More stories

  • in

    PTPA ha inviato una lettera formale di protesta all’ITIA per presunti comportamenti inappropriati degli investigatori (come il sequestro dei cellulari dei tennisti e minacce)

    Il sistema di controllo dell’integrità nel tennis è messo sotto accusa

    Arriva dagli Stati Uniti una rivelazione sconcertante sul sistema investigativo dell’ITIA, la International Tennis Integrity Agency preposta alla salvaguardia delle regole fondamentali della disciplina, in primis la lotta al doping e alle scommesse. Secondo quanto riporta il New York Times, Ahmad Nassar, direttore esecutivo della Professional Tennis Players Association (PTPA) ha indirizzato una lettera formale a Karen Moorehouse, amministratore delegato dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) nella quale denuncia pratiche scorrette degli investigatori dell’ITIA, che sarebbero arrivati in alcuni casi al sequestro dei telefoni cellulari personali dei giocatori, molestie alle loro famiglie e minacce di sanzioni e sospensioni qualora se non avessero fatto immediatamente ciò che veniva loro richiesto.
    “I resoconti che abbiamo ricevuto dimostrano che il processo investigativo dell’ITIA è sbagliato e che gli investigatori dell’ITIA stanno abusando del loro ruolo”, scrive Nassar nella lettera, che il quotidiano ha visionato. “Mentre ci auguriamo che questi incidenti violino i protocolli investigativi dell’ITIA, visti i reclami, crediamo che ci siano difetti al centro del modo in cui l’ITIA si comporta”.
    Nassar, che guida la PTPA insieme a Djokovic, ha affermato a “The Athletic” che più di 10 tennisti hanno contattato la PTPA negli ultimi mesi per denunciare un trattamento aggressivo da parte degli investigatori ITIA. Uno di loro – coperto da anonimato poiché rivelare il nome indicherebbe che è sotto inchiesta – ha affermato che gli investigatori gli hanno chiesto di consegnare il suo telefono e hanno minacciato di sospenderlo provvisoriamente se avesse contattato un avvocato prima di farlo. Altri giocatori hanno affermato di essere stati minacciati di divulgazione pubblica di una sospensione provvisoria per una sanzione non meglio specificata. La PTPA non ha rivelato se queste accuse fossero legate a un procedimento antidoping o anti-corruzione, e una nota a piè di pagina nella lettera di Nassar ha parlato in modo generico di investigatore riferendosi a “tutti gli individui che agiscono sotto il controllo dell’ITIA”.
    In una dichiarazione a “The Athletic” rilasciata tramite Adrian Bassett (il portavoce capo dell’ITIA), l’agenzia ha definito le accuse come “gravi, ma generiche” e ha affermato che avrebbe indagato su qualsiasi accusa specifica di comportamento improprio. “Attualmente crediamo che gli investigatori ITIA lavorino secondo le regole, con rispetto e riflettendo i nostri valori”, ha tagliato corto Basset. L’agenzia ha aggiunto che le procedure per emettere una sospensione provvisoria sono chiaramente descritte nel suo elenco di regole in materia di antidoping e anticorruzione, e che mai è presa alla leggera la decisione di sequestrare il telefono cellulare di un giocatore. “Deve essere necessario, proporzionato e legittimo. Non richiederemo un dispositivo senza una piena considerazione sia delle informazioni ricevute, sia dell’impatto che avrà sull’individuo”.
    Secondo le persone coinvolte nella stesura della lettera all’ITIA, che hanno parlato in condizione di anonimato per delineare la situazione, la lettera emessa all’ITIA ha segnato un cambiamento nella strategia della PTPA nel modo in cui interagisce con le organizzazioni più influenti nel tennis. Nassar in pratica ha preso spunto dall’azione operata dal potente studio legale Weil, Gotshal e Manges, che ha agito per conto della NFL e della NBA, le due massime leghe dello sport statunitense, incaricando lo studio legale di rappresentare l’organizzazione e di esplorare potenziali contenziosi e altre azioni di tutela contro gli organi di governo che hanno controllato il tennis negli ultimi cinquant’anni, ovvero ATP e WTA e i quattro tornei del Grande Slam, tutti citati in copia nella lettera. Anche James Quinn, ex socio di Weil e avvocato specializzato in ambito sportivo, è stato coinvolto dalla PTPA in questa azione. “Se guardiamo il tennis e il modo in cui tratta i giocatori, è fondamentalmente come l’era pre-Neanderthal”, afferma Quinn, “Questa è una zona di fuoco”.
    Secondo quanto riporta il New York Times, la lettera di Nassar all’ITIA chiedeva una risposta entro il 15 ottobre, includendo anche domande sulle qualifiche e la retribuzione degli investigatori e degli ufficiali di controllo antidoping incaricati di raccogliere l’urina dai giocatori per i test nei tornei e a sorpresa. Inoltre hanno chiesto come l’ITIA bilancia il principio legale della presunzione di innocenza con il suo sistema di sospensione, secondo il quale un giocatore che non presenta ricorso con successo contro la sospensione provvisoria che deriva da un test antidoping positivo viene rivelato pubblicamente e allo stesso tempo sospeso dall’attività professionistica mentre viene condotta l’indagine ITIA completa sul suo test. Nassar ha anche chiesto chiarezza sulla natura delle prove che l’ITIA richiede per avviare un’indagine, che si tratti di doping o anticorruzione, che possono includere partite truccate e scommesse da parte di giocatori o arbitri. “I giocatori vogliono un gioco regolato da fair play e integrità, ma non meritano di essere soggetti a maltrattamenti investigativi arbitrari e autoritari”, così si conclude la lettera della PTPA.
    “I giocatori sottoscrivono queste regole per partecipare a eventi gestiti dai nostri finanziatori (ATP, WTA, Grand Slam e ITF)”, ha affermato l’ITIA. “Le sospensioni provvisorie non possono essere emesse senza giusta causa, esiste un processo rigoroso a cui si aderisce e un processo di appello indipendente per i giocatori”.
    La mossa della PTPA è di una certa rilevanza poiché denuncia una situazione che, se provata, provocherebbe un vero e proprio terremoto nel sistema di controllo dei tennisti, sia per la questione doping che scommesse. Mentre il mondo del tennis attende con ansia la conclusione dell’appello inoltrato da WADA sul “caso Clostebol” di Jannik Sinner, il sistema di controllo della disciplina appare sempre più nell’occhio del ciclone.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Wimbledon: addio giudici di linea dal 2025 e finali di singolare alle ore 17

