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    Chi per il dopo Cahill? Questo il nome più “funzionale”

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    La miglior risposta alla domanda inserita nel titolo è banalmente… Darren Cahill. “Proverò a farti cambiare idea” afferma Jannik Sinner nel corso della premiazione dell’Australian Open 2025, ma conoscendo il rigore, fermezza e serenità del coach australiano, non sarà facile per il n.1 far tornare l’allenatore sui propri passi e così continuare il percorso vincente di tennis e di vita. Sinner in un dopo partita a Melbourne l’ha combinata “grossa”, si è fatto scappare che Cahill avrebbe deciso di fermarsi al termine di questa stagione. Non lo doveva dire, si è scusato col coach che con un sorriso e una pacca sulla spalla l’ha rassicurato, tutto ok. Questo è uno dei segreti del “Little killer”, il modo in cui prende il lavoro e la vita. È sereno perché è forte delle sue idee e sicuro della sua condotta, irreprensibile, tanto da emanare un carisma e una positività che magicamente contagia chi gli sta intorno e diventa uno scudo potentissimo contro ogni avversità. Mi piace definire Cahill il più grande ammiraglio del tennis mondiale, nessuno ha navigato tutti i mari della disciplina quanto lui, conosce il gioco e sente come pochi altri lo spirito umano. Ha empatia, sa ascoltare e parla poco, centellinando le sue parole che diventando dardi al miele pronti a colpire il cuore e la testa dei suoi assistiti. Ho avuto la fortuna di fare una chiacchierata con lui a Roland Garros qualche anno fa. È impressionante il carisma che emana, la sua straordinaria passione per il gioco e per comprendere la personalità di chi gli sta di fronte. Con lui entri spontaneamente in sintonia quando avverte che dall’altra parta c’è disponibilità al confronto, e tutto diventa come magico. È il Re Mida del tennis perché è oculatissimo a scegliere con chi lavorare, persone disponibili ad aprirsi e capire senza pregiudizi, e il suo contributo diventa eccezionale perché riesce a toccarti dentro e ti cambia. In meglio.
    Nell’ambiente già lo scorso autunno girava la voce di un possibile clamoroso addio di Cahill dopo le ATP Finals. L’indiscrezione è rimasta riservata, ma ammetto che nel corso di ogni press conference di Sinner a Torino avevo il timore che lui o Jannik potessero uscire con questa cosa, soprattutto il giorno della vittoria. Per fortuna la cosa è rientrata, almeno per il 2025, ma pare che questa possa essere davvero l’ultimo ballo del coach. È comprensibile. Darren è persona che ama terribilmente il tennis e l’ambiente, stare sul campo e con persone eccellenti umanamente come Jannik, ma sono 40 anni che gira per il mondo, la fatica inizia a farsi sentire. Anche la difficoltà di prendere di petto – forte della sua esperienza – la bomba atomica scoppiata lo scorso marzo con la positività al Clostebol avrà sicuramente pesato, quei mesi gestiti in prima persona saranno pesati come anni sulle sue spalle… se lascia è comprensibile e va solo ringraziato per la qualità che ha portato nel tennis, da Hewitt a Sinner passando per Agassi e tanti altri. Soprattutto, se Jannik non riuscirà a convincerlo e dopo le prossime Finals sarà addio, chi scegliere al suo posto? Un bizzarro “toto allenatore” calcistico è già scattato prontamente, con i nomi più strani e improbabili. Eppure una soluzione, la più funzionale, credo ci sia.
    Becker, Agassi, Ljubicic, Moya, Norman, McEnroe… questi alcuni dei nomi usciti. Scarterei immediatamente il grande mancino newyorkese. John ha indubbiamente carisma e il gioco lo conosce, ma il coach non l’ha mai fatto per davvero e soprattutto è personaggio fuori dagli schemi, un front runner abituato a far tutto a modo suo. Un carattere estremo che ritengo possa aver più di una difficoltà ad inserirsi in un team consolidato e sereno senza portare rotture e squilibri. Uno dei segreti di Sinner è la serenità che cerca intorno a sé. Inserire nelle sue routine e giornate una persona come McEnroe potrebbe rivelarsi un detonatore, per quanto la visione dell’americano possa anche essere di un certo interesse da un punto di vista tecnico.
    A livello umano, di serenità, cultura del lavoro e attitudine a fare squadra, assai meglio allora Carlos Moya, attualmente disoccupato dopo il ritiro dell’amico Nadal. Anche questa strada tuttavia non so quanto sia praticabile, perché il bel Carlos ha accettato di lavorare con Rafa perché i due sono amici da sempre, e tra conterranei come loro si crea una condivisione naturale. Oltretutto l’apporto di Moya al gioco già fortemente strutturato di Nadal è stato quasi minimo, gli è sicuramente servito più a livello umano di vicinanza e condivisione, una persona forte e amica al fianco. Se Sinner sarà costretto a trovare un nuovo membro del suo tennis, ritengo sia meglio inserire qualcuno che possa portare novità a livello di gioco. Moya magari può farlo, ma… non so se avrà voglia di farlo e per lui sarebbe una novità farlo. Lo vedo sinceramente di più a lussureggiare sulle spiagge della sua Maiorca che in giro con Sinner per una nuova avventura tennistica.
    Chi invece è sempre sul pezzo e lavora tutto l’anno con passione è Magnus Norman, che oltre alla sua avviata accademia (GTGT in Svezia) ha accettato di accompagnare di nuovo Wawrinka nella fase conclusiva della sua bellissima carriera. Norman è uomo di campo e di gioco. Ha dato un contributo eccellente a far esplodere il talento di Dimitrov, dando struttura a un gioco un po’ debole nel complesso, e convinto Wawrinka a lavorare come un pazzo per far diventare quelle “sassate” in spinta un tennis più completo e continuo. I risultati parlano per lui. Da buon svedese è persona seria e serena, quindi la sua candidatura è tutt’altro che peregrina, e già infatti se n’è era parlato per Sinner quando avvenne il traumatico distacco da Piatti. C’è una sola cosa che forse stride a quest’ipotesi: Norman è forse “troppo simile” a Vagnozzi, hanno due approcci quasi identici. Forse Jannik avrebbe bisogno di un supporto diverso, che sia un valore aggiunto e non un tecnico-2.
