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    MotoGp, Pol Espargaro: “Non voglio paragonarmi a Valentino Rossi”

    ROMA – Con i suoi 31 anni sul groppone, Pol Espargaro cerca lo slancio decisivo in MotoGp. Il pilota spagnolo della Honda, infatti, in nove anni trascorsi in classe regina non ha ancora raccolto nemmeno una vittoria, a differenza di suo fratello, Aleix Espargaro, che ha fatto sognare l’Aprilia in Argentina. In un torneo così provante e competitivo come il Motomondiale, la carta d’identità gioca un ruolo fondamentale ed Espargaro parla così di questo a “DAZN”: “Abbiamo visto come Valentino Rossi a 40 anni fosse ancora competitico. Ma lui è unico e non voglio paragonarmi a lui. Però vorrei prolungare la mia carriera per altri cinque anni e voglio farlo ad alti livelli”.
    Le aspettative di Espargaro
    La parabola di Pol Espargaro dunque potrebbe durare ancora per qualche stagione. Ma gli obiettivi centrati dello spagnolo non sempre sono coerenti con le sue aspettative: “Sono molto esigente con me stesso e, quando fallisco, molte volte non riesco a godermi tutto ciò che la vita mi dà. Come posso cioè – si chiede il pilota di Granollers – guidare questa moto e non essere in testa alle gare?”. Un pensiero che potrebbe accompagnarlo per tutta la stagione, visti i limiti mostrati dalla Honda in pista. A tutto ciò si aggiunge una situazione di incertezza che Espargaro prova a esorcizzare così: “Certo che sono nervoso per il rinnovo, ma procedo gara dopo gara e vedremo cosa accadrà”. LEGGI TUTTO

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    F1, la FIA interviene sulla safety car: “Conta la sicurezza, non la velocità”

    ROMA – In Formula 1 è scoppiato il caso safety car. Dopo il Gran Premio d’Australia, i piloti in coro riportano come le auto fornite dalla Aston Martin siano troppo lente, cosa che non permette loro di mantenere in temperatura ottimale gli pneumatici. Su questo aspetto è intervenuta la FIA, che in una nota ufficiale spiega come si “desidera ribadire che la funzione primaria della FIA Formula 1 Safety Car è, ovviamente, non la velocità assoluta, ma la sicurezza di piloti, marshal e funzionari”. In tutt’e tre le tappe del 2022 la SC è sempre finora scesa in pista.
    La FIA difende la safety car
    Scrive ancora la Federazione: “Le procedure Safety Car coinvolgono molteplici obiettivi, a seconda dell’incidente, incluso il requisito di raggruppare il campo, stimare il recupero di un incidente o rimuovere i detriti sulla pista in modo sicuro e regolare il ritmo in base ad attività che potrebbero esserci in una parte diversa della pista. La velocità è quindi generalmente dettata dal Direzione di gara, e non dipende dalle capacità delle safety car, veicoli ad alte prestazioni costruiti su misura da due dei migliori produttori mondiali, attrezzati per affrontare condizioni mutevoli della pista in ogni caso e guidati da un pilota e un copilota di grande esperienza e capacità”.  L’influenza dunque delle macchine di sicurezza firmate Mercedes e Aston Martin “è un aspetto secondario, in quanto è lo stesso per tutti i piloti”. LEGGI TUTTO

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    F1, la FIA difende la safety car: “La priorità è la sicurezza, non la velocità”

    ROMA – La safety car rappresenta uno degli argomenti di discussione in questo avvio di stagione di Formula 1.  I piloti lamentano una certa lentezza della vettura, che non permette di mantenere in temperatura ottimale gli pneumatici. Su questo aspetto è intervenuta la FIA, che in una nota ufficiale spiega come si “desidera ribadire che la funzione primaria della FIA Formula 1 Safety Car è, ovviamente, non la velocità assoluta, ma la sicurezza di piloti, marshal e funzionari”. In tutt’e tre le tappe del 2022 la safety car è sempre finora scesa in pista.
    Il comunicato FIA
    Scrive ancora la Federazione: “Le procedure Safety Car coinvolgono molteplici obiettivi, a seconda dell’incidente, incluso il requisito di raggruppare il campo, stimare il recupero di un incidente o rimuovere i detriti sulla pista in modo sicuro e regolare il ritmo in base ad attività che potrebbero esserci in una parte diversa della pista. La velocità è quindi generalmente dettata dal Direzione di gara, e non dipende dalle capacità delle safety car, veicoli ad alte prestazioni costruiti su misura da due dei migliori produttori mondiali, attrezzati per affrontare condizioni mutevoli della pista in ogni caso e guidati da un pilota e un copilota di grande esperienza e capacità”.  L’impatto delle safety car targate Mercedes e Aston Martin dunque “è una considerazione secondaria, in quanto ricade su tutti i concorrenti”. LEGGI TUTTO

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    San Siro ma non solo, ecco gli stadi europei con il parcheggio più costoso

    Quanto costa parcheggiare allo stadio? A darci la risposta arriva una ricerca fatta da confused.com, sito di comparazione di servizi che ha raccolto alcuni dei 20 maggiori stadi d’Europa e ha messo a confronto i relativi costi del parcheggio. Trattandosi di grandi strutture, stiamo parlando di veri e propri complessi polifunzionali, che ospitano non solo gare sportive, ma anche tanti altri eventi, tra cui concerti e manifestazioni di vario genere. E per chi decide di recarvisi c’è da fare i conti con la tariffa della sosta. Per la ricerca sono stati presi in considerazione alcuni parametri: il prezzo del parcheggio in caso di eventi (partite, concerti ecc… ); in mancanza del primo, il costo di 5 ore di parcheggio; in mancanza di un parcheggio di proprietà della struttura, il costo dell’area di sosta principale più vicina.
    Quanto costa parcheggiare allo stadio?
    1. Stade de France, Saint-Denis: capienza 81.338 spettatori; costo parcheggio 29 euro
    2. Metropolitano Stadium, Madrid: capienza 67.703 spettatori; costo parcheggio 20 euro
    3. Estadio Santiago Bernabeu, Madrid: capienza 81.044 spettatori; costo parcheggio 19,50 euro
    4. Allianz Arena, Monaco: capienza 75.000 spettatori; costo parcheggio 10 euro
    5. Camp Nou, Barcellona: capienza 99.354 spettatori; costo parcheggio 9,75 euro
    6. Croke Park, Dublino: capienza 82.300 spettatori; costo parcheggio 8 euro
    7. Westfalenstadion, Dortmund: capienza 81.365 spettatori; costo parcheggio 7 euro
    8. San Siro, Milano: capienza 80.018 spettatori; costo parcheggio 6 euro
    9. Munchen Olympiastadion, Monaco: capienza 69.250 spettatori; costo parcheggio 5 euro
    10. Stade Vélodrome, Marsiglia: capienza 67.344 spettatori; costo parcheggio 4,40 euro
    11. Estadio da Luz, Lisbona: capienza 64.642 spettatori; costo parcheggio 4,30 euro
    12. Puskas Arena, Budapest: capienza 67.215 spettatori; costo parcheggio 3,36 euro
    13. Stadio Olimpico, Roma: capienza 70.634 spettatori; costo parcheggio gratis
    14. Olympiastadion, Berlino: capienza 74.228 spettatori; costo parcheggio gratis
    15. Ataturk Olympic Stadium, Istanbul: capienza 76.092 spettatori; costo parcheggio gratis
    16. Athens Olympic Stadium, Atene: capienza 75.000 spettatori; costo parcheggio gratis
    17. Estadi Olimpic Lluis Companys, Barcellona: capienza 60.713 spettatori; costo parcheggio gratis
    18. Estadio Benito Villamarin, Siviglia: capienza 60.720 spettatori; costo parcheggio gratis
    19. Mercedes-Benz Arena, Stoccarda: capienza 60.469 spettatori; costo parcheggio gratis
    20. Veltins-Arena, Gelsenkirchen: capienza 62.271 spettatori; costo parcheggio gratis
    La top 10 delle città coi parcheggi più cari al mondo LEGGI TUTTO

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    Regna l'equilibrio in MotoGp, mai così pochi punti per il leader dopo 4 gare

    ROMA – La MotoGp 2022 ha fin qui dato spettacolo, con tre vincitori diversi in quattro gare e un grande equilibrio in pista. Con un Quartararo insoddisfatto della Yamaha, un Bagnaia sotto le aspettative e un Marquez alle prese con mille problemi, nessuno dei nomi più attesi del 2022 ha fin qui dato prova di avere qualcosa in più rispetto agli altri. Sono così spuntati altri nomi per il titolo, tra cui l’italiano Enea Bastianini, l’unico fin qui ad aver racimolato più di una vittoria con i trionfi in Qatar e Stati Uniti.
    Il leader mai così in basso
    La classifica dice quindi Bastianini primo con 61 punti, seguito da Rins a 56, Aleix Espargaro a 50 e a ruota Mir (46) e Quartararo (44). Distacchi minimi, che rendono il campionato spettacolare e avvincente, ma che stabiliscono anche un nuovo record per il Motomondiale dal 1993, anno in cui è stato introdotto questo sistema di assegnazione dei punti. Nessun pilota al comando della classifica dopo 4 Gp si era mai trovato a un punteggio così basso come quello del “Bestia”. Solo Valentino Rossi, nel 2017, si era avvicinato a questo record portandosi a quota 62 dopo le prime quattro gare. Un dato che può essere letto in maniera positiva, visto che da tante stagioni non si assisteva a un inizio di stagione così equilibrato. LEGGI TUTTO

