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    Petkovic esalta il tennis di Sinner: “A chi lo considera noioso, consiglio di vederlo dal vivo. Kyrgios? La gente smetterà di credere in quel che dice”

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Tra i tanti blog tennistici che animano il web, uno dei più interessanti è certamente quello dell’ex pro tedesca Andrea Pektovic, “Finite Jest”, la sua personalissima finestra su mondo della racchetta del quale è stata importante protagonista fino al 2020, anno del suo ritiro. L’ex top10 WTA nei giorni scorsi ha aspramente criticato Nick Kyrgios per la sua incredibile crociata anti-Sinner, affermando di sentirsi “Triste e arrabbiata per le sue ripetute frecciatine sui social” contro il nostro miglior tennista. “Nick potrebbe essere fantastico, quando parla in tv è molto interessante, ma continua ad auto-sabotarsi con assurdità misogine. I suoi contenuti sono interessanti, dice cose positive sul tennis femminile in diretta ma poi lo denigra online. Tutto questo lo fa diventare antipatico e la gente smetterà di credere in quel che dice” .
    Ancor più interessante il suo parere sul gioco di Sinner, a suo dire tutt’altro che noioso. Nel suo lungo articolo “New York Blues” Petkovic affronta vari temi dall’ultima edizione di US Open, vinta da Sabalenka e Sinner, e si sofferma in un bel paragrafo sul gioco di Jannik.
    “Ad essere onesti, ci vuole un bel coraggio per giocare contro il miglior giocatore del pianeta in questo momento, Jannik Sinner” scrive la semifinalista di Roland Garros 2014. “Per chiunque trovi noioso il suo tennis, vi esorto a provare a vederlo dal vivo, se potete. Il modo in cui si muove, sempre in perfetto equilibrio, il modo in cui il suo corpo è leggermente inclinato in avanti come se stesse scendendo da un pendio con gli sci, è una cosa meravigliosa. Non importa quanto forte colpisca, non perde mai l’equilibrio“.
    “Lo stesso si potrebbe dire del suo comportamento fuori dal campo. Va avanti e basta. Una cosa che non si può vedere in TV ed è davvero sorprendente è come Jannik colpisce la palla ancora più forte, con ancor più decisione, quando arriva il momento più importante della partita. Anche Novak Djokovic o Rafael Nadal a volte rallentano un po’ il ritmo per fare più scambi e giocare con attenzione quando è il momento cruciale. Non così Jannik Sinner, lui cerca colpi ancor più grandi e potenti, e in qualche modo riesce, in modo del tutto naturale, a colpire con maggior sicurezza quando spinge ancor più forte. Davvero sbalorditivo da guardare”.
    “Una delle cose più importanti da capire nel gioco del tennis è come trovare il giusto equilibrio tra rilassamento e concentrazione. Tra tensione e scioltezza. Jannik Sinner sembra avere la ricetta segreta” conclude la tedesca.
    Un’analisi molto interessante, che sottolinea uno dei segreti che rendono Sinner così forte e difficile da battere. 55 vittorie e sole 5 sconfitte nel 2024, con 2 Slam, 2 Masters 1000 e 2 ATP 500 vinti. Il 2024 è un anno magico per Jannik, sempre più sicuro e competitivo sul tour.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal sul successo di Sinner a US Open: “Da fondo campo è quasi ingiocabile per la stragrande maggioranza dei suoi avversari. Sapere di aver la coscienza pulita lo ha aiutato”

    Toni Nadal

    Toni Nadal continua a difendere Jannik Sinner ed esalta le sue qualità di colpitore da fondo campo che, a suo dire, lo rendono ingiocabile per la maggioranza dei suoi avversari. Attraverso il suo consueto editoriale sul quotidiano iberico “El Pais”, lo zio più famoso del tennis è tornato sullo splendido successo del n.1 altoatesino a US Open, affermando di non essere affatto sorpreso del livello di gioco toccato da Sinner e nemmeno dell’ottima gestione delle emozioni e pressione derivata dalla sfortunata faccenda della positività. Già prima del torneo Toni aveva affermato di esser certo della buona fede e correttezza di Jannik, in quest’ultimo editoriale conferma pienamente il suo pensiero Pro-Sinner, temendo che per Alcaraz sarà dura batterlo.
    “Jannik è diventato un giocatore praticamente ingiocabile per la stragrande maggioranza dei suoi rivali” scrive Nadal. “I suoi colpi sono precisi, viaggiano a una velocità molto elevata ed è in grado di produrli commettendo pochissimi errori gratuiti. Batterlo da fondo campo è un’impresa quasi impossibile, per questo non mi è sembrata una grande strategia quella tenuta da Fritz in finale a New York. Nei primi due set ha scelto di affrontarlo giocando scambi molto veloci da fondo campo, cercare di sorprenderlo o di fare un vincente, Ma far sbagliare l’italiano è stato, come abbiamo potuto vedere, praticamente impossibile”.
    “Nella settimana precedente al torneo di New York ci chiedevamo se le polemiche generate dal suo caso avrebbero potuto influenzare Sinner, ma l’italiano ha dimostrato nuovamente non solo di essere uno dei migliori sul circuito a livello tecnico ma anche di essere in grado di gestire al meglio le situazioni più complicate. La certezza di avere la coscienza pulita lo ha aiutato”.
    “Devo dire che mi piace ancora di più il gioco di Alcaraz, lo preferisco quando lo guardo, ma devo anche ammettere e temo che il notevole miglioramento dell’attuale leader, soprattutto a livello mentale, gli renderà le cose davvero difficili. Una cosa è certa: la loro rivalità è decisamente la nuova realtà del tour” conclude Toni.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Laver Cup 2024: Cerundolo e Kokkinakis al posto di De Minaur e Paul

    La infografica della Laver Cup

    Novità nel team World alla Laver Cup 2024, al via la prossima settimana a Berlino (20-22 settembre). Il capitano del team rosso, quello extra europeo, John McEnroe ha selezionato l’argentino Francisco Cerundolo e l’australiano Thanasi Kokkinakis per sostituire gli infortunati Alex De Minaur e Tommy Paul. I due si uniscono a Taylor Fritz (recente finalista a US Open), Ben Shelton, Frances Tiafoe e Alejandro Tabilo, a completare il team World.

