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    McLaren Daniel Ricciardo Edition 720S, la vittoria di Monza in 3 modelli unici

    McLaren aspettava un momento come il GP di Monza 2021 dal 2010, quando in Canada arrivò l’ultima doppietta; Daniel Ricciardo, invece, lo attendeva da Monaco 2018, ultimo suo successo in F1. E la Casa di Woking non poteva non celebrare il pilota australiano e la sua vittoria nella corsa brianzola in maniera degna. Guarda la galleryMcLaren Ricciardo Edition 720S, tre esemplari per la supercar di Daniel
    Un lavoro del reparto MSO
    E lo ha fatto con McLaren Daniel Ricciardo Edition 720S: il nome racconta già tutto. Si tratta di una 720S rivisitata in onore del pilota vincitore dell’ultimo GP d’Italia, che ha preceduto il compagno di squadra Lando Norris. Una domenica da non dimenticare per la scuderia inglese, che ha così deciso di celebrare la doppietta con una 720S realizzata dal reparto MSO (McLaren Special Operations) in collaborazione con i dealer del marchio di Melbourne e Sidney, con spoiler in fibra di carbonio firmate dallo stesso Ricciardo, targhe con la dedica “One of Three”, la bandiera australiana sulle fiancate anteriori e il numero 3, quello che Ricciardo utilizza in gara, stampato sulle portiere. E siccome nulla viene fatto per caso, 3 è anche il numero degli esemplari in cui la vettura verrà realizzata. La supercar ha i colori ufficiali della scuderia F1: il Papaya Spark (volgarmente detto “arancione McLaren”) e il Barton Blue.
    720 cavalli turbo
    Non cambia nulla a livello di specifiche tecniche. Le prestazioni sono quelle della 720S, lanciata sul mercato nel 2017. I tre fortunati possessori della Daniel Ricciardo Edition potranno godere degli 8 cilindri 4 litri turbo da 720 cv e 770 Nm di coppia, capaci di una velocità massima di 341 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 2,8 secondi.
    McLaren 765 LT Spider, prestazioni estreme e leggerezza coupé
    “Uno dei grandi privilegi di guidare per la McLaren – ha affermato lo stesso Ricciardo – è di potersi mettere al volante di molte esaltanti supercar del marchio e, sebbene ognuna offra qualcosa di unico, la 720S è il punto di riferimento assoluto”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Dovizioso: “Tornare mi ha dato adrenalina”

    ROMA – “Cosa mi è mancato? Non c’è niente da fare, quando sei in pista in mezzo a 20 piloti top, è una figata, per l’adrenalina che si crea: ti senti fortunato a essere un pilota. Poi, dopo un po’ di tempo, tutto questo svanisce perché comanda sempre la prestazione, il risultato”. Queste le parole di Andrea Dovizioso, in un’intervista a “Motosprint”, sul suo ritorno in MotoGp a poco meno di un anno dall’ultima gara in Ducati. Il forlivese ha mostrato tutta la felicità per essere tornato nel Motomondiale, spiegando i motivi che l’hanno spinto a rientrare in pista con convinzione: “Quando si è aperta la porta del ritorno in MotoGP non ho saputo dire di no, era ciò che avevo in mente, scopriremo se mi divertirò e farò risultati. In fondo io sono una persona a cui piace tantissimo avere un programma, altrimenti non sto bene, devo avere uno scopo e vivere di quello: in questi dieci mesi avevo le gare da disputare e gli allenamenti, ma poi mi chiedevo ‘qual è l’obiettivo?'”.
    Su Rossi
    Dovizioso ha poi speso qualche parola su Valentino Rossi, suo compagno di box in Petronas fino a fine stagione: “Lui è tranquillissimo, in generale cerca di sorridere. Tra noi non c’è mai stato un rapporto di amicizia e non ci siamo mai frequentati fuori, ma c’è sempre stato un assoluto rispetto reciproco, è una bella cosa perché non siamo mai arrivati a un contrasto che potesse allontanarci. Siamo entrambi contenti di correre assieme”. Poi, sul ritiro del Dottore: “Non avendo la possibilità di giocarsi certe posizioni, Valentino si gode il bello di quest’anno, e quando le cose non vanno non si arrabbia come in passato. Lo capisco benissimo, perché si invecchia, lo sento anch’io, c’è inevitabilmente una parabola che a un certo punto comincia a scendere. E comunque in pochi al Mondo sono riusciti e riusciranno a correre a quell’età con certe prestazioni. Performance di quel tipo le fai soltanto avendo un talento stratosferico e la passione. Però quando inizi a non fare risultati e a percepire il rischio, pensi al ritiro. Un’altra cosa che ti permette di essere competitivo a questa età, è il lavoro su tanti aspetti a livello fisico e mentale, e secondo me non c’è ancora troppa cultura in merito nel mondo della moto”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp: Vinales mette fine a ogni tipo di rapporto con Yamaha in vendita la sua R1

    ROMA – Maverick Vinales ha deciso di voltare pagina del tutto. L’ultimo atto del suo addio non senza polemiche con la Yamaha è l’aver messo in vendita la sua R1 privata. Il pilota, ormai uomo di punta dell’Aprilia, ha deciso di “liberarsi” dell’ultimo pezzo di passato, la sua R1 elaborata da Yart, usata soltanto per gli allenamenti privati. La Yamaha YZF-R1 versione 2021 è come nuova con i suoi soli 510 chilometri trascorsi in pista. Molta la curiosità tra i fan per il prezzo di vendita, tuttavia non diffuso da Vinales e Yamaha, ma è facilmente intuibile come non sia un acquisto alla possibilità di tutti.
    Fan alla ricerca del pezzo da collezione
    La base di una YZF-R1 2021 con motore standard con all’interno degli upgrade dal totale di 25.000 euro che si vanno aggiungere al prezzo base di 15 mila oltre a tante altre specifiche che un appassionato può soltanto sognare. Per questi motivi tecnici oltre che per l’unicità del pezzi e per l’idea di andare in sella sulla stessa moto di uno dei piloti più forti del mondo, Maverick Vinales stanno stimolando i fan, pronti all’idea di poter avere tra le mani questo questo gioiello.  LEGGI TUTTO

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    Dacia Arena, la casa dell'Udinese ha un nuovo look

    Nel 2016 Udinese Calcio e Dacia presentarono ufficialmente il nuovo Stadio Friuli sponsorizzato Dacia, una struttura moderna e polifunzionale pensata non soltanto per i tifosi, ma anche per le aziende e le famiglie.
    Nel giugno 2014 la posa della prima pietra e a gennaio 2016 la prima partita, con l’intera capienza e un nuovo nome per lo Stadio Friuli. Per la prima volta nella storia del calcio italiano, infatti, la casa di un prestigioso Club calcistico di Serie A viene battezzata con il nome del suo sponsor, nasce così la Dacia Arena.
    Dacia presenta il nuovo logo
    Da allora, il legame tra Udinese Calcio e Dacia, iniziato nel 2009, è diventato ancora più forte ed innumerevoli sono state le occasioni per il Club sportivo ed il Marchio automobilistico, per presentarsi come una vera squadra.Oggi, a distanza di cinque anni, la Dacia Arena è teatro di un altro grande momento: la presentazione al grande pubblico in anteprima italiana della nuova identità di Marca. Svelata a giugno, in occasione del reveal digital del nuovo face lift di Dacia Duster, la prima realizzazione fisica della nuova identità di Marca è stata presentata in Italia a luglio, in occasione del reveal della nuova maglia “Away” e, successivamente ad agosto, con il reveal digital e social della maglia “Home”.
    Dacia presenta il nuovo logo
    Oggi, grazie all’approccio dinamico e concreto che contraddistingue Dacia e Udinese Calcio, è possibile scoprire la Nuova Identità di Marca Dacia, per la prima volta in Italia ed in Europa, proprio sulla struttura della Dacia Arena che diventa quindi un esempio emblematico in tutto il mondo. Il logo, che è l’elemento fondamentale della nuova identità visuale, ispira robustezza e stabilità fin dal primo sguardo e richiama chiaramente la forza del legame tra Dacia e Udinese Calcio. L’emblema, semplice e preciso, rappresenta l’incontro della D e della C, come due componenti che si connettono e si assemblano in una simmetria perfetta, per costituire l’anello di una catena, simbolo di solidarietà e di forte legame. Tutto il mondo grafico è volutamente minimalista, per ricordare che Dacia è una Marca che si concentra sull’essenziale. La nuova identità di marca si riflette pure nei colori (Verde Kaki, Terracotta, Sabbia, Arancione e Verde Brillante), che ricordano il mondo outdoor che ci circonda, punto di riferimento importante per i clienti Dacia e territorio su cui i veicoli della Marca, come ad esempio l’iconico Duster, sfruttano appieno le loro capacità. LEGGI TUTTO

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    Stellantis lancia Spoticar: piattaforma per l’usato da Fiat a Peugeot

    Con la crisi dei chip che affligge il settore automotive e ha rallentato molto la produzione di vetture nuove, l’acquisto di una vettura di seconda mano va incentivato. Un settore, quello dell’usato, che in Italia ha sempre rivestito un ruolo fondamentale nel mercato delle quattro ruote. Per questo motivo, molte Case automobilistiche hanno avviato programmi specifici dedicati proprio all’usato. Tra loro c’è Stellantis, che offre servizio di vendita, controllo, manutenzione e garanzia di vetture di seconda mano attraverso la sua società Spoticar. Per vetture di tutti brand, inclusi quelli che non fanno parte del Gruppo italo francese.
    Leasys, per noleggiare a lungo termine la seconda auto c’è CarBox
    Auto usate ma stessi servizi delle nuove
    Si chiama Spoticar, la piattaforma dedicata alla compravendita di vetture usate di Stellantis. Un servizio che abbraccia sia le vetture dei Marchi del Gruppo, da Peugeot a Opel, passando per Fiat e Citroën, sia brand esterni di tutte le nazionalità. L’idea alla base di Spoticar è quella di offrire ai clienti di auto di seconda mano gli stessi servizi di solito riservati a coloro che acquistano vetture nuove: supporto alla scelta del modello ideale per le proprie esigenze, garanzia (di un anno o 15mila km, con manutenzione e assistenza stradale incluse). A cui vanno aggiunti anche i controlli su ciascun veicolo (100, prima di essere giudicato idoneo ad apparire sulla piattaforma) e la formula “soddisfatto o rimborsato” che permette di restituire la vettura entro 10 giorni lavorativi se questa non rispecchia le aspettative del cliente.
    La piattaforma dell’usato di Stellantis si basa sul sito spoticar.it, attraverso il quale usufruire dei vari servizi, contattare l’assistenza e scegliere la vettura che si ritiene più adatta per le proprie esigenze. Oltre alla possibilità di selezionare Marchio e modello, infatti, sono presenti una serie di filtri (chilometraggio, carrozzeria, alimentazione, distanza dal luogo in cui ci si trova, eccetera) che facilitano la selezione del veicolo. Nell’offerta, presenti anche i veicoli commerciali. Tutti i mezzi si possono acquistare attraverso pagamento a rate, con la possibilità anche di usufruire di un finanziamento a tasso zero, o rate posticipate fino a 90 giorni.
    Alfa Romeo, Imparato tuona: “Non vendiamo un iPad con un’auto costruita attorno” LEGGI TUTTO

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    Renault, De Meo: “Elettrificazione è l'inizio di una nuova era”

