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    Basket, Garbajosa esclusivo: dalla Spagna a Scariolo fino all’Nba

    Garbajosa, perché ha deciso di lasciare la federazione spagnola per Fiba Europe e quali sono gli obiettivi? «Se guarda la mia carriera da giocatore, ho sempre avuto rispetto per i contratti, però ho sempre ascoltato le mie sensazioni. Quando arrivi in un posto hai obiettivi, una volta che li hai raggiunti, o senti di non poterli raggiungere pur avendo dato tutto, è il momento di andare. In federazione spagnola ho vinto le elezioni 7 anni fa, in un momento molto difficile dal punto di vista sportivo ed economico. Grazie al lavoro di squadra con un’equipe di collaboratori, siamo giunti ai 100 anni della federazione, una grande festa, come primi nel ranking Fiba, primi in Europa a livello femminile. Ho sentito che era il momento perché avevo dato tutto. C’è una squadra che continuerà a lavorare. Io ho sempre avuto un buon feeling con Fiba, ogni volta che andavo a un Board riflettevo su come fare le cose. Ho pensato, ho parlato con mia moglie prima di fare questo passo in avanti. Vogliamo far crescere il basket in Europa. Come? Ci sono molti obiettivi per i prossimi 4 anni. Ho voglia, energia e dopo 7 anni in Spagna esperienza per aiutare».
    Tutti ammiriamo il sistema spagnolo, ma pochi o nessuno riesce a seguire l’esempio. Consigli? «È diverso lavorare in una federazione nazionale o internazionale. In Spagna avevamo un grosso problema, non c’era un programma sportivo per i settori giovanili. Con tantissimo aiuto da Sergio Scariolo e altri tecnici, abbiamo fatto un programma. All’inizio faticavamo però abbiamo avuto pazienza, fiducia nel lavoro dei professionisti con i ragazzini. Quello che ci ha portato al successo ed è mutuabile è stato lavorare insieme con gli allenatori, non solo delle squadre top, ma con i piccoli club. A prescindere dai risultati bisogna continuare a credere, senza cambiare, avere fiducia nel progetto e nelle persone. L’anno sorso abbiamo giocato tute le finali giovanili maschili e femminili salvo una. Dopo tanti anni di disaccordi e battaglie tra lega e federazione lavoriamo assieme, non solo con il management, ma con i club. I nostri tecnici, preparatori, fisioterapisti girano e si spiegano. Importante è mettere il giocatore e lo sviluppo al centro. In Europa ci sono 50 federazioni, ognuna deve trovare un progetto, qualunquei esso sia. Il mio ora è: spingere tanto il basket femminile, il 3×3, i paesi piccoli. Cominciamo a supportarli per 4 anni con milioni di euro perché i piccoli Paesi non hanno risorse tali per svilupparsi. I criteri devono essere molto chiari, come e dove spendere. Poi dobbiamo avere più donne manager, sviluppare qualità in ogni settore. Viaggerò un anno in tutta Europa, per spiegare, convincere, meglio: coinvolgere. Poi dovremo essere sufficientemente flessibili per cambiare se sarà opportuno».
    Ha fatto cenno a Scariolo, al centro del vostro progetto tecnico da anni. Lo avete tenuto anche part-time. Ci può spiegare il vostro rapporto? «Dovrei dire tante cose, le nostre vite si sono incrociate tante volte. La prima nel 1997 a Vitoria: due anni assieme in cui lui mi ha fatto capire cosa si deve fare per diventare un professionista vero. Mi ha dato l’indirizzo e questo mi ha aiutato tantissimo per il prosieguo della carriera, poi ci siamo ritrovati a Malaga, nel Khimki, anche in Nazionale. Infine, da presidente è diventato il mio allenatore. Sergio spinge tanto e mette pressione, ma sempre par far crescere l’organizzazione in cui lavora. Questo è molto importante. Il nostro rapporto è molto profondo, professionale e personale. Parliamo tanto e ci capiamo facilmente, anche con uno sguardo. Poi pensa basket 24 ore al giorno. Mi chiamava all’una di notte dal Canada per dirmi di aver trovato un ragazzo futuribile di 16 anni»
