenere maggiormente l’iniziativa, ha dato la sensazione di potersela giocare. Nello scambio prolungato era spesso lui a prevalere, e quando alternava tagli di rovescio a sbracciate precise, e poi diritti ficcanti, spesso il serbo è stato in grossa difficoltà. Impossibile tuttavia tenere questo ritmo, aggressività e profondità dei colpi senza l’aiuto di servizio e risposta. Proprio i colpi d’inizio gioco sono i veri imputati di una sconfitta alla fine netta. Perso il primo set, Musetti si è eclissato, non ha mollato ma non è più riuscito ad uscire dalla morsa del rivale, costretto solo a rincorrere sui ritmi, angoli e anticipo del fortissimo rivale. E quando finisci lì, in quella palude, anneghi senza pietà.
    C’è un bronzo in palio domani contro Auger-Aliassime, partita sulla carta più che possibile, ma serve ritrovare il Musetti del resto del torneo, non quello andato in evidente difficoltà oggi, sia nell’intensità che nelle letture di gioco, oltre che al servizio. Il Musetti del primo set potrebbe essere sufficiente a giocarsela, ma è fondamentale stanotte fare un totale reset di questa partita, girata male e finita peggio. Il Musetti eccellente di quest’estate ha fatto un balzo notevole grazie a fiducia e autostima, che gli permettono di spingere, giocare lucido e offensivo. Queste devono essere gli assi nella manica anche contro Auger-Aliassime, uno che può gestire dal punto di vista tecnico se non cade in difesa. Djokovic si gioca l’Oro contro Alcaraz, ma vedendo lo strapotere di Carlos, sembra un’impresa quasi impossibile…
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Djokovic alza la prima palla della seconda semifinale delle Olimpiadi 2024, con una vistosa protezione al ginocchio destro. Musetti prova ad aprire l’angolo dalla risposta, per far correre a destra il serbo. La tattica funziona sul 40-15, cammina forte il diritto di Lorenzo, anche sul punto seguente, con una traiettoria carica e veloce. Parità, e sguardo non sereno di Novak dopo l’errore. Si aggrappa alla battuta l’uomo dei record, 1-0. Musetti trova il primo big point dell’incontro, passante stretto di diritto eccellente. Bellissimo anche lo scambio che vale a Lorenzo il punto dell’1 pari, gran controllo degli angoli e del ritmo. Nello scambio l’italiano è più incisivo, il serbo trova punti col servizio. Sul 30 pari “Muso” risponde bene, ottimo anticipo e via, Djokovic non contiene. Palla break! Rischia un cross di rovescio carico Lorenzo, esce di poco. 2-1 Djokovic. Nel quarto game il serbo risponde molto profondo, e con piedi nei pressi della riga di fondo mena le danza al suo ritmo… e son dolori. 0-30. Non va la prima dell’azzurro, Djokovic non si fa pregare, attacca e forza l’errore di Lorenzo. 0-40, tre palle break per l’ex n.1. Salva la prima chance buttandosi a rete; poi la seconda con una smorzata ottima, e la terza con un bel forcing sulla diagonale di rovescio. Aria purissima. Salva con una rara prima palla la quarta chance di break, la lotta è molto dura. Ben 16 punti, per il 2 pari, con una riga di Musetti e stecca di Djokovic. Molto più liscio il terzo turno di Nole, impone i suoi ritmi e con quattro punti si porta 3-2. Dopo la bagarre il set segue i turni di battuta, ma lo spettacolo cresce perché entrambi giocano più offensivo e attaccano, Lorenzo con il diritto (un paio eccezionali), Novak cerca la rete. Sul 4 pari uno smash errato costa al serbo il 15-30. Si cava al pericolo col servizio. 5-4, ora la pressione è tutta su Musetti, la regge alla grande dando sfoggio del suo tocco super su di una smorzata del rivale. Ma da 40-0 il game si complica… Djokovic alza il muro e poi spinge, profondissimo alla sua velocità, non regala nulla e vince quattro punti di fila forzando gli errori del nostro e procurandosi il set point. Musetti non lo gioca bene: cerca la sorpresa, la smorzata dopo il servizio, ma la palla non è abbastanza veloce e non passa la rete. SET Djokovic, 6-4. Peccato aver sprecato il quaranta zero, ma bravo è stato Nole ad alzare il livello al momento cruciale. Da campione.
    Secondo set, Djokovic to serve. Musetti riparte con decisione, spinge con ottimo controllo ed è il rivale a cercare la variazione, perdente. 0-30. Si becca pure un warning per violazione del tempo per servire. Non tocca bene la palla il serbo sul 15-30, la palla corta non va. 15-40 e due palle break immediate. Sparacchia malamente col diritto inside out Djokovic e scaraventa la racchetta. BREAK Musetti, 1-0 e servizio. Il down del campione dura un attimo, ritrova sicurezza, avanza nel campo e va a prendersi la palla del contro break con uno scatto felino in avanti, spettacolare il controllo del corpo in scivolata. Il BREAK purtroppo arriva: risposta sicura, avanza e col diritto in anticipo forza l’errore difensivo di Lorenzo. 1 pari. Ha perso un po’ di campo in questo game Musetti, non te lo puoi permettere vs. il “Djoker”. Si gioca meglio in risposta in questa fase, ora è Musetti a sorprendere col tocco l’avversario, 0-30, con Novak inferocito col suo angolo… Gioca molto teso Djokovic, anche contro il suo angolo, crea e distrugge (come lo smash orribile sul 40-30). A furia di taglie e cambi, Musetti si prende una nuova chance per l’allungo. Novak polemizza, butta il momento sulla rissa, dove sguazza via come pochi… Djokovic subisce il BREAK alla seconda chance con un rovescio in rete. Furibondo il serbo al cambio di campo, si lamenta col suo angolo per tutto, arbitro, luci, pubblico, tutto. Come quasi sempre accade, questa furia si trasforma in benzina per il suo agonismo, la palla esce dalle corde di Novak potente e “cattiva”, mentre la prima di servizio di Lorenzo resta troppo altalenante. Un pessimo doppio fallo sul 15-30 costa al carrarino due palle break. Ancora la smorzata per Musetti, ma è troppo prevedibile. BREAK, in quarto di fila, e due pari. È una fase molto convulsa della partita, tatticamente non c’è un filo logico, si va di tensione cercare di aggredire, ma non sempre le scelte sono corrette. Novak ritrova il servizio, e Musetti esagera nel cercare velocità. 3-2 Djokovic. Complicato anche il terzo turno di battuta di Musetti, commette un doppio fallo, poi il diritto di Nole è pesante in lungo linea. Cerca per l’ennesima volta la smorzata, ma ormai non vanno più, e legge ed arriva Djokovic. 15-40, momento topico… Lorenzo annulla la prima palla break con un rovescione dei suoi; energia e attacco sulla seconda, con i recuperi spettacolari del serbo cancellati dalla rapidità dell’azzurro, uno dei suoi migliori punti dell’incontro, visto anche il suo peso. Niente, Musetti si è incaponito nel chiamare avanti il rivale, ma il suo tocco ora proprio non va, c’è un’altra palla break da difendere. Rischia a tutta con la sbracciata di diritto dopo il servizio, ma la palla di Lorenzo esce di un niente. BREAK Djokovic, il quarto di fila (e terzo nel set), 4-2. Tutto troppo rapido ora per Nole, anticipa, gestisce il tempo di gioco e soprattutto gli angoli, Musetti non riesce più nel set a girarsi sul diritto e riprendere il controllo nello scambio. 5-2. Sfiduciato, senza la prima di servizio, è tutto ormai troppo difficile per Lorenzo, in balia dell’avversario, bravissimo ad anticipare leggendo le traiettorie dell’italiano. 0-30 e poi 0-40 e tre match point per Novak con risposta, palla corta e attacco. Annulla le prime due con il servizio, 30-40. Finisce al terzo, con un bel diritto carico Djokovic prende campo e il contro piede è ottimo. Chiude male Musetti, con 5 break di fila. Un match che dopo un bel primo set è girato male, nonostante la rabbia del rivale. Troppo bravo ad anticipare Novak e prendersi il campo.