    Non si smentisce mai. Istrionico, disponibile, vulcanico, mai banale, assolutamente diretto. Luca de Meo, il bocconiano milanese di orgogliose origini pugliesi che governa con il sorriso il volto scoperto della luna francese dell’auto, quello di Renault, si può definire lo specialista dei grandi rilanci. Richiamato a gran voce sul luogo dell’esordio, porta in dote il suo tocco magico, visto che ha partecipato ai trionfi di Toyota Yaris, Lancia Yspilon e soprattutto Fiat 500, quando venne nominato a capo della squadra marketing del Lingotto dal compianto Sergio Marchionne, prima di accettare la corte del gruppo Volkswagen dove ha posto le basi del definitivo decollo dell’Audi e poi della rinascita di Seat, prima della “genialata” Cupra. A Renault non poteva dire di no, nonostante la situazione difficile in cui si trovava il costruttore della Losanga dopo la fuga di Carlos Ghosn, il difficile rapporto con i giapponesi di Nissan e i fragili equilibri con il Governo francese che aveva appena restituito al mittente l’ipotesi di accordo con FCA.
    Così, a poco più di un anno di lavoro – ha preso il potere l’1 luglio del 2020 – con l’annuncio di un piano ambizioso come il Renaulution a metà gennaio, eccolo lì, pronto a mettere in atto le sue mosse. Lo abbiamo incontrato al Salone di Monaco, davanti alla prima pietra del suo nuovo edificio, rigorosamente sostenibile: la Renaul Mégane E-TECH Electric. “Per noi è l’inizio di una nuova èra basata su un tema complesso come quello dell’elettrificazione e dopo un periodo molto difficile. Abbiamo studiato e capito esattamente dove siamo rispetto alle scelte dei nostri competitor. Non mi va di fare classifiche, noi non spariamo cifre, ma vi posso dire che siamo molto avanti, perchè i soldi possono comprare molte cose, non l’esperienza. E Renault ne ha accumulata tanta in questi 10 anni”.
    Ma come fate a competere con una concorrenza che sembra scatenata?«Anche se non abbiamo le risorse per sparare 46 nuovi modelli (per caso si riferiva al Gruppo Volkswagen? ndr), riteniamo di disporre di tutto l’ecosistema necessario per essere competitivi in questa rivoluzione. Non si può valutare la bontà dei numeri e dei volumi dalle macchine che si lanciano. Perché se poi non creano valore… Piuttosto, possiamo contare sulla partnership con NIssan e godiamo di un grande vantaggio su scala usando lo stesso modulo di batteria e la stessa piattaforma, la CMF-EV, molto flessibile, sulla quale riusciremo a costruire modelli più piccoli come nuova Renault 5 e anche più grandi, tipo Suv di segmento C e D, tipo Nissan Ariya”.
    Intanto, la prima pietra della Renaulution, l’avete messa.”Semplicemente, la Mégane elettrica è una nuova partenza, stiamo uscendo dalla rianimazione, ma è una vettura che parla al cuore del mercato europeo, è nativa digitale, dotata di 26 sistemi di ausilio alla guida, ha l’autonomia giusta – 300 o 480 km, ndr – si ricarica in 30 minuti e grazie alla grande collaborazione con Google siamo riusciti anche a tenere conto dell’aspetto più importante, la connettività, evitando la discontinuità tra smartphone e macchina. Sì, penso che nuova Mégane possa diventare una prima auto. E lo dico senza problemi: con questo prodotto siamo sicuri di offrire la migliore tecnologia sul mercato in rapporto al prezzo e vogliamo giocare nella major league del segmento elettrico per dimostrare che queste vetture sanno essere emozionanti e divertenti”.
    Ma secondo il vostro business plan quando comincerete a fare profitti all’altezza delle vetture con motori termici?”Per l’investimento che abbiamo fatto sull’elettrificazione serviranno più di 10 anni, ma già oggi su una Zoe elettrica guadagnamo più che su una Clio normale. Diciamo che le curve di rendimento si dovrebbero incrociare intorno al 2025-26, anche perché entro quel periodo prevediamo che le vetture con motori a combustione vedranno raddoppiare i prezzi”.
    Il futuro sarà solo elettrico?”No. Non a caso abbiamo convinto il Governo francese di sostenere in ambito Unione Europea la necessità di mantenere la tecnologia ibrida e l’uso dei carburanti alternativi oltre il 2035″.
    Com’è nato il lancio della nuova Renault 5 ora solo Prototype?”È stato frutto del caso. Dopo pochi giorni che ero in Renault, avevo già bocciato metà dei progetti di design. Poi, passando per i corridoi vidi un modello messo da parte in una teca di vetro. Era una Renault 5, da tutti valutata retrò. La presi e dissi “dovete fare questa elettrica….” e siamo finiti su tutti i giornali. Non ho reinventato nulla, ma guardarsi dietro non significa essere a corto di idee perchè la gente ha buona memoria. E ora, visto che funziona, pensiamo di fare la stessa operazione con la Renault 4″.
    Lei crede ancora nella funzione dei Saloni?”Rispondo così: quando abbiamo deciso di andare a Monaco perdevamo 8 miliardi di euro. Spero che le altre Case facciano lo stesso l’anno prossimo a Parigi. Quella dell’automobile è una bella industria perché ha sempre saputo condividere ricchezza, ora forse è troppo business e meno show, ma i ragazzi si fanno ancora le foto con le Lambo”.
    Dacia, Mobilze, Alpine sono gli altri pilastri della strategia del Gruppo: a che punto sono?”L’offerta adesso è completa. Dacia si concentra sulle soluzioni più accessibili. E più Dacia vendo più ci guadagno, sarà l’assicurazione sulla nostra profittabilità, con i motori termici finchè si potrà, anche bifuel, poi dal 2023 l’ibrido. Ma c’è anche la Spring elettrica. Con Mobilize offriamo mobilità a pacchetti flessibili, come Sky, per rendere la mobilità più efficiente. Alpine si è posizionata più in alto grazie all’effetto F.1 che funziona, regala sempre più emozioni e questo ci spinge a riflettere su altre situazione come Le Mans, dove aspettiamo di conoscere l’evoluzione dei regolamenti prima di decidere e sul Mondiale Rally elettrico”.
    Quanto peserà l’emergenza figlia della crisi dei chip?”Su di noi tanto, perchè eravamo riusciti a scendere a -2,8 miliardi nel primo semestre, un salto enorme rispetto agli 8 miliardi a cui accennavo prima. E ora è dura. All’automotive è successo di tutto, manca solo l’invasione delle cavallette. Scherzi a parte, è un problema serio che non si risolverà prima del 2022, almeno completamente. È una situazione complessa perché complessa è la catena di lavoro che li produce. Catena che passa da un fornitore all’altro, magari in Paesi diversi. Per fare un esempio, dalla fusione del silicio alla sistemazione dei circuiti possono trscorrere dai 3 ai 5 nesi e rimettere in funzione il meccanismo interrotto dalla pandemia e da altre situazioni non è facile. Per evitare che riaccada qualcosa del genere bisognerà una rilocalizzazione della produzione. meglio se ce li produciamo in casa”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Bagnaia: “Quartararo ha fatto un gran lavoro tutto l'anno”

    ROMA – Difficile pensare ad una rimonta per Francesco “Pecco” Bagnaia, distante 52 punti dal leader mondiale Fabio Quartararo a tre gare dal termine delle stagione. Tuttavia il pilota della Ducati vuole cercare un altro acuto a Misano dove il francese della Yamaha avrà il primo match-point, proprio sulla stessa pista teatro dello “scontro” tra Dominique Aegerter e Jordi Torres, con il contatto tra due che aveva permesso allo svizzero di trionfare nella MotoE prima della penalizzazione dei giudici valsa il titolo iridato per lo spagnolo. “Sono qui solamente con l’obiettivo di colmare un divario che allo stato attuale sembra impossibile da chiudere. Sono più rilassato di Fabio perché lui deve pensare al campionato. Io invece devo solo essere il più competitivo possibile, ma sicuramente non farò qualcosa come Aegerter, perché se hai la possibilità di sorpassare, passi e basta. E se non ce l’hai, è troppo rischioso provarci. Poi non ci sono 7-8 punti tra di noi, ma più di 50”, queste le sue dichiarazioni a Motorsport.
    “Quartararo il più costante”
    Reduce da tre pole position consecutive e due vittorie più un podio nelle ultime gare, Bagnaia vuole recitare il ruolo da protagonista fino in fondo. “Non mollerò di certo ma devo ammettere che Fabio ha fatto un grande lavoro tutto l’anno. E’ stato il migliore all’inizio rimanendo il più costante, quindi, avrà sicuramente la possibilità di vincere il Mondiale. Noi sappiamo dove abbiamo perso questi punti e in queste ultime gare stiamo facendo un ottimo lavoro, che ci sta servendo per migliorare. Siamo sempre più competitivi, ma riconosco il gran lavoro svolto da Fabio”, ha concluso il ducatista che, nonostante le probabilità a sfavore, non vuole abbandonare le speranze di diventare campione del mondo. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Bagnaia: “Divario tra me e Quartararo difficile da chiudere”

    ROMA – Nonostante un periodo d’oro con due vittorie ed un podio nelle ultime tre gare disputate Francesco “Pecco” Bagnaia si ritrova a 52 punti di distanza dalla prima piazza occupata dal leader mondiale Fabio Quartararo, a tre GP dalla fine. A Misano il francese della Yamaha avrà il primo match-point, proprio sulla stessa pista teatro dello “scontro” tra Dominique Aegerter e Jordi Torres, con il contatto tra due che aveva permesso allo svizzero di trionfare nella MotoE prima della penalizzazione dei giudici valsa il titolo iridato allo spagnolo. “Sono qui solamente per colmare un divario che allo stato attuale sembra impossibile da chiudere. Sono più rilassato di Fabio perché lui deve pensare al campionato. Io invece devo solo essere il più competitivo possibile, ma sicuramente non farò qualcosa come Aegerter, perché se hai la possibilità di sorpassare, passi e basta. E se non ce l’hai, è troppo rischioso provarci. Poi non ci sono 7-8 punti tra di noi, ma più di 50”, le sue parole riportate da Motorsport.
    “Non voglio mollare”
    L’azzurro vuole chiudere questa stagione confermando quella costante crescita che l’ha visto protagonista dalla metà stagione in avanti. “Sicuramente non mollerò, ma Fabio ha fatto un grande lavoro tutto l’anno. E’ stato il migliore all’inizio rimanendo il più costante, quindi, avrà sicuramente la possibilità di vincere il Mondiale. Noi sappiamo dove abbiamo perso questi punti e in queste ultime gare stiamo facendo un ottimo lavoro, che ci sta servendo per migliorare. Siamo sempre più competitivi, ma Fabio sta facendo un grande lavoro”, ha concluso Bagnaia. LEGGI TUTTO