    Francisco Cerundolo and Thanasi Kokkinakis will represent Team World in Berlin at Laver Cup 2024. Captain John McEnroe has selected them to replace Alex de Minaur and Tommy Paul, who have withdrawn due to injury. pic.twitter.com/v0OLK5PKnh
    — Laver Cup (@LaverCup) September 12, 2024

    C’è molta attesa per quest’edizione della ricca e fascinosa esibizione ideata e organizzata dal team manageriale di Roger Federer, vista la presenza di Rafael Nadal nel Team Europe, insieme ad un vero Parterre de Roi che include anche Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev, Alexander Zverev, Stefanos Tsitsipas e Casper Ruud. Secondo molti, Rafa potrebbe annunciare nel corso dell’evento il suo ritiro dall’attività, replicando il toccante addio di Roger Federer di due anni fa. Tuttavia nell’ultima intervista rilasciata in Spagna da Nadal, si è detto ancora possibilista sulla sua carriera, “non posso pensare ogni giorno a quando sarà il mio ritiro. Quando avrò deciso, lo comunicherò”, lasciando quindi aperta la porta a qualche altro torneo nel 2025.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Davis Cup: Grinta Arnaldi a Bologna! Supera un tostissimo Monteiro dopo una gran battaglia al tiebreak decisivo e porta il secondo punto all’Italia contro il Brasile

    Matteo Arnaldi (foto Getty Images)

    Quando in campo c’è Matteo Arnaldi e veste la maglia azzurra, il cuore batte a mille e le emozioni ti travolgono, quasi seduti su un otto volante che corre a tutta. Emozioni travolgenti come lo sono i suoi recuperi, i cambi di ritmo e qualche accelerazione vincente improvvisa che ti lascia di stucco, giocata con un equilibrio impossibile e un controllo del corpo e delle traiettorie quasi misterioso. Grande Arnaldi, di cuore, di gambe e di braccio, il ligure batte un tostissimo Thiago Monteiro nel secondo singolare di Italia – Brasile (7-5 6-7(4) 7-6(5) lo score), vincendo al tiebreak decisivo una partita durissima, battaglia fisica e mentale di grande livello che ha esaltato il pubblico di Bologna e tenuto incollato alla sedia (con molti salti per aria!?!) per 3 ore e 40 minuti. Sangue e Arena, questa è la “vera” Davis, quella che esalta e trascina, con emozioni a go go, quelle che solo il giocare per il proprio paese riescono a dare.
    Arnaldi è solo da lodare per come l’ha portata a casa, è stato un buon match ma più per capacità difensiva e di contrattacco che per conduzione del gioco. Non ha servito bene l’azzurro e ha subito per larga parte la spinta muscolare e continua del mancino sudamericano, arrivato a Bologna in grandissima forma fisica e durissimo mentalmente, pronto a spingere con ogni muscolo ogni palla, e non cedere mai campo. Matteo ha rimesso, ha vinto punti importanti ed è anche riuscito a mettere pressione al rivale. Vinto il primo set, è andato in vantaggio anche nel secondo parziale ma ha sprecato la chance di chiudere il match al servizio sul 5-3, giocando il peggior game di tutta la partita, cadendo nel “suo” peccato originale di affrettare i tempi dell’affondo invece di continuare a costruire, aprire l’angolo, contrattaccare con qualità e lucidità. Ha servito male e ha commesso errori gravi, che hanno riacceso il rivale, da lì in avanti ritornato una sorta di “ira di Dio” per spinta e forza fisica. Matteo è andato sotto sulla rimonta prepotente del brasiliano, ha perso il set al tiebreak, giocato molto bene da Thiago, sempre in attacco, e ha rischiato di andare subito in svantaggio nel terzo parziale. Lì forse ha ricostruito la vittoria: in qualche modo ha retto, ha arginato con gambe e fiato la spinta forsennata dell’avversario, che dal centro del campo è stato quasi irresistibile con quel diritto potente e profondissimo. Arnaldi ha ritrovato il servizio, ha iniziato a rispondere meglio e con le sue rincorse clamorose ha stancato Monteiro. La partita si decisa al tiebreak, giocato da Campione da Arnaldi, assai più lucido ed efficace del rivale. Ha fatto scelte giuste e non ha regalato niente. Una partita che poteva chiudere prima, e che ha gestito tatticamente non sempre al meglio (ha lasciato troppo l’iniziativa a Monteiro, incapace di bloccarlo sul rovescio), ma che ha meritato con gambe e cuore, resistendo nei momenti difficili e giocando meglio molte fasi decisive, eccetto quel pessimo game sul 5-3 del secondo parziale.
    Monteiro era sulla carta avversario pericoloso, soprattutto quando ha il tempo per comandare col suo diritto. Arnaldi ha avuto difficoltà ad arginarlo, a tenerlo fermo. Non ha risposto sempre bene, ha sofferto moltissimo la curva esterna da sinistra di Thiago, ma anche le variazioni al centro. Soprattutto “Arna” non è quasi mai riuscito a bloccare il rivale sulla destra, con un diritto cross più angolato e consistente, ma i meriti del brasiliano sono importanti, per come si avventava sulla palla con grande velocità e scaricando enorme potenza. Alla fine Arnaldi è un tennista complesso e affascinante, sa fare moltissime cose e può fare il punto in molti modi, ma resta un incredibile contrattaccante, tanto che i punti più importanti li ha vinti proprio di grinta, rincorrendo, facendo giocare sempre una palla in più all’avversario e ribaltando scambi da difesa ad attacco. Lì Matteo si esalta, trova giocate fantastiche che pesano come macigni anche sulla testa dei rivali.
    Arnaldi si conferma non solo un grandissimo fighter ma anche un vero Davisman, uno che con la maglia azzurra si esalta e va oltre alla fatica e alle difficoltà. Un successo che regala il 2-0 per gli azzurri nell’esordio della fase a gironi di Davis Cup a Bologna. Il team di Volandri supera i sudamericani, il doppio è ininfluente. Due belle vittorie, di sostanza e qualità, nei singolari. Non si poteva sperare in una ripartenza migliore per i nostri colori: siamo i campioni in carica, abbiamo iniziato la difesa della “Insalatiera” vincendo la prima sfida senza i nostri due migliori tennisti per classifica, Sinner e Musetti. Abbiamo un team forte, coeso, di qualità. Adesso testa al prossimo match, venerdì contro il Belgio.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Arnaldi inizia il match con un buon turno di servizio. Evidente la sua tattica: verticalizzare con diritto e rovescio dopo essersi aperto il campo, non vuol lasciare l’iniziativa a Monteiro, tennista sempre positivo e grande fighter. Monteiro infatti parte altrettanto bene, tennis più lineare e muscolare, ma solido. Poco fronzoli e punti a casa. Si seguono i game di servizio, con Arnaldi che è sotto al 50% di prime palle, ma la seconda è precisa, molto bene esterna da sinistra. Nel quinto game arriva il primo Ace per Matteo, ottimo sul 30 pari, ma il game va ai vantaggi, davvero solido Thiago e bravo ad appoggiarsi alle palle dell’azzurro. Uff! Arnaldi rischia una smorzata col diritto, improvvisa, gli esce molto bene e la corsa di Monteiro non è sufficiente a vincere il punto. Un diritto sparato in rete costa al brasiliano il punto del 3-2 Italia. Arnaldi ancora troppo falloso, cercando di condurre gli scambi, e deve salire nel rendimento della battuta. Monteiro è molto rapido nell’aggredire la risposta di Arnaldi con il suo diritto mancino, e serve solo prime palle. Pochi fronzoli ma tonnellate di sostanza, con una spinta vigorosa, non è affatto un cliente morbido il brasiliano… 3 pari, con un ottimo game a zero. Fa fatica il ligure in risposta, è un po’ troppo dietro sotto la spinta del rivale, e serve anche piuttosto bene Thiago, non sempre palla veloce ma terribilmente accurata e variando angoli. Altro game a 15, 4 pari. Ha ceduto solo due punti al servizio il brasiliano. Nel decimo game, finalmente, “Arna” trova due bei punti in risposta, un contrattacco e poi un passante di rovescio impattato ottimamente. Sul 40-30 Matteo risponde, ma scambia molto dietro le riga di fondo, troppo il campo da difendere, 5 pari. Si entra nel rush finale, e l’italiano inizia male, primo doppio fallo, poi sbaglia un diritto, strappato con troppa fretta. 0-30. Sul 15-30 Monteiro comanda col diritto, ma una palla di scambio gli esce di poco. Tira un Ace Arnaldi, che momento per il terzo “asso” del set. Il game va ai vantaggi, spara largo un rovescio l’italiano. Con due ottimi diritti Matteo si porta 6-5. Si alzano a tutta i decibel dell’arena bolognese sul diritto vincente in corsa di Arnaldi che punisce un attacco prevedibile del brasiliano 30 pari, a due punti dal set. E non entra la prima di Thiago… SPETTACOLO ARNALDI!!! Cambia ritmo più volte, back di rovescio e poi cambio sul diritto, e che rovescio cross vincente, imprendibile! Un big-point che gli vale il Set Point sul 30-40 (e prima palla break del match). Si salva Monteiro, solido col diritto in spinta dopo un bel servizio esterno, curva mancina perfetta. Lotta, intensità, clima Davis vero, mentre Berrettini torna in panchina dopo la sua vittoria nel primo match. Un improvviso doppio fallo costa a Monteiro il secondo set point da difendere. Via, vola via il diritto lungo linea di Thiago, su di una risposta angolata di Arnaldi. SET Italia, 7-5. Ha sentito la pressione del momento Monteiro, dopo un set perfetto, ma che bravo Arnaldi nel farsi trovare pronto.
    Secondo set, Arnaldi to serve. Brividi… qualche errore, concede una palla break ai vantaggi con un taglio di rovescio sbagliato, ma il brasiliano non trova il passante con un tocco di rovescio non impossibile. È andata bene… Quindi di prepotenza Matteo chiude con lo smash un game molto complicato, 1-0. Matteo dopo lo spavento avanza la posizione sul campo, anticipa bene i colpi e col rovescio si prende spazio sul campo. Monteiro comanda solo se la prima palla lo aiuta, quella traiettoria esterna da sinistra è perfida. INCREDIBILE il punto vinto dal brasiliano sul 30 pari, un lob pazzesco colpendo sotto le gambe correndo all’indietro. Wow, uno dei punti dell’anno! 1 pari. Lo spettacolo s’impenna, bellissimo anche il recupero di Arnaldi e tocco di contro smorzata che lascia di sasso il brasiliano, gli vale il 2-1. Arnaldi è di nuovo in difficoltà nel quinto game, non è preciso e si butta avanti sul 30 pari, subendo un passante al corpo “robusto” che non riesce a gestire. Palla break, la seconda del set. Monteiro esagera con la spinta del diritto, ingolosito da una palla più corta. Con vigore vince il game l’italiano, 3-2, traballa, ma regge. Nel sesto game Montaiero commette un paio di errori gravi, pessimo il diritto sul 15-30, concede due palle break 15-40. Monteiro in quale modo si salva, il diritto lo sostiene, ma Matteo non molla la presa, rincorre ogni palla mancina del rivale e si procura una terza chance per allungare. È quella buona: con un gran rovescio cross, altrettanto bello di quello nel finale del primo set, si prende un punto splendido e soprattutto il BREAK che lo manda avanti 4-2 e servizio. Salta in piedi il pubblico di Bologna, mancano due passi a battere il Brasile ed evitare le insidie del doppio decisivo. Le emozioni si susseguono senza soluzione di continuità, Monteiro non regala più niente, mentre Arnaldi commette pure un doppio fallo e il game va ai vantaggi. Per fortuna il servizio lo aiuta nel punto seguente, pallata in “pancia” al rivale e via diritto vincente. SI!!!! Che punto Arnaaaaaa! Si allunga come tira-molla su di un recupero estremo sotto rete, alza il lob difensivo e Thiago, fuori equilibrio, trova solo il corridoio. 5-2 Arnaldi, forti emozioni! Monteiro regge, vince il suo game e si porta 3-5. Matteo serve per chiudere, ma proprio la prima palla lo tradisce, e purtroppo anche il rovescio, troppa fretta… Sbaglia due colpi gravi, scivola 15-40 senza che il brasiliano abbia fatto niente di clamoroso. Purtroppo il contro BREAK arriva subito, altro errore. 5-4, ma ora serve Monteiro. La “garra” è totale. Nonostante il pessimo game al momento di chiudere, Arnaldi non cede un millimetro, trova un gran diritto vincente che punisce il tentativo di insidi-out del rivale. Poi un altro contrattacco da CAMPIONE, avanza e chiude. Che testa e che elasticità nell’arrivare sulla palla in allungo e controllarla frenando. 0-30! Di potenza il brasiliano vince quattro punti, 5 pari. Bravo Matteo a riprendersi dopo un momento complicato, dopo aver buttato via la chance per chiudere e aver perso 3 game di fila… ritrova la prima palla e anche il diritto a tutta, con uno splendido in lungo linea vince il game #11, 6-5 Italia. Matteo lascia correre a tutta il braccio in risposta, mette enorme pressione a Thiago e si prende di forza il punto del 30 pari. Due punti dalla vittoria… Ma Monteiro spinge come un forsennato, sbaraglia la strenua resistenza dell’italiano. 6 pari, tiebreak. Il brasiliano attacca ogni palla come una furia, vince il primo punto in risposta e si porta 2-0. Purtroppo Matteo stecca la risposta sulla seconda palla del rivale, 3-0. Non regge la potenza del sudamericano Arnaldi, 4-0. Interrompe il flusso del  30enne di Fotaleza il nostro, 1-4, ma l’inerzia è tutta per Monteiro che serve angolato e spacca lo scambio col diritto mancino. 5-1 e poi 6-1 per Thiago. Vince due punti al servizio Arnaldi, 6-3, poi anche uno in risposta con un passante di rovescio bellissimo, 6-4. Resta 1 SP alla battuta… Chiude con un diritto lungo linea, dopo una solida prima palla. 7 punti a 4. Bene Monteiro, ha ribaltato un set che pareva disperato con grande fisicità, mentre Arnaldi paga la fretta ed errori servendo per chiudere sul 5-3. Si va al terzo.
    Monteiro inizia bene anche il terzo set, grande fisicità e 1-0, può fare corsa di testa. Matteo è subito sotto assedio: Monteiro continua a spingere come un forsennato, va sotto 30-40 ma riesce ad annullare una delicatissima palla break e vincere un game fondamentale, 1 pari. Dal 5-3 è il brasiliano in controllo, serve bene, risponde aggressivo, si sposta e spinge col diritto, l’azzurro non riesce a tenerlo fermo e bloccarlo sul rovescio. Col settimo Ace Thiago si porta 2-1. Anche al servizio è sempre a rincorrere Matteo, il momento è difficile. Sul 30 pari già suona l’allarme vista la qualità in risposta del rivale in questa fase. Uff, vola sul net Matteo, rischia perché il tocco è difficile, ma riesce a chiudere un punto molto importante. La risposta di Thiago è pesante, sui piedi, si va ai vantaggi di nuovo. Arriva un Ace fondamentale, il settimo del match. Ogni punto è una lotta, una sofferenza… Monteiro spreca un passante fattibile e crolla in ginocchio, disperato, sarebbe stata palla break. La grinta di Matteo è premiata, 2 pari. Che sofferenza… mentre ogni turno di battuta del brasiliano fila via troppo liscio. Il sesto game è finalmente un buon game per l’italiano, la prima palla c’è, anche il primo colpo offensivo. A 15 si porta 3 pari. Non solo forza, anche mano per Monteiro, eccellente la palla corta e lob sul primo punto del settimo game, è davvero “on fire”. Arnaldi sprinta e corre dando fondo a tutto il suo fiato, rimette tutto per forzare l’errore del rivale. Con grandissima grinta si porta 30 pari, il pubblico lo sostiene a gran voce. Ancora una difesa ESTREMA e bellissima porta Monteiro a forzare col diritto al volo, che termina OUT. Attenzione!!! Palla Break Arnaldi, irriducibile! E niente prima palla “in”… Rischia la palla corta Thiago, ci arriva Matteo ma il tocco gli esce di poco. Show time, altro super passante di rovescio dell’azzurro, salta in piedi la panchina, che lotta. Con un altra difesa eccezionale, e bravo a spostare Thiago con un diritto lungo linea appoggiato, Arnaldi si guadagna un’altra palla break, quando mancano 5 minuti alle tre ore di gioco. Niente: servizio esterno ottimo, diritto potente d’attacco, Monteiro si salva ancora. Forse il brasiliano inizia a pagare la tensione e la fatica dello spingere come un forsennato, sbaglia un diritto banale e le palle break sono 3. Purtroppo esagera l’azzurro con la risposta, la palla decolla. Monteiro regge e resta avanti. Fa il pugno Thiago dopo il punto che chiude il nono game, avanti 5-4. Ora massima pressione su “Arna”, servendo per allungare il match. Inizia male, braccio rigido e diritto in corridoio, 0-15. Si riscatta con la prima palla. Il brasiliano trova una risposta di diritto clamorosa che muore all’incrocio delle righe, 30 pari. Ora è lui a due punti dalla vittoria. Bravissimo Arnaldi a gestire un diritto difficilissimo su di una palla steccata ma rimasta in campo dell’avversario. Bene col servizio, 5 pari. Lo lotta è feroce anche nell’undicesimo game. Comanda Monteiro, ma Arnaldi non cede di un niente, e forza il game ai vantaggi con un gran recupero e passante lungo linea. Un gran servizio al centro, 210 km/h, porta il punto del 6-5 al brasiliano, che dal centro del campo fa “le buche per terra” col diritto. Due gran punti in risposta, e 30 pari, di nuovo a due punti dalla vittoria. Si affida ad una seconda palla molto tagliata “Arna”, e va bene. Con una demi-volée FANTASTICA, Arnaldi vola al tiebreak, 7 punti per decidere questa sfida durissima. Subito mini-break per Arnaldi, forza l’errore di diritto del rivale. Ottima la prima palla azzurra al T, tagliata, la risposta vola via. 2 punti a 0 e poi 3-0 con un altro ottimo cambio lungo linea col diritto del nostro, solidissimo e con i piedi piuttosto vicini alla riga in questo “decider”. Si gira 4-2 ma Monteiro di forza si riprende il mini break, 4-3. Non fortunato Matteo, che scivola in un recupero e poi si accascia, forse un crampo. Ha dato tutto in campo, incredibile la sua corsa su mille accelerazioni del rivale. 4 punti pari. Sbaglia Thiago col diritto, comanda ma attacca la palla, un po’ alta, stavolta con poche gambe, e la traiettoria muore in rete. 5 punti a 4, e serve Matteo. Altro errore, ancora di diritto, di Monteiro. Stringe i denti Arnaldi, qualcosa non va alla gamba, ma ci sono DUE MATCH POINT sul 6-4!!! No incredibile… Arnaldi colpisce due righe, attacca, ma il diritto del brasiliano resta in campo, il colpo della disperazione. 6-5, altro MP ma serve Monteiro. Seconda palla… SIIIIII Diritto VINCENTE, dopo l’ennesima rincorsa. CHE CUORE!!! 3 ore e 40 minuti, incredibile battaglia e vittoria bellissima!!! Che cuore! Italia 2, Brasile 0.