    Novak Djokovic vs Lorenzo Musetti (TBA – ore 19:00)ATP Paris Olympics Novak Djokovic [1]660 Lorenzo Musetti [11]420 Vincitore: Djokovic ServizioSvolgimentoSet 3ServizioSvolgimentoSet 2Lorenzo Musetti 0-15 0-30 0-40 15-40 30-405-2 → 6-2Novak Djokovic 15-0 30-0 40-04-2 → 5-2Lorenzo Musetti 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A3-2 → 4-2Novak Djokovic 15-0 15-15 30-15 40-152-2 → 3-2Lorenzo Musetti 15-0 15-15 15-30 15-401-2 → 2-2Novak Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A1-1 → 1-2Lorenzo Musetti 15-0 30-0 30-15 30-30 30-400-1 → 1-1Novak Djokovic 0-15 0-30 15-30 15-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Lorenzo Musetti 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 40-A5-4 → 6-4Novak Djokovic 0-15 15-15 15-30 30-30 40-304-4 → 5-4Lorenzo Musetti 0-15 15-15 15-30 30-30 40-304-3 → 4-4Novak Djokovic 15-0 30-0 30-15 40-153-3 → 4-3Lorenzo Musetti 15-0 15-15 30-15 40-153-2 → 3-3Novak Djokovic 15-0 30-0 40-02-2 → 3-2Lorenzo Musetti 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-402-1 → 2-2Novak Djokovic 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-401-1 → 2-1Lorenzo Musetti 15-0 30-0 30-15 40-151-0 → 1-1Novak Djokovic15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 A-400-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Arrivederci e grazie, sir. Andy Murray. Il tributo a un grande campione

    Andy Murray saluta a Parigi 2024

    “Never even liked tennis anyway.” Solo un personaggio animato da cotanta arguzia ed ironia come Sir. Andy Murray poteva scegliere un epitaffio così per salutare il mondo del tennis, il suo mondo, dopo aver disputato l’ultimo match ufficiale alle Olimpiadi di Parigi, il doppio perso insieme a Daniel Evans contro il team a stelle e strisce Fritz – Paul. Si chiude con una sconfitta e non un’altra medaglia olimpica la carriera di Murray, lunga e travagliata, animata da tanti episodi, cadute e risalite, vittorie storiche e tonnellate di polvere masticate nell’infinita rincorsa ai tre davanti, Roger, Rafa e Novak, complessivamente più forti e vincenti di lui. Fab4? Per molti, sì, per altri nient’affatto, visto che erano loro i tre tenori e Andy solo la gamba zoppa dei Beatles tennistici, uno che ha provato a restare aggrappato al loro treno velocissimo, salendo e scendendo a più riprese, con più frustrazioni che soddisfazioni. Uno britannico quando vinceva, “scozzese” quando perdeva…
    Ci vorrà del tempo per analizzare bene, a freddo, la carriera di Murray. Una cosa vorrei chiarirla immediatamente, forte e chiara: guai ad apostrofarlo come “perdente”. È vero che se andiamo a vedere il suo bilancio contro gli altri tre big ha solo dati in negativo (11-25 vs Djokovic, 7-17 vs Nadal, 11-14 vs. Federer), e che a livello di vittorie Slam siamo indietro anni luce (3 per Andy, contro i 20 di Roger, 22 di Rafa e 24 di Novak). 8 finali Major perse, 3 vinte. Una statistica non esaltante ma… si può considerare “perdente” un ragazzo che si è spinto oltre il limite delle sue capacità fisiche e tecniche, migliorando lentamente ma costantemente il suo gioco, arrivando a vincere 46 tornei ATP (tra cui 14 Masters 1000), due Ori olimpici consecutivi in singolare (record assoluto questo), US Open e due Wimbledon, riportando uno Slam nel Regno Unito dopo il mitico Fred Perry nel 1936? Io assolutamente no.
    Proprio in questi giorni Olimpici a Parigi, si è acceso un forte dibattito sul concetto di sconfitta, di grandezza o meno di un risultato. Nel mondo super competitivo di oggi, dove milioni di persone praticano sport a livello agonistico sostenute da metodi scientifici di allenamento e grandi mezzi, arrivare secondi o terzi è indice di assoluta grandezza, non di povertà o miseria. Chi narra lo sport esaltando solo e soltanto vittoria e primati ha perso misura, non rende un bel servizio. I secondi, terzi o pure i quarti, sono enormi atleti e campioni. Non è solo il primo posto il metro di tutto. È ora di cambiare paradigma alla nostra visione dello sport, e se vogliamo della vita. Murray in questo è l’esatto esempio di un atleta formidabile che è andato oltre ai propri difetti e mancanze, riuscendo ad ottenere risultati eccezionali nonostante rivali più attrezzati. Per questo è un tennista esemplare, che dobbiamo ringraziare per le tantissime ore di spettacolo e divertimento prodotte nei più importanti court del mondo.

    Never even liked tennis anyway.
    — Andy Murray (@andy_murray) August 1, 2024

    La sua storia è partita dal nord, Scozia, Dunblane per la precisione, uno di quei posti dove puoi passare solo per caso se la vita ti conduce attraverso altre rotte. Lontanissimo dai sacri prati verdi di Wimbledon. Ha iniziato a giocare a tennis a tre anni, spinto dalla passione dell’onnipresente madre Judy. Che la sua vita e carriera non fosse costellata solo da rose e fiori l’ha intuito a otto anni (1996), quando sopravvisse miracolosamente al massacro scolastico alla Dunblane Primary School: 16 compagni di classe e un insegnante furono assassinati in una sparatoria da un folle, entrato nella scuola per vendetta. Fu il più grave fatto di sangue accaduto in un istituto nella storia britannica moderna. La famiglia Murray conosceva l’aggressore. Non è mai stato un ragazzo come gli altri Murray, fin da quando ha iniziato a calcare il tour Pro con quella chioma di capelli ribelli, lo sguardo torvo e poi improvvisamente sereno, e quella lingua tagliente quanto il rovescio, forse ancor più letale… Andy in realtà è un tipo molto tranquillo nel quotidiano, animato da quell’irresistibile humor tutto British che esterna nei suoi leggendari tweet social, o con gli amici di sempre di fronte a un buona birra, talvolta anche nelle sala stampa. Per la sua ex allenatrice Amelie Mauresmo, “Andy ha come una doppia personalità. In campo e fuori sono due persone diverse, forse anche per questo non è riuscito a tirare tutto il meglio di se in ogni fase della sua carriera” ricorda l’ex campionessa francese, oggi direttrice di Roland Garros. Cosa rara tra i professionisti maschi, Murray è da sempre un appassionato sostenitore della parità di retribuzione per i tour maschili e femminili, di diritti e visibilità. “Sono stato coinvolto nello sport per tutta la vita e il livello di sessismo è irreale”, ha scritto una volta Murray su Instagram. Murray è diventato solo il secondo giocatore Top-10 nella storia dell’ATP Tour ad avere un’allenatrice nel suo box con Mauresmo. Tantissime chiacchiere allora, ma lui mai se c’è curato, è sempre andato avanti per la sua strada.
    Proprio il rapporto con i coach è stato travagliato. Ne ha cambiati tanti, forse troppi. C’è chi dice per la presenza ingombrante della madre – e tutti sappiamo quanto possa essere castrante per un giovane una mamma onnipresente e mai doma…- tanto che alla fine i suoi migliori anni sono arrivati sotto la severa guida di Ivan Lendl, un super campione per certi versi ha più di un affinità con Murray. Il carattere scontroso, la certosina costruzione, anche lenta se vogliamo, del proprio gioco, le molte sconfitte Slam e la sensazione che vi fossero più “talenti” di lui, ma alla fine le vittorie arrivavano. Murray ha dovuto lavorare tanto, forse più degli altri tre campioni della sua epoca, per tirar fuori ogni stilla del suo talento. Ha stentato più degli altri a costruire il fisico, strutturalmente meno forte e più fragile, e il suo tennis è cresciuto e quindi esploso più tardi. A completata maturazione, dopo estenuanti sessioni di lavoro (in estate nel caldo di Miami per prepararsi al meglio a quello altrettanto torrido di NYC), finalmente i vari tasselli tecnici hanno iniziato a lavorare all’unisono, e nel 2012 proprio nella Grande Mela è arrivato il primo, sospirato, Slam. Forse gli è mancato almeno un successo agli Australian Open, ma complessivamente Djokovic nelle tante finali gli è sempre stato superiore per mentalità e completezza di gioco.

    Forever in our hearts 💙 Today, we celebrate an amazing career and legacy. #SirAndy | @andy_murray pic.twitter.com/dailIta1Zo
    — ATP Tour (@atptour) August 1, 2024

    Cosa è mancato a Murray per vincere di più? Un po’ tutto se vogliamo, o solo dettagli fondamentali a fare la differenza. Di sicuro la sua seconda di servizio non è mai stata all’altezza degli altri tre, col diritto non ha mai davvero superato il limite di un’apertura meno fluida, e per anni ha tenuto un’attitudine fin troppo difensiva e da contrattaccante, spremendosi al limite invece di giocare più di petto, più diretto e offensivo. Non è un caso che nelle sue tre vittorie a Wimbledon (due ai Championships, una nell’evento Olimpico 2012) si è visto il suo tennis migliore, più rapido e incisivo, zero attendismo e tanta qualità. Forse avrebbe dovuto lavorare maggiormente sulla mentalità offensiva, provando a sgravarsi da un conflitto interiore e col rivale che l’ha penalizzato a più riprese, esplodendo spesso e volentieri in una rabbia agonistica nefasta e autodistruttiva. Iconiche le sue incazzature furibonde contro il suo angolo, gli sono costate più di una sconfitta. Ma anche a livello puramente fisico ha sofferto la minor potenza rispetto a Nadal, la minor elasticità e facilità rispetto a Federer, la minor resistenza rispetto a Djokovic. Solo nel 2016, il suo anno migliore, è riuscito a tenere il piede a manetta per molti mesi, con una seconda parte di stagione irreale che l’ha portato a dominare, vincere le Finals a Londra e chiudere meritatamente da n.1 del mondo. Uno sforzo clamoroso, oltre la sua capacità di tenuta, che ha pagato a caro prezzo con l’inizio dei problemi all’anca – poi operata – che di fatto hanno chiuso la sua carriera al vertice. Questo è stato l’ultimo grave infortunio di una lunga serie che l’ha caratterizzato per tutta la carriera. Nadal e Djokovic hanno spinto come forsennati, ma il loro fisico in qualche modo ha tenuto; quello di Andy assai di meno.
    Lasciando l’annoso confronto con gli altri, il tennis di Murray stato un capolavoro di gioco difensivo pronto al contrattacco. Mano assai più sensibile di quello che gli è sempre stato riconosciuto, ha migliorato progressivamente in visione e prontezza per cambiare ritmo e attaccare. Leggendarie le sue rincorse, solo apparentemente disperate, come i tanti passanti e rovesci vincenti. Ho sempre pensato che dovesse spostare più in avanti il baricentro della sua posizione, per soffrire e consumarsi di meno. Il suo coach Lendl c’ha provato a più riprese, anche portandolo insieme a giocare a golf e provando a fargli capire la posizione ideale sui Green. C’è riuscito a tratti, con pesanti ricadute un po’ per infortuni, un po’ per la sua testa assai conflittuale, che nelle fasi delicate lo forzava a retrocedere su ataviche certezze difensive piuttosto che l’arrembaggio. Ormai è andata, ma chissà che ne penserà Andy in futuro, riguardando nella sua testa la propria lunga carriera davanti ad un bel fuoco e con i figli attorno. Certamente è consapevole di aver speso ogni stilla di energia fisica, in allenamenti estenuanti e infinite sessioni a riprendersi dai tanti infortuni.

    1001 singles matches739 victories105 top 10 wins46 ATP titles41 weeks as World No. 129 wins over the Big 314 Masters 1000 titles11 Grand Slam finals3 Grand Slam titles2 Olympic Gold medals1 @andy_murray
    Thank you, Sir Andy 💙💙💙 pic.twitter.com/SQyNgA2hqV
    — Tennis TV (@TennisTV) August 1, 2024

    Operazioni, cambi di rotta e frustrazioni per finali perse e risultati che non arrivavano come sperato. Ma anche vittorie, momenti di gloria e immense soddisfazioni. Murray ha scritto pagine memorabili di tennis e di vita, mettendo in campo tutto quello che aveva e anche di più. Si è messo a nudo più e più volte, senza la paura di mostrare fragilità, lacrime e pensieri oscuri. Ha perso molto e vinto tanto. Ha lottato e ce l’ha fatta. Alla fine Murray, con tutti i suoi pregi e difetti, è un campione splendido che sentiamo più vicino a noi rispetto ad altri così forti da sembrare inarrivabili. Una volta sulle scale della press room al Monte Carlo Countri Club ci siamo scontrati fisicamente… lui scendeva di corsa, io salivo di corsa… boom! Siamo quasi caduti a terra e lui mi ha acchiappato e rialzato. È stato lui a sorridere e scusarsi per primo. Quello sguardo inquieto pur nel sorriso non lo dimenticherò mai.  
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Djokovic preoccupato: “Ho sentito molto dolore, sono preoccupato”

    Novak Djokovic

    “Sono molto preoccupato, sinceramente, non so cosa dire. Ho finito la partita e il dolore, che è acuto e intenso, si è attenuato”. Così ha Djokovic ha parlato dopo la sua sofferta vittoria contro Tsitsipas, col problema al ginocchio. “Non so nemmeno se mi sono colpito o se sono scivolato. È stato tutto come il quarto turno del Roland Garros, dove sono riuscito a finire la partita e poi ho scoperto di essermi infortunato. Sono contento della vittoria, ma sono preoccupato” DJOKOVIC E IL GINOCCHIO: “VEDIAMO I CONTROLLI, PER BATTERE MUSETTI SERVIRÀ ESSERE A POSTO” Alla domanda sulla partita di domani: “Cosa deve succedere?” La risposta: “Questo deve succedere”, ha detto Novak e ha baciato la sua croce. Seguiremo l’evoluzione delle sue condizioni nelle prossime ore, in attesa della semifinale contro Musetti di domani. Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Out i tennisti francesi alle Olimpiadi: Ljubicic rassegna le dimissioni alla FFT come responsabile della nazionale

    Ivan Ljubicic con il presidente FFT

    Con la sconfitta di Corentin Moutet, la Francia – paese ospitante – resta senza tennisti ai giochi Olimpici di Parigi 2024 prima dei quarti di finale. Quest’ultima battuta d’arresto ha provocato reazioni immediate nel paese, con lo spettro di un terremoto nel settore tecnico nazionale da qua a breve. E quando le cose non vanno secondo quanto sperato, sono i vertici ad essere messi in discussione. Il quotidiano francese L’Equipe riporta che Ivan Ljubicic, direttore di alto livello della Federazione, dopo la sconfitta di Moutet si è presentato nella zona mista a Roland Garros affermando di aver già offerto alla FFT di lasciare il suo incarico di allenatore della Nazionale francese.
    Il croato, ex n.3 al mondo e coach di Federer negli ultimi anni della carriera dello svizzero, ha annunciato di aver proposto al presidente della FFT Gilles Moretton di abbandonare alcune delle sue responsabilità. “I risultati sono catastrofici. Questa è la realtà, dobbiamo assolutamente assumerci le nostre responsabilità”, ha spiegato l’alto direttore della Federazione. “Ho già parlato con il presidente. Oggi sono responsabile anche della nazionale francese e ho rassegnato le dimissioni da questo incarico perché non siamo riusciti a preparare i giocatori secondo le nostre aspettative”.
    Resta da vedere se i vertici della FFT accetteranno le dimissioni, se saranno totali con una rottura definitiva del rapporto di collaborazione, oppure se Ljubicic manterrà il suo ruolo all’interno della federazione transalpina di coordinatore dei tecnici che seguono l’alto livello e lo sviluppo degli migliori giovani verso il professionismo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Nadal critica il formato dei doppi olimpici: “Non capisco perché premiare una lotteria come il super-tiebreak”

    Nadal e Alcaraz insieme a Parigi 2024

    “Non capisco perché si voglia premiare la lotteria un super tie-break invece di giocare il terzo set come si gioca in una normale partita di tennis”. Parole e musica di Rafael Nadal, assai critico sul formato dei doppi ai giochi che, come sul tour stagionale, prevede la disputa di un super-tiebreak invece del canonico terzo set. Il maiorchino così si è espresso alla stampa dopo 6-4, 6-7 (2-7) e 10- 2 grazie al quale, insieme Carlos Alcaraz, ha battuto gli olandesi Tallon Griekspoor e Wesley Koolhof, raggiungendo i quarti di finale dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Un successo ma anche polemiche, perché secondo il super campione iberico, in una manifestazione tanto particolare come le Olimpiadi, non ci sarebbe necessità di un terzo set accorciato.
    “Penso che abbiamo giocato molto meglio rispetto alla prima giornata in termini generali” afferma Nadal, “abbiamo giocato più uniti, abbiamo anche giocato, credo, in ogni momento in modo più solido e penso che siamo stati migliori dei rivali. Lo dico con umiltà totale. Nel doppio si complica tutto molto velocemente e anche nel secondo set per essendo stati più bravi di loro, avendo avuto più occasioni, soprattutto in risposta e vincendo i nostri servizi più o meno comodamente, alla fine si arriva al tie-break e puoi perderlo.”
    “Nel circuito viene utilizzato il super tie-break, e questo ritengo abbia un significato del tutto comprensibile. Penso che favorisca il fatto che i giocatori che si concentrano sul singolare possano giocare anche in doppio. Ma un’Olimpiade con super tie-break… Un’Olimpiade avviene una volta ogni quattro anni. Quindi per i giocatori di singolare in questo caso si tratta del torneo più importante della nostra carriera, quindi non capisco perché vogliano premiare una lotteria come è il Super tie-break invece di giocare come si gioca in una normale partita di tennis, sui tre set, che è il formato con il quale abbiamo giocato a Rio”.
    “A Tokyo non ricordo se si giocasse così o in qualche altro modo, io non c’ero. Mi sembrerebbe più logico disputare incontri con il terzo set e penso che sia qualcosa su cui i giocatori generalmente sono d’accordo”, conclude Nadal.
    Un punto di vista autorevole, vista la sua enorme esperienza. Sarà curioso attendere risposte dai colleghi e, eventualmente, dagli organizzatori dei giochi.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Fantastico Musetti! Ribalta un avvio difficile e Fritz con la sua qualità, è nei quarti a Parigi 2024

    Lorenzo Musetti a Parigi 2024 (foto Coni)

    Quando il tennista con più mano e soluzioni affronta quello più potente ma poco flessibile, se a comandare è la qualità, tendenzialmente è il primo a vincere. Questa sorta di assioma tennistico è lo specchio del match di ottavi di finale ai Giochi di Parigi 2024 vinto con grandissimo merito da Lorenzo Musetti su Taylor Fritz. 6-4 7-5 lo score conclusivo di una partita a tratti divertente e spettacolare, che vale al toscano l’accesso ai quarti della kermesse olimpica, dove attende il vincente della sfida tra Zverev e Popyrin. Un Musetti davvero bravo a riprendersi da un avvio non facile, sotto i colpi a tutta, potentissimi e super aggressivi di Fritz, che ben aveva in mente le parti decisive della loro recente sfida a Wimbledon, vinta da Lorenzo. Come sull’erba di Londra, appena l’azzurro è riuscito a spostare la partita sui suoi schemi fatti di continue variazioni e cambi di ritmo, servendo bene e giocando con tempi rapidi, si è preso il controllo del centro del campo e ha spostato il rivale portandolo in posizioni scomode e senza dargli la possibilità di sfondare la palla col diritto. Musetti ha incantato per la gestione dello scambio, e in particolare per l’efficacia del suo diritto: palla potente dopo la battuta (o in risposta), poi un’altra bella carica di spin e angolata, per allontanare Taylor dalla riga di fondo e dal centro, quindi accelerazione a tutta, spesso in contro piede oppure lungo linea dall’angolo sinistro. Schema fantastico, forse prevedibile ma talmente ben eseguito che il californiano non è mai riuscito a trovare una contromossa efficace e credibile. Il tutto alternato a tagli, back ficcanti e profondi, palle corte e attacchi. Una sinfonia di variazioni che la mano non esattamente delicata di Fritz riesce a contenere.
    Una gestione tattica da maestro, prodotta con velocità e lucidità, e mai passività. Questo è il “Muso” che piace e che vince, il tennista che ha cambiato passo dal punto di vista mentale ed è diventato davvero è un signor giocatore. Bravo, forte, bello e vincente. Lo dimostra anche l’applausometro del campo parigino: tutto il pubblico “neutrale” era per lui, per le sue giocate varie ed elettrizzanti, la sua adrenalina positiva e la sorpresa nel veder uscire dalle sue corde palle con effetti vari e vincenti. Una bellezza!
    Fritz come già accennato aveva molto chiaro cosa fare: prendere il match di petto, a tutta velocità, perché se era l’altro a prendere il comando dello scambio o dei tempi di gioco, difficilmente avrebbe retto variazioni e cambi. Per fortuna la partita è virata sul secondo scenario… ma non è stato facile. Il californiano era partito a mille, sparando ogni singola palla con tutta la forza del suo corpo, tanto da scappare avanti subito di un break. Stordito Lorenzo, ma non tramortito. Qua di vede la sua nuova forza, la consapevolezza che lo sta elevando a tennista assai forte e meritevole di stazionare – per ora – a ridosso della top 10. Musetti sotto attacco, soverchiato da troppa potenza, non si è scomposto, disunito o peggio. È rimasto lì focalizzato, attento a giocare un bel turno di battuta e prendere ritmo col diritto, il colpo che più di ogni altro è diventato il vero termometro del suo tennis. Dopo quel primo game vinto, tutto è cambiato. Ha iniziato a rispondere, a guadagnare centimetri di campo, che game dopo game sono diventati metri. Nel settimo gioco è andato a prendersi il contro break con un’impennata di qualità maestosa – lascio alla cronaca sotto il racconto – ma il tutto è partito dalla velocità, dei piedi e di esecuzione. Ha lasciato correre il braccio, ha alternato anticipo a rotazioni, rapide e lente e Fritz ha perso riferimenti e sicurezza. Musetti in quell’istante ha spaccato la partita ed è salito in cattedra, con due break di fila ha vinto il set e ha continuato a giocare con enorme solidità e sicurezza alla battuta nel secondo set, dove non ha concesso niente, e sul 5 pari ecco la zampata del campione.
    È veramente fantastico veder concretizzato un sogno: il talento puro di Musetti che diventa efficace, continuo e vincente. Dall’erba “salvifica”, dove ha capito e interiorizzato tempi di gioco e attitudine, al ritorno sulla terra rossa, dove a Umago è arrivato vicino alla coppa e a Parigi, con la maglia azzurra addosso, brilla e diverte. È in grande condizione fisica Lorenzo, ma è soprattutto la fiducia a portarlo a questo livello d’eccellenza. Regge e non trema nella difficoltà, sa cogliere il momento per cambiare passo e trovare vincenti da applausi. Nei quarti potrebbe esserci una sfida intrigante e difficile vs. Zverev. Il Musetti di oggi non lo deve affatto temere.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Fritz scatta dai blocchi potente e sicuro, forte di servizio e diritto già incisivi fin dai primi colpi. Musetti cerca di spezzarne il ritmo con il taglio sotto la palla, ma a 30 l’americano vince il primo game. Non altrettanto buono il primo turno di battuta di Lorenzo. È Taylor a comandare, aprendo ottimamente l’angolo e trovando anche una smorzata non bella esteticamente ma assai efficace. Si porta 0-40 Fritz con un bel forcing col diritto, e strappa il primo break dell’incontro alla seconda chance, con un attacco di diritto e chiusura di volo sicura. Con un turno di servizio perfetto lo score segna 3-0 Fritz. Fa enorme fatica l’azzurro a tenere fermo il rivale, prontissimo ad aggredire la prima palla disponibile e guadagnare campo. Nel quarto game finalmente Fritz inizia a sbagliare qualcosa in spinta, e la prima di servizio aiuta Musetti, che muove lo score (1-3). Dopo la partenza difficile, Lorenzo è entrato pienamente in partita, i suoi colpi sono più incisivi e soffre di meno le pallate del californiano. Ben due palle corte nel sesto game, con ottimi risultati. 4-2. Nel settimo game Musetti cambia ritmo in risposta. Il diritto è carico di spin, angolato e preciso, ed è rapidissimo nell’entrare nel campo e prendersi il rischio. Strappa una palla del contro break sul 30-40 e la trasforma con un altro diritto pesante, in contro piede, che mette a nudo la modesta sensibilità di Fritz sulla palla bassa. 4-3 Fritz, ma serve Musetti. Evidente come il braccio di “Muso” sia più sciolto ora, servizio, diritto, back di rovescio, tutto rapido e ben eseguito. Eccellente turno di battuta azzurro, con il pubblico tutto per lui. 4 pari. “Dai forza!!!” urla Musetti dopo una splendida risposta che sorprende Fritz, mostra segni di nervosismo l’americano, e il diritto gli scappa 30 cm in corridoio. 0-30. Lavora lo scambio alla perfezione da sinistra Musetti, palle cariche e poi via accelerazione a tutta. 15-40 e due chance per l’allungo! (parziale di 11 punti a 4). Imprendibile il servizio di Taylor sulla prima, ma sulla seconda di scambia sulla diagonale di rovescio, un taglio e poi via bordata cross a tutto braccio, che pizzica la riga. BREAK Musetti! da 1-4 sotto, ora Lorenzo serve per il set sul 5-4. Rischia una smorzata difficilissima dopo il servizio sullo 0-15 solo uno con la sua mano può riuscirci… e che momento per rischiarla. La battuta al T funziona, 30-15, ma anche la risposta di rovescio di Fritz, ottimamente impattata. 30 pari. ACE! Urla “Buonaaaaaa” Musetti, ecco il Set Point. Che seconda palla, super carica di “kick”, Taylor ci casca e sparacchia via. SET Musetti, 6-4. Eccellente reazione dopo il pessimo avvio, Lorenzo ha cambiato passo e comandato il gioco. Meno vincenti del rivale, ma ha giocato molto meglio le fasi decisive.
    Se si gioca di tocco e tagli, non c’è gara. Lo dimostra lo splendido punto vinto da Musetti in risposta nel primo game del secondo set, una mano delicatissima. La potenza di Fritz gli vale a 30 il game (1-0). Il parziale scorre rapido sui game di servizio, Fritz molto incisivo col primo colpo di scambio, Musetti comanda con sicurezza i suoi primi turni, anche lui velocissimo nel prendersi spazio sul campo. 3 pari. Entrambi servono bene, il gioco fila via fluido, e chi rischia in risposta sbaglia. Con un Ace Lorenzo impatta lo score sul 4 pari, si entra nel rush finale del set. Taylor continua a trovare gli angoli alla battuta, ha un ritmo eccellente, Musetti in risposta non trova la chiave per entrare. 5-4 Fritz. L’americano rischia a tutta in risposta nel decimo game, prima un diritto, poi un rovescio, Musetti è sorpreso. Si ritrova sotto 0-30, e si affida di nuovo alla palla corta, funziona. 15-30. Spreca Fritz da tre quarti campo, dopo essersi aperto l’angolo, era chance per arrivare a set point. Lorenzo “ringrazia” e trova un’ottima prima palla. Quattro punti di fila nel momento più delicato, e 5 pari. Nel gioco seguente è Musetti a lasciar correre il braccio in risposta, con un diritto fantastico si prende il punto del 15-30. Taylor non molla, ma sul 30 pari va in crisi con un back di rovescio bassissimo e profondo di Musetti. 30-40, palla break, la prima del set. Se la gioca bene tatticamente Fritz, attaccando in contro tempo, ma MALISSIMO tecnicamente, toccando una volée in taglio pessima, con la palla che gli scappa malamente larga. BREAK Musetti! Può servire per il match sul 6-5. Non ci sta l’americano, risponde con aggressività, cerca la massima profondità nello scambio, ma è molto solido Lorenzo, 30-15. Altro gran diritto di Fritz, 30 pari. Ecco la prima palla di Musetti, carica e precisa! MATCH POINT! Altra prima esterna, quasi sulla riga, la risposta non va. VINCE LORENZO!!! Bellissima vittoria, di testa, gambe e qualità. Adesso c’è Zverev o Popyrin nei quarti, la medaglia ai Giochi 2024 non è più un sogno, un obiettivo. BRAVO!

    Lorenzo Musetti vs Taylor Fritz ATP Paris Olympics Lorenzo Musetti [11]670 Taylor Fritz [7]450 Vincitore: Musetti ServizioSvolgimentoSet 3ServizioSvolgimentoSet 2Lorenzo Musetti 15-0 15-15 30-15 30-30 40-306-5 → 7-5Taylor Fritz 15-0 15-15 15-30 30-30 30-405-5 → 6-5Lorenzo Musetti 0-15 0-30 15-30 30-30 40-304-5 → 5-5Taylor Fritz 15-0 15-15 30-154-4 → 4-5Lorenzo Musetti 15-0 30-0 30-15 40-153-4 → 4-4Taylor Fritz 0-15 15-15 30-15 40-153-3 → 3-4Lorenzo Musetti 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3Taylor Fritz 0-15 15-15 30-15 40-152-2 → 2-3Lorenzo Musetti 0-15 15-15 30-15 40-151-2 → 2-2Taylor Fritz 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2Lorenzo Musetti 15-0 15-15 30-15 40-150-1 → 1-1Taylor Fritz 15-0 15-15 30-15 40-15 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Lorenzo Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 40-305-4 → 6-4Taylor Fritz 0-15 0-30 15-30 15-40 30-404-4 → 5-4Lorenzo Musetti 15-0 30-0 40-0 40-153-4 → 4-4Taylor Fritz 0-15 15-15 15-30 30-30 30-402-4 → 3-4Lorenzo Musetti 15-0 30-0 30-15 40-15 40-301-4 → 2-4Taylor Fritz 15-0 30-0 40-0 40-151-3 → 1-4Lorenzo Musetti 0-15 15-15 30-15 40-150-3 → 1-3Taylor Fritz 15-0 30-0 40-00-2 → 0-3Lorenzo Musetti 0-15 0-30 0-40 15-400-1 → 0-2Taylor Fritz 15-0 30-0 30-15 40-15 40-300-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Parigi 2024: troppo Musetti per Navone. Negli ottavi Lorenzo sfida Fritz

    Lorenzo Musetti (foto Getty Images)

    Rapido, centrato nei colpi, in fiducia. Continua a splendere il sole sul tennis di Lorenzo Musetti in quest’estate per lui magica, e a divertire il pubblico, pronto ad applaudire i suoi cambi di ritmo vincenti e anche difese spericolate quanto cariche di visione e passione. Il toscano nel secondo turno del tabellone di singolare alle Olimpiadi di Parigi 2024 batte l’argentino Mariano Navone per 7-6(2) 6-3, imponendo un tennis superiore per qualità e soluzioni, volando al terzo turno dove lo aspetta una bella sfida contro Taylor Fritz. Lorenzo ha rischiato nel primo set, quando avanti per 4-1 si è fatto rimontare dall’argentino, lottatore mai domo (dal quale aveva perso nella finale di Cagliari quest’anno) e rapidissimo nella copertura del campo. Al tiebreak l’azzurro ha imposto fin dai primi punti la sua superiore qualità di gioco, tra cambi di rimo e maggior velocità e profondità dei colpi. Quando il servizio l’ha assistito e ha giocato con attitudine offensiva aggredendo gli spazi del campo, la differenza tra i due è stata piuttosto evidente, tutta a favore del nostro talento. Così è andata anche nel secondo set, dove ha strappato il break decisivo nel quarto game, senza concedere alcuna chance all’avversario per riaprire l’incontro.
    Musetti conferma l’eccellente condizione fisica, mentale e tecnica mostrata dall’avvio della stagione su erba, che l’ha fatto letteralmente decollare. È evidente come Lorenzo stia giocando più sciolto e focalizzato rispetto al recente passato, mesi ricchi di alti e bassi e momenti di negatività davvero bui. Il Lorenzo di questo torneo Olimpico ma da diverse settimane è un tennista più convinto dei propri mezzi, capace di spaccare la palla con accelerazioni micidiali e capire meglio i tempi per l’attacco, cadendo in difesa solo quando il forcing dell’avversario diventa pesante. E dalla difesa, è spesso bravo a riprendere campo e contrattaccare forte di due gambe favolose e giocate mai banali o disperate. Navone è il classico pedalatore di ritmo: se lo lasci comandare e spingere con i piedi quasi in campo può essere pericoloso perché non molla niente e martella con costanza, ma non ha variazioni e su quel ritmo si può entrare e far “male”. Bravo è stato Lorenzo a non consentirgli di comandare nelle fasi più importanti della partita, l’avvio, il tiebreak – davvero ben giocato – e il secondo set, eccellente in ogni fase o colpo.
    Servizio e diritto hanno funzionato bene, con palle più cariche di spin e poi bordata a chiudere, bene anche il back di rovescio, con il quale spesso ha ripreso campo. Ma tutto parte dall’attitudine, dalla lucidità e focus, davvero importanti nel gioco di Musetti oggi e da diverse settimane. I risultati parlano chiaro e il suo torneo parigino continua. Contro Fritz, giocando con questa qualità e intensità, può assolutamente vincere e perché no, continuare a sognare una medaglia.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Lorenzo inizia benissimo il match in risposta, i suoi colpi sono profondi e precisi. Sul 30 pari con uno splendido rovescio lungo linea si procura una palla break, che trasforma vincendo un duro scambio, classico “da terra”. Anche il servizio del toscano è subito in ritmo, a 15 consolida il vantaggio sul 2-0. Navone col suo pressing non così profondo non riesce a mettere in difficoltà Musetti, davvero molto solido, bravo strappare un’altra palla break nel terzo game. Se la gioca benissimo! Alza la parabola col diritto carico di spin inside out, aprendosi così l’angolo e infilando con un’accelerazione perfetta lungo linea. 3-0 con doppio break per Lorenzo. Anche il secondo turno di battuta dell’allievo di Tartarini è tranquillo, veleggia sicuro sul 4-0, poi Navone finalmente riesce a muovere lo score con un tennis più aggressivo e piedi ben dentro al campo (4-1). Nel sesto game arrivano i primi problemi per Musetti: la prima palla non lo aiuta e Navone risponde con grande aggressività. 15-30 e poi 15-40 con un errore di rovescio (un po’ di fretta nel cercare la sbracciata lungo linea). Lorenzo cancella la prima palla break con un rovescio vincente splendido, ma crolla troppo in difesa sulla seconda, tanto da sbagliare l’ennesima rincorsa. Recupera un break Navone, 2-4 e poi 3-4. Musetti ritrova smalto al servizio e interrompe il momento del rivale, 5-3. C’è più equilibrio adesso negli scambi, Navone ha trovato fiducia e i suoi colpi – il diritto in particolare – sono più incisivi. Musetti serve per il set sul 5-4. Parte male, errore in spinta poi si butta a rete ma sbaglia i tempi dell’attacco e la volée, difficile, muore in rete. 0-30. Sparacchia poi un diritto dopo il servizio, cadendo indietro, e la palla scappa via. 0-40, tre palle del contro break per Navone. Il break arriva subito, un taglio di rovescio si ferma in rete. Un break doloroso, senza che l’argentino abbia fatto niente di incisivo. 5 pari. Non un bel momento per Lorenzo, ha perso profondità con i colpi ed è costretto a remare, mentre nella prima fase del match era al controllo delle operazioni. Navone spinge col suo ritmo, si porta 6-5 (con parziale di 5-1 dal 1-4). Lorenzo si riprende, palle più veloci e diritti pesanti. A zero sale al tiebreak. Mariano sbaglia un diritto nel primo punto, classico gratuito; Lorenzo ricambia il favore nel terzo, 2-1, quindi entra deciso nel campo dalla risposta e allunga di nuovo (3-1). Esagera col rovescio l’argentino, 4-1 Musetti, e si gira 5-1 dopo una prima di servizio perfetta. Arrivano ben 4 palle set per l’italiano sul 6 punti 2. Basta la prima, il forcing di Musetti è premiato. 7 punti a 2. Dopo lo spavento per la rimonta, il toscano ha imposto la sua maggior qualità al momento decisivo. 48% dei punti vinti in risposta per Lorenzo, e meno errori.
    Il secondo set inizia con un duro turno di battuta di Musetti, c’è lotta e intensità. Dopo 14 punti (senza concedere palle break) l’azzurro se lo aggiudica. Più comodo l’avvio di Navone, ha conquistato campo ma sbaglia di più. Sul 2-1, in risposta, Musetti alza il livello: due cambi di ritmo, uno più bello dell’altro, poi alza il muro in difesa e si prende a 15 un break che lo manda avanti 3-1. Cerca la massima spinta Navone, ma l’azzurro regge bene, lavora la palla col back e spinge col diritto lungo linea da sinistra, situazione tattica che gli ha portato punti pesanti nel match. Con un buon game di battuta, Lorenzo vola 4-1. Quando la prima di servizio di “Muso” è in campo, tutto il suo tennis scorre più fluido e offensivo, è molto rapido a fare un passo avanti e comandare. E la risposta di Navone non sempre è continua o incisiva. Si complica però il settimo game, da 30-0 si va ai vantaggi. Un ace arriva al momento giusto, poi una seconda carica di rotazione. 5-2 Musetti. “È buonaaaa” urla Lorenzo dopo aver colpito un altro grande rovescio lungo linea ai vantaggi che gli vale il primo match point. Lo salva Navone, paziente nel colpire la palla con accuratezza e guadagnare lentamente campo. Con grinta e gambe Mariano salva il game, resta in contatto sul 3-5. Musetti serve per chiudere. E, contrariamente al rush finale del primo parziale, serve bene. 4 ottime prime, di fatto non si gioca. Game Set Match Musetti! Vittoria meritata, gli vale gli ottavi di finale. Riceve un bell’applauso dal pubblico. Il suo sorriso rilassato e convinto è il segnale della soddisfazione per una partita ben condotta e vinta meritatamente. Anche un abbraccio con il presidente CONI Malagò. La corsa di “Muso” ai giochi continua.

    Lorenzo Musetti vs Mariano Navone ATP Paris Olympics Lorenzo Musetti [11]760 Mariano Navone630 Vincitore: Musetti ServizioSvolgimentoSet 3ServizioSvolgimentoSet 2Lorenzo Musetti 15-0 30-0 40-05-3 → 6-3Mariano Navone 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-405-2 → 5-3Lorenzo Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-404-2 → 5-2Mariano Navone 15-0 30-0 40-04-1 → 4-2Lorenzo Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 40-303-1 → 4-1Mariano Navone 0-15 0-30 15-30 15-402-1 → 3-1Lorenzo Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-401-1 → 2-1Mariano Navone 0-15 15-15 15-30 30-15 40-15 40-301-0 → 1-1Lorenzo Musetti 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0-0* 1*-0 2*-0 2-1* 3-1* 4*-1 5*-1 5-2* 6-2*6-6 → 7-6Lorenzo Musetti 15-0 30-0 40-05-6 → 6-6Mariano Navone 0-15 0-30 15-15 30-15 40-15 40-305-5 → 5-6Lorenzo Musetti 0-15 0-30 0-405-4 → 5-5Mariano Navone 15-0 30-0 40-05-3 → 5-4Lorenzo Musetti 15-0 30-0 40-04-3 → 5-3Mariano Navone 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-404-2 → 4-3Lorenzo Musetti 15-0 15-15 15-30 15-40 30-404-1 → 4-2Mariano Navone 0-15 15-15 40-154-0 → 4-1Lorenzo Musetti 0-15 15-15 30-15 40-15 40-303-0 → 4-0Mariano Navone 0-15 15-15 30-15 30-30 30-402-0 → 3-0Lorenzo Musetti 15-0 30-0 40-0 40-151-0 → 2-0Mariano Navone0-15 0-30 15-30 30-30 30-400-0 → 1-0 LEGGI TUTTO