    Wimbledon, i giudici di linea

    Wimbledon non è solo il torneo più antico e prestigioso del nostro sport, è anche custode di antiche tradizioni non scritte nei codici che regolano la disciplina ma iconiche dell’evento e dello sport in generale. Dall’anno prossimo, andrà nei libri di storia un piccolo pezzo dei Championships: il torneo infatti si affiderà totalmente alla tecnologia per le chiamate delle palle di gioco, addio quindi ai giudici di linea. Lo scrive in esclusiva l’edizione londinese del Times. Dopo 147 anni, i Championships mandano in pensione quel manipolo di grandi appassionati ed esperti del gioco che presenziavano i tornei in ogni match e chiamavano la palla “out”. Erano anche un pezzo di colore, con le loro divise – ormai griffate – ma estremamente eleganti.
    “La decisione di introdurre Live Electronic Line Calling ai Championships è stata presa dopo un significativo periodo di riflessione e consultazione”, ha affermato l’amministratore delegato dell’All England Club Sally Bolton. “Dopo aver esaminato i risultati dei test svolti quest’anno, riteniamo che la tecnologia sia sufficientemente solida e che sia giunto il momento di compiere questo importante passo per raggiungere la massima precisione nel nostro arbitraggio. Per i giocatori, offrirà loro le stesse condizioni in cui hanno giocato in numerosi altri eventi del tour. Prendiamo molto seriamente la nostra responsabilità di bilanciare tradizione e innovazione a Wimbledon. i giudici di linea hanno svolto un ruolo centrale nell’assetto arbitrale del nostro torneo per molti decenni e riconosciamo il loro prezioso contributo e li ringraziamo per il loro impegno e servizio”.
    Il sistema elettronico di revisione della palla (Hawk-Eye) entrò sul Centre court di Wimbledon e sul campo 1 dall’edizione 2007. Il primo a sfruttarlo fu Tejmuraz Gabasvili, nell’incontro che aprì il torneo contro il campione in carica Roger Federer. Il sistema è stato utilizzato per moltissimi anni per controllare se la chiamata dei giudici di linea (o del giudice di sedia) fosse corretta o meno, con 3 Challenger per set per ogni giocatore, più un quarto se il set fosse terminato al tiebreak. La tecnologia è andata avanti, sempre più perfezionata, fino al 2020 quando al torneo ATP Winston-Salem e successivamente a US Open il sistema “Hawk-Eye live” ha del tutto sostituito la presenza umana in campo, con il solo giudice di sedia a controllare la partita.
    L’ATP ha da tempo annunciato che dall’anno prossimo ogni torneo sarà senza giudici di linea, anche se resta qualche dubbio sulla terra battuta, dove più di una volta il sistema di controllo elettronico attualmente in vigore ha mostrato qualche difetto. Per questi molti spingono per la tecnologia alternativa al “falco”, quella con telecamere ad altissima frequenza che immortalano visivamente il reale tocco della palla sul campo, invece della simulazione al computer, per quanto affidabile. Gli Slam tuttavia amministrano il torneo con loro regole, fuori dall’ATP, non era scontato che i Championships scegliessero di abbandonare totalmente i giudici di linea. Oggi arriva l’annuncio di Wimbledon. Il futuro, avanza.
    Inoltre Wimbledon annuncia anche un cambiamento significativo riguardo al weekend conclusivo del torneo. Infatti le due finali di singolare, femminile al sabato e maschile alla domenica, inizieranno più tardi, passando dalle ore 14 di Londra alle ore 16 (le 17 in Italia). Le finali dei doppi invece inizieranno alle ore 13 locali, quello maschile al sabato, quello femminile alla domenica. “I doppisti che si sfideranno nelle finali avranno una maggiore certezza sul loro programma e i tifosi potranno godersi ogni giorno di gioco, mentre si avvicina il momento culminante delle finali di singolare femminile e maschile, con i nostri campioni incoronati di fronte al più vasto pubblico possibile a livello mondiale”, ha affermato Bolton. Una frase che fa pensare ad una decisione spinta dall’audience tv, probabilmente maggiore a metà pomeriggio.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

  • in

    Kyrgios si scaglia contro Bernardes: “Doveva essere cacciato anni fa”

    Nick Kyrgios

    “Non solo Sinner…”. Stavolta l’irascibile Nick Kyrgios si scaglia con veemenza contro il giudice di sedia Carlos Bernardes, protagonista di un clamoroso errore nel punteggio nel corso del match tra Wawrinka e Cobolli. Commentando una clip dell’accaduto sul social X, l’australiano esterna tutta la sua rabbia: “Bernardes doveva essere licenziato anni fa. Come è successo tutto questo?”.

    BERNARDES SHOILD OF BEEN FIRED YEARS AGO. HOW DOES THIS HAPPEN. Potato.
    — Nicholas Kyrgios (@NickKyrgios) October 8, 2024

    Kyrgios ha il dente avvelenato contro l’arbitro brasiliano per quel che accadde nel 2022 a Miami, una plateale protesta e penalty point subito. Allora Nick così commentò il fatto: “È necessario prendere un nuovo gruppo di arbitri, questi ragazzi non sanno fare un cazzo.Walky-talkie che si spengono. È uno scherzo. Lui è uno scherzo. Sbarazziamoci di ogni singolo membro dello staff e ricominciamo da capo. Tutto. Gestirò io lo sport. Potrei fare un lavoro 100 volte migliore. Marketing. È tutto mercato. Voi ragazzi non ne avete idea. Nessuna. Voi non sapete nemmeno arbitrare bene.”
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