    L’importanza delle finestre per Fiba Europe e per le singole federazioni: la Spagna ha allargato il bacino di giocatori per la Nazionale. Ma non solo. «Ogni cambio di regole è difficile, ma bisogna adattarsi. Ci siamo detti di provare in due modi concreti a sfruttarle per crescere. E anche su questo Scariolo è stato decisivo. Prima per scegliere i 12 giocatori potevamo pescare tra 18-20. Oggi ce ne sono quasi 50. Nel 2017 abbiamo fatto un raduno nei pressi di Malaga con pochi giocatori che non erano mai stati in Nazionale. Nessuno capiva perché lo facessimo. Volevamo valutarli da vicino e far capire loro cosa significa indossare la maglia. Un’altra osservazione sbagliata era: “chi gioca le gare della Nazionale nelle finestre poi non gioca in estate quando conta”. Nel 2019 quando abbiamo vinto il Mondiale e c’erano tre giocatori provenienti dalle finestre, nell’oro di Eurobasket 2022 ben l’80% veniva dalle finestre. Per noi è stata un’opportunità incredibile di sviluppo dei giocatori. Poi c’è la promozione. La Nazionale gioca sempre nelle grandi arene delle città principali: le finestre ci hanno permesso di portarla in città non grandi, o non di basket. Per rendere popolare uno sport bisogna portare la Nazionale in giro, renderla accessibile. Vale anche per Fiba Europe e per Paesi che non avevano esperienza di organizzare ad alto livello. Parlo anche di ticketing, promozione, tv. Ora tutte le federazioni sanno come fare». Finalmente Fiba Europe e Euroleague dialogano. Voi avete cominciato togliendo una finestra, Euroleague ha scelto di non sovrapporre il calendario a quella rimasta. Un inizio. «È importante il primo passo. Come in una maratona bisogna cominciare. Per Fiba Europe è fondamentale non avere più sovrapposizione di partite. L’ultima volta c’era l’Italia che giocava e in contemporanea o quasi Milano-Bologna di Eurolega. Ma resta tantissimo da fare. Dobbiamo avere la voglia di riordinare il basket in Europa: non soltanto le finestre, ma anche i campionati nazionali, chi possa giocare, quante competizioni di club vogliamo in Europa: se 4 come oggi o meno. Abbiamo un anno o due per cercare di arrivare a un accordo, non sarà facile, ma essere seduti allo stesso tavolo e poter parlare spesso è fondamentale. Non so se arriveremo a un accordo però la comunicazione è molto intensa, stretta. Dobbiamo rimettere i giocatori al centro. Per esempio non possiamo permetterci che Rudy Fernandez che vuole giocare perché ama il basket giochi quasi 95 partite tra campionato, coppe, supercoppe e quant’altro. Dobbiamo salvaguardare la salute e non pensare che un protagonista possa esserci sempre o che sia al massimo. Significa anche salvaguardare lo show».
    Il futuro degli Europei? «Se parliamo di maschile, l’ultimo Europeo è stato il migliore tra quelli recenti per organizzazione e livello tecnico, atmosfera, intensità. Incredibile, Ora dobbiamo aiutare le federazioni che organizzeranno il prossimo a mantenere questo livello. Nel femminile, invece, abbiamo visto che il pubblico non è stato come vorrei. Dobbiamo pensare e trovare i motivi per cui non è stato così attrattivo. Cambiare per cambiare non serve, dobbiamo trovare la strada giusta. E sempre sul femminile dobbiamo pensare anche alle coppe. Col basket femminile abbiamo un’opportunità: sono stanco di sentire che dobbiamo aiutare giocatrici e club femminili. Dobbiamo dare loro valore. Ci sono state partite di altissimo livello. Se uno vede una partita, poi torna. Dobbiamo promuovere meglio, rendere più visibile. Partendo dai campionati Nazionali? A volte le cose crescono dal basso verso l’alto, a volte viceversa. Ci sono momenti in cui devi fare un grande sforzo promozionale per i grandi eventi. Allora il pubblico, i ragazzini e le ragazzine si interessano. L’anno scorso nella finale di Coppa della Regina c’erano 10mila persone. Giorni fa mi chiedevano se il successo giovanile in Spagna sia stato dettato dai club o dalla Federazione. Domanda senza senso perché il basket è uno. E c’è una sola squadra». LEGGI TUTTO

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    Varese, ufficiale: firma il centro americano Cauley-Stein

    VARESE – Willie Cauley-Stein sbarca a Varese: è ufficiale. Un colpo importante che arriva direttamente dagli Stati Uniti. Cauley-Stein, infatti, è un centro statunitense classe ’93 di 213 centimetri. Per lui Varese e la prossima Serie A rappresentano la prima esperienza in Europa dopo oltre 420 partite disputate in NBA con le maglie di Sacramento, Golden State, Dallas e Philadelphia. 
    Varese, il commento sul colpo Cauley-Stein
    Così Matteo Jemoli, responsabile scouting Pallacanestro Varese: “Siamo estremamente contenti della firma di Willie. Un giocatore che ha calcato palcoscenici importanti e che per talento, atletismo e protezione del ferro sarà fondamentale nell’economia della nostra squadra. Le sue qualità si combinano molto bene con il nostro modo di giocare e non vediamo l’ora di vederlo a Varese insieme alla sua famiglia”. LEGGI TUTTO

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    Estathè 3×3 Italia Streetbasket Circuit 2023, spettacolo alla seconda tappa: ecco i vincitori

    Grande spettacolo e divertimento per la seconda tappa calabrese del 3×3 street basket, targato Estathè e organizzato dalla Seila Beach Sport. A vincere nella due giorni di Gizzeria Lido, allo stabilimento Coolbay, a pochi km da Lamezia Terme, è stata la squadra Gramolini di Bruna composta da Simone Mazza, Lorenzo Locardi, Matteo Gasparini e Alessandro Colombi. MVP del torneo Simone Mazza, proprio lui che ha spinto i compagni a mettersi in viaggio (in auto) da Novara e attraversare l’Italia per partecipare e vincere. E’ stata una finale bella, intensa, torneo in generale equilibrato con un paio di giovani in ascesa. Francesco Giampá, che ha vinto la gara di tiro da 3, ne è un esempio. Ora la compagine piemontese, grazie alla vittoria di tappa, si è aggiudicata la possibilità di partecipare al challenge di venerdì per aggiudicarsi un posto alle finali nazionali di Cesenatico del prossimo fine settimana. Nel femminile il team lb3 si è aggiudicato l’accesso alla finale nazionale di Roseto degli Abruzzi. LEGGI TUTTO

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    LeBron James e la frase sul figlio Bronny: “Ho un compito preciso”

    Il peggio sembra essere finalmente passato per Bronny James, figlio della star dell’Nba LeBron. Il ragazzo, appena diciottenne, è stato infatti colpito da arresto cardiaco mentre si allenava. Il ragazzo è stato prontamente soccorso e trasportato in ospedale e successivamente dimesso nella giornata di ieri. 

    LeBron: “Il mio compito è essere forte”

    Proprio qualche ora fa LeBron ha postato alcuni scatti che lo ritraggono in allenamento insieme all’altro figlio, Bryce, accompagnati dalla frase: “Il mio lavoro è rimanere sempre forte e mostrare loro il progetto indipendentemente dal risultato!”, queste le parole della star dei Lakers che ha deciso di affrontare a testa alta questo momento difficile della sua vita. LEGGI TUTTO

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    Nba, Gallinari resta agli Washington Wizards: la conferma sui social

    Ai box per l’intera stagione, il suo soggiorno a Boston è terminato nella trade che ha portato Kristaps Porzingis ai Celtics, ma il futuro del Gallo ai Wizards è stato subito contornato di molte voci che parlavano di un possibile buyout per poter accasarsi ai Miami Heat. Alla fine è stato l’azzurro a chiarire con un tweet.
    Gallinari: “Mi sento ogni giorno più forte”
    Queste le parole di Danilo Gallinari nel post dove si è mostrato con la maglia dei Wizards: “Eccitato di far parte della famiglia Washington e non vedo l’ora di abbracciare questa fantastica città! Mi sento ogni giorno più forte e non vedo l’ora di dare tutto me stesso in campo e guidare e sostenere la nostra talentuosa lista. Rendiamo questa stagione indimenticabile!” LEGGI TUTTO

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    LeBron James, il figlio Bronny esce dall’ospedale

    Bronny James è stato dimesso dall’ospedale, dove era stato ricoverato d’urgenza in seguito ad un attacco cardiaco avvenuto durante un allenamento alla University of Southern California. Il 18enne figlio del leggendario LeBron James è considerato l’astro nascente del basket americano.
    Bronny James e l’arresto cardiaco
    Dopo l’infarto, il giovane era stato prontamente soccorso e trasferito in ospedale. Un portavoce della famiglia aveva dichiarato: “Ieri, mentre praticava, Bronny James ha subito un arresto cardiaco. Il personale medico è stato in grado di curare Bronny e portarlo in ospedale. Ora è in condizioni stabili e non è più in terapia intensiva. Chiediamo rispetto e privacy per la famiglia James e aggiorneremo i media quando ci saranno maggiori informazioni”. Al momento restano ancora ignote le cause del malore. Secondo la stampa sportiva, il ragazzo ha i requisiti per seguire le orme del padre in Nba. LeBron James è considerato uno dei migliori giocatori di basket di tutti i tempi e stella dei Los Angeles Lakers. LEGGI TUTTO

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    Pogba-Hayes, Juve-Lakers a Los Angeles: lo show è servito

    LOS ANGELES (Stati Uniti) – Questa notte la Juventus affronterà a Los Angeles il Milan nella tournée statunitense e Paul Pogba ha fatto visita nella casa dei Los Angeles Lakers. Il francese infatti è stato ad Ed Segundo, quartier generale dei gialloviola, dove ha incontrato uno dei nuovi volti Lakers arrivati nella Free-Agency 2023, il centro Jaxson Hayes. Oltre al classico scambio di maglia, infatti, si sono messi alla prova in una challenge che ha mescolato calcio e basket come far girare la palla a spicchi sul dito o tenere ferma sulla fronte quella di cuoio. Infine Paul, chiedendo il suo smartphone,  ha mostrato ai fotografi presenti una foto di loro due risalente a quattro anni fa quando Hayes era alla sua prima stagione da Pro con i New Orleans Pelicans: “Siamo ancora qui per un’altra foto” ha esclamato il giocatore della Juventus. LEGGI TUTTO

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    LeBron James, le prime emozionanti parole dopo l’incidente del figlio

    ROMA – Ha rotto il silenzio, LeBron James, che ha parlato pubblicamente per la prima volta, tre giorni dopo che suo figlio di 18 anni Bronny ha subito un arresto cardiaco. La stella Nba lo ha fatto attraverso i suoi profili social, in cui ha ringraziato il pubblico per il supporto ricevuto.
    LeBron James, il messaggio sul figlio
    Questo il messaggio pubblicato su Twitter e Instagram: “Voglio ringraziare le innumerevoli persone che inviano amore e preghiere alla mia famiglia. Lo sentiamo e ne sono molto grato. Tutti sono fantastici. Abbiamo la nostra famiglia unita, sana e salva, e sentiamo il vostro amore. Avrò altro da dire quando saremo pronti, ma voglio far sapere a tutti quanto il vostro supporto significhi per tutti noi!”. LEGGI TUTTO