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    Parigi 2024: anche Jabeur non parteciperà alle Olimpiadi

    Ons Jabeur

    Dopo Sabalenka, anche Ons Jabeur annuncia la decisione di non prendere parte ai prossimi giochi Olimpici di Parigi 2024. La tunisina soffre da tempo con un ginocchio non stabile, per questo ritiene che i repentini cambi di superficie siano troppo pericolosi. L’ha annunciato con un post social che riportiamo.
    “Dopo aver parlato con i miei medici sull’opportunità di partecipare ai giochi olimpici a Parigi, abbiamo deciso che un repentino cambio di superficie e il conseguente necessario adattamento del corpo sarebbe un rischio per il mio ginocchio e il proseguo della stagione. Per questo non parteciperò alle Olimpiadi. Ho sempre amato rappresentare il mio paese ma devo ascoltare il mio corpo e seguire i consigli dei medici”.

    pic.twitter.com/4lNTYAaKMA
    — Ons Jabeur (@Ons_Jabeur) June 17, 2024

    All’annuncio di Jabeur arriva poco dopo quello di Sabalenka, che aveva affermato: “Devo sacrificare qualcosa. Viste le difficoltà che ho affrontato negli ultimi mesi, sento che devo prendermi cura della mia salute”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Il record di Darren Cahill: ha portato al n.1 quattro diversi giocatori

    Darren Cahill, allenatore di Jannik Sinner

    Quando nel febbraio del 2022 Jannik Sinner decise clamorosamente di interrompere il suo rapporto con Riccardo Piatti fu subissato da enormi critiche. In pochi giorni il ruolo di allenatore è stato coperto da Simone Vagnozzi, quindi in giugno, per la campagna su erba, ecco il “super coach”: Darren Cahill. Ex pro di buona qualità, l’australiano è considerato unanimemente uno dei migliori allenatori al mondo. Parole pacate, grandissima visione del gioco e della professione, è soprattutto un ottimizzatore e motivatore, uno che conosce il mondo del tennis e le sue dinamiche, attento ad ogni aspetto che può fare la differenza. Il nuovo team di Jannik, per così dire “Taylor made” ha fatto decollare la sua carriera. Lunedì prossimo Sinner si siederà per la prima volta sul trono del tennis mondiale, un n.1 meritatissimo dopo mesi e mesi di grandissimo tennis e costanza di risultati. Per Cahill, Sinner sarà il quarto giocatore portato in cima alla classifica: prima del pusterese Lleyton Hewitt, Andre Agassi, Simona Halep. Quattro tennisti completamente diversi per età, paese, stile di gioco, attitudine e carattere, fatto questo che conferma quanto sia bravo Darren nel capire le problematiche dei suoi assistiti e far decollare il loro tennis sino al vertice.
    Ripercorriamo brevemente i percorsi degli altri n.1 seguiti da Cahill, tre leggende del tennis mondiale.
    Lleyton Hewitt – Cahill si è affermato come coach proprio con la partnership triennale con il suo giovanissimo connazionale, iniziata nel 1998, quando “rusty” aveva solo 17 anni. Due gambe potentissime, un rovescio fantastico e tonnellate di carattere, per un talento assai precoce già vincente sul tour maggiore da teenager. Con Cahill nel suo box, Hewitt ha alzato progressivamente il suo livello di gioco e migliorato i suoi colpi, conquistando il suo primo titolo del Grande Slam a US Open nel 2001, dove ha dominato in finale Pete Sampras (7-6(4), 6-1, 6-1 il punteggio). Nel novembre 2001, due mesi dopo il trionfo a Flushing Meadows, Hewitt è diventato il giocatore più giovane a raggiungere il numero 1 del ranking mondiale ATP all’età di 20 anni e otto mesi. Questo record è stato poi battuto da Carlos Alcaraz nel settembre del 2022. Hewitt vinse il suo decimo e ultimo titolo sotto la guida di Cahill alle ATP Finals del 2001 a Sydney, poco prima che la coppia si separasse nel dicembre 2001, al termine di una stagione in cui l’australiano finì come numero 1 del mondo.
    Andre Agassi – All’inizio del 2002, Cahill divenne l’allenatore del leggendario tennista statunitense, rimpiazzando il ruolo che fu di Brad Gilbert. Agassi era già nella fase terminale della sua carriera, ma proprio da “vecchio” era paradossalmente più preparato fisicamente, lucido dal punto di vista tattico e sempre pronto a sgambettare i più giovani rivali a furia di un pressing sempre più calcolato e razionale. Cahill fu grande motivatore per Andre, gli conferì nuovi stimoli e lo migliorò ancora dal punto di vista tattico, ottimizzando le energie e ottenendo insieme altri grandi successi. Nel 2003 Darren guidò Agassi nella vittoria del suo ottavo e ultimo titolo Major agli Australian Open, dove perse solo un set durante tutto il torneo. Il kid di Las Vegas si prese anche l’enorme soddisfazione di tornare al numero 1 del mondo nell’aprile 2003, rendendolo il giocatore più anziano in cima alla classifica ATP dell’epoca con 33 anni e 131 giorni. Il record fu poi superato da Roger Federer e quindi Novak Djokovic. Agassi è stato allenato da Cahill fino al suo ritiro nel 2006 e ha vinto nel corso della loro collaborazione ben 11 titoli. Davvero un gran finale.
    Simona Halep –  Cahill dopo l’esperienza con Agassi è passato al team Adidas, un progetto generale di supporto ai molti giovani talenti sponsorizzati dal noto brand tedesco. Dopo aver allenato giocatori come Andy Murray, Ana Ivanovic, Fernando Verdasco e Daniela Hantuchova, Cahill si è dedicato esclusivamente ad un’altra fruttuosa collaborazione con Halep, iniziata nel 2015. Con l’australiano a suo fianco, la rumena ha raggiunto una dimensione nettamente superiore: ha rafforzato in modo clamoroso i colpi d’inizio gioco e portato nel suo tennis un’attitudine assai più offensiva che l’ha issata sino alla vetta della classifica WTA nell’ottobre 2017, chiudendo l’annata e anche quella successiva da n.1. Halep ha raggiunto tre finali Major con Cahill e ha vinto il suo primo titolo del Grande Slam Roland Garros nel 2018 e quindi Wimbledon nel 2019. La partnership si è conclusa dopo sei anni alla fine del 2021.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner è il 29esimo n.1 al mondo. Ricordiamoli tutti, uno dopo l’altro