  • in

    Arbino: “L’addio con Sonego è stata una brutta botta. Travaglia? Stiamo cercando di ritrovare il suo miglior servizio”

    Giampiero Arbino

    Giampiero “Gipo” Arbino ha rilasciato una bella intervista a Super Tennis, nella quale si parla soprattutto del suo presente dopo la dolorosa separazione da Lorenzo Sonego, portato al n.21 del mondo dopo una vita passata insieme. Il coach piemontese si è legato da qualche settimana a Stefano Travaglia con l’obiettivo ambizioso di tornare in top 100 ATP alla fine del 2025, ma segue anche la giovane promessa Lucrezia Musetti. Riportiamo i passaggi più salienti dell’intervista.
    “(L’addio con Sonego) È stata una brutta botta. Con lui sono rimasto in buoni rapporti anche se non ci sentiamo più. A questo punto, per me è molto importante guardare avanti e soprattutto aver trovato due ragazzi che mi stimolano. L’esperienza con Lorenzo mi ha fatto crescere come coach, anche grazie a palcoscenici importanti. Ho incontrato persone capaci e straordinarie e vissuto situazioni di altissimo livello che mi hanno formato e fatto crescere professionalmente. Ora sono pronto ad aiutare altri atleti”.
    Dopo la separazione con Sonego non si aspettava di ripartire così presto: “A dire la verità era un periodo nel quale avrei voluto stare un po’ tranquillo e riassestarmi dopo quello che per me è stato un grande lutto, almeno così io ho vissuto la separazione da Lorenzo. Continuavo con la mia attività di consulente allo Sporting Club Torino, facendo quello che mi è sempre piaciuto fare, cioè guardare crescere i ragazzini e aiutarli per quelle che sono le mie possibilità. A fine luglio mi ha chiamato il manager di Travaglia, Luca Del Federico, dicendomi che Stefano aveva bisogno di una figura speciale. Era convinto che io fossi la persona giusta”.
    “Con Travaglia abbiamo vissuto insieme un’esperienza in Coppa Davis e mi ha sempre dato l’impressione di essere un bravissimo ragazzo. Ho chiesto di poter avere un periodo di prova per capire che persona fosse, e viceversa se anche lui avesse il giusto feeling con me. Abbiamo lavorato 15 giorni insieme qui allo Sporting Torino e poi siamo partiti per giocare la Bundesliga in Germania”.
    Questi i piani di lavoro con “Steto” secondo la visone di Arbino “Ho evidenziato alcune criticità che non mi aspettavo. Il servizio, rispetto a come me lo ricordavo, era molto peggiorato e il suo modo di giocare era troppo attendista con un rovescio che usciva solo piatto. Per cui c’erano diversi aspetti su cui lavorare fin da subito. Travaglia tecnicamente ha ancora degli ottimi piedi e un gran diritto. Come detto, aveva anche un ottimo servizio ma dopo l’operazione al gomito lo aveva perso. Adesso stiamo cercando di ritrovarlo e ci sono buoni segnali. Come persona è un ragazzo aperto e pronto a mettersi in gioco, aggiungendo anche cose nuove al suo ampio bagaglio”.
    La nuova collaborazione ha portato subito risultati importanti: “Dopo un periodo in cui non vinceva più una partita, ha fatto tre semifinali nei tre Challenger a cui ha preso parte (Todi, Como e Genova, ndr.) e in una, nell’Atp 125 ligure, purtroppo si è dovuto ritirare È stato possibile perché ho trovato in Stefano una persona splendida con cui inseguire un obiettivo ambizioso. Obiettivi? A lungo termine l’obiettivo è quello di rientrare nei 100 Atp entro la fine del 2025. Mentre, in quel che resta di questa stagione, proveremo ad avvicinarci a un ranking intorno al 150. Abbiamo ancora 7 tornei Challenger da giocare”.
    Non solo Travaglia, Arbino lavora anche con la 17enne Lucrezia Musetti. Un duplice impegno: “Non è così difficile anche perché io dedico loro una quindicina di settimane a testa per i tornei o poco più, che sono comunque meno delle quaranta abbondanti che dedicavo a Sonego. Poi, certo, sono situazioni diverse ma devo dire che per tanto tempo ho allenato ragazze e seguo con passione il tennis femminile. Ma soprattutto, questa ragazza mi piace caratterialmente così come Travaglia. Sono persone con cui si lavora bene. Ho avuto anche altre offerte di lavoro ma ho scelto loro proprio perché a livello umano mi piacciono tanto”.
    Giampiero non è più un ragazzino, ma non ha ancora voglia di pensare alla pensione: “Gli stimoli me li danno i ragazzi e soprattutto la grande passione per questo meraviglioso sport. A me non piace uniformarmi. Io sono come sono: se piaccio bene, altrimenti ognuno per la sua strada. Sono nato dal nulla e quando ho conosciuto il tennis ho anche trascurato i miei affetti per questo sport. Per me il tennis è linfa vitale”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Camila Giorgi ospite a “Verissimo” domenica prossima

