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    F1, Wolff: “Vedrò Hamilton a febbraio, ha solo bisogno di tempo”

    ROMA – Il 2021 di Formula 1 ha lasciato l’amaro in bocca a Toto Wolff. Per il team principal viennese la consolazione di aver vinto l’ottavo titolo costruttori consecutivo dal 2014 non è sufficiente a coprire la delusione di Abu Dhabi. La vittoria finale, caduta nelle mani di Max Verstappen all’ultimo respiro, ha lasciato più di qualche scoria nell’ambiente della scuderia di Brackley, a cominciare dal silenzio di Lewis Hamilton. E lo stesso Wolff, intervistato dal quotidiano austriaco Kronen Zeitung ha risposto così alle polemiche sull’inglese: “Ci incontreremo di nuovo a febbraio, ma non per bere tequila. Ne ho già avuto abbastanza a Yas Marina”.
    Tempo tiranno
    Al momento, non filtra nulla sul presunto ritiro di Hamilton. Il 37enne di Stevenage è ancora chiuso in sé stesso, facendo, suo malgrado, aumentare voci e speculazioni sul proprio futuro. “Non importa – sottolinea Wolff – quale ostacolo sia stato messo sul cammino di Hamilton. È la pista che deve parlare per lui, questo lo sa da sempre. Capiamoci, per lui sarà difficile accettare il tutto, finché non riconosce la differenza fra giusto e sbagliato. Ha solo bisogno di tempo”. Per i piloti di Formula 1 il tempo è allo stesso tempo alleato e nemico. Ora però, al di fuori delle frazioni di secondo,  è solo il tempo che può lenire le ferite di Hamilton. La stagione 2022 e le sfide che porterà con sé sono però ormai alle porte e Hamilton deve dare un messaggio chiaro alla Mercedes e a tutti gli appassionati del Circus. LEGGI TUTTO

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    F1, Mick Schumacher: “Arrogante dire di vincere con una Mercedes senza provarla”

    ROMA – Per molti addetti ai lavori era quasi scontato negli scorsi anni vincere su una Mercedes. L’opinione di Mick Schumacher invece si discosta in maniera totale da questo punto di vista. Solamente Lewis Hamilton e Valtteri Bottas possono infatti tracciare certe sentenze grazie alla loro esperienza con la scuderia di Brackley: “Tutti meritano il loro posto in Formula 1 e chiunque può guidare qui. Ma puoi dire di poter vincere una gara con la Mercedes solo se ti ci siedi dentro. Viceversa, è una considerazione arrogante“, dichiara. 
    Le parole di Mick
    Il primo anno in Formula 1 con la Haas non è andato probabilmente come Mick Schumacher si aspettava: “Non siamo stati così lontani come lo era la Williams nel 2019, quindi in realtà qualche battaglia in pista l’abbiamo avuta. Ma naturalmente mi piacerebbe averne di più espero davvero di poter crescere il prossimo anno. Il mio focus è su quello. Tutto ciò che verrà dopo, al momento è troppo lontano. L’obiettivo principale è far bene nel 2022 poi, nel caso in cui dovessi effettivamente riuscirci, si vedrà”, conclude.  LEGGI TUTTO

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    F1, Mick Schumacher: “Vincere con una Mercedes? Solo se la provi puoi dirlo”

    ROMA – Vincere su una Mercedes per molti addetti ai lavori era quasi scontato negli scorsi anni. L’opinione di Mick Schumacher invece si discosta in maniera totale da questo punto di vista. Solamente Lewis Hamilton e Valtteri Bottas possono infatti tracciare certe sentenze grazie alla loro esperienza con la scuderia di Brackley: “Tutti meritano il loro posto in Formula 1 e chiunque può guidare qui. Ma puoi dire di poter vincere una gara con la Mercedes solo se ti ci siedi dentro. Viceversa, è una considerazione arrogante“, dichiara. 
    “Non siamo come la vecchia Williams”
    Il primo anno in Formula 1 con la Haas non è andato probabilmente come Mick Schumacher si aspettava: “Non siamo stati così lontani come lo era la Williams nel 2019, quindi in realtà qualche battaglia in pista l’abbiamo avuta. Ma naturalmente mi piacerebbe averne di più espero davvero di poter crescere il prossimo anno. Il mio focus è su quello. Tutto ciò che verrà dopo, al momento è troppo lontano. L’obiettivo principale è far bene nel 2022 poi, nel caso in cui dovessi effettivamente riuscirci, si vedrà”, conclude.  LEGGI TUTTO

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    F1, Ricciardo: “Io in griglia con Schumacher. Mi chiesi cosa ci facessi lì”

    ROMA – Entrare nel paddock non è sempre cosa confortevole e semplice. Parola di Daniel Ricciardo, pilota della McLaren, che ripercorre quei momenti fatti di tante prime volte all’interno del mondo delle quattro ruote: “È stato difficile venire dall’Australia ed entrare in F1, sono sicuro che ci siano molte parti del mondo piuttosto scollegate dal Circus, e Perth è certamente una di quelle. Poi però, pochi anni dopo, ero lì in griglia con Schumacher e con i ragazzi che ho idolatrato da bambino, ed ero in soggezione. A quel punto,mi sono chiesto cosa ci facessi lì”, dichiara. 
    Le parole di Ricciardo
    Ricciardo con il tempo ha imparato a condividere il paddock con alcune leggende della Formula 1: “Da ragazzo ero ovviamente bravo – prosegue in un’intervista a Gypsy Tales – ma non stavo dominando, e non c’erano segni reali che mi dicessero che ce l’avrei fatta. All’inizio, quindi, ero sicuramente un po’ sopraffatto. È stato un processo di apprendimento per cercare di mettermi a mio agi e credere di più in me stesso. Anche se si trattava di Schumacher, Alonso o Raikkonen, ciascuno di loro ha comunque dovuto attraversare lo stesso percorso, cerchi di rendere più umani tutti quelli che ti circondano per non farli sembrare così alieni”. LEGGI TUTTO

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    F1, Ricciardo: “Difficile entrare nel paddock venendo dall'Australia”

    ROMA – L’ambientamento all’interno del paddock non è un elemento banale. Parola di Daniel Ricciardo, pilota della McLaren, che ripercorre quei momenti fatti di tante prime volte all’interno del mondo delle quattro ruote: “È stato difficile venire dall’Australia ed entrare in F1, sono sicuro che ci siano molte parti del mondo piuttosto scollegate dal Circus, e Perth è certamente una di quelle. Poi però, pochi anni dopo, ero lì in griglia con Schumacher e con i ragazzi che ho idolatrato da bambino, ed ero in soggezione. A quel punto,mi sono chiesto cosa ci facessi lì”, dichiara. 
    “Da ragazzo non dominavo”
    Ricciardo con il tempo ha imparato a condividere il paddock con alcune leggende della Formula 1: “Da ragazzo ero ovviamente bravo – prosegue in un’intervista a Gypsy Tales – ma non stavo dominando, e non c’erano segni reali che mi dicessero che ce l’avrei fatta. All’inizio, quindi, ero sicuramente un po’ sopraffatto. È stato un processo di apprendimento per cercare di mettermi a mio agi e credere di più in me stesso. Anche se si trattava di Schumacher, Alonso o Raikkonen, ciascuno di loro ha comunque dovuto attraversare lo stesso percorso, cerchi di rendere più umani tutti quelli che ti circondano per non farli sembrare così alieni”. LEGGI TUTTO

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    F1, Raikkonen: “Con Vettel buon rapporto, ma ha un modo tutto suo di lavorare”

    ROMA – La stima nei confronti di Sebastian Vettel, non è mai stata negata da Kimi Raikkonen. L’ormai ex pilota finlandese, ritiratosi poche settimane fa dopo la stagione in Alfa Romeo, si è espresso senza mezzi termini sul tedesco al podcast Beyond The Grid: “Stiamo parlando di un grande uomo – dichiara -. Abbiamo sempre avuto un buon rapporto, e lui aveva un modo molto particolare di lavorare. Non è che lavorasse più degli altri, e non è una questione di lavorare duramente o no. E poi cosa vuol dire lavorare duramente? Io facevo il mio lavoro, e quando ne ero contento me ne andavo. La gente crede che se uno si ferma tanto ai box, allora lavora molto. Ognuno ha il suo metodo, e Seb non era così. Vettel crede di aver fallito in Ferrari? Corriamo per vincere, e se non vinciamo è un po’ un fallimento, soprattutto quando sei in un team che vuole primeggiare”.
    Su Giovinazzi 
    Raikkonen contestualizza il suo discorso, tirando dentro Antonio Giovinazzi: “Ci possono essere infinite ragioni che spiegano dei risultati. Ai tempi della Ferrari io e Seb eravamo molto vicini e dunque abbiamo potuto passare del tempo insieme al di fuori della gare. Ma devo dire che anche con Giovinazzi ho avuto un ottimo rapporto: siamo stati per tre anni compagni di squadra in Alfa Romeo, in più lui era in Ferrari quando c’ero io, e dunque ci conoscevamo già. Lui e Vettel sono stati i compagni di squadra più vicini a me nella mia carriera“, conclude.  LEGGI TUTTO

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    F1, Raikkonen: “Vettel ha fallito in Ferrari? Quando non vinci è un po' così”

    ROMA – Kimi Raikkonen non ha mai nascosto la stima nei confronti di Sebastian Vettel. L’ormai ex pilota finlandese, ritiratosi poche settimane fa dopo la stagione in Alfa Romeo, si è espresso senza mezzi termini sul tedesco al podcast Beyond The Grid: “Stiamo parlando di un grande uomo – dichiara -. Abbiamo sempre avuto un buon rapporto, e luiaveva un modo molto particolare di lavorare. Non è che lavorasse più degli altri, e non è una questione di lavorare duramente o no. E poi cosa vuol dire lavorare duramente? Io facevo il mio lavoro, e quando ne ero contento me ne andavo. La gente crede che se uno si ferma tanto ai box, allora lavora molto. Ognuno ha il suo metodo, e Seb non era così. Vettel crede di aver fallito in Ferrari? Corriamo per vincere, e se non vinciamo è un po’ un fallimento, soprattutto quando sei in un team che vuole primeggiare”.
    Il passato in Ferrari
    Raikkonen contestualizza il suo discorso, tirando dentro Antonio Giovinazzi: “Ci possono essere infinite ragioni che spiegano dei risultati. Ai tempi della Ferrari io e Seb eravamo molto vicini e dunque abbiamo potuto passare del tempo insieme al di fuori della gare. Ma devo dire che anche con Giovinazzi ho avuto un ottimo rapporto: siamo stati per tre anni compagni di squadra in Alfa Romeo, in più lui era in Ferrari quando c’ero io, e dunque ci conoscevamo già. Lui e Vettel sono stati i compagni di squadra più vicini a me nella mia carriera“, conclude.  LEGGI TUTTO

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    F1, la classifica degli stipendi: Hamilton e Verstappen davanti a tutti

    ROMA – Il duello tra Lewis Hamilton e Max Verstappen non si esaurisce in pista, dopo l’incendiato finale di 2021. Non è certo una sorpresa, infatti, vedere i due piloti ai vertici della classifica degli stipendi per quanto riguarda la stagione 2022, staccando nettamente i colleghi. Infatti, da soli guadagnano più di un terzo del totale del salario degli altri piloti in griglia, ma a posizioni invertite rispetto al verdetto dell’ultima annata. Infatti, a guidare la classifica è il britannico della Mercedes, con 40 miloni rispetto ai 25 del rivale olandese. Sul podio sale anche Fernando Alonso, terzo con 20 milioni all’anno. Appena giù dal podio, la coppia formata da Daniel Ricciardo e Sebastian Vettel, che percepiscono entrambi 15 milioni. Ecco poi i due piloti della Ferrari, Charles Leclerc e Carlos Sainz, che si fermano a “soli”, rispettivamente, 12 e 10 milioni.
    Stipendio invariato per Bottas in Alfa Romeo
    A quota 10 milioni troviamo altri due piloti, ovvero Lance Stroll e Valtteri Bottas, con quest’ultimo che quindi non ha visto cambiamenti nel contratto con l’Alfa Romeo rispetto a quanto percepiva con la Mercedes. Qui si ferma anche la lista dei piloti che vanno in doppia cifra, in quanto in decima posizione troviamo Sergio Perez con 8 milioni, seguito da George Russell, Lando Norris, Esteban Ocon e Pierre Gasly, che guadagnano tutti cinque milioni. Segue il pilota della Williams, ma stipendiato dalla Red Bull, Alexander Albon con due milioni, e Mick Schumacher, pilota Haas ma con la Ferrari alle spalle, che percepisce un milione. Alla pari del tedesco, ecco Guanyu Zhou, Nikita Mazepin e Nicholas Latifi, mentre a chiudere la classifica con 750mila euro è Yuki Tsunoda.  LEGGI TUTTO