    In questo potrebbe allora funzionare Andre Agassi. Carisma totale, grandissimo amico di Cahill, per assurdo sarebbe un passaggio di testimone quasi indolore. E vi sono anche molte analogie tecniche tra Sinner e Agassi. “A volte ci sentiamo e mi interessa molto sentire il suo parere su Jannik”, ha affermato di recente Darren. Che sotto sotto il coach australiano non stia già lavorando alla propria sostituzione? Di sicuro il Kid di Las Vegas porterebbe nel team Sinner empatia, grande visione di gioco, quella stessa cultura del lavoro e del dettaglio che proprio grazie a Cahill ha affinato negli ultimi anni di carriera e che la carriera gli ha allungato. È una candidatura forte, interessante e con potenziale positivo; resta da vedere se Agassi avrà voglia e tempo di seguire almeno 30 settimane all’anno Sinner. Ha moltissimi impegni nella sua Las Vegas e ultimamente si è buttato a capo fitto nel Pickleball, diventando una sorta di ambasciatore di questo nuovo sport di racchetta. Conoscendo Sinner, sceglierà una persona che stia con lui molto tempo e per lavorare, non qualcuno pronto a seguirlo “a gettone”.
    A livello di personalità, Boris Becker potrebbe essere un altro candidato, ricordando in particolare l’ottimo lavoro fatto in passato con Djokovic. Profondo conoscitore del gioco d’attacco e del servizio, ha aiutato tanto Novak a migliorare i suoi schemi offensivi, dando al gioco del serbo un’altra dimensione. Prima del suo arrivo, mai Djokovic cercava il vincente sull’uno-due, su erba le sue prestazioni ancora erano non così sicure, e i due insieme hanno iniziato a lavorare su di un servizio più efficace. La loro collaborazione si interruppe in modo un po’ brusco perché alla fine due caratteri così forti si scontrarono inevitabilmente, e Boris non è uno che ama abbassare la testa e zittirsi. Becker ha l’aura di chi tende a dominare, questo potrebbe essere il suo limite inserendosi in un team già coeso e vincente come quello di Sinner. La sensazione è che Jannik possa inserire più facilmente qualcuno che arriva con un bagaglio ricco di idee ma che non voglia a tutti i costi prendere il timone.
    Ljubicic potrebbe essere l’uomo giusto, per vari motivi. Intelligente come pochi, analizza il tennis con il dettaglio grandi, e poi basta ricordare quanto bene ha lavorato con Federer, forte dell’esperienza maturata con Riccardo Piatti. E Jannik alla fine resta un prodotto di Piatti per cultura generale e radici, quindi l’inserimento nel team Sinner per il croato sarebbe immediato. Ma Ljubo ha un impegno molto importante in FFT, e non so quanto facile possa esser per lui liberarsi, e quanto anche abbia voglia di rimettersi in gioco in prima persona ogni giorno sul tour, lasciando un incarico prestigioso – e ben remunerato – senza dover viaggiare di continuo.
    Quindi, tirando le somme, chi potrebbe essere l’uomo ideale per sostituire Cahill, oltre allo stesso Cahill? A mio avviso, se Jannik non riuscirà a far cambiare idea a Darren, dovrebbe puntare deciso su Goran Ivanisevic. Per una serie di ragioni molto semplici, e la semplicità in sistemi complessi come la gestione di un n.1 tennistico resta vincente. Goran ha ottenuto risultati eccezionali da coach sia con Cilic che con Djokovic. È stato bravissimo ad inserirsi in team già collaudati apportando del suo senza scombinare troppo quel che già funzionava. Parla pochissimo ma quelle 5-6 parole che dice sono esatte, vanno dirette al bersaglio. È ruvido al punto giusto per esser rispettato e capito, e sa stare al suo posto. Conosce alla perfezione Panichi e Badio per aver già lavorato con loro, e soprattutto potrebbe apportare nel tennis di Sinner quelle migliorie a servizio e schemi offensivi che anno aiutato Djokovic a diventare quasi imbattibile in molte stagioni passate insieme.
    Se ci pensiamo bene, la traiettoria di carriera di Sinner sta andando verso quella di Djokovic: sempre meno un tennista che spacca la palla e tira mazzate sulle righe; sempre più un giocatore completo, duttile, pronto ad attaccare per primo come attendere, difendere e contrattaccare; lucido nelle scelte, pronto a capire l’esigenza del momento e applicare lo schema più efficiente per vincere il punto. Il servizio di Jannik è molto migliorato, ma c’è ancora molto margine di crescita. Enormi sono invece gli spazi per capire, affinare e metabolizzare gli schemi offensivi, dalla scelta del momento dell’attacco, alla posizione sul campo, alla frenata per preparare l’impatto di volo e la tecnica esecutiva. Vagnozzi è maestro di tennis vero, con Ivanisevic avrebbe a suo fianco un supporto di qualità, forte di un carisma importante e grandissima esperienza. Goran è ancora giovane, motivato, pronto a rimettersi in gioco dopo la breve parentesi con Rybakina che oggettivamente ha sorpreso tutti e che tutti abbiamo pensato da subito che sarebbe durata ben poco…. Ivanisevic potrebbe essere la scelta migliore, quella più funzionale, se Cahill smetterà e se Ljubicic non si libererà. Alla fine, Sinner e il suo team sapranno scegliere al meglio. C’è tutta una stagione per pensarci ed operare la scelta più corretta. Tutto lascia pensare che non sbaglieranno. 
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    I campioni azzurri al Quirinale. Mattarella: “Grazie per gli straordinari progressi. Mi auguro che questa cerimonia diventi un’abitudine”

    La foto di rito al Quirinale

    Guidati dal Presidente FITP Angelo Binaghi, i campioni del tennis azzurro in Davis Cup e Billie Jean King Cup sono stati ricevuti al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un incontro cordiale e simpatico per celebrare i grandissimi successi dei tennisti italiani nel 2024, dalla vittoria nelle due massime competizioni a squadre per nazioni ai risultati eccezionali raccolti in singolare. Assente, come già annunciato, il leader del tennis azzurro Jannik Sinner.
    Così Sergio Mattarella ha salutato la delegazione dei nostri tennisti. “Quest’anno sono davvero lieto di poter anche dire benvenute al Quirinale. È stato un anno di grande successo: la Coppa Davis vinta per il secondo anno consecutivo, la Billie Jean King Cup. Ringrazio i presidenti Malagò e Binaghi per quanto hanno detto e Jasmine Paolini e Matteo Berrettini per le loro parole. Ho seguito tutti e due gli eventi in maniera attenta e costante, complimenti davvero. Sono due successi straordinari, ma non sono i soli. Le Olimpiadi sono state un enorme successo, con la medaglia d’oro di Sara Errani e Jasmine Paolini e il bronzo di Lorenzo Musetti. Anche il 2025 è iniziato bene, con la vittoria di Jannik Sinner all’Australian Open per il secondo anno consecutivo e con la finale di doppio di Bolelli e Vavassori, ancora una volta. La prossima volta certamente aggiungerà un altro risultato, ma le finali, raggiunte più volte, già sono un enorme risultato. Vorrei fare i complimenti non soltanto ad atleti e atlete, ma a tutti coloro che sono alla base di questi successi e ha contribuito a conseguirli. Gli allenatori: saluto con grande riconoscenza Filippo Volandri e Tathiana Garbin. Guardo sempre con grande curiosità nei cambi di campo il modo in cui vi rivolgete ad atleti e atlete. Non so se sia un lavoro tecnico o psicologico, ma è sicuramente prezioso: grazie per il vostro lavoro. Complimenti agli staff medici, ai preparatori, a tutti coloro che contribuiscono a questa grande raccolta di successi. Avete posto il tennis ad un livello di enorme popolarità nel vostro Paese e questo fa ben sperare per le nuove leve. Grazie per lo straordinario progresso. Spero divenga un abitudine, ma non è giusto né pretenderlo né chiederlo: ci sono anche gli altri e sono bravi anche loro. Però mi auguro che questa cerimonia sia una bella abitudine che si possa ripetere frequentemente nel tempo. Non è necessariamente la vittoria che suscita entusiasmo, ma il modo in cui ci si impegna”.
    Il Presidente Binaghi nel suo discorso non nasconde l’orgoglio per l’incredibile successo del tennis italiano nel 2024 e la voglia di fare ancora di più: “La Coppa Davis e la Billie Jean King Cup hanno un valore maggiore se, come nel nostro caso, sono il frutto di un lavoro di squadra e dell’armonia di un gruppo di amiche e amici che, quando giocano per la nazionale, riescono ad esaltarsi e a onorare al meglio il nostro Paese. I nostri ragazzi e le nostre ragazze trasmettono alle giovani generazioni il valore dell’amicizia, della lealtà e dello sforzo comune. E ci consentono di mostrare al resto del mondo come sappiamo fare squadra noi quando vogliamo raggiungere un grande obiettivo. Lo scorso anno avevamo espresso l’auspicio che questa bellissima cerimonia potesse diventare una consuetudine. Ci tenevamo talmente tanto che probabilmente abbiamo esagerato. Quello che i nostri ragazzi e le nostre hanno ottenuto nel 2024 non ha paragoni nella storia del tennis italiano: hanno fatto diventare la nostra nazione per la prima volta la migliore al mondo. Purtroppo non siamo riusciti a seguire le preziose indicazioni del Ministro Abodi, che ringraziamo per tutto quello che fa per lo sport italiano, che ci ha ricordato più volte come, nella vita e nello sport, bisogna saper vincere senza mai stravincere”.
    Le vittorie a squadre del 2024 continua Binaghi “valgono ancora di più delle precedenti perché è il tennis in Italia che vale sempre di più di anno in anno, in quanto è sempre più seguito, più popolare e soprattutto molto più praticato. Vogliamo far crescere ancora il tennis: pensiamo che questo debba essere il nostro contributo per avere un Paese migliore. Lo faremo con i successi dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze, con la loro semplicità e la loro grande capacità di comunicare i propri valori. Lo faremo operando in ogni modo possibile perché in tv, tutti i giorni dell’anno, tutti gli italiani di qualunque età e classe sociale possano emozionarsi con le straordinarie imprese dei nostri ragazzi. Lo faremo anche con un’azione capillare in tutte le scuole dell’obbligo del nostro Paese dove andremo a far conoscere e praticare il tennis a centinaia e centinaia di migliaia di bambini che impareranno le nostre discipline e i valori dello sport”.
    Raggiante Matteo Berrettini nel discorso ai presenti: “Per me è un’emozione grandissima. L’anno scorso ero già qui, ma con vesti diverse. Grazie ai miei compagni e alle ragazze ho avuto l’ispirazione per tornare, sognando di riportare qui la Coppa Davis. È difficile parlare, ho sempre amato lo sport, grazie alla mia famiglia e grazie a loro sono uscito da un periodo complicato, fatto di infortuni. Ringrazio loro e tutte le persone che ci hanno aiutato in questi mesi. La Davis e la Billie Jean King Cup sono competizioni lunghe e abbiamo una squadra molto lunga per fortuna, ci sono anche ragazzi e ragazze che non hanno potuto partecipare oggi qui. C’è un ragazzo altoatesino che ci ha aiutato molto”, sorride Matteo, ovviamente parlando di Jannik Sinner.

    “c’è un ragazzo altoatesino che ci ha aiutato un pochino” matteo sarai per sempre IL sinnerista pic.twitter.com/qmrrcRHZVr
    — sconnessa (@alexiuss11) January 29, 2025

    “Grazie anche a loro ce l’abbiamo fatta. Ringrazio capitan Filippo Volandri per la fiducia, nonostante i risultati non stessero arrivando in alcuni momenti. Anche Tathiana Garbin ci ha dimostrato che lottare fino alla fine vale sempre la pena. Ho vissuto in prima persona le partite delle ragazze a Malaga. Abbiamo preso molta energia da loro, è questo il segreto di tutte le nazionali forti, abbiamo preso energia da tutti gli italiani, da tutti quelli che hanno iniziato a giocare a tennis, e mi piace pensare che l’abbiano fatto anche grazie a noi L’obiettivo non è semplice da fissare, dopo un’annata così densa di successi. Ma noi ci proveremo, la cosa più importante è portare gioia ed emozione nelle case degli italiani che ci guardano”.
    Queste le parole di Jasmine Paolini, leader del tennis femminile italiano e protagonista nel 2024 della mia stagione nella storia del nostro tennis per una giocatrice: “Sig. Presidente, che onore e privilegio: siamo qui al Quirinale. Lei ha riunito tutta la famiglia del tennis azzurro e non porremmo essere più lieti. E’ un grande orgoglio essere qui tutti insieme, l’Italia del tennis femminile e quella maschile. Abbiamo condiviso due traguardi straordinari, la Coppa Davis e la BJK Cup, ed è stato un momento storico per il tennis italiano e per la storia del nostro paese. Questi successi sono la testimonianza di quel che si può ottenere quando si lavora insieme, con parsimonia e dedizione, determinazione e spirito di squadra. Lo sport ci ha insegnato questo: a perseverare quando le cose non vanno come vorremmo, a non arrenderci mai, ad apprezzare ogni singolo traguardo, a circondarsi di persone che come noi hanno lo stesso obiettivo con cui poter condividere il percorso. Abbiamo superato le difficoltà insieme, ognuno di noi ha dato il suo contributo, da noi atlete e atleti, agli allenatori, allo staff medico, alla Federazione e a tutte le persone che ogni giorno fanno questo viaggio con noi. A tutti va la nostra gratitudine. Ma un grande grazie va anche agli italiani che stanno amando il nostro sport come mai prima d’ora. Abbiamo sentito l’Italia cantare l’inno di Mameli con noi prima di ogni partita, sono stati momenti di profonda emozione, indimenticabili. Sappiamo anche come Lei, sig. Presidente, sia un appassionato competente del nostro sport, lo ha già dimostrato più volte nel recente passato. Consapevoli dunque che oggi non è solo un momento di formale riconoscimento, ma un segno di vero affetto. Lei sa benissimo come nello sport si vinca e si perda, quindi l’unica promessa che possiamo farle è che ce la metteremo sempre tutta, continuando a lottare e a migliorarci, rappresentando l’Italia con orgoglio e onore. Sig. Presidente grazie dunque per averci accolto oggi, questo è un giorno che porteremo sempre nel cuore”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Sandro Donati attacca: “Il sistema antidoping è opaco e la WADA è in estrema difficoltà”

    Sandro Donati

    Sandro Donati, noto allenatore di atletica leggera e paladino della lotta al doping, attacca senza mezzi termini la WADA sul caso Sinner. Intervistato dal Corriere Trentino, Donati ha parlato a 360°, forte della propria esperienza e del doloroso ricordo da caso Schwazer. Per chi non conoscesse la vicenda, il marciatore altoatesino prese ad allenarsi con Donati in vista delle Olimpiadi di Rio 2016 dopo aver scontato una squalifica per EPO, con piena confessione della propria colpa. Con Donati, Schwazer voleva dimostrare al mondo dello sport e a se stesso che sarebbe stato in grado di eccellere anche senza “aiuti”, preparando in modo irreprensibile i giochi brasiliani e nel frattempo attaccando (insieme al suo allenatore) senza mezzi termini il sistema dei controlli. Proprio un controllo a sorpresa nel gennaio del 2016 lo vide di nuovo positivo a “testosterone sintetico”, ma la faccenda è ricchissima di errori procedurali e ombre: la positività gli fu comunicata solo a poche settimane dai giochi, la catena di controllo delle provette fu più volte compromessa al laboratorio di Colonia in Germania e un’indagine dei RIS di Parma provò che la sua provetta “incriminata” presentava valori non realistici, quindi manomessa (“La concentrazione di DNA è anomala e non corrisponde ad una fisiologia umana”).
    Donati inizia l’intervista stigmatizzando l’attacco scomposto della Bild a Sinner appena prima della finale di Melbourne, e quindi passa lui al contrattacco: “Ho sentito l’intervista al suo avversario Zverev: è stato assolutamente corretto e fiducioso in Sinner, non ha mai espresso dubbi” afferma il tecnico. “La stampa tedesca invece avanza illazioni di pessimo gusto; quando sono implicati casi di loro connazionali non usano assolutamente questi metri di giudizio e quando è stato il caso di Schwazer, non hanno minimamente messo in discussione cosa aveva combinato il laboratorio di Colonia. Questi tedeschi che siamo abituati a considerare irreprensibili non lo sono affatto: stanno usando due pesi e due misure. Fare questo alla vigilia della finale dell’Open d’Australia, poi, è talmente plateale nell’intento: solo loro lo hanno attaccato, nessun altro a livello di stampa internazionale”.
    Donati si addentra nei fatti della vicenda che ha coinvolto Sinner: “Quel quantitativo, quella concentrazione di Clostebol per la quale è stato sollevato tutto questo polverone, è irrilevante. Loro stessi si rendono conto che questa fattispecie di negligenza (l’aver assunto la pomata, ndr) va ben al di là del concetto di doping. La interpretano come vogliono e alla fine la fanno diventare proposta di squalifica. È una cosa che non sta né in cielo né in terra, tanto è vero che stanno rimettendo mano alla regolamentazione“.
    Incredibile quanto rivela Donati: “Un direttore di laboratorio mi ha raccontato sette anni fa, in maniera precisa, che questa pomata è estremamente trasmissibile, al punto che basta dare la mano a uno che l’ha spalmata e chi ha ricevuto la stretta di mano risulta positivo. Nel caso di Sinner è stato il massaggiatore, ma chiunque, anche uno sconosciuto dalle tribune alla fine di una partita, può contaminarti”.
    “La WADA si trova in estrema difficoltà” continua Donati. “Se chiudono il fascicolo così, tutti quelli colpiti da questa normativa assurda possono ricorrere e trascinarli in tribunale. Se invece lo condannano, sarà lui a difendersi. Perché che fai, blocchi la carriera di un atleta e i suoi guadagni con una motivazione di questo genere? Qualsiasi tribunale li massacrerebbe. Alla WADA ne combinano una dopo l’altra. Basta rileggere l’intervista di Jack Robertson, ex dirigente capo ispettore della Dea, la Drug Enforcement Administration, poi diventato capo ispettore WADA, che se n’è andato dicendo in maniera chiara che la WADA tutto faceva fuorché combattere il doping. Ha rivelato particolari impressionanti: una discobola russa segnalò che lì c’era un doping diffuso, un doping di Stato, e che lei stessa era oggetto di somministrazioni… e questi hanno girato la sua segnalazione ai russi. Capiamo che gente è questa?”.
    Donati è fermamente convinto della onestà di Sinner: “Mi sembra pulitissimo, è correttissimo dentro e fuori dal campo. Quando dice “se fossi stato colpevole non sarei riuscito a vincere” ci leggo una cosa vera: è talmente sereno che non ha paura a confrontarsi con i poteri forti. Le sue prestazioni sono assolutamente regolari e ad altissimo livello. Tutta la normativa va rivista. È a tutela di chi l’ha scritta, ma i diritti dell’atleta passano in secondo piano. Il direttore WADA, Olivier Niggli, dice “dobbiamo essere attenti quando formalizziamo le accuse agli atleti, non possiamo infrangere la loro dignità”. E poi si dà la positività per una micro traccia di una sostanza incontrollabile? Le contraddizioni sono evidenti”.
    Ricordando la brutta fine della vicenda Schwazer, Donati lancia una proposta di buon senso: una terza provetta delle analisi da consegnare immediatamente all’atleta in modo che questo possa difendersi in modo limpido: “Il caso Schwazer è stato emblematico, gravissimo, è stato un delitto. Ma non ha cambiato nulla, non ha lasciato tracce. Non credo sia usuale che si manipolino le provette come nel suo caso, d’altronde: immagino sia stato fatto perché interessava in quella circostanza. Bisognerebbe lasciare una terza provetta all’atleta perché possa tutelare i propri diritti. Un organismo onesto non fa resistenza a dare un terzo campione. Se non lo dà è perché vuole avere questo potere in mano, anche il potere di manipolare” conclude l’allenatore.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Cahill racconta la giornata difficile vissuta a Melbourne da Sinner: “Era bianco come un lenzuolo. Non sapevamo se sarebbe sceso in campo”

    Darren Cahill (foto Getty Images)

    Vincere uno Slam senza alcuna difficoltà è quasi impossibile, ma di solito queste arrivano in campo grazie al valore dei migliori avversari. Nella cavalcata vincente di Jannik Sinner all’Australian Open 2025 la giornata più complicata è stata quella degli ottavi di finale, grazie ai colpi insidiosi di Holger Rune ma ancor più per un malessere contratto dall’azzurro nella giornata precedente. Dopo il successo, con l’evidenza in campo delle sue condizioni precarie (in particolare un forte tremore delle mani e l’uscita dal campo col medico del torneo dopo essersi misurato la pressione), Sinner ha tagliato corto parlando di malessere non meglio precisato, “qualcosa c’è, ci stiamo lavorando”.  Alcuni avevano ipotizzato anche un attacco di ansia. A torneo concluso, fortunatamente con la vittoria in finale, è Darren Cahill a rilasciare qualche dettaglio in più su quei due giorni difficili. Adesso veniamo a sapere che addirittura nel team Sinner c’era la paura che Jannik non riuscisse a giocare la partita.
    “Jannik era bianco come un lenzuolo” racconta il coach dell’azzurro a Supertennis. “È stato fortunato a farcela, aiutato da diverse pause, con la partita giocata nel caldo della giornata. Stava piuttosto male. Non sapevamo se sarebbe sceso in campo, era malato. Sapevamo dal giorno prima che non si sentiva bene, quindi è andato a letto presto. Abbiamo annullato il suo allenamento, credo che dovesse giocare verso le 14:30. Avevamo prenotato un riscaldamento per la mattina e lo abbiamo annullato e spostato a mezzogiorno, e quando si è presentato in campo sembrava bianco come un lenzuolo. Abbiamo annullato tutti gli allenamenti, siamo andati dal dottore e gli hanno dato dei gel per aumentare la sua energia. Si è riposato, ha fatto un bagno ghiacciato per ripartire, e quindi lo abbiamo buttato in campo senza riscaldarsi”.
    Non il miglior viatico per preparare una partita complicata come un ottavo di finale Slam contro un avversario tenace come Rune. Per fortuna Jannik è stato bravo a gestire il problema, anche aiutato dai due stop (Medical time out, poi un altro per la rottura del gancio che tiene la rete al terreno) che gli hanno permesso di rifiatare e rinfrescarsi. Quella vittoria l’ha lanciato nei quarti e, ritrovate le migliori energie, ha concluso il torneo battendo uno dopo l’altro De Minaur, Shelton e Zverev, senza concedere alcun set e confermando il titolo del 2024.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Uno Slam su 16 giorni? Il CEO di Tennis Australia valuta l’opportunità

    Melbourne Park

    L’appetito vien mangiando… C’è grande soddisfazione a Melbourne per l’eccellente risultato complessivo dell’Australian Open 2025, con il record assoluto di presenze e un torneo che grazie al fitto e interessante cartellone di eventi della settimana riservata alle qualificazioni è diventato un grande happening per tutta l’Australia e non solo. Esibizioni, eventi benefici, concerti e tanto altro, anche la “opening week” degli Australian Open è a tutti gli effetti un successo, attira molto pubblico e soddisfa la voglia di tennis e divertimento della gente. Un interesse crescente e un giro economico così importante da solleticare in Craig Tiley, factotum del tennis australiano, un’idea mai ipotizzata prima: far scattare il main draw maschile e femminile del primo Slam dell’anno già al sabato, aggiungendo un giorno di competizioni al torneo. Sarebbero quindi ben 16 le giornate di gare dei main draw, uno in più dell’attuale format degli Australian Open, che dal 2024 ha copiato l’idea di Roland Garros di iniziare l’evento già alla domenica e non al canonico lunedì.
    In pratica gli Australian Open punterebbero ad avere 3 weekend completi di gare, in modo da poter offrire al pubblico più tennis di massimo livello e l’opportunità di vedere i campioni della racchetta in più giornate festive. Questo porterebbe molto probabilmente a collocare gli incontri di primo turno su ben 4 giorni (i 64 match maschili e altrettanti femminili suddivisi in 32 al giorno, indicativamente) oppure spalmare su tre giorni anche i secondi turni. Per i giocatori forse quest’ipotesi non scombussolerebbe più di tanto i programmi: la maggior parte di loro infatti, anche solo per adattarsi al fuso orario australiano, arriva con largo anticipo nel continente e quindi, eccetto coloro che giocano la settimana precedente qualche ATP o WTA 250, sarebbero già in loco.
    Ovviamente la motivazione principale di questa possibile novità è economica: più giorni di torneo ufficiale, più spettatori, più diritti tv, più incassi. Una prima stima di Channel 9 parla di un possibile incremento degli introiti per il torneo di un bel 15% con una sola giornata, visto che un sold out potrebbe essere quasi assicurato essendo un sabato. Tiley, interpellato da 7News su quest’ipotesi, guarda lontano, cauto ma risoluto: “Non faremo nulla senza riflettere attentamente sull’impatto che avrebbe sui giocatori e sui tifosi, ma in Australia c’è un desiderio insaziabile per il tennis, tutti vogliono più tennis in questa epoca” ha detto il direttore del torneo ad AAP presso il Melbourne Park. “Voglio dire, stiamo crescendo in ogni ambito. Abbiamo più bambini che giocano, più persone che si iscrivono ai club, più adulti che giocano. Non abbiamo mai venduto così tante racchette e palle. Stiamo attraversando un vero boom nello sport e abbiamo sempre più persone che stanno acquistando biglietti per entrare a Melbourne Park per vedere il tennis. Stiamo crescendo ogni anno e valutiamo ogni opportunità di crescita”. 
    Ricordiamo che Tiley nei mesi scorsi è stato anche al centro di importanti manovre politiche per cercare di rafforzare la posizione del suo torneo contro il potenziale “attacco” dei ricchissimi fondi sauditi che hanno cercato di strappare un Masters 1000 a gennaio come possibile tappa di avvicinamento agli Australian Open, novità che però finirebbe per guastare l’attenzione e le settimane di tennis in Australia. Per questo era stata intavolata una proposta rivoluzionaria di un nuovo tour, guidato dagli Slam, per rilanciare contro i dollari arabi. Poi la situazione sembra al momento rientrata, con i fondi PIF entrati “forti” nel tour ATP e WTA, tra sponsorizzazioni e l’organizzazione delle WTA Finals e NextGen Finals. Oltre a queste manovre, è chiaro il desiderio di Tennis Australia di rafforzare il proprio prestigio e portafoglio investendo e cercando nuove vie per crescere. Tutti i giocatori amano la trasferta australiana, il cosiddetto “Happy Slam”, dove vengono coccolati come in nessun altro evento. Un torneo che potrebbe presto diventare non solo il più felice, ma anche il più lungo…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Brevi da Melbourne: record di pubblico, l’omaggio di Jannik a Kobe Bryant

    Sinner e Zverev durante la premiazione degli Australian Open 2025 (foto Brigitte Grassotti)

    Enorme nel mondo sportivo e non solo l’eco del successo di Jannik Sinner all’Australian Open 2025, in particolare per il dominio nella finale contro Zverev, match mai davvero in discussione come lo stesso tedesco sportivamente ha ammesso dopo la sconfitta. L’azzurro è riuscito a difendere il primo successo Slam dell’anno scorso, unendosi così a un gruppo di super campioni che nel nuovo secolo hanno confermato l’anno successivo un titolo Major. Ecco la lista di questi sei giocatori:
    – Andre Agassi – Roger Federer – Rafael Nadal – Novak Djokovic – Carlos Alcaraz – Jannik Sinner

    Posando con la coppa appena conquistata, Sinner si è reso protagonista anche di un bel gesto in ricordo di Kobe Bryant, stella della NBA prematuramente scomparso proprio il 26 gennaio di cinque anni fa in un incidente aereo sulle colline di Los Angeles. Jannik ha indossato un modello di scarpe prodotte in ricordo del cestista, amatissimo anche in Italia visti gli anni trascorsi da giovane tra Reggio Emilia e Pistoia, seguendo il padre Joe (anche lui professionista nel basket). Sinner in alcune interviste ha ricordato l’ammirazione per Kobe, per la sua mentalità vincente e dedizione alla professione.

    💛💜 Dopo il match, Jannik Sinner ha indossato le Nike Air Force 1 Low Retro QS Bryant in memoria della scomparsa di Kobe avvenuta esattamente 5 anni fa, il 26 gennaio 2020 🐍 pic.twitter.com/PziNALJszj
    — Eurosport IT (@Eurosport_IT) January 26, 2025

    Infiniti i messaggi di congratulazioni ricevuti da Sinner dopo la vittoria a Melbourne. Rafa Nadal uno dei primi a congratularsi con una bella storia Instagram, poi anche Djokovic, che ha dedicato belle parole a Zverev “Continua a crederci, ce la farai” e quindi scrive a Jannik “Congratulazioni Jannik”. Tra i colleghi, Carlos Alcaraz ha scritto un messaggio a Sinner, mostrando grande fair play e confermando la stima tra i due giovani campioni.

    Many congrats @janniksin! 👏🏻🏆🇦🇺 Bravo!!!
    — Carlos Alcaraz (@carlosalcaraz) January 26, 2025
    L’Australian Open 2025 si è concluso con un grandissimo successo di pubblico: complessivamente il torneo ha avuto 1.102.303 spettatori per il main draw,. È il record assoluto per il torneo, supera il dato del 2024 (1.020.763); considerando anche la settimana che “scalda” l’avvio del main draw con le qualificazioni ed eventi di vario tipo (incluse alcune esibizioni, quest’anno Sinner ne ha giocate due) si arriva 1.218.831 presenze, contro le 1.110.657 dell’anno scorso. L’Happy Slam cresce anno dopo anno, e il successo di pubblico lo conferma.