    Arnaldi M. 🇮🇹 (Ita) – Monteiro T. 🇧🇷 (Bra)ITF Finals M. Arnaldi767 T. Monteiro576 Vincitore: M. Arnaldi ServizioSvolgimentoSet 3Tiebreak0-0* 1*-0 2*-0 3-0* 3-1* 3*-2 ace 4*-2 4-3* 4-4* 5*-4 6*-4 6-5*6-6 → 7-6M. Arnaldi 15-0 30-0 30-15 30-30 40-305-6 → 6-6T. Monteiro 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-405-5 → 5-6M. Arnaldi 0-15 15-15 30-15 30-30 40-304-5 → 5-5T. Monteiro 15-0 30-0 40-0 ace4-4 → 4-5M. Arnaldi 15-0 30-0 40-0 40-15 ace3-4 → 4-4T. Monteiro 15-0 ace 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-403-3 → 3-4M. Arnaldi 15-0 15-15 30-15 40-152-3 → 3-3T. Monteiro 15-0 15-15 30-15 40-152-2 → 2-3M. Arnaldi 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 ace 40-40 A-401-2 → 2-2T. Monteiro 15-0 30-0 ace 40-0 ace1-1 → 1-2M. Arnaldi 15-0 30-0 ace 30-15 30-30 30-40 40-40 ace A-400-1 → 1-1T. Monteiro 15-0 30-0 40-0 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0*-0 0-1* 0-2* 0*-3 0*-4 1-4* 1-5* 1*-6 2*-6 3-6* 4-6*6-6 → 6-7T. Monteiro 15-0 15-15 30-15 30-30 40-306-5 → 6-6M. Arnaldi 15-0 30-0 40-0 40-155-5 → 6-5T. Monteiro 0-15 0-30 15-30 30-30 40-305-4 → 5-5M. Arnaldi 0-15 15-15 15-30 15-405-3 → 5-4T. Monteiro 15-0 30-0 40-0 ace5-2 → 5-3M. Arnaldi 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 df A-404-2 → 5-2T. Monteiro 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A3-2 → 4-2M. Arnaldi 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-402-2 → 3-2T. Monteiro 15-0 30-0 30-15 df 40-152-1 → 2-2M. Arnaldi 15-0 15-15 30-15 30-30 40-301-1 → 2-1T. Monteiro 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 ace1-0 → 1-1M. Arnaldi 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 ace 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1T. Monteiro 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A df6-5 → 7-5M. Arnaldi 0-15 df 0-30 15-30 30-30 40-30 ace 40-40 A-405-5 → 6-5T. Monteiro 15-0 30-0 30-15 40-15 40-305-4 → 5-5M. Arnaldi 15-0 30-0 40-0 40-15 40-304-4 → 5-4T. Monteiro 0-15 15-15 30-15 40-154-3 → 4-4M. Arnaldi 0-15 15-15 ace 30-15 40-15 40-303-3 → 4-3T. Monteiro 15-0 30-0 40-03-2 → 3-3M. Arnaldi 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 ace 40-40 A-402-2 → 3-2T. Monteiro 15-0 30-0 40-0 ace2-1 → 2-2M. Arnaldi 15-0 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1T. Monteiro 15-0 15-15 30-15 ace 40-151-0 → 1-1M. Arnaldi 15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Marco Panichi entrerà a breve nel team Sinner come prepatore atletico

