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    F1, Hamilton riapre il Mondiale: vittoria in Brasile davanti a Verstappen

    SAN PAOLO – Lewis Hamilton si aggiudica in rimonta il diciannovesimo Gran Premio della stagione di Formula 1 in Brasile. Il britannico riapre la battaglia mondiale con Max Verstappen quando mancano 3 gare al termine della stagione, precedendo proprio l’olandese al traguardo. A completare il podio c’è l’altra Mercedes guidata da Valtteri Bottas. Quarta posizione, invece, per Sergio Perez che chiude davanti alle due Ferrari con Charles Leclerc a conquistare il 5° posto e Carlos Sainz in sesta posizione. Settimo Pierre Gasly con l’Alpha Tauri mentre a completare la top ten ci sono le due Alpine di Fernando Alonso ed Esteban Ocon e la McLaren di Lando Norris. 
    La classifica della gara
    1. Lewis Hamilton (Mercedes)2. Max Verstappen (Red Bull)3. Valtteri Bottas (Mercedes)4. Sergio Perez (Red Bull)5. Charles Leclerc (Ferrari)6. Carlos Sainz (Ferrari)7. Pierre Gasly (AlphaTauri)8. Esteban Ocon (Alpine)9. Fernando Alonso (Alpine)10. Lando Norri (McLaren) LEGGI TUTTO

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    F1, Hamilton rimonta tutti in Brasile e trionfa davanti a Verstappen

    SAN PAOLO – Lewis Hamilton compie un’autentica impresa in Brasile e si aggiudica il diciannovesimo Gran Premio della stagione di Formula 1. Il britannico riapre la battaglia mondiale con Max Verstappen quando mancano 3 gare al termine della stagione, precedendo proprio l’olandese al traguardo. A completare il podio c’è l’altra Mercedes guidata da Valtteri Bottas. Quarta posizione, invece, per Sergio Perez che chiude davanti alle due Ferrari con Charles Leclerc a conquistare il 5° posto e Carlos Sainz in sesta posizione. Settimo Pierre Gasly con l’Alpha Tauri mentre a completare la top ten ci sono le due Alpine di Fernando Alonso ed Esteban Ocon e la McLaren di Lando Norris. 
    La top-10 della gara
    1. Lewis Hamilton (Mercedes)2. Max Verstappen (Red Bull)3. Valtteri Bottas (Mercedes)4. Sergio Perez (Red Bull)5. Charles Leclerc (Ferrari)6. Carlos Sainz (Ferrari)7. Pierre Gasly (AlphaTauri)8. Esteban Ocon (Alpine)9. Fernando Alonso (Alpine)10. Lando Norri (McLaren) LEGGI TUTTO

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    F1, Mekies: “Gran lavoro di Sainz, la difesa su Perez è stata fantastica”

    SAN PAOLO – La Ferrari punta a lottare per la top-5 nel diciannovesimo appuntamento stagionale in Brasile. A far sorridere maggiormente la scuderia di Maranello è stato senza dubbio Carlos Sainz, che proprio a Interlagos conquistò il suo primo podio della carriera. Lo spagnolo si è messo terzo nella gara sprint: “Bilancio tutto sommato discreto di questa Sprint Qualifying, che ci vede conquistare un punto iridato utile a rafforzare il terzo posto – commenta Laurent Mekies -. Ottima la prova di Carlos, incisivo in attacco nel primo giro e fantastico in difesa nel lungo duello con Perez, durato praticamente 20 giri. Essersi tenuto dietro una Red Bull che aveva il vantaggio del DRS e di una mescola teoricamente più efficace sulla distanza è merito del gran lavoro fatto dal pilota e anche dei progressi fatti sulla vettura, in particolare da quando abbiamo introdotto il nuovo sistema ibrido”.
    Sulla gara sprint di Leclerc
    Il responsabile delle operazioni in pista della Ferrari si è poi soffermato sulla qualifica sprint di Leclerc (settimo): “Con Charles avevamo scelto di partire con le medie. È scattato anch’egli molto bene ma poi non si è trovato perfettamente a suo agio con la vettura e ha perduto una posizione rispetto a quella occupata in griglia (recuperata domani grazie alle penalizzazioni altrui). Sta a noi cercare adesso di migliorare la macchina per permettergli di esprimere tutto il suo potenziale. Ci attende una corsa molto impegnativa ma la base di partenza è solida, sia come livello di prestazione complessiva della squadra e dei piloti sia per le posizioni sulla griglia. Abbiamo un obiettivo ben chiaro per questo finale di stagione e daremo il massimo per ottenerlo”, conclude.  LEGGI TUTTO

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    F1, Mekies elogia Sainz: “Fantastica la difesa su Perez”

    SAN PAOLO – La Ferrari ci prova in Brasile e punta a lottare per la top-5 nel diciannovesimo appuntamento stagionale. A far sorridere maggiormente la scuderia di Maranello è stato senza dubbio Carlos Sainz, che proprio a Interlagos conquistò il suo primo podio della carriera. Lo spagnolo si è messo terzo nella gara sprint: “Bilancio tutto sommato discreto di questa Sprint Qualifying, che ci vede conquistare un punto iridato utile a rafforzare il terzo posto – commenta Laurent Mekies -. Ottima la prova di Carlos, incisivo in attacco nel primo giro e fantastico in difesa nel lungo duello con Perez, durato praticamente 20 giri. Essersi tenuto dietro una Red Bull che aveva il vantaggio del DRS e di una mescola teoricamente più efficace sulla distanza è merito del gran lavoro fatto dal pilota e anche dei progressi fatti sulla vettura, in particolare da quando abbiamo introdotto il nuovo sistema ibrido”.
    Mekies parla di Leclerc
    Il responsabile delle operazioni in pista della Ferrari si è poi soffermato sulla qualifica sprint di Leclerc (settimo): “Con Charles avevamo scelto di partire con le medie. È scattato anch’egli molto bene ma poi non si è trovato perfettamente a suo agio con la vettura e ha perduto una posizione rispetto a quella occupata in griglia (recuperata domani grazie alle penalizzazioni altrui). Sta a noi cercare adesso di migliorare la macchina per permettergli di esprimere tutto il suo potenziale. Ci attende una corsa molto impegnativa ma la base di partenza è solida, sia come livello di prestazione complessiva della squadra e dei piloti sia per le posizioni sulla griglia. Abbiamo un obiettivo ben chiaro per questo finale di stagione e daremo il massimo per ottenerlo”, conclude.  LEGGI TUTTO

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    F1, Marko: “La multa di Verstappen è piuttosto grossa, ma la accettiamo”

    SAN PAOLO – Il Gran Premio del Brasile è entrato nel vivo sabato con la multa nei confronti di Max Verstappen e la penalità a Lewis Hamilton. Il primo ha toccato la monoposto del rivale dopo la qualifica, cavandosela con una sanzione di 50 mila euro. Nel complesso Helmut Marko accetta la decisione, pur non mandandole a dire alla scuderia di Brackley: “È un’ammenda piuttosto grossa, ma va bene così. È stato un errore, e lo accettiamo. La cosa incredibile è che la Mercedes accusi Max di aver presumibilmente danneggiato l’ala posteriore con le sue dita”, le parole del consigliere Red Bull a f1-insider.com. 
    La replica di Wolff
    Puntuale la risposta di Toto Wolff dopo la gara sprint: “Quello che è chiaro è che non abbiamo un’ala illegale – afferma il team principal austriaco -. Era un difetto sul lato destro di entità minima. Questo significa che in realtà abbiamo avuto uno svantaggio in termini di prestazioni. A fine della giornata c’è stata una direttiva tecnica che spiega i regolamenti in modo chiaro, e l’accettiamo. Ora però guarderemo ogni singolo pezzo di nastro che cade, e posso promettere che faremo molte domande nelle prossime gare. Una volta c’era qualcosa comeun accordo tra gentiluomini, che ovviamente non si verificherà più”.  LEGGI TUTTO

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    F1, Marko: “Incredibili le accuse della Mercedes a Verstappen”

    SAN PAOLO – Il Gran Premio del Brasile si è infuocato tra venerdì e sabato con la multa nei confronti di Max Verstappen e la penalità a Lewis Hamilton. Il primo ha toccato la monoposto del rivale dopo la qualifica, cavandosela con una sanzione di 50 mila euro. Nel complesso Helmut Marko accetta la decisione, pur non mandandole a dire alla scuderia di Brackley: “È un’ammenda piuttosto grossa, ma va bene così. È stato un errore, e lo accettiamo. La cosa incredibile è che la Mercedes accusi Max di aver presumibilmente danneggiato l’ala posteriore con le sue dita”, le parole del consigliere Red Bull a f1-insider.com. 
    La risposta di Wolff
    Puntuale la risposta di Toto Wolff dopo la gara sprint: “Quello che è chiaro è che non abbiamo un’ala illegale – afferma il team principal austriaco -. Era un difetto sul lato destro di entità minima. Questo significa che in realtà abbiamo avuto uno svantaggio in termini di prestazioni. A fine della giornata c’è stata una direttiva tecnica che spiega i regolamenti in modo chiaro, e l’accettiamo. Ora però guarderemo ogni singolo pezzo di nastro che cade, e posso promettere che faremo molte domande nelle prossime gare. Una volta c’era qualcosa comeun accordo tra gentiluomini, che ovviamente non si verificherà più”.  LEGGI TUTTO

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    Montezemolo: “Schumacher un vero uomo squadra. La Superlega? Si va in quella direzione”

    «Mi piace sempre guardare avanti…». L’uomo che s’è inventato un treno dal nulla e ne ha visti di pazzi sfrecciare, ama i grandi spazi e l’idea che la vita non si debba fermare più di tanto nelle stazioni polverose e anche un po’ spettrali dei ricordi, anche se lui ne ha una marea di cose da ricordare. Magnifiche e tristi, nella stessa enorme pentola. Nel suo ufficio romano, una strada esclusiva nel cuore dei Parioli, tiene alle spalle il poster a tutta parete del deserto dell’Arizona, da Paris Texas, il film di Wim Wenders. Una fonte d’ispirazione oltre che un toccasana per claustrofobici iperattivi della sua fatta. Manca solo la chitarra evocativa di Ry Cooder, ma il tema è quello. La fuga in avanti come conquista ma anche dissolvenza, esplorazione e perdizione. Viene al mondo, Luca di Montezemolo, quando gli italiani gemono per Fausto Coppi e le italiane sospirano sulle pagine di “Bolero”. Aristocratico d’estrazione e passionale di natura, l’enfant non sarà più così prodigioso, ma resta, a 74 anni, più che mai acceso dentro, più enfant che mai, grazie anche alla compagnia del suo migliore amico, Lupo, 11 anni, il più giovane dei cinque figli. Sfrenato almeno quanto il padre, anche se il piccolo, per ora, preferisce le quattro zampe dei cavalli alle quattro ruote dei bolidi. S i è svegliato di ottimo umore l’uomo che, giusto trent’anni fa, diventava il capo assoluto di una Ferrari ai minimi e rachitici storici della sua gloria. Ha voglia di svago, di parlare della Rossa, ma anche di pallone, di ciclismo, di donne, di tutto. Dei tanti fantasmi che sgomitano nella testa e nelle foto alle pareti del suo ufficio. L’Avvocato su tutti, di cui era il prediletto, Enzo Ferrari, Lauda, Schumacher. Struggente e celebre la foto di lui, Michael e Todt in parrucca rossa e sigari che festeggiano da fuori di testa la vittoria del 2000, e poi Cassius Clay, Ratzinger, Ciampi, Napolitano, John Kennedy, Gino Paoli, Lucio Dalla. R acconta Montezemolo. Gli occhi che si bagnano quando rievoca l’addio a Maranello davanti a tutta la sua gente. Scaramantico vero, ogni tanto gli scattano le corna, come il braccio meccanico del dottor Stranamore. Ci vediamo con il sole e ci salutiamo, due ore dopo, sotto un acquazzone tropicale. Nel frattempo, ha recitato a memoria la formazione del Bologna tricolore di Bernardini e cantato le canzoni di Gino Paoli. Piovono memorie sparse. L’unica volta che salì sul podio, quella volta a Shanghai, la prima in Cina, e si ritrovò sotto la doccia con Barrichello. Del presidente Ciampi al volante della Ferrari, tre all’ora, sotto gli occhi della moglie Franca, che quasi sviene dallo spavento. E quella volta che Schroeder, allora cancelliere, gli disse: « Strana questa Ferrari, vince con tecnologia italiana e umanità tedesca » .

    « Come dormo? Benissimo. Le dico di più, se dormo meno di sette ore sto male…Mi è capitato due o tre volte in cui sono stato le ore di notte a guardare il soffitto » .

    Parliamone.

    «Quando arrivai da presidente alla Ferrari, il 15 novembre del ‘91. Uno dei momenti più difficili della mia vita » .

    Ansia da prestazione?

    « Da liquidazione, più che altro. Non dico che arrivai al punto di pensare di dover fare il liquidatore della Ferrari, ma certo non immaginavo di trovare un’azienda in quelle condizioni. Il New York Times pubblicò un articolo sulla Ferrari entrata in cassa integrazione. L’ultimo mondiale vinto era del ’79 e non si vendevano le macchine. Le vetture di serie erano rimaste indietro a livello di innovazione » .

    Le altre notti insonni?

    « Quando mi fu chiesto di fare il presidente della Fiat. Il giorno prima ero stato eletto presidente della Confindustria. Altra situazione drammatica. Me la ricordo come fosse oggi. La Fiat era nelle mani delle banche. Prima la morte di Gianni poi, 16 mesi dopo, quella di Umberto. La famiglia Agnelli mi chiese in modo pressante di accettare: “Non puoi dirci di no” » .

    […]

    118 GP vinti, 14 titoli mondiali tra piloti e costruttori, cui aggiungere i 5 da direttore sportivo. 11 titoli consecutivi dal ’99 al 2004. I momenti difficili?

    « Tanti. Trovai un’azienda in cui, ogni due minuti, mi si diceva: “Se fai questo, Enzo Ferrari si rivolterà nella tomba”. Non era vero, lui guardava sempre avanti. Le difficoltà con gli amministratori delegati della Fiat. Ci tenevo a dare alla Ferrari un’autonomia. L’Avvocato mi sosteneva in questo » .

    Come si costruisce una squadra vincente di Formula Uno?

    « Un’ alchimia complicata. Molto più che costruire una squadra di calcio. Prendi la Roma in difficoltà di oggi, aggiungi un centrocampista forte, un centrale affidabile e risolvi. Prendi la Lazio. Inconcepibile tenere fuori un talento come Luis Alberto. Sarri trova il modo di farlo giocare e ritrova la squadra » .

    Sempre simpatizzante laziale?

    « L a prima partita della mia vita allo stadio fu un Lazio-Bologna all’Olimpico. Mi ci portò Steno con i due figli, Carlo ed Enrico Vanzina, miei amici. Aggiunga che alla scuola dove andavo, la Boccioni, erano tutti romanisti. Bastian contrario? Un po’ sì. Conobbi poi Ziaco, il medico della Lazio, quando mi feci male giocando a calcio. Tornai da lui quando Ronnie Peterson, a Zandvoort, uscendo dai box m’investì rompendomi spalla, gomito, tibia e perone. Conobbi Maestrelli, i figli, i giocatori di quella Lazio. Mi piaceva l’ambiente. Ma, tenga conto che oggi ho tutta la famiglia di romanisti, nipoti e figli, dal più grande che vive a Londra al più piccolo, Lupo di 11 anni »

    […]

    La scelta di Schumacher?

    « Lo feci contattare da Niki Lauda per il primo affondo. Arrivò da noi al momento giusto. Tre anni prima non avrebbe fatto la differenza, non avevamo la macchina né l’organizzazione ».

    Il rapporto con Michael?

    « Forte, ma meno stretto di quello con Niki. Veniva a casa mia d’estate con il figlioletto Miki, quello che ora fa il pilota, e lo copriva amorevolmente con la zanzariera. Era sempre avanti Michael. Fu lui a farmi scoprire Dubai venti anni fa. Faceva lì la preparazione d’inverno. Fuori dalle gare, Schumi non un uomo così forte, aveva bisogno di sostegno psicologico. L’incidente con Villeneuve lo fece soffrire molto. Lo rendeva unico la grandissima attenzione ai dettagli, come Niki Lauda. Era un vero uomo squadra. Vincesse o perdesse era sempre un “noi”, mai un “io”. Ricordo quando Massa ebbe quel bruttissimo incidente che per un millimetro non perse l’occhio. Noi ci trovammo in agosto senza piloti. Lo convocai d’urgenza » .

    […]

    La Juventus di Andrea Agnelli. Undici anni controversi.

    « Contano i risultati, c’è poco da dire o da contestare. Nove scudetti parlano chiaro. La Superlega? Un tema che prima o poi dovrà essere affrontato nelle forme giuste. Il trend va in quella direzione. Allora, furono decisamente sbagliati i modi e il timing » .

    I suoi calciatori mitici.

    « Maradona su tutti. Mi chiamava spesso per le Ferrari. Quella volta che a Torino gli facevano i cori: “Ciuccia la banana”. Disse all’Avvocato prima della partita: “Se non smettono, gli faccio due gol”. Ne fece uno. Quello su punizione. Un gol impossibile, contrario alla legge della fisica… Quand’ero bambino Omar Sivori. Come tifoso, Bulgarelli. Poi c’era questo ungherese, Detari, genio e sregolatezza, un Cassano ante litteram. E Platini. Intelligentissimo. Agnelli lo beccò nello spogliatoio che fumava di nascosto in un angolo. “Avvocato, l’importante è che non fumi Furino”. Era una primadonna, ma i compagni l’amavano tutti »

    Tutta l’intervista esclusiva sull’edizione del Corriere dello Sport – Stadio LEGGI TUTTO

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    F1 Gp Brasile, diretta gara: dove vederla in tv

    SAN PAOLO – Al via la diciannovesima gara della stagione di Formula 1. Dopo la pole position di Valtteri Bottas davanti a Max Verstappen, è tempo di assegnare la vittoria nel Gran Premio del Brasile. La gara sul circuito di Interlagos, valevole per la diciannovesima tappa del Mondiale 2021, sarà trasmessa in diretta su Sky Sport F1 (canale 207 del decoder) alle ore 18, mentre in chiaro sarà visibile in differita su TV8. La visione in streaming è disponibile su Sky Go. LEGGI TUTTO