    Jannik Sinner (foto Patrick Boren)

    Il 10 giugno 2024 la nuova classifica ATP post Roland Garros vedrà Jannik Sinner sul trono del tennis maschile. Missione compiuta. Troppa la sostanza e costanza di rendimento di Jan da mesi e mesi. Nel 2024 ha perso solo due partite, e 4 da dopo US Open 2023. Nelle ultime 52 settimane ha battuto per 14 volte avversari top10 (perdendo solo tre volte). Ha vinto uno Slam (AO24), due Masters 1000 (Open del Canada23 e Miami24), tre ATP 500, oltre ottimi piazzamenti come la finale al Masters di Torino e la semifinale a Wimbledon 2023. Per come è strutturata la classifica basta e avanza, ma non c’è sistema di ranking che tenga: Sinner è da mesi il più forte. Lo certifica anche il raffinato “Elo Ranking” di tennis abstract – sistema molto interessante – e  se vi fossero ancora i mitici e tanto rimpianti “bonus point” Sinner sarebbe n.1 già da tempo, visto l’enorme bottino extra che avrebbe guadagnato battendo ripetutamente i migliori. Meritatissimo premio alla sua classe e ora anche continuità.
    L’italiano sarà il 29esimo giocatore ad issarsi alla prima posizione nel ranking da quando, agosto 1973, è stilato in modo computerizzato. Ripassiamo la lista di tutti i numeri del tennis maschile, con una breve nota su ciascuno di loro.
    1 – Ilie Nastase: il primo di tutti. Divenne numero uno della nuovissima classifica il 23 agosto 1973, oltre 50 anni fa. Talento pazzesco e discretamente “pazzo”, incarna come pochi l’ideale di genio e sregolatezza. Colpi fatati ma anche spigoli acutissimi e una lingua più tagliente del back di rovescio con il quale scendeva a rete. Amato e odiato, è stato un figlio prediletto degli spericolati anni ’70, dove la personalità dei giocatori andava di pari passo al talento tecnico.
    2 – John Newcombe: l’iconico talento australiano divenne n.1 il 3 giugno 1974. Modi garbati, tennis d’attacco elegante, gli manca una coppa a Roland Garros per completare il proprio career Grand Slam, ma ai suoi tempi la terra era davvero ostica se nascevi down under e nei geni dominava l’istinto offensivo. Stimato e rispettato da tutti, ancora oggi quando parla – raramente – tutti ascoltano in religioso silenzio. Il carisma del leader.
    3 – Jimmy Connors: scorbutico e diretto, per molti insopportabile, “Jimbo” è stato il primo vero attaccante da fondo campo nella storia del gioco. Divenne n.1 il 29 luglio 1974, poco prima dell’esplosione del fenomeno Borg, con il quale ha dato vita a battaglie epiche. In realtà il mancino americano, aizzato anche da una madre a dir poco ingombrante, lottava da solo contro il mondo e vinse, tantissimo. La sua risposta è tra le migliori della storia, sicuramente la migliore prima dell’avvento di Agassi e poi Djokovic. Come riuscisse a dominare da fondo e attaccare con palle millimetriche giocando con quella Wilson T2000 dotata di un piatto corde minuscolo lo sa solo lui…
    4 – Bjorn Borg: tennista e personaggio leggendario, fu il primo tennista “pop”, muoveva le masse come mai nessuno prima, tanto che orde di teenager arrivarono a lanciar verso di lui le loro mutandine appena sfilate… N.1 il 23 agosto 1977. Rovescio da cineteca, pazienza e capacità di resistenza fuori dal comune, impose un nuovo modello di tennista, quello di pressione da fondo campo, ma fu abilissimo nel trasformarsi anche in giocatore di rete e dominare sui prati di Wimbledon. Il tennis dopo lui non fu più lo stesso, impose nuovi standard e ha stabilito record allora epocali.
    5 – John McEnroe: definirlo tennista è persino riduttivo. Il mancino newyorkese è stato qualcosa di totalmente unico e irripetibile, non giocava a tennis, pennellava in campo con una tecnica di gioco mai vista prima e non replicabile. Nessuno ha mai avuto il suo senso per la palla e gli angoli, a rete non giocava di volo, accarezzava e creava. Il suo carattere scontroso andava di pari passo col talento, tanto che le sue furibonde discussioni in campo sono diventate altrettanto iconiche. Arrivò a superare Borg in una rivalità tra le più belle della storia dello sport, dominò nel 1984 come mai nessuno prima e di fatto si spense. Non aveva più niente da inventare, aveva già fatto tutto.
    6 – Ivan Lendl: lo “Zar” del tennis moderno. Il diritto più potente della sua epoca e un tennis migliorato in modo costante, con un’applicazione quasi fanatica. Poco amato rispetto alle sue vittorie, ma fortissimo e indubbiamente temuto. È stato il primo ad applicare la scienza ai suoi allenamenti, attento non solo al gioco ma anche all’alimentazione, alla preparazione fisica, ai materiali. È stato il primo in tante cose, come il cambio della racchetta con corde nuove al cambio di palle, persino nell’abbigliamento – leggendari i polsoni per il suo copioso sudore e il cappellino da legionario in Australia. Ha perso molte più finali Slam di quelle vinte, ma è stato un vero leader e n.1. Lo divenne per la prima volta il 28 febbraio 1983, e lo restò da lungo dopo il 1985.