    Camila Giorgi

    Camila Giorgi sarà uno degli ospiti del programma televisivo “Verissimo”, domenica 6 ottobre alle ore 16 su Canale 5. L’annuncio viene dal programma tv, con Camila stessa che ha pubblicato una post Instagram nel quale indica di essere a Milano. Sarà intervistata alla conduttrice del programma Silvia Toffanin, e parlerà della sua vita e del suo improvviso (e molto discusso) ritiro.

    Dopo il ritiro dal tennis professionistico, Camila non ha più parlato alla stampa per chiarire la sua posizione, anche in relazione alle accuse del fisco italiano nei suoi confronti. È certamente un appuntamento da non mancare per ascoltare, per la prima volta, la versione della ex tennista italiana.

    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

  • in

    Davis Cup: ufficiale la nuova formula dal 2025. Via il girone a settembre, due incontri (febbraio e settembre) casa-trasferta

    Davis Cup, dal 2025 ancora cambiamenti

    Si torna al passato, almeno in parte, con il ritorno degli affascinanti incontri “casa – trasferta”, il vero succo di una competizione a squadre. Stiamo parlando ovviamente della Davis Cup, che dal 2025 si svolgerà con una formula rinnovata che riabbraccia il calore del pubblico nazionale, punto più discusso della “rivoluzione Kosmos” del 2019 che non aveva mai pienamente convinto nessuno, appassionati e giocatori. Vedere a settembre dei gironi di 4 squadre con giornate di spalti miseramente vuoti quando non era coinvolta la nazione ospitante era un contro senso troppo evidente per esser sopportabile e sostenibile (anche a livello economico, diritti tv ecc). Quindi l’ITF, che si è riappropriata l’organizzazione dell’evento dopo la clamorosa rottura con il gruppo di Piqué nel 2023, ha lavorato per rinnovare la formula della più antica competizione a squadre per nazionali (1900), tenendo la parte “buona” della final 8 in sede unica, che ha ottenuto buoni riscontri e interesse, e cancellando invece i gironi di settembre, l’aspetto più discusso.
    Per far questo tuttavia, c’è un piccolo “prezzo da pagare”: quasi tutte le nazioni partecipanti, saranno chiamate a un nuovo impegno, la settimana successiva agli Australian Open a febbraio, con un primo match da svolgersi in casa, o in trasferta. Quindi dopo questo primo turno, ci sarà un secondo match a settembre, ancora da svolgersi in casa o trasferta, in modo da stabilire le 8 nazioni che prenderanno parte alla Final 8 in sede unica, dove verrà assegnata la grande “insalatiera”. Un rinnovamento ibrido se vogliamo, che viene incontro alla richiesta di molti di tornare a disputare gli incontri in casa, dove l’atmosfera diventa magica, a volte pure “eroica”. Resta il dubbio sulla reale partecipazione dei big agli incontri di febbraio, con l’Australian Open appena terminato. Questo è il grande punto di domanda. Forse, sarebbe stato necessario trovare un altro momento in calendario (suggeriamo: subito prima dell’avvio della terra battuta europea, o prima di Indian Wells?), in modo da impattare meno sul calendario dei migliori tennisti. Vediamo più nel dettaglio le novità introdotte dell’ITF.
    – La settimana seguente gli Australian Open, nel weekend, verranno disputati gli incontri “Qualifiers”. Saranno in gare le 12 nazioni che hanno vinto i playoff del World Group I e le altre qualificate alla fase a gironi 2024, per un totale di 13 incontri. Sono esentate da questo primi turno la nazione campione quest’anno a Malaga (2024) e anche una seconda nazione, quella che ospiterà la Final 8 2025. Nello stesso fine settimana verrano disputati anche i playoff per il World Group I e II;
    – La settimana successiva a US Open, sempre nel weekend, andrà in scena il secondo turno “Qualifiers”, quello che di fatto sostituisce la fase a gironi a 4 squadre. Verranno disputate 7 sfide, con le 13 squadre uscite vincitrici del primo turno a febbraio più la squadra campione 2024. Si giocherà anche in questo caso con la formula “casa – trasferta”. In contemporanea saranno svolte anche le 13 sfide del World Group I e del World Group II.
    – A novembre si disputerà la Final 8, dove saranno in gara le 7 nazioni che hanno vinto le sfide di settembre più la nazione ospitante, che tuttavia per poter avere questa sorta di “wild card” deve essere necessariamente tra le prime 50 nazioni nel ranking ITF o aver almeno un tennista nella top 10 in singolare. La sede della Final 8 2025 non è ancora stata stabilita, ma viste queste regole è impossibile che possa essere in un paese tipo Arabia Saudita, di fatto priva di tennisti competitivi.
    – Tutti gli incontri si svolgeranno al meglio dei 3 set (quindi non c’è il ritorno ai 5 set, sperato da molti) e disputati su due giornate: il primo giorno due partite di singolare; il secondo due singolari e un doppio.

