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    F1, Brawn: “Se Hamilton non si fosse fermato, sarebbe stato un disastro”

    ROMA – “Ancora una volta le squadre hanno dovuto affrontare una difficile decisione tattica. In questi scenari fai affidamento al tuo giudizio, all’esperienza e alle sensazioni. Come visto nel caso di Lewis, c’è stata un’iniziale resistenza dall’abitacolo a rientrare per il pit. Quanto queste situazioni non sono nette e dal pilota ti arriva un un rinvio, è facile per un team rinunciare a quella che sente essere la decisione corretta”. Queste le parole di Ross Brawn nella consueta analisi dopo il Gran Premio di Turchia, sedicesimo appuntamento stagionale della Formula 1. Il direttore generale e responsabile sportivo del progetto F1 si è soffermato sulla strategia di Lewis Hamilton, che è andato in contrasto con il team sul pit stop effettuato nella seconda parte di gara: “Il pilota è in una bolla, ha bisogno di darti informazioni ma quel che non possono vedere sono tutti i dati che alimentano il muretto. Nel caso di Lewis, se non si fosse fermato e le gomme fossero finite o se fosse tornata una leggera pioggia, sarebbe precipitato in classifica e sarebbe stato un disastro”, analizza Brawn, in una sintesi del “non si possono vincere tutte le gare”.
    Sulla lotta Verstappen-Hamilton
    Brawn ha poi parlato della lotta al titolo tra Max Verstappen e Lewis Hamilton: “Tutti sappiamo come i punti siano fondamentali a ogni passaggio della stagione, ma quando entri in questa fase, ti concentri su ogni singolo punto. Dovresti farlo per tutto l’anno ma non è la stessa cosa quando arrivi alle ultime gare, nelle quali ogni cosa è più intensa e sai che se sbagli non c’è tempo per recuperare”. LEGGI TUTTO

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    F1: torna il Gran Premio del Sudafrica? Ipotesi Kyalami

    ROMA – La Formula 1 potrebbe presto tornare protagonista in Africa dopo un assenza di parecchi anni. A lanciare l’indiscrezione è Warren Scheckter, amministratore delegato del Gran Premio del Sudafrica e figlio di Jody Scheckter, campione del mondo nel 1979. Il circuito indicato è quello di Kyalami, ma potrebbe volerci almeno un anno e mezzo prima di rendere il tutto ufficiale. “Rispetto ai circuiti cittadini individuati,la scelta più sensata resta quella di Kyalami, per la sua storia e per la sua immediata disponibilità ad ospitare questo evento – ha detto Scheckter -. Negli ultimi anni, cominciando da Chase Carey, abbiamo accolto i vertici della F1 con visite all’autodromo, favorendo l’incontro di questi ultimi con i membri del nostro Governo per poter avviare le trattative”.
    L’annuncio di Schekter
    “Abbiamo già dimostrato di saper accogliere grandi eventi di rilevanza internazionale come i Mondiali di calcio nel 2010, ed un Gp è quello che serve per rilanciare l’immagine del Sudafrica non solo dal punto di vista sportivo, ma anche turistico e culturale – ha aggiunto Scheckter -. Noi siamo pronti. L’anno prossimo,discuteremo nuovamente sull’opportunità di riportare il Sudafrica in F1, con l’obiettivo diufficializzare il rientro all’inizio del 2023” – ha concluso. LEGGI TUTTO

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    F1: Kyalami si candida per il ritorno del Gran Premio del Sudafrica

    ROMA – La Formula 1 torna in Africa? L’ipotesi è stata lanciata da Warren Scheckter, amministratore delegato del Gran Premio del Sudafrica e figlio di Jody Scheckter, campione del mondo nel 1979. Il circuito indicato è quello di Kyalami, ma potrebbe volerci almeno un anno e mezzo prima di rendere il tutto ufficiale. “Rispetto ai circuiti cittadini individuati,la scelta più sensata resta quella di Kyalami, per la sua storia e per la sua immediata disponibilità ad ospitare questo evento – ha detto Scheckter -. Negli ultimi anni, cominciando da Chase Carey, abbiamo accolto i vertici della F1 con visite all’autodromo, favorendo l’incontro di questi ultimi con i membri del nostro Governo per poter avviare le trattative”.
    Le parole di Schekter
    “Abbiamo già dimostrato di saper accogliere grandi eventi di rilevanza internazionale come i Mondiali di calcio nel 2010, ed un Gp è quello che serve per rilanciare l’immagine del Sudafrica non solo dal punto di vista sportivo, ma anche turistico e culturale – ha aggiunto Scheckter -. Noi siamo pronti. L’anno prossimo,discuteremo nuovamente sull’opportunità di riportare il Sudafrica in F1, con l’obiettivo diufficializzare il rientro all’inizio del 2023” – ha concluso. LEGGI TUTTO

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    F1, Vettel: “Il nostro sport dovrebbe aiutare di più a diffondere messaggi di uguaglianza”

    ROMA – Sebastian Vettel ha parlato in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di “The-Race”. Il pilota tedesco, spesso protagonista di battaglie fuori dal circuito di Formula 1, cerca sempre di sensibilizzare il pubblico sulle tematiche ambientali e sociali. Questo è il mio modo di pensare, e sono felice di esprimere la mia opinione, come di ascoltare quella degli altri – ha detto -. Per salvaguardare la nostra vita e il futuro su questo pianeta, è necessario prendersi cura dell’ambiente. Per quanto concerne i diritti umani e l’uguaglianza, in Formula 1 siamo molto lenti ad appoggiare questo cambiamento. Io sono felice di parlare delle ingiustizie”. L’ex Ferrari ha anche spiegato come, secondo lui, bisognerebbe comunicare in paesi con situazioni difficili in questi settori: “Ci sono argomenti troppo importanti per essere trascurati. Capisco che i paesi hanno regole diverse, governi diversi e scenari differenti, e non posso parlare per tutti i paesi. In alcune di queste nazioni andiamo là e stendiamo un bel tappeto rosso con bei messaggi. Ma penso che più delle parole, siano necessarie azioni”.
    Il commento di Vettel
    “Non so quale sia il modo migliore per comunicare, ma sento che il nostro sport potrebbe esercitare una maggiore pressione ed essere d’aiuto nel diffondere messaggi di uguaglianza – ha aggiunto Vettel -. Il problema principale è che lo sport, così come i paesi, sono governati da individui, e come tali hanno opinioni diverse, che arrivano da esperienze diverse. Sarà difficile, ma è necessario trovare le persone perfette che possano governare il nostro sport e che siano in grado di trovare la strada giusta per il futuro. C’è inoltre un enorme interesse finanziario. Io penso che ad un certo punto le persone avranno bisogno di chiedere a loro stesse: “Lo sport ha una ‘bussola morale’ e dunque può dire di no a determinate cose, oppure bisogna dire di sì ad ogni mega affare dietro l’angolo?’ Questo è il grande disegno che deve stare dietro tutto”. LEGGI TUTTO

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    F1, Vettel: “Sono felice di parlare delle ingiustizie”

    ROMA – “Questo è il mio modo di pensare, e sono felice di esprimere la mia opinione, come di ascoltare quella degli altri. Per salvaguardare la nostra vita e il futuro su questo pianeta, è necessario prendersi cura dell’ambiente. Per quanto concerne i diritti umani e l’uguaglianza, in Formula 1 siamo molto lenti ad appoggiare questo cambiamento. Io sono felice di parlare delle ingiustizie”. Queste le parole di Sebastian Vettel in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di “The-Race”. Il pilota tedesco, spesso protagonista di battaglie fuori dal circuito di Formula 1, cerca sempre di sensibilizzare il pubblico sulle tematiche ambientali e sociali. L’ex Ferrari ha anche spiegato come, secondo lui, bisognerebbe comunicare in paesi con situazioni difficili in questi settori: “Ci sono argomenti troppo importanti per essere trascurati. Capisco che i paesi hanno regole diverse, governi diversi e scenari differenti, e non posso parlare per tutti i paesi.In alcune di queste nazioni andiamo là e stendiamo un bel tappeto rosso con bei messaggi. Ma penso che più delle parole, siano necessarie azioni”.
    Le parole di Vettel
    “Non so quale sia il modo migliore per comunicare, ma sento che il nostro sport potrebbe esercitare una maggiore pressione ed essere d’aiuto nel diffondere messaggi di uguaglianza – ha aggiunto Vettel -. Il problema principale è che lo sport, così come i paesi, sono governati da individui, e come tali hanno opinioni diverse, che arrivano da esperienze diverse. Sarà difficile, ma è necessario trovare le persone perfette che possano governare il nostro sport e che siano in grado di trovare la strada giusta per il futuro. C’è inoltre un enorme interesse finanziario. Io penso che ad un certo punto le persone avranno bisogno di chiedere a loro stesse: “Lo sport ha una ‘bussola morale’ e dunque può dire di no a determinate cose, oppure bisogna dire di sì ad ogni mega affare dietro l’angolo?’ Questo è il grande disegno che deve stare dietro tutto”. LEGGI TUTTO

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    Binotto e la parola che fa sperare la Ferrari

    Nessun azzardo, ma rischio calcolato. E’ il messaggio che la Ferrari manda ai naviganti il giorno dopo il primo GP dell’anno (quindi diciamo pure del biennio) in cui le Rosse se la sono giocata alla pari con Mercedes e Red Bull. Un ritmo favorito dal fatto che si sia corso su gomme intermedie, ma ora non stiamo lì a sottilizzare.

    La svolta della Rossa

    Non c’era azzardo, spiegano, nell’aver provato a lasciar fuori Charles Leclerc sperando che potesse arrivare al traguardo sulle tele delle gomme con cui era partito. E tengono a precisarlo, quelli di Maranello, ché l’azzardo è lo spendere irrazionalmente gli ultimi risparmi nel gratta e vinci, qualcosa di cui la Ferrari ha avuto anche bisogno in momenti disperati, ma che fa parte del passato. Oggi non c’è più da montare gomme da rane nella speranza che piovano dal cielo: c’è una macchina che permette ai tecnici di provare fiducia e autostima, lavorando col mirino puntato sul futuro.

    Binotto e la parola che fa sperare la Ferrari

    Futuro di brevissimo termine: «Da qui alla fine dell’anno, Città del Messico è la pista che sulla carta potrebbe favorire il nostro pacchetto per provare a vincere», ha detto Mattia Binotto, dalla bocca del quale la parola “vincere”, sia pur declinata nel senso del tentativo, non usciva da un pezzo. Futuro di breve termine: «Il pacchetto è nettamente migliorato grazie all’evoluzione del motore elettrico, e ora togliere il terzo posto mondiale alla McLaren è un obiettivo nitido». Futuro di medio termine, il 2022, pertanto di lungo termine visto che quelle regole vigeranno almeno fino al 2025. Ecco perché il rischio calcolato – appunto – di perdere il podietto di Leclerc e relativi tre punti in più, per potersi giocare la possibilità di metter le mani sui venticinque della vittoria. Non è andato bene il tentativo ma ha funzionato l’atteggiamento nuovo della Ferrari, più sicura di sé stessa, conscia di poter contare non solo su una coppia di piloti eccezionale, ma anche su un mezzo motore di tutto rispetto. 

    Guarda la galleryHamilton, impossibile non notare il suo look al GP di Turchia LEGGI TUTTO

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    F1, Leclerc: “Duello Hamilton-Verstappen? Mi interessa solo giocarmi il titolo con Ferrari””

    ROMA – Il Gp di Turchia, per Charles Leclerc, è stato di quelli agrodolci. Il pilota della Ferrari, infatti, ha dimostrato ancora una volta tutto il suo talento andando in testa prima che il deterioramento delle gomme lo costringesse al pit stop ma di fatto non è riuscito a sfruttare l’occasione di cogliere una vittoria che avrebbe avuto il sapore dell’impresa. A mente fredda, però, Leclerc è convinto che quella di rientrare ai box per il cambio gomme sia stata la decisione più giusta: “La delusione c’è perché in una stagione difficile ci sono state occasioni sfortunate. Salire sul podio fa sempre bene, sapevamo che potevamo giocarci la vittoria. Abbiamo rischiato per il terzo posto, ma non ho nessun rimorso. Era la cosa giusta da fare: se c’è la possibilità di vincere bisogna provarci. Poi dopo 5 giri gli altri sono arrivati e ci siamo dovuti fermare.  C’è tanta adrenalina in gara, pensavamo solo alla vittoria tenendo Bottas dietro. Non è successo, ma va bene così. Duello Hamilton-Verstappen? L’unica cosa che mi interessa è che io e la Ferrari potremo essere lì a battagliare per il titolo, il resto non mi importa”, ha ammesso ai microfoni di Sky Sport. 
    Il monegasco ottimista per la prossima stagione
    I passi avanti compiuti dalla Ferrari nello sviluppo, soprattutto sulla power unit, sono evidenti. Progressi che permettono un cauto ottimismo in Leclerc, convinto che la strada intrapresa dalla scuderia di Maranello sia quella giusta, come dimostrato dal 4° posto ottenuto in Turchia: “L’anno scorso è stato difficile per tutti, ma io sono sempre stato fiducioso del fatto che la squadra avrebbe lavorato nella direzione giusta. Non ci sono i miracoli in Formula 1, ma ho l’impressione che stiamo crescendo più degli altri. Io penso sempre alla vittoria. Mancano sei gare alla fine e non credo che potremmo vincerle tutte, ma se ci sarà l’opportunità proverò a prenderla. Sono soprattutto sei gare per cercare di crescere e iniziare, l’anno prossimo, una nuova era nel miglior modo possibile”, ha concluso Leclerc.  LEGGI TUTTO

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    F1, Leclerc: “Ferrari sta crescendo, vogliamo aprire una nuova era”

    ROMA – Charles Leclerc, 4° nel Gp di Turchia dopo aver accarezzato l’idea di portare a casa una vittoria clamorosa, crede nella Ferrari. Il monegasco, rinfrancato dalle prestazioni mostrate dalla Rossa grazie alla nuova power unit, è convinto che i tecnici di Maranello abbiano imboccato la strada giusta e, ai microfoni di Sky Sport, non nasconde l’ottimismo in vista della prossima stagione: “L’anno scorso è stato difficile per tutti, ma io sono sempre stato fiducioso nel fatto che la squadra avrebbe lavorato nella direzione giusta. Non ci sono i miracoli in Formula 1, ma ho l’impressione che stiamo crescendo più degli altri. Io penso sempre alla vittoria. Mancano sei gare alla fine e non credo che potremmo vincerle tutte, ma se ci sarà l’opportunità proverò a prenderla. Sono soprattutto sei gare per cercare di crescere e iniziare, l’anno prossimo, una nuova era nel miglior modo possibile”, ha dichiarato.
    Il focus è sempre sulla Ferrari
    L’amarezza per la vittoria e il podio sfumati a Istanbul è ancora palpabile, ma il giovane monegasco, a mente fredda, è convinto che la scelta dei tecnici Ferrari si sia rivelata quella giusta: “La delusione c’è perché in una stagione difficile ci sono state occasioni sfortunate. Salire sul podio fa sempre bene, sapevamo che potevamo giocarci la vittoria. Abbiamo rischiato per il terzo posto, ma non ho nessun rimorso. Era la cosa giusta da fare: se c’è la possibilità di vincere bisogna provarci. Poi dopo 5 giri gli altri sono arrivati e ci siamo dovuti fermare.  C’è tanta adrenalina in gara, pensavamo solo alla vittoria tenendo Bottas dietro. Non è successo, ma va bene così. Duello Hamilton-Verstappen? L’unica cosa che mi interessa è che io e la Ferrari potremo essere lì a battagliare per il titolo, il resto non mi importa”, ha concluso Leclerc. LEGGI TUTTO