    7 – Mats Wilander: il primo prodotto d’eccellenza dalla scuola di Borg. Rovescio da cineteca, un fisico tanto elastico che gli permetteva di arrivare sempre bene sulla palla. Era un camaleonte, pronto ad adattarsi ad ogni condizione di gioco e rivale. Pochissimi vincenti ma ti faceva giocare male, scomodo, alla fine l’ultima palla era sempre la sua. Per anni ha giocato con una concentrazione fenomenale: nella finale di Roland Garros 1988 servi il 100% di prime palle nel primo set… Visse quella stagione da sogno con 3 Slam su 4 vinti, scavalcando Lendl in cima al ranking il 12 settembre 1988, dopo averlo battuto nella finale di US Open con un match assurdo, andando ben oltre ai propri limiti per spinta e attacchi. Spese così tanto che da lì a poco si spense. 7 Slam e campione strepitoso, pochi anzi forse nessuno è riuscito ad estrarre il 101% dalle proprie possibilità quanto lui.
    8 – Stefan Edberg: non un tennista, ma un angelo. Impossibile voler male a un giocatore così elegante, corretto e bello da vedere. Sua la miglior volée della storia moderna del gioco, insieme ad un rovescio da cineteca. Attaccava sempre e comunque, forte di due gambe da centometrista – ai campionati giovanili svedesi c’è ancora il suo primato lì in cima – e un senso per il serve and volley impareggiabile. Eleganza allo stato puro, ha battagliato per anni contro tennisti più potenti e completi, ma quando stava davvero bene e in fiducia passarlo sul net era un’impresa. 6 Slam e due anni da n.1 di fine stagione. Lo divenne il 13 agosto 1990, nell’anno in cui la schiena iniziò a dargli problemi e lo costrinse a cambiare il movimento del servizio. Nel 1991 dominò per larghi tratti, ma fu l’inizio della fine, anche perché si impose da lì a poco un tennis così muscolare e rapido da far diventare il suo un po’ anacronistico, seppur bellissimo. Il premio sportivo dell’anno porta il suo nome.
    9 – Boris Becker: la sua vittoria a Wimbledon nel 1985, a soli 17 anni, è stata una rivoluzione copernicana. Mai s’era visto tanta potenza e coraggio in campo. Servizio e diritto assassini, ma soprattutto il tedesco era un killer sportivo, aveva un coraggio leonino e i big point difficilmente li perdeva. È stato probabilmente il miglior tennista di sempre in condizioni indoor, più era rapido più si esaltava. Il suo talento e visione di gioco non erano supportati dal fisico, troppo massiccio e pesante, tanto da finire la carriera letteralmente a pezzi e con vistosi problemi di salute. Persona “contro”, ha spesso preso posizioni impopolari e ha pagato il prezzo, ma a testa alta e fiero delle sue scelte, pure in campo dove si incaponiva nel giocare a modo suo. Un tennista il cui valore è sotto stimato. È stato n.1 per poco, diventandolo il 28 gennaio 1991. Non ha mai vinto un torneo sul rosso, cosa che non hai digerito…
    10 – Jim Courier: ha randellato per anni con la sua Wilson come se fosse una mazza da baseball, con una potenza e forza fisica brutali. Per un paio di stagioni è stato ingiocabile nei primi 6 mesi dell’anno. Leggendario il suo tuffo nel fiume Yarra di Melbourne dopo aver vinto gli Australian Open, un fiume inquinato e pure infestato da animali non esattamente amichevoli. Big Jim era personaggio fuori dagli schemi, grande batterista e lettore accanito, assai più colto e profondo di quel che il suo tennis muscolare e non esattamente divertente facevano ipotizzare. Un n.1 di passaggio (10 febbraio 1992) ma tennista formidabile, il più rapido ad arrivare in vetta dalla covata d’oro di tennis yankee di Bollettieri. La sua ironia è spettacolare.
    11 – Pete Sampras: uno dei tennisti più forti di sempre. Applicazione massima, grande pulizia tecnica, con un diritto micidiale in corsa e il miglior servizio della storia del gioco. Se la mia vita dovesse dipendere da solo colpo di gioco, non avrei dubbi: la sua prima palla. Non esiste un singolo colpo che sia stato più decisivo nella storia. 14 Slam e moltissimo altro, record a go go poi superati da Roger e quindi Novak. Ma la sua classe, esplosa in particolare a Wimbledon, resta impareggiabile. Se prendeva un break di vantaggio, potevi anche andartene dal campo perché non lo rimontavi più. Ha dato vita a una delle rivalità più belle di sempre, quella con il (poco) amico e connazionale Agassi. N.1 il 12 aprile 1993, lo è stato per moltissimo tempo e pieno merito. Oggi è molto schivo e non si vede mai sul tour.
