ROMA – Dopo la retrocessione in A2 a Roma è tempo di analisi, bilanci e progettazione per il futuro.Scrivo questa lettera aperta alla città e alle istituzioni perché vorrei proporre una riflessione su questa stagione e cercare di raccontare perché sia così difficile mantenere la seria A1 del volley a Roma (purtroppo anche il basket non l’ha più da tempo).
Questo è un messaggio impregnato di amarezza, mai polemico, e fortemente propositivo. Lo voglio specificare all’inizio perché vorremmo che tutte le istituzioni coinvolte lo leggessero come una necessaria analisi nell’interesse di Roma sportiva e Roma tutta.
Rivolgo un invito a istituzioni, federazioni, società sportive e cittadini a costruire insieme un nuovo scenario per lo sport della capitale d’Italia.
Con la nostra retrocessione Roma torna a non avere una squadra nella massima serie dei campionati di volley e basket, secondo e terzo sport di squadra in Italia dopo il calcio. Il volley è il primo sport al femminile nel nostro paese.
Tutti sanno quanto sia complicato lavorare nelle grandi città, tanto che molti pensano che questi sport trovino la loro giusta collocazione solo nelle piccole città.
Personalmente, trovo questo estremamente riduttivo ed accettarlo sarebbe una grandissima sconfitta per Roma.
Per esempio, Milano ha una squadra in A1 di volley e di basket maschile e in Lombardia ci sono più squadre di A1, per non parlare poi di altre capitali europee.
Cara Roma Capitale,
Cari Sindaco Gualtieri e Assessore Onorato,
Vi ringraziamo per averci messo nella prima pagina del programma elettorale e per lavorare alla riapertura del Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano.
Cara Regione Lazio,
Cari Presidente Zingaretti e Delegato Tavani,
Vi ringraziamo per averci supportato con un contributo economico e un’apprezzata vicinanza morale.
Questi sono passi importanti e necessari, ma se vogliamo che realtà come la nostra attecchiscano non sono sufficienti, se non innestati in un discorso sistemico.
Lo sport di una città come Roma è fatto di grandi eventi (ad esempio la maratona e/o i campionati europei e mondiali), di quelli che io definisco grandi eventi continuativi (i campionati di alto livello che si giocano ogni domenica) e di sport di base, questi elementi devono essere tutti presenti nella nostra città e devono e possono essere collegati e sinergici.
Quindi sì, assolutamente sì, alla maratona di Roma ed ai suoi 12.000 e più partecipanti o alla Formula E, ma non scordiamoci che noi quest’anno, con una visibilità ancora minima, al primo anno di A1, abbiamo portato 16.000 spettatori in 13 gare (di cui 3 infrasettimanali e 1 lunedì) con una media di 1.200 persone a partita, e che, grazie anche a noi, che abbiamo riaperto il Palaeur e portato 4.200 spettatori alla prima partita contro Conegliano, si è deciso di disputare la finale di Coppa Italia di pallavolo femminile al Palazzo dello Sport dell’Eur con la presenza del Presidente Mattarella in diretta Tv su Rai2 in prima serata.
L’attività di base non va in antitesi con i grandi eventi e l’alto livello, anzi, aver riportato il grande volley nella capitale crea attenzione e offre l’opportunità a famiglie e giovani atleti di innamorarsi dello sport, potendone godere dal vivo in un ambiente sano ed accogliente.
Noi questa connessione tra la Roma Volley Club e il territorio in cui agiamo l’abbiamo cercata e iniziato a realizzarla da tempo.
Abbiamo ospitato durante le nostre partite e sui nostri social progetti sociali come la Banca delle Visite, K9 Rescue Italia, l’Associazione Italiana Persone Down, la Cooperativa Sociale Capodarco, Creattivi Oltre la Rete e altre attività di sensibilizzazione e sostegno alla comunità, oltre alle campagne contro la violenza sulle donne, contro il razzismo e contro il bullismo.
Abbiamo ospitato nelle nostre rubriche sui social gli altri sport romani, dando visibilità a realtà meritevoli con minori possibilità di essere notate e ospitato atleti e società, citandone solo alcuni, l’olimpionico di karate Busà, la Sis Roma pallanuoto femminile vincitrice della Coppa Italia, il tamburello maschile e femminile, la scherma, il football americano, il paddle, il nuoto, la boxe e tanti altri, offrendo, quando possibile, anche la platea del Palazzo dello Sport durante le nostre partite casalinghe.
Abbiamo cominciato la promozione della pallavolo con le scuole e offerto di svolgere il servizio campo a società di base da Roma Nord ai Castelli Romani, sino a Pomezia.
Abbiamo con le nostre rubriche promosso Roma tra i tifosi delle squadre avversarie, anche da un punto di vista culturale e turistico, e abbiamo promosso i primi gemellaggi internazionali.
Lo sentiamo come un nostro dovere e crediamo che questo approccio vada premiato e incentivato.
In questa stagione abbiamo investito un budget di 1 milione di euro, assolutamente simile a quello delle squadre classificatesi dopo le prime cinque in A1, con il grande rammarico che noi siamo stati costretti a spendere il 27% del budget per gli impianti. Una cifra stratosferica che ci ha obbligati a destinare “solo” il 45% del budget a roster e staff tecnico.
Avremmo potuto giocare fuori Roma, come da molti consigliatoci, spostando il budget degli impianti su giocatrici e staff tecnico, ma noi siamo la Roma Volley Club e vogliamo giocare a Roma, vogliamo il pubblico di Roma e del Lazio, altrimenti tutto questo non avrebbe alcun senso.
Credo fermamente che andrebbe fatto sistema e che le aziende municipalizzate, ove possano, debbano sostenere realtà come la nostra.
Non è possibile che Acea, con cui abbiamo cercato un dialogo visto il problema dei costi del Palazzo dello Sport e la mancanza di altri impianti omologabili in città, a giugno ci risponda che non ci può supportare, finanziando altre attività, per esempio, per citarne una, a scanso di equivoci, che apprezziamo in modo particolare e che abbiamo a nostra volta promosso, la Run Rome the Marathon.
Perché questa differenza?
Attenzione sappiamo bene che sono società private, che niente ci è dovuto per forza, ma credo che una riflessione vada fatta.
Quando si parla di impianti credo che si debba avere il coraggio di velocizzare lavori, bandi e assegnazioni e darli a chi merita direttamente, perché avere il Palazzetto in gestione permette di svilupparlo, investendoci e di poter creare fonti di reddito per le società.
Noi quest’anno non avevamo in gestione neanche il bar o gli spazi per permettere ai nostri sponsor di fare promozione o creare una postazione fissa per il merchandising.
Bisogna accelerare le assegnazioni, chiedere alle società non soltanto i canoni, ma l’impegno allo sviluppo dello sport di base e poi monitorare il rispetto degli accordi, solo così emergeranno i soggetti virtuosi per lo sviluppo dello sport tutto a Roma.
Care Fipav Lazio, Fipav Roma,
Caro Vicepresidente nazionale Cecchi, Presidente Burlandi, Presidente Martinelli,
Ringraziamo anche voi per la vicinanza e sostegno, ma anche qui non è stato e non è più sufficiente.
Se non si riesce a far passare il messaggio alle altre società di pallavolo del territorio che noi rappresentiamo tutte loro, che l’alto livello è un’enorme opportunità per tutto il movimento provinciale e regionale, che più la gente si innamora del volley, maggiori saranno i loro iscritti, sarà sempre difficile, se non impossibile non solo riempire il Palazzo dello Sport dell’Eur, ma anche il Palazzetto di Viale Tiziano.
Purtroppo, questa è stata un’occasione persa dalle società e anche da voi per lo sviluppo del nostro sport nella nostra provincia e nella nostra regione.
Sia chiaro e ci tengo a sottolinearlo in conclusione, la retrocessione è colpa nostra, perché alla fine nello sport contano i risultati e ci assumiamo tutte le nostre responsabilità, pagandone le conseguenze.
Credo, comunque, che, analizzando la situazione oggettiva in cui ci siamo mossi in questo primo anno in A1, ci vada riconosciuto che noi abbiamo corso con i pesi sulle spalle.
A giugno dell’anno scorso nessuno credeva che ci saremmo iscritti e meno che mai che avremmo giocato al Palaeur, e neanche che avremmo portato così tanto pubblico alle partite, che pur dovendo sostenere un costo di quasi 300.000 euro per gli impianti di gioco, incluso il doversi allenare tutti i giorni a Frascati, saremmo stati in grado di lottare fino all’ultima partita per rimanere nel più bel campionato di pallavolo del mondo.
Credo di poter dire che abbiamo fatto complessivamente miracoli e non posso che ringraziare tutti coloro che hanno lavorato per il Club e per questa, comunque, bellissima stagione.
Vorrei infine essere chiaro su un punto.
Noi ripartiamo; dai tifosi che ci hanno sostenuto, che in questi giorni ci stanno commovendo per affetto e supporto, e dagli sponsor che hanno ricevuto visibilità e ottima reputazione con il loro imprescindibile contributo.
Speriamo di poter contare anche sul Palazzetto e sulle istituzioni.
Correggeremo i nostri errori e torneremo in A1, se qualcuno ci vorrà aiutare a tenere alto il nome di Roma le porte sono aperte per tutti.
Siamo pienamente disponibili a creare un tavolo operativo di confronto per fare sistema.
Altrimenti, andremo avanti con le nostre forze, come abbiamo sempre fatto, ma Roma sprecherà l’ennesima grande occasione per costruire insieme un nuovo modo sostenibile di fare sport in una grande città.
Roberto Mignemi
Direttore Generale
Roma Volley Club LEGGI TUTTO