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    MotoGp: regna l'equilibrio, mai così pochi punti per chi è al comando dopo 4 gare

    ROMA – Quattro gare, tre vincitori diversi e tantissimo equilibrio. In MotoGp quest’anno la battaglia è aperta più che mai. Con un Quartararo insoddisfatto della Yamaha, un Bagnaia sotto le aspettative e un Marquez alle prese con mille problemi, nessuno dei nomi più attesi del 2022 ha fin qui dato prova di avere qualcosa in più rispetto agli altri. Sono così spuntati altri nomi per il titolo, tra cui l’italiano Enea Bastianini, l’unico fin qui ad aver racimolato più di una vittoria con i trionfi in Qatar e Stati Uniti.
    Record negativo
    La classifica dice quindi Bastianini primo con 61 punti, seguito da Rins a 56, Aleix Espargaro a 50 e a ruota Mir (46) e Quartararo (44). Distacchi minimi, che rendono il campionato spettacolare e avvincente, ma che stabiliscono anche un nuovo record per il Motomondiale dal 1993, anno in cui è stato introdotto questo sistema di assegnazione dei punti. Nessun pilota al comando della classifica dopo 4 Gp si era mai trovato a un punteggio così basso come quello del “Bestia”. Solo Valentino Rossi, nel 2017, si era avvicinato a questo record portandosi a quota 62 dopo le prime quattro gare. Un dato che può essere letto in maniera positiva, visto che da tante stagioni non si assisteva a un inizio di stagione così equilibrato. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Alex Marquez: “La guida di Marc ad Austin ci dà fiducia”

    ROMA – Le prime battute di questaMotoGpnon si sono mostrate benevole nei confronti della Honda. L’Ala dorata in pista è altalenante e le caratteristiche del tracciato di turno sembrano influire molto sulla moto. Un aspetto che ha notato anche Alex Marquez, pilota della LCR Honda e fratello di Marc Marquez. Il due volte campione del mondo (Moto3 2014 e Moto2 2019) ha infatti detto a “Motosan”: “È dal Qatar che soffro con l’anteriore. Mio fratello sembra essere migliorato dopo aver provato qualcosa. Vederlo guidare così ci sta dando fiducia, che al momento è ciò che ci manca”.
    Verso Portimao
    Alex Marquez non ha potuto terminare la gara per una caduta: “È stato un disastro. Ma nelle Libere ero su buone posizioni, nel warm up andavo bene e in gara sono stato aggressivo: sono aspetti positivi”. In più, la gara in rimonta di suo fratello sembra aver dato nuovi stimoli all’Ala dorata, che ora cerca il riscatto in Portogallo: “La gara di Marc è da studiare per cercare migliorare il più possibile per Portimao, nel 2021 sono stato competitivo (P8 e P4, ndr) ed è una delle mie piste preferite. Un buon test per valutare il nostro livello attuale”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Alex Marquez: “Marc ha guadagnato fiducia dopo Austin”

    ROMA – La Honda sta cercando di trovare il suo baricentro in questo avvio di MotoGp. L’Ala dorata non sembra costante e le caratteristiche del tracciato di turno sembrano influire molto sulla moto, segno di poca completezza nell’assetto generale. Un aspetto che ha notato anche Alex Marquez, pilota della LCR Honda e fratello di Marc Marquez. Il due volte campione del mondo (Moto3 2014 e Moto2 2019) ha infatti detto a “Motosan”: “È dal Qatar che soffro con l’anteriore. Mio fratello sembra essere migliorato dopo aver provato qualcosa. Vederlo guidare così ci sta dando fiducia, che al momento è ciò che ci manca”.
    Le parole di Marquez
    Alex Marquez non ha potuto terminare la gara per una caduta: “È stato un disastro. Ma nelle Libere ero su buone posizioni, nel warm up andavo bene e in gara sono stato aggressivo: sono aspetti positivi”. In più, la gara in rimonta di suo fratello sembra aver dato nuovi stimoli all’Ala dorata, che ora punta il Portogallo: “Studierò la gara di Marc e cercherò di imparare il più possibile in vista di Portimao, lì l’anno scorso ho fatto bene (P8 e P4, ndr) ed è uno dei miei eventi preferiti. Sarà un buon test per vedere a che punto siamo”. LEGGI TUTTO