    12 – Andre Agassi: 8 Slam, molti hanno vinto più di lui, ma il suo impatto nel gioco è stato superiore a quella di qualsiasi altro giocatore in questa lista dei 29 n.1 della storia. Il tennis moderno l’ha sdoganato lui: via la “tecnica classica”, la maggior parte dei giocatori attuali sono una versione riveduta e corretta del suo modo di intendere il gioco, pressione da fondo campo, anticipo, controllo delle rotazioni e dei tempi di gioco. È stato personaggio come forse nessun altro, immagine fortissima e carisma assoluto, anche grazie a fortunatissime campagne di marketing del quale è stato un po’ schiavo. Vince clamorosamente a Wimbledon il suo primo Slam, quando nessuno ipotizzava che quel tennis da fondo potesse essere competitivo sui prati. Ha vissuto più vite tutte insieme, ben raccontate in Open, miglior libro mai scritto sul tennis. Invecchiando è diventato un vero guru, amato e rispettato da tutti. Divenne n.1 il 10 aprile 1995 ed è stato uno dei n.1 più anziani a fine carriera.
    13 – Thomas Muster: austriaco di ferro, incredibile come si sia ripreso da un terribile incidente che gli ha fracassato una gamba quando, molto giovane, era in rampa di lancio verso il grande tennis. Quelle immagini di lui con il gesso e una gamba sulla panca a tirare diritti in modo ossessivo ha fatto il giro del mondo. Su terra era fortissimo, ha vinto una miriade di piccoli e medi tornei, arrivando alla gloria eterna a Roland Garros, unico Slam vinto. N.1 il 12 febbraio 1996, meritato premio alla carriera per applicazione e furore agonistico. Con tanti limiti tecnici, riusciva a battere campioni assai più attrezzati e completi.
    14 – Marcelo Ríos: è l’unico di questa lista di 29 n.1 senza ad aver vinto uno Slam. Un delitto, visto il suo braccio mancino, uno dei più talentosi e magici della storia moderna del gioco. Con la palla poteva fare di tutto e di più, angoli assurdi e anticipo incredibile, ma… il fisico era quello che era, e la testa non c’era proprio. Divenne n.1 nel suo miglior momento in carriera, il 30 aprile 1998, poco dopo aver sfiorato l’Australian Open (battuto in finale). Non è un intruso, ma certamente col suo talento avrebbe potuto ottenere molto, molto di più….
    15 – Carlos Moya: anche lo spagnolo è stato un n.1 di passaggio. Lo divenne il 15 marzo 1999 e restò in cima al ranking solo per due settimane, ma è bel premio a un tennista non solo bello ma anche efficace. Sul rosso è stato a tratti devastante con un diritto potentissimo e classici schemi da terra.
    16 – Yevgeny Kafelnikov: il primo russo n.1 della storia, lo divenne il 3 maggio 1999. Talento cristallino, poco fisico e poco elastico, ma tempo sulla palla spettacolare, con un rovescio bimane tra i più precisi e efficaci della storia. Non aveva grande potenza e nemmeno resistenza, tanto che spesso si allenava letteralmente facendo il doppio… Ma in campo era classe pura, molto elegante, a tratti regale. Un gran bel giocatore, due volte campione Slam.
    17 – Pat Rafter: One Week Wonder, solo una settimana in cima al mondo del tennis, il 26 luglio 1999. Poco, ma del resto la sua epoca era infestata da un tasso di talento eccezionale, e il bell’australiano non era tecnicamente fortissimo. Gran fisico, ultimo vero attaccante, è stato bravo a completare il suo tennis e diventare più tosto da fondo campo, battagliando per anni ad armi pari con Pete e Andre, più forti di lui, ma li raggiungeva con testa e agonismo. Il cruccio resterà la finale di Wimbledon, quella persa contro Ivanisevic nel 2001.
    18 – Marat Safin: bello e impossibile. Tennista fenomenale per talento, un rovescio come una carabina, sensibilità e classe. Avrebbe potuto dominare se… l’avesse voluto. Ha preferito tanta bella vita a durissimi allenamenti. La sensazione che abbia sfruttato si e no il 30% del suo potenziale. Ma quando c’era con fisico e testa, era il più forte o quasi. La semifinale vinta contro il Super Federer del 2005 agli Australian Open resta la partita forse tecnicamente più bella del nuovo secolo. Divenne n.1 l’11 settembre 2000, dopo aver ridicolizzato Sampras in finale a New York.
    19 – Gustavo “Guga” Kuerten: sorriso e allegria, una samba in campo. A vederlo danzare e scaricare rovesci clamorosi e vincenti potevi solo divertirti, non c’era modo volergli male. Arrivò all’improvviso nel grande tennis vincendo a Roland Garros nel 1997 dalle retrovie e per anni è stato tra i migliori al mondo, con un tennis arrotato e personale. Bellissima persona, un manifesto del piacere di giocare a tennis. È stato n.1 il 4 dicembre 2000, restando al vertice per ben 43 settimane. Purtroppo un problema all’anca l’ha pensionato troppo presto. Sarebbe stato bellissimo vederlo sfidare al top Nadal, sarebbe stata una sfida sul rosso stellare…
    20 – Lleyton Hewitt: Rusty, indomabile lottatore e due gambe impossibili. Ha dominato per un paio d’anni, prima dell’arrivo del ciclone Federer che ha spazzato via la concorrenza. Bravo ad emergere giovanissimo e imporre un tennis a tutto campo di pressione e qualità, fortissimo di testa e mai stanco. È stato n.1 il 19 novembre 2001 ed è rimasto sul trono per ben 80 settimane.
    21 – Juan Carlos Ferrero: oggi notissimo coach di Alcaraz, “mosquito” ha sofferto per issarsi sul trono del tennis, ma c’è arrivato con merito, riuscendo a superare avversari complessivamente più dotati come Kuerten, Hewitt e Safin. 8 settimane da leader, iniziate l’8 settembre 2003. Un bel diritto, tante gambe ma mai è riuscito a completare un tennis un po’ scarno e monotematico. Oggi è coach abilissimo.
    22 – Andy Roddick: il servizio più potente di sempre l’ha issato sul trono del tennis nel 2003, suo anno magico, dove ha vinto US Open. Appena in tempo prima dell’esplosione di Federer, l’uomo che gli ha letteralmente rovinato la carriera. Un po’ rozzo, ma potentissimo e con grande coraggio, non mollava mai e a Wimbledon nel 2009 è stato a una manciata di punti da vincere contro Roger. Una finale che si sarebbe oggettivamente meritato. Un solo Slam, e il n.1 raggiunto il 3 novembre 2003.
    23 – Roger Federer: che dire… il Maestro. Superato da Djokovic in quasi tutti i suoi record, ma la sua eredità nel gioco è molto superiore ai 20 Slam e mille altri traguardi raggiunti. È il tennista che, a detta di tutti, ha giocato meglio a tennis nell’era moderna. Una sinfonia e bellezza in movimento, un danzatore con una classe infinita. Il più amato, il più seguito, carisma e rispetto. Ha portato lo sport a vette superiori e questo vale più qualche Slam. n.1 il 2 febbraio 2004, lo è stato per 310 settimane. Nessuno incarna IL tennis quanto lui.
    24 – Rafael Nadal: l’impatto di Rafa sul tennis è stato brutale. Nessuno aveva giocato con tale potenza e rotazione, su terra è ben presto diventato ingiocabile e ha stabilito record che solo qualche marziano potrà superare. È andato oltre ogni limite umanamente immaginabile per resistenza, tenuta mentale e fisica. Un tennis mai visto prima, e molto migliorato negli anni. 22 Slam ma soprattutto un’aura in campo come pochi. Di Nadal non ce ne sarà mai un altro. Tennista clamoroso e grande persona. N.1 il 28 agosto 2008, poco dopo il suo primo Wimbledon.
    25 – Novak Djokovic: numeri alla mano il più vincente di sempre, il più forte di sempre. Elastico come nessuno, testa da agonista feroce e rovescio killer… ha lavorato per anni e anni superando ogni suo difetto e diventando il tennista più completo e complessivamente più forte. Ma non il più amato, quel carattere irascibile non si placherà mai. Ha pagato anche a caro prezzo il ruolo di terzo incomodo nell’amatissima rivalità Roger-Rafa, ma non per colpa sua. Personaggio divisivo, uomo vero, o lo ami o lo odi. Leggenda vera. N.1 il il 4 luglio 2011, lo è stato per 428 settimane. Incredibile.
    26 – Andy Murray: il 4° dei Beatles, o meglio, tennista fortissimo ma nato in un’epoca sbagliata… Ha riportato la union jack sul trono del tennis dopo oltre 70 anni, così come il successo a Wimbledon, ben 2. Ha sempre pagato dazio negli Slam agli altri tre, più completi di lui e soprattutto più forti mentalmente. Ma è stato un duro agonistica, c’ha creduto sempre e mille volte s’è rialzato dopo dure sconfitte, tanto che nel 2016 ha coronato una rincorsa strepitosa col n.1, ottenuto il 7 novembre di quell’anno. Poi gravi problemi all’anca l’hanno penalizzato quando era al vertice. Dice sempre quel che pensa e i suoi commenti social sono i migliori. Un grande personaggio e vero innamorato del gioco.
    27 – Daniil Medvedev: mai visto un tennista tanto alto e così rapido da dietro, capace di rincorre e cambiare ritmo, angoli e poi tirare mazzate impossibili. Servizio bomba, testa a dir poco complessa. Per ora un solo Slam, e che Slam… US Open 2021, ha stoppato Djokovic a un match dal completare il Grande Slam! Scacchista nella vita e in campo, è tanto storto nel gioco quanto affascinante. Che piaccia o no, quando gioca lui lo spettacolo è assicurato perché nessuno gioca come lui. È diventato n.1 il 28 febbraio 2022.
    28 – Carlos Alcaraz: il più giovane n.1 della storia. Lo è diventato dopo aver vinto US Open il 12 settembre 2022. Talento pazzesco, rotazioni ma anche velocità di braccio, anticipo e propensione offensiva “federeriana”. Si accende e si spegne, con picchi di rendimento inarrivabili e grandissimo spettacolo prodotto. Sorridente e genuino, è una benedizione per lo sport. Sta dando vita con Sinner a una rivalità bellissima. Ragazzo e tennista fantastico.
    29 – Jannik Sinner. Che dire… è Jannik! Lunedì 10 giugno sarà la prima volta da n.1 Speriamo la prima di tante. GRAZIE JANNIK, ci ha regalato un sogno che era quasi peccato il solo pronunciarlo…