    Zverev invece purtroppo si unisce ad un club un po’ più scomodo, quello dei tennisti sconfitti nelle proprie prime 3 finali Slam nell’era moderna. Gli altri sono:
    – Andre Agassi
    – Goran Ivanisevic
    – Andy Murray
    – Dominic Thiem
    – Casper Ruud
    – Alexander Zverev
    Ruud e Zverev sono gli unici ancora senza un titolo Major, gli altri ovviamente hanno vinto uno dei quattro titoli principali. Ce la faranno a cancellare quello zero?

    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Djokovic mostra sui social il risultato dei suoi esami dopo l’infortunio

    Novak Djokovic all’uscita dalla Rod Laver Arena

    “Ho pensato di pubblicare questo qui per tutti gli “esperti” di infortuni sportivi che ci sono in giro…”
    Con questo messaggio polemico Novak Djokovic respinge le dure critiche sui suoi “presunti” infortuni, pubblicando la immagine del controllo diagnostico che ha confermato la lesione che l’ha costretto a gettare la spugna dopo un set contro Zverev in semifinale all’Australian Open.

    Thought I’d leave this here for all the sports injury “experts” out there. pic.twitter.com/ZO5mBtw9zB
    — Novak Djokovic (@DjokerNole) January 25, 2025

    Novak ha accusato il fastidio nella partita di quarti di finale contro Carlos Alcaraz, riuscendo a gestire il dolore dopo il primo set perso e portando a casa un bel successo contro il giovane rivale, mostrando una grandissima lucidità tattica oltre che resistenza. Purtroppo non è riuscito invece a resistere in semifinale, con l’amara decisione di mollare dopo un set, uscendo sotto una bordata di fischi della Rod Laver Arena, comportamento irrispettoso ed esagerato tanto da essere stigmatizzato anche da Zverev nell’intervista a caldo in campo.
    A questo punto Djokovic ha già annunciato il forfait in Davis Cup (dove era stato convocato per il round preliminare), e vedremo se riuscirà a recuperare in tempo per il torneo di Doha, passato a categoria ATP 500 e al quale si è iscritto.
    È anche da chiarire se continuerà o meno la collaborazione con Murray, l’accordo era per l’Australian Open. “Ne parleremo”, hanno chiosato entrambi. Adesso il serbo deve soprattutto focalizzarsi sul recupero dall’infortunio.
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    20 vittorie di fila, record personale per Sinner (e altre curiosità statistiche)

    Jannik Sinner e Jim Courier a Melbourne

    L’obiettivo è vincere il secondo Australian Open e terzo Slam in carriera, ma intanto Jannik Sinner continua a macinare record su record. La vittoria in semifinale a Melbourne contro Ben Shelton allunga a 20 la sua striscia di vittorie consecutive, è il suo record personale di successi. L’ultima sconfitta di Jannik risale alla finale del 500 di Pechino nell’ottobre del 2023 (fermato da Alcaraz), poi solo vittorie passando da Shanghai, ATP Finals, Davis Cup e Australian Open. La miglior serie precedente di vittorie si era fermata a 19, dalla Final 8 di Davis Cup 2023 a Indian Wells 2024.
    C’è un altro bel 20 che campeggia Pro-Sinner a livello statistico: venti sono infatti le vittorie consecutive su campi duri con un’età di 23 anni e 149 giorni. Solo John McEnroe nel 1981 è riuscito a fare altrettanto con un’età inferiore, 22 anni e 197 giorni per l’esattezza (nell’era Open).
    Tuttavia la striscia più impressionante è forse questa: 88 partite di fila vincendo almeno un set! L’ultima partita nella quale Jannik non è riuscito a portare a casa nemmeno un set è la finale delle ATP Finals 2023 a Torino, dove Djokovic lo sconfisse in due set. Un rilievo questo incredibile sulla consistenza di Sinner, mai domo e sempre pronto a lottare anche nelle rare sconfitte.

    Sinner Courier @janniksin #AO2025 pic.twitter.com/WuCUsFfZor
    — Tennis TV (@TennisTV) January 24, 2025

    Sinner è anche il tennista più giovane a disputare due finali consecutive all’Australian Open dai tempi di Jim Courier. Lo statunitense ci riuscì nel 1992 e 1993, a 22 anni e 167 giorni; Sinner con un anno in più, per l’esattezza a 23 anni e 163 giorni.
    Battendo Shelton, Sinner ha segnato la quindicesima vittoria negli Slam contro tennisti statunitensi, senza mai una sconfitta.
    Con la terza finale Slam raggiunta, Jannik è dietro solo a Nicola Pietrangeli tra i tennisti italiani (ne disputò 4 in carriera). In caso vittoria, diventerà l’italiano più vincente di sempre nei Major, visto che Pietrangeli si fermò a due Roland Garros.
    Ultima curiosità statistica: domenica lotteranno per il titolo degli Australian Open 2025 il n.1 e il n.2 del ranking mondiale. Non accadeva dal 2019, quando Novak Djokovic sconfisse nettamente in finale Rafael Nadal.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO