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    ITIA torna sul caso Sinner: “Il modo in cui gestiamo i casi non cambia, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto”

    International Tennis Integrity Agency

    Karen Moorhouse, CEO di ITIA, ha pubblicato una nota per rispondere alla forte attenzione mediatica generata dal “caso Clostebol” che ha visto protagonista Jannik Sinner. La decisione senza precedenti di WADA di ricorrere in appello al CAS di Losanna contro la sentenza di un tribunale indipendente – che ha scagionato totalmente l’azzurro nonostante le due positività dello scorso marzo – ha provocato un vero terremoto di reazioni, e anche una certa confusione sul ruolo dell’International Tennis Integrity Agency, organo indipendente nato del 2021 per volere congiunto di ATP, ITF, WTA e tornei del Grande Slam per promuovere, incoraggiare, migliorare e salvaguardare l’integrità dei loro eventi professionistici in tutto il mondo. Moorhouse nella sua nota sottolinea come non ci sia alcuna disparità di trattamento tra i vari giocatori: ogni caso è unico, quindi ha le sue peculiarità, ma è trattato con lo stesso rigore e applicazione delle regole. Riportiamo la parte iniziale della dichiarazione, quella che riguarda principalmente l’eco provocata dalla vicenda che ha coinvolto Sinner.
    “Il terzo trimestre del 2024 ha comprensibilmente suscitato molto interesse e commenti sui processi antidoping del tennis, in seguito alla pubblicazione della decisione di un tribunale indipendente di non colpevolezza o negligenza nel caso di Jannik Sinner” scrive Moorhouse sul sito ufficiale ITIA. “Il processo di gestione dei casi antidoping è complesso e comprendiamo che può essere difficile comprendere le differenze di esito o le incongruenze percepite nel processo. Per essere assolutamente chiari, il processo è definito dal Codice mondiale antidoping, stabilito dall’Agenzia mondiale antidoping e dal Programma antidoping del tennis. Il modo in cui gestiamo i casi non cambia, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto. Il modo in cui si svolge un caso è determinato dalle sue peculiari circostanze, dai fatti e dalla scienza”.
    “Nel caso di Sinner, comprendiamo che l’attenzione dell’appello è rivolta all’interpretazione e all’applicazione delle regole da parte del tribunale indipendente quando si determina quale, se presente, livello di colpa è applicabile al giocatore, piuttosto che all’indagine dell’ITIA sui fatti e sulla scienza. Detto questo, riconosciamo che è nostra responsabilità lavorare con i membri della famiglia del tennis per garantire che ci sia fiducia nel processo e invitiamo a dialogare con i giocatori, i loro rappresentanti e i media su questo”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Six Kings Slam “Inguardabile”. Infuriano le polemiche per le pessime riprese tv

    La ripresa tv del campo a Riyadh

    “Inguardabile”. “Ma hanno mai visto come si riprende il tennis in tv?”. “Non si vede la palla e non si capisce come si svolge il gioco”. “Riprendono il campo da uno dei grattacieli di Riyadh?”. Queste sono solo alcune – e tra le più garbate… – critiche mosse da appassionati ed addetti ai lavori all’organizzazione della ricchissima esibizione “Six Kings Slam” per quanto riguarda l’inquadratura del campo di gioco per l’emissione televisiva. La scelta di posizionare le cineprese del campo così in alto e con una prospettiva che schiaccia completamente la prospettiva di gioco ha penalizzato, quasi mortificato, la visione per gli spettatori tv.
    Ad amplificare la delusione generale del pubblico globale anche lo scarno spettacolo tecnico offerto dalle prime due partite disputate, con Sinner e Alcaraz che hanno dominato rispettivamente Medvedev e Rune, due partite senza storia e davvero poco attraenti. La prima giornata della tanto conclamata esibizione in Arabia Saudita non ha assolutamente rispettato le aspettative. Dure le parole del quotidiano AS di Madrid: in articolo si sottolinea  come quest’evento non sia altro che l’ennesimo tentativo di “sportwashing”, ossia usare il fascino e richiamo dello sport da parte di una persona, organizzazione o stato per migliorare la propria reputazione, senza una vera passione sportiva alle spalle.

    The Six Kings Promo > > > > >
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    Mark Petchey critica il Six Kings Slam: “Aiuta lo sport?”