    Questo il riepilogo della Davis Cup 2025:
    Weekend della settimana del 27 gennaio
    Qualifiers 1° turno13 partite casa-trasferta (prima giornata: due singolari; seconda giornata: due singolari e un doppio)Partecipano le 16 nazioni arrivate alle Finals 2024, 12 vincenti del World Group I. Meno due wild card: nazione ospitante della Final 8 2025; vinctrice Davis 2024
    Playoff World Group I13 incontri casa-fuoriPartecipano le 12 perdenti del World Group I 2024, le 12 vincenti del World Group II 2024, le 2 perdenti del World Group II 2024 con la miglior classifica
    Playoff World Group II13 incontri casa-fuoriPartecipano le 10 perdenti con la più bassa classifica del World Group II 2024; le 12 promosse dai tornei zonali di Gruppo III 2024; le 4 squadre meglio classificate tra le non promosse in ciascuno torneo zonale di Gruppo III

    Weekend della settimana dell’8 settembre
    Qualifiers 2° turno7 incontri casa-trasfera (prima giornata: due singolari; seconda giornata: due singolari e un doppio)Partecipano le 13 vincitrici dei Qualifiers di primo turno 2025 più la nazione campione nel 2024
    World Group I13 incontri casa-trasfertaPartecipano le 13 perdenti dei Qualifiers di primo turno; le 13 vincenti dei playoff di World Group I 2025
    World Group II13 incontri casa-trasfertaPartecipano le 13 perdenti dei playoff World Group I 2025, le 13 vincenti del playoff Gruppo II

    Novembre, sede e data da stabile
    Final 8Partecipano le 7 vincenti dei Qualifier di secondo turno e la nazione ospitante con una wild card (a patto che sia le prime 50 nel ranking ITF a squadre per la Davis o con un giocatore in Top 10 nel ranking ATP di singolare

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Il tennis italiano piange Lea Pericoli

