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    MotoGp: Jorge Martin operato con successo

    ROMA – Jorge Martin è stato operato con successo dal dottor Mir alla clinica Dexeus di Barcellona. Il pilota spagnolo, che nel 2021 ha esordito in MotoGp con il team Pramac, ha aspettato il termine della stagione per finire nuovamente sotto i ferri. Nel Mondiale appena terminato, l’ormai ex rookie aveva dovuto saltare quattro Gp (Portogallo, Spagna, Francia e Italia) dopo aver rimediato a Portimao una frattura alla mano e una al malleolo. Nonostante i problemi, Martin ha ottenuto tre podi e una vittoria nella sua prima stagione in classe regina.
    Il post di Martin
    A dare la notizia della riuscita dell’intervento chirurgico è stato lo stesso Martin, tramite una foto postata sui social in cui si trova in clinica. “Operazione fatta – ha scritto nella didascalia -. Mi sento bene e non vedo l’ora arrivi il 2022. Grazie per tutti i messaggi”. Nel 2022 lo spagnolo correrà ancora con la Ducati del team Pramac, cercando di migliorare il già importantissimo risultato ottenuto all’anno d’esordio in MotoGp. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Dall'Igna: “Bagnaia pronto per vincere il mondiale”

    ROMA – Non è arrivato il tanto agognato titolo piloti, ma la stagione della Ducati è stata di assoluto livello tanto da trionfare nel mondiale costruttori. Per Gigi Dall’Igna, però, Francesco Bagnaia già dal 2022 ha tutte le carte in regola per diventare campione iridato. “Pecco ormai è un grandissimo campione – spiega il direttore generale di Ducati Corse ai microfoni Sky -lo dicono i risultati ottenuti. Mi stupisce il suo continuo migliorare, anche quando sembra sia impossibile. Ha vinto quattro delle ultime sei gare, un risultato strepitoso. Direi che è sicuramente tra i potenziali vincitori del Mondiale 2022: vincerà solo uno, ma lui sarà tra quelli che potranno vincere”.
    “Le aspettative sono alte”
    Per Dall’Igna l’intero team è pronto a fare il definitivo salto di qualità dopo la crescita del 2021. “Il finale di stagione a Valencia, con i tre piloti in parata alla bandiera a scacchi è stata un’emozione, sicuramente una delle più belle giornate della carriera. I nostri piloti hanno terminato in crescendo: le quattro vittorie nelle ultime sei sono state meravigliose, contando anche la caduta di Bagnaia a Misano. Noi ora ci sentiamo preparati bene per fare l’ultimo passo e le aspettative solo alte. Vincere il Mondiale è difficile, ma tutti ci metteremo l’anima per riportare il titolo piloti in Ducati, visto che manca da troppo tempo”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, la rivelazione di Brivio: “In Yamaha c'era chi osteggiava l'arrivo di Rossi”

    ROMA – Forse è stata la manovra sportiva più determinante nella storia della MotoGp. Nel 2004 Valentino Rossi passò dalla Honda alla Yamaha, lasciando una moto forte, con la quale aveva già vinto tre mondiali in classe regina, e abbracciando – letteralmente al buio – il progetto di Masao Furusawa e Davide Brivio. L’arrivo del Dottore però, come racconta Brivio, fu all’inizio osteggiato. “In un primo momento – ha svelato l’attuale team manager di Alpine in Formula 1 – c’era una corrente che la pensava in questo modo: se Rossi avesse vinto, sarebbe stato solo merito suo, mentre se avessimo fallito, allora la colpa sarebbe ricaduta solo sulla moto”. Poi la svolta: “Fu Masao Furusawa a convincere la dirigenza Yamaha, spiegando loro che era indispensabile avere un pilota top per puntare al mondiale”. 
    Rossi: progetto top secret
    Le trame per ingaggiare Valentino Rossi erano però già avviate da tempo. E a rivelarle è proprio l’ex team manager di Yamaha e Suzuki: “Già durante il mondiale del 2003 io e Rossi ci vedevamo. Il problema era dove, perché nel paddock eravamo sotto gli occhi di tutti. A Brno, ad esempio, ci incontrammo nella tenda della clinica mobile. Alla fine, però, ci fu l’accordo a Donington Park e Rossi fu costretto a entrare nel box col cappuccio per non farsi riconoscere e vedere la moto”. L’albo d’oro racconta cosa ha significato per la Yamaha l’arrivo di Rossi, che ha vinto quattro mondiali sotto la scuderia di Iwata, arrivando a ribaltare le gerarchie nella classe regina e a lasciare un ricordo indelebile. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, il retroscena di Brivio: “Rossi nel 2004 non era gradito in Yamaha”

    ROMA – È stata probabilmente la svolta nella carriera di Valentino Rossi in MotoGp. Nel 2004 il 46 passò dalla Honda alla Yamaha, lasciando una moto forte, con la quale aveva già vinto tre mondiali in classe regina, e abbracciando – letteralmente al buio – il progetto di Masao Furusawa e Davide Brivio. L’arrivo del Dottore però, come racconta Brivio, fu all’inizio osteggiato. “In un primo momento – ha svelato l’attuale team manager di Alpine in Formula 1 – c’era una corrente che la pensava in questo modo: se Rossi avesse vinto, sarebbe stato solo merito suo, mentre se avessimo fallito, allora la colpa sarebbe ricaduta solo sulla moto”. Poi la svolta: “Fu Masao Furusawa a convincere la dirigenza Yamaha, spiegando loro che era indispensabile avere un pilota top per puntare al mondiale”. 
    Rossi incappucciato
    Le trame per portare Valentino Rossi nel team di Iwata erano però già avviate da tempo. E a rivelarle è proprio l’ex team manager di Yamaha e Suzuki: “Già durante il mondiale del 2003 io e Rossi ci vedevamo. Il problema era dove, perché nel paddock eravamo sotto gli occhi di tutti. A Brno, ad esempio, ci incontrammo nella tenda della clinica mobile. Alla fine, però, ci fu l’accordo a Donington Park e Rossi fu costretto a entrare nel box col cappuccio per non farsi riconoscere e vedere la moto”. Il resto è storia, con il Dottore che poi vinse quattro titoli in Yamaha e che portò la casa di Iwata a risultati impensabili prima del suo avvento. LEGGI TUTTO

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    Giù da un parcheggio di otto piani con l'auto: conducente miracolato

    Gli agenti che sono intervenuti lo hanno definito “Miracolo di Natale”, ed effettivamente ne ha tutta l’aria. Stiamo parlando del grave incidente avvenuto in Florida, dove un uomo a bordo di una Ford Mustang del 2006 è precipitato da un parcheggio di otto piani. E il miracolo è che, non si sa come, ne sia uscito vivo. Secondo il conducente del carro attrezzi intervenuto per ripulire la zona “Dio è dalla sua parte”. Credenze a parte, la scena è da brividi: l’auto ha violentemente impattato a terra, capovolta.
    Un miracolo
    Da quanto ricostruito finora, sembra che l’uomo a bordo della Ford stesse fuggendo: non è chiaro ancora il perché, ma dopo il violento impatto a terra, sarebbe riuscito a uscire dall’auto e fuggire per due isolati, prima di essere bloccato dagli agenti. “Non sappiamo quali fossero le sue intenzioni”, ha detto il tenente Sarah Coursey del dipartimento di polizia di Tavares. “È ancora sotto inchiesta”. Nel frattempo il conducente è stato portato all’ospedale, ma le sue lesioni non sono gravi, come invece ci si aspetterebbe dopo un incidente del genere.
    Nella caduta, la Ford Mustang ha coinvolto anche altre vetture, parcheggiate lì vicino. “Ci sono pezzi di metallo ovunque”, ha dichiarato un autista del carro attrezzi, raccogliendo le varie parti delle auto sparse sull’asfalto.
    Auto finisce sulle rotaie del tram: clamoroso incidente a Trieste LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Puig su Marquez: “Non pensiamo di iniziare il 2022 senza di lui”