    Marco Panichi negli studi di Supertennis

    Marco Panichi dovrebbe essere il nuovo preparatore atletico di Jannik Sinner. L’indiscrezione, confermata da una nostra fonte, riporta che l’ex collaboratore di Novak Djokovic potrebbe iniziare il lavoro con il n.1 del mondo già alla ripresa dell’attività dopo il grande successo a US Open e quindi seguire passo passo sul tour Jannik dalla prossima trasferta asiatica, all’ATP 500 di Pechino, del quale Sinner è campione in carica.
    Panichi ha collaborato per alcune settimane con il giovane talento cinese Shang Juncheng (classe 2005), in particolare nella leg nordamericana appena conclusa con US Open, ma il loro rapporto sarebbe stato per così dire “a gettone”, e quindi non avrebbe sottoscritto un contratto di lungo periodo.
    Marco oltre al lungo e fruttuoso lavoro con Djokovic vanta un lunghissimo curriculum di esperienze di massimo livello, avendo collaborato con tennisti del calibro di Fognini, Schiavone, Li Na, Sanguinetti, Garin e molti altri ancora, oltre ad aver prestato i suoi servizi alle federazioni italiana, tedesca e cinese.
    Recentemente aveva parlato del suo rapporto con Djokovic, interrotto lo scorso maggio dopo sei anni di grandi successi, definendo l’esperienza “Eccezionale. Ho imparato moltissimo durante quel periodo” raccontava il 59enne. “Ho capito come essere più professionale e come concentrarmi su ciò che dovevamo fare. Ho imparato a essere sempre pronto con piani A, B e C, perché con i grandi atleti succedono sempre molte cose dietro le quinte. I blocchi di allenamento sono stati bellissimi, abbiamo condiviso molte cose sia in campo che fuori. Ci sono stati momenti memorabili, anche se non sono mancati periodi di alta pressione in cui Novak diventava come una pentola a pressione. Non è stato tutto rose e fiori, ovviamente, ma è stato un privilegio lavorare con lui.”
    Aspettiamo la conferma ufficiale da parte del team Sinner sull’ingresso di Panichi, che colmerebbe il vuoto lasciato da Umberto Ferrera, estromesso dopo la nota e sfortunata faccenda che ha coinvolto Jannik lo scorso marzo insieme al fisioterapista Giacomo Naldi. L’altoatesino ha ringraziato i due professionisti per il grande lavoro svolto insieme, ma dopo quell’episodio ha affermato di “non sentirsi sicuro” e quindi la scelta dell’addio.
    Al momento non è trapelato niente per quanto riguarda il ruolo di fisioterapista, altrettanto decisivo per curare e prevenire ogni fastidio fisico dopo le dure sessioni di allenamento e lo stress della partita. . Chissà che a casa Sinner non si opti per un team tutto italiano, di bravi “fisio” ce ne sono molti… A US Open con Jannik c’era anche l’osteopata Andrea Cipolla, e la sua collaborazione dovrebbe continuare.
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    “Caso Sinner”, aggiornamento: WADA ha chiesto tempo per altri approfondimenti. Ci vorranno almeno una decina di giorni

    Jannik Sinner a New York

    Dopo la rivelazione di stamattina, sempre il “Corriere della Sera” ha da poco pubblicato un aggiornamento sul “caso Sinner”. Infatti si riporta che la WADA, da Montreal, ha fatto sapere che l’indagine sulla documentazione ricevuta da ITIA è ancora in corso. Appellandosi a un comma dell’articolo 13.2 del Codice Antidoping “(il 13.2.3.5, riservato alla sola agenzia antidoping internazionale)”, il conteggio dei 21 giorni per poter impugnare la sentenza emessa il 19 agosto e fare ricorso al TAS scatterebbe solo dal momento in cui la WADA ha ricevuto la documentazione aggiuntiva sul caso richiesta all’ITIA, l’agenzia indipendente che giudica i casi di doping nel tennis. Tuttavia WADA non ha voluto comunicare il giorno preciso nel quale ha ricevuto questa documentazione, pertanto non è dato a sapere al momento quando i “canonici” 21 giorni termineranno.
    Contattato sempre dal «Corriere», James Fitzgerald – portavoce WADA – ha confermato che (riportiamo) “si sta tutt’ora esaminando la documentazione sul caso Sinner ricevuta dall’ITIA per decidere se presentare ricorso. La decorrenza dei termini è di 21 giorni a partire dal ricevimento della documentazione che da noi è arrivata la settimana scorsa”.
    Non essendo stata specificata una data precisa, e parlando di settimana scorsa, indicativamente serviranno almeno una decina, massimo quindi giorni, per poter finalmente archiviare questa brutta e sfortunata pagina.
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    Nessun ricorso presentato da WADA al TAS, Sinner prosciolto pienamente dopo la positività dello scorso marzo