    Lea Pericoli

    Lutto nel mondo del tennis. Si è spenta a 89 anni Lea Pericoli, leggenda del nostro sport, prima da tennista poi da ambasciatrice della disciplina. Regina di stile e classe in campo, è stata campionessa italiana per 27 volte tra titoli in singolare, doppio e doppio misto. I migliori risultati in carriera li ha ottenuti a Roland Garros, dove ha raggiunto gli ottavi di finale per 4 volte (1955, 1960, 1964 e 1971) e poi a Wimbledon, sempre ottavi in tre edizioni dei Championships (1965, 1967 e 1970).
    È stata la miglior tennista italiano dalla fine degli anni ’50 alla metà degli anni ’70. Agli Internazionali d’Italia ha raggiunto la semifinale nel 1967, per quattro volte i quarti di finale e in doppio insieme aSilvana Lazzarino ha giocato ben cinque finali (dal 1962 al 1965 e nel 1967).
    Nata ad Addis Abeba, dove la famiglia si era trasferita in seguito alla Guerra d’Etiopia, inizia proprio in Africa la sua pratica del tennis grazie al padre. Girò il mondo per studiare, e rientrata in Italia prima di compiere 18 anni scelse di praticare il tennis come strada per la sua vita. Sconfisse per due volte il cancro, nel 1973 (all’utero) e poi nel 2012 (al seno). Guerriera in campo e nella vita.
    In quegli anni era anche una delle tenniste più ammirate al mondo per la sua bellezza, esaltata da completini da gioco per quell’epoca assai arditi, con pizzi e un design iconico ideato dai più famosi stilisti dell’epoca, che l’ha resa famosissima a livello globale. Racconta Lea in merito a quest’aspetto della sua popolarità (tratto dal sito FITP, ndr): “Io cominciai a farmele fare da subito, le mutandine col pizzo: mi piaceva indossare cose carine. L’anno della partita con la Connolly al Foro Italico c’era chi mi lanciava frecciatine perché giravo sempre con Dinny Pails, il campione australiano divenuto poi grande tencico. Dicevano che si era perdutamente innamorato di me. La verità è che ero l’unica che parlava inglese e quando mi conobbe chiese subito alla Federazione che gli facessi da interprete. Così finì che quando i professionisti venivano in Italia (allora c’era ancora la divisione tra i pochissimi ‘pro’ e il modo del tennis dei dilettanti, il mio…), i vari Victor Seixas, Tony Trabert, io giravo con loro. Facevo da interprete. Ero arrivata in Italia a 15 anni, nel 1950. La Connolly era una campionessa di cui avevo già sentito parlare quando ancora vivevo in Africa, ad Addis Abeba. Avevo vinto subito i campionati juniores. E subito mi aveva acchiappato Umberto Mezzanotte, il direttore della rivista Il Tennis Italiano. Ero quella che giocava con me mutande di pizzo. Il primo torneo, mi ricordo, l’avevo giocato a Focette. E la voce si era sparsa. “Uh, gioca l’abissina…” dicevano, “gioca benissimo…”. Venivano a vedermi. Arrivò anche Fausto Gardini, il campione italiano. Si presentò e mi disse “Non faresti una foto con me?”