More stories

  • in

    MotoGp, Zarco: “Devo ritrovare la motivazione per ambire al titolo”

    ROMA – A 31 anni Johann Zarco cerca l’assalto per il mondiale. Il francese, confermato dal team Pramac con Jorge Martin, non è mai riuscito a tronfare in MotoGp, nonostante i due titoli conquistati in Moto2 nel 2015 e nel 2016. La scorsa stagione ha però registrato il suo miglior piazzamento (quinto posto) in classe regina, con quattro podi nella prima metà del 2021 che lo avevano addirittura proiettato in ottica titolo. Poi però qualcosa si è spento e Zarco, come riportato da MotorSport Total, cerca di spiegarsi il perché: “C’è qualcosa dentro di me che ancora non riesco a sbloccare. Non mi sembra di aver finito le energie. È piuttosto la motivazione che devo ritrovare per lottare al vertice”.
    Il fattore calendario
    Con l’addio di Valentino Rossi, Zarco è diventato, dopo Andrea Dovizioso e i suoi 35 anni, il pilota più anziano della MotoGp. La carta d’identità e, soprattutto, le tante gare in programma per il 2022, scelta già criticata da Marc Marquez, potrebbero essere un fattore nel corso della stagione. A tal proposito il francese afferma: “Penso che ci si possa godere 20 fine settimana ed essere al massimo delle energie ad ogni gara. I Gran Premi ravvicinati potrebbero essere però un problema”. Il 2022 per Zarco si apre dunque con una doppia sfida: allontanare definitivamente le voci sul suo ritiro e dimostrare il proprio valore in classe regina. LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGp, Zarco: “Devo sbloccare qualcosa in me, voglio lottare per il titolo”

    ROMA – Johann Zarco vuole in mondiale. Il 31enne francese, confermato dal team Pramac insieme a Jorge Martin, non è mai riuscito ad affermarsi in MotoGp, nonostante i due titoli conquistati in Moto2 nel 2015 e nel 2016. La scorsa stagione ha però registrato il suo miglior piazzamento (quinto posto) in classe regina, con quattro podi nella prima metà del 2021 che lo avevano addirittura proiettato in ottica titolo. Poi però qualcosa si è spento e Zarco, come riportato da “MotorSport Total”, cerca di spiegarsi il perché: “C’è qualcosa dentro di me che ancora non riesco a sbloccare. Non mi sembra di aver finito le energie. È piuttosto la motivazione che devo ritrovare per lottare al vertice”.
    Il giudizio sul calendario
    Con l’addio di Valentino Rossi, Zarco è diventato, dopo Andrea Dovizioso e i suoi 35 anni, il pilota più anziano della MotoGp. La carta d’identità e, soprattutto, le tante gare in programma per il 2022, scelta già criticata da Marc Marquez, potrebbero essere un fattore nel corso della stagione. A tal proposito il francese afferma: “Penso che ci si possa godere 20 fine settimana ed essere al massimo delle energie ad ogni gara. I Gran Premi ravvicinati potrebbero essere però un problema”. L’obiettivo di Zarco per il 2022 è duqnue chiaro: cercare di lottare per il titolo e dissipare definitivamente le voci che vorrebbero un suo ritiro. LEGGI TUTTO

  • in

    Dakar 2022, Akeel e Al-Obaidan: due principesse al di là del deserto

    Così, trovare alla Dakar 2022 due donne pilota arabe senza il velo del niqab o il burqa, accompagnate per giunta da navigatori uomini, è un passo avanti sconvolgente da queste parti, per quanto possa essere normale dalle nostre. Tenendo sempre in considerazione che le donne arabe sono state autorizzate per legge a guidare – come a prendere autobus, treni e taxi – solo dal 24 giugno del 2018!
    Per quanto parziale e limitata, vedere i volti felici e sorridenti di Mashael Al-Obaidan e Dania Akeel, le “principesse del deserto”, al volante dei propri mezzi durante queste prime due tappe della Dakar 2022 (sono rispettivamente 26ª e 14ª nei prototipi leggeri), che proprio in Arabia si disputa, è una vittoria storica. Certo, nessuno si illude con questa presenza di aver risolto il problema della discriminazione femminile in Arabia Saudita, visto l’evidente inferiorità della posizione della donna nella società saudita, regolarmente nelle ultime posizioni di tutti i misuratori internazionali in materia, a partire dal valore della parola (due volte più basso rispetto a quello dell’uomo, elemento chiave nei processi) e senza dimenticare tutte le altre limitazioni tra istruzione, casa, figli, matrimoni, conti correnti (non possono averne…). Ma le rivoluzioni da qualche parte devono pur cominciare.
    Peterhansel, la sfida del signor Dakar: “Con Audi nel futuro”
    Eroine rivoluzionarie
    Si rendono conto loro stesse del ruolo fondamentale che ricoprono. Mashael e Dania hanno la stessa età, 33 anni, e vengono da famiglie di alto livello. La prima ha studiato alla Loyola University di Los Angeles, la seconda è laureata in storia e politica moderna alla Royal Holloway di Londra e, non a caso, è stata la prima donna araba a conseguire la licenza per gareggiare in circuito, dopo aver iniziato a guidare un quad a soli otto anni, più o meno la stessa età in cui la collega Mashael l’ebbe in regalo dal padre: “Sono consapevole – ha detto Dania nei giorni scorsi – di contribuire a un processo importante. Sto aprendo molte porte e allo stesso tempo abbattendo barriere con quello che farò in una vetrina mondiale come la Dakar. Io e Mashael stiamo costruendo una strada a donne come noi, che avessero voglia di comprendere il viaggio che abbiamo avviato e magari seguirci nel nostro stesso percorso”.
    Già, un primo passo, ricordando che l’obiettivo era e resta mettere insieme un team fatto di sole donne pilota saudite, come proponeva il progetto “Shero” (“Eroine”), a cui si è lavorato a lungo, prima che fosse accantonato (momentaneamente?). 
    Accanto a Mashael c’è il navigatore, l’italiano Jacopo Cerruti, comasco, con all’attivo cinque Dakar in moto. Di fatto, una tendenza. Perché anche la veterana del raid, la spagnola Laia Sanz, alla 12ª partecipazione di fila dal 2011, ha nella sua Mini All4 un navigatore italiano, un altro esperto centauro, Maurizio Gerini. Come se non bastasse, la stessa Camelia Liparoti, italiana impegnata tra i prototipi leggeri, schiera al suo fianco Manuel Lucchese, un altro “dakariano” convinto con le sue tre presenze al raid, versione moto. 
    Rebecca Busi, orgoglio tricolore
    Complessivamente, la pattuglia rosa al raid più famoso del mondo conta ben 19 elementi (5 tra le moto, 3 in auto, 7 con prototipi leggeri, 3 nelle Side By Side e 1 con i camion, oltre le 27 impegnate con la Dakar Classic) e per l’Italia spicca la figura di Rebecca Busi. Già detentrice di due record: è al debutto assoluto non solo alla Dakar, ma proprio in una gara ufficiale. E, con i suoi 25 anni, è l’italiana più giovane di sempre ad affrontare l’avventura più complicata seguendo le orme del papà. 
    Tornando all’Arabia Saudita e al messaggio di speranza che la presenza in gara di Mashael e Dania lancia a tutto il mondo in tema di discriminazione femminile, c’è chi come Bloomberg Economics ritiene che l’apertura delle donne arabe alla guida, quindi ai motori, macchine o moto che siano, abbia anche un suo valore commerciale. Che secondo stime precise potrebbe generare valore per 90 miliardi di dollari al 2030. Hai visto mai si recuperino le perdite per la crisi del petrolio proprio grazie alle donne… LEGGI TUTTO

  • in

    Guida spericolata e alcol test rifiutato: 83enne al volante saluta la patente

    A Brunico, comune della provincia di Bolzano, un uomo di 83 anni è stato fermato dai Carabinieri per guida spericolata. Fin qui nulla di nuovo, dato che il superamento del limite di velocità è una motivazione frequente quando si tratta di controlli delle forze dell’ordine – anche se in pochi si aspetterebbero che il conducente fosse una persona di una certa età -. Ad aggravare la situazione è stato però il rifiuto dell’anziano di sottoporsi al test dell’etilometro, una reazione che è costata parecchio all’automobilista.
    Scippa una donna, fugge in auto ma smonta la batteria per depistare la Polizia
    Patente ritirata e auto sequestrata
    In Italia siamo abituati a sentire notizie di questo genere. Ciò che spicca tuttavia in questo caso è l’età del guidatore, un 83enne sfacciato che dopo essersi dovuto fermare per un controllo dei Carabinieri che lo accusavano di guida pericolosa si è rifiutato di sottoporsi all’alcol test.
    Probabilmente l’uomo era consapevole che il suo tasso alcolemico era di gran lunga sopra al limite consentito e ha quindi opposto resistenza. Gli agenti hanno ovviamente proceduto al ritiro della patente e al sequestro del veicolo, sanzioni aggravate anche dal rifiuto dell’uomo. Il Codice della Strada, in tal senso, inasprisce la pena per chiunque si opponga alla richiesta delle Forze dell’Ordine.
    Ubriaco in auto scambia la pista da sci col parcheggio: denunciato LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGp, Miller rifiuta il paragone con Stoner: “Non voglio che il mio nome sia vicino al suo”

    ROMA – La nazionalità e l’esperienza di entrambi con Ducati accomunano Jack Miller e Casey Stoner. All’attuale pilota della scuderia di Borgo Panigale, però, non piace il paragone con il connazionale, come affermato in un’intervista ai microfoni di “motorsport-total.com”: “Non voglio che il mio nome sia menzionato insieme al suo. Lui è una leggenda, ha fatto qualcosa di fantastico per questo sport” – ha detto Miller, che nell’ultima stagione ha chiuso al quarto posto in classifica piloti, il miglior risultato della sua carriera in MotoGp.
    Le parole di Miller
    “Spero che un giorno potrò condividere il suo stesso trofeo – ha aggiunto Miller -. E’ stato bello incontrarlo, non lo vedevo da un po’. Ci ha dato dei consigli dopo averci guardato in pista. Dobbiamo parlare con la Ducati in modo che possano investire un budget così che possa venire a qualche gara”. LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGp, Miller: “Non mettete il mio nome vicino a quello di Stoner”

    ROMA – Casey Stoner e Jack Miller hanno alcune cose in comune, tra la nazionalità e il fatto di aver corso entrambi in sella alla Ducati. All’attuale pilota della scuderia di Borgo Panigale, però, non piace il paragone con il connazionale, come affermato in un’intervista ai microfoni di “motorsport-total.com”: “Non voglio che il mio nome sia menzionato insieme al suo. Lui è una leggenda, ha fatto qualcosa di fantastico per questo sport” – ha detto Miller, che nell’ultima stagione ha chiuso al quarto posto in classifica piloti, il miglior risultato della sua carriera in MotoGp.
    Su Stoner
    “Spero che un giorno potrò condividere il suo stesso trofeo – ha aggiunto Miller -. E’ stato bello incontrarlo, non lo vedevo da un po’. Ci ha dato dei consigli dopo averci guardato in pista. Dobbiamo parlare con la Ducati in modo che possano investire un budget così che possa venire a qualche gara”. LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGp, Marini sicuro: “Con l'aiuto di Ducati faremo grandi cose in VR46”

    ROMA – Saltato l’affare con Aramco e Tanal, il progetto Mooney VR46 Racing Team è finalmente decollato ed è pronto ad occupare un posto nel paddock. La scuderia di Valentino Rossi, motorizzata Ducati, schiererà in griglia due piloti: il fratello del nove volte campione del mondo, Luca Marini, e Marco Bezzecchi, terzo quest’anno in Moto2. Ed è proprio Marini, parlando a “The-Race.com”, a tracciare quella che sarà la sua seconda stagione in MotoGp: “Il nuovo progetto potrebbe essere grande e, con il supporto di Ducati, potremmo fare grandi cose. Per il 2021 non mi aspettavo niente di speciale, ma l’anno prossimo potremmo fare qualcosa di grande”.
    Gavetta di lusso
    La scorsa stagione ha visto Valentino Rossi e Luca Marini spesso appaiati in pista. Il Dottore, alle sue ultime gare in MotoGp, è stato una sorta di guida per suo fratello, che invece era al suo debutto: “È stato un piacere – ha detto il classe 1997 – condividere con lui la sua ultima stagione. E sono orgoglioso di essere arrivato in tempo per passare un po’ di tempo in pista con lui”. Rossi e Marini durante il 2021 si sono ritrovati spesso invischiati nella lotta per le ultime posizioni, ma questo al vice-campione di Moto2 del 2020 non è dispiaciuto: “Penso che avrei potuto comunque fare qualcosa in più, vorrei essere più veloce. Nella parte centrale della stagione non c’è stata crescita, poi sono migliorato”, ha detto. LEGGI TUTTO

  • in

    Il 2022 di DR Automobiles Groupe tra sorprese e nuovi investimenti

    Le 829 immatricolazioni di dicembre hanno suggellato un anno davvero importante per DR Automobiles Groupe, che ha chiuso il 2021 con  8.380 immatricolazioni complessive tra DR ed EVO e quindi con una crescita del 140% rispetto al 2020 e del 120% rispetto al 2019.

    Oggi DR Automobiles Groupe conta più di 200 dealer in tutta Italia ed oltre 250 centri di assistenza, con una copertura molto capillare del mercato ma destinata a crescere nel corso del prossimo anno.

    Dal secondo semestre del 2022, pandemia permettendo, dovrebbe riprendere il progetto di espansione sugli altri principali mercati europei con ulteriori aperture di showroom in Spagna, Francia e Germania, oltre che nei Balcani e nell’Europa dell’est.

    DR Automobiles Group racconta una storia italiana

    Un nuovo anno ricco di sorprese

    Ma da quest’anno sono attesi volumi relativamente importanti anche dal settore del noleggio a lungo termine e delle flotte aziendali, finora assenti nelle strategie commerciali di DR Automobiles Groupe.

    Nuovi modelli andranno ad arricchire la gamma DR e quella EVO, come la DR 6.0 e la DR 7.0, il pick-up EVO e la EVO 7. Non mancheranno le novità di prodotto nel segno della transizione ecologica.

    Guarda la galleryDR Evo Electric, il SUV elettrico low cost italiano FOTO

    Ma soprattutto il 2022 sarà l’anno del lancio di due nuovi marchi di proprietà del gruppo, che avranno posizionamenti di mercato completamente diversi rispetto ad EVO e DR.

    Tutto questo sarà supportato da un incremento degli investimenti ad ogni livello e da conseguenti positive ricadute in termini occupazionali: sviluppo e ricerca, industrializzazione, produzione, comunicazione, supporto al network di vendita. In particolare, tali investimenti riguarderanno gli impianti produttivi di Macchia d’Isernia ed il nuovo magazzino ricambi automatizzato, che dall’head-quater rifornirà i centri di assistenza in 24/48 ore.

    DR Automobiles Groupe, nonostante il delicato momento storico, guarda quindi con fiducia all’anno appena iniziato che porterà verosimilmente ad un ulteriore incremento della propria quota di mercato. LEGGI TUTTO