    ROMA – La Honda, nel 2021, ha faticato più del previsto in MotoGp. Le ricadute fisiche di Marc Marquez hanno costretto Alberto Puig e la sua squadra a una stagione in chiaroscuro. Ed è proprio il team manager spagnolo – ai microfoni di Motosan- a fare un bilancio del 2021 che sta per chiudersi: “È stato complicato non avere Marc dall’inizio. Poi si è ripreso, ma non è tornato al 100%. Non pensiamo di dover iniziare la stagione senza di lui. Considerare la sua assenza già da ora è solo autocommiserazione”. E anche Pol Espargaro, al suo primo anno in Honda, ha fatto fatica a mettersi in mostra: “Non sono sorpreso. La Honda è una moto che va capita. A partire dal Gp in Inghilterra e da Misano Pol è migliorato, ma spero possa ripartire meglio l’anno prossimo”, ha commentato Puig.
    Honda: prospettive per il 2022
    Lo sguardo adesso è rivolto all’anno prossimo, con particolare interesse per le condizioni di Marquez: “Sta seguendo le disposizioni dei medici – ha detto il team manager – e deve riposarsi, sperando che le cose poco a poco rientrino nella normalità. Il 2022? Sono realista. Abbiamo fatto alcune migliorie e credo che la direzione sia quella giusta. Poi bisogna vedere come verrà la moto nell’insieme. Sul motore dobbiamo recuperare due anni di lavoro andati persi per il Covid, ma stiamo cercando di cambiare tutto, anche il telaio”, ha concluso Puig che spera di avere il suo fenomeno in sella per tornare a dettare legge in MotoGp. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Puig: “Non ci aspettiamo di iniziare la stagione senza Marquez”

    ROMA – È stato un anno delicato quello della Honda Repsol in MotoGp. I problemi fisici di Marc Marquez hanno costretto Alberto Puig a una stagione in chiaroscuro. Ed è proprio il team manager spagnolo – ai microfoni di Motosan – a fare un bilancio del 2021 che sta per chiudersi: “È stato complicato non avere Marc dall’inizio. Poi si è ripreso, ma non è tornato al 100%. Non pensiamo di dover iniziare la stagione senza di lui. Considerare la sua assenza già da ora è solo autocommiserazione”. E anche Pol Espargaro, al suo primo anno in Honda, ha fatto fatica a mettersi in mostra: “Non sono sorpreso. La Honda è una moto che va capita. A partire dal Gp in Inghilterra e da Misano Pol è migliorato, ma spero possa ripartire meglio l’anno prossimo”, ha commentato Puig.
    La Honda che verrà
    Lo sguardo adesso è rivolto all’anno prossimo, con particolare interesse per le condizioni di Marquez: “Sta seguendo le disposizioni dei medici – ha detto Puig – e deve riposarsi, sperando che le cose poco a poco rientrino nella normalità. Il 2022? Sono realista. Abbiamo fatto alcune migliorie e credo che la direzione sia quella giusta. Poi bisogna vedere come verrà la moto nell’insieme. Stiamo cercando di migliorare un po’ tutto, dal telaio al motore, il cui sviluppo è fermo da due anni per il Covid. Cercheremo di recuperare questi due anni di lavoro”, ha concluso il team manager. LEGGI TUTTO

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    McLaren, “follia” a Zurigo: trasporta l’albero di Natale sul tettuccio

    Attori, rapper, ma soprattutto calciatori, ogni anno fanno a gara per avere la supercar più originale e stravagante. Stavolta a vincere però è sicuramente un cittadino svizzero, immortalato per le vie della città con un albero di Natale impacchettato e fissato sul tetto della sua McLaren 570S.

    Una McLaren da trasporto

    Sarà stato destinato a qualche super villa, fatto sta che l’albero, di notevoli dimensioni, ha viaggiato tranquillamente sulla lussuosa vettura ancorato sul tetto, rivestito di una coperta per evitare graffi e ammaccature. Il guidatore, non ancora identificato, ha pensato davvero a ogni particolare, sia per salvaguardare la supercar che per assicurarsi che l’albero arrivasse in perfette condizioni a destinazione.

    Probabilmente però si è lasciato scappare il problema più grande, quello delle regole del codice stradale, che in Svizzera – e in generale in Europa – vietano il trasporto di materiali e oggetti (figuriamoci un enorme albero di Natale…) se non inseriti all’interno del portapacchi. La multa per chi viola questa norma è sicuramente nulla per chi può permettersi un’automobile simile, ma ciò che viene troppo spesso dimenticato, soprattutto dai proprietari di questi bolidi a 4 ruote, è la sicurezza di chi guida e di chi si ritrova a passare accanto alla vettura. Anche in Italia poche settimane fa era stato immortalato un guidatore trafficare con un albero di Natale su un’autostrada, in quel caso però l’uomo, stanco di stare fermo nel traffico, era sceso per addobbare l’abete accanto al guardrail. LEGGI TUTTO