. “Certamente” risposi. Una foto con Gardini? Io impazzivo. Mi mise in mano una bella confezione di dentifricio Binaca. Quell’immagine uscì con la didascalia: Fausto Gardini premia Lea Pericoli con i dentifrici Binaca. Su tutti i giornali italiani venne lanciata una campagna. Per i dilettanti erano cose vietate. Gardini fu squalificato e io venni chiamata da Enrico Piccardo, il segretario della Federazione, un uomo piccolo di statura, tremendo. Io ero tutta contenta di essere chiamata in Federazione. Lui mi disse: ‘Signorina Pericoli, lei è venuta in Italia ha giocato e vinto i Campionati juniores da non qualificata, ha fatto la reclam della Binaca, ha dato scandalo con le mutandine di pizzo a Wimbledon. O lei mi promette che esce da quella porta e non gioca piú a tennis…. Altrimenti la squalifico a vita’. Io spaventatissima promisi. Poi figurati…”.
    “Come ti dicevo, io le mutande di pizzo per giocare me le ero fatte fare sin dall’inizio, da mia mamma o da una sartina. Volevo essere appariscente, ero vanitosetta. Quelle non erano state un’idea di Ted Tinling, lo stilista londinese. Tinling mi vestì per Wimbledon. Successe la fine del mondo. Mi ricordo qulla partita contro la spagnola Maria Josefa de Riba. Io non so come avessero fatto i fotografi ad andarsi a sdraiare dietro il fondocampo per fotografarmi…. Papà si infuriò. E, lì per lì, mi face smettere. Per me comunque era uno svago, il mio divertimento. Dovevo pagarlo di tasca mia. Lavoravo. Quando lasciammo l’Africa, la mia famiglia che là era molto benestante (intorno a casa avevamo un parco col campo da tennis…) dovette ridimensionarsi. L’azienda di mio padre era persa. Il primo lavoro lo trovai da sola. Mi iscrissi a un corso privato, un istituto di Piazza del Duomo dove insegnavano lingue, dattilografia. Chi mi dava lezione, un certo Mr Ottino, non faceva quello di mestiere: aveva un ufficio di Import Export. Capì che ero sveglia, vide come me la cavavo con l’inglese e disse: è inutile che fai un corso. Ti do l’attestato subito e alla fine del trimestre vieni a lavorare da me. E cosí feci, di corsa”.
    (..) “Quando ci ripenso ritorno per un attimo dentro un mondo pieno di magia. Io non ho mai avuto un coach. Per allenarmi dovevo trovare giocatori maschi di terza categoria che avessero voglia di giocare dall’una alle due perché io lavoravo. Oppure alla mattina dalle 8 alle 9: poi doccia e via con la Vespa per andare in ufficio. E nelle serate romane, approfittavamo della folle passione tennistica di tanti personaggi famosi. Uno per esempio era Dino Verde, l’autore televisivo. Un altro l’attore Umberto Orsini , altro ‘maniaco’ di tennis. Facevamo persino dei doppi improbabili con una posta in palio. E così guadagnavamo pure qualcosa. Poi ci portavano fuori a cena. Eravamo giovani, ragazzi senza una lira. Ma felici”.
    Fu importante anche nella diffusione del tennis, con le sue telecronache su Telemontecarlo. Negli ultimi anni, insieme a Nicola Pietrangeli, ha promosso il tennis in infinite manifestazioni, con la sua solita classe umana e sportiva. Sorridente e sempre garbata, è stata l’immagine del nostro sport per decenni.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Curiosità: Sinner e Alcaraz volano insieme a Shanghai