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Nuove Stelle: Gli Under 18 più promettenti del tennis mondiale

    Federico Cina ITA, 30.03.2007

    Il mondo del tennis è sempre alla ricerca di nuovi talenti, che sono pronti a restare sotto la luce dei riflettori per lungo tempo.
    Questo articolo si occuperà di fare i nomi di alcuni dei più importanti tennisti under 18, provenienti da ogni continente e pronti a conquistare il mondo del tennis ed i tornei del Grande Slam nel prossimo futuro.
    Puoi mettere alla prova le tue conoscenze sul tennis anche grazie a questo approfondimento, usando il codice bonus bet365 su siti riguardanti match di tennis e altri eventi sportivi.
    Talenti MaschiliPartiamo dalla descrizione di alcuni tennisti under 18 maschi, ovvero Amir Omarkhanov, Federico Cina, e Joel Schwaerzler in ordine inverso di prolificità.
    Amir Omarkhanov: la speranza kazakaAmir Omarkhanov, giovane talento proveniente dal Kazakistan, si è guadagnato la ribalta grazie al raggiungimento della semifinale negli ultimi Australian Open Juniores, in cui ha trionfato Jannik Sinner.Ha eliminato un altro grande talento, ma già ben più conosciuto, ovvero Federico Cina, che era presente nel torneo da testa di serie numero 1.Omarkhanov è destinato a diventare una forza da non sottovalutare nel tennis mondiale.
    Federico Cina: il futuro Sinner?Federico Cina, giovane talento italiano, attualmente è il numero 9 del ranking Under 18, ha rapidamente attirato l’attenzione del mondo del tennis con le sue prestazioni e la sua determinazione sul campo, anche tra i pro.A soli 16 anni, Cina si è distinto come una delle promesse più brillanti del tennis italiano, arrivando fino alla finale al torneo M15 Monastir. Con un gioco potente ma con ulteriori miglioramenti, Cina è destinato a diventare una figura di spicco nel tennis italiano e a competere ai livelli più alti.
    Joel Schwaerzler: La Promessa AustriacaJoel Schwaerzler, è un giovane talento austriaco, che attualmente siede al posto numero 2 della classifica ITF.Schwaerzler ha 17 anni, ed ha un win rate del 74% quest’anno, su 17 tornei giocati. Inoltre, lo scorso anno ha vinto le Finals ITF.Nel 2023 è riuscito ad arrivare ai quarti di finale del Roland Garros.
    Talenti FemminiliOra procederemo alla descrizione di alcune giovani tenniste under 18 che si sono messe in luce recentemente. Si tratta di Renata Jamrichova, Emerson Jones e Laura Samson.
    Renata Jamrichova: La Promessa SlovaccaRenata Jamrichova, giovane talento proveniente dalla Slovacchia, ha di recente catturato l’attenzione del mondo del tennis per aver vinto il suo primo torneo professionistico, ovvero il W15 di Sharm El-Sheik.Jamrichova ha 16 anni attualmente, ed ha dimostrato un notevole potenziale e una tecnica impeccabile. Con un gioco versatile e una mentalità da guerriera, Jamrichova si sta rapidamente facendo strada nel tennis professionistico e promette di diventare una delle migliori giocatrici slovacche della sua generazione.
    Emerson Jones: Il Prodigio AustralianoEmerson Jones, tennista proveniente dall’Australia, si è fatta notare perché lo scorso anno è stata la prima australiana a vincere un torneo J500 dopo Ashleigh Barty. Ha infatti vinto la Osaka Mayor’s Cup ad Ottobre 2023, ad appena 15 anni.Tra l’altro, quest’anno ha giocato 28 tornei, mantenendo un win rate del 79%. Infatti, si è anche aggiudicata il J300 di Traralgon.
    Laura Samsonova: La Speranza cecaLaura Samson, giovane talento ceco, ha rapidamente emergo nel mondo del tennis con il suo gioco dinamico e la sua determinazione incrollabile.Anche se ha solo 17 anni, Samson ha messo in mostra una grande abilità nel dominare il campo e mantenere la calma sotto pressione. Con un mix di potenza e precisione nei colpi, Samson promette di essere una delle future stelle del tennis olandese e internazionale.
    Clervie Ngounoue: La Stella StatunitenseClervie Ngounoue, giovane talento statunitense, ha fatto rapidamente il salto nel mondo del tennis con le sue prestazioni impressionanti e la sua determinazione in campo.Avendo solo 17 anni, Ngounoue ha dimostrato una straordinaria abilità tecnica e una mentalità da campionessa. Con un gioco aggressivo e una grande determinazione, Ngounoue è pronta a rappresentare gli Stati Uniti nel tennis mondiale e a competere ai livelli più alti.
    ConclusioniIl tennis mondiale è ricco di giovani talenti provenienti da ogni angolo del globo, pronti a sfidare i più grandi e cercare di lasciare un segno nella storia di questo sport.Con giocatori come Amir Omarkhanov, Joel Schwaerzler, Federico Cina, Renata Jamrichova, Emerson Jones, Laura Samson, Clervie Ngounoue, gli appassionati possono già pensare ad un nuovo ricambio.Anche nel prossimo futuro, si spera, ci potranno essere partite spettacolari e duelli avvincenti. LEGGI TUTTO

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    Mauresmo annuncia: domani i match inizieranno alle 10 su tutti i campi, un match in più sul Chatrier

    Amelie Mauresmo, direttrice di Roland Garros

    Visto il maltempo che imperversa su Parigi, la direttrice di Roland Garros corre ai ripari. Amelie Mauresmo ha annunciato che domani su tutti i campi i match inizieranno alle ore 10 della mattina, e quindi sul Chatrier ci sarà un incontro in più rispetto al consueto programma di giornata. Lo riporta da Parigi la cronista francese Carole Bouchard.

    Mauresmo just announced that matches will start at 10am on ALL courts tomorrow. So one more match on Chatrier. Security to be tightened, umpires have been asked to be more struck for disruptive actions during points. Mauresmo also said she’s sick of seeing the Chatrier empty.
    — Carole Bouchard 💜💛 (@carole_bouchard) May 30, 2024

    Inoltre Mauresmo ha annunciato di aver chiesto a tutti i giudici di sedia di tenere un atteggiamento più severo contro gli eccessi da parte del pubblico, probabilmente in risposta alle lamentele di alcuni giocatori, come Goffin o la stessa Swiatek, che ieri dopo aver battuto Osaka ha affermato che spesso il pubblico di Parigi tende a “beccare” fin troppo alcuni giocatori. Sarà anche vietata la vendita di alcool negli stand prossimi ai campi da gioco.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Jabeur: “Sul Chatrier col tetto chiuso le palle sono pesantissime, non vanno”

    Ons Jabeur a Parigi

    Ons Jabeur ha lottato tre set per portare a casa il suo incontro di secondo turno a Roland Garros contro la tenace colombiana Camila Osorio. Al termine della partita la talentosa tennista tunisina ha spiegato le grosse difficoltà ambientali che ha dovuto superare per vincere contro la rivale latina, principalmente per colpa del tetto chiuso sul Centrale di Parigi che rende altissimo il tasso di umidità e influisce pesantemente sulle condizioni di gioco.
    “Non mi piace quando la palla è troppo pesante e sentivo che era incredibilmente umida” afferma Jabuer dopo la partita. “Per l’umidità le palle erano enormi, quindi era molto difficile generare forza. Ho pensato, ok, ho più tempo per colpire ma in realtà è stato peggio perché non riuscivo a spingere come volevo. Non vedevo l’ora di cambiare le palle perché sento che queste condizioni sono molto negative per il mio tennis. Quando è tetto del Chatrier è chiuso c’è moltissima umidità“.
    Ons riflette anche sulla durezza del tennis, sport che coinvolge totalmente l’atleta, ancor più quando si compete al massimo livello: “Non ho mai provato altri sport prima, quindi non so se il tennis è il più duro del mondo come afferma Tiafoe, ma… secondo la mia esperienza, potrei direche ha ragione. Il tennis è uno sport molto duro. È anche un sport a tutto tondo. Ogni parte del nostro corpo viene utilizzata e spremuta al massimo, include le nostre cellule cerebrali. Siamo lontani dalla nostra famiglia, viaggiamo in tutto il mondo e tutto l’anno, dobbiamo adattarci alle superfici del campo, alle diverse palle del campo. Spero che le condizioni del tour miglioreranno come principio generale, perché le prime 10, o prime 20, se giochiamo molti tornei possiamo subire molti infortuni”.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Kyrgios tornerà a Wimbledon …da commentatore per la BBC. Ritiro imminente?

    Nick Kyrgios

    Nick Kyrgios farà parte della squadra di commentatori della BBC per la prossima edizione di Wimbledon, quindi salterà il torneo da giocatore. Dopo l’annuncio, in patria si parla apertamente di uno suo ritiro ormai imminente, visto che la breve stagione su erba è sempre stata la sua preferita insieme ai tornei dell’estate australiana e la sua lunghissima assenza dai campi da gioco per i gravi problemi al ginocchio sembra senza fine.
    Parlando della sua prima esperienza agli scorsi Australian Open da commentatore, Nick si era detto entusiasta di poter restare nell’ambiente del tennis anche se in una veste diversa. I dati di ascolto dei suoi interventi sono stati ottimi, come i suoi commenti senza peli sulla lingua, per questo la BBC ha pensato di metterlo nella squadra dei commentatori per la prossima edizione dei Championships, insieme alla connazionale Ash Barty. Non ci sarà invece Boris Becker, ancora alla prese con i problemi legali negli Regno Unito per i suoi reati fiscali.
    “Non conoscevo Nick molto bene prima che iniziassimo a lavorare insieme” ha dichiarato il telecronista Nick Lester riflettendo sulla loro esperienza agli Australian Open. “Ho ricevuto una chiamata da Eurosport una settimana prima di Natale per dirmi che avevano fatto un grande acquisto e avevano bisogno di qualcuno che commentasse sul posto e dato che ero già lì, è così che è successo tutto. La regola d’oro della telecronaca del tennis è non parlare durante i punti e Nick l’ha capito rapidamente. Quello che diceva era interessante e dalle reazioni che abbiamo avuto durante e dopo l’evento, sembra che abbia funzionato davvero bene. Il motivo per cui è stato un successo dipende dal fatto che lui era semplicemente se stesso”.
    “Una delle parti più coinvolgenti dell’ascoltare di Nick è che non c’erano filtri” continua Lester, “Diceva quel che pensava e non si preoccupava di quello che pensavano gli altri. Questo è ciò che lo ha reso così bello da ascoltare. Parlava come avrebbe fatto senza cuffie e quella era la parte più bella del lavoro per lui. Inoltre, non ci sono molti commentatori attuali che hanno giocato contro i migliori ragazzi in attività ed è per questo che Nick aveva qualcosa di nuovo da offrire. Molti ex giocatori vengono messi in una box di commento ma non aggiungono molto a quel che si vede in campo”.
    Kyrgios ha recentemente dichiarato di sentirsi ancora giocatore e che le cose stanno andando per il meglio per quanto riguarda il recupero dal problema al ginocchio. Tuttavia la decisione di saltare Wimbledon anche quest’anno sembra spingerlo in una direzione opposta al rientro sul tour ATP.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Roddick rivela: “Lotto da anni contro un tumore della pelle

    Andy Roddick nella foto – Foto Getty Images

    Andy Roddick nel corso dell’ultima puntata del suo fortunato e interessante podcast “Served with Andy Roddick” ha rivelato di soffrire da diversi anni di alcune forme di tumore alla pelle. I primi sintomi della malattia sono arrivati poco dopo il suo ritiro dal tennis Pro, avvenuto nel 2012 dopo US Open.
    “Ho dovuto affrontare diversi tipi di cancro della pelle da quando ho smesso di giocare. Cinque o sei anni fa mi è stato asportato un tumore a cellule squamose dal labbro. Non ne avevo mai parlato. Stamattina, per esempio, mi sono fatto un trattamento laser al viso ed è per questo che mi vedete così su YouTube, come se fossi arrabbiato”.
    L’americano, n.1 del mondo nel 2003 e vincitore di US Open nello stesso anno, ha approfittato del suo podcast per lanciare un messaggio di prevenzione di questa malattia.
    “Tutta questa faccenda è pesante. Dovrò fare un lavoro di prevenzione per il resto della mia vita. Quello che dovete fare è usare la protezione solare. Mettete la protezione solare ai vostri figli. Soprattutto se giocano a tennis”, afferma Roddick, che ricorda che questo il tipo di cancro non appare immediatamente. “Il problema non si verificherà quando il bambino avrà otto anni, ma potrebbe verificarsi quando il bambino sarà più grande e avrà tipo 38 anni”. LEGGI TUTTO