    Nadal in un frame del promo dell’esibizione saudita

    Oltre i nomi dei sei grandi tennisti, c’è un enorme battage promozionale a sostenere la ricchissima esibizione di Riyhad “Six Kings Slam”, che oggi vede in campo tra gli altri Sinner e Alcaraz. Ma non mancano le voci critiche a quest’evento, in un periodo nel quale si parla insistentemente dell’eccesso di impegni per i giocatori, stagione troppo lunga, fisici stressati e quant’altro. L’ex pro britannico Mark Petchey, oggi stimato analista di Tennis Channel, sul social X pone alcuni interessanti interrogativi su quest’esibizione, e anche su come è stata presentata a livello visivo.
    “Cosa pensa la gente del fatto che l’esibizione Six Kings sia stata forzata in una settimana che finisce per distogliere l’attenzione dagli eventi più piccoli che sono alla disperata ricerca di spettatori e attenzione sui giornali? Diminuisce il valore dei 250? Aiuta lo sport? L’immagine poi sembra quella dei Sei Re del Deserto e dei contadini europei”, scrive Petchey.

    What’s everyone feeling about the Six Kings exhibition being crowbarred into a week that takes the focus off the smaller events that are desperate for eyeballs and column inches?
    Does it diminish the 250’s standings?
    Does it help the sport?
    The optics feel like the Six Kings…
    — Mark Petchey (@_markpetchey) October 16, 2024

    Moltissimi i commenti degli appassionati a questo post, che vanno dal “È solo marketing”, a “Nessun interesse per quest’evento”, a critiche ancor più severe, come quello di esser usata solo per scopi politici e farsi belli agli occhi del mondo, in modo da mascherare i gravi problemi di democrazia e sociali presenti nel paese. Più interessante l’idea di un appassionato che così argomenta: “Non dobbiamo essere contrari alle esibizioni ma al momento in cui vengono fatte. Come anche la Laver Cup, dovrebbe svolgersi o a fine anno o prima che inizi la stagione in Australia, allora avrebbe un senso”.
    Tireremo le somme a fine evento, ma certamente resta una novità che fa discutere.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Binaghi: “Sinner non meritava questo trattamento. È un esempio di massima correttezza”

    Angelo Binaghi, Presidente FITP

    Il presidente della FITP Angelo Binaghi è tornato sul “caso Clostebol”, difendendo a spada tratta Jannik Sinner e riflettendo sul trattamento immeritato ricevuto dal nostro campione, vero esempio di lealtà e correttezza. Così Binaghi ha parlato nel corso del programma “La Politica nel pallone” su Gr Parlamento: “Il ricorso della Wada al TAS? È un caso molto eclatante, è il giocatore più forte al mondo e si presta a valutazioni molto differenti rispetto ad un caso normale. Le motivazioni credo siano su aspetti psicologici. Noi abbiamo grande fiducia nel TAS, neanche la WADA pensa di riqualificare quello che è successo che è chiarissimo. Stiamo parlando di un campione che gioca i tornei anche da un punto di vista comportamentale e con correttezza estrema. Oramai l’appello della WADA è sulla corretta applicazione a questa storia, ricostruita bene dalle norme in essere, un incidente totalmente fortuito”.
    ”Credo che il peggio sia passato. Sinner è un esempio di massima correttezza, riuscire a tenere nascosto e non poter sfogare questa problematica per mesi, dove sei sottoposto ad uno stress gigantesco, credo sia stata un’impresa titanica. Ha poi subito la grande valanga mediatica il giorno dopo, quando la notizia è stata resa pubblica. Ora aspetteremo il giudizio del TAS però credo che la parte più acuta della tempesta sia passata felicemente ed egregiamente. Il ragazzo non meritava questo trattamento e questi mesi di grandi difficoltà che ha passato ma la strada ora è in discesa. In questi mesi la sua più grande preoccupazione era che la gente gli credesse. Queste cose credo siano nell’evidenza dei fatti e che l’opinione pubblica abbia capito che si tratta di un banalissimo incidente, sono fiducioso che gran parte della tempesta è passata. Oggi abbiamo un campione e domani avremo un campione ancora più forte e maturo. Quando si chiuderà la vicenda? Non credo si risolverà entro l’anno” conclude Binaghi
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    PTPA ha inviato una lettera formale di protesta all’ITIA per presunti comportamenti inappropriati degli investigatori (come il sequestro dei cellulari dei tennisti e minacce)