    La foto condivisa da Vagnozzi con Jannik e Carlos in aereo

    3 ore 21 minuti di lotta feroce, sportivamente bellissima. La spunta Alcaraz, contro un fortissimo Sinner nella finale di Pechino. Premiazione con reciproci complimenti, press conference, breve riposo con i massaggi di rito e via di corsa verso Shanghai. Insieme. Davvero curiosa e interessante la foto condivisa da coach Simone Vagnozzi con una storia Instagram, che ritrae il team Sinner e quello di Alcaraz insieme in volo verso Shanghai, dove i due campioni saranno al via del Masters 1000 iniziato oggi. Jannik in primo piano e dietro dallo stesso lato un sorridente Carlos.

    Questa foto è la miglior risposta a chi farnetica di problemi tra Sinner e Alcaraz. 3 e 21 minuti di battaglia feroce, poi si vola insieme a Shanghai. Bravissimi!#JannikSinner #Alcaraz #campioni pic.twitter.com/27q3jI3rJN
    — Marco Mazzoni (@marcomazz) October 2, 2024

    I due si sono affrontati oggi per la decima volta a livello ATP, con un bilancio di 6 vittorie a 4 per lo spagnolo. Li aspettano altri importanti tornei in queste ultime settimane di tour, e chissà che non possiamo assistere altre, bellissime, partite uno contro l’altro. La loro rivalità, fatta di un tennis bellissimo e grande rispetto, è la miglior promozione per il nostro sport e la più amata e attesa dai fan a livello globale. Il tennis del presente, e del futuro, è in ottime mani.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO