More stories

  • in

    MotoGp, Quartararo: “In Germania non sarà lo stesso senza Marquez”

    ROMA – Fabio Quartataro alla fine non può che ammetterlo: “No, senza Marquez non sarà lo stesso. In fin dei conti ha vinto sempre in Germania. Lui in pista sarei stato ancor più motivato, perché nessuno ha vinto con lui in pista. Lui mi ha dato tanto e voglio continuare ad imparare”. Le parole del francese della Yamaha, raccolte dal quotidiano spagnolo “AS” alla vigilia del Gran Premio di Germania, tradiscono una certa delusione. La griglia di partenza al Sachsenring, infatti, non vedrà Marc Marquez. Il pilota della Honda, che sul circuito tedesco ha vinto ininterrottamente sin dal 2010, è ancora convalescente dall’operazione all’omero destro.
    Sulla gara
    La voglia di sfidare Marquez da campione del mondo in uno dei suoi fortini era evidentemente molto forte, ma Quartararo pensa anche concreto. La sua leadership in MotoGp è insidiata da Aleix Espargaro su Aprilia, distante solo 22 punti, e in Germania sarà lotta aperta. “In Germania – ricorda il nizzardo – non abbiamo fatto male l’anno scorso e sono salito sul podio (terza posizione, ndr), ma nel 2019 un tratto mi è costato caro (caduta nei primi giri, ndr). Vedremo come andrà, ma non sarà un fine settimana negativo per me”. LEGGI TUTTO

  • in

    MotoGp, Quartararo: “Vittoria al Sachsenring? Senza Marquez non è la stessa cosa”

    ROMA – “No, non è la stessa cosa. Alla fine Marquez ha vinto sempre lì. Mi motiverebbe di più vincere con lui in pista, perché nessuno ci è riuscito. Da lui ho imparato molto e voglio continuare ad imparare”. Sono queste le parole, raccolte dal quotidiano spagnolo “AS”, di Fabio Quartararo alla vigilia del Gran Premio di Germania, che non vedrà partire in griglia Marc Marquez. Il pilota della Honda, ancora convalescente dall’operazione all’omero destro, sul circuito del Sachsenring ha infatti vinto ininterrottamente sin dal 2010, quando cioè guidava in classe 125. E un’eventuale vittoria non avrebbe lo stesso sapore per il francese.
    Le parole di Quartararo
    La voglia di sfidare Marquez da campione del mondo in uno dei suoi fortini era evidentemente molto forte, ma Quartararo pensa anche concreto. La sua leadership in MotoGp è insidiata da Aleix Espargaro su Aprilia, distante solo 22 punti, e in Germania sarà lotta aperta. “Il Sachsenring – afferma “El Diablo” – è un circuito dove l’anno scorso abbiamo fatto male, nonostante sia salito sul podio (terza posizione, ndr), ma ci sono alcuni tratti che mi sono costati caro, come accaduto nel 2019 (caduta nei primi giri, ndr). Staremo a vedere, ma sicuramente non sarà un brutto fine settimana per noi”. LEGGI TUTTO

  • in

    5 modelli di auto usate sotto i 20.000 euro da tenere sott'occhio per l'estate

    Il periodo tanto atteso è arrivato: l’estate ha aperto le sue porte con le temperature calde già da un po’ e la voglia di partire è tanta, soprattutto dopo aver passato circa 2 anni a dover rinunciare alle famose e tanto attese vacanze. Quando si tratta di partire però la cosa a cui pensare, specie se si tratta di un viaggio con la famiglia, è una: la comodità. Per questo il pensiero può andare all’acquisto di un’auto, ma anche in questo caso si deve fare i conti con la situazione attuale economica e di prezzi alle stelle (quali la benzina). Per questo motivo molti volgono lo sguardo alle auto usate, e se si vuole risparmiare male non fa. 
    Vetture di dimensioni idonee a una famiglia: station wagon o piccoli SUV, o anche ammiraglie, basta che siano in buone condizioni  – al massimo 99.000 km – e con pochi anni di vita – al massimo quattro -. Carvago.com, portale leader del settore, ha stilato una classifica delle 5 migliori auto usate famigliari da poter acquistare con un budget non superiore ai 20.000 euro.
    Nella Top 10 dei paesi ideali per gli appassionati di auto c’è anche l’Italia LEGGI TUTTO

  • in

    Giacomo Agostini spegne 80 candeline: una vita oltre il mito

    ROMA – Giacomo Agostini compie 80 anni. La sua carriera racconta di una vita dedicata alle due ruote, su cui ha vinto 15 titoli iritati: un record ineguagliato ancora oggi. La vittoria gli ha fatto compagnia anche nelle vesti di team manager, quando nel 1982 prende il comando dell’Agostini Team, portando tre volte al trionfo iridato Eddie Lawson. Insomma, dovunque “Ago” abbia messo piede, il successo è entrato con lui a braccetto. Le sue statistiche nel Motomondiale, al limite dell’incredibile, fanno ancora oggi da faro a chiunque sogni di correre su una moto: 190 Gran Premi disputati, 159 podi complessivi di cui 122 festeggiati sul gradino più alto, 12 mondiali consecutivi (dal 1967 al 1973) in classi diverse (350cc e 500cc) – sempre con la scuderia MV Agusta -, di cui tre (1968-1969-1970) vinti trionfando in tutti i Gran Premi. Inoltre, Agostini è ancora oggi l’unico italiano ad aver vinto la 200 miglia di Daytona: era il 10 marzo del 1974, per un clamoroso debutto in Yamaha.
    Uno sportivo rivoluzionario
    Sulla sua carriera scintillante fatta di trofei e vittorie su circuiti oggi improponibili per la loro pericolosità, come il Tourist Trophy della Gran Bretagna, si è già detto molto. Agostini ha però inoltre rappresentato una figura d’avanguardia anche per quanto riguarda il modo di vedere lo sportivo. Carismatico, seducente, sfrontato quanto basta e un talento a rasentare la perferzione: Agostini è stato uno dei primi atleti a riempire coi suoi affaire amorosi le pagine dei rotocalchi, che andavano di pari passo con i quotidiani sportivi che ad ogni weekend ne tessevano le lodi per le traiettorie impossibili disegnate in pista. Il suo contratto con la Yamaha dopo aver fatto incetta di successi con la MV Agusta fece molto scalpore per l’epoca: 300 milioni di lire per un biennale e tante polemiche per un presunto tradimento al team italiano. Ma la storia gli ha dato ragione: con i giapponesi, prima del ritiro nel 1977, ha fatto in tempo ad arricchire la sua bacheca con altri due titoli. Un mito che continua ancora oggi e riecheggerà per sempre nella Hall of Fame della MotoGp, riconoscimento arrivato nel 2000, oltre a quello istituzionale più prestigioso: il titolo di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, che gli è stato conferito dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi nel 2003. LEGGI TUTTO

  • in

    Giacomo Agostini compie 80 anni: storia e carriera del più vincente di tutti

    ROMA – Ottant’anni di una leggenda, ottant’anni di Giacomo Agostini. La storia, il mito, la spregiudicatezza vincente di un essere umano capace di vincere la bellezza di 15 titoli mondiali: mai nessuno ha fatto bene quanto lui. Una vita sempre al massimo, sempre al vertice del motorsport a due ruote, anche da dirigente, quando nel 1982 prende le redini del suo Agostini Team, portando tre volte al trionfo iridato Eddie Lawson. Insomma, dovunque “Ago” abbia messo piede, la vittoria è entrata con lui a braccetto. E le sue statistiche nel Motomondiale, al limite dell’incredibile, fanno ancora oggi da faro a chiunque sogni di correre su una moto: 190 Gran Premi disputati, 159 podi complessivi di cui 122 festeggiati sul gradino più alto, 12 mondiali consecutivi (dal 1967 al 1973) in classi diverse (350cc e 500cc) – sempre con la scuderia MV Agusta -, di cui tre (1968-1969-1970) vinti trionfando in tutti i Gran Premi. Inoltre, Agostini è ancora oggi l’unico italiano ad aver vinto la 200 miglia di Daytona: era il 10 marzo del 1974, per un clamoroso debutto in Yamaha.Guarda la gallery”Un mito lungo 80 anni”: ecco il libro della leggenda Agostini
    Oltre il mito
    Sulla sua carriera scintillante fatta di trofei e vittorie su circuiti oggi improponibili per la loro pericolosità, come il Tourist Trophy della Gran Bretagna, si è già detto molto. Agostini ha però inoltre rappresentato una figura d’avanguardia anche per quanto riguarda il modo di vedere lo sportivo. Carismatico, seducente, sfrontato quanto basta e un talento a rasentare la perferzione: Agostini è stato uno dei primi atleti a riempire coi suoi affaire amorosi le pagine dei rotocalchi, che andavano di pari passo con i quotidiani sportivi che ad ogni weekend ne tessevano le lodi per le traiettorie impossibili disegnate in pista. Il suo contratto con la Yamaha dopo aver fatto incetta di successi con la MV Agusta fece molto scalpore per l’epoca: 300 milioni di lire per un biennale e tante polemiche per un presunto tradimento al team italiano. Solo nuvole passeggere, poi ancora due mondiali con la casa di Iwata, prima del ritiro nel 1977, per la fine di un’era che ancora oggi è marchiata a fuoco col suo nome, la cui eco risuona ancora oggi nella Hall of Fame della MotoGp. LEGGI TUTTO

  • in

    Pogba alla Juve: il ritorno più atteso. E torna anche il suo garage da 1,6 milioni!

    Ci sono amori che non finiscono mai, un po’ come quello tra la Juventus e Paul Pogba, atteso nei primi giorni di luglio all’ombra della Mole per vestire di nuovo la maglia bianconera. Il “Polpo” è pronto a tornare nella sua Torino, ma ovviamente non da solo: oltre alla sua famiglia c’è un parco auto immenso, un tesoro multimilionario a 4 ruote che necessiterà di un garage dalle dimensioni (e dai sistemi antifurto) davvero notevoli.Guarda la galleryPogba, passione supercar: le auto del francese FOTO
    Le “bimbe” di Paul
    Paul Pogba è l’emblema del lusso sfrenato. Il centrocampista, attualmente in vacanza a Miami, si è mostrato al pubblico con addosso abiti delle firme più costose, ha vissuto in ville mozzafiato ed ha sfrecciato con le supercar più imponenti. La sua collezione di auto raggiunge il valore di 1,6 milioni: tra le più belle c’è la Rolls-Royce Wraith Black Badge, valutata circa 340mila euro, l’auto più costosa di Paul, ma elegantissima è anche la Lamborghini Aventador bianca da 315mila euro. Nel suo garage è presente anche una Ferrari 812 Superfast da 302mila euro, che il calciatore ha scelto di acquistare in giallo. A spiccare è anche la sua Bentley Flying Spur a quattro porte, che vanta sedili in pelle trapuntata e un hot-spot Wi-fi, sicuramente comoda ma non sobria, la quale fa compagnia ad un’Audi RS6, una Maserati Quattroporte e a una Mercedes GLS 4×4 nera.
    Pogba si dimentica della sua Rolls Royce, la riprende 9 mesi dopo  LEGGI TUTTO

  • in

    Vendite online, cosa cercano gli italiani dalle auto usate?

    Gli ultimi anni, tra pandemia e crisi dei semiconduttori, hanno cambiato profondamente il modo di vivere – e acquistare – l’auto. L’allungamento dei tempi di consegna delle vetture nuove, causato dalla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, ha spinto molti automobilisti a puntare su veicoli usati. Che, in misura sempre maggiore, vengono acquistati online senza recarsi fisicamente presso un rivenditore. CarNext, piattaforma europea per la compravendita di auto usate, ha lanciato un sondaggio proprio su questo tema, scoprendo che sono sempre di più gli italiani disposti ad acquistare un veicolo attraverso internet. E svelando anche alcuni dati relativi a quelle dotazioni di cui gli automobilisti non vogliono assolutamente fare a meno quando sono alla ricerca di una vettura di seconda mano.
    Auto usate, 5 modelli per le vacanze estive a meno di 20.000 euro
    Auto usate, quello che non può mancare
    Secondo lo studio realizzato da CarNext con mUp Research, la quasi totalità degli italiani sarebbe disposta a comprare un’auto usata online. Oltre il 90% degli intervistati crede infatti che questa formula di acquisto sia “conveniente”. Ben disposti verso le piattaforme online sono soprattutto i giovani della fascia 18-34, ma in generale solo l’8% delle persone che hanno risposto al sondaggio restano fedeli al principio del “se non vedo, non compro”. Una grande apertura verso gli acquisti online, ma a condizione che essi avvengano in maniera sicura su piattaforme certificate: il 54% degli intervistati infatti considera prioritaria la sicurezza nel pagamento e la durata della garanzia. Di fondamentale importanza, per un automobilista su 3, anche il prezzo della vettura.
    CarNext ha poi diffuso alcuni dati relativi alle preferenze degli automobilisti italiani che vanno alla ricerca di una vettura usata. Dal punto di vista dei colori più cercati ci sono poche sorprese: le tinte più gettonate sono infatti nero, grigio, bianco e blu. Per quanto riguarda invece le dotazioni ritenute indispensabili (da 1 automobilista su 2) ci sono climatizzatore multi-zona, la connettività Bluetooth e i sistemi di assistenza al parcheggio. Grande interesse anche per i dispositivi avanzati di sicurezza, come il sistema di riconoscimento delle condizioni fisiche ed emotive del conducente: ben il 21% degli intervistati lo reputa un optional necessario.
    E le elettrificate? Ancora poco presenti sui mercati dell’usato (seppure in crescita), le vetture a batteria, sono oggetto di un grande interesse da parte della clientela. L’85% degli intervistati ricerca sulle piattaforme di usato modelli elettrici o ibridi.
    Sempre più gettonate le vendite online
    L’acquisto online di auto usate è un trend in crescita che sta riscuotendo feedback positivi da parte degli automobilisti. Chi ha comprato o provato a comprare una vettura di seconda mano tramite una piattaforma digitale ha definito l’esperienza “snella, semplice e affidabile”, con l’89,8% che si dichiara soddisfatto e il 67,1% che consiglierebbe questa modalità di acquisto ad altre persone.
    “Se prima della pandemia la sfida era portare il cliente ad acquistare su un marketplace, anziché in negozio, adesso tutti comprano online – ha spiegato Dalisa Iacovino, managing director di CarNext Italia – Nel mercato odierno per noi operatori il tema della fiducia diventa prioritario. In CarNext lavoriamo ogni giorno per essere riconosciuti come un operatore serio, di cui l’utente può fidarsi, e lo facciamo anche grazie alla collaborazione con partner che condividono il nostro modo di agire e i nostri valori”.
    Auto, scopri tutti gli annunci sul mercato dell’usato LEGGI TUTTO

  • in

    Formula 1: la Ferrari inizia ad alzare la voce

    TORINO – Sul filo della rottura. E non parliamo (soltanto) dei problemi di affidabilità che nelle ultime tre gare sono costasti a Charles Leclerc e alla Ferrari una fetta molto grande e quindi pesante delle speranze mondiali nella lotta contro Max Verstappen e la Red Bull. A Maranello, dove per la seconda volta hanno dovuto constatare la rottura del turbo e per la prima anche dell’intero motore endotermico sulla F1-75 andata in fumo al 20° giro del GP dell’Azerbaigian, c’è tensione anche sul fronte politico.La questione è nota da tempo, ma irrisolta. E non solo con la Ferrari, se vogliamo dirla tutta, visto che ha condizionato in un modo o nell’altro la durissima battaglia tra Red Bull e Mercedes, ovvero la conclusione dello scorso campionato di Formula 1. Parliamo della Direzione Gara, del “due pesi e due misure” e delle regole mai chiare ch continuano a imperare nel Circus dei motori anche nella nuova era Fia targata Mohammed Bin Sulayem. Dal caso delle temperature delle benzine a quello della pit-lane di Montecarlo, la Scuderia non è per nulla contenta delle decisioni “salomoniche” prese dagli Steward. E Mattia Binotto ha deciso di farsi sentire.«Se guardo all’inizio della stagione, certamente la Ferrari non può essere soddisfatta delle decisioni della direzione gara. Abbiamo commesso degli errori, ma sento anche un senso di ingiustizia: penso che spesso siamo stati svantaggiati» le parole del team principal Mattia Binotto. Parole forti, anche se pronunciate con la consueta pacatezza. E con un’aggiunta ancora più “buonista”. «Capiamo le difficoltà e non possiamo negare nemmeno che sia un lavoro difficile. Per migliorare dobbiamo aiutare anche noi. Credo che debba esserci una collaborazione tra le squadre e i direttori di gara. E che ci vorrà del tempo per capirsi».Insomma, la Federazione è avvertita: la Ferrari non ha intenzione di farsi mettere i piedi in testa e vuole giocarsi le sue carte mondiali liberamente e correttamente. Ma allo stesso tempo, nonostante l’epoca dei Patti della Concordia con Liberty Media sia ormai superata, nella nuova Formula 1 per ora regge la regola (non scritta) dell’evitare scontri, tanto più mediatici. Il problema è che la Red Bull si muove un po’ per conto suo. Tanto più Helmut Marko, il braccio operativo e politico di Mateschitz. Quindi, anche un mediatore come Binotto, ha capito che qualche volta servirà alzare la voce. LEGGI TUTTO