    Il sistema di controllo dell’integrità nel tennis è messo sotto accusa

    Arriva dagli Stati Uniti una rivelazione sconcertante sul sistema investigativo dell’ITIA, la International Tennis Integrity Agency preposta alla salvaguardia delle regole fondamentali della disciplina, in primis la lotta al doping e alle scommesse. Secondo quanto riporta il New York Times, Ahmad Nassar, direttore esecutivo della Professional Tennis Players Association (PTPA) ha indirizzato una lettera formale a Karen Moorehouse, amministratore delegato dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) nella quale denuncia pratiche scorrette degli investigatori dell’ITIA, che sarebbero arrivati in alcuni casi al sequestro dei telefoni cellulari personali dei giocatori, molestie alle loro famiglie e minacce di sanzioni e sospensioni qualora se non avessero fatto immediatamente ciò che veniva loro richiesto.
    “I resoconti che abbiamo ricevuto dimostrano che il processo investigativo dell’ITIA è sbagliato e che gli investigatori dell’ITIA stanno abusando del loro ruolo”, scrive Nassar nella lettera, che il quotidiano ha visionato. “Mentre ci auguriamo che questi incidenti violino i protocolli investigativi dell’ITIA, visti i reclami, crediamo che ci siano difetti al centro del modo in cui l’ITIA si comporta”.
    Nassar, che guida la PTPA insieme a Djokovic, ha affermato a “The Athletic” che più di 10 tennisti hanno contattato la PTPA negli ultimi mesi per denunciare un trattamento aggressivo da parte degli investigatori ITIA. Uno di loro – coperto da anonimato poiché rivelare il nome indicherebbe che è sotto inchiesta – ha affermato che gli investigatori gli hanno chiesto di consegnare il suo telefono e hanno minacciato di sospenderlo provvisoriamente se avesse contattato un avvocato prima di farlo. Altri giocatori hanno affermato di essere stati minacciati di divulgazione pubblica di una sospensione provvisoria per una sanzione non meglio specificata. La PTPA non ha rivelato se queste accuse fossero legate a un procedimento antidoping o anti-corruzione, e una nota a piè di pagina nella lettera di Nassar ha parlato in modo generico di investigatore riferendosi a “tutti gli individui che agiscono sotto il controllo dell’ITIA”.
    In una dichiarazione a “The Athletic” rilasciata tramite Adrian Bassett (il portavoce capo dell’ITIA), l’agenzia ha definito le accuse come “gravi, ma generiche” e ha affermato che avrebbe indagato su qualsiasi accusa specifica di comportamento improprio. “Attualmente crediamo che gli investigatori ITIA lavorino secondo le regole, con rispetto e riflettendo i nostri valori”, ha tagliato corto Basset. L’agenzia ha aggiunto che le procedure per emettere una sospensione provvisoria sono chiaramente descritte nel suo elenco di regole in materia di antidoping e anticorruzione, e che mai è presa alla leggera la decisione di sequestrare il telefono cellulare di un giocatore. “Deve essere necessario, proporzionato e legittimo. Non richiederemo un dispositivo senza una piena considerazione sia delle informazioni ricevute, sia dell’impatto che avrà sull’individuo”.
    Secondo le persone coinvolte nella stesura della lettera all’ITIA, che hanno parlato in condizione di anonimato per delineare la situazione, la lettera emessa all’ITIA ha segnato un cambiamento nella strategia della PTPA nel modo in cui interagisce con le organizzazioni più influenti nel tennis. Nassar in pratica ha preso spunto dall’azione operata dal potente studio legale Weil, Gotshal e Manges, che ha agito per conto della NFL e della NBA, le due massime leghe dello sport statunitense, incaricando lo studio legale di rappresentare l’organizzazione e di esplorare potenziali contenziosi e altre azioni di tutela contro gli organi di governo che hanno controllato il tennis negli ultimi cinquant’anni, ovvero ATP e WTA e i quattro tornei del Grande Slam, tutti citati in copia nella lettera. Anche James Quinn, ex socio di Weil e avvocato specializzato in ambito sportivo, è stato coinvolto dalla PTPA in questa azione. “Se guardiamo il tennis e il modo in cui tratta i giocatori, è fondamentalmente come l’era pre-Neanderthal”, afferma Quinn, “Questa è una zona di fuoco”.
    Secondo quanto riporta il New York Times, la lettera di Nassar all’ITIA chiedeva una risposta entro il 15 ottobre, includendo anche domande sulle qualifiche e la retribuzione degli investigatori e degli ufficiali di controllo antidoping incaricati di raccogliere l’urina dai giocatori per i test nei tornei e a sorpresa. Inoltre hanno chiesto come l’ITIA bilancia il principio legale della presunzione di innocenza con il suo sistema di sospensione, secondo il quale un giocatore che non presenta ricorso con successo contro la sospensione provvisoria che deriva da un test antidoping positivo viene rivelato pubblicamente e allo stesso tempo sospeso dall’attività professionistica mentre viene condotta l’indagine ITIA completa sul suo test. Nassar ha anche chiesto chiarezza sulla natura delle prove che l’ITIA richiede per avviare un’indagine, che si tratti di doping o anticorruzione, che possono includere partite truccate e scommesse da parte di giocatori o arbitri. “I giocatori vogliono un gioco regolato da fair play e integrità, ma non meritano di essere soggetti a maltrattamenti investigativi arbitrari e autoritari”, così si conclude la lettera della PTPA.
    “I giocatori sottoscrivono queste regole per partecipare a eventi gestiti dai nostri finanziatori (ATP, WTA, Grand Slam e ITF)”, ha affermato l’ITIA. “Le sospensioni provvisorie non possono essere emesse senza giusta causa, esiste un processo rigoroso a cui si aderisce e un processo di appello indipendente per i giocatori”.
    La mossa della PTPA è di una certa rilevanza poiché denuncia una situazione che, se provata, provocherebbe un vero e proprio terremoto nel sistema di controllo dei tennisti, sia per la questione doping che scommesse. Mentre il mondo del tennis attende con ansia la conclusione dell’appello inoltrato da WADA sul “caso Clostebol” di Jannik Sinner, il sistema di controllo della disciplina appare sempre più nell’occhio del ciclone.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Wimbledon: addio giudici di linea dal 2025 e finali di singolare alle ore 17

    Wimbledon, i giudici di linea

    Wimbledon non è solo il torneo più antico e prestigioso del nostro sport, è anche custode di antiche tradizioni non scritte nei codici che regolano la disciplina ma iconiche dell’evento e dello sport in generale. Dall’anno prossimo, andrà nei libri di storia un piccolo pezzo dei Championships: il torneo infatti si affiderà totalmente alla tecnologia per le chiamate delle palle di gioco, addio quindi ai giudici di linea. Lo scrive in esclusiva l’edizione londinese del Times. Dopo 147 anni, i Championships mandano in pensione quel manipolo di grandi appassionati ed esperti del gioco che presenziavano i tornei in ogni match e chiamavano la palla “out”. Erano anche un pezzo di colore, con le loro divise – ormai griffate – ma estremamente eleganti.
    “La decisione di introdurre Live Electronic Line Calling ai Championships è stata presa dopo un significativo periodo di riflessione e consultazione”, ha affermato l’amministratore delegato dell’All England Club Sally Bolton. “Dopo aver esaminato i risultati dei test svolti quest’anno, riteniamo che la tecnologia sia sufficientemente solida e che sia giunto il momento di compiere questo importante passo per raggiungere la massima precisione nel nostro arbitraggio. Per i giocatori, offrirà loro le stesse condizioni in cui hanno giocato in numerosi altri eventi del tour. Prendiamo molto seriamente la nostra responsabilità di bilanciare tradizione e innovazione a Wimbledon. i giudici di linea hanno svolto un ruolo centrale nell’assetto arbitrale del nostro torneo per molti decenni e riconosciamo il loro prezioso contributo e li ringraziamo per il loro impegno e servizio”.
    Il sistema elettronico di revisione della palla (Hawk-Eye) entrò sul Centre court di Wimbledon e sul campo 1 dall’edizione 2007. Il primo a sfruttarlo fu Tejmuraz Gabasvili, nell’incontro che aprì il torneo contro il campione in carica Roger Federer. Il sistema è stato utilizzato per moltissimi anni per controllare se la chiamata dei giudici di linea (o del giudice di sedia) fosse corretta o meno, con 3 Challenger per set per ogni giocatore, più un quarto se il set fosse terminato al tiebreak. La tecnologia è andata avanti, sempre più perfezionata, fino al 2020 quando al torneo ATP Winston-Salem e successivamente a US Open il sistema “Hawk-Eye live” ha del tutto sostituito la presenza umana in campo, con il solo giudice di sedia a controllare la partita.
    L’ATP ha da tempo annunciato che dall’anno prossimo ogni torneo sarà senza giudici di linea, anche se resta qualche dubbio sulla terra battuta, dove più di una volta il sistema di controllo elettronico attualmente in vigore ha mostrato qualche difetto. Per questi molti spingono per la tecnologia alternativa al “falco”, quella con telecamere ad altissima frequenza che immortalano visivamente il reale tocco della palla sul campo, invece della simulazione al computer, per quanto affidabile. Gli Slam tuttavia amministrano il torneo con loro regole, fuori dall’ATP, non era scontato che i Championships scegliessero di abbandonare totalmente i giudici di linea. Oggi arriva l’annuncio di Wimbledon. Il futuro, avanza.
    Inoltre Wimbledon annuncia anche un cambiamento significativo riguardo al weekend conclusivo del torneo. Infatti le due finali di singolare, femminile al sabato e maschile alla domenica, inizieranno più tardi, passando dalle ore 14 di Londra alle ore 16 (le 17 in Italia). Le finali dei doppi invece inizieranno alle ore 13 locali, quello maschile al sabato, quello femminile alla domenica. “I doppisti che si sfideranno nelle finali avranno una maggiore certezza sul loro programma e i tifosi potranno godersi ogni giorno di gioco, mentre si avvicina il momento culminante delle finali di singolare femminile e maschile, con i nostri campioni incoronati di fronte al più vasto pubblico possibile a livello mondiale”, ha affermato Bolton. Una frase che fa pensare ad una decisione spinta dall’audience tv, probabilmente maggiore a metà pomeriggio.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Kyrgios si scaglia contro Bernardes: “Doveva essere cacciato anni fa”

    Nick Kyrgios

    “Non solo Sinner…”. Stavolta l’irascibile Nick Kyrgios si scaglia con veemenza contro il giudice di sedia Carlos Bernardes, protagonista di un clamoroso errore nel punteggio nel corso del match tra Wawrinka e Cobolli. Commentando una clip dell’accaduto sul social X, l’australiano esterna tutta la sua rabbia: “Bernardes doveva essere licenziato anni fa. Come è successo tutto questo?”.

    BERNARDES SHOILD OF BEEN FIRED YEARS AGO. HOW DOES THIS HAPPEN. Potato.
    — Nicholas Kyrgios (@NickKyrgios) October 8, 2024

    Kyrgios ha il dente avvelenato contro l’arbitro brasiliano per quel che accadde nel 2022 a Miami, una plateale protesta e penalty point subito. Allora Nick così commentò il fatto: “È necessario prendere un nuovo gruppo di arbitri, questi ragazzi non sanno fare un cazzo.Walky-talkie che si spengono. È uno scherzo. Lui è uno scherzo. Sbarazziamoci di ogni singolo membro dello staff e ricominciamo da capo. Tutto. Gestirò io lo sport. Potrei fare un lavoro 100 volte migliore. Marketing. È tutto mercato. Voi ragazzi non ne avete idea. Nessuna. Voi non sapete nemmeno arbitrare bene.”
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Arbino: “L’addio con Sonego è stata una brutta botta. Travaglia? Stiamo cercando di ritrovare il suo miglior servizio”

    Giampiero Arbino

    Giampiero “Gipo” Arbino ha rilasciato una bella intervista a Super Tennis, nella quale si parla soprattutto del suo presente dopo la dolorosa separazione da Lorenzo Sonego, portato al n.21 del mondo dopo una vita passata insieme. Il coach piemontese si è legato da qualche settimana a Stefano Travaglia con l’obiettivo ambizioso di tornare in top 100 ATP alla fine del 2025, ma segue anche la giovane promessa Lucrezia Musetti. Riportiamo i passaggi più salienti dell’intervista.
    “(L’addio con Sonego) È stata una brutta botta. Con lui sono rimasto in buoni rapporti anche se non ci sentiamo più. A questo punto, per me è molto importante guardare avanti e soprattutto aver trovato due ragazzi che mi stimolano. L’esperienza con Lorenzo mi ha fatto crescere come coach, anche grazie a palcoscenici importanti. Ho incontrato persone capaci e straordinarie e vissuto situazioni di altissimo livello che mi hanno formato e fatto crescere professionalmente. Ora sono pronto ad aiutare altri atleti”.
    Dopo la separazione con Sonego non si aspettava di ripartire così presto: “A dire la verità era un periodo nel quale avrei voluto stare un po’ tranquillo e riassestarmi dopo quello che per me è stato un grande lutto, almeno così io ho vissuto la separazione da Lorenzo. Continuavo con la mia attività di consulente allo Sporting Club Torino, facendo quello che mi è sempre piaciuto fare, cioè guardare crescere i ragazzini e aiutarli per quelle che sono le mie possibilità. A fine luglio mi ha chiamato il manager di Travaglia, Luca Del Federico, dicendomi che Stefano aveva bisogno di una figura speciale. Era convinto che io fossi la persona giusta”.
    “Con Travaglia abbiamo vissuto insieme un’esperienza in Coppa Davis e mi ha sempre dato l’impressione di essere un bravissimo ragazzo. Ho chiesto di poter avere un periodo di prova per capire che persona fosse, e viceversa se anche lui avesse il giusto feeling con me. Abbiamo lavorato 15 giorni insieme qui allo Sporting Torino e poi siamo partiti per giocare la Bundesliga in Germania”.
    Questi i piani di lavoro con “Steto” secondo la visone di Arbino “Ho evidenziato alcune criticità che non mi aspettavo. Il servizio, rispetto a come me lo ricordavo, era molto peggiorato e il suo modo di giocare era troppo attendista con un rovescio che usciva solo piatto. Per cui c’erano diversi aspetti su cui lavorare fin da subito. Travaglia tecnicamente ha ancora degli ottimi piedi e un gran diritto. Come detto, aveva anche un ottimo servizio ma dopo l’operazione al gomito lo aveva perso. Adesso stiamo cercando di ritrovarlo e ci sono buoni segnali. Come persona è un ragazzo aperto e pronto a mettersi in gioco, aggiungendo anche cose nuove al suo ampio bagaglio”.
    La nuova collaborazione ha portato subito risultati importanti: “Dopo un periodo in cui non vinceva più una partita, ha fatto tre semifinali nei tre Challenger a cui ha preso parte (Todi, Como e Genova, ndr.) e in una, nell’Atp 125 ligure, purtroppo si è dovuto ritirare È stato possibile perché ho trovato in Stefano una persona splendida con cui inseguire un obiettivo ambizioso. Obiettivi? A lungo termine l’obiettivo è quello di rientrare nei 100 Atp entro la fine del 2025. Mentre, in quel che resta di questa stagione, proveremo ad avvicinarci a un ranking intorno al 150. Abbiamo ancora 7 tornei Challenger da giocare”.
    Non solo Travaglia, Arbino lavora anche con la 17enne Lucrezia Musetti. Un duplice impegno: “Non è così difficile anche perché io dedico loro una quindicina di settimane a testa per i tornei o poco più, che sono comunque meno delle quaranta abbondanti che dedicavo a Sonego. Poi, certo, sono situazioni diverse ma devo dire che per tanto tempo ho allenato ragazze e seguo con passione il tennis femminile. Ma soprattutto, questa ragazza mi piace caratterialmente così come Travaglia. Sono persone con cui si lavora bene. Ho avuto anche altre offerte di lavoro ma ho scelto loro proprio perché a livello umano mi piacciono tanto”.
    Giampiero non è più un ragazzino, ma non ha ancora voglia di pensare alla pensione: “Gli stimoli me li danno i ragazzi e soprattutto la grande passione per questo meraviglioso sport. A me non piace uniformarmi. Io sono come sono: se piaccio bene, altrimenti ognuno per la sua strada. Sono nato dal nulla e quando ho conosciuto il tennis ho anche trascurato i miei affetti per questo sport. Per me il tennis è linfa vitale”.
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