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Il successo domenica scorsa a US Open, una seconda vittoria altrettanto importante all’indomani con la parola fine sullo sfortunato caso doping. Splende il sereno su Jannik Sinner: la WADA, il massimo organo in materia antidoping, ha deciso di non ricorrere al TAS di Losanna (Tribunale arbitrale dello sport) contro la sentenza che lo scorso agosto aveva assolto totalmente Jannik Sinner dopo esser risultato positivo al Clostebol, entrato nell’organismo del n.1 al mondo per via accidentale. La conferma arriva dal quotidiano “Corriere della Sera”, che ha contattato la segreteria del Tribunale Arbitrale internazionale dello Sport, ricevendo la conferma martedì mattina che l’Agenzia Internazionale Antidoping (Wada) non ha presentato alcun ricorso contro la sentenza dell’ITIA (International Tennis Integrity Agency) dello scorso 19 agosto.
    In quella sentenza Jannik Sinner, pur risultato positivo a due controlli in marzo, veniva prosciolto da ogni responsabilità poiché dopo un’attento studio del caso e ascoltate le motivazioni del giocatore e dei maggiori esperti al mondo sul doping, è stato confermato che il Clostebol era stato assunto in via accidentale e non voluta, e con una concentrazione infinitesimale da risultare totalmente ininfluente ai fini di un miglioramento delle prestazioni sportive.
    Sono scaduti i termini di appello di 21 giorni, WADA ha studiato il caso e la materia e ha ritenuto di non opporsi alla sentenza dell’agenzia indipendente ITIA. Termina qua una brutta storia, pesantissima per un ragazzo irreprensibile e corretto come Jannik e davvero sfortunata, che è gli costata molto in termini di stress e anche popolarità (soprattutto sul web). Per fortuna il campo a US Open ha parlato forte e chiaro: Jannik si è confermato miglior giocatore del mondo, e il sostegno del pubblico di New York è stata un’altra importantissima vittoria.
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    Le venticinque semifinali Slam per il tennis azzurro al maschile, da De Morpurgo a Sinner

    Jannik Sinner, prima semifinale a US Open

    Da Wimbledon 2023 a US Open 2024 corrono circa 14 mesi. In quest’arco di tempo davvero ristretto Jannik Sinner ha completato un personale e prestigiosissimo en plein di semifinali nei tornei dello Slam. La sua quarta “semi” è in programma oggi a New York (ore 21) contro Jack Draper, in palio la finale nel quarto major in stagione. In caso di vittoria, per il pusterese sarebbe la seconda finale Slam in carriera e nell’anno, dopo quella vinta a Melbourne lo scorso gennaio. La semifinale raggiunta dal nostro n.1 è la terza a US Open per un tennista italiano e 25esima in assoluto al maschile per i nostri colori nei quattro tornei più importanti dell’annata tennistica. Il 2024 resterà negli annali come stagione migliore di sempre per i nostri tennisti: infatti Sinner ha giocato le semifinali in Australia, Roland Garros e US Open, e Musetti a Wimbledon più quella Olimpica, quindi di fatto una sorta di “Golden Slam” di semifinalisti.
    Nicola Pietrangeli detiene il record per il tennis italiano di semifinali Slam giocate: 5. Tutto lascia pensare che Jannik, arrivato a quota 4 a US Open 2024, spazzerà via anche questo primato del leggendario tennista romano, ma intanto ripercorriamo le 25 presenze di nostri giocatori tra i migliori quattro dei major. Si parte da molto lontano, i ruggenti anni ’30 sul rosso parigino.
    Il primissimo tennista azzurro a giocare una semifinale Slam è stato Uberto De Morpurgo a Parigi nel 1930: non ebbe fortuna, non riuscendo ad issarsi al match per il titolo, stoppato da uno dei leggendari “moschettieri” Henri Cochet (7-5 6-1 6-2 il punteggio della partita). Dopo solo due anni l’Italia torna protagonista a Roland Garros, con Giorgio de Stefani che si qualifica per la semifinale e la vince, regolando il ceco Roderich Menzel in quattro set (6-3 2-6 7-5 6-4 lo score). Purtroppo non riuscì a vincere la finale, stoppato da Cochet in quattro set (6-0 6-4 4-6 6-3). De Stefani ci riprova nel ’34, sua seconda semifinale a Roland Garros, ma stavolta è battuto da Gottfried Von Cramm al termine di una battaglia di cinque set (3-6 6-4 6-1 3-6 6-2).
    Arriva la seconda guerra mondiale, e dobbiamo aspettare gli anni ’50 per rivedere un tennista italiano tra i migliori quattro di uno Slam. Sarà ancora a Parigi, sulla nostra “amata” terra battuta, grazie alle imprese di Beppe Merlo prima e di Nicola Pietrangeli dopo. Merlo nel 1955 e 1956 gioca e perde per due anni di fila la semifinale a Bois de Boulogne: la prima contro Sven Davidson, sconfitta piuttosto netta in tre set (6-3 6-3 6-2), e la seconda contro uno dei più forti di sempre, l’australiano Lewis Hoad con il suo polso d’acciaio e forse il tennis più completo di sempre (6-4 7-5 6-4 lo score per il “canguro”).
    Passano tre anni e sale in cattedra il talento e tocco di palla fantastico di Nicola Pietrangeli, che finalmente porta un tennista italiano sul trono di un torneo dello Slam. “Nick” nell’arco di sei anni gioca le sue 5 semifinali Slam tra Parigi e Wimbledon. Con il suo tennis completo e ricco di variazioni, Pietrangeli nel 1959 raggiunge la prima “semi” a Parigi dove batte Neale Fraser, completando il suo torneo da sogno con la vittoria in finale contro il sudafricano Ian Vermaak (3-6 6-3 6-4 6-1 lo score). Nel 1960 arriva un anno d’oro per le racchette azzurre. Infatti a Roland Garros i semifinalisti italiani sono due, Pietrangeli e Orlando Sirola. Nicola batte Robert Haillet in semifinale e alza il suo secondo (e ultimo) trofeo Slam in carriera regolando in finale il cileno Luis Ayala in cinque set (3-6 6-3 6-4 4-6 6-3); proprio Ayala sconfisse Sirola in semifinale.
    Forse del suo miglior momento in carriera, Pietrangeli gioca un tennis fantastico anche sui prati di Wimbledon, dove sbarca tra i migliori quattro del torneo e costringe il più forti di tutti, Rod Laver, a dare il 101% per batterlo. Il mancino australiano si impone al termine di una battaglia epica, rimontando uno svantaggio di due set a uno all’italiano, per 4-6 6-3 8-10 6-2 6-4. Pietrangeli non riuscirà a tornare in semifinale ai Championships londinesi, ma sbarca per altre due volte in semifinale a Parigi. Nel 1961 batte lo svedese Jan Erik Lundquist in tre set, 6-4 6-4 6-4 il punteggio, ma non riesce a completare un tris di vittorie consecutive, stoppato in finale da Manuel “Manolo” Santana. Nicola tornerà in semifinale anche nel 1964, battendo di nuovo Lundquist (4-6 6-4 6-3 6-3), e sconfitto poi in finale di nuovo da Santana, 6-3 6-1 4-6 7-5 lo score, con l’amarezza per non aver sfruttato sei set point nel quarto set.
    Dopo l’era Pietrangeli, si passa all’era Open e alle imprese dei nuovi campioni azzurri: Adriano Panatta e Corrado Barazzutti, che negli anni ’70 portano la prima storica Coppa Davis in Italia (1976) e riportano per cinque volte il tricolore in semifinale negli Slam. Panatta sbarca per la prima volta in carriera tra i migliori 4 di un Major a Roland Garros 1973, dove è fermato in tre set (6-4 6-3 6-2) dallo jugoslavo Niki Pilic. Passano due anni e Adriano ci riprova, sempre a Parigi, e stavolta cede alla ragnatela di Bjorn Borg in quattro set (6-4 1-6 7-5 6-4). Panatta nel 1976 vive il suo anno d’oro: stavolta a Parigi nessuno riesce a fermarlo. Nei quarti si prende la rivincita su di un fortissimo Borg (6-3 6-3 2-6 7-6), in semifinale supera Eddie Dibbs (6-3 6-1 7-5) e vince la finale, suo unico alloro Slam, contro Harold Solomon (6-1 6-4 4-6 7-6).
    Subito dopo Panatta, tocca a Corrado Barazzutti portare l’Italia per due volte in semifinale Slam. Nel 1977 è battuto da Jimmy Connors a Forest Hills sulla terra verde americana (7-5 6-3 7-5). Fu il primo italiano tra i migliori 4 nello Slam americano, e quel match è passato alla storia per l’incredibile scorrettezza subita dal friulano per colpa dell’allora n.1 Connors. Durante il settimo game del primo set, su una palla break a favore di Barazzutti, Connors giocò un rovescio incrociato con la palla chiamata in gioco dal giudice di linea. Barazzutti contestò la chiamata, indicando chiaramente il segno “out” della palla, ma Jimbo accorse nel punto incriminato e incredibilmente cancello col piede il segno, rendendo impossibile la verifica del giudice di sedia, Quest’episodio davvero grave risultò decisivo nell’innervosire l’azzurro, facendo girare l’incontro a favore di Connors. Nel 1978 Barazzutti arrivò in semifinale a Roland Garros, ma fa demolito dalla regolarità di Bjorn Borg (6-0 6-1 6-0 lo score).
    Terminata l’epopea dei campioni degli anni ’70, il tennis italiano vive annate grigie, pochissime soddisfazioni e le semifinali Slam restano un sogno proibito. È necessario attendere ben 40 anni, il 2018, per ritrovare un azzurro in semifinale a Parigi. L’impresa, davvero sorprendente, è di Marco Cecchinato che gioca il miglior torneo della vita, sbattendo fuori pure Novak Djokovic nel torneo e issandosi in “semi”, dove si arrende al gioco potente di Dominic Thiem, 7-5 7-6 6-1 il punteggio. È la prima fiammata del Rinascimento del tennis italiano. L’anno seguente (2019) esplode a New York Matteo Berrettini, che inizia sul cemento nord americano la sua straordinaria carriera di vertice che lo porta tra i top10, tre volte in semifinale in tre diversi Slam e addirittura in finale ai Championships, primo e unico italiano a riuscirci. A US Open 2019 è stoppato in “semi” dalla potenza e diritto mancino di Rafael Nadal (7-6 6-4 6-1). Nel 2021 il romano vola sui prati di Wimbledon, è quasi ingiocabile al servizio e in semifinale sconfigge Hubert Hurkacz (6-3 6-0 6-7 6-4), guadagnandosi la chance di vincere i Championship. In finale vince il primo set contro Djokovic, poi subisce la rimonta del campione serbo. Berrettini segna un’altra pagina storica per il tennis azzurro approdando per la prima volta nel  2022 in semifinale agli Australian Open, di nuovo stoppato da Nadal (6-3 6-2 3-6 6-3). È la terza e per ora ultima semifinale Slam del romano.
    Siamo arrivati all’attualità, a Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Sinner cresce, migliora il suo gioco con un servizio più efficace e un diritto pesantissimo. Rimette a posto il fisico e inizia a volare sul tennis mondiale. A Wimbledon 2023 sbarca per la prima volta in semifinale in uno Slam. Perde da Djokovic in tre set (6-3 6-4 7-6) ma impara moltissimo. Lavora ancor più duramente in estate e autunno, e dall’ottobre 2023 si prende tutto, diventando quasi imbattibile sul cemento e fortissimo in ogni contesto. Vince l’Australian Open 2024, battendo Djokovic in semifinale (6-1 6-2 6-7 6-3) e quindi Daniil Medvedev in finale, rimontando due set al russo; a Roland Garros arriva con discreti problemi all’anca ma riesce comunque ad issarsi in semifinale, dove Carlos Alcaraz rimonta uno svantaggio di due set e a uno (2-6 6-3 3-6 6-4 6-3). A Wimbledon 2024 è Lorenzo Musetti a far sognare l’Italia, con una fantastica cavalcata che lo porta in semifinale, dove è battuto da Djokovic in (6-4 7-6 6-4), sua prima semifinale in un Major. Jannik invece nel torneo è stoppato nei quarti da Medvedev, ma si prende una sonora rivincita a US Open, ancora nei quarti. Un successo che gli apre le porte alla sua prima semifinale, quella di stasera contro Jack Draper. In questi anni d’oro, sognare le vittorie Slam non è più peccato.
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