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    MotoGp, Bagnaia verso Le Mans: “La settimana di pausa mi è servita”

    ROMA – “Questa settimana di pausa mi è sicuramente servita per recuperare e lasciare riposare la spalla dopo i due Gran Premi consecutivi di Portimao e Jerez, che sono stati molto impegnativi”. Pecco Bagnaia, a due settimane dalla vittoria di Jerez, guarda con ottimismo al Gran Premio di Francia, settimo appuntamento stagionale della MotoGp. Il ducatista, dopo il trionfo in Spagna, va a caccia di altri punti importanti per avvicinarsi alle primissime posizioni in classifica. “Arriviamo in Francia, su una pista che in generale mi piace molto e dove mi diverto sempre a guidare, ma è sicuramente anche un tracciato non semplice, dove lo scorso anno abbiamo faticato un po’ sull’asciutto – ha aggiunto il pilota italiano ai media ufficiali Ducati -. Rispetto alla passata stagione quest’anno il tempo dovrebbe essere migliore: non è prevista pioggia e anche le temperature sembrano essere più alte. Il nostro obiettivo è quello di continuare l’ottimo lavoro fatto a Jerez ed essere competitivi e veloci anche qui in Francia”.
    Le parole di Miller
    Anche Jack Miller ha parlato in vista della tappa di Le Mans: “Sono contento di tornare a correre in Francia, dove ho sicuramente dei bei ricordi dopo la vittoria ottenuta lo scorso anno. Amo molto il tracciato di Le Mans e sento di poter essere competitivo anche quest’anno con la Desmosedici GP 22. Le previsioni meteo per questo fine settimana sono buone, ma il tempo in questa regione tende sempre ad essere piuttosto imprevedibile. In ogni caso, sono pronto ad affrontare il weekend con qualsiasi condizione con l’obiettivo di ottenere un altro buon risultato domenica in gara”. LEGGI TUTTO

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    Nuova Range Rover, quanti muscoli per la versione Sport

    Dal 1970 a oggi è cambiato molto ma la tradizione no. Perché infatti la prima Range Rover era una due porte, col portellone, una vettura fuori dagli schemi, sportiva ma anche elegante, con connotazioni da viaggio. Quella di oggi, che è la terza generazione della Range Rover Sport, si presenta in una forma sì inedita ma fedele alla sportività, allo stile e ai contenuti di cinquant’anni fa. Anche se oggi i cardini del nuovo design del SUV inglese sono i tratti muscolosi e le linee tese. Il muso è imponente e, per creare un piacevole contrasto, oltre che per dare dinamicità, sono stati scelti fari sottili. Dietro un gioco di linee tese e tagli netti dà dinamicità. Di lato invita a cercare i giochi di luce che fanno risaltare le nervature della fiancata.Guarda la galleryNuova Range Rover, sempre più Sport
    Range Rover Sport: benzina, Diesel ed elettrica
    Le motorizzazioni, ovviamente al passo coi tempi, sono degne di questa regina per ogni terreno e situazione. Ecco la gamma: benzina 4.4 litri V8 da 530 cv; a benzina mild hybrid 3.0 litri 6 cilindri, da 360 e 400 cv; Diesel 3.0 litri 6 cilindri da 249, 300 e 350 cv; plug-in hybrid 3.0 litri 6 cilindri e un propulsore elettrico da 105 kW (142 cv) per potenze complessive di 440 o 510 cv e un’autonomia, garantita da una batteria da ben 38,2 kWh, di 113 km, nel ciclo WLTP, e indicata in 88 km in condizioni di normale uso quotidiano. Per la Range Rover Sport full electric si dovrà invece attendere il 2024.
    Range Rover Sport: caratteristiche
    La gestione della dinamica dei veicolo, è un concentrato della tecnologia presente nel mondo dell’auto. Le sospensioni pneumatiche hanno un sistema che, monitorando la strada davanti al veicolo, adatta in modo predittivo la pressione delle sospensioni per assicurare il comfort tipico di una Range Rover o la risposta dinamica che ci aspetta da una Range Rover Sport in ragione del programma di guida scelto. Ovviamente anche la gestione della trazione è intelligente e ulteriormente evoluta. In più ci sono anche le quattro ruote sterzanti. La vettura ha inoltre un controllo del rollìo come una berlina veloce e al tempo dispone di sistemi che consentono anche ai meno esperti affrontare, con relativa tranquillità, percorsi difficili, come le discesa fangose. Questo software raffinato è poi supportato da un hardware pensato anche per l’off-road più difficile: l’altezza dal suolo può arrivare a 28,1 cm, la capacità di guado è di 90 cm, ha l’angolo di attacco di 33 gradi, di dosso di 26,9 e di uscita di 30.
    Range Rover Sport: interni e infotainment
    All’interno, spazio e materiali di qualità sono la norma, a ciò si aggiungono: un impianto audio con 29 altoparlanti, un infotainement Pivi Pro, ulteriormente evoluto, con uno schermo da 13,1”, con implementata Alexa; inoltre troviamo un raffinato sistema di filtraggio dell’aria contro le polveri sottili, i batteri e gli allergeni.
    Nuova Range Rover: muletti in strada su architettura MLA LEGGI TUTTO

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    MotoGp, ufficiale il rinnovo per Aragon: pista in calendario fino al 2026

    ROMA – “Dorna Sports annuncia con piacere il nuovo accordo quinquennale stipulato con MotorLand Aragon, uno spettacolare circuito che rimane nel programma MotoGp fino al 2026”. Recita così il comunicato ufficiale sulla pagina web del Motomondiale, che assicura alla Spagna anche il circuito di Aragon. Il paese iberico, infatti, conta finora ben quattro Gran Premi, con la pista della comunità dell’Aragona che ha ora la certezza ospitare il paddock per almeno altre cinque edizioni dell’evento, che quest’anno si svolgerà il 18 settembre.
    Le parole di Ezpeleta
    Il Ceo di Dorna Sports, Carmelo Ezpeleta, ha commentato l’annuncio del rinnovo di Aragon: “Siamo felicissimi di questo prolungamento per Aragon. Nei due anni molto difficili che abbiamo attraversato, la presenza di Aragon e il suo aiuto per ospitare i due Gran Premi nel 2020 e il Gran Premio nel 2021 sono stati molto importanti poter poter proseguire nel regolare svolgimento dei calendari. Saremo ad Aragon per tutto il tempo che Aragon vorrà. Ci piacerebbe avere per sempre questa pista nel calendario”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Aragon in calendario fino al 2026: ufficiale il rinnovo

    ROMA – “Dorna Sports è lieta di confermare che un nuovo accordo quinquennale è stato concordato con MotorLand Aragon, assicurando che lo spettacolare circuito rimanga nel calendario MotoGp fino al 2026”, questa la nota sul sito ufficiale della MotoGp, che assicura alla Spagna anche il circuito di Aragon. Il paese iberico, infatti, conta finora ben quattro Gran Premi, con la pista della comunità dell’Aragona che ha ora la certezza ospitare il paddock per almeno altre cinque edizioni dell’evento, che quest’anno si svolgerà il 18 settembre.
    Le parole di Ezpeleta
    Carmelo Ezpeleta, Ceo di Dorna Sports, ha parlato con soddisfazione dopo l’annuncio del rinnovo di Aragon: “Siamo felicissimi di questo prolungamento per Aragon. Nei due anni molto difficili che abbiamo attraversato, la presenza di Aragon e il suo aiuto per ospitare i due Gran Premi nel 2020 e il Gran Premio nel 2021 sono stati molto importanti poter poter proseguire nel regolare svolgimento dei calendari. Saremo ad Aragon per tutto il tempo che Aragon vorrà. Ci piacerebbe avere per sempre questa pista nel calendario” LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marini: “Le Mans banco di prova importante”

    ROMA – Il Gran Premio di Francia si prepara ad accogliere la MotoGp per la settima tappa del Motomondiale. Anche i piloti del VR46 Racing Team puntano Le Mans, con Luca Marini determinato a raccogliere un buon risultato: “Ci aspetta una settimana impegnativa a Le Mans, forse con freddo e pioggia. Ai test post gara abbiamo fatto un bel lavoro: siamo riusciti ad essere molto veloci con la media. Sarà importante essere pronti a tutto, adattarsi ai cambiamenti meteo e sarà questo il reale banco di prova per quanto fatto a Jerez. L’obiettivo è ridurre il divario: gli ultimi Gp sono stati un po’ sotto le mie aspettative”, ha detto il fratello di Valentino Rossi.
    Le parole di Bezzecchi
    Anche Marco Bezzecchi pone l’accento sulla questione meteo, con la pista di Le Mans che è famosa per i suoi repentini cambi di temperatura e di condizioni della pista: “Le Mans è un tracciato che mi piace, sono andato sempre abbastanza forte lì nelle classi inferiori. Spero di riuscire ad essere competitivo anche in sella alla MotoGp”, ha aggiunto il 23enne di Rimini. “Ma il meteo – conclude Bezzecchi – sarà la vera incognita. La cosa più importante sarà avere tempo di provare in tutte le situazioni, asciutto e bagnato, per essere pronti ad affrontare la gara in ogni eventualità”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Dall'Igna sulla questione gomme: “Non ci hanno chiesto altre verifiche”

    ROMA – Il direttore generale della Ducati, Luigi Dall’Igna è intervenuto sulla questione degli pneumatici uscita negli scorsi giorni riguardo al weekend di Jerez. Il sito “motosportmagazine.com” ha infatti riportato a inizio settimana le accuse di un ingegnere e un team manager di due team della MotoGp, non menzionati, i quali hanno affermato che la vittoria di Pecco Bagnaia nel Gran Premio di Spagna sia arrivata con la pressione della gomma anteriore inferiore al minimo consentito di 1,9 bar. “È vero che esiste un’obbligatorietà minima della pressione, ma in questo momento, utilizzando ogni casa un tipo di sensori di diverso tipo, non si riescono ad acquisire con una certezza assoluta i dati, che non tengono neppure conto dell’errore del sistema di misura, come accade per esempio con i dati rilevati dall’autovelox – ha detto Dall’Igna -. Con sensori di diverso tipo, rischi un metodo di misurazione diverso e, in più, lo stesso metodo di acquisizione dei segnali non è blindato, cosa che permetterebbe a tutti di modificare i dati, prima di trasmetterli alla centralina. Noi in Ducati non lo facciamo, ma non escludo che qualcuno lo abbia fatto, alzando i valori”.
    La risposta di Dall’Igna
    “Noi case costruttrici riunite nella MSMA stiamo discutendo con Michelin, Dorna e Fim per definire quali saranno i sensori che obbligatoriamente tutti dovremo utilizzare e la cui lettura sarà blindata – ha aggiunto Dall’Igna -. Quello della pressione è un tema che riguarda la sicurezza, e noi stiamo molto attenti a rispettarla. Ma se nel posteriore è relativamente facile rientrare nei parametri, all’anteriore è più complicato per il tipo di gara che si disputa, se in scia oppure libero: così, se parti dietro assetti il sistema in un modo diverso da chi parte davanti con pista libera. La banda è molto ristretta, se la pressione è troppo bassa rischi di distruggere la gomma, se troppo alta di non avere grip. Di solito si parte con una pressione più bassa, per arrivare a regime dopo 9/10 giri, stiamo discutendo con Michelin su quali giri e quanti la gomma deve superare per ottenere questa soglia minima”. Il direttore generale di Ducati ha concluso: “Infatti anche da parte nostra non c’è stata nessuna polemica nei confronti di altri piloti di altre Case che hanno vinto una gara. Se cambieremo qualcosa? No, noi continuiamo a lavorare così”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Dall'Igna risponde alle accuse sulle gomme: “Nessuno ci ha chiesto ulteriori verifiche”

    ROMA – Gigi Dall’Igna è intervenuto sulla polemica che in questi giorni ha visto protagonista la Ducati. Il sito “motosportmagazine.com” ha infatti riportato a inizio settimana le accuse di un ingegnere e un team manager di due team della MotoGp, non menzionati, i quali hanno affermato che la vittoria di Pecco Bagnaia nel Gran Premio di Spagna sia arrivata con la pressione della gomma anteriore inferiore al minimo consentito di 1,9 bar. “È vero che esiste un’obbligatorietà minima della pressione, ma in questo momento, utilizzando ogni casa un tipo di sensori di diverso tipo, non si riescono ad acquisire con una certezza assoluta i dati, che non tengono neppure conto dell’errore del sistema di misura, come accade per esempio con i dati rilevati dall’autovelox – ha detto Dall’Igna -. Con sensori di diverso tipo, rischi un metodo di misurazione diverso e, in più, lo stesso metodo di acquisizione dei segnali non è blindato, cosa che permetterebbe a tutti di modificare i dati, prima di trasmetterli alla centralina. Noi in Ducati non lo facciamo, ma non escludo che qualcuno lo abbia fatto, alzando i valori”.
    Le parole di Dall’Igna
    “Noi case costruttrici riunite nella MSMA stiamo discutendo con Michelin, Dorna e Fim per definire quali saranno i sensori che obbligatoriamente tutti dovremo utilizzare e la cui lettura sarà blindata – ha aggiunto Dall’Igna -. Quello della pressione è un tema che riguarda la sicurezza, e noi stiamo molto attenti a rispettarla. Ma se nel posteriore è relativamente facile rientrare nei parametri, all’anteriore è più complicato per il tipo di gara che si disputa, se in scia oppure libero: così, se parti dietro assetti il sistema in un modo diverso da chi parte davanti con pista libera. La banda è molto ristretta, se la pressione è troppo bassa rischi di distruggere la gomma, se troppo alta di non avere grip. Di solito si parte con una pressione più bassa, per arrivare a regime dopo 9/10 giri, stiamo discutendo con Michelin su quali giri e quanti la gomma deve superare per ottenere questa soglia minima”. Il direttore generale di Ducati ha concluso: “Infatti anche da parte nostra non c’è stata nessuna polemica nei confronti di altri piloti di altre Case che hanno vinto una gara. Se cambieremo qualcosa? No, noi continuiamo a lavorare così”. LEGGI TUTTO

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    Jason Momoa guida la Harley-Davidson sul set di “Fast & Furious 10”

    Le riprese del film Fast & Furious 10 sono iniziate e le strade di Roma sono diventate il set del nuovo lungometraggio tanto attesto dagli amanti di questa serie cinematografica. E proprio in questi giorni nel mirino è finito Jason Momoa che, da alcune immagini, si è scoperto guiderà una moto, precisamente l’Harley-Davidson Pan America.
    Jason Momoa sfreccia con la Pan America
    L’attore hollywoodiano, vestito con una giacca pitonata e pantaloni di pelle che rispecchiano il personaggio che interpreta in Fast & Furious 10, è stato visto cavalcare la Pan America che, per il film, è stata modificata e somiglia poco alla sua forma originale nella realtà. I tubi di scarico di questa moto sono diventati due tubi dritti verniciati in rosso e arancione, mentre quelle originali sono in vernice nera. Non c’è più il faro, sostituito da una piastra nera piatta con fori di sfiato, che imita la targa utilizzata dalle flat track. Il quadro strumenti è un piccolo display LCD, oppure potrebbe essere persino uno smartphone, mentre il sedile è stato modificato per potersi adattare al set. Ciò che invece resta identico, e quindi non modificato, è il bicilindrico a V Revolution Max 1